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BIBLIOGRAFIA ITO!
COMPILATA DA
VITTORIO CAPPONI
Poiché la cciiulà del natio loco
Mi strinse, ninnai "le fronde sparte
Lnf. X1\V
PISTOIA
TIPOGRAFIA ROSSETTI EDITRICE
1874.
Proprietà Letteraria.
e
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R
Sì
AL GAY. AVV. GIOVANNI CAMICI
CONSIGLIERE PROVINCIALE
CHE L'AVITO ONORE SOSTIENE
CON RARE VIRTUDI
È ACCRESCE CON L' INGEGNO
QUESTE POVERE PAGINE
CHE DISCORRONO LE PATRIE GLORIE LETTERARIE
A DIMOSTRANZA DI GRATO ANIMO
DEDICA L'AUTORE.
PREFAZIONE,
Chi voglia con qualche attenzione riandare le vicende
letterarie del nostro paese, confrontando il passato col pre-
sente, non tarderà ad accorgersi come oggi siamo ben lon-
tani da quel grado d' istruzione e di cultura a cui salì più
d1 una volta la nostra città. Io non vo' cercare la causa di
ciò : e se debbasi ascrivere ai difettosi ordinamenti degli
studi co' quali tanto si acquista in superficie quanto si va
perdendo in profondità ; o se ai nuovi tempi, che aggirando
le menti in vane fatuità, han fatto sì che, i giovani spe-
cialmente, per troppo ragionare sieno diventati quasi irra-
gionevoli. Questo so per certo, che oggi tra noi nessuno più
studia e l'ozio loquace ha preso il posto della sapiente opero-
sità (1).
Né mi si apponga le scuole esser fiorenti per notevole fre-
quenza di alunni ; né la solita eletta schiera di professori,
intesa, direbbe un mio buon amico, a dissodare i campi santi
delle idee : è vero la città nostra, seguendo le sue nobili tra-
(1) Pistoia è stata sempre fiorente in qualsivoglia disciplina, ma si è di-
stinta soprattutto nelle scienze ecclesiastiche ; e chiunque scorra queste pa-
gine se ne persuaderà di leggieri. Perfino cinque Cardinali, quasi contempo-
raneamente, ha veduto la nostra città sedere nel sacro collegio, Agostino Fab-
broni, Antonio e Gian Francesco Banchieri, Bandino Panciatichi, e Gio. Batti-
sta Tolomei. Oggi però se vi è una classe nella quale più faccia difetto l'istru-
zione è dessa quella degli ecclesiastici ! Eppure se vi fu mai tempo nel quale
i sacerdoti dovessero splendere sul candelabro colla luce della dottrina, egli
è questo senza dubbio.
Vili
dizioni, (1) provvede quanto è necessario che non faccia di-
fetto il pane della scienza : né mancano insegnanti egregi
per dottrina e per amorevole sollecitudine verso i loro di-
scepoli: ma se nelle scuole si apprende qual è il fine del
sapere, e il modo di conseguirlo, soltanto i libri potranno
offrircene il mezzo: ma le biblioteche, perpetuamente vuote
di studiosi, e gli scarsi frutti che della sua applicazione
ci porge oggi la nostra gioventù, rispondono in mio favore
con incontestabile evidenza.
A ciò ripensando, col desiderio di provvedere allo incre-
mento della istruzione paesana, più che per sodisfare ad
una stenle curiosità degli eruditi, mi diedi (non sapendo
far meglio) a compilare la Biografia e la Bibliografia pi-
(1) Si ha per sicuri documenti che in Pistoia furono istituite scuole fin dal-
l' anno 1318. Nel 1553 insegnava grammatica un Magister Petrus ; nel 1335
fu eletto maestro Beninlendi di Ser Arrigo da Prato ; e in una tratta di con-
siglieri del 1574 si nominano Ser Lambertus Ser Ambrogi magister gramma-
ticae. Nel 1448 Battista Volterreno, allora maestro a Colle, chiese la scuola
del Comune. Nel 1474 fu eletto maestro di grammatica, rettorica e poesia
Filippo di Ser Matteo da Imola colla condizione che doceat gramaticam, relho-
ricam, et poesiam latìnarn et componere epislolas, . . . Itcm diebus feslivis edam
solemnibus leneatur et obligatus sii facere legere imam lectionem cum Artis No-
vae, vel eliam Politicae Aristoielis : ma poco appresso, cioè nel 1476 gli fu
sostituito Antonio Rossi di Firenze colla condizione che cessasse di fare scuola
ad clericos : lo che è indizio che forse fin d' allora esisteva 1' attuale scuola
dei cherici di S. Zeno. Di questo Antonio Rossi, leggesi in un libro di Ri-
forma sotto l'anno 1583. Rogat D. Antonius de Rossis gramaticus conductus in
Pistorio sibi mutuari Mappamundas duos, quorum alter est in Cancellarla, alter
in libraria Communis Pistorii (quella lasciata dal Sozomeno e che si conservò
fino al 1700 circa nel palazzo del Comune) et dicilur ut cosmografiam docerc
possit nonnullos adolescentes pistorienses ec. Nel 1476 fu istituita la Sapienza
per legato dell' illustre Card. Niccolò Forteguerri, e Pistoia ebbe fin d'allora
assicurato l'insegnamento in tanti rami dell'umano sapere, che continuò senza
interruzione fino ai nostri giorni.
IX
stoiese. (1) Chi sa, dicevo fra me, che qualcuno nel leg-
gere iu queste pagine le glorie dei nostri maggiori, non
si senta 1' animo innalzato a più nobili intendimenti, e non
entri nel desiderio d' imitarli ? Se troppo ho presunto, e se
le mie deboli forze saranno per venir meno all' impresa,
spero mi si perdonerà in grazia dell' intenzione. Diciamo
ora qualche cosa di questa fatica. E questo, può dirsi, un
lavoro affatto nuovo per noi. Nel secolo passato, è vero, il
P. Francesco Antonio Zaccaria, dotto gesuita, nella sua
Bibliotheca Pistoriensis, che tanti interessanti documenti
contiene per la nostra storia, ci diede qualche notizia de-
gli scrittori pistoiesi, valendosi anche delle fatiche del P.
Oldoino, altro religioso dello stesso instituto. Ma egli non
fece che una lista poco fedele, e non di tutti i nostri scrit-
tori, e troppo compendiosamente accenna le loro opere ; ol-
treché non giunge che circa all' anno 1750. Molti altri
pistoiesi dopo di lui si adoperarono a raccogliere le opere
dei nostri scrittori, ma nessuno giunse mai a pubblicarne
una speciale illustrazione (2). L' opera pertanto da me com-
(1) Veramente la Biografia doveva avere la precedenza ; ma impedito per
dolorose circostanze di dar l'ultima mano al lavoro sono stato costretto a dif-
ferirne la pubblicazione al prossimo anno.
(2) A' tempi del P. Zaccaria, Francesco Turimi e Francesco Merlini posse-
sedevano belle collezioni di autori pistoiesi, specialmente di opere manoscritte
delle quali molto si giovò il P. Zaccaria stesso, come appare dalle citazioni
che spesso ne fa. In appresso il Dottor Bernardino Vitoni, intelligente ed
erudito antiquario ebbe anch' egli una cospicua raccolta di libri pistoiesi, non
pochi dei quali provenienti dalla dispersione di quelle del Merlini e del Tur-
lini, e molte notizie fornì al Moreni per la Bibliografia storica della Toscana,
ed al Fabroni per la flisloria Academiae Pisanae, come rilevasi dalle lettere
d( questi ultimi esistenti nella Forteguerriana. Anche Antonio Matani celebre
medico, Francesco Canini antiquario, Francesco Tolomei ed alt ri si studiarono
X
pilata, è divisa in due parti ; la prima comprende tutte le
opere pubblicate dagli autori nati nella città di Pistoia, o
nel suo territorio ; nella seconda si registrano tutte quelle
opere che sebbene composte da scrittori non appartenenti-
a Pistoia, pure riguardano in qualche modo questa città,
e possono consultarsi con profitto da chi voglia ricercarne
tutte le fonti storiche. Delle raccolte fatte per nozze, mo-
nacazioni, funerali ed altre simili occasioni in generale non
ne ho fatto alcun conto, come quelle che non avrebbero
servito ad altro che ad appagare la curiosità di qualche
bibliofilo ; ed ho fatto eccezione soltanto per quelle che
si raccomandavano per qualche pregio speciale, o per la
materia in esse trattata, o per il pregio tipografico, o per
il nome del raccoglitore. Ma non si creda ch'io presuma di
aver fatto un lavoro in tutte le sue parti completo. Al bi-
bliografo avviene come al mietitore, il quale per quanta
diligenza usi, pure lascia sempre qualcosa a chi va dietro
spigolando ; oltreché spesso dalla fortuna e dal caso, più
che dalla diligenza dipende il trovare le notizie e le ope-
re. È neppure è stata mia intenzione di fare un lavoro
critico : dal dar giudizi ho cercato di astenermi, non solo
perchè ciò non è uffìzio del bibliografo, ma anche per la
difficoltà somma di dar sempre giudizii buoni e retti ; ol-
treché ciò sarebbe stata opera talmente grave da non po-
tersi fare entro gli angusti limiti che mi ero prefìsso. Pure
di raccogliere, quante poterono, opere de' nostri autori : le quali poi anda-
rono tutte disperse, meno i libri del Canini, in piccol numero però, dei quali
egli fece generoso dono, morendo, alla Biblioteca Forteguerri. Oggi l'egregio
Sig. Filippo Rossi-Cassigoli, dando nobile esempio al patriziato del come si
possano utilmente impiegare le ricchezze, è giunto a possedere una raccolta
di scrittori pistoiesi al certo molto superiore a quelle fatte nel passato, sia
per la quantità delle opere, come per la ricchezza degli esemplari.
XI
allorché per la natura dell'opera, o per altre cagioni lo credei
necessario, non mancai affatto di dar qualche giudizio, o me-
glio, perchè non paresse eccessiva presunzione, di riportare il
giudizio che già ne aveva pronunziato altri di me più dotto.
Qualunque sia il merito di questa mia fatica, che io dò
alla luce come saggio di opera più perfetta, oso confi-
dare che i miei concittadini vorranno accoglierla con beni-
gno volto, se non altro per il fine che mi sono prefìsso ; e
se cosi sarà, come mi auguro, non dubito di potere, quan-
dochessia, migliorare il lavoro in una seconda edizione.
Pistoia, 8 Dicembre 1874.
Vittorio Capponi.
BIBLIOGRAFIA PISTOIESE
PARTE PRIMA
SCRITTORI PISTOIESI
AbbraceSavacca lieo.
Rime.
Stanno nella raccolta di rime « Poeti del primo secolo della Lingua Italiana,
senza nome di stampatore, 1816, in 8.° Volumi 2. » Delle rime di Meo Abbrac-
ciavacca aveva già dato un saggio il Crescimbeni ne' suoi Commentari (Voi. 2,
parte II, lib. 1) : in appresso altre erano state pubblicate dal Bottari, colle
rime e lettere di Fra Guittone (Roma, De-Rossi, 1745, in A.0). Il giudizio
che chiede il Monti di questa edizione del 1816 è piuttosto severo, poiché
dice che contiene in gran parte una miserabile raccolta di rimati arcaismi
zeppa di bisticci che anima viva non saprà mai leggere. (Prop. Voi 5. par-
te II, e. 176). Questo giudizio se può dirsi giusto per molte delle rime
contenute in questa raceolta, non può chiamarsi egualmente giusto per
quelle del nostro poeta ; le quali a dire del Crescimbeni, sebbene accoz-
zate di vocaboli nostrani e provenzali, sono assai buone, massimamente
quanto ai sentimenti e alla facilità di spiegarli. Delle rime di questo nostro
poeta io non ho veduto che due codici, uno nella Vaticana segnato di nu-
mero 4625 ; 1' altro nella Laurenziana, fra i codici del Bali Redi, portante
il n.° 9. Il Ciampi nel Giornale Enciclopedico di Firenze diede conto di un al-
tro manoscritto posseduto dal chiariss. Sig. Cesare Lucchesini, nel quale si
contengono alcune rime, già conosciute, del nostro poeta (V. Giornale En-
ciclop. tom. 2, n.° 21, pag. 252). Non è poi da tacersi come quattro delle
rime contenute nella raccolta del 1816 non hanno nome d'autore nel codi-
ce Redi ; e la canzone che incomincia « Considerando 1' altera valenza » v' è
attribuita a Fra Guittone, ed ha difetto di un verso intiero. Di Meo Ab-
bracciavacca trovansi rime anco nella Raccolta di Rime toscane, Palermo,
Gius. Assenzio. 1817, voi. 4 in i.° • nel Parnaso Italiano, Venezia, Andreo-
la, 1819, Voi. 1, pag. 258, con brevi notizie dell' Autore a pag. 529 ; ed
iti altre raccolte di minor conto.
— 2 —
— Lettere.
Stanno in quelle di Fra Guittonc pubblicate dal Bottari, (Roma, De Rossi,
1745) pag. 76 e seguenti. Sono in numero di quattro, due delle quali di-
rette a Fra Guittone, una a Bindo, 1' ultima a Dotto Reali. Lo stile in cui
sono dettate, scrive il Nannucci che le riproduce nel suo Manuale, anziché
facile e piano come richiede un tal genere di scrittura, è generalmente ru-
vido e malagevole ne' costrutti, e accompagnato talvolta da una certa oscu-
rità, della quale è però da incolparsi in alcuni luoghi la scorrezione del
testo, che per la mancanza assoluta di codici non si è potuto emendare.
Meo Abbracciavacca visse nel sec. XIII, fu contemporaneo ed amico di
Fra Guittone, ed è registrato anco dall' Allacci nel suo Indice, che lo chia-
ma Braccio Vacca. Poche e incerte notizie si hanno di lui : un' Abbraccia-
vacca di Guidotto, forse il padre del nostro Meo, lo troviamo Console dei
Mercanti nel 1357, Operaio di S. Iacopo nel 1258, Anziano nel 1265 : un
altro Abbracciavacca, certamente il poeta, è registrato tra gli operai di San
Iacopo nel 1311. (V. Archivio Coni, di Pistoia, lib. di Contralti e Testarti,
dell' Op. di S. Iacopo dal 1186 al 1543 segnato di n.° 1 ; e Priorista del
Franchi nella Forteguerriana.)
Ma per quanto oscuri possono essere i fasti familiari del nostro poeta, gli
si deve però la gloria di aver contribuito non poco ad arricchire e miglio-
rare in quei primi tempi la nostra favella. Di lui può vedersi oltre il Cre-
scimbeni sopra ricordato, il Quadrio, Della Storia e della ragione di ogni
poesia ; il Mazzucchelli, Scrittori d' Italia ; ed altri ; ma tutti ne parlano
brevemente.
Accademia di Varia Emetterà tara.
; — Capitoli e Leggi dell' Accademia Pistoiese di Varia
Letteratura. Pistoia, 1745, in 4.<>
Ebbe il suo nascimento sul terminare del 1743 : pochi anni appresso le
sue adunanze furono interrotte per poco zelo de' fondatori, e non si ripresero
che nel 1764 ; ma anche allora per breve tempo. Nel 1805 fu nuovamente
ristabilita, e fu pubblicata allora la
Costituzione della E. Accademia Pistoiese di Varia Lette-
ratura, Pistoia, presso Gio. Bracali e F.° senz' anno, (ma
1804) in 4.o
V è in fino il Catalogo degli i\ccademici, tanto di quelli appartenenti al-
l' antico istituto, quanto al nuovo. Più ampie notizie di quest' Accademia si
possono leggere in un M. S. della Forteguerriana col titolo : Storia del-
l' Accademia di Varia Letteratura di Pistoia, Cod. 378.
Accademia Enciclopedica.
Relazione del principio, progresso e stato presente dell' Ac-
— 3 —
cademia Enciclopedica eretta nella città di Pistoia. Livor-
no, 1764, per Marco Coltellini, in 4.<>
Questa Relazione è corredata di diversi documenti relativi alla costitu-
zione dell' Accademia, dai quali si rileva pure il num. dei Soci che ne face-
vano parte. L' Accademia fu istituita nel 1763 per le cure di Gio. Dome-
nico Stellanti di Firenze, che esercitava in quel tempo farmacia nella nostra
città. Per gli studi sperimentali dei soci ebbe un laboratorio chimico-farma-
cistico ed un orto botanico, ambedue ordinati e diretti dallo stesso Stellanti.
Accademia ilei Buon Gusto.
e
Leggi della Nuova Accademia del Buon Gusto della città
di Pistoia. In Venezia, 1770, per Antonio Corona, in 4
Sono scritte in versi martelliani.
Accademia d' Agricoltura.
Libro d' Atti dell' Accademia d' Agricoltura di Pistoia.
Manoscritto nella Bib. Fortegucrri, n. 541. L'Accademia d' Agricoltura fu
costituita nel 1788, ma ebbe vita di pochi anni. Questi atti riguardano gli an-
ni 1788,1789 e 1790, e vi si fa pure ricordo di molte dissertazioni lette dai
soci, sopra materie agricole, e particolarmente sopra la coltivazione della vite e
la vinicultura. Vedasi il cenno che ne diede 1' Avv. Prof. Gherardo Nerucci
nel Bollettino del Comizio Agrario Pistoiese, anno 1.° 1867, n.° 4.
Oltre le Accademie sopra ricordate, molte altre ne esisterono in Pistoia
negli antichi tempi : quella degli Ardenti eretta nel 1605 per cura di Ales-
sandro Mellini ; V altra degli Abbozzati promossa da Sebastiano Forteguerri
nel 1608 ; quella degli Assicurati costituita dal Cav. Giovanni Visconti ver-
so il 1663 ; oltre quelle dei Confusi, degli Animosi, dei Folli, degli Insen-
sati ec. in tempi più remoti, e delle quali a noi pervenne poco più che il
nome. Nel 1805 ebbero tutte nuova vita nella
Accademia di Scienze e Lettere.
Costituzione dell' Imp. e Reale Accademia Pistoiese di
Scienze e Lettere. Pistoia, 1803, in 4.°
Nel 1809 furono pubblicati gli Articoli addizionali alla Costituzione dell' bu-
yer, e Reale Accademia ec. Pistoia, Bracali, 1809, in 8.° Ebbe principio que-
st' Accademia, com' abbiam detto, nel 1805 : le sue adunanze furono inter-
dette nel 1851 per cagioni politiche, e ripristinate poi nel 1856. È una
gloria di quest' Accademia la istituzione degli onori parentali ai grandi
italiani, da essa celebrati la prima volta nel 1822, e che ebbero grande
eco anche fuori di Toscana.
_. 4 —
— Atti dell' Imperiale e Reale Accademia Pistoiese di
Scienze e Lettere, Voi. Lo Pistoia, presso Gio. Bracali, e
Fratello 1808, in 4.°
Pagg. 91-30-i, non compreso il frontespìzio più e. due in fine non nume-
rate, e due tavole. Questo primo volume, il solo pubblicato delle Memorie
dei Soci ordinari, è deditato al Cav. Enrico Nencini, allora Sotto-prefetto
di Pistoia. Contiene le seguenti prose : Storia letteraria dell' Accademia, di
Pietro Petrini ; — Inaugurale alla compilazione della Costituzione, di Gio-
suè Matteini ; — Considerazioni sulle Rotte dei Fiumi, e sui mezzi di pre-
venirle, di Ranieri Cerbi ; — Osservazioni sugli Oratori Greci, di Carlo
Fabroni ; Degli uomini illustri di Pistoia, Orazione, di Francesco Tolomei ;
Dello stato attuale delle Belle Arti in Toscana, Lettera di Tommaso Puc-
cini ; — I latifondi pregiudicano alla popolazione e all'agricoltura, Rifles-
sioni, di Vincenzo Agostini ; — Del dazio diretto sugli immobili, Memoria,
di Aldobrando Paolini ; — Descrizione di un nuovo Igrometro sonante, di
Onofrio Conversini ; — A queste prose fanno seguito le poesie, che noi
per brevità omettiamo di accennare, avendole del resto registrate a' suoi
luoghi sotto il nome dei respettivi autori.
— Atti della R. Accademia Pistoiese di Scienze Lettere e
Arti. Memorie di Matematica e Fisica dei Soci corrispon-
denti per T anno 1816. In Pistoia, presso Gherardo Bra-
cali, (1806) in 8.o
Pagg. XXIII-163. Contiene le seguenti Memorie : Della longitudine e lati-
tudine di Pistoia, di Gio. Inghirami ; — Supplemento alla precedente Me-
moria : — Della polarità magnetica eccitata co' raggi violetti, Esperienze,
di Cosimo Ridolfì ; — Nuovo metodo di dividere gli istrumenti di matema-
tica, di Guido Gonnella ; — Sopra una maniera di morire elettiva un tempo
presso i Romani, del Prof. Gio. Barzellotti ; — Supplemento alla Storia
Naturale, di Gio. Federigo Blumenbach ; — Della estrazione del glutine
dalle ossa, di Gio. Fabbroni ; — Sulla purificazione del Mercurio, Memoria,
di Giuseppe Branchi ; — Sulla canforizzazione degli oli volatili, di Cosimo
Ridolfì ; — Osservazioni sopra diverse piante, del Prof. Gaetano Savi ; —
Descrizione di un Orangoutang, del Dott. Francesco Tantini ; —
— Statuto della R Accademia di Sienze, Lettere e Arti,
Pistoia, 1813. in 8.°
Il Prof. Pietro Petrini fu uno degli Accademici che più cooperò alla com-
pilazione di questo Statuto. Nel 1873 ne fa proposta la riforma, onde ren-
dere 1' Accademia di più pratica utilità, e più conforme all' indole dei
nostri tempi ; e fu nominata per tale oggetto una Commissione ; ma non
so a qual punto sieno gli studi a ciò relativi, che io non ho 1' onore di
sedere in quel!' illustre consesso.
— 5 —
Agostini Vincenzo.
I latifondi pregiudicano alla popolazione e alF Agricoltura
Riflessioni.
Negli Atti dell' Imp- Accademia Pistoiese, voi. l.°, Pistoia, 1808, pag. 188-19-i.
— Memoria sulla Lettera di Giorgio Viani intorno alla
Zecca e alle Monete di Pistoia.
Trovasi a pag. 54. dell' opera dello stesso Viani Della Zecca e delle Monete
di Pistoia, Pisa, 1815, seconda edizione. È in forma di lettera, indirizzata
al Sig. Giulio Amati, ed in essa confuta alcuni giudizi del Viani intorno
alla sempre controversa questione delle Monete di Pistoia.
— Memorie Accademiche.
Manoscritte. Una memoria sopra la buona maniera di piantare gli alberi frut-
tiferi fu da lui letta all' Accademia di Agricoltura nell' Adunanza del 6 Lu-
glio 1788, come rilevo dal Libro d' Atti dell' Accademia medesima, ora esi-
stente nella Bib. Forteguerri. Di altre memorie trovo fatta menzione negli
Atti dell' Imp. Accademia Pistoiese di Scienze e Lettere, Voi. 1°. Eccone i
titoli : Introduzione alle Memorie riguardanti V Agricoltura Pistoiese ; —
Saggio di Storia dell' Agricoltura ; — Sulla cultura del grano ; — Introdu-
zione della Storia delle piante fruttifere ; — Sui miglioramenti dell' agricol-
tura pistoiese ; — Sul governo delle Api ; — Sull' ingrasso dei terreni. —
Furono lette dall'autore negli anni 1804, 1805, e 1806, ed alcune si con-
servano tuttora manoscritte nell' Archivio dell' Accademia di Scienze, Let-
tere e Arti.
Agostini P. Luigi.
Diario Sacro Pistoiese. Pistoia, Tip. Gino, 1843c in 18°
Pagg. 182, e Y ultima carta bianca. È dedicato a Mons. Gio. Balta. Rossi
Vescovo di Pistoia e Prato.
Allietano Accademico.
Nome fìnto. Vedi Villani Niccolò.
Alluminati Domenico.
II Trionfo del Merito del Card. Giulio Rospigliosi rappre-
sentato in Parnaso. In Pistoia, presso Gio. Antonio Fortu-
nati, 1657, in 4.o
Raro.
— 6 —
Alluminati Miclielangiolo.
Carmina.
Sono tre epigrammi, e trovansi a pag. Zi e 35 della Raccolta fatta dal P.
Narducci col titolo : Urbis Pisloriensis Monodìae Funerales, Florentiae, 1G1£,
dove sono registrate col nome Michaelis Angeli Illuminati. La famiglia Al-
luminati, ora estinta, è delle antiche e nobili della città : Michclangiolo fu
giureconsulto, e sostenne in patria, dice il Zaccaria, i primari uffici, e spesso
non senza lode.
Alimonie Niccolo.
Rime.
Secondo il Crescimbeni, (Comment. Voi. IX) ed il P. Zaccaria (Bibliot. Pist.)
le poesie dell' Almonta si trovano in un codice della Biblioteca Chigiana in
Roma. Il Prof. Sebastiano Ciampi però nelle note alle Memorie di Niccolò
Fortegucrri scrive che nonostante le diligenze da lui usate, non gli fu pos-
sibile rinvenirle. Forse, com' egli stesso dubita, saranno in qualche codice
miscellaneo, e sfuggite così alla diligenza dei compilatori del catalogo.
L' Almonte, chiamato anche Almonta, visse sui primi del secolo XV, al-
cuni lo danno come pistoiese, ma senza poterlo accertare con sicuri docu-
menti, come osservò anche il P. Zaccaria. Nel dubbio ho preferito regi-
strarlo in questa bibliografia colla speranza d' invogliare qualcuno a far su
ciò più accurate ricerche.
Amati Vincenzo.
Leges Municipales Pistoriensium quae vulgo Statuta nun-
cupantur ec. Florentiae, Marescotti, 1546, in 8.°
L'Amati, come risulta dalla dedica, ne fu* il collettore e l'estensore. Ne
daremo più dettagliate notizie all' articolo Statuti..
Amati Giovanni.
Rime
Manose, nella Bib. Forteguerri, cod.'cart. in 4. segnato 218. Questo codice
è probabilmente quello che il P. Zaccaria scrive di aver veduto presso
Tommaso Turini : lo stesso Zaccaria ricorda anche un altro codice di rime
esistente a' suoi tempi in casa Amati. Nacque questo nostro rimatore nel
1593 da Pier Francesco Amati e di Francesca Forteguerri, entrambe fami-
glie nobili pistoiesi.
Amati (Scipione.
Censura al Maestro di Camera di Francesco Sertini da Bi-
blien Liegi. 1634, in 12.°
È così ricordato dal P. Zaccaria,
Ambrogi Francescnino.
Storie Pistoiesi dell' origine della parte Bianca e Nera.
Manoscritto nella Bibliot. Nazionale di Firenze (Magliabechiana) XXV. Co-
dice yco.
Andrei»! Francesco*
Le Bravure del Capitano Spaventa divise in molti ragio-
namenti in forma di Dialogo di Francesco Andreini da
Pistoia, Comico Geloso ec. In Venetia, per il Somasco,
1607, in 4.o
Sono ragionamenti o trattenimenti tra il Capitano Spaventa e il suo dome-
stico Trappola, ripieni d' iperboli, perchè così richiedeva il carattere di
quel personaggio dal nostro Andreini rappresentato, ma non privi per altro
di buoni sentimenti filosofici, e d' un sentenzioso morigerato ed istruttivo.
— Le stesse, ivi, per il Somasco, 1609, in 4.°
■ — Le stesse, in questa terza impressione dal proprio au-
tore ricorrette, ed aggiuntovi molti nuovi ragionamenti
dilettevoli, curiosi e non più stampati. In Venetia, ap-
presso Vincenzo Somasco, 1615, in 4.°
— La seconda Parte delle Bravure del Capitano Spaven-
ta. In Venetia, 1615, in 4.°
— Le Bravure del Capitano Spaventa in questa quarta
impressione dal proprio autore ricorrette, ed aggiuntovi
nel fine dieci nuovi ragionamenti. In Venetia, 1624, ap-
presso Vincenzo Somasco, in 4.°
Vi è ristampata con speciale frontespizio e nuova numerazione anche la
seconda parte delle Bravure del Capitano Spaventa, pubblicate la prima
volta nel 1615.
— Le stesse. In Venetia, per Michelangiolo Barboni, 1669,
in 4.°
Colla seconda parte delle Bravure, come nella precedente edizione. Que-
st' opera del nostro Andreini fu anche tradotta in francese da. T. Fontcny
col titolo Les Bravachierics du Capitarne Spavcntc, ce. Paris, 1G08, in 12.°
— Ragionamenti Fantastici di Francesco Andreini da Pi-
— 8 —
stoia, Comico Geloso detto il Capitano Spaventa posti in
forma di Dialoghi rappresentativi ec. In Venetia, 1612,
appresso Giacomo Antonio Somasco, in 4.°
Dedicati a Giovanni Querini nobile Veneziano che fu amorevole fautore
della famiglia Andreini.
— L' Alterezza di Narciso. Venetia, per il Somasco, 1G11
in 12.°
È una favola boschereccia rappresentativa scritta in versi.
— L' Ingannata Proserpina, Venezia, Somasco, 1611, in 12.
Anche questa è una composizione teatrale, o meglio favola boschereccia
in versi.
— Il felicissimo Arrivo del Sereniss. Don Vittorio Princi-
pe di Savoia insieme col Sereniss. Don Filiberto suo fra-
tello nella famosa città di Torino, descritto in versi sdruc-
cioli da Francesco Andreini.
Manoscritto nella Biblioteca Reale di Torino. Comincia « Quel giorno cosi
lieto e sì festevole. »
■ — Frammenti di alcune scritture d7 Isabella Andreini Co-
mica Gelosa ec. In Venetia, appresso Gio. Batta. Com-
bi, 1625, in 4.°
Questi frammenti furono raccolti da Francesco Andreini, che fu marito di
Isabella. La prefazione portala data del 1816, sebbene sia segnato sul fron-
tespizio il 1625, certo per errore.
Francesco Andreini fu celebre comico, e nacque in Pistoia intorno al 1548.
Fece parte della Compagnia de' Comici Gelosi di cui in appresso fu direttore,
e vi rappresentò dapprima le parti d' Innamorato, poi quelle del Capitano
Spaventa, carattere molto in voga in quel tempo, e col quale si acquistò
grande reputazione. Ebbe in moglie Isabella Andreini, comica al pari di lui,
ma che soprattutto deve la celebrità sua alle sue opere. Non si conosce
1' epoca precisa della di lui morte. Nel 1616 viveva ancora, come può rile-
varsi dalla data della premiazione posta innanzi ai Frammenti, che egli pub-
blicò, di sua moglie Isabella ; ma si ritiene che morisse pochi anni appres-
so. Intorno alla Vita e agli scritti di Francesco Andreini vedi Riccoboni.
Histoire du Theatre Italien, Paris 1828. — Bartoli, Notizie storiche dei Co-
mici Italiani, Padova 1781. — Bruni, Fatiche Comiche, — Signorelli, Sto-
ria critica dei Teatri, Napoli, 1779, ed altri.
— 9 —
Andreini Gio. Battista.
La Saggia Egiziana, Dialogo spettante alla lode dell' Arte
scenica di Gio. Battista Andreini ec. con un trattato sopra
la stessa arte cavata da S. Tommaso e da altri Santi. In
Firenze, per Volcmar Timan Germano. 1604, in 4.°
Pagg. 45, quindi una e. bianca, e poi nuovo frontespizio pel Trattato sopra
r arte Comica, che comprende pag. 15 col tergo dell'ultima bianca. Questo
dialogo è dedicato al Principe Don Antonio De Medici ; è in versi, ed in
esso 1' autore fa grandi elogi dell' arte Drammatica, la quale, come sappia-
mo, era 1' arte sua.
- — La Divina Visione in soggetto del Beato Carlo Borro-
meo, Cantico di Gio. Battista Andreini Comico Fedele ec.
In Fiorenza, per Volcmar Timan Germano, 1604, in 4.°
È dedicato all' Accademia degli Spensierati. Questo poemetto si compone
di 6£ ottave," ciascuna delle quali occupa una pagina, ed è inquadrata in
un fregio in legno.
— La Florinda, tragedia in cinque atti in versi. In Mi-
lano, appresso Girolamo Bordoni, 1604, in 4.°
È dedicato a Don Pietro Enquirez de Azevedo, Conte di Fiandra, ed ha in-
nanzi vari Componimenti in lode dell' autore, fatti da alcuni Accademici
Spensierati di Firenze, i quali per desiderio dell' Andreini medesimo aveva-
no ritoccato in varie parti il lavoro di lui. Fra questi componimenti vi ha
pure un sonetto di Virginia Andreini, moglie dell' autore. La Scena della
tragedia è nella Scozia, e la protagonista la regina Florinda, moglie di un
re Ircano. L' Andreini contro la verità storica, (perchè in Scozia non fuvvi
mai nessuna regina di nome Florinda) diede questo nome alla sua eroina e
alla sua opera, a cagione di Virginia sua sposa, che portava il nome di
Florinda nella compagnia di cui essi erano capi.
— Lo sfortunato poeta, Rime di Gio. Batta Andreini ec.
In Milano, per Girolamo Bordoni, e Pietro Martire Locar-
ne 1606, in 8.o
Sono tre canti in ottava rima : ma questo non fu che un saggio, da lui ac-
cresciuto e di nuovo dato alla luce col titolo « V Olivastro, ovvero il Poeta
sfortunato.
— La Maddalena, Poema di Gio. Batta Andreini ec. In
Venezia, 1610, in 16.°
È diviso in tre canti, e fu dall' Allacci nella sua Drammaturgia posto tra
le cose rappresentative, ma esso è un vero e proprio poema. La Maddalena
— 40 —
fu ristampata in Firenze presso gli eredi di Stefano Marcscotti nel 4612,
in 4.° ; — e in Praga, per Sigismondo Leva, 1628, pure in 12.°
— Lo Schiavetto, Commedia, Milano, 1612, per Pandolfo-
Malatesta, in 8.°
La Commedia è in prosa : il prologo però non è dell' Andreini ma d' incerto
autore. Fu riprodotta in Venezia nel 1620, per Gio. Batta Ciotti, in 8.°
■ — L' Adamo, Sacra Rappresentazione di Gio. Batta An-
dreini. Alla Maestà Cbrist. di Maria De Medici, con privi-
legio, ad istanza di Geronimo Bordoni libraro in Milano.
1613, in 4.o
Car. 14, non num. e pagg. 177. Il ritratto dell' autore, le figure ad ogni
scena, e tutti gli altri rami che adornano questa bella edizione, furono di-
segnati dal celebre Procaccini, pittor bolognese, ed incisi da Cesare Bassa-
ni. Quest' opera è la più celebre e la più ricercata del nostro autore. Pre-
tendesi che Milton, viaggiando per l'Italia la vedesse rappresentare, e
togliesse da quello spettacolo 1' idea del suo Paradiso perduto. ( V. Mazzu-
chelli, scrittori d'Italia, tom. 1. par. II. pag. 708). Ma questo, dice il Gin-
guenè, è fare troppo onore a quell'opera ; oltreché, come osserva il conte
Carli (Op. tom. 17. pag. 42) il Milton, nato nei 1608, non potè assistere a
quest' opera, stampata nel 16Io, e rappresentata certamente qualche anno
innanzi. È certo però, scrive il Tiraboschi (Stor. della Lett. Ital. Tom. XIII,
pag. 496) che sebbene V Adamo dell' Andreini sia in confronto del Paradiso
perduto ciò che è il poema di Ennio in confronto a quel di Virgilio, non-
dimeno non può negarsi che le idee gigantesche delle quali 1' autore in-
glese ha abbellito il suo poema, di Satana che entra nel Paradiso terrestre
e arde d' invidia al vedere la felicità dell' uomo ; del Congresso dei demoni ;
della battaglia degli angioli contro Lucifero ; e più altre somiglianti imma-
gini veggonsi neir Adamo adombrate per modo, che sembra molto credibile
che anche il Milton dall'immondezze, se è lecito dire, dell' Andreini, rac-
cogliesse 1' oro di cui ornò il suo poema. Nondimeno la curiosità degli In-
glesi ha fatto passare nell' isola loro il maggior numero degli esemplari
dell' Adamo, sicché son divenuti rarissimi e carissimi sul continente.
Di questo dramma vedasi 1' analisi che ne fece con esattezza e con inge-
gno il Conte Galcani Napione di Cocconato nella sua opera « Dell' uso e dei
pregi della Lingua Italiana, tomo 2.° pag. 274.
— Lo stesso, Venezia, 1617, in 4.°
Edizione in tutto simile alla precedente, e diversa solo nel frontespizio,
che fu impresso di nuovo. Di quest' opera evvi pure una ristampa fatta in
Perugia nel 1614, in 12° ; un' altra più recente fatta in Lugano nel 1854, ed
altre. Trovasi pure in ime all' opera di Filippo Scolari intitolata — Saggio
di critica sul Paradiso Perduto poema di Milton, Venezia, 1818, in 8.°
- li —
— La Maddalena lasciva e penitente, azione drammatica e
divota. Mantova, 1617, in 4.»
È dedicata al Conte Paolo Bolognini con lettera del 17 Agosto 1617. Questo
dramma sia pel soggetto, sia pei personaggi che v' intervengono co-
me pel disegno e per la condotta, è forse più singolare dell' altra opera
1' Adamo. Fu riprodotta in Milano nel 1620, in 8.°, e parimente in Milano
per Gio. Batta e Fratelli Malatesta. senz' anno (ma 1652) in 8.°
— La Turca, Commedia Boschereccia e marittima ec. Man-
tova, nella Stamperia Ducale, 1618, in 8.°
È dedicata dallo Stampatore al Sig. Fulvio Gambaloita. Fu riprodotta nel 1620
in Venezia, appresso Paolo Guerigli,, in 8.° colla dedica al Sig. Vincenzo
Grimani potestà di Vicenza ; la dedicatoria porta, certo per errore, la data
del 1616, anziché del 1619.
— La Yenetiana, Comedia di Sier Cocalin dei Cocalini da
Torzelo, Academico Vizilante dito el Dormioto. Venetia, ap-
presso Alessandro Polo, 1619, in 8.°
È in dialetto veneziano. L'Allacci (Drammaturgia, Roma, 1666) fu il primo
ad attribuire a Gio. Batta Andreini la presente Commedia impressa col nome
di Cocalin dei Cocalini : ma il Gamba (Serie degli Scrittori impressi in dia-
letto veneziano, pag. 108) vedendo che in questa Commedia il dialetto Ve-
neziano è sempre vivo ed esatto, dubita che appartenga piuttosto a France-
sco Andreini. Il Cicogna (Iscriz. Venete,, tomo IV. pag. 157.) fa però le mede-
sime difficoltà riguardo a Francesco, e propende a crederlo fattura di qualche
veneziano o padovano scrittore vernacolo di quei tempi. Il Melzi (Dizion. di
Op. anom. e pseud. ) non porta maggior luce su questo argomento.
— 11 Lelio Bandito, Tragicommedia Boschereccia, Milano,
per Gio. Batta. Bidelli. 1620, in 8.0
È dedicata al Sig. Francesco Nerli ambasciatore in Milano per il Duca di
Mantova. Il prologo non è dell' Andreini, ma lavoro di Paolo Fabri. Fu ri-
prodotta in Venezia per il Combi, 1' anno 1624, in 12.°
— Li Duo Lelii Simili, Comedia ec Parigi, 1622, in 8.°
Carte 5 in princ. senza num. e pag. 154. È dedicata al Duca di Nemours,
La Commedia in prosa è una imitazione dei Menechmi di Plauto.
— La Centaura, suggetto diviso in Commedia Pastorale e
Tragedia di Gio. Batta Andreini, Alla Christianiss. Regina
Madre Maria De Medici dedicata. In Parigi, appresso Ni-
colas De la Vigna, 1622, in 8.°
Carte 24 in principio senza num. pag. 157, ed altre carte 10 in fine non
num. di cui 1' ultima bianca. Vi stanno innanzi varie poesie latine e fran-
- 12 —
cesi in lode dell' autore, ed un lungo discorso di questi al lettore, nel quale
dà ragione del suo lavoro, che è abbastanza stravagante, come l'annunzia
anche il titolo. Fu ristampata in Venezia, appresso Salvatore Sonzonio,
nel 1633, in 8.°
— La Ferinda, Comedia ec. Parigi, 1622, in 8.0
È in versi martelliani, ed è dedicata al Duca d' Alva Pari di Francia. Nelle
due ultime carte si contiene la parte di Guerindo, personaggio della Commedia,
tradotta in spagnolo dal medesimo Andreini, pel caso, com'egli dice, che
quest' operetta meritasse d' esser posta in musica.
— La Sultana, Comedia ec. In Parigi, appresso Nicolas
De la Vigna, 1622 in 8.0
Carte 4. in princ. non nurn. pag. 186, e e. 7 in fine senza numerazione.
La Commedia è in quattro atti, in prosa, ed è dedicata a Monsieur Le
Grand.
— Amor nello Specchio, Comedia ec. Parigi; per Nicolas
De la Vigna, 1622, in 12.°
Carte A in principio senza num. e pag. 158. È dedicata al Barone Bassom-
pierre.
— La Tecla Vergine e Martire, Poema Sacro ec. In
Venetia, appresso Paolo Guerigli, 1623, in 12.°
Carte 8 non num. e pag. 248. È dedicato a Benedetto Cittadini, al quale
V autore avealo già offerto manoscritto, ed ha innanzi varie poesie in lode
dell'autore. Il poema è in sette Canti, con gli argomenti ai ogni canto.
Fu riprodotto in Venezia, appresso il Guerigli, nel 1628, colla forma di 12.°
— La Dne Comedie in Comedia. In Venetia, presso Ghe-
rardo e Giuseppe Imberti, 1623, in 12°
Dedicata al March. Niccolò Estense Tassoni. L' Allacci registrando questo la-
voro nella sua Drammaturgìa, lo pone sotto la data del 1625, ma egli è un
manifesto errore, dovendo essere il 1623.
— Lo Specchio, Composizione Sacra e Poetica nella quale
si rappresenta al vivo 1' imagine della Comedia quanto
vaga o deforme sia allor che da Comici virtuosi o
viziosi rappresentata viene ec. In Parigi, per Niccolao
Callemont, 1625, in 8.°
Dedicata al Duca di Nemours. Scrisse 1' Andreini questa e le due seguenti
operette onde ribattere le ingiuste accuse date in quei tempi ai Comici, sen-
za distinguere i buoni dai cattivi, né le commedie istruttive dalle per-
niciose ; e così tutto in un fascio laceravasi 1' arte insieme co' suoi seguaci.
— (3 —
— La Ferza contro le accuse date alla Comedia ed a' Pro-
fessori di lei. In Parigi, per Nicolao Callemont, 1625, in 8.0
È dedicata al Sig. Marco Antonio Morosini Ambasciatore per la Repubblica
di Venezia al Cristianiss. Luigi XIII. Un terzo ragionamento erasi proposto
F autore di pubblicare, e doveva essere intitolato V Applauso, quasi a dimo-
strare come F applauso sia il proprio trionfo della Commedia ; poi cambiato
pensiero die fuori invece quest' altra operetta :
— Teatro Celeste nel quale si rappresenta come la divina
bontà abbia chiamato al grado di beatitudine e di santità
Comici penitenti e martiri, con un poetico esordio a' sce-
nici professori di far 1' arte virtuosamente ec. In Parigi,
per Nicolao Callemont, 1625, in 4.°
Questo lavoro dell' Andreini è tutto poetico, poiché si compone di altret-
tanti sonetti in lode di Comici santi e penitenti. È dedicato al celebre
Cardinale Di Richelieu.
— La Campanaccia, Comedia ec. In Venetia, per Angiolo
Salvadori, 1627, in 12.°
— Il Penitente alla Santissima Vergine del Rosario. In
Bologna, per Clemente Ferroni. 1631, in 4.°
Dedicato al Conte Gio. Niccolò Tanara. É un componimento in ottava rima,
composta di 105 stanze, e dall' autore scritto nelF occasione della pestilenza
che nel 1630 afflisse la città di Bologna, dov' egli si trovava allora colla
sua compagnia. Vi si allude al gastigo, e al voto fatto dalla città risanata
per grazia di Maria Vergine.
— La Rosella, Tragicommedia Boschereccia. In Bologna,
per Francesco Ferroni, 1632, in 8.°
È dedicata al Senerissimo Sig. Duca di Modena. Esaurita F edizione che era
stata fatta in più di dugento esemplari, fu ristampata nel medesimo anno
in Bologna, per Clemente Ferroni, in 12.°
— I Due Baci, Commedia. In Bologna, 1634, per Giacomo
Monti e Carlo Zenero, in 8.°
Fu ristampata, ivi, nel 1658, in 12.°
— L' Arno Festeggiante, Prosa Drammatica a; Senerissi-
mi Sposi Ferdinando II, Granduca di Toscana, e Vittoria
Della Rovere. In Firenze, 1636, in 4.°
È un rarissimo Opuscolo, non ricordato uè dal Mazzuchelli, né da altri sto-
rici della nostra letteratura.
-_ U —
— La Rosa, Commedia Boschereccia. In Pavia, per Gio.
Andrea Magni, 1638, in 1.2.°
Dedicata a Don Diego Filipez Gutzman Governatore dello Stato di Milano.
La Commedia è in prosa, ma in fine vi si trova una graziosa e breve can-
zonetta, da cantarsi da un coro di amorini portanti rose.
— Ismenia, opera reale e pastorale. In Bologna, per Nic-
colo Tebaldini, 1639, in 8.°
È in versi, ed è dedicata a Mons. Gio. Batta Gori Panellini, Vice Legato di
Bologna.
■ — ■ L' Olivastro ovvero il Poeta Sfortunato, poema fantasti-
co, In Bologna, per Niccolò Tebaldini, 1642, in 4.°
Ha innanzi molti Componimenti poetici in lode dell' autore. Il poema, de-
dicato a Ferdinando III Grand, di Toscana, è diviso in 25 canti, e contiene
la vita intiera e le avventure talora tristi e talora ridicole di uno sven-
turato poeta : lavoro abbastanza noioso, dove né le avventure tristi com-
muovono, né le ridicole fanno ridere.
— Cristo Sofferente, Meditazioni in versi sopra i punti
principali della Passione di Cristo. In Firenze, per Dome-
nico Giraffi, 1651, in 4.°
Del nostro autore si hanno pure alcuni prologhi, che egli compose per ser-
vire d' introduzione a diverse sue commedie : uno in lode del Cristianissi-
mo Luigi XIII. {Torino, 1625, in 8.°) : 1' altro intitolalo L' Inchino, (Parigi,
1625, in 8°), ambedue diventati ora rarissimi.
Gio. Battista Andreini figlio di Francesco Andreini pistoiese nacque in
Firenze nel 1579, Passò i suoi anni giovanili in Bologna, dove attese agli
studi, ed in appresso entrò a far parte della Compagnia di Comici diretta
da Flaminio Scala, nella quale erano pure i di lui genitori. Rappresentò le
parti di amante sotto il nome di Lelio, e fu molto applaudito in Francia
sotto Luigi XIII, il quale, secondo 1' espressione del Riccoboni nella sua
Storia del Teatro Italiano, lo favoreggiò della sua stima. Morì in Mantova
intorno al 165i.
Andreini Pietro Paolo.
Scritti Vari.
Così li ricorda il P. Zaccaria nella Bib. Pistor. « Multa ingenii sui monumenta
reliquit, praesertim vero carmina aliquot hetrusca, et theologicas lucubra-
tiones. De re quoque historica scripsit. »
Quest' Andreini appartenne all' Ordine dei Frati Vallombrosani, e morì
nel Convento di queltla religione a Pavia.
— 45 —
Angelico Fr. da Pistoia.
Nome che aveva nell' ordine dei Min. Osserv. il P. Angelico Marini. V.
Marini P. Angelico.
Allonimo Pistoiese.
Sotto questo titolo alcuni bibliografi registrano le Scorie Pistoiesi, stampate
la prima volta in Firenze dai Giunti P anno 1578. Vedi a Scorie Pistoiesi.
Aiitonelli P, Giovanni.
Elogio Funebre consacrato alla Memoria del Padre Stani-
slao Gatteschi delle S. P. dal suo confratello Giovanni An-
tonella Firenze 1849, co' Tipi Calasanziani, in 8.0
Pagg. 24. Le pagg. 19, 20 e 24 contengono alcune epigrafi in lode del P.
Gatteschi scritte da Geremia Barsottini dello stesso religioso Istituto.
— Sulle Strade Ferrate da Firenze al Lago Trasimeno per
Arezzo e da Siena al Lago Medesimo. Parere di Gio. An-
tonella Firenze, Tip. Calasanziana, 1851, in 8.°
Pag. b'2. L' autore preferì la linea d' Arezzo al pigliare da Siena per arri-
vare al Lago medesimo. Ciò non andò ai versi del Prof. F. Corbani di Sie-
na, il quale con ciancie ingiuriose, più che con valide ragioni, gli si scagliò
contro col suo opuscolo « Del proseguimento della Via Ferrata centrale da
Siena al Lago Trasimeno, due parole in replica all' opuscolo del Prof. Gio.
Antonelli. del Prof. F. Corbani^ Siena, 1851. A questo il nostro autore ri-
spose col seguente lavoro :
— Sulle Strade Ferrate Aretina e Senese, Lettera di ri-
sposta di Gio. Antonelli al P, F. Corbani di Siena. Firen-
ze, 1851, in 8.°
Pag. 104. Con questo scritto risponde vittoriosamente al Prof. Corbani, di-
mostrando ehe per Siena non militava se non 1' essersi da quella parte
avviato un lavoro per cui si risparmiava parte di spesa; ma che tale rispar-
mio, e il peculiare vantaggio di una città non bastavano a consigliare il
giro delle crete senesi, quando la dirittura aretina allacciava paesi impor-
tanti, e dalla parte di Firenze e dalla parte di Roma ; che Siena, del resto,
poteva con maggiore utile proprio, sebbene indiretto, partecipare dei co-
muni vantaggi, tendendo al tronco aretino un ramo di strada suo proprio ;
e questo parere nell' esecuzione fu poi quasi del tutto eseguito.
— Di una Strada Ferrata da Lucca a Modena per le Valli
di Serchio e di Secchia, rapporto ec. Firenze, Tip. Calas-
anziana, 1851 in 8.°
Page. 16.
— 16 —
— Di una Strada Ferrata da Lucca a Reggio di Modena
per le Valli di Serchio e di Secchia, rapporto secondo. Fi-
renze, Tip. Calasanziana, 1852, in 8.°
Pagg. 22.
— Di una Strada Ferrata centrale trasversale italiana,
Rapporto del Prof. Gio. Antonella S. Sepolcro, 1853 ,
in 8.°
Pagg. 16.
— Sopra un Nuovo Genere di Osservazioni Meteorologi-
che, Nota.
Trovasi nella Continuazione degli Atti della R. Accademia E con. Agr, dei
Georgofili, Nuova Serie. Voi. 1 anno 1833, pag. 377 e seg. e fu letto
all'Accademia stessa nell'Adunanza ordinaria del dì 8 Gennaio 1854. Fu
poi ristampato nella raccolta » Dì alcuni studi speciali riguardanti la Me-
teorologia, la Geometria, le Geodesia, e la Divina Commedia per Gio. Anto-
nelli. Firenze Tip. Calasanziana, 1871, in 8° : ed in questa raccolta lo
scritto medesimo è intitolato » Di un Nuovo Genere di Osservazioni Mete-
orologiche, ed è preceduto da un' avvertenza, e seguito da un Appendice.
— Sulla Vita e sulle Opere di Giovanni Inghirami, Me-
morie Storiche dedicate a S. Eccellenza il Conte Guido
Alherto della Gherardesca ec. Firenze, Tip. Calas. 1854,
in 8.0
Pagg. 238. Edizione adorna del ritratto del P. Inghirami
- — Di nn nuovo modo di trattare il calcolo differenziale
col principio infinitesimale, Memoria ec. Firenze co' Tipi
Calas. 1855, in 8.o
Pagg. 224.
— Rapporto intorno ai Termometrografi del Sig Giustino
Paggi.
Sta nella Continuazione degli Alti della R. Accad, dei Georgofili, Nuova
Ser. Voi. Secondo, Firenze, 1855, pag. 509 e seg. Fu letto nell' adunanza
del 5 Aprile 1855, e nel suddetto Voi. porta la firma di Emilio Bechi e
di Gio, Antonelli.
— M —
— Corso Elementare di Matematiche Pure ad uso delle
Scuole Pie. Firenze, co' Tipi Calas. 1856-1858, in 8, Voi. 2.
Pagg. 312 e 12 tavole : — 592, e 7 tavple. Il primo volume contiene V aritme-
tica, V algebra, e la geometria: il secondo F algebra e la geometria supcriore.
Rilevasi dal proemio posto innanzi al primo volume, e intitolato «avvertenza»
che F Antonelli fece questo lavoro in unione del suo collega ed amico P.
Eugenio Barsanti D. S. P.
— Delle vere condizioni degli andamenti per via ferrata
da Firenze a Ravenna per Faenza e per Forlì, Memoria
ec. Firenze, Febbraio 1861, Tip. Calas. in 8.«
Pagg. 92 num. con una carta topogr. Di questo lavoro fu fatta nel medesi-
mo anno una seconda edizione, che riuscì in tutto simile alla presente
eccettuato nel frontespizio ove leggesi « Maggio 4861 » a differenza della
prima che portava « Febbraio 1861. »
— Delle vere condizioni degli andamenti per via ferrata
da Firenze a Ravenna per Faenza e per Forlì, Relazione
ec. Firenze, Tip. Calas. 1861, in 8."
Pagg. 48 ed una tavola. L' opuscolo è diretto alla Commissione incaricata di
proporre la scelta di uno fra quelli ed altri analoghi andamenti di ferrovie.
— Teoria analitica elementare dei Barometri areometrici
a mercurio.
Fu dapprima pubblicata nel Giornale il Nuovo Cimento di Pisa, tom. 16,
anno 1862. pag. 264 e seg. Il lavoro stesso travasi pure in un opuscolo
intitolato II Barometro areometrico a bilancia della Loggia deW Orgagna in
Firenze, relazione del P. Filippo Cecchi, e Teoria analitica elementare dei Ba-
rometri areometrici a mercurio per Gio. Antonelli. Firenze Tip. Mariani, 1862.
— Vita dell' ammirabile Verg. e Mart. S. Cristina in
forma di sacra Novena per prepararsi piamente alla festi-
vità della Beata medesima. Firenze, Tip. Calas. 1862 in 8.°
Paggi 16.
— Del migliore andamento per via ferrata da Firenze alla
bassa Romagna, e dei rapporti del medesimo con la più
breve ferrovia trasversale e longitudinale centrale italia-
na. Memoria ec. Firenze, Tip. Calas. 1863, in 8.°
Pagg. 66.
> — Lettera agli onorevoli rappresentanti dei Municipi e
delle Deputazioni aventi causa nel Padule di Fucecchio, e
nel Circondario d' imposizione del medesimo.
Capponi, Bibliogr. Pisi. 2.
— 18 —
Trovasi a pag. 109. e seg. della raccolta intitolala « Repliche ai reclami e
documenti sul progetto idraulico ed economico per la bonificazione della palu-
de di Fucecchio. Firenze, Tip. Barbèra, 1864. La lettera ha la data de 123
Agosto 1864.
— Rapporto della Commissione sugli studi economici rela-
tivi al Bonificamento del Padule di Fucecchio.
È contenuto nella suddetta raccolta Repliche ai reclami ce. pag. 117 e seg.
— Un pensiero filiale sulla Concezione immacolata di Ma-
ria Vergine Madre di Dio rispettosamente offerto al Som-
mo Pontefice Pio IX in argomento di divozione particolare
e di perfetta adesione alla Santa Sede ec, Firenze, Tip.
Calas. 1864, in 8.0
Pagg. U.
— Accenni alle dottrine Astronomiche della Divina Com-
media, Discorso.
Trovasi nella Raccolta intitolata « Dante e il suo secolo. Firenze. 1865, in i.°
È ristampata anche nel seguente Opuscolo:
— Sulle dottrine Astronomiche della Divina Commedia.
Firenze, Tip. Calas. 1865, in 8.Q
Pagg. 96. Fu pubblicato in occasione del Sesto Centenario di Dante, con
lettera dedicatoria al March. Bardo Corsi-Snhiati. Oltre il Discorso sopra
citato «Accenni alle Dottrine Astronomiche ce. » contiene un ragionamento
intorno ai primi 12 versi del Canto IX del Purgatorio, col quale V autore
vuol dimostrare che Dante proponendosi con quelle quattro terzine d' indi-
care 1' ora, nella quale fu preso dal sonno al termine della prima giornata
del Purgatorio, intese descrivere 1' alba che precede il sorgere della luna,
e non 1' aurora solare.
— Poche parole intorno allo studio della Storia Naturale
dette il 26 Novembre 1866 in occasione dell' apertura
delle relative lezioni ec. Firenze, Tip. Calas. 1866, in 8.°
Pagg. 16. Ha lettera dedicatoria ai giovani dell' istituto D. S. P. in data o
Dicembre 1866.
■ — Illustrazioni alla Divina Commedia.
Stanno nella « Commedia di Dante Alighieri con ragionamenti e note di IV.
Tommaseo, Milano, Pagnoni, 1865. Voi. Z, in i.°. Tali illustrazioni hanno i
seguenti titoli : — 1. La statura di Lucifero e la caduta, Osservazioni. In-
ferno. XXXIV, Col. 515-514. — 2. Intorno all' anno del viaggio poetico di
Dante, osservazioni astronomiche. Inf. XXXIV. col 525-538. — 3. Osserva-
zioni sul verso e Al cerchio che più tardi in cielo è torto» Purg. col 194-195
— 19 —
4. Osservazioni relative ai versi 18, 51, 54, 45, 95 del Canto XIV del Pur-
gatorio col. 237-260. — 8. Osservazioni relative ai versi 1, 7, 16-21, 69, 75,
159 del Canto XV del Purg. col. 237-260. — 6. Osservazioni alla terzina
26 del Canto XVIII del Purg. col 511-512. — 7. Osservazioni relative ai
versi 4, 7-9, 22-2-4 del Canto XXVI del Purg. col. 465-466. — 8. Conside-
razioni relative al verso 1 del Canto XXVII del Purg. col. 485-484. — 9. Os-
servazioni alla terzina 55 del Canto XXXIII del Purg. col. 605-606. — 10.
Annotazioni astronomiche relative ai versi 1-9, 15-18, 54-55, del Canto II
del Purg. — 16, 25-27, 29-50, 90 del Canto III. — 15-16, 41-42, 56-57, 156-158
del Canto IV. — 51 del Canto VI — 45-85, del Canto VII — 1, 86, 89-92,
152-154, del Canto VIII — 1-9, 50, 44, 52 del Canto IX — 14-15, del Can-
io X. — 11. Dimensioni della Montagna del Purgatorio secondo gli accenni
della Divina Commedia, Considerazioni : Purg. col. 625-640 — 12. Osserva-
zioni relative ai versi 21, 50, 52, 54, 49 del Canto II del Parad. col 47-50.
15. Osservazioni retative alle terzine 28, 50, 40 del Canto IX del Paradiso,
col. 177-180. — 14. Osservazioni relative alle terzine 1-7, 10-12, 25 del
Canto IX del Purg. col. 199-204. — 15. Osservazioni relative alle terzine
1, 18, 24, 29, 55, 54, 58. del Canto XIV del Purg. col. 275-280. — 16. Os-
servazioni relative alle terzine 15, 28 del Canto XVI. col 525- 528. — 17.
Osservazioni relative alla terzina 25 del Canto XVIII col. 565-564. —
18. Osservazioni relative al Pianeta Saturno. Parad. col. 421-422. — 19. Os-
servazioni relative ai Pianeti Urano e Nettuno, ed al Canto XX col. 445-
448. — 20. Osservazioni relative alla terzina 27 del Canto XXVII col. 549-
550. — 21. Osservazioni relative al Canto XXX, col. 609-612. — 22. Osser-
vazioni relative alla terzina 25 del Canto XXXI col. 651-652.
Questi scritti, eccettuato quello segnato di n. 5, si trovano anche nella ri-
stampa della Divina Commedia fatta nel 1869 col titolo « Commedia di Dante
Alighieri con ragionamenti e note di Niccolò Tommaseo. Milano Pagnoni.
1869, in 4. Voi. 5.
— Nota dei P. P. Cecchi e Antonelli D. S. P. in appen-
dice alla teoria analitica dei Barometri areometrici, pubbli-
cata dai P. P. medesimi V anno 1862. Firenze, Tip. Ca-
lasi (1867), in 8.
Pagg. 8.
— Sui Barometri Statici areometrici relativamente agli ef-
fetti delle variazioni di temperatura, studi analitici ec. Fi-
renze, Tip. Calasanziana, 1867, in 8.<>
Pagg. 48.
— Di due quesiti d' annualità, nota algebrica. Firenze,
Tip. Calasanziana, 1867, in 8.°
Pagg. 20.
— 20 —
— Sulla Legge di universale rotazione per Luigi Barbèra,
Lettera di Gio. Antonelli, Firenze, Tip. Calas. 1867, in 8.°
Pagg. 20. Questa lettera è relativa all'Opuscolo «Della legge di universale
rotazione, e della unità del sistema del mondo per Luigi Barbèra. Napo-
li, 1867, in" 8.° »
— Sulle condizioni del Lago di Orbetello dall' anno 1859
all' anno 1867, Memoria. Firenze, Tip. Calas. 1870, in 8.»
Pagg. 58.
— Il Lago di Orbetello, Memoria seconda. Firenze, Tip.
Calasanziana, 1870, in 8.<>
Pagg. 132.
— Cenni biografici di Irene Rossi figlia di Maria del po-
polo di S. Michele a Rovezzano. Firenze, Tip. Galletti,
Romei e comp. 1870, in 8.
Pagg. 8. Il nome dell' Autore rilevasi dall' ultima pagina che porta in fine
le iniziali G. A.
— Di alcuni studi speciali riguardanti la Meteorologia, la
Geometria, la Geodesia e la Divina Commedia per Gio.
Antonelli, Firenze, Tip. Calasanziana, 1871, in 8.°
Pagg. 156. Vi si contengono questi scritti :
Sopra un nuovo genere di osservazioni meteorologiche, noia. Questo scritto
era già stato pubblicato, come di sopra abbiamo detto, negli Atti dell' Acca-
demia dei Georgolili, n. serie, tom. 1, a. 1855.
Saggio ci' Ideologia geometrica. L' Antonelli lesse questo suo scritto nell' a-
dunanza del 10 Febbraio 1856, della R. Accad. dei Georgolili : leggesi
infatti negli Atti dell' Accademia medesima n. Serie, Voi. 5, pag. XVI ;
« Vien quindi dietro al prof. Passerini, 1' altro Socio nostro ordinario P. Gio.
a Antonelli delle Scuole Pie, leggendo una breve nota sopra una sua nuova
« teoria delle Parallelle, la quale si fonda sopra V idea astratta di Direzione,
« rappresentata per eccellenza dalla linea retta, e che l'autore considera
« come abbastanza semplice ed intuitiva, per servire di punto di partenza
« ad una teoria geometrica. »
Sui lavori geodesici neW Italia centrale, Memoria inedita.
Anche questa memoria fu letta all' Accademia dei Georgofìli nell' adunanza
del 9 Agosto 1868, ed è così citata negli Atti della med. Accad. n. Serie,
voi. 15, pag. XCIV.
« Il socio ordinario prof. Gio. Antonelli passa in rassegna le operazioni
« geodesiche condotte finora nelle diverse parti d' Italia, incominciando da
« quelle del P. Boscovich, venendo a quelle eseguite dagli ingegneri francesi
« nel 1808, a quelle condotte dal P. Inghirami e dallo stato maggiore au-
« striaco ; ravvicinando in tal modo la istoria di quelle operazioni, all' or-
ci dinamento dei grandi lavori per la misura del meridiano, ai quali son
« chiamati a prender parte i nostri astronomi. »
— Ol-
Di alcuni sludi sulla Divina Commedia, parere sopra due nuove chiose.
Diede occasione a questo scritto un opuscolo intitolato « Due lettere ni
« Chiariss. prof. David Farabulini intorno due versi della Divina Commedia
« di Fortunato Lanci, Roma, 4 866, in 8.°
Nuove illustrazioni sopra alcuni luoghi dei Paradiso.
Xuove illustrazioni sopra alcuni luoghi del Purgatorio.
— Brevi conferenze sulla Divinità di N. S. Gesù Cristo
dedicate a Mons. Enrico Bindi già Vescovo di Pistoia e
Prato nella occasione del suo trasferimento alla sede arci-
vescovile di Siena ec. Firenze, Tip. Calasanziana, 1871, in 8°
Pagg. 72.
— Discorso in lode di S. Giuseppe ec. pubblicato a dimostra-
zione di gioia per V esaltamento dell1 Illustriss. e Revend.
Can. Dott. Niccolò Sozzifanti alla sede vescovile di Pistoia e
Prato. Firenze, Tip. Calasanziana, 1871, in 8.°
Pagg. m %
■ — Poche parole in onore di S. Andrea Corsini offerte pubbli-
camente ali1 Illustriss. e Reverend. Mons. Lorenzo Fresco-
baldi nel giorno del suo solenne ingresso alla cattedra vesco-
vile di Fiesole. Firenze, Tip. Calasanziana, 1871, in 8.«
Pagg. 30.
— Sull' Importanza della Strada Ferrata romagnola, prefe-
rita da Pontassieve e Faenza pel Mugello e Val di Lamo-
ne, in rapporto all' agevolezza e alla brevità, tanto come
trasversale da mare a mare, quanto come longitudinale
dall' alta alla bassa Italia, Memoria letta alla R. Accade-
mia dei Georgofìli il 6 Luglio 1862.
Manoscritto inedito di pag. 20 nell' Archivio della R. Accademia dei Georgo-
fìli. Di questa memoria è fatto ricordo anche nella Continuazione degli Atti
della medesima Accademia n. serie, Firenze, 1862> ove al paragrafo XLIII,
si legge. « Il socio ordinario Cav. prof. Gio. Antonelli legge una Memoria
sulla importanza di una via ferrata da Firenze a Faenza, in rapporto alle
migliori comunicazioni tra il Mediterraneo e V Adriatico e tra 1' alta e la
bassa Italia. Il socio Ing. Francolini propone che della memoria del P. An-
tonelli sia rimessa copia al Ministero dei Lavori pubblici e al Municipio di
Firenze ec. »
Giovanni Antonelli nacque in Candeglia, villaggio presso Pistoia, nei 10
Gennaio 1818. Fatti i primi studi in patria, a 16 anni fu ascritto tra i Che-
rici Regolari nel Collegio Caìasanziano in Firenze, dove ancor giovanissimo
— n —
professò P insegnamento delle matematiche, e morto il celebre P. Ingiurimi,
quello dell' astronomia, e diresse V osservatorio Ximeniano.
Fu Anche rettore del Collegio di S. Giovanni di Firenze, e provinciale
dei suo ordine in Toscana. Morì nel 1872. Per la sua biografia vedasi :
Tommaseo N. Commemorazione di Gio. Antonelli, Firenze 1872 m 8.° :
— Ricci Mauro, Ioannes Antonelli a Mauro Ricci narralus, Florentiae 1872 in
8.° : — Stiattesi Andrea, Intorno alla vita e agli scritti del P. Gio. Antonelli.
Roma 1873 in 4>.° : — Vinwrcali, rivista scientifico-industriale, Gennaio 1872.
Antonio da Pistoia.
V. Cammelli Antonio
Arcangeli Giuseppe.
La notte del Venerdi Santo, Terzine.
Trovansi stampate nella raccolta di versi pubblicala per la processione in
onore del Morto Redentore che si celebrava una volta in Prato la sera del
Venerdì Santo. Prato, 1828, in 8.°
— La Ninfa Sebetide, Carme.
Questa poesia fu scritta per le nozze di Leopoldo II Granduca di Toscana,
con Maria Antonietta di Napoli, e stampata nella raccolta di versi e iscri-
zioni fatta per quella occasione, Prato, Tip. Giachetti, 1853, in 8.°
— A Maria Vergine, Laude.
Sta nella raccolta intitolata «Corona di poetici componimenti per la corona-
zione di Maria SS. delle Carceri dì Prato, Firenze, 1856, in 8.° » Fu posta
in musica e cantata nella processione solenne fatta in quella occasione.
— Sonetto in morte di Ferdinando III Granduca di To-
scana.
Sta insieme al Canto di Francesco Pacchiani, stampato a Ginevra nel 1857 in 4.°
— Saggio di Versioni poetiche dal greco. Prato, Tip. Al-
dina, 1838, in 12.o
Le traduzioni contenute in questo saggio sono di Teocrito, Idillio 1. : di
Omero, parte del lib. 81 dell' Iliade : di Pindaro, Odi XII e XIV delle
Olimpiche : di Tirtèo e di Callino, Inni Militari : di Ànacreonte, Odi La
Cetra, il Ritratto : di Orazio, Odi XVIII del libro i., e VI dell' Epodo :
di Riga, Marco Botzaris.
GÌ' Inni di guerra di Tirtèo e di Callino, che 1' Arcangeli aveva tradotto
tra il 1829 e il 1850 mentre studiava greco nel Seminario di Pistoia, furo-
no anche riprodotti nella Storia universale di Cesare Canlù : nella Collezione
di poeti greci procurata da Eugenio Alberi, Firenze 1841 : nel Parnaso Stra-
niero, Venezia, Antonelli, 1842 : in Ancona dalla Tip. Sartori e Cherubini
nel 1847: e finalmente a Prato, Alberghetti e Comp. nel 1849 con nuove
— 23 —
correzioni, fattevi dall' Autore, e con epigrafe dedicatoria a Giovanni Ber-
chet. Quest' ultima viene ad essere la 6. edizione, sebbene porti scritto 5.
edizione. L' Inno primo di Tirtèo fu anche messo in musica e litografato
nel 1847 per cantarsi nelle feste nazionali d' Arezzo.
— Della Vita e degli Studi del prof. Pietro Camici, Di-
scorso. Prato, 1838, Tip. Aldina, in 8.<>
Questo discorso fu recitato in un'Adunanza dell'Accademia degli Ineguali di
Prato la Sera del dì 8 Decembre 1837. Vi è il ritratto del Camici disegnato
da Niccola Monti pittore pistoiese, ed una iscrizione di Giuseppe Silvestri.
— Necrologia del Dott. Orazio Catellacci prof, di Matema-
tiche neir I e R. Collegio Cicognini di Prato. Prato, Tip.
Aldina, 1839, in 8.°
Con incrizione di Giuseppe Silvestri.
Sul feretro di Cristo Redentore, Sonetto.
Nella raccolta di poesie fatta per la Processione di Gesù morto eseguita in
Prato ; Ivi, Tip. Aldina, 1840, in 8.°
— Inno al Sole.
Negli « Atti della Festa delle Spighe, toni. 1, Pistoia, Tip. Cino, 1841, in fo-
gl. mass.
■ — ■ Per le nozze di Girolamo De-Rossi Pistoiese, con Mad-
dalena De-Pazzi Fiorentina, Ode.
Nella raccolta stampata in quell' occasione, Firenze. Le Monnier 1842 : ed è
sottosciitta P. A. Nelle Prose e Poesie di Giuseppe Arcangeli, Firenze 1857,
che più sotto indicheremo, quest' ode è riprodotta con notabili aggiunte.
— Ode al Sac. Angiolo Tangocci.
Nella raccolta pubblicata per P elezione a parroco di Fognano del P. An-
giolo Tangocci, Pistoia, Bracali, 1842, in 8.°
— Opere di P. Virgilio Marone con note italiane di Giu-
seppe Arcangeli. Prato, Tip, Aldina, 1842, in 12.<> voi. 2.
Fa parte di una Biblioteca di Classici ' Latini con commenti italiani per uso
delle Scuole, modesta ma considerevole intrapresa, intorno alla quale lavora-
rono oltre il nostro Arcangeli, il Bindi, il Vannucci e il Tigri. Oltre le co-
piose note, 1' autore vi premise un Discorso su Virgilio e le sue opere, che
fu impresso anche separatamente.
— La stessa. Prato, Tip. Aldina, 1845, in 12. Voi. %
Seconda edizione con correzioni ed aggiunte, le quali si riscontrano in mag-
gior copia anche nella terza edizione fatta nel 1847.
-24 —
— Sonetti (due) ad Ebe Benini decenne nel suo giorno
natalizio.
Nella Viola del Pensiero, simpatica strenna livornese, anno 1842. Nel Ri-
cordo di Ebe e Ada Benini, Prato 1857, trovasi colla traduzione francese
di Elisa Van-Tenac, e latina dal Prof. Leopoldo Franchi.
— • Sonetto all' Ebe Benini che parte per Roma.
Nella strenna La Viola del Pensiero, anno 184-2: nel Ricordo sopra citato ha
di fronte la traduzione francese di Elisa Van-Tenac.
• — In morte di Caterina Keali-Menabuoni, Sonetto.
Trovasi a pag. 3 della raccolta intitolata « In morte di Caterina Reali-Mena
buoni, Prato, Pontecchi 1843.
— Sonetto in Morte di Luisa Porciani.
Nella raccolta di versi stampata in queir occasione, Prato, Pontecchi, 1843.
— Notizie del P. Evangelista Gerbi di S. Marcello detto
il P. Marcellino.
Trovasi nella « Rivista Fiorentina » anno 1844, n.° 8, e più compendiosa-
mente nelle note alla 2. edizione del romanzo di F. D. Guerrazzi « Isa-
bella Orsini « Firenze, Le Monnier pag. 347. Il nostro Arcangioli fu il pri-
mo a torre dall' oblio questo dimenticato scrittore, che fu predicatore fa-
moso, e spositore dotto ed elegante della Sacra Scrittura.
— Lucrezia, tragedia di Ponsard, tradotta in italiano da
Giuseppe Arcangeli. Pistoia, Tip. Cino, 1844, in 8.°
Questa traduzione parve al Ponsard così schiettamente italiana, e così pie-
na di alti spiriti, che ebbe a scrivere al traduttore rispondendo a certi
versi co' quali questi gli aveva presentato il lavoro « Non mea pulchrior
est Lucretia, sed tua, vates. »
• — Inni di Callimaco, tradotti da Giuseppe Arcangeli. Fi-
renze, Tip, Mariani, 1845, in 8.°
Con lettera dedicatoria a Gio. Battista Niccolini. Gli Inni, tradotti dall' Ar-
cangeli nel 1842, sono preceduti da un breve cenno su Callimaco.
— La Pace, Inno di Bacchilide, tradotto da Giuseppe Ar-
cangeli. Prato, Tip. Aldina, 1845, in 8.°
Fu pubblicalo per le nozze Ridolfi-Doria e Cironi. Vi è premessa la lettera
dedicatoria <d March. Giuseppe Ridolfi-Doria, ed ha pure il testo greco a
lato della traduzione. Nel 1880 il celebre Rossini volie metterlo in musica;
ed allora 1' Arcangioli ne mutò in parte la traduzione, come può vedersi
nelle Prose e Rime che in appresso citeremo. È da avvertire anco che la
musica di quest' inno non fn mai pubblicala.
- 25 -
— Notizia di Giovanni Cini. Lucca, Giusti, 1845, in 8.°
— M. Tullio Cicerone, Gli Uffìzi, V Amicizia e la Vec-
chiezza con note italiane di Giuseppe Arcangeli. Prato,
Tip. Aldina, 1845, in 12.°
Vi è premesso un discorso sulla Filosofìa di Cicerone, del quale si tirarono
anche alcuni esemplari a parte.
Quest' opera fa parte della « Biblioteca di Classiei latini con commenti ita-
liani per uso delle scuole » ideata dall' Arcangeli, come abbian detto di
sopra citando il Virgilio. La seconda edizione (Prato, Tip. Aldina, 1850),
è notabilmente corretta ed accresciuta.
— Sonetto in Morte di Giuseppina Monetti-Reiskammer.
Fu impresso insieme alla Necrologia della Reiskammer scritta da Carlo Mar-
telli, Firenze, Le Monnier, 1846;
— Biografia di Luigi Ciampolini. Firenze, 1847, in 8.°
Questo discorso fu letto dall' Arcangioli nella distribuzione dei premi agli
scolari del Collegio Cicognini di Prato nel 1846 : omesse poi le parole che
erano accomodate all' occasione, lo die alle stampe nella Rivista di Firenze
anno 1847, con copie a parte.
— Canto Secolare.
Sta a pag. 16 della raccolta col titolo «Per le feste dell'anno centesimo
dalla cannonizzazione di S. Caterina de' Ricci » Prato 1846 in 8.° Fu posto
in musica dal Maestro Giuseppe Nuti di Prato, e cantato nella solenne pro-
cessione fatta in quell' occasione. La traduzione latina che ne fece il chia-
riss. Enrico Rindi sta a fronte dell' originale nella suddetta raccolta.
— Cicerone, dell'Oratore, con note italiane di Giuseppe
Arcangeli. Prato, 1846, Tip. Aldina, in 12.°
Anche quest'opera fa parte della più volte ricordata «Riblioteca dei Classi-
ci latini ». Vi sta innanzi un discorso sulle opere rettoriche di Cicerone,
che fu impresso anche a parte.
— 11 Capitano Mattana da Cutigliano, Racconto storico
del Secolo XVI.
Fu stampato nel Calendario italiano del 1847 : lo inserì poi il De-Roni nelle
sue Tradizioni Italiche, Torino, Pomba, e fu anche riprodotto nel giornale
Il Costituzionale.
— Sonetto per V Arnaldo di Gio. Batta. Niccolino
Nella «Rivista» di Firenze, anno 1847, n.° 47. Nelle Prose e Poesie di
Gius. Arcangeli (Firenze 1857), per ragioni facili a immaginare, non fu
pubblicato. Lo ristampò poi con alquante varianti tratte da una copia
autografa il Vannucci nel tomo 1. pag. 2ì>5 della sua opera« Ricordi della
Vita, e delle opere di fiio. Ratta Niccolini.)
— 26 —
— Storia della Parola « Perenne » : — Del vero senso
della Parola « Piacere » nel verso di Dante Mi prese del
costui piacer si forte : - — Sopra la parola « Libertas »
nelP Egloga prima, di Virgilio Mei. Et quae tanta futi
Rornam Ubi causa vivendi ? Tit. Libertas : — Nuova in-
terpetrazione del verso di Dante. E sua nazion sarà tra
feltro e feltro. »
Nei « Ricordi Filologici » anno 1847, Pistoia, Tip. Cino.
— Biografia di Vincenzo Pernzzi, Prato, Tip. Alberghetti,
e Comp. 1848, in 8.°
— Sonetti in morte di Giulia Cecchi-Franceschini.
Furono stampati nella raccolta che si pubblicò per la morte di quella
gentil donna, Prato, Giachetti, 1848, in 8.°
— Parole pronunziate da Giuseppe Arcangeli nella Cat-
tedrale di Prato ai funerali solenni ivi celebrati la matti-
na del 3 Giugno 1848 in onore dei prodi toscani morti
sotto Mantova nella gloriosa giornata del 13 e 29 mag-
gio 1848. Prato, Tip. Alberghetti, 1848, in 8.°
— Il Genio della Savoia alla Tomba di Carlo Alberto, So-
netto.
Nel Giornale « Lo Statuto » anno 1850. Era questo il soggetto di un dipinto
fatto dal prof. Vincenzo Rasori. Il sonetto fu anche volto latinamente dal
chiariss. prof. Crisostomo Ferrucci.
— Gesù Crocifisso, Sonetto. Pistoia, Tip. Cino, 1850, in fol.
volante.
— Una donna isdraelita nell' esilio di Babilonia, trad. dal-
l' Ebraico per Fausto Lasinio, e voltato in ital. da Giusep-
pe Arcangeli.
Nel Giornale «Lo Statuto» anno 1850, n. 71.
— Cantico dei Giudei per la redenzione nei giorni di Ci-
ro Re, versione dal Caldaico di Fausto Lasinio, messo in
versi ital. da G. Arcangeli.
Nel giornale « Lo Statuto » anno 18fÒO, n. 71.
— 27 -
Argomenti ed esempi per dimostrare che si deve porre
V apostrofo sulP E quando sta per I articolo mascolino plu-
rale. Prato, Tip. Aldina, (1850) in 12.°
Il Nannucci, contro il quale fu scritto 1' opuscolo, rispose con quest' altro
« Risposta del prof. Vincenzo Nannucci alla sentenza della Crusca che E
quando sta per I articolo mascolino plurale deve scriversi coli' apostrofo » :
ma questa curiosa guerra non fini qui.
— Una prosa inedita di Matteo Palmieri, Prato, Guasti,
1850, in 8.0
Questa prosa ha il seguente titolo « Protesto fatto per Matteo Palmieri Gon-
faloniere di campagna per comandamento dei Signori rettori ed altri ufii-
ciali che amministrano ragione » e fu pubblicato da Giuseppe Arcangeli in-
sieme a Cesare Guasti, P. Bigazzi, e Giuseppe Tigri per le nozze di Ubaldi-
no Peruzzi con la signora Emilia Toscanelli. La lettera dedicatoria è del-
l' Arcangeli. Questa prosa fu tolta dal Cod. Riccard. n. 2322 e ridotta a
miglior lezione col soccorso di un codice Magliab. (Class. IX n. 54).
— Sonetti per le Nozze Vivarelli-Colonna e Mori Ubaldini.
In una raccolta stampata per quelle Nozze, Pistoia, Tip. Cino, 1850 : vanno
sotto il nome di Un accademico etrusco.
— Confessione divora, operetta spirituale del buon secolo
della lingua, per la prima volta pubblicata da G. Arcan-
geli. Prato, Tip. Aldina, 1851, in 8.0
Pag. 25 ediz. in carta velina. È dedicata con lettera alla Sig. Pollina De'Mar-
chesi Brignole-Salc, Duchessa di Dalberg. Oltre 1' avvertimento che sta
in principio l'editore vi pose in fine un catalogo di voci e maniere notabili.
Questa confessione ovvero disamina di coscienza, preziosa scrittura pel det-
tato dell' aureo secolo, e per la cristiana sapienza che vi risplende, fu tratta
da un codice membranaceo che possedeva un tal Luigi Fratini di Firenze ;
e pare che rimanesse sconosciuta affatto agli amatori dell' aureo secolo, per-
chè non si trova menzionata da alcuno. Questo codice non porta nome
d' autore, solo nell' ultima pagina è scritto da mano diversa Dom. Michael
scripsit anno MCCCXII.
— Panopèa di Luigi Crisostomo Ferrucci tradotta nello
stile didattico italiano per alcuni amici dell' autore. Fi-
renze, starno. Granducale, 1851, in 8.°
Nella traduzione di quest'opera prese parte il nostro Arcangeli insieme a
Pellegrino Farini, Melchiorre Missirini, Costanza Monti Perticari, Eusebio
Reali ed altri.
— 28 —
— Discorsi critici di Pietro Fanfara e Giuseppe Arcangeli
sugli opuscoli di Cicerone volgarizzati nel buon secolo
della Lingua Italiana (Imola, 1850 in 8.) Imola, 1851 in 8.
Pagg. 19. Lo scritto dell' Arcangeli era stato pubblicato già nel giornale
« l'Arte » di Firenze, anno 4850, n. 7.
— In morte di Caterina Martini n. Contessa Cremona. So-
netto ed Epigramma.
Stanno nella raccolta funebre per la morte della medesima. Prato, Passigli
e Comp. 1851, in 8° : V epigramma ha la trad. greco-latina.
— Sopra Giovanni da Verrazzano, Discorso.
Neil' « Archivio Storico » App. tom. IX premesso ad una lettera scritta da
quel celebre navigatore a Francesco I Re di Francia. Questo discorso fu
letto alla Società Colombaria nel 4851.
— Per noz?e, Terzine.
Stanno nella raccolta stampata per le nozze Vernaccini ; Firenze, Tip, Cala-
sanziana, 1852.
— In lode di bella donna, Canzoni di Antonio Pucci, poeta
fiorentino del Secolo XIV. pubb. da Giuseppe Arcangeli.
Prato, Alberghetti e Comp. 1852, in 8.°
Pubblicate in occasione delle nozze del Conte Pietro Pierucci. Una di que-
ste canzoni era stata pubblicata in Oxford nel 1851 dal Dott. Enrico Wel-
lesley, con dedica al nostro Arcangeli.
I giornali ne dissero parole di molta lode, ma i più la credettero una con-
traffazione del dotto inglese ; presto però si rinvenne in altri codici, e al-
lora l'Arcangeli la diede nuovamente in luce insieme ad altra dello stesso auto-
re, tolta dal Cod. Magliab. 1145. Il Fanfani esaminando questa pubblicazione
nell' « Etruria » anno 1852, fece specialmente carico all' Arcangeli di essersi
partito spesso, nella seconda canzone, dalla vera lezione del codice, senza
assegnarne alcuna ragione ; e ne riporta molti passi a confronto di quelli
adottati dall' Arcangeli.
— Necrologia di Tommaso Cini. Fireaze, Tip. sulle Logge
del Grano, 1852, in 8.<>
In fine sonovi le epigrafi del medesimo autore, che furono poste sulla porta
del Tempio, ed al Catafalco il giorno delle esequie fatte alla Lima.
— A Napoleone III Imperatore dei Francesi, il 2 Dicem-
bre, Sonetto.
Questo sonetto è una imitazione di alcuni versi latini di L. C. Ferrucci, e
vide la luce con quelli in una raccolta poetica stampala in Oxford col titolo
Napoleoni III Frane or. Jmper. pio. felici. Augusto ec.
— 29 —
Nella edizione delle Prose e Poesie dell' Arcangeli, più volte ricordata, la
lezione di questo sonetto è alquanto diversa, avendo i chiariss. editori te-
nuto conto delle correzioni e postille fatte in una copia dall' autore.
— Cenni sulla Vita e sugli Scritti del Prof. Iacopo Ioz-
zelli.
Stanno innanzi agli Scritti del Prof. Jacopo Iozzelli. Pistoia, 1853, in 12° ;
ma ne furono tirate anche delle copie a parte.
_ In morte di G. B. giovane astronomo bolognese.
Nello Specimen lalinae ìtalique Poeseos exaralum a Marcello Fornainio. Flo-
rentiae, Barbèra, 1854, in 8.°
— Sonetti in morte dell' Ebe Benini. Prato, Tip. Alber-
ghetti e comp. 1855, in 12.°
Pagg. 4. Furono ristampati nello Spettatore anno 1855, e poi nel Ricordo
più volte citato.
« Ho composto tre sonetti V Agonia, la Morte, la Gloria. Gli
« ho scritti piangendo, e le anime che sentono gli leggeranno piangendo »
così 1' Arcangeli ne scriveva al Tigri.
— Cenno biografico di Bartolomeo Colti. — Id. di Agostino
Piermei — Id. di Matteo Soldati.
Nella Biografia degli Illustri Italiani edita da Emilio De-Tipaldo, Venezia,
1834-1848, tomo 4.°
— Cenno biografico di Gaetano Cenni : — Id. del Cap
Domenico Cini : — Id. di Mons. Michelangelo Giacomelli.
Nella suddetta Biografia, tomo 5.
— Cenno biografico di Carlo Antonioli : — Id. di Niccolao
Felice Buti : — Id. di Leandro Corrieri : -- Id. di Giovanni
Fini : — Id. di Giuseppe Maria Pagnini : — Id. di Giu-
seppe Rossi : -- Id. di Domenico Stefani.
Nella medesima Biografìa, tomo 7.
— Prose e Poesie del Prof. Giuseppe Arcangeli Accade-
mico della Crusca. Firenze, Barbèra, Bianchi e Compa-
gni, 1857 voi. 2. in 12.°
Pagg. CIX-44o ; e 5S7. Con ritratto dell'autore. Ed. fatta per cura di En-
rico Bindi e Cesare Guasti, il primo dei quali vi pfemise un discorso, dove
narra gli studi, il professorato, i viaggi, le fatiche e vicende letterarie del-
l' Arcangeli. Oltre molli degli scritti da noi di sopra citati, in gran parte
rivisti e corretti, contiene questa edizione non pochi lavori inediti tratti
dai manoscritti autografi che 1' Arcangeli aveva lasciato all' Avv. Giovac-
chino Benini di Prato, quasi estremo pegno di una lunga e provata amici-
zia, e che ai chiarissimi editori furono dati ad usare largamente.
— 30 —
— Scritti Vari o inediti.
L' Arcangeli scrisse in molti giornali politici e letterari, che troppo lungo
sarebbe tutti enumerare : cominciò le sue prove di giornalista nella « Ri-
vista » di Firenze, scrisse poi « nell' Alba » nella « Patria » e in altri ; e
Ira i giornali letterari, nei « Ricordi Filologici » che stampava a Pistoia il
Fanfani.
Il Bindi e il Guasti pubblicando le Prose e Poesie fecero sperare la pub-
blicazione di un terzo volume contenente una scelta degli scritti inedili ;
« Degli scritti inediti daremo compiuta notizia quando avremo scelto da essi
« materia che sia degna di un terzo volume, al quale sarà posto mano
« quando questi due avranno ottenuto dal pubblico quell' aggradimento di
« cui non possiamo dubitare. Solamente qui noteremo che vi sono buone
« traduzioni in prosa di molte cose latine e francesi. » Ma questo volume
non vide mai la luce.
Giuseppe Arcangeli nacque in S. Marcello nel 1807. Fu professore di Lin-
gua Greca e di Belle Lettere nel collegio Cicognini di Prato, Accademico
residente della Crusca, e segretario perpetuo all' Ateneo Italiano. Morì in
Prato nel 1855.
Per la sua biografia vedansi i seguenti scritti : Necrologia, di Cesare Guasti
nello « Spettatore » di Firenze, Sett. 1855 : — Necrologia, di Filippo Ugo-
lini, « nell' Archivio Storico » Nuova serie, toni. 2 pag. 245 : — Parole in
lode del Prof. Giuseppe Arcangeli dette dal P. T. V. (Prete Torello Van-
gucci). Pistoia Tip. Cino 1855 : — Discorso di Giuseppe Tigri, nell' opu-
scolo « Adunanza solenne, tenuta dall' Imp, e R. Ateneo Italiano per ono-
rare la memoria di Giuseppe Arcangeli ec. Firenze 1856 : — Discorso di
Enrico Bindi, premesso alla ediz. delle Prose e Poesie di Giuseppe Arcan-
geli, Fir. 1857. tom. 1.
Arcangeli P. Teofilo.
Elogio funebre del Can. Cav. Giuseppe Silvestri letto
in Pistoia nella Chiesa del Seminario il dì 11 Marzo 1865.
Pistoia, 1865, Tip. Cino, in 8.o
Pagg. 47. È dedicato al Can. Enrico Bindi. In fine sonovi alcune iscrizioni
funerarie, del P. Augusto Vivaldi, e quella sepolcrale, del Can. Giovanni
Arcangeli.
Arfaruoli Pandolfo.
Historie delle cose più notabili seguite in Toscana ed al-
tri luoghi, et in particolare in Pistoia, scritte in due tomi
con una descritione brevissima delle sei età del Mondo,
tutte cose curiose e degne di esser lette da ciascheduno
e molte altre cose capricciose appartenenti alla città di
— 31 —
Pistoia, raccolte e messe insieme da P. Pandolfo Arfaruoli
da Pistoia, Tomo 1. : — Historie e racconti di cose più no-
tabili di Pistoia, tutte cose curiose, e degne d' esser lette
da ciascheduno, raccolte e messe insieme da P. Pandolfo
Arfaruoli da Pistoia, Tomo 2.°
Manoscritto cartac. in foglio, autografo, diviso in due volumi, esistente nel-
1' Archivio Capitolare del Duomo di Pistoia. È indirizzato al Gonfaloniere e
Anziani della Città di Pistoia. Vi è premesso un breve sommario delle sei
età del mondo ; comincia quindi la cronaca dall'anno 70 dell' era volgare e
giunge fino al 1656 ; segue un' aggiunta fino al 1643 forse di mano di Gi-
rolamo Arfaruoli. L' autore scrive di avere attinto le notizie per questa
sua cronaca « dall' Archivio pubblico di Pistoia, da moltissimi libri e regi-
« stri dell' opera di S. Iacopo, da libri di case di molti gentiluomini, che
« me n' hanno favorito, da storie stampate, da storie antiche manoscritte,
« da molti libri e vacchette antiche trovate in casa mia lassate dai miei
« antenati, di casa il Sig. Cav. Prior Lorenzo Forteguerri mio zio, e da in-
« finiti luoghi e libri degni di fede. »
Di questa cronaca, che del resto non è scevra di errori, esiste un com-
pendio anche nella libreria del nostro Seminario.
- — Priorista per la città di Pistoia, raccolto e messo insie-
me da P. Pandolfo Arfaruoli da Pistoia 1' anno 1635.
Manoscritto cartaceo in foglio nell' Archivio Capitolare del Duomo di Pi-
stoia. Anche questo è antografo, ed è indirizzato al Gonfaloniere e Anziani
della medesima città. Ha in fine tre utilissimi repertori, uno dei primi
Gonfalonieri di ciascheduna famiglia, o dei primi priori per quelle famiglie
che non hanno peranco goduto del Gonfalonierato ; il secondo delle famiglie
spente da quaranti anni prima del 1636 ; il terzo dell' origine dei cognomi
e casati di molte famiglie, e donde queste sono discese. Questo priorista fu
poi continuato dal 1656 al 1823 da Benedetto Ricci Archivista del Comune,
ed è serbato anch' esso manoscritto nell' Archivio capitolare suddetto.
Degli errori in cui è caduto 1' Arfaruoli in questo suo lavoro, ricopiati
poi da altri storici, si parla in un manoscritto della Forteguerriana col ti-
tolo : Confutazione contro il Priorista dell' Arfaruoli e il P. Michelangiolo
Salvi suo plagiario. È bene notare che tali errori furono in gran parte sco-
perti e corretti da Pier Lorenzo Franchi nel suo Priorista che si conserva
nell' Archivio del nostro Comune.
— Insegne o Armi delle famiglie pistoiesi antiche e mo-
derne, raccolte da P. Pandolfo Arfaruoli da Pistoia. 1619.
Manoscritto cart. in fog. di e. 622 nel sopracitato archivio capitolare, colle
armi, ma di comune lavoro. Neil' avviso ai lettori così V autore parla del
suo lavoro. « Ho ben trovato molti cognomi o vero casati di molte fami-
glie antiche, che hanno goduto dei primi honori ed offizii della nostra città
« ma non ho potuto trovare 1' armi loro Mi è piaciuto an-
— 32 —
« cora nel fare questa fatica notare in quella cartella sopra ciascheduno scu-
« detto il primo di quella casata che abbia goduto il Gonfalonierato, e
« quelle famiglie che ancora non hanno goduto tal grado, ha notato il pri
« mo risieduto anziano, o vero delli Sig. Priori, cavali di Cancelleria nostra
« con esatta diligenza, con il segnare in detto cartello 1' anno, il mese, et
« a quante carte per poterlo trovare più facilmente al mio priorista. »
Anche questo 'lavoro ha un supplemento fatto recentemente, che contiene
e armi di alcune famiglie nobili e cittadine fino al 1847, comprese in
num. di 52.
— Vite cP Illustri pistoiesi.
Nella dedica delle sue storie ricorda 1' autore tra gli altri lavori da lui
composti un libretto di lutti gli huomini illustri per virtù, per armi, e
per dignità ec. ma ignoro ove si trovi, sebbene ne abbia fatte le più accu-
rate ricerche.
— La Congiura dei Panciatichi e dei Cancellieri.
Manoscr. ora disperso. In una nota di mano di Filippo Arfaruoli scritta in
una coperta delle storie di Pandolfo leggesi in proposito di questo scritto :
« Prestato il detto libro al già Decano Puccini e non più a me reso. » Fra
le opere perdute del nostro autore sono anche un libro intitolato Operai
e Graduati di S. Iacopo, ed un altro Albero delle Famiglie di Pistoia»
— Vita del B. Atto Vescovo di Pistoia. Firenze, Ceccon-
celli, 1623, in 8.0
Francesco Forteguerri è 1' autore di questa Vita che fu stampata la prima
volta nel 1608. L' Arfaruoli la volle riprodurre, e dedicandola agli Operai
di S. Iacopo, cosi spiega i motivi che lo indussero a far questa ristampa.
« Ho pensiero di far ristampare la vita del beato Atto già Vescovo di Pi-
« stoia scritta ne' suoi più teneri anni dal Sig. Francesco Forteguerri mio
« Cugino et all' hora mandata alle stampe ; e perchè si son distribuite hor
« mai tutte le copie di essa : Et bramoso che per 1' avvenire quei Signori
« Forestieri che saranno fatti degni di vedere il glorioso corpo di questo
« Santo, habbino col dono d' una storia della sua vita quella satisfazione,
« che non le se può dare coti la voce in breve spazio di tempo »
Arfaruoli Filippo.
Applausi Epitalamici nelle nozze del Cav. Cesare Mar-
chetti e la Sig. Isabella Gualteri d' Orvieto, (Canzone).
In Pistoia, per Stefano Gatti, 1699, in 4.
Arrighi Giovanni di Piero.
Rime.
Manoscritte nella Biblioteca Nazionale di Firenze (Palai), in un cod. del
Sec. XV segnato CCXIX, appartenuto già ad un tal Bernardino Panichi di
— 33 —
Pistoia, e da questi scritto nel 1477, coni' è notato nel codice stesso. Le
rime sono un « Temale mandato ad Andrea di Corso dei Conti di Pistoia »
« Morale al detto Andrea » : « Morale fatto a contemplatione di pte (prete)
B. Panichi a Paolo di Nello giovane prestantissimo da Pistoia. » Seguono al-
tri morali, due sonetti ed una ottava ; ma sono rime di poco pregio.
Arrighi Paolo.
Rime.
Manoscritte nella Bib. Naz. di Firenze (Magliab.) Classe VII, Cod. 773. Il
Prof. Bindi pubblicò un saggio di queste rime nei Ricordi Filologici, preceduto
da una breve notizia dell' Autore, il quale visse nel sec. XVI, e al pari di
Giovanni Arrighi suo antenato, rimase affatto sconosciuto a tutti gli storici
della nostra letteratura.
A stesi Alessandro.
Comento latino sopra la Divina Commedia.
Manoscritto cart. in fol. un tempo presso il Sig. P. Scappucci, Priore di S.
Giovanni Fuorcivitas, ora presso gli eredi del medesimo. Incomincia « Ad
Pium Ponlifìcem per Alexandrum pistoriensem Hastentium, in lectione Dan-
tis per ipsum habitat, corani Sanctilatem Suam.
E in fine : Scriptum Romae anno Din. MCCCCXLV, die XV Augusti. Non è
un intiero commento, ma pare un lungo discorso proemiale allo studio di Dan-
te. Lo spirito e lo intendimento del Chiosatore rilevasi dal seguente passo:
« Huiusmodi operis onus aggrediendum mihi putavi, paradisum videlicet,
« uti nostra salus et perfectio consistit, atque ultima felicitas nobis possi-
« dendo reposita est, quem tractatum theologicis ac atque perspicacissimis
« supra naturalem rationem fundamenti quibus chatolica fides ac sacrosan-
« età Romana Ecclesia nitidur a fìdcle auctore editum habemus. Cuius ce-
« leberrimi poematis diffìcillimam interpretationem tuae sanctimoniae expo-
« nendam unica pero lectione degnissimum censui. Neque enim me piguit,
« Summe Pontifex, tanti ac tam insignis operis difficultatem aggredì, etsi
« materno idiomate atque humili stilo traditum sit . . . »
Questo nostro Commentatore dantesco rimase affatto sconosciuto fino ai
nostri tempi : ne parlò per la prima volta il Visconte Colomb di Batines nella
sua celebre Bibliografia Dantesca dietro una notizia partecipatagli da Enrico
Bindi.
Babbini Elio.
Alla memoria del Sacerdote Prof. Cav. Pietro Contrucci.
Pistoia, Tip. Cino, 1859, in 8.0
— • Ai Morti per la redenzione d' Italia, Discorso. Pistoia,
Tip. Cino, 1860, in 8.0
Capponi, Bibliogr. Pist. Z.
- 34 —
Pagg. 20. Questo discorso fu recitato nell' Oratorio di M. SS. Addolorata la
sera del 1. Novembre 1860, e V autore lo dedicò ai « giovani concittadini
volontari e soldati negli eserciti del Re e di Garibaldi. •> Ha in fine dello
stesso autore varie epigrafi che ornavano il tempio la sera in cui fu letto
il discorso.
— Per la prima venuta di Vittorio Emanuele in Pistoia,
Epigrafi, Pistoia, 1860, in 8.0
— Il Principato Civile dei Papi e la Chiesa Cattolica, Fi-
renze, Tip. nazionale, 1861.
— Pistoia e la circoscrizione territoriale del Regno, Firen-
ze, Barbera, 1861, in 12.°
Fu pubblicato questo scritto nel Giornale « La Nazione » di Firenze anno
1861, con copie a parte. È riprodotto anco in appendice all'altro lavoro del
Sig. Babbini, che in appresso citeremo « Le città e i comuni suburbani ec »
— La Stella del Popolo giornale Politico. Pistoia, Tip.
Rossetti, 1-862, in foglio piccolo.
Questo fu il primo giornale politico che si pubblicasse in Pistoia dopo
la rivoluzione del 1859. Fu promosso dal Sig. Babbini e da lui in gran
parte compilato.
— Per la istituzione in Pistoia di una Società di Mutuo
soccorso tra gli Operai, Programma. Pistoia, 1861, in 8.°
• — Discorso inaugurale per la Società degli Operai. Pisto-
ia. Tip. Rossetti, 1861, in 16.°
— Estremo saluto alle mortali spoglie del Can. Luigi Venzi
parroco a Valdibure presso Pistoia. Pistoia, Tip. Cino, 1863,
in 8.°
Pagg. 8. coli' epigrafe sepolcrale composta anch' essa dallo stesso autore.
— Il Testamento di Niccolò Puccini e il Popolo Pistoiese
Osservazioni critiche. Prato, Tip. Giachetto 1863, in 8.°
Pagg. 28. L' autore dedica questo suo lavoro a Cesare Sighinolfi scultore
della Statua colossale eretta sulla Piazza del Duomo al Card. Niccolò Forte-
guerri per disposizione testamentaria di Niccolò Puccini. Nella lettera dedi-
catoria ci dice qual intendimento ebbe nello scrivere : ho scritto soltanto
nell' interesse del nostro popolo, .... io ho scritto perchè troppo bramava
di vedere un giorno i voti del grande nostro benefattore sinceramente e
lealmente compiuti. E speriamo che i desideri del chiariss. autore siano
soddisfatti.
— Roma e V Italia alla partenza delle truppe francesi. Fi-
renze, Tip. del Giglio, 1866, in 8.0
Pagg. 21.
— L' Italia nel 1867, storia politica militare. Firenze, Tip.
Bencini, 1867, in 8.0
Il testo di quest' opera è lavoro originale del Sig. Babbini, e mi è grato
rivendicarlo al suo vero autore, sebbene per necessità economica fosse pub-
blicato col nome di Gustavo Frigesy, al quale la lingua italiana era del tutto
ignota.
— - Il Corriere dei Municipi, Giornale istruttivo dei prodotti
dell' ingegno e del lavoro in Italia. Firenze, Tip. del Gi-
glio, 1867, in fol. piccolo.
Questa pubblicazione destò assai interessamento per la sua novità, ed è la-
voro originale esclusivamente del Sig. Babbini.
— Ricordanze storiche degli appennini pistoiesi a Biagio
Caranti. Firenze, Le Monnier, 1868, in 8.°
— Ad Ismaii Pascià Kedevi dell' Egitto ospite illustre di
Vittorio Emanuele II Re d' Italia ec. Firenze, stabilimento
Pellas, 1869, in 8.0
Sono 8. epigrafi.
— Niccolò Puccini, Giornale degli Interessi Comunali di
Pistoia. Firenze, Tip. Cellini, 1871, in 8.0
Fu pubblicato e scritto per intiero dal Babbini ; ma dopo sei numeri cessò.
Molti altri scritti politici, amministrativi ed economici dello stesso autore
si trovano nel giornale « Il Diritto » degli anni 1863 - 18C4- 1865 in cui il
Babbini ne fu redattore principale : nel « Nuovo Diritto » di Firenze del
quale fu direttore nel 1866 : nel Monitore dei Comuni » nelF « Associazione
Rivista Economica » i quali pure diresse negli anni 1867, 1868, 1869 e 1870.
■ — Appunti politici. 21 Gennaio 1872. Firenze, Tip. Gal-
letti e Socci, 1872, in 8.°
— Per 1' abolizione del Dazio Consumo in Italia, Annota-
zioni. Firenze, Stab. Civelli, 1873, in 8.<>
— Italia e Germania, Epigrafi ; in 4.° grande
Splendida edizione in carta distinta, senza indicazione di luogo e di stam-
patore, ma fatta a Roma dalla tipografia dei fratelli Rechicdei. Le epigrafi
sono in numero di ventitré, ed esprimono altrettante analogie storiche tra
1' Italia e la Germania. È libretto assai raro perchè se ne tirarono sole SO
copie, delle quali la mnggior parte furono spedite in Germania.
— 36 —
— L' Epoca, Programma di un nuovo gran Giornale ita-
liano. Roma, Tip. Rechiedei, 1873, in 8.0
— Le città ed i comuni suburbani, studio amministrativo,
con un appendice sulle questioni relative, fra il Comune e
Circondario di Pistoia. Pistoia, Tip. Rossetti, 1874, in 8.°
Pagg. L1I - 80 e due carte in fine non numerate. Questo studio ammini-
strativo che meritamente ha destato si vivo interesse fra noi, tocca delle
vere cagioni per cui oggi i comuni cittadini si trovano in generale deca-
denza ; ed è ammirenale per la copia della dottrina non meno che per la
saggezza delle vedute. L' appendice contiene i seguenti scritti : Pistoia, e la
Circoscrizione territoriale del Regno (già pubblicato nel Giornale la Nazione,
anno 1861) : — Appunti sull' amministrazione Comunale di Pistoia : — I co-
muni suburbani e il Dazio di Consumo di Città : — L' emigrazione pistoiese
e la decadenza paesana : — Le finanze del Comune e il nuovo prestito : —
Sull' annessione delle cortine al comune di Pistoia.
Itali ioli Luigi.
Cantata in lode di Gaetano Donizzetti. Pistoia, Tip. Cino,
1864, in I6.0
Fu eseguita nel Teatro Cino la sera del 25 Febbraio 1864-, sopra musica
del maestro Tito Piccoli.
. — Punizione e Perdono, Commedia in due atti. Pistoia,
Tip. Cino, 1869, in 12.°
È in versi martelliani. Questa commedia forma il fascicolo primo di una col-
lana, che 1' autore aveva in animo di pubblicare ; ciò che poi gli fu impe
dito dalla morte.
jBaldesi l'aia. Giuseppe.
Institutiones Theologico-Morales ad usum publici Gynnasii
pistoriensis. Pisciae, 1778-79 ex Societate Tipograf. Voi. 1
e 2 : -- e Pistoni, tjpis Attonis Bracali, 1779-1780, voi.
3. 4. 5. e 6, in 8.°
È indirizzato a Mons. Giuseppe Ippoliti Patrizio Pistoiese e Véscovo di Cor-
tona, e quindi di Pistoia, al quale l'autore dice nella lettera dedicatoria di avere
sottoposto questo suo lavoro a Mons. Gaetano Incontri Arcivescovo di Firenze
e d' essere stato da lui incoraggiato a darlo in luce.
Baldi Lazzaro.
Breve compendio della vita e morte di S. Lazzaro Monaco
e insigne pittore. In Roma, 1681, in 12.°
— 37 —
— La stessa. In Roma 1715, nello stamp. della R. C. Ap.
in 12.o
Pagg. 64. Seconda edizione, procurata dal Dott. Filippo Luzzi, che la dedi-
cò al Card. Francesco Barberini. Lazzaro Baldi, pittore di qualche merito,
nacque in Pistoia nel 1624 : morì in Roma il 50 Marzo 1703. Vedansi Pa-
scoli, vite dei Pittori, tom. 2, pagg. Ib5 : Tolomei Guida di Pistoia, ed altri.
Baldi Francesco.
De Igne, Luce et Fluido Electrico, Propositiones Phisicae
quas publice defendendas proponit Franciscus Baldi ec, Fio-
rentiae, ex novo typog. Bouchardiano, 1790, in 8.0
Parrebbe dal titolo che questo opuscolo non contenesse che le proposizioni
o i temi da sciogliersi ; contiene invece una Dissertazione su quella mate-
ria, che va fino alla pag. 71, dopo la quale trovansi le propositiones dispu-
tandae che occupano il rimanente del libro fino alla pag. 82 che è 1' ultima.
■ — Memorie dell' Antico Monastero di S. Francesco di Liz-
zano trasferiti) nel soppresso Convento di San Pier Mag-
giore in Pistoia, dopo la rovina di quel Castello. Pistoia,
Manfredini, 1817, in 8.°
Baldi log. Luigi.
Sui Telegrafici Elettrici, Memoria. Pistoia, Tip. Cino, 1851
in 8.°
Pagg. 22.
Baldinotti Bartolomeo.
Carmina.
Sono manoscritte nella Bib. Nazionale di Firenze ; ed hanno questi titoli :
Carmen ad Nicolaum de Fabronibus : — Carmen de civitate Pistorii : —
Carmen ad Blasium De Peris de recedendo ab amore.
— Orationes.
Manoscritte nella suddetta Biblioteca. Questo Baldinotti fu dotto legista, e
insegnò Gius. Civile nell' Università di Pisa dal 1475 al 1477 e nel 1478 in
Pistoia, quando per la pestilenza fu trasferita in questa città V Accademia
pisana, dove risiedè fino al 1479. (V. Fabroni, Historia Acad. Pisanae tom.
1. pag. 87).
— 38 —
Per testimonianza del P. Zaccaria fece anche un Commento latino sopra la
Divina Commedia, un altro Commento sul Digesto antico in due volumi ;
ed annotò le Satire di Persio ; i quali lavori rimasti sempre inediti, sono
ora dispersi.
Baldinotti Brigida.
Lettere.
Stanno nella raccolta fatta dal Canonico Biscioni col titolo : Lettere di Santi
e Beati Fiorentini, Firenze, Mouche, 1736, in 4. Una lettera di questa Bal-
dinotti diretta alle Monache di Santa Maria Nuova di Firenze conservasi nel
Cod. LI della Bib. Naz. di Firenze (Palat), e si trova pure, con diversa le-
zione, nel Codice della stessa Biblioteca segnato di N.° LXXXI.
Baldinotti Girolamo.
Discorso che V Eloquenza e gli ornamenti maggiori della
lingua vengano giudiziosamente adoperati nello stile epi-
stolare.
Trovasi nelle Lettere Miscellanee di Bonifazio Vannozzi, Tomo terzo in prin-
cipio.
— Lettera in risposta a Pier Lorenzo Forteguerri sopra
1' edizione del secondo tomo degli avvertimenti politici del
Vannozzi.
Sta nel tomo secondo degli stessi Avvertimenti politici del Vannozzi. La let-
tera è in data del 15 Ottobre 1610.
— Discorso sopra gli Avvertimenti di Mons. , Bonifazio
Vannozzi.
Nel voi. 3 dei medesimi Avvertimenti politici in principio. È indirizzato a
Sebastiano Forteguerri.
— Eime.
Manoscritte nella Biblioteca Forteguerri nel cod. seg. 103 a carte 1 e A.
Queste rime sono una Canzone in morte del Cav. prior Montemagni e Bati
Rospigliosi, ed un sonetto a Bonifazio Vannozzi per la raccolta da lui fatta
in morte dei medesimi. Lo stesso Vannozzi in una lettera a Fulvio Ghir-
landi ricorda un' altra canzone del Baldinotti scritta in morte del Cav. Gio-
vanni Sozzifanti « un mio amico che non vorrebbe passar per poeta, e pur
lo è, ha piangendo cantato questi pochi versi » (Leu. misceli, tom. 3. pag. 276)
— Relazione dell' Immagine della Vergine delle Porrine.
Questa relazione fu tratta nel 1628 da un codice antico in pergamena appar-
tenente all' opera di S. Iacopo, che si conserva nel nostro Archivio Como-
— 39 —
naie, e dal Baldinotti tradotto in volgare. Il Cav. Francesco Toloniel la pub-
blicò poi in gran parte tra i documenti del suo libro « Memorie della Imma-
gine di 31. SS. delle Porrine, Pistoia, 1817. Narransi in essa diversi miracoli
operati da questa immagine ; e nel racconto del prodigio de eo qui reveln-
vit proditorem Civitatis Pislorii si hanno alcune interessanti notizie per la
storia della nostra città.
— La Damigella Comica, Commedia.
Manoscr. inedito ora disperso. Fu recitata in Pistoia nel pubblico palazzo
dei Priori il 10 Febbraio 1608. Ecco come ne parla il Vannozzi in una let-
tera al Cav. Girolamo Lunadoro : « La Bella, la nuova, 1' ingegnosa et arti-
« fitiosa Commedia del nostro gentilissimo Sig. Girolamo Baldinotti, si reci-
« tò nel pubblico palazzo della Signoria di Pistoia a' 10 di questo, solen-
« nissimamente, con apparato bellissimo et con numerosissima udienza di
« Dame, di Cavalieri ec. tirati dal grido dell' opera che superò 1' espetta-
« tione. V. S. sa quanto vaglia 1' ingegno del Sig. Baldinotti. Egli sdegnò
« esser mediocre in tutte le cose buone. Spero che V. S. si harà una co-
« pia : tra tanto legga il cartello de' signori Comici intitolatisi gli Rumili
« et il prologo della Commedia denominata la Damigella Comica. £ . . . se
bene la commedia vai per se stessa, ed è C9sa fuor dell' ordinario, tuttavia
« il valore, 1' eccellenza, la pratica, lo studio de' signori recitanti, con lava-
« ghezza dei loro habiti, la sollevò et illustrò grandemente » E qui ne da
la nota, dove leggesi tra gli altri il nome di Sebastiano Forteguerri e di
Giovanni Visconti. (Lett. Misceli, tom. 2 pag. 621).
— Vita del B. Andrea Franchi dell' ordine di S. Domeni-
co Vescovo di Pistoia, e di Messer Bartolomeo suo fratello
proposto di Prato scritta nel* 1616.
Manoscr. ricordato dal Moreni nella Bibliog. storica della Toscana, come esi-
stente presso di lui.
Saldinoti! Tommaso.
Rime.
Manoscritto cart. in 4. nella Bibl. Forteg. diviso in i. parti, seg. di n. 48.
Il codice è autografo, di bellissima lettera e ben conservato, co' titoli in rosso
che sono scritti tutti in lingua latina. Contiene un gran numero di sonetti,
qualche altra composizione di metro diverso, e varie poesie latine.
Un altro codice delle Rime italiane del Baldinotti è nella Bibliot. nazio-
nale di Firenze (Palai) È in forma di 4., appartiene al secolo XV, e conta
e. 84. Comincia « Thommae Baldinotti hetruscorum carminum libellus ad
Pamphi'am pulcherrimam primus et amatorius incipit feliciter. » Il codice,
come si rileva da questo titolo, è un canzoniere per la bellissima Panfila,
debole imitazione petrarchesca : sulla parete interna della prima guardia ha
scritto d' altra mano « Domino suo Honofrio Bracciolini© Baldinoctus De
Baldinocìis ex affectione concessit : » ed ha in fine V indice delle poesie,
— 40 —
le quali tra sonetti e altre rime sono 257, e distinte in due libri. Questi
eodici appartennero a Fabio Baldinotti, il quale ne trasse una scelta di ri-
me che pubblicò col titolo :
— Saggio di Rime Toscane di Tommaso Baldinotti estrat-
to dai manoscritti del detto autore ec. In Pisa, per Fran-
cesco Bindi, 1702, in 8.0
Pagg. XIII — 202, non compreso V antiporta e il ritratto in rame del poeta.
Raccolta pubblicata, come abbiam detto, da Fabio Baldinotti, e da lui dedi-
cata a Ferdinando I Granduca di Toscana. Alla dedicatoria fu seguito un
Elegia del celebre Angelo Poliziano, ed un sonetto di Alessandro Marchetti
in lode dell' autore. Delle rime del Baldinotti vedasi il giudizio che ne
diede l'illustre Tommaseo nelP «Antologia» tom. 48 all'articolo «Gita nel
pistoiese » : e di questa edizione un articolo critico nel Giornale dei
letterali d' Italia, tom. 21.
— Oratio ad Pistorienses.
Inedita. È ricordata dal Cinelli nella sua opera non compiuta Toscana lette-
rata che si conserva nella Nazionale di Firenze. Ora è perduta, e perduti
sono del pan altri lavori del baldinotti, che forse più delle rime avrebbero
illustrato il suo nome, vo' dire il commento a Lucano, a Tibullo, a Virgilio
e alle Tragedie di Seneca. Nacque il Baldinotti nel 1429 da Baldinotto Bal-
dinotti e di Violante Bracali ambedue nobili famiglie pistoiesi. Studiò al-
l' Università di Parigi ; donde tornato in Patria, attese di proposito alla
poesia, della quale lasciò come abbiamo visto numerosi saggi. Presso la vec-
chiaia si fece Sacerdote, e fu curato d'anime. Morì nel 1301. Fu in rela-
zione con Lorenzo il Magnifico, con Antonio Forteguerri fratello di Scipio-
ne, e col celebre Angelo Poliziano, il quale compose in sua lode quelP e-
lcgia che è posta innanzi al suddetto Saggio.
Baldinotti GiuMano.
Della stessa famiglia che i precedenti Bartolomeo e Tommaso. Ascritto all' or-
dine dei Gesuiti, andò missionario alle Indie nel 1621, e morì in giovine
età nel 1631. Scrisse una relazione dei suoi viaggi, che al tempo del P.
Zaccaria, dal quale è ricordata, si conservava nella Libreria del Convento
dei Gesuiti in Roma. Della famiglia Baldinotti vedi il Gamurrini, Istoria
genealogica delle famiglie toscane e il Discorso genealogico toccante la fami-
glia Baldinotti scritto da Seb. Benedetto Bartolozzi, Firenze 1758, in 4.
Banchieri Vincenzo.
Rime.
Manoscr. nella Bibliot. Forteguerri a carte 146 del Codice seg. 175 col ti-
tolo « Scelta di Rime di diversi » Sono tre sonetti ed hanno questi titoli
« A Pistoia sua patria » — per 1' occasione della saetta data in nel tempio
della M. Del Humiltà » nell' occasione della venuta degli Spagnoli »
— 41
Kai-ttiarehl Luigi.
Dell' Origine e progressi delle Società Operaie, Lettura po-
polare. Pistoia, Tip. Niccolai e Quarteroni, 1868, in 8.°
Baroni Achille.
Rime.
Due Epigrammi latini ed una canzone italiana, quest' ultima indirizzata ad
Averardo Medici, stanno nella raccolta fatta dal P. Narducci pei funerali
celebrati a Pistoia nella morte di Don Francesco Medici, col titolo Urbis
Pistoriensis Monodiae Funerale» Florentiae 1614- in 4. pag. 56, S6 e 58. Un
anagramma di questo Baroni si ha pure nella Croce [{acquistata del Braccio-
lini Ed. di Firenze 1618, in principio.
Bartoli Guglielmo.
Istruzione Pastorale del Cittadino Curato Gio. Guglielmo
Bartoli al suo popolo dello Spirito Santo in Pistoia. In Pi-
stoia, 1779, presso il Cittadino Manfredini, in 4.°
Bartolini-Visconti Alberico.
La fama consolata per la nascita di Gio. Maria Visconti
nobil patrizio pistoiese, Genetliaco. In Bologna, per il Sar-
ti, 1687, in 12.°
Bartolioi Cesare.
Discorso Inaugurale alle lezioni di Storia naturale letto
nel Liceo Forteguerri di Pistoia. Firenze, Tip. Bencini,
1860, in 8.o
;. 20. È tiratura a parte dal Giornale «Lo sperimentale» anno XII, to-
mo V.
Bartolomei Luca.
Cronaca della Venuta dei Bianchi e della Morìa.
Manoscritto cart. in k. nella Bibliot .Riccardiana di Firenze 2. II. n. 5, e
nella Forteguerriana di Pistoia cod. n. 135. « Comincia. Qui cominciano le
« Chroniche et fatti notabili degni di memoria facte e composte et ordinate
« di sua propria mano scripte per lo egregio di molte scienze pieno Ser
— 42 —
« Luca di Bartolomeo Notaio da Pistoia defuncto, e riducte, e facte ridur-
« re in questo volume a memoria del decto Ser Lueha per me Pavolo di
« Bartolomeo notaio da Pistoia fratello di detto Ser Luca, cominciando dalla
« venuta dei Bianchi e fìniendo come seguita ec. »
La Cronaca comincia dal 1599 anno dalla venuta dei Bianchi e comprende
lutto V anno 1400. Il codice della Forteguerriana è una copia fatta dal Cav.
Annibale Brunozzi nel 1724 sopra altra copia esistente allora nel Convento
di S. Domenico. Quest' ultima era stata trascritta dall' autografo per opera
del P. Giuseppe Guidi, ma non vi si conservò l' ortografìa dell' originale ap-
partenuto alla famiglia pistoiese Dal-Pino, e che è quello esistente ora nella
Biocardiana.
11 Lami ne diede un Saggio nel catalogo della Biblioteca Riccardiana, ed
un lungo estratto nelle sue « Lezioni Toscane » tom. 2. pag. 638, lez. XVIII
col titolo « Dei Flagellanti in Toscana. »
ISartolozzi Sei*. ^Benedetto.
Delle Lodi del Bali Tommaso Gaetano Medici, Orazione re-
citata nella Veri. Compagnia dell1 Arcang. Raffaello detta
della Scala, ove le solenni esequie di lui si celebravano
la sera del 17 Gennaio 1750. In Firenze, per Casimiro e
M. Pieri, 1750, in 4.°
Il Mazzucchelli non registrò tra le opere del nostro autore questa orazione.
* — Vita di Iacopo Vignali pittor fiorentino. In Firenze 1753,
per gli Eredi Paperini, in 4.°
Pagg. XXXI. È dedicata al Principe Niccolò Pallavicini, ed ha anche in prin-
cipio il ritratto in rame del pittore Vignali : di quest' opera vedasi il « Ve-
neto Novellista» dell'anno 1753, pag. 91, il quale rimprovera all'autore
« che le notizie da lui esposte si potevano meglio ordinare e distendere, e ri-
vestirle con maggior eleganza e vivacità di stile »
— Vita di Antonio Franchi Lucchese, Pittor Fiorentino,
In Firenze 1754. per Gaetano Albizzini, in 4.°
Pagg. XXVI. Con dedica al Senatore Leonardo Del Riccio, e col ritratto in
rame del Pittore Franchi. 11 « Novellista Veneto » criticò anche questo la-
voro, dicendo che 1' autore vi continua ad usare le solite sue espressioni che
peccano sempre d' anfibologia. Il Lami all' opposto nelle « Novelle letterarie »
di Firenze, anno 1754 lo rammenta con parole di lode.
— ■ Discorso Genealogico toccante la Famiglia Baldinotti e
coerentemente altre illustri famiglie di Pistoia intervegnenti
alle prove cimentate dall' Illustriss. Sig. Cav. Girolamo
Baldinotti ec. nella Sacra ed eminentissima Religione Ge-
rosolimitana ec. In Firenze, 1758, nella stamperia Albiz-
zjana, in 4.
— 43 —
BataccliloU Filippo.
Dissertatici Academica et forensis in Digestorum titulum
« ad Legem Rhodiam de Iactu » Pisis, Typ. Io Dom. Ca-
rotti, 1773, in 4.»
Pagg. 14. È dedicata ad Antonio Marinoni.
ISclielmoni Mazzeo di Ser Giovanni.
Statuti dell' Opera di S. Iacopo di Pistoia, Volgarizzati
T anno 1313 da Mazzeo di Ser Giovanni Bel!ebuoni, con
due inventari del 1340 e del 1401, documenti utilissimi per
la conoscenza dnlla lingua, dei costumi ec. pubblicati da
Sebastiano Ciampi ec. Pisa, presso Ranieri Prosperi, 1814.
in 4.°
Questa traduzione fatta nel buon secolo, e citata anco dagli Accademici della
Crusca, è da considerarsi come uno dei più antichi monumenti scritti della
lingua italiana : in mezzo ad alcune voci barbare, se ne riscontrano alcune a
torto dimenticate dagli scrittori dei secoli posteriori, e di altre si potrebbero
rnche abbellire i moderni vocabolari. Il chiarissimo editore vi aggiunse molte
note, sia per la spiegazione di molte voci usate negli Statuti, come per il-
lustrare ciò che nei medesimi si riferisce alla storia, alle belle arti ec,
— Volgarizzamento della Storia della Guerra Troiana di
Guido Giudice dalle Colonne di Messina.
Manoscritto nella Biblioteca Riccardiana di Firenze. Il Bcllebuoni fece questo
volgarizzamento nel 1533, e questa data è notata nel Codice stesso ; è ine-
dito, ed è citato anche dalla Crusca. Il lavoro originale di Guido che meglio
sarebbe chiamarlo un Romanzo, non è altro che la Storia della Guerra di
Troia, scritta già da Darete Frigio, e stampata la prima volta a Colonia nel
1474. Guido vi aggiunse le sue visioni e formò del tutto un' opera in cat-
tivo latino. Nondimeno dice Schoell, questo Romanzo fu tradotto in tutte le
lingue europee, ed eccitò un entusiasmo generale. Da queir epoca le grandi
case d' Europa non conobbero gloria più insigne che quella di discendere
da uno degli eroi di Grecia ; ed i monaci formavano a gara genealogie di
nomi greci e romani, che hanno alcun analogia co' nomi de' principi sovrani
del medio evo. Guido intraprese quest' opera nel 1287 per richiesta di Mat-
teo de Porta Arcivescovo di Salerno, e fu stampata la prima volta nel 1477.
Oltre la traduzione del Bcllebuoni, altre se ne hanno di quest' opera : una
attribuita a Filippo Ceffi fiorentino fu stampata a Venezia nel 1481 per
Antonio de Alessandria della Paglia, ed è stampa assai rara : ve ne è pure
un' altra di un anonimo veneziano, quest' ultima inedita. Ma il più antico
— 44 —
volgarizamento è quello fatto nel 1522 da Binduccio dello Scelto; la sua tra-
duzione perù non si deriva dall' opera latina di Guido, ma da altro volgarizza-
mento già fatto con molte amplificazioni in Francia. Il Codice del Bellebuoni
com' abbiam detto ; è nella Riecardiana di Firenze, e sappiamo che appar-
tenne a Bernardo Davanzati : un altro codice era un tempo tra i mano-
scritti degli Accademici della Crusca, che molto se ne servirono pel loro
vocabolario ; ma ora è disperso : un terzo era presso il Redi, che lo ricorda
così nelle postille del suo vocabolario : « Nelle postille marginali manoscritte
ho citato il mio testo a penna di Guido Giudice, che è un testo antichis-
simo, e correttissimo, scritto in carta pecora in foglio, ottimamente : » ma
non saprei dire se questi codici ultimamente citati contenessero il volgariz-
zamento del Bellebuoni o quello attribuito al Ceffi.
Belliiicioni Camilla.
Rime
Negli «Atti dell'Accademia Pistoiese di Scienze e Lettere » tom. 1. pagi-
ne 251 e 294. Sono un sonetto sopra il peccato originale, ed uno scherzo
poetico a Tirsi. Altre rime di questa donna si trovano manoscritte nelP Ar-
chivio di detta Accademia, ma sono di poco pregio.
Bellucci Tommaso.
Index Plantarum Horti Pisani ec. Florentiae, ex Typog,
sub Signo Stellae, 1662, in 16.°
Raro. L' autore registrò in questo libro molte piante non prima descritte da
altri, ma così brevemente, e con nomi tanto superficiali, che non poteva
servire ad altro se non che alle ostensioni pubbliche da farsi agli scolari ;
e questo fu anche il giudizio che ne diede Angelo Fabroni nella sua « Ili-
storia Academiae Pisanac » « Belluccius ipse nonnullarum (plantarum) men-
« tionem fecit cum a. 1662 Catalogum contextuisset emissetque earum re-
« rum, quae Pisanum hortum ornabant, in quo illud reprehendi posse vi-
ce detur, quod reiectis descritionibus, nimium brevitati consuluerit » (tom. 3
pagina 225).
Il Bellucci insegnò la Botanica nella Università di Pisa dal 1647 al 1672,
diresse l'orto botanico dal 1641 al 1673, e insegnò anche 1' Anatomia in-
torno al 1655 dopo la morte di Gio. Francesco Ridolfi. Leggo infatti in una
lettera di Filippo MagalottiViportata dal Fabroni nella Storia dell' Università
di Pisa : « Ebbero principio fino da Lunedi passato dopo desinare, le lezioni
della notomia con frequenza grande al solito, e maggiore talvolta del con-
sueto, per quanto mi dicono, così perchè già molto tempo non se n' erano
fatte, come forse per curiosità ancora di sentire il nuovo professore prò
interim il sig. Dott. Bellucci. Ha egli cominciato con buon cuore dimostran-
do ancora di non avere perdonato a fatica per riuscir bene : se poi sia per
dare intiera soddisfazione in materia, che se niun altra lo richiede, questa
crederei io, che volesse uomini consumatissimi, non saprebbe fin' ora la mia
debolezza giudicare. »
Intorno a Tommaso Bellucci vedi anche il Targioni, Notizie degli Ingran-
dimenti delle Scienze Fisiche in Toscana.
Bellucci Gregorio.
Universalis ac perutilis argumentandi Methodus, Florentiae,
1563, in 4.°
Bellucci Sigismondo.
Istoria della Madonna dell' Umiltà di Pistoia.
Ms. cart. in i.n nella Riccardiana di Firenze.
Biagio Biagi.
Rime.
Le ricorda il P. Zaccaria nella sua Bibliot. Pistoriens. « Berni stylum adama-
« vit, quo etiam non pauca conscripsit etrusca carmina» e ci racconta che
lasciò anche qualche scritto sull' Aritmetica e sulla Botanica. Questo Biagi
nacque a Lizzano, e fu monaco dell'ordine dei Vallombrosani. Morì nel 1735.
Biagini Luigi.
Lettera indirizzata al Dott. Pietro Visconti, contenente
alcune osservazioni sulla scoperta. Ienneraria. Firenze,
stamperia Reale, 1805, in 8.°
Pagg. 25.
— Omelia sopra il Vangelo della XIII. Domenica dopo la Pen-
tecoste, in cui si parla della utile scoperta dell' innesto del
Vaiolo vaccinato, recitata dal Vescovo di Goldstad, tradotta
in italiano con aggiunta di una breve istoria e di osserva-
zioni sul vaiolo vaccino di Luigi Biagini. In Pistoia, per
i Manfredini, 1805, in 8.0
Pagg. VII-48 ed una in fine non numerata contenente 1' errata. È dedicala
a Mons. Francesco Toli vescovo di Pistoia : ma il Biagini non fu il tradut-
tore di questo Omelia che era già stata volta in italiano e stampata a Mi-
lano : egli non fece che riprodurla, aggiungendovi di suo una breve analisi
istorica dell' origine e della scoperta del vaiolo vaccino, e varie osserva-
zioni sugli innesti da lui eseguiti.
— ■ Rapporto Storico-Medico delle inoculazioni Ienneriane
eseguite in Pistoia dal Dott. Luigi Biagini. Firenze, 1808,
dalla stamp. Imp. in 8.°
— 46 —
Pagg. 148. Non è questa una secca narrazione di fatti, ma piuttosto un trattato
filosofico della scienza, ordinalo con perspicuità, eseguito con precisione,
dettato con stile fluido e nitido, che richiama al pensiero gli scritti del Re-
di ; emerge sopra il comune uso del tempo e degli scrittori di scienze me-
diche. Ci fa conoscere poi quanto operoso e sapiente progatore della bene-
fica scoperta di Ienner fosse il Biagini.
■ — Memoria sulF indole, metodo di cura e preservativi della
corrente malattia petecchiale d' un clinico pistoiese ec.
Pistoia, Manfredini, 1817, in 8.° .
È anonimo. Fu dall' autore indirizzata al Dott. Luigi Cecchini medico con-
dotto a S. Marcello, e da questi data in luce.
3S3&gÌEiì Cas»Io.
Cenni intorno al Meccanismo naturale del parto, quando il
feto presenta all' orifìzio dell' utero la faccia. Prato, Gia-
chetto 1832, in 8.o
Pagg. 21, ed una carta in fine binnea.
— Su di un caso di lacerazione del Perineo curata con la
satura cruenta. Lettera al Dott. Giovanni Mazzoni. Pistoia,
Manfredini, 1834, in 8.°
Pagg. 8 comp. il frontespizio.
— Epigrafi Gratulatorie. Pistoia, Manfredini, 1834, in 16.°
Sono due epigi afi, seguite da altre del prof. Pietro Contrucci, e furono pub-
blicate in occasione delle nozze Rospigliosi-Frediani.
— Prolusione nella circostanza del nuovo anno scolastico
1837 letta nello studio dei RR. Spedali Riuniti di Pistoia
ec. Firenze, 1838, in 8.°
Pagg. 12.
Epigrafi per la Festa delle Spighe. Pistoia, Tip. Bracali,
1842, in 8.o
Pagg. 4. Stanno anche negli « Atti della Festa delle Spighe » Anno 2.° 1842.
■ — Relazione degli Onori Parentali a Michelangelo Buo-
narroti celebrati dall' Accademia Pistoiese. Pistoia, 1838,
in 8.°
47
Biagiiii Pietro.
Dell1 ostruzione del condotto nasale. Memoria. Pistoia, Tip.
Cino, 1838, in 8.0
Dedic. al Dott. Francesco Camici.
Nuovo metodo di Litotomia Pubo-Restale, e perfeziona-
mento del grande apparecchio lateralizzato di Chaselden,
Memoria, Pistoia, Tip. Cino, 1839, in 8.0
Pagg. 23.
— Intorno alle condizioni economico-sanitarie di Pistoia
e suo circondario, e sulla necessità, e sui mezzi più idonei
per migliorarle, studi corredati dei voti adesivi del profes-
sor Pietro Contracci, Priore Domizio Sgrilli, e Dott. Fran-
cesco Chiappelli. Pistoia, Tip. Cino, 1854, in 8.»
Pagg. lo.
Siiteli ifions. Enrico.
Orazione di S. Gio. Grisostomo che mostra come niuno
può essere offeso da altri che da se stesso, /volgarizzamento
dal Greco dell' Ab. Enrico Bindi. Pistoia, Tip. Vescovile,
1840, in 8.0
Elegantissima traduzione, degna dello stile del Grisostomo. Fu questo uno
dei primi lavori, con cui il Bindi, oggi gloria vivente di Pistoia, fece co-
noscere alla repubblica letteraria quello che era , è ciò che sarebbe
per divenire L' Arcangeli, che fu suo amicissimo, così gliene scriveva :
« Non ho avuto tempo per riscontrarlo, almeno in qualche parte col
greco, ma giudicandolo pel lato della vaghezza dello stile italiano, io
ti dirò che nulla di meglio si potrebbe desiderare. Nella lettera dedicatoria
v' è quello che tutti non sanno trovare, benché in apparenza sia così fa-
cile a vedersi ; voglio dire quello che i francesi chiamano 1' a propos, »
La lettera dedicatoria al Sacerdote Domizio Luigi Sgrilli novello Parroco
alla chiesa prioria dello Spirito Santo a nome dei maestri Convittori del
Seminario è pure essa del Bindi, come rilevasi da questo passo dell' Ar-
cangeli.
— Lettera al Sacerdote Angiolo Tangocci novello parroco.
Trovasi nella raccolta di rime pubblicata per l' elezione del P. Angiolo
Tangocci a parroco di Fognano, Pistoia Tip. Vescovile, 18i2.
— I Commentarti della Guerra Gallica e Civile di Caio
Giulio Cesare, con note italiane compilate da Enrico Bindi.
Prato, Tip. Aldina, 1844, in 12.<>
Fa parte della « Biblioteca dei Classici Latini con commenti italiani per uso
delle Scuole » ideata dall' Arcangeli, e intorno alla quale lavorarono anche il
Bindi, il Vannueci e il Tigri. Vi sta innanzi un discorso, che fu impresso
anche a parte, col titolo « Della Vita e delle opere di Giulio Cesare, discor-
so premesso alle note italiane sui commentari della Guerra Gallica e Civile.
Prato, Tip. Aldina, 1844, in 12.
— La stessa. Prato, Tip. Aldina, 1851, in 12,°
Seconda edizione che si avvantaggia molto sulla prima peri non pochi mi-
glioramenti che il Bindi vi fece, e per la gelosia con la /iuale curò 1' esat-
tezza e la correzione del testo.
— Riflessioni sopra certi gusti de' nostri tempi.
Sta nei Monumenti del Giardino Puccini, Pistoia, Tip. Gino, 1845, in 8.
— Meditazione della povertà di Santo Francesco, Pistoia,
Tip. Cino, 1847, in 16.°
Pubblicazione fatta in unione a Pietro Fanfani, che vi fece le note filologi-
che : la prefazione è del Bindi. Questa graziosa scrittura, citata anche da-
gli Accademici della Crusca, fu tratta da un codice della biblioteca del
Convento di Giaccherino, disperso poi nell' ultima sopprcsione.
— Opere piagate di Q. Orazio Fiacco, riscontrate sui mi-
gliori testi, e provvedute di note italiane per cura di En-
rico Bindi. Prato, Tip. Aldina, 1847, in 12, voi. 2.
Fa parte della « Biblioteca di Classici latini » di sopra ricordata. Il chiarissimi
editore pel testo, oltre le meglio riputate edizioni, si giovò di nn Codice
oraziano del Secolo decimoquarto che si trova ora nella Forteguerriana.
Le note sono abbondantissime ; e a fine poi di far conoscere a' giovani
più addentro e con men sopracciglio 1' indole d' Orazio, « mi venne quei
« ghiribizzo, dice il Bindi nell' avvertimento, che egli stesso dovesse rac-
« contare la propria vita ; lo che non mi fu difficile, avendo egli, come il
« vecchio Lucilio, dipinto se stesso nelle sue opere, non altrimenti che in
« un (Juadro. Ben s' intende però eh' io fui attento di tirargli su le calze
« assai discretamente, perchè costui non versasse più che non era onesto »
■ — La stessa. Prato Tip. Aldina, 1850-51, in 12.°
Seconda edizione : dei miglioramenti per cui questa si distingue dalla pre-
cedente così ne parla il Bindi nella prefazione : P ho corretta in più luoghi
nella elocuzione, ho fatto qualche giunterella ; alcune interpetrazioni ho modifi-
cate, altre ho rifatte di nuovo, ammaestrato dalle amichevoli critiche, e da quel
più che si va imparucchiando a proporzione che la vita ci sfugge. » Altre
edizioni di quest' opera si fecero negli anni seguenti dalla Tip. Aldina ,
1' ultima delle quali, che è la quinta, nel 1870.
— 49 —
— In funere Io. B. Rossi pistoriensis et pratensis Pontificis
Ellogium, inscriptiones et tituli.
Stanno nell'opuscolo « Elogio di Mons. Gio. Batta Rossi » scritto dal Can .
Giovanni Breschi, Pistoia, Tip. Bracali 1849. in 8.
— Tre lettere di Lorenzo il Magnifico agli Operai di S.
Iacopo, e allo Spedalingo del Ceppo di Pistoia.
Neil' « Archivio Storico italiano » App. X, con esemplari a parte, prece-
dute da un avvertimento dell' editare Enrico Bindi, che le corredò anco di
qualche nota, La prima di queste trovasi autografa nell' Archivio Comunale
di Pistoia : la seconda nell' Archivio dello Spedale del Ceppo.
— Cinque lettere di San Basilio Magno al Grande Atana-
sio recate di greco in volgare, con alcune note del Can.
Enrico Bindi, Pistoia, Tip. Cino, 1850 in 8.°
Pagg. 23. L' Editore vi ha aggiunto una Lauda falla per Feo Belcari, copiata
da un codice del Secolo decimoquinto, e cui egli tiene per non più stam-
pata.
— I Pistoiesi alla difesa di Prato nel sacco del 1512. Let-
tera al Compilatore del Calendario Pratese.
Nel detto Calendario Pratese, anno 1850. Il Bindi coli' aiuto di una Storia
manoscritta di un tal Sebastiano Trinci di Pistoia, da lui ritrovata nella Bib.
Naz. di Firenze ci dà in questa sua lettera nuovi e importanti ragguagli
intorno ai soccorsi recati dai pistoiesi alla città di Prato nel memorando sac-
co dato dagli Spagnuoli a quella città nel 1512.
— Notizia Biografica di Mons. Benedetto Conversini pisto-
iese, vescovo d' Iesi. Prato, per Ranieri Guasti, 1851, in 8.°
Pagg. 32. È dedicato a Mons. Ferdinando Baldanzi pratese vescovo di
Volterra.
■ — Di San. Gio. Grisostomo del Sacerdozio, libri VI vol-
garizzati e con annotazioni illustrati da Michelangiolo Gia-
comelli. Prato, per Eanieri Guasti, 1852, in 12.°
Pagg. LXVI. 240. Questa edizione fu curata dal nostro Sig. Bindi, il quale
vi premise una dotta prefazione, dove più specialmente discorre di quest' o-
pera del Grisostomo ; ed una notizia del traduttore, nella quale raccoglie
quanto più importa a conoscersi della vita e degli scritti di quel sommo gre-
cista, che fu il Giacomelli, a compimento di quanto ne scrissero già il Ma-
ìani, il Fabroni, il Lombardi, il Verri, il Ciampi, ed altri.
Capponi, Bibliogr. Pisi. &.
— 50 —
— 17 Opere di Bernardo Davanzati ridotte a corretta le-
zione coli' aiuto de manoscritti e delle migliori stampe e
annotate per cura di Enrico Bindi. Firenze, Le Monnier,
1853, in 16.° Voi. %
Pregevole lavoro nel quale il chiarissimo editore esaminando le antiche
stampe ed i ms. che tuttora ci restano del Davanzati, e facendo continui
raffronti, ha potuto raddrizzare il testo in malti luoghi, dove gli edi.tori lo
avevano guastato, ritornandolo così alla germana sua forma. Al libro poi ha
mandato innanzi un « Discorso della vita e delle opere di Bernardo Davanzati »,
pregevole non tanto per esattezza storica quanto per garbata e pura favella,
come per semplice e piacente stile. A questo segue 1' albero della famiglia
Davanzati, la Bibliografia delle opere di Bernardo, corredata anco delle de-
dicatorie e prefazioni delle antiche e nvgliori stampe, per i quali documen-
ti non pure si chiariscono punti bibliografici, ma si apprendono le occasioni
le cagioni e le ragioni del modo col quale precede il Davanzati nelle sue
opere : viene appresso la stirpe di Augusto e di Livia descritta parimente
dal Davanzati. In quanto alle cure spese dal chiariss. editore intorno
al testo, e alle illustrazioni chi egli vi ha fatto, non saprei come meglio
darne notizia, che riportando quanto in proposito dice egli medesimo nella
prefazione. « Rispetto al volgarizzamento di Tacito, dal confronto delle stam-
pe originali, e d' una parte del manoscritto che serbasi nella Magliabechia-
na, ho raccolto ricca finesse di varianti, provenute da mutazioni e pentimenti
del traduttore, e utilissime agli studi della lingua e dello stile. Vero è che
queste non vanno più la de' primi sei libri degli Annali, perchè il resto del
volgarizzamento è postumo e privo delle seconde cure ; nò si ha per esso
altra guida che la brutta stampa del Nesti. Tuttavia non lieve aiuto mi ha
recato il tenermi sempre dinanzi il testo latino, usando la stupenda edizio-
ne data ultimamente in Zurigo sui ms Laurenziani, da Baitter e Orelli.
(Turici, 1846-48.)
Dirò anche una parola delle noterelle che mi è parso d' apporvi, le quali,
sopra tutto, mirano a far leggere questo volgaiizzamento senza doversi
fermare a ogni tratto a cercare vocabolari o altro ; spiegando esse, senza
troppi infrascamenti filologici, paiole e locuzioni antiquate o fiorentine ; av-
vertendo alcune inesattezze del traduttore ; accennando le parole del testo
latino, dove o la curiosità o il bisogno pareva richiedere ; notando alcuni
gravi errori delle altre stampe ; riferendo, dove tornasse più opportune, al-
cune varianti o mutazioni ; (le più le abbiamo relegate in fondo al volume)
avvertendo dove il traduttore ha seguito lezioni non ricevute da' migliori
testi ; dichiarando fina di rado) qualche erudizione storica più necessaria
alla intelligenza ; ritraducendo, o da me o col Dati o col Politi o col Valc-
riani o con un Ms. anonimo del Sec. XVI, qualche frase frante sa, o troppo
bassa o troppo chiusa. Ne' primi sei libri le noterelle mie sono distinte col-
1' asterisco, per non confonderle colle postille del traduttore.
Ho conservato anche i copiosi Indici delle matcricj si perchè di gran co-
modità agli studiosi, si ancora perchè scritti dal Davanzati medesimo, che
— 51 —
vi usò voci e locuzioni onde si può vantaggiare non poco la lingua. Quello
de' primi sei libri, da lui stampato nell' Imperio di Tiberio Cesare, 1' avrai
in fine di questo volume (il primo) : quello generale, conforme leggesi nel-
1' edizione del Nesti, chiuderà il secondo.
La stessa cura ho recato nelle opere minori. Per lo Scisma ho seguito l'e^
dizione romana del Facciotto, uscita vivente 1' autore, tenendo conto anche
di quella curala da Bartolomeo Gamba, che la condusse sopra un manoscritto
Marciano, il quale offre infinite, e per lo più, buonissime varietà, che ho
notate accuratamente. Per la Coltivazione Toscana non occorreva cercare
stampe, esistendo il manoscritto originale, che mi ha dato modo di correg-
gere assai errori e di notare alcuni pentimenti dell' autore, che tanto gio-
vano a chi vuole addentrarsi ne' segreti dell' arte. Anche le poche Lettere
che ci restano, furono collazionate sugli autografi. Questi mancano per le
altre scritture ; ma v' ha però molte copie ms. che, per essere del tempo,
non hanno piccola autorità Ci troverai pure qualche cosa d' inedi-
to, qualche sonetto, qualche frammento, e poco altro. Più avrei dato se le
mie cure non fossero tornate vane. »
« — Panegirico di San Vincenzo De-Paoli, Firenze, 1855,
in 8.°
— Della Vita e delle opere di Giuseppe Arcangeli, Discorso.
Sta innanzi al Voi. 1 delle « Prose e Poesie di Giuseppe Arcangeli. Fi-
renze, Tip. Barbera, 1857, in 12° », ed in esso si narrano gli studi, il pro-
fessorato, i viaggi, le fatiche e le vicende letterarie dell' Arcangeli. La sud-
detta edizione delle Prose e Poesie dell' Arcangeli si deve alle cure del
Sig. Bindi, che ebbe a compagno delle sue fatiche il chiariss. Sig. Cesare Gua-
sti pratese.
— Della necessità di preparare gli studi colla buona edu-
cazione, discorso detto in Pistoia nella solenne inaugura-
zione dell' le R. Liceo Forteguerri il 12 Gennaio 1857,
Pistoia, Tip. Bracali, 1857, in 8.o
Che eleganza di dettato, e di quante sublimi massime è ripieno questo di-
scorso ! Eppure oggi che tanto si discute sui metodi di educazione, e da
chi meno ne su, e con quel bel frutto che lutti possiamo vedere, il discorso
del Bindi non sarà forse neppure letto !
— Nella solenne processione di Gesù Morto fatta in Pisto-
ia dalla Ven. e Regia Arciconfratcrnita della Misericordia
e della Morte, Allocuzione al popolo. Pistoia, Tip. Bracali,
1857, in 8.o
■ — Elogio funebre di Mons. Leone Niccolai Vescovo di Pi-
stoia e Prato letto nella cattedrale di Pistoia la mattina del
16. Luglio 1857, Pistoia, Tip. Bracali, 1857, in 8.°
— Lo Commedie di Terenzio e alcune di Plauto espurgate
e annotate per uso delle scuole ec. Prato, Tip. Alberghetti
e Comp. 1858, in 16° Voi. 2.
Fa parte della Bibliot. dei Classici latini più volte ricordata. Il Bindi oltre
all' aver premesso a questa edizione un trattato sul teatro comico degli an-
tichi, diviso in tre parti, la corredò di eruditissime note, nelle quali non solo
interpetra i più difficili luoghi dei due antichi scrittori, ma vi riporta an-
cora molte locuzioni italiane corrispondenti a quelle latine, avendo riguardo
più all' utilità di comparare le latine colle toscane eleganze, che alle diffi-
coltà della frase. Ad ogni scena poi vi premette un argomento piuttosto
largo, a meglio chiarire V intreccio della favola, e a mettere in vista i luo-
ghi più notevoli. Pel testo di Terenzio il Bindi seguì V edizione del Giunti
di Firenze del 1865, colla recensione del Faernio ; valendosi anche delle
correzioni fatte postcrioramente a Terenzio da Bentley : per quello di Plauto
seguì la stampa di Lipsia del 1829, non senza consultare il Lambino, il Gro-
novio e il Boethe ; ma non tenendo conto degli accenti ritmici trovati già
dal Bentley, perchè gli parvero di niuna o poca utilità.
— La stessa, Prato, Tip. Alberghetti e Compagni, 1864,
in 16.° Volume 2.
Seconda edizione, che non è priva di qualche miglioramento.
- — Le confessioni di S. Aurelio Agostino, volgarizzate dai
Can. Enrico Bindi. Firenze, Barbèra, 1864, in 32.
— La stessa, seconda edizione riveduta, corretta, e aumen-
tata del volgarizzamento della vita del Santo scritta da
Possidio. Firenze, Barbera, 1869, in 16.°
Ediz. di Pag. LXXVI-407 col ritratto del Santo in principio. Sono da ri-
cordarsi tra gli scritti di Mons. Bindi anco le helle pastorali che egli diresse
alle Diogesi di Pistoia e Prato, e di Siena, non poche delle quali mi dicono
sieno state ristampate in un volume a Parma ; alcune elegantissime prose
inserite nella strenna « La Bosa d' ogni mese » stampata a Firenze dal Cel-
imi negli anni 1863 e 1864- ; varie rime, lavori giovanili, pubblicate in di-
verse raccolte ec. V editore F. Sansoni di Firenze ha annunziato in questi
giorni la pubblicazione di due volumi del Bindi, contenenti scritti di Let-
teratura Latina e Italiana.
ESonacclii Francesco.
Affettuose considerazioni per la divozione fruttuosissima
della via Crucis. In Pistoia, 1722, nella Stamperia di Gio.
Silvestro Gatti, in 18.°
Pa$2. or>.
— -53 —
— La debolezza del lume naturale a conoscere Dio, critica me-
tafisica ec. In Pistoia, 1728, per il Biagioni e Franchi, in 4o
Pagg. 8U e e. 5. in principio ed una in fine non numerata.
— De sermonibus et Martyrio S. Zenonis Episcopi Vero-
nensis libri duo ; Item. dissertalo de Martyrii titillo a
Sancto Gregorio Magno sancto Invernali Ep. Narniensi
tributa, et in Eliam Dupin de Ioanne Ieiunatore Notatio-
nes. Pistoni, 1740, ex Tipograph. Io Silv. Gatti, in 12.°
Pagg. 18-175 col ritratto del Santo in principio. È dedicala al celebre Gian
Iacopo Scarfantoni Canonico e Proposto della cattedrale di Pistoia. Vuol
dimostrare il Bonacehi nel primo libro che eccettuali assai pochi già noli
agli eruditi, tutti gli altri novantatrè sermoni sono opera di S. Zenone : e
ho detto vuol dimostrare, e non dimostra, perocché mi sembrano assai me-
schini gli argomenti, co' quali risponde ad uomini dottissimi che la pensaro-
no diversamente, come il Tillemont, uno dei migliori storici della chiesa,
sebbene evidentemente giansenista ; il Bellarmino, il Labbè, il Dupin, il
Combelìsio (e non il Combefìo, come il Bonacehi lo chiama), ed altri.
Nel secondo libro il Bonacehi seguendo ciecamente il Baronio, il quale
ancora non sempre colse nel segno, cerca dimostrare il martirio di S. Ze-
none : ma non riesce invece a provare che la sua poca dottrina, e la poca
pratica che ha nelle materie ecclesiastiche. Lascio di citare, che non è mio
ufficio, quanto dicono in proposilo gli scrittori surricordati, e dirò solo che
nella edizione delle opere di S. Zenone pubblicata in Verona nel 1759 dai
fratelli Ballerini con una erudizione e con una critica a cui non è facile
replicare, si prova essere una favola che S. Zenone sia vissuto sotto 1' Im-
pero di Gallieno, e che sotto il medesimo soffrisse il martirio, come sostie-
ne il Bonacehi, mentre fu solo confessore, e visse intorno ai tempi di S.
Ambrogio nel Secolo IV.
Fanno seguito ai due libri sopra S. Zenone una dissertazione sul titolo
di martire dato da S. Gregorio Magno a San Giovenale Vescovo di Narni, ed
alcune note a Dupin sopra ciò che nella sua Biblioteca scrive di Giovanni
Digiunatorc Patriarca di Costantinopoli.
Un' aspra critica fu fatta dal Lami a quest' operetta nelle Novelle Lettera-
rie dell' Anno 1745, alla quale il Bonacehi tentò di rispondere colla seguente:
— Lettera di Francesco Bonacehi Sacerdote Pistoiese agli
eruditissimi Signori Autori delle Novelle Letterarie di Fi-
renze. In Pistoia, 1743, per Gio. Silvestro Gatti, in 8.0
Pagg. 52. A questa si replicò nelle suddete Novelle dell' anno 1845, pag. 711
con nuovi argomenti ; e poiché il Bonacehi nella sua risposta non aveva u-
sata la maggior cortesia, i novellisti lo pungono senza misericordia, fino a
dirgli che egli avrebbe provato il martirio di S. Zenone quando i castagni
della montagna pistoiese diventeranno cedri del Libano. È bene avvertire
per altro che lo stesso Bonacchi nella lettera che or ora citeremo, non soie
riconobbe da se stesso molte inesattezze nelle quali era caduto, ma confes-
sò ancora essere prudente consiglio di non decidere nulla circa il martirio
di S. Zenone.
— Lettera di Adoxo Asmeni a Giandomenico Stellanti cir-
ca la relazione del libro intitolato le Sensazioni e la Im-
maginazione vindicate, fatta dai Signori autori delle no-
velle Letterarie di Firenze, con alcune riflessioni d' incerto
autore sopra le novelle Letterarie degli 8 Novembre 1843
In Pistoia, per Gio. Silvestro Gatti, 1743, in 4.°
Sotto il nome di Adoxo Asmeni si nasconde il P. Francesco Bonacchi, il
quale volle con questa lettera rispondere alle censure fatte a lui dai no-
vellisti di Firenze nell' occasione di esaminare un libro di un certo Stellanti
intitolato « Le Sensazioni e la Immaginazione vindicate all' anima umana »
Aveva questo Stellanti tenuto più volte delle dispute filosofiche col nostro
Bonacchi specialmente sulla filosofia di Cartesio, e veduto che era difficile
smuovere da certe sue opinioni il Bonacchi, (che secondo il Lami poco valeva in
filosofia), pensò di stamparle ; si appellò insomma al paese, come direb-
bero certi messeri del giorno. Le novelle letterarie nella loro sistematica
opposizione a tutto ciò che sapeva di Bonacchi, diedero ragione allo Stel-
lanti, e si tornò anche sulla questione di S. Zenone. Anche le ri-
flessioni d' incerto che fan seguito a questa lettera sono del Bonacchi ; e si
ebbero risposta nelle suddette novelle letterarie del lo Decembre ì7io.
— Sancti Zenonis Episcopi Veronensis Epoclta, Dissertatio
critica, accessit De Martyrio S. Zenonis Dissertatio Sae-
cunda, Venetiis, 1751, typis Ioannis Tiberini, in 12.°
È necessaria continuazione dell' altra operetta sui Sermoni e sul martirio
di S. Zenone di sopra ricordata. Le detta edizione dei Sermoni di questo
Santo fatta dai fratelli Ballerini nel 1729,. e che il Bonacchi allora non ave-
va, a quanto sembra, peranche conosciuto, gli diede occasione a trattare
nuovamente questa materia, che egli svolge con nuovi e più calzanti ar-
gomenti.
— Compendiosa Dissertazione in cui si tratta de' Balli. In
Arezzo, per il Bellotti, 1757, in 4.°
Boncompagni Vincenzo.
Foedus Dominicum, Oratio de Augustissimo Altaris Sacra-
mento. Pistoni, 1663, ap. Petr. Fortunatum, in 4.°
Pagg. 12. 1' ultima delle quali bianca. Questa orazione fu recitata per u-
num ex clericis Seminarli in tempio urbis principe, e 1' autore la dedicò
agli Accademici Risvegliati della nostra città.
- 51) -
Borelli Giuseppe.
Fondazione e Progressi della Ven. Abbazia di S. Bartolomeo dì
Pistoia, scritta di commissione del R. P. D. Giuliano Bal-
dinotti Abate attuale della medesima Badia. In Pistoia^ 1754,,
per Atto Bracali, in 4<°
Il Mazzucchelli « (Degli scrittori d' Italia) » non fa menzione di questo
lavoro del Borelli ; forse non lo curò essendo cosa brevissima.
— Vitae ac gesta Episcoporum Pistoriensium.
Ms. cart. autografo in 4.° nella Biblioteca del Seminario Vescovile di Pistoia.
È corredato di varie postille e note d' anonimo, il quale confuta con molta a-
sprezza 1' autore in varii punti. Una copia in gran parte autografa, ma non
compiuta la possiede pure il chiarissimo Mons. Enrico Bindi. Nella Biblio-
teca Fortcguerri si conservano le bozze, in gran parte autografe, di que-
st' opera, le quali appartennero al Canonico Ferdinando Panieri, che molto
se ne giovò pe' suoi lavori di Storia Ecclcsiastiea pistoiese. L' opera del Can.
Rosati sullo stesso soggetto, che si legge a stampa, non è che un cattivo
e vuoto compendio di questa del nostro Borelli.
— Compendio ovvero Sunto di tutti i documenti che sono
in carta pergamena dell' antico Archivio dei Canonici Re-
golari Lateranensi di S. Bartolomeo di Pistoia.
Manoscritto nella Forteguerriana di Pistoia. Fu compilato nel 175o per com-
missione del P. Giuliano Baldinotti, allora Abate di queir Abbazia. È fatto
per ordine cronologico dei documenti (che vanno dal 748, al 1700) e senza di-
stinzione di materia. Nel frontespizio però vi è un riassunto per materie ;
dal quale si rileva che i diplomi, bolle, testamenti ce, esistenti in quell'art •
chivio ascendevano a 1048.
Bracali Camenillo.
Rime.
Stanno nella raccolta di rime « Il sesto Libro delle Rime di diversi eccellenti
Autori nuovamente raccolte et mandate in luce con un discorso di Girolamo
Ruscelli. In Vinegia, per Gio. Maria Bonelli, 1555, in 8.° » Altre rime sono
manoscritte nella Biblioteca Forteguerri a carte 142 e seg* del Cod. 178. Sono
quattro sonetti, di cui uno diretto al Card. Farnese, ed una Canzone al Se-
llato di Pistoia.
Bracali fìiislia.
Rime.
Tróvansi nel libro « Rime diverse di alcune nobilissime e virtuosissime donne,
raccolte per M. Lodovico Domenichi, » Lucca Busgrado, 1S59, e Napoli, per
il Bulifon, 1395, in 8.°
56 —
Bracali ftclvagg'ia.
Rime.
Nella raccolta sopra citata « Rime diverse di alcune nobilissime e virtuosissime
donne » ec. Lucca, Busgrado, i 5S9, in 8.°
Bracali Sallustio,
Epigramma Latino-Greco.
Nella raccolta di rime fatta dal P. Narducci pei lunerali di D. Francesco
Medici « Urbis pistoriensis Monodiae Funerales. » Florentiae, 161£, pag. 60.
Bracali Francesco.
Sonetto
Nella suddetta raccolta, a pag. òl.
Bracali Iacopo.
Rime
Ms. le ricorda il P. Zaccaria senza indicare ove si trovassero a' suoi tempi:
« hetruscam poesim magna cum laude sectatus est. »
Braccìno di Ser Orlando.
Fu medico fisico e professore a Siena nel 1509, come rilevasi da un docu-
mento pubblicato dal chiariss. Seb. Ciampi nelle note alla vita di Cino
da Pistoia. Egli insieme con Ranieri da Barga scrisse un' opera col ti-
tolo « Librum rationem super Chirurgiam Galeni » che si conserva manoscritta
nella Bib. Imp. di Parigi.
Bracciolini Cosimo.
Trattato de1 Miracoli dell' Imagine della Vergine Maria
dell1 Umiltà di Pistoia, del principio e progresso della sua
traslatione. In Firenze, 1580, per Bartolomeo Sermantelli,
in 12.°
■ — La stessa, nuovamente data in luce con aggiunta delle
cose più notabili della Chiesa ec. In Pistoia, per Pier An-
tonio Fortunati, (senz' anno, ma 1661) in 12°
Dopo 1' avviso al lettore evvi un Sonetto di Paolo Ciati nella traslazione
della predetta Immagine. Innanzi poi alla nuova aggiunta dei miracoli
fatta in questa edizione, è riportata la data di Firenze, Sermantelli 1580 ;
— 57 —
sebbene questa edizione, sia del Fortunati, e del 1G61. Questo trattato è in
forma di dialogo, tra un devoto pellegrino ed il priore del tempio dove
si venera V immagine di Maria SS. dell' Umiltà.
— La stessa, nuovamente data in luce, con aggiunte in-
teressanti la storia di quel Santuario. Pistoia, Tip. Cino,
1839, in 12.o
In questa edizione v' è aggiunta la descrizione della solenne coronazione
della Imagine fatta nel 1766 per mano di Mons. Niccolò Forteguerri ; il di-
scorso di Pietro Pelrini già pubblicato nelP « Antologia » di Firenze, su
Ventura Vitoni Architetto del tempio di Maria Santissima dell' Umiltà ; e
V indicazione delle cose più notabili che in questo si trovano.
■ — Vita del beato Atto Vescovo di Pistoia. In Firenze,
1602, in 4.o
Il Dondoli (Della Pietà di Pistoia) dice che il Bracciolini fu il primo che la
stampasse de' nostri e de' forestieri anche per extensum. Fu ristampata in Fi-
renze, per il Giunti, 1606 in 4. Il Mazzucchelli nella sua opera degli scrit-
tori d' Italia non conosce né 1' una né 1' altra edizione, e sembra che la
creda peranco manoscritta.
1 — Istruzione a' Sacerdoti nella quale si dimostra princi-
palmente le qualità che debbono avere quelle persone che
vogliono essere promosse ali1 ordine sacerdotale, e quale esser
debba la vita dei Sacerdoti ec. In Firenze, 1602, nella
Stamperia di Michel. Sermantelli, in 8.°
Pagg. 119.
Bracciolini Benigno.
De Laudibus Horatii Morandi ex generalis Ordinis Valli-
sumbrosae ec. Romae, Typ. Francisci Corbelletti, 1626, in. 4.
Di questo autore, che fu monaco vallombrosano e oratore a' suoi tempi ce-
lebre, vedasi il Simi nel suo catalogo degli illustri vallombrosani ; Fulgen-
zio Nardi nei Miscellanei, ed altri.
Bracciolini Francesco.
— L' amoroso sdegno, favola pastorale, Venezia, per Gio.
Batta Ciotti, 1597, in 12.°
Carte 8 in principio non numerate, e 64 numer. Ed. originale elegante e
poco comune, dedicata dallo stampatore al celebre Gio. Batta. Guarini con
Mia lettera di Venezia del 6 Febbraio 11597. Questa pastorale è divisa in
— 58 —
cinque atti, in versi, e fu composta dal Bracciolini quando avea venti anni.
tfarTa lo stampatore nella prefazione che l'autore non voleva farla stam-
pare, e che un amico tolse per suo conto di pubblicarla : ma sebbene lavoro
giovanile, è questa una delle migliori imitazioni dell' Aminta e del Pastor
Fido.
— Lo stesso. In Milano, per Melchiorre ed Eredi di Ago-
stino Tradate, senz' anno, ma 1597, in 12.°
Seconda edizione, che può riguardarsi come migliore della precedente, dap-
poiché, scrive il Tradate nella lettera ai Leggitori, essa favola fu dal suo
autore raggiustata e corretta.
— Lo stesso. Venetia, 1598, in 12.°
— Lo stesso, In Venetia, per Gio. Batta Ciotti, 1602, in 12.°
— Lo stesso, con 1' aggiunta di alcune rime pastorali del-
l' istesso autore. In Milano, per Melchiorre ed Eredi di
Agostino Tradate, 1611, in 12.°
Edizione pregevole solo per le rime pastorali che cominciano a pag. 159.
— Lo stesso. In Napoli, per Domenico di Ferrante Mac-
carano, 1622, in 12.°
— Lo stesso. In Venetia, per Pietro Miloco, 1623, in 12.°
— Lo stesso. Milano, 1697, in 12.°
Quest' opera fu tradotta anche in francese col titolo « Le Dedain amoreux
de Bracciolini Pastorelle mise en vers francois par Isaac De la Grange. Pa-
ris, 1611, in 8.°
— Della Croce racquietata Poema eroico di Francesco Brac-
ciolini libri XV. Parigi, per Renato Ruelle, all' insegna di
S. Nicolao, 1605, in 8.°
Pagg. 376, compreso il frontespizio. Edizione originale assai bella e rara.
Il poema è diviso in XV canti, a differenza delle edizioni posteriori nelle
quali fu accresciuto di altri venti canti, e portato così a trentacinque. L'ar-
gomento ne è la vera Croce ripresa dall' Imperatore Eraclio a Gosroe Re
di Persia, il quale se n' era impadronito cinque anni prima conquistando
Gerusalemme. Gli ostacoli sono suscitati dai demoni, ed appianati da San-
t' Elena, che dona ad Eraclio uno scudo celeste, dagli angioli, dalla costan-
za dell' Esercito cristiano, e dal coraggio di Eraclio. La Croce è finalmente
riportata in trionfo a Gerusalemme. Questo Poema e il migliore di tutti i
poemi eroicomici scritti dal nostro autore, e da alcuni critici è posto im-
mediatamente dopo la Gerusalemme Liberata del Tasso, sebbene la distanza
tra essi sia grande. Nella Forteguerriana se ne conserva un esemplare colle
correzioni autografe del poeta, che servirono per la seconda edizione.
— 59 —
— La Croce racquistata. libri XXXV. Al Serenissimo Gran-
duca di Toscana Cosimo II. In Venetia, 1611, appresso
Bernardino Giunti e Gio. Batta Ciotti e Comp. in 4.°
Carte & senza numerare, facciate 0O0, e 1' ultima non num. Edizione anche
questa molto stimata.
— La stessa. Piacenza, 1613, in 4.«
— La stessa, coli' allegoria dell1 istesso autore e con V an-
notazioni a ciascun libro del S. Gio. Maria Gherardi. Ri-
stampata et ricorretta dallo stesso autore in quest' ultima
edizione. In Firenze, 1618, appresso i Giunti, in 16.°
Carte 12 in principio non numer. seguono facciate 806, e e. i in fine senza
numerazione. Edizione più compiuta d' ogni altra, che fu ricopiata su quella
Ciotti del 1611. In principio sonovi due epigrafi di Gio. Maria Gherardi al-
l' autore, ed un' anagramma di Achille Baroni.
— La stessa. Parigi, 1665, in 12.°
1 — L' Enea, Squadra comandata dal Sig. Capitano e Cav.
il Sig. Alfonso Brunozzi nelle nozze del Seneriss. Gran
Principe di Toscana ec. In Firenze, nella Stamperia de'Ser-
mantelli, 1608, in 4.»
Pagg. 24 compreso il Frontespizio. È una composizione in ottava rima, di
36 ottave. A questa fa seguito (dalla pagina 17), un' altro componimento
collo stesso titolo « L' Eriea ec » di Vincenzo Gatteschi pistoiese, anche que-
sto in ottava rima, di ventun' ottave.
L' Evandro, Tragedia ec. In Firenze, 1612, appresso Gian-
donato e Bernardino Giunti, e Comp. in 8.°
Carte 48, compreso il frontespizio. Questa è la migliore delle tragedie scrit-
te dal nostro autore. È dedicata dall' autore medesimo al Card. Barberini
con lettera in data di Firenze 29 Febbraio 1612.
— L' Evandro, Tragedia ec. Seconda edizione. In Firenze,
1613, appresso Giandonato e Bernard. Giunti e Comp. in 8.°
Carte 48, compreso il frontespizio. Il Poggiali (Serie de' Testi di Lingua)
scrive che questa seconda edizione è una cosa sola con quella del 1612, ec-
cettuato il primo quaderno. Ma forse egli fu tratto in errore da qualche
esemplare rappezzato, mentre queste due edizioni, sebbene copiate 1' un
V altra fedelmente, sono però, nell' edizione, affatto diverse.
Infatti in quella del 1612 i nomi dei personaggi sono sempre colla prima
lettera maiuscola rotonda, e le altre minuscole rotonde ; nella ristampa del
1613 le medesime lettere sono sempre corsive. Anche questa edizione ha
la lettera dedicatoria al Card. Barberini come la precedente.
— 60 —
— L' Harpalice, Tragedia. In Firenze, 1613, appresso Gian-
donato e Bernardino Giunti e Corup. in 8.0
Pagg. 96 compreso il frontespizio inciso in rame dal celebre Callot. Edizione
originale, dedicata dall' autore a Donato Dell' Antella con sua lettera di Ro-
ma de' 22 Marzo 1613. La tragedia è divisa in cinque atti, è in versi, ed
è la più rara tra tutte le altre scritte dal Bracciolini.
— La stessa. Firenze, Giunti, 1617, in 8.°
Ristampa dell' edizione precedente.
— La Pentasilea, Tragedia ec. In Firenze, 1614, per Gio.
Donato e Bernardino Giunti, in 8.°'
Carle AO numerate, e sei infine senza numerazione. Ed. originale dall' au-
tore dedicata a Mons. Corsini cherico della Camera Apostolica con lettera
di Pistoia de' 6 Decembre 1613. Di questa tragedia i Giunti fecero una ri-
stampa nel 1615, in 8.°
— Evandro, Harpalice, Pentesilea, Tragedie ec. In Peru-
gia, per Angelo Bartoli, 1640, in 12«°
L' « Evandro » trovasi anche in « Scelta di rare e celebri tragedie, Vene-
zia, 1731, in 8.° « ed in qualche altra raccolta di tragedie fatta più recente-
mente.
1 — Lo Scherno degli Dei, poema piacevole, con la Fillide
civettina e col Batino dello stesso autore. Firenze, appres-
so i Giunti, 1618, in 4.°
Carte otto in principio, seguono facciate 252 numerate, una carta in fine
con la licenza per la stampa, ed una bianca. Ed. originale non comune, la
quale comprende i primi XIV canti di questo poema eroicomico in ottava
rima, e non XIII, come per errore accenna il Mazzuchelli.
11 poema fu corretto da Pietro Petracci e pubblicato da Giammaria Ghe-
rardi, che lo dedicò al Card. De Medici.
E preceduto da un dialogo in prosa del Bracciolini tra Talìa e Urania col
titolo «Thalia Musa Baioua agli allegri e buon compagni lettori. » Si è fatta
questione se al nostro Bracciolini si debba il primato dell' invenzione di
questo genere di poesia eroicomica, ovvero al Tassoni che scrisse la « Sec-
chia Rapita. » Veramente 1' opera del Bracciolini uscì alle stampe quattro
anni prima che quella del Tassoni ; ma ormai è dimostrato che questi avea
già composto il suo poema nel 1611, e nel 1615 lo avea mandato a Padova
acciocché ivi fosse stampato : ne correvano intorno fin d'allora più copie
manoscritte, e in più città era notissimo e in grande aspettazione, quando di
quello dei nostro Bracciolini non se ne aveva sentore ; anzi si vuole che il
Bracciolini per non vedersi prevenuto si affrettasse a vario fuori non ancora
- 61 -
compiuto. Ma il Bracciolini non volle soltanto comparire anteriore al Tasso-
ni nell' invenzione del poema eroicomico, ina volle competere con lui anche
nel merito ; ed anche in questo non potè superarlo. Un biografo ha detto
che vi è tanta distanza dallo « Scherno degli Dei » alla « Secchia Rapita »
quanto dalla « Croce Racquistala » alla « Gerusalemme Liberata » ; il quale
paragone è giustissimo e senza eccezione, meno che riguardo alla lingua. Il
Tasso usando la lingua più nobile non poteva facilmente essere agguagliato
nemmeno in questa parte da chi non avesse ingegno d' eguale nobiltà. Il
Tassoni usando una lingua più familiare, potè facilmente essere superato da
un poeta di meno spirito, ma a cui il popolo spiritosissimo tra cui era nato
somministrava tanti modi leggiadri, pieni egualmente di convenienza e di
vivacità.
Il poemetto della « Fillide Civettina » che è aggiunto a questa edizione,
è in ottava rima, e il « Batino » in versi sciolti. Quest' ultimo dopo essere
stato compreso in altre edizioni dello « Scherno » fu ristampato nella rac-
colta « Egloghe quattro rusticali, Venezia, 4760, in & » ; ed anco a parte in
Livorno, per il Masi, 1821, in 12.
— Lo stesso, nuovamente ristampato e ricorretto. Firenze
Giunti, 1625, in 4.°
Carte 8 in principio, seguono face. 256 num. e due senza numerare in fine,
una delle quali colla licenza, ed altra bianca. Ediz. più corretta della pre-
cedente, ed arricchita di altre rime piacevoli.
■ — Lo stesso, Roma, Mascardi, 1626, in 12.°
Pagg. 47£, colle prime 17 non numerate. Ediz. fatta sopra quelle di Firenze
del 1618 e del 1625 ed arricchita della « Fillide » e delle altre rime pia-
cevoli. È migliore delle precedenti, non solo perche più corretta, ma an-
che perchè è più completa.
Fu procurata ed assistita da Giulio Rospigliosi, che la dedicò a Don An-
tonio Barberini con una lettera nella quale si studia di provare 1' anterio-
rità di questo poema su quello del Tassoni.
— Lo stesso. Venezia, 1627, appresso Bernardino Giunti,
in 12.o
Ediz. in tutto simile alla precedente del 1626, della quale è una pura ri-
stampa.
— Lo stesso. Venezia, 1669, in 12.°
— Lo stesso. Yverdon, (Firenze) 1772, in 12.°
Col ritratto dell' autore, e con quello di M. Teresa Ciamagnini. Buona edi-
zione fatta in Firenze da un anonimo editore, ma che sappiamo essere
Giuseppe Pelli, il quale si era proposto di compilare una raccolta di poemi
eroicomici composti nella nostra lingua ; ma oltre il presente non pubblicò
— ■62 —
se non un altro volume contenente la Gigantea e la Nanea ec. Va unito a
questo volume, di cui forma la seconda parte, un altro volume di poesie
del Bracciolini. Il poema è preceduto da alcune notizie intorno alla vita
dell' autore.
— Lo stesso. Firenze, 1795, in 12.°
— Lo stesso. Milano, Tip. de1 Classici Ital. 1804, in 8.°
Con ritratto. Fa parte della Biblioteca dei Classici Italiani, e non è che
una materiale ristampa.
— Lo stesso. Firenze, Galletti, 1826, in 12.° Voi. 2.
Colla « Fillide » e col « Batino. » Ha innanzi la vita dell' autore scritta dal
Mazzuchelli.
— Lo stesso. Genova, 1836, in 8.°
— L' Eletione di Urbano Papa Vili, di Francesco Brac-
ciolini dell' Api. All' Illu.mo et Rev.mo Sig. Cardinale Bar-
berino, con gli argomenti a ciascun canto di Giuliano Brac-
ciolini. Roma, 1628, (senza nome di stampatore) in 4.°
Carte quattro in principio, facciate 493, e l'ultima contenente 1' errata, senza
numerazione, con bel frontespizio in rame, nel quale si vede in medaglia il
ritratto del poeta Bracciolini, e sotto 1' arme della casa Barberini. 11 poema
è diviso in XXIII canti, in ottava rima, ed ha alla fine un Discorso di Giu-
lio Rospigliosi, che fu poi Papa Clemente IX, sopra di esso. È di un faticoso
lavoro, ma riuscì inferiore a quello della Croce Racquistata. Fu però tal-
mente gradito a Papa Urbano Vili, che concesse al Bracciolini di aggiun-
gere al suo cognome quello « Dalle Api » , e alla sua arme le tre api, im-
presa della famiglia Barberini, oltre ad altri molti utili e decorosi privilegi.
— Il Monserrato, Dramma. In Roma, appresso Guglielmo
Facciotto, 1628, in 12.°
Questo componimento, diviso in cinque atti in versi, è assai raro, e non
trovasi citato né dall' Haym, né da altri bibliografi. La scena del dramma è
in Spagna, come lo dice anche il titolo : la morte vi recita il prologo, e
S. Giacomo di Compostella vi rappresenta una parte in abito di pellegrino.
— Ero e Leandro, favola maritima con gli intermedi appa-
renti, e col Montano Ecloga. Roma, appresso Guglielmo
Facciotto, 1630, in 12.°
Raro componimento, diviso in cinque atti, in versi, che fu pubblicato da
Ottavio Ingrillani, che lo dedicò a Taddeo Barberini Principe di Paleslina
e Generale di S. Chiesa con sua lettera di Roma, de' 20 Aprile 1850. Il
Bracciolini scrisse questa favola nell'occasione delle nozze di detto signore.
— 63 —
— La Roccella espugnata, di Francesco Bracciolini dalle
Api. Al christianiss. Re di Francia Lodovido il Grande,
con gli argomenti a ciascun canto del Signor Desiderio
Montetnagni. In Roma, per il Mascardi, 1630, in 12.°
È in XV canti, in ottava rima, e non in XX come scrive il Mazzuchelli ;
opera così imperfetta, non perchè 1' autore la lasciasse incompleta, ma per-
chè non fu pubblicata per intiero : altri nove canti di questo poema sono
tuttora manoscritti.
— La Bulgheria convertita, poeino eroicomico, con gli ar-
gomenti in ciascun libro di Giuliano Bracciolini dell' Api
Roma, appresso il Mascardi, 1637, in 12.°
Questo poema è diviso in XX libri o canti in ottava rima, con (gli argo-
menti dello stesso metro, e fu scritto dall' autore nella grave età di anni
70, come apparisce dall' ultima stanza di esso. È dedicata al Cardinale Anto-
nio Barberini nipote del Pontefice dello stesso nome.
— Instruttione alla vita civile per i giovanetti nobili del
Sig. Francesco Bracciolini dell' Api. All' Illustr. Sig. Mar-
chese Luigi Strozzi. In Roma, per Lodovico Grignani, 1637,,
in 8.o
Pagg. 48, di cui 1' ultima bianca. È in versi sciolti, e ne fu editore Nicco-
lò Strozzi, del quale èia lettera dedicatoria.
— La stessa. Roma, pel Grignani, 1657, in 8.°
Questa non è altro che la edizione suddetta, mutatovi soltanto il fronte-
spizio ; il quale è assai diverso, cosi nei caratteri come nel fregio, che nel-
1' edizione del 1C73 è in rame rappresentante V arme Strozzi sostenuta da
due puttini, mentre in questa del 1657 è in legno rappresentante un fre-
gio ordinario.
— Delle Poesie liriche toscane di Francesco Bracciolini
dell' Api, Parte prima (la sola pubblicata). In Roma, ap-
presso Lodovico Grignani, 1639, in 12.°
— Poesie di vario genere. Yverdon (Firenze), 1772, in 12.°
Ottima edizione fatta in Firenze per cura di Giuseppe Pelli, e divisa in due
parti, la prima della quali contiene il poema « Lo scherno degli Dei » la
seconda varie poesie edite e inedite, e tra queste ultime alcuni capitoli,
ed i sonetti alla Lena fornaia.
— - Poesie giocose di vario genere, Milano, Tip. dei Clas-
sici, 1804, in 8.o
— 64 —
— Rime Rusticali.
Si trovano nel libro « Poesie rusticali raccolte e illustrale dai Doti. Giulio
Ferrarlo. Milano, 4808, in 8.°. » Il testo di questa edizione fu dall' editore
collazionato colle migliori stampe, e le annotazioni furono rivedute dal Cav.
Luigi Lamberti : se ne trovano magnifici esemplari in carta velina.
— La Nenciotta a Bastianello, Stanze rusticali, pubblicate
da Antonio Prati. Faenza, 1821, in 8.°
— Vita di S. Diego. Milano, 1698. in 4.°
— Lettera di Maria Vergine ai Messinesi. Messina, 1726,
in 8.o
L' autore sopraggiunto dalla morte lasciò imperfetto questo lavoro che poi
fu condotto a termine da Benedetto Salvago, nato in Messina, ma oriundo
di Genova. L' Oldoino e il Marraccio, citati dal Mongitore nella sua « Bi-
blioteca Sicula » sono di tal parere.
Il P. Zaccaria però dubita che questo scritto appartenga al nostro Brac-
ciolini.
— Opere inedite.
Poemi : « Amiens » poema diviso in dieci canti, in ottava rima : ha per ar-
gomento la presa di Amiens, fatta nel 1597 da Enrico IV re di Francia
agli Spagnuoli che se ne erano impadroniti a tradimento 1' anno stesso. È
inedito, e si conserva manoscritto nella Biblioteca Forteguerri, ma non è
però autografo. — « La Franceide, o i Gigli d' Oro » Questo poema, diviso
in XX canti, in ottava rima, ha per argomento la guerra fatta da Luigi XIII
al Duca di Savoia per la rivendicazione del Monferrato, che finì poi colla
pace di Cherasco.
Si conserva anche questo nella Biblioteca Forteguerri, ed è autografo, me-
no le 23 prime carte contenenti i due primi canti del Poema, ed altre in
fine che contengono tutto il canto XX, che sono d' altra mano, ma con corre-
zioni autografe. Altri poemi, rimasti incompleti, e tuttora inediti sono : « Il
Trebelo » in XX canti : « La Giuditta » in X canti : « Endimione » in IV
canti : « Saffo » pure in IV canti : « La conversione della Maddalena » in V.
canti : « La Guerra dei Giganti » in II canti : « Santa Eulaiia avvocata dei
Pistoiesi » « Psiche » « Alderano, o 1' origine della Casa Ccva » « La libera-
zione di Pistoia » : quest' ultimo doveva essere diviso in XII canti, ma l'au-
tore non ne lasciò compiuti che due soli.
Poemetti ; « Olimpia » « 1' Erminia », « 1' Angelica », « 1' Herilia », « Il SL
Giuliano », « 1' Ozio sepolto », « 1' Oreste », « il Tito », « la Tisbe » sono
poemetti, o favole che dir si vogliano, tuttora inedite, che si conservano
manoscritte presso gli eredi del Bracciolini. L' « Olimpia •> trovasi pure in
un Codice della Biblioteca Forteguerri di Pistoia, segnato di n.° 89, dove è
notato che questa composizione fu recitata per intermezzo di una Comme-
dia nell' anno 1612.
— 65 —
Rime. « Sonetti in lode della Lena Fornaia ». Sono divisi in due parti, in
vita cioè, e in morte della Lena. Non tutti sono stati pubblicati, e per questo
gli pongo tra gli scritti ancora inediti. Ne diede un saggio la prima volta il
Lami nel catalogo della Riccardiana, togliendoli da un codice di quella Bi-
blioteca; in seguito videro la luce nel volume secondo della raccolta inti-
tolata. « Poesie per far ridere le brigate, Gelopoli, 1760-1769. in 12 » ; nella
edizione delle rime del nostro autore, Yverdon, 1772, ed altrove. Di questi
Sonetti oltre il riccardiano sopra ricordato, ne esistono tre codici anche
nella Forteguerriana (cod. 102, 107, 599.), ed uno lo possiede pure la Pala-
tina di Firenze. Il Tommaseo ne diede un giudizio poco favorevole. (V.
« Antolog. » Tom. 48.)
« Ottave in lode del Pittore Lodovico Cigoli ». Sono ms. nella Riccardiana,
e ne pubblicò già un saggio di tre ottave il Lami nel suo « Odeporicon »
« I Caifassi ovvero i ladroni assassini. » Questo Componimento, ricordato
anche dal P. Zaccaria, è nel codice della Forteg. seg. 102. Altre poche rime
inedite, e fra queste un « Capitolo in biasimo della villa » , sono in due
Cod. della Forteg. seg. 102 e 107.
Bracciolini Giuliano.
Sono di questo autore gli argomenti ai poemi di Francesco Bracciolini
« L'Elezione di Papa Urbano Vili. », e la « Bulgheria Convertita ».
Bramanti Anton Domenico.
Laudum Praeconia, quae Illustriss. et Reverend. Praesuli
Maphaeo Farsetto patritio veneto Ecclesiae Ravennatis Ar-
chiepiscopo ec. in primo eius adventu, exhibent alumni Ar-
chiep. Semin. Ravennae. Patavii, Cominus, 1728, in 4.°
Tutti i componimenti di questa raccolta sono scritti dal Bramanti.
— Epitalamium in nuptiis nobilis. March. Hippoliti Bene-
voli et M. Annae Gonzagae. Senza nome di luogo e di
stamp., in 4.°
È ricordato dal Cinelli nella sua « Bibliot. Volante ». 11 Bramanti fu sacer-
dote, e professore di Belle Lettere nel Seminario di Padova.
Brcschi Can. Giovanni.
Discorso pel ringraziamento dell'anno 1838 recitato nella
Cattedrale di Pistoia. Pistoia, Tip. Cino, 1839, in 8.0
— 1/ Apolicasse, volgarizzamento inedito del buon secolo
della lingua, ora la prima volta pubblicato ec. Pistoia,
Tip. Cino, 1842, in 8.°
Capponi, Bibliogr. Pi$'. S
— 66 —
Questa bella versione dell'Apocalisse, citala anche dalla Crusca, fu ritrovala
dal Canon. Breschi in un codice cartac. dell'Archivio Capitol. del Duomo di
Pistoia, e da lui dato alle stampe e offerto al Cardinale Corsi Arciv. di Pisa.
Il dotto editore la crede scrittura di sul declinare del sec XIV; e poiché
ne! codice da cui la trasse si conteneva con altre scritture, lo Specchio della
Croce del Cavalca, sospettò il Breschi che anche questo volgarizzamento fosse
parto dalla stessa aurea penna: e « me ne ha cresciuto il dubbio, c«li dice
il riscontrarla lavorata con intelligenza e fedeltà non comune in quei giorni-
ed ho creduto poter giustificare quella severità di tradurre, non usata co-
munemente da fra Domenico, colla natura del libro tutto pieno di profondi
misteri, e non sofferente la larghezza che si è permessa nel volgarizzamento
degli Atti degli Apostoli. Ma lascierò che altri esaminando attenta-
mente l'intrinseca proprietà dello stile, e lenendo però conto delle licenze
che si permettevano gli amanuensi, congetturi il meglio che crede sull'au-
tore. »
Il testo latino dell'Apocalisse è tratto da un antichissimo ras. esistente nello
Archivio Capitolare, e dal P. Zaccaria creduto anteriore al sec. XI ; ed ha
alcune varianti, ma insignificanti, che si vedono riportate nei margini della
stampa. Le postille poi collocate a lato della versione sono tanti felici modi
di tradurre levati da un altro volgarizzamento trecentistico dell'Apocalisse
conservato nella Magliab. di Firenze. Avvertasi in fine che il Breschi nel
pnbblicare questa versione non conservò la golia ortografia di quel tempo,
e « lasciando quelle forine e quelle inflessioni che ne costituiscono per così
dire il colore », nel resto si adattò alla foggia dello scrivere presente.
— Prolusione all'annuo corso di lezioni di Dogmatica 1847-48,
detta nel Semin. Vescov. di Pistoia dal Professore Giovanni
Breschi. Lucca, Tip. Baroni, 1847, in 8.»
Pag. 18. È estratta dalla « Pragmalogia Cattolica -> anno 1847, nov. e die.
— Elogio funebre di Mons. Gio. Batta Rossi Vesc. di Pi-
stoia e Prato nelle solenni esequie celebrate nella Catte-
drale di Pistoia il 19 Febbraio 1849. Pistoia, Bracali. 1849,
in 8.0
In fine vi sono 1' « Ellogium, Inscriptiones et Titilli del Prof. Enrico Bindi,
che furono stampati anche a parte.
— Storia di S. Atto Vesc. di Pistoia. Pistoia, presso Ma-
lachia Toni 1855, (e al tergo del frontespizio: co' tipi di
Ranieri Guasti in Prato), in 8.°
Bella edizione, di pag. VIII, — 288, adorna del ritratto del Santo inciso in
rame a vignetta, e corredata d'interessanti documenti storici, in gran parte
inediti. 11 nome dell'autore rilevasi dalla dedica al giovane clero di Pistoia.
— 67 —
— San Baronto, leggenda del Sec. VII, edita a cura di
un predicatore cappuccino. Pistoia, Tip. Vescovile degli
Eredi Bracali, 1869, in 8.0
Pa<*. 43. Autore di questo libretto è il can. Giovanni Breschi, come rilevasi
dalle iniziali G. B. poste in fine al proemio ; ma essendo egli infermiccio,
e in età assai avanzata, si valse per la ricerca dei materiali necessari, del
P. Romolo da Pistoia, e del P. Raffaello da Cavinana. Nissuno dei tre però
rimase contento del proprio lavoro; nel quale davvero è a desiderarsi, se
non altro, maggiore esattezza di date e più ampia critica. Il P. Raffaello da Ca-
vinana, che ne fu anche editore, si diede poi molta cura, dopo la morte del
Breschi, di ritirare quante più copie potè del libretto, onde unirvi una sua
aggiunta manoscritta contenente altre notizie,, da lui trovate in diversi scrit
tori, e specialmente nella vita di S. Baronto scritta compendiosamente dal
Dondori nella « Pietà di Pistoia. »
— La Madonna di Lorenzo di Credi nel Duomo di Pistoia.
In fine: Pistoia, Tip. Rossetti, 1869, in 8.0
Pag. 8. Alcuni esemplari vanno accompagnati da una fotografia di questo bel
dipinto, che si giudica il capolavoro di Lorenzo di Credi.
Brani Domenico.
Opera di M. Domenico Bruni da Pistoia, intitolata Difesa
delle donne, nella quale si contengono le difese loro dalle
calunnie dategli per gli scrittori, et insieme le lodi di quelle.
In Firenze, appresso i Giunti, 1552, in 8.°
Car. 86, di cui le prime quattro non numer. ed una in fine per la soscri-
zione. L'autore ha preso l'assunto, com'egli si esprime nel proemio, « di vo-
ler mostrare a tutto il mondo che a torto sin qui le donne sono state dagli
scrittori biasimate et vilipese. » Egli divide l'opera in quattro libri, in cia-
scuno dei quali, per meglio rafforzare gli argomenti propostisi a diverso ge-
nere di difesa, ricorda e riferisce memorabili esempi muliebri. In particolare
il secondo libro, destinato a « narrare molti atti virtuosi di donne, mostran-
dole in ogni professione, in tutto et per tutto pari al sesso virile », è pro-
priamente un tessuto di fatti interessantissimi desunti dalle storie, e di rac
conti combinati dall' autore, per dare maggior risalto alle sue proposizioni.
È dedicata dal Bruni a « Leonora de'Medici di Toledo dignissima Duchessa
di Firenze. »
— ■ La stessa. Nuovamente posta in luce. In Firenze, (in
fine : appresso i Giunti), 1552, in 8.°
Carte 86 numer. ed altra in fine per la sottoscrizione.
— 68 —
— La stessa. Milano, Degli Antonii, 1559, in 8"
Ristampa delle precedenti edizioni.
— Novella di Messer Domenico Bruni da Pistoia. Venezia
Antonella 1854, in 8.o
Car. 4 senza num. Ed. di 24 esemplari, dei quali 22 in carta velina, e due
in pergamena. Ne fu editore Andrea Tessier, che la trasse dalla suddetta
opera « Difese delle donne », da face. 29 verso, alla 31 verso delia prima
edizione.
Si vuole che al Bruni appartenga pure l'opera di Lodovico Domenichi inti-
tolala « Della Nobiltà delle donne », impressa in Venezia nel 1549, ed ivi
di nuovo riprodotta negli anni ISSI, e 15S4. Dicono che il Bruni avendola
mostrata al Domenichi, questi con biasimevole ruberia l'abbia poi sotto il pro-
proprio nome pubblicata. Si consultino in proposito il Mazzuchelli, tom. 2.
part. IV, pag. 2186: il Poggiali, « Memorie per servire alla storia letteraria
di Piacenza. » tom. 1, pag. 5SS : il Melzi « Diz. di opere Anon. e Pscud. *>,
ed altri.
'ISrunozza Cornelia.
Rime.
Stanno nel libro «Rime diverse di alcune nobilissime e virtuosissime donne ec.
Lucca, Busgrado, 1SS9, in 8° », ristampate poi in Napoli, per il Bulifon, pure
in 8.° Di questa nostra poetessa vedasi il Crescimbeni, tom. IV, e il Qua-
drio, tom. II.
Branozzi Iacopo.
Duello d'Amore e di Fortuna, opera di Giacomo Brunozzi,
canonico ec. di Pistoia. In Bologna, per Giuseppe Longhi,
1673, in 12.o
È una commedia in prosa.
— Vita di Mons. Luca Cellesi Vesc. di Martorano.
Manoscritta in 4° piccolo, di carte 232 numer. \m tempo presso i Sigg. Cel-
leti, ora nelìa Forteguerriana, cod. 95.
Bugno (di) Meo.
Oscuro rimatore pistoiese del Sec. XIV, ricordato dali'Allacci nel suo « In-
dice ». e quindi dal Crescimbeni e da altri storici della nostra letteratura.
Buonaccor§i Bnonaccorso.
Kime.
Nella Forteguerriana, a e. 56 e S7 del Cod. segnalo Ì7xó. Sono due sonetti,
uno diretto al Ciati, l'altro all'Italia,
— 09 —
ttuonaecorsi lliiona ventura.
Do gratia Dei.
Secondo il P. Giani (Annales Sacri Ordinis Sei', toni. II, Lucae, 1721.), que-
st'opera si conservava ms. un tempo nel Convento dei PP. Serviti di Siena.
Buonaccorsi Giovanni
Lettore di diritto nella fiorentina accademia intorno al 1500: lasciò vari
scritti legali, non mai stampati, e ora dispersi.
Buonagrazia Fr. da Cireglio.
Relazione del Convento di Giaccherino.
Manoscritta nella Forteguerriana, dove pervenne dal Convento di Giaccheri-
no nell' ultima soppressione. Questa relazione fu scritta negli anni 1665, e 64
per ordine del P. Giambatista del Borgo alla Collina Ministro provinciale dei
Frati Min. Oss. in Toscana, Oltre la storia della fondazione del Convento e
una minuta descrizione del medesimo, contiene un inventario di tutto ciò
che vi si trovava in quei tempi; una relazione dei frati « più degni » pi-
stoiesi che vi hanno vissuto, altra relazione sulle feste fatte in Pistoia nel
1667 per l'elezione al Pontificato del Cardinale Giulio Rospigliosi, Bolle di
Papi relative al Convento ec. Un altra cronaca ms. del Convento, fatta dal
P. Leonardo della Serra, fu dispersa nell'ultima soppressione.
Buonfanti €an. Roberto.
Poesie Postume, con cenni intorno alla vita e agli scritti
del medesimo di C. Buonfanti. Livorno, Tip. La Minerva,
1857, in 18.o
Bnongioi anni Silvestro.
Ai generosi che di consiglio e di opere soccorrevano il po-
vero desolato dal morbo colerico, Ode. Pistoia, Tip. Cino.
1855, in 12.o
Pag. Ì. È ristampata anche nella seguente edizione di rime :
— Versi. Pistoia, Tip. Niccolai e Quarteroni, 1868, in 32°
Ed. anonima, assai elegante, stampata in soli SO esemplari progressivamente
numerati. Altre rime del Sig. Buongiovanni, e qualche epigrafe, si hanno
pure in varie raccolte.
Burattini Tito Livio.
Misura universale, overo trattato nel quale si dimostra come
in tutti i luoghi del mondo si può trovare una misura, et
un peso universale senza che habbiano relazione con niun
altro, et ad ogni modo in tutti i luoghi saranno li mede-
— 70 —
simi, e saranno inalterabili et perpetui sin tanto che du-
rerà il mondo. La misura si può trovare in un'ora di tempo,
e questa ci mostra quanto grave dev'essere il peso. Dalla
misura si cavano ancora le misure corporee da misurare le
cose aride e le liquide. In Vilna, nella stamperia de'Padri
Francescani, 1675, in fol.
— La Bilancia sincera di Tito Livio Burattini, con la quale
per teorica, e pratica con l'aiuto dell'acqua non solo si co-
nosce le frodi dell'oro, e degli altri metalli, ma ancora la
bontà di tutte ìe gioie, e di tutti i liquori.
Manoscritto cart. del sec. XVII, nella Bib. Reale di Parigi. È in foglio pic-
colo, di pag. SO, in caratteri corsivi, di buona conservazione; ed è ornato
di molte figure allusive agli argomenti trattati, ed eseguite a penna con
qualche diligenza. Incomincia: « Fanno menzione le antiche quanto moderne
historie della sottile invenzione che ritrovò Archimede nell'acqua ec. » Da
alcuni passi dell' opera rilevasi che 1' autore la scrisse in Polonia, e che si
dichiara debitore di molti lumi verso Stanislao Pudlocoski dottor matematico
in Varsavia.
■ — Lettere.
Manoscritte nella Bib. Reale di Parigi, in un codice contenente una colle-
zione di lettere di diversi, segnato 977. Hanno tutte la data di Tosdova
presso Varsavia. Anche nell'opera « Histoire des Sciences Mathematiqucs »
del Libri trovasi stampata una lettera del Burattini, diretta nel 1677 all'a-
stronomo francese Boullian, in risposta alla notizia che gli dava quest'ultimo
sulla scoperta del teloscopio a riflessione fatta dal Newton. Questa lettera
fu riprodotta pure dal Ciampi nella « Bibliografia Critica delle corrispon-
denze dell'Italia colla Pollonia ec. » tomo 3°, pag. 85, col. 2.
Il Burattini è originario della montagna pistoiese, ma ignoro a qual luoga
preciso appartenga (1). Egli fu architetto del Re di Polonia Gio. Casimiro,
(l) Il Ciampi fece qualche ricerca sull'origine di questo Burattini, ed ecco
quanto ne scrive nella sua « Bibliografia della Polonia », \, pag, 49. in nota.
« Volendo assicurarmi so veramente la famiglia Burattini esistesse nella Mon-
tagna pistoiese, pregai un amico pistoiese a farne ricerca. Trovatala, credet-
tesi da quella gente che tal domanda fosse foriera d'un'eredità, onde si af-
frettarono ad assicurarmi della esistenza degli eredi; di più mandarono a
Firenze persona commissionata di farmi testimonianza della verità di quanto
per lettera mi fu comunicato. Io risposi che si trattava di sapere se un tal
Burattini vissuto 160 anni fa per lo meno in Polonia, fosse originario di
qualche paese della montagna pistoiese ; che questa domanda non aveva altra
causa fuori d'una curiosità letteraria ; a queste parole svanirono le da loro
concepite speranze, e non ne seppi altro.
fu Zecchiere in Varsavia, ed appallatone di una piccola moneta in Bronzo
chiamata Shelonghi (Szelonghi), tre dei quali formavano un grosso, gli uni
coll'armc di Polonia, altri con quella di Lituania. Viaggiò anche in Egitto,
credo per commissione del re di Polonia, come fa supporre il Kircher nel-
l'op. intitolata « Thcatrum Hierogliphicum » dove presentando i disegni dello
tombe, o cripte soggiunge : « quae omnia lustravit in Aegipto Titus Livius
Burattini as Regis Poloniae Architectus. » Durante la sua professione di Zec-
chiere essendo stato accusalo di adoperare un cattivo metallo per la compo-
sizione delle monete dette Szelonghi, pubblicò alcuni scritti in propria di-
fesa in lingua polacca, a cui pose il titolo di « Zecca degli Szelonghi ».
Buti Tiberio.
Rime.
Stanno nella raccolta « Urbis pistoriensis Monodiae Funerales, Fior. 4614,
in i.° » Un epigramma « Ad hospitem » sta a pag. 24 ; un altro carme latino
.ntitolato « Naenia fìuminis Arni in funere excell. Frane. Medici » occupa le
pag. 47-43.
liuti fticolao Felice.
Apollpnii Pergaci Conicorum libri IV, una cum Lemmati-
bus Pappi Alexandrini et commentariis Eutocii Àscalonitae,
quae c-lim priraus vulgavit omnia Fridericus Commandinus
Urbinas e graeco a se conversa, expurgata mendis, et
commentariis illustrata, nuperrime autem in lucem prodeunt
ab aliis etiam erratis longe plurimis, quae, ut primum edita
sunt identidem irrepserunt, vindicata. Pistoni, ex nova Tip.
Stephani Gatti, 1696, in fogl.
Questo lavoro, ricordato con lode anche dal Fabricio nella sua « Èibliot.
Graeca », è dedicato a Gio. Gastone de'Medici con lettera in data di Pistoia
IX Kalend. Aug. 1696. A questa seguono una breve notizia di Apollonio,
tolta da Pappo, da Eutocio, e da Gemino ; e quindi « Lemmata Pappi Ale-
xandria. » 1 libri di Apollonio cominciano a pag. 8, e terminano a pag. 260;
dopo la quale, con nuovo frontespizio, ne viene l'opera « Sereni philosophi
antinsensis lib. due ec. quorum unus de sectione cylindri, alter de sectione
coni. Pistorii 1696 ». Anche questo lavoro è dedicato allo stesso Gio. Ga-
stone de'Medici, ed ha speciale numerazione da pag. 1 a pag. 76.
— Epistolae.
Nella « Bibliot. Pistor. » del P. Zaccaria, pag. 174-177. Sono due lettere,
delle quali una diretta al Pontefice Bened. XIV, l'altra a Giuseppe Bianchini
che aveva ricordato con lode il nostro Buti nella sua opera « Dei Granduchi
di Toscana ».
— Rime.
Due Epigrammi greco-latini trovansi nella raccolta « Componimenti recitati
nella solenne adunanza celebrata dall'Accad. di Varia Letteratura ec. Pi-
— 72 —
stoia, 1746, in 4°: » — un altro epigramma latino leggesi nella ricordate
« Bibliot. Pistoricns. », diretto al Bianchini per la sua storia dei Granduchi
di Toscana : — un terzo epigramma contro un predicatore troppo rettori-
cheggiante sulla fuga di S. Filippo Neri da una mala femmina fu pubblicato
da Mons. E Bindi nelle note alle memorie di Mons. Giacomelli. — Altre
rime trovansi in varie raccolte.
— Scritti inediti.
Il Buti lasciò molte cose inedite delle quali un voi. ms. di lettere e ora-
zioni latine, di epigrammi latini e greci e di versi italiani lo possiede il chia-
rissimo Mons. Enrico Bindi : anche nella Forteguerriana si conserva una sua
orazione latina per l'anniversario funebre del Card. Forteguerri.
Niceolao Felice Buti fu maestro di rettorica nella Sapienza di Pistoia, e in
quell'ufficio diede bellissima direzione agli studi letterari e filosofici della
sua patria, e molti de'suoi alunni riuscirono valentissimi. Godè anco della
benevolenza per non dire dell'amicizia del Pontef. Bened. XIV, come appa-
risce da una sua lettera diretta a quel papa per raccomandargli un figliuolo
che recavasi a Roma a mettersi nella earriera ecclesiastica. Fu di statura
piccolissima, alla quale alludendo il nostro Sebastiano Bartolozzi suo sco-
laro, così scrisse sotto un ritratto di lui :
Exigua quisquis Buteum sub imagine cernis,
% Ne speme effigiem, ne capiare ; cave :
Qucm mole exiguum peccans Natura creavit,
Immensum Pallas reddidit ingenio.
Nato nel 21 Febb. 1668, il Buti morì nel 1748. Di lui fecero onore voi men-
zione il Lombardi nella Storia della Lett. Ital. Ven. 1855, voi. 6, pag. 158 : —
il Mazzuchelli, degli scrittori d'Italia, voi. 2, pag. 2470 ; — il Bindi nelle
note alla notizia di M. Giacomelli premessa al volgarizzamento del Sacerdozio
di S. Gio, Grisostomo : — G. Arcangeli, che ne scrisse la biografia, inserita
nella raccolta fatta dal Tipaldo, voi. 7. pag. 68.
Caldcrirai Alessandro.
Notomia delle ossa.
MS. cartac. in fol. nella Forteg. di Pistoia, nel Cod. 150. Questo Calderini
visse nel Sec. XVII. fu maestro di chirurgia nello Spedale di Pistoia, e in ap-
presso in quello di S. Maria Nuova di Firenze, e sebbene medico distinto, il
suo nome è ancor ricordato soltanto per l'acqua caustica di sua invenzio-
ne. Di lui così scrisse A. F. Ciucci nel suo « Promptuarium Chirurgicum ».
« D. Alexander Calderini chirurgus egregius nostrae tempestatis magister
« Florentiae S. Mariae Novae in aneurismate non magna ncque vetusta,
« ingenti cum utilitate, purgato prius corpore , sanguineque decenter eva-
« cuato , partem validis astringentibus, mane et sero fovebat, et desuper
u in cataplasmatibus formam alligabat frustulum casci recenti non salati,
« quo et ego felici cum evento multiores usus suoi. »
— 73 —
l'animeàli Antonio.
Pbilostrato e Panfila doi Amanti, tragedia di Antonio da
Pistoia. In Venetia, per Manfredo Bono de Monferrato, 1508,
in 8.0
È in terza rima, ed è dedicata « A lo Illus. et Ececllen. Duca Hercule de
Ferrara ». L'argomento di questa tragedia, mutati i nomi di Guiscardo e Gi-
smonda in quelli, dì Filostrato e Panfila, è tolto dalla novella prima, gior-
nata quarta del Decamerone.
— La stessa. In Venetia. per Melchiorre Sessa, 1516, in 8,°
— La stessa. In Venetia, per Zorzi De Rusconi Mila-
nese, 1518, in 8.°
Ha questo frontespizio « Operetta nuova di due amanti Filostrato e Panfila
composta in tragedia da Antonio da Pistoia. »
— La stessa. (Senza indicazione di luogo e di stampatore), in 8.°
Ha nel frontespizio il titolo « Tragedia di Antonio da Pistoia » senz'altro;
e nel fine « istampata ad istantia di M. F. Benvenuto ». Tanto l'edizione
originale, quanto le diverse ristampe di questa tragedia sono tutte assai rare.
— Rime.
Cinque sonetti del Cammelli stanno insieme ad altre rime di diversi in lode
del Boiardo poste innanzi all' « Orlando Innamorato » . ed. di Venetia, lb'44,
in i.° Un altro saggio ne diede recentemente l'editore Romagnoli di Bolo-
gna: ma un edizione completa di tutte le opere edite e inedite del nostro
Cammelli vedrà fra breve la luce in Livorno per cura del Prof. 0. Targioni
Tozzetti co'tipi di Francesco Vigo. Molte rime inedite si conservano anche
nella Forteguerriana tra quelle di Paolo Panciatichi.
Intorno a questo scrittore varie sono le opinioni degli storici. Il P. Zaccaria
lo crede figlio di quel Tommaso Cammelli che abbandonata la patria e sta-
bilitosi in Ferrara, nella corte del Duca Ercole, lasciato il proprio cognome, lo
prese dalla sua città natale: il Zeno, nelle note al Fohtanini, vuole invece che
Antonio da Pistoi.* sia della famiglia Vinci; la qual cosa non ammette però
il Zaccaria che desidera prove più eonvincenti. Si consultino in proposito
il Crescimbeni, il Quadrio, il Baruflaldi « Poeti Ferraresi », il Catalogo Cap-
poni, ed altri.
Cammelli Ilare' Antonio.
Rime.
Stanno nel libro « Collcctanee Grece, latine et volgari ce. nella morte del-
l'ardente Seraphino Aquilano. Bologna, Bazaliero, 45(K , in 8.° »
Questo Marc'Antonio è figlio di Antonio Cammelli.
Camici lènti. Luigi.
Memoria sopra una Paracentesi toracica.
Pagg. lh\ È una tiratura a parte dal « Giornale dei Letterati di Pisa » tom. I. art.
3.° E diretta al Dott. Catellacci insegnante anatomia nella Università di Pisa.
74
€/aniici Francesco,
Dissertalo Medica Inàjaguralis de arctissimo Medicinae et
Chirnrgiae nexu. Ticini Liguri, 1818, in 4.°
Camici Giovanni.
li 29 Maggio, Parole. Pistoia, Tip. Gino, 1861, in 12.°
— Parole dette sul feretro del Cav. Prof. Leopoldo Fedi.
Neil' opuscolo «Ricordanza del Cav Prof. Leopoldo Fedi, Pistoia, 1866, in 8°»
Altri scritti del Sig. Camici trovansi in varie raccolte, e fra gli altri una
bella prosa in quella stampata pel primo anniversario dalla morte di Anto-
nietta Scali, Pistoia, Tip. Bracali, 1872.
Cancellieri Costanzo.
Rime.
Trovansi nella raccolta « Collectanee Grece, latine ce. » sopra ricordata. Co-
« stanzo della famiglia Cancellieri di Pistoia, rinomata per le famose fazioni
« dei Bianchi e Neri esigè non poca estimazione verso la fine de! secolo XV
« e per avventura con maggior fondamento di molti altri seguaci della nuova
« scuola : imperocché alcune sue rime .... quantunque lavorate su '1
« nuovo tornio, anno qualche miglior garbo, e non tanta informità, e sci-
« pitezza, che assorbiscano affatto le bizzarre invenzioni, e gli spiritosi con-
« cetti, de' quali sono abbastanza ornate » (Crescimb. Comment. voi, 2- p. II.
lib. VI.)
Cancellieri Raffaello.
— Raphaelis Cancellerà Pistoriensis civis patricique roma-
ni in Gy amasio Pistoriensi horis matutinis Ius Civile prò-
phitentis De Iustitia in ingressa studii. Florentiae, apud
Bartolomaeum Sermantellium, et fratres, 1609, in 4.°
Pagg. b6 senza num. e 5 in princ. bianche. Questo Carme è dedicato dal-
l' autore al Card. Innocenzo Bubalo con sua lettera datata da Pistoia ma
senz' anno. A questa fanno seguito un avviso al lettore di G. B. Fidelissimi,
nel quale chiama 1' autore « Iuris prudentissimi viri, et in pangendis car-
minibus consumatissimi » ; e questo suo lavoro « opus sane ingeniosufn, ele-
gans, eruditum, et omnibus numeris maxime absolutum » ; — lo « Stemma
Familiae Cancelleriae, » dove si ha un elenco dei più illustri uomini della
medesima famiglia ; — vari anagrammi in lode dell' autore, tra i quali di
Antonio Vezzi, Filippo Scarpelli, Seb. Forteguerri, Niccolò Villani ed altri; —
ed un nuovo ^avviso di Francesco Fontana. Al Carmen « De Iustitia •> che
occupa 25 carte fan seguito molti anagrammi, alcuni di argomento storico,
— 75 —
ed altri ne' quali si fa il ritratto delle virtù o del valore «li qualche illustre
pistoiese ; un altro Carme col titolo « De homirìis condictionc » ; e quindi altri
anagrammi.
■ — Lo stesso. Saecunda Editio. Venetiis, 1611, ap. Bernar-
dinum Iunctam, Io B. Ciottnm et Socios, in 4.°
Pagg. 100, e cart. o in fine senza numer. Ha un' epigrafe dedicatoria, quin-
di, come nella prima edizione, la lettera dedicatoria al Card. Bubalo, 1' av-
viso del Fidelissimi, e le rime in lode dell' autore aumentate di altri epigram-
mi ed anagrammi.
— Rime.
Nella raccolta « Urbis Pistoriens. Monodiae Funerales », più volte ricordata;
innanzi alla Vita di S. Atto scritta da Francesco Forteguerri, Firenze, 1608 ;
ed in qualche altra raccolta.
Cancellieri Niccolò.
Relazione dell'assalto e battaglia improvvisamente data alla
città di Pistoia dall' esercito dei Barberini il 2 d' ottobre
1643, descritta da Niccolò Cancellieri ec.
Ms. cart. in fol. picc. nella Forteg. di Pistoia, e nella Riccardiana di Firen-
ze. Oltre la lettera dedicatoria dell' autore al Senat. e Colonnello Piero Cap-
poni Commissario di Pistoia, v' è altra lettera al Granduca di Toscana Fer-
dinando II, di Bartolomeo Piggi, nella quale gli dice come la sua assenza
dalla città avendolo privato di partecipare all' onore della gloria e delle
corone civiche delle quali è stimato degno chi ebbe difeso dall' improvviso
assalto la città ; pensò di raccogliere questa relazione che andava per le
mani a penna, e a lui dedicarla ; quasi per togliersi così di dosso « il pru-
rito di operare qualcosa a prò della patria, che nella penna e nelle mani gli
aveano eccitati il suono delle trombe e il rumore dei tamburi e dell' assalto »
Soggiunge essere questa relazione scritta « senza quelle passioni di odio e
d' invidia, che sogliono macchiare e deturpare le più nobili composizioni »
In fine alla relazione v' è un « Breve Trattato della divotione che porta la
città di Pistoia a S. Eulalia V e M •> e della cagione della festa che in suo
onore ogni anno si celebra nella nostra città.
Cancellieri SBaccio.
Breve racconto delle Azioni e felicità del Ser. Grand. Fer-
dinando III de' Medici.
Ms. cart. in 8.° nella Forteguerr. di Pistoia, cod. 151. È dedicato a Mad.
Cristiana di Lorena Granduchessa di Toscana con lettera di Firenze, de' do-
dici Gennaio 161-i. Appartenne al Dott. Bernardino Vitoni, che, mentre di-
morava in Firenze, vi aveva fatte molte note con animo di pubblicarlo, ciò
— m —
che poi non fece disi ratto da altre cure ; ed è ricordalo anche dal Tàcgioni
nel toni. V de' suoi Viaggi per la Toscana. Mi assicurano che anche il Pog-
giali possedeva un' esemplare di questo ms ; e forse, se così è, si conser-
verà ora nella Palatina di Firenze.
CancclBicri Glnscppe.
Origine, descendenza et arbore dell' antica e nobile fami-
glia de' Franchi Boccagni della città di Pistoia, raccolta
dalle scritture pubbliche et autentiche della medesima cit-
tà ec. In Pistoia, appresso Pier Antonio Fortunati, 1651,
in 4.°
Pagg. 22, e e. i in fine non numer. delle quali V ultima bianca. Ha lettera
dedicatoria al Cav. Lorenzo Franchi, e due grandi alberi genealogici.
Cancellieri Gio. Francesco.
Sommario di alcune pubbliche e autentiche scritture at-
tenenti alle provazioni fatte dal Sig. Gio. Francesco del
Sig. Giuseppe del già Sig. Gio. Cancellieri di Pistoia, in
occasione delle suppliche fatte al Ser. Grand, e Gran Mae-
stro della Religione di S. Stefano ec. per ricevere in essa
T abito di Cav. e Milite ec. 1' anno 1684. In Firenze, per
V. Vangelisti, 1684, in fol.
Ricordo questo libretto a cagione della importanza che hanno per la storia ge-
nealogica della casa Cancellieri le scritture in esso registrate. Pare che a
questo Gio. Francesco fosse fatta ragione, poiché trovo che nel 168o era
jiia ascritto all' ordine dei Cavalieri.
Cappelli Luigi.
Pel ritorno da Parigi della S. C. M. di Alessandro I.
Imperatore di Russia ec. Rime. Vilna, pel Zavvaschi, 1814,
in 4.°
— Discorso sulle Istituzioni civili del Prof. Varnekoenig
di Liegi, nel quale si propone di sostituirle per V uso de-
gli scolari dell' Università di Vilna a quelle dell' Heinec-
cio. Vilna, pel Zavvaschi, 1816, in 8.°
— Il Petrarca poeta e filosofo morale, ragionamento acca-
demico recitato nella pubblica seduta per la riapertura degli
studi della Università di Vilna. Vilna, pel Zavvaschi, 1816,
in 8. (in polacco).
— 77 —
— Analisi della Storia del Gius Romano.Vilna, 1816, in 8.»
— Manuale Iuris Canonici. Vilna, 1819, in 8.°
— De F Enseignement du droit romain en general, et parti-
culierement d' un ouvrage elementaire sur ce meme droit
qui pourrait convenir aux Universitès de l'Empire, Di-
scours ec. Vilna, 1827, in 8.°
L' oggetto di questa prelezione accademica fu quello di rispondere al cenno
del governo russo che aveva invitato i dotti d' ogni paese a comporre un
libro elementare del diritto romano ad uso delle università dell' impero, ed
ordinato logicamente dalla filosofia del secolo in un sistema di principii ,
nel quale l'armonia delle parti e l'unità del tutto servissero alla connes-
sione naturale e alla chiarezza delle idee che sono gli essenziali requisiti
delle opere destinate allo insegnamento preliminare della gioventù. Dei
quali due attributi non possono eertamente gloriarsi le Istituzioni di Giu-
stiniano, che il Cappelli dichiara essere « un edilizio gotico elevato alla
scienza delle leggi in un secolo di decadenza, in una città accerchiata dalla
barbarie, e per ordine di un imperatore il quale, subordinato all' assoluti-
smo della moglie, e ingannato da un ministro venale, meritò dalla storia i
titoli di gotico, e di vandalico piuttosto in grazia delle sue collezioni che
delle sue vittorie » .
Così il chiariss. Aldob. Paolini in un art. su questo scritto inserito ncl-
V « Antologia » di Firenze, tom, 40.
— Rime.
.Vegli atti dell' Accad. Pistoiese, e in varia raccolte.
Cappelli Antonio.
Teoria della distribuzione del terreno e delle aunve ren-
dite ed occupazioni nazionali, ossia distribuzione dei beni
di natura ed arte.
Ms. nell' Archivio della R. Accademia di S. L. e A. di Pistoia. Di altro me-
morie scritte dal Cappelli è fatto ricordo negli Atti dell' Accademia stessa ;
ma le ho cercate invano nel suo Archivio.
Cappellini Tommaso.
De obstetriciis ad partum naturalem conducentibus, Tenta-
men historico-chirurgicuin. Ticini, 1792, apud haer. P.
Galeatii. in 8.°
Capponi Vittorio.
Progetto di un Catalogo Scientifico o per ordine di mate-
rie da compilarsi per la R. Biblioteca Forteguerri di Pistoia.
Pistoia, Tip. Niccolai, 1871, in 8.°
Ed. non venale di 150 esemplari. Sebbene non sia indicato sul frontespizio,
deve ritenersi questo fascicolo come la prima parte del mio lavoro: e come in
essa si dava il prospetto delle materie nelle quali doveva essere diviso il
catalogo della Biblioteca ; nella seconda parte si dovevano illustrare le diverse
classificazioni, indicando anche tutte le regole necessarie a porre in esecuzione
il mio progetto : ma questa seconda parte, per cause che ormai è inutile
dire, non si pubblicò.
■ — Relazione intorno ai progressi della Biblioteca popolare
nel Comune di Porta Lucchese. Pistoia, Tip. Bracali, 1872,
in 8-°
— Catalogo dei Manoscritti della R. Biblioteca Forte-
guerri di Pistoia.
Ms. nella stessa Biblioteca. Non è un secco inventario di codici, ma è ar-
ricchito di note bibliografiche e storiche ad ogni articolo. I codici della For-
teguerriana, fra cui non pochi greci e latini, ammontano ad oltre 400.
— Bibliografìa delie opere di Giovanni Boccaccio.
MS. presso di me. Ho intenzione d' incominciarne la stampa nel prossimo
anno 1875.
Cari Gaetano.
Theses Philosopbicae. Florentiae, Stecchi e Pagani. 1771,
in 4.o
Pagg. XLII, ed una tav. Sono dedicate a Mons. Alamanni V.° di Pistoia.
■ — De Aeris Gravitate eiusque elaterio, specimen physicum,
cui adiecta est analysis Macliinae simplicis pneimiaticae in
planiorem formam redactae. Pistoia, Tip. Bracali, 1779, in 8°
Pngg. 50, con tre tavole.
— Nuovo Conduttore spirale con la sua teoria. Pistoia,
Tip. Bracali, 1783, in 8.°
79 -
Carlini Raffaello.
Nelle nozze del Ser. Principe Ferdinando di Toscana con
la Sereniss. Principessa Violante Beatrice di Baviera, Can-
zone. In Lucca, 1689, per i Marescandoli, in fol.
— Betulia Liberata, Poema Eroico ec. Al sereniss. e Rev.
Principe Card. Francesco Maria de'Medici. In Pistoia, per
Stefano Gatti, (1694), in 4.<>
Pagg. 267 e carte i in principio non num. contenenti oltre l'antiporta e il
frontespizio, la lettera dedicatoria e un avviso al lettore. In fine evvi un'al-
tra carta contenente l'Errata. Il poema è in dieci canti, e in ottava rima.
Un altro poema col medesimo titolo si ha alle stampe, non ricordo più di
quale autore ; e il Carlini nell'avviso al lettore così ne parla, quasi a scu-
sarsi dell'aver trattato lo stesso soggetto. « Io giudico che tu possa aver
visto un poema dato alla pubblica luce, e come questo mio intitolato, sic-
ché fommi lecito di significarti non essere ciò alla mia notizia pervenuto,
se non poco tempo fa per mezzo dell'erudissimo Sig. Antonio Mngliabechi, a
cui nulla si nasconde di moderno o degli antichi scrittori. » Questo Carlini
fu di Crespole, antico castello delle montagne pistoiesi ; ma non mi è stato
possibile averne particolari notizie, anche perchè è sconosciuto ai nostri sto-
rici ; ma ch'e'fosse uomo di qualche merito può rilevarsi, oltreché dalle sue
opere, anche dalle relazioni che ebbe con vari uomini illustri, tra i quali,
com'abbiam visto, fu anche il Magliabechi.
— Nella professione della Illus. et Eccell. Sig. Suor Cele-
ste Colonna noi Monastero di S. Domenico e Sisto, Can-
zone dedicata airillustr. Signora Donna Clelia Cesarini-Co-
lonna Principessa di Sonnino ec. In Roma, nella Stamp.
Buagni, 1696, in fol.
Carradori Fh\ Area»gelo.
Dizionario Arabico-Italiano.
MS. cart. in fol nella Forteg. cod. 342. Il Cinelli diede questo dizionario
come imperfetto, e lo disse arabico-latino-ilaliano ; ma veramente non ha
che la voce arabica, la medesima voce scritta secondo la pronunzia nostra, e
la corrispondente italiana. Questo lavoro è inedito, e si conservò finora nella
Biblioteca del Convento di Giaccherino, dove visse l'autore frate min. osser-
vante.
CarteroB&iac® ScSpZonc
Vedi: Fortcgucni Scipione.
— 80 —
Carteromac© Niccolò.
Vedi: Fortegucrri Niccolò
Cartoli Marcii. Alessandro.
Il Disgusto col mondo, tradotto dall'idioma francese nell'ita-
liano ec. In Lucca, 1718, per Dom. Ciuffetti, in 4.°
Pagg. 75, e car. 6 in prin. non num. Questa trad. è dedicata dall'autore a
Mons. Colombino Bassi Vesc. di Pistoia.
Cartoli Eustachio.
Sonetti diversi. In Firenze, 1730, nella Stamp. di Bernardo
Paperini e comp. in 4.
Questi sonetti, sono dedicati a Bartolomeo Saiani Cap. della Montagna Pisto-
iese. Furono ristampati dallo stesso Paperini nel 1752, in 8.°
— Discorso sopra le frequenti apoplessie di Firenze e sue
adiacenze.
MS. citato dal Matani nella sua opera « Delle Produzioni naturali del ter-
ritorio pistoiese. »
Carradori Francesco.
Istruzione Elementare per gli studiosi della Scultura. Fi-
renze, 1802, in fol. picc.
È dedicata quest' opera a Lodov. Re d'Etruria. Ha il frontespizio inciso in
rame, e tredici tavole di corredo, l'uno e le altre disegnate dallo stesso Car-
radori.
Cellesi Atto.
Do vano astrologorum iudicio.
Trovasi nel toni. II delle « Lettere Miscellanee » di Bonifazio Vannozzi,
pag. 402 e seg. Fu dall'autore mandata al Vannozzi, il quale a sua volta in-
viandola a Mons. Lunadoro Vescovo di Nocera, chiama questo laverò « scrit-
tura dotta et pia, simile all'autore pio et dotto anch'esso » : e di vero il
Vannozzi ebbe il Cellesi in molta stima: lo dice « intendentissimo dell'a-
strologia », e gli indirizzò, anche una lunga lettera sul comporre comme-
die, che è quasi un trattato su tal materia, più che una lettera.
— Orationes.
Le ricorda il Vannozzi nelle sue « Lettere Miscellanee » toni. Ili, pag. 452
e 946: una fu recitata nella Sapienza per l' inaugurazione degli sturi, l'altra
— 8*1 r-
nel Palazzo dei Priori per ì' annua festività di san Bartolomeo. Del Cellesi
si ha a stampa anco una lettera, diretta al Vannozzi intorno alle Lettere
miscellanee di lui, e trovasi nel tom. 2 delle lettere medesime pag. 16.
Cellesi Fra Iacopo.
Vita del Servo di Dio P. Giulio Mancinelli della Comp. di
Gesù ec. dedicata alla Santità di N. S. Papa Clem. IX. In
Roma, per il Varese, 1668, in 4.°
Car. 9. in principio senza numerare, poi 644 pag. e car. 26 in fine senza
numer. con ritratto in rame del Padre Mancinelli.
— ■ Historia della Guerra di Fiandra dall'anno 1593 sin alla
tregua d' anni dodici conchiusa Tanno 1609 composta da
Angelo Gattucci della C. di G. volgarizzata da Iacopo Cel-
lesi ec. In Roma, 1673, alle spese d'Ignazio Lazzari, in 4.°
Voi. 2.
Il primo voi. conta pag. 564* e e. 6 in principio senza numerazione,- il se-
condo pag. 672. e car. 4. in princ. non num. Il Cellesi dedicò questa sua
traduzione a Don Filippo Spinola-Colonna duca di Sesto, con lettera senza
data, la quale vedesi riportata anche in principio del volume secondo : il voi.
primo ha pure in principio la dedicatoria della edizione originale del Gai-
lucci « alla maestà di Carlo II re cattolico e potentissimo. »
Cellesi Oliviero.
Rime.
Sono due epigrammi latini, e trovansi nella raccolta fatta pei Funerali di Don
Francesco De' Medici. « Urhis pistoriensis Monodiae Funerales. Florentiae,
1614 ». pag. 55.
Cellesi Al oii s* Luca.
Constitutiones et Decreta Synodalia. Montileoni, 1637, in 4.°
Questo Cellesi fu Vescovo di Martorano nell'ex-regno di Napoli, alla qual
dignità fu elevato da Urbano Vili nel 1627. Morì nel 1661. Vedine la vita
scritta dal Brunozzi, quella composta da Seb. Conti, ed anche l'Ughelli « Ita-
lia Sacra ».
Cellesi Sebastiano.
Delle varie forme di governo che ebbero le Repubbliche di
Toscana, e particolarmente quella di Pistoia, del principio
Capponi, Bibliogr. Pisi. 6
— 82 —
e ordine dei presenti magistrati pistoiesi, con molte altre
notizie circa a'Grandi o Magnati ed agli antichi nobili del
Contado.
MS. ora perduto. Credesi che si smarrisse nel 1748 quando convenne man-
darlo a Firenze per ottenere la facoltà di stamparlo, che non fu mai con-
cessa. Io tengo presso di me un piccolo frammento a stampa di quest'opera,
forse una bozza dall'impressione fatta come per saggio, con questa soscri-
zione: In Pistoia, 1748, per Atto. Bracali, in 4.°
Cellesi Can. Fabrizio.
La Voce della Greggia di Pistoia e Prato al suo pastore
Mons. Ricci ec. In Sondrio (senz'anno), in 8.°
È anonimo, ma sappiamo esser questo lavoro del Can. Fabrizio Cellesi. La
data di Sondrio è falsa.
— Allocuzione al popolo pistoiese recitata nella Chiesa Cat-
ledrale di Pistoia in occasione del solenne triduo celebrato
in detta Chiesa nei giorni 11, 12 e 13 Giugno 1790. Pi-
stoia, Bracali, (1790), in 4.°
Pagg. 14-, ed una carta bianca in fine.
— Rime.
Trovansi nelle seguenti raccolte : Per la Monacazione di Suor Carolina Ialini,
(Pistoia, 1798.)— Per la Monacaz. di Suor Brigida Baldinotti (Ivi, 1801.) —
Per le Nozze Rossi-Buonfanti. (Ivi, 1801.) — Per le nozze Nencini-Pandol-
fini, (Ivi, 1802.) — Per le Nozze Buonfanti-Gatteschi (Ivi, 1803) — Per la
Monacaz. di Suor Carlotta Ippoliti, (Ivi, 1805), e in varie altre.
Cenni Gaetano.
Primatus Hispaniarium vindicatus, sive defensio Primatus
Ecclesiae Toletanae, hispanice conscripta a Nicasio Sevil-
lano, latine autem reddita a Caietano Cenni. Romae, Sal-
moni, 1729, in fol.
— ■ Concilium Lateranense Stephani III unica dissertatone
illustratimi Caietano Cenni. Romae, 1735, in 4.°
— De Antiquitate Ecclesiae Hispanae, Dissertationes. Ro-
mae, Tom. lo typis Ant. De Rubeis, 1739: Tom. 2° Typis
Palearini, 1741, in 4.°
Il tomo primo ha questo titolo : « Codex veterum canonum Ecclesiae hispa-
nae ce. et de Antiquitate Ecclesiae ce. Dissertationes ce, perche l'autore ha
— 83 —
premesso alle sue dissertazioni il codice degli antichi canoni di quella chiesa,
tratto dalle raccolte dei Concili con le decretali fatte da S. Isidoro. Il Co-
dice va fino alla pag. CXXVII, ed alla seguente con nuova numerazione co-
minciano le Dissertazioni che seguono poi nel volume secondo, in tutte in
numero di 47, nelle quali l'autore si propone di far vedere lo stato e la di-
sciplina della Chiesa di Spagna dal suo stabilimento fino al cadere del sec. VIII.
Si veda in proposito di questo lavoro l'opuscolo del P. Scarmagli di Monte
Cassino intitolato « Vindiciae Antiquitatis Monasticarum historiae, Arretj, 1753 »
scritto per confutare il Cenni, il quale nel suo lavoro aveva sostenuto che
l'ordine di San Benedetto non esisteva in Spagna che dal Sec. IX. Il Cenni
poi gli rispose con quattro estesi articoli che stanno nel giornale dei Let-
terati d'Italia anno 4755.
— Anastasius Bibliothecarius, notis chronologicis illustra-
ti^ a Caiet. Cenni. Tom. 4, in fol.
■ — Bullarium Basilicae Vaticanae, collectio in tres tomos
distributa, et notis aucta et illustrata. Romae, 1755, tom. 3
io fogl.
Qucst' epcra comprende il Bollano Romano da S. Leone fino a Benedetto XIV,
ed è lavoro pregevolissimo, non solo perchè tutte le materie sono state con
paziente accuratezza riconfrontate, colle antiche pergamene della Bibl. Va-
ticana, ma per le molte note ed illustrazioni di ogni genere colle quali il
dotto autore ha saputo adornarlo. Non deve peraltro tacersi come il Cenni
ebbe a compagni in questa sua fatica Antonio Martinetti e Filippo Dionisi.
- — Dissertazioni sopra le antichità italiane già composte e
pubblicate in latino dal Prop. L. A. Muratori, e da esso
poscia compendiate e trasportate nell'italiana favella, opera
postuma ec con note dell'Ab. Gaetano Cenni. Roma, 1790-
91-92, Tomi 3, in 8>
Il Cenni non fu solo nell'annotare questo dotto lavoro del Muratori, ma fu
aiutato dal Marcelli e dal P. Soldani. Sono del Cenni le prefazioni, e le note
contrassegnate C.
— Monumenta Dotninationis Pontificiae, sive Codex Caroli-
nus juxta autograpLum Vindobonense, Epistolae Lconis III
Carolo Augusto, Diplomata Ludovici, Otthonis et Henrici,
Chartula Comitissae Matbildae, et Codex Rudolphinus ine-
ditus ec, opera et studio Caietani Cenni. Romae, tipis Pa-
parini, 1760-61, Voi. 2 in fogl.
È dedicata al Card. Passionei. Fra questi monumenti è notato come il più
chiaro il « Codice Carolino » , dove leggonsi 99 epistole, detto così da Carlo
Magno, il quale fece raccogliere quelle ledere nel 791. Oltre la dottissima
— 8
prefazione a tutta l'opera, il Cenni ha premesso nel primo volume un di-
scorso a ciascuna delle lettere sunnominate, per la piena intelligenza del
testo ; ed il medesimo stile ha tenuto nel secondo volume, corredando di si-
miglianti discorsi ciascuno dei monumenti. Oltre di che ha voluto tutto ri-
schiarare con note dove faceva mestieri, perchè nulla vi rimanesse di dub-
bio o d'oscuro.
, De Praestantia Basilicae Vaticanae, in 4.°
, . Giornale dei Letterati pubblicato col titolo di Novelle
letterarie oltramontane. Roma, Pagliarini, 1742-1760.
Fu promosso dal Cenni in unione all'illustre Mons. Miehelangiolo Giacomelli,
che ne furono anche i compilatori insieme coli' ab. Petroni.
Dissertazioni sopra vari punti interessanti la Storia ec-
clesiastica, pontificia, canonica e romana. Pistoia, Bracali,
1773-1779, Voi, 2 in 4.°
Queste dissertazioni furono pubblicate dopo la morte del Cenni da Bartolomeo
Colti il quale vi premise un discorso epenografico, dove lungamente discorre
della vita e delle opere del nostro autore. Il voi. 1° contiene le dissertazioni
di storia ecclesiastica che sono in numero di 14: il 2° quelle di storia ro-
mana che ascendeno al numero di 12. L'opera è dedicata dal Colti a Mons.
Giuseppe Ippoliti Vescovo di Pistoia.
Il Cenni nacque in Spignana, umile villaggio della montagna pistoiese, nel
1898. Fu in Roma bibliotecario del Card. Belluga, e morì nel 1762.
Per la sua biografìa vedasi il Discorso epenografico sopra ricordato del Colti,
e il cenno pubblicato da Giuseppe Arcangeli1 nella collezione biografica del
Tipaldo, tom. IV.
CeafiEiI ISutfco IfcliRS&lil©.
Eime di Matteo Rinaldo Cenni prete dell'Oratorio ec : In
Pistoia, presso Atto Bracali, 1774, in 8.°
Pa»". XII-188, colla dedicatoria al Card. Carlo Boschi. Le poesie terminano
alla°pag. 105. e quindi dopo un'avvertenza segue altra operetta poetica di
Bartolomeo Colti intitolata « Ricerca del vero bene » . Le rime del Cenni
consistono in tanti sonetti sopra vari soggetti. Ecco il giudizio elio ne diede
il detto Bartolomeo Colti nelle sue Osservazioni Epaino- critiche. « L' autore
non fu poeta se non in quanto gli ci piegò la fantasia la lettura dei poeti,
e soprattutto dell'Ariosto. Non dico già che ne abbia fatto contrarre a que-
sti suoi sonetti ombra o tintura d'imitazione, ma dico che i colori pella poe-
sia in generale vi sono macinati passabilmente. » Rinaldo è fratello di Gae-
tano Cenni sopra ricordato.
Cliiappelli Fraiseese®.
Eicerche Fisiologiche. Pistoia, Tip. Gino, 1843, in 8.0
Dedicata al celebre Dott. Maurizio Bufalini.
— 85 —
— Aggiunte alla Fisiologia del sistema nervoso di G. Mul-
ler. Pistoia, Tip, Cirio, 1844, in 8.0
— Trattato d'Igiene privata. Napoli, T. Cottrau, 1858, in
8.° grande.
Pagg. 482, non comprese tre carie in principio non numerate, ed una in fine
bianca. Questo riputatissimo trattato d'Igiene era slato pubblicato la prima
volta nell'appendice della « Gazzetta Medica Toscana » ; fu poi riprodotto
nell'appendice del « Ricogìitore Medico-Chirurgico » di Napoli, che compi-
lava il Dott. Pietro Cavallo, ma ne fu interrotta poco appresso la pubblica-
zione, essendo venuto a cessare il detto periodico.
Chiavacci Armando.
Encore deux Tietimes. Pistoie, Imprimerle Cino, 1844, vo-
lumi 2, in 8.0
— Nelida, di Daniele Stern, versione italiana di Armando
Chiavacci. Firenze, Cocchi, 1848, in 8.°
CEsiavaeci Tersisi©.
Addio pronunziato sul feretro del Dott. Kaffaello Gonfian-
tini di Pistoia. Pistoia, Tip. Cino 1869, in 4.°
— Parole dette sul feretro del Cav. Ulisse Cai uri.
Stanno nell' opuscolo « Parole dette presso al feretro del Cav. Dott. Ulisse
Caluri, Pistoia, 1871, in 8.° »
— Alla memoria della nobile Antonietta Scali nata Fre-
diani, Pistoia, Tip. Cino, 1872, in 8.0
Vi si contiene un' elegia, un' epigrafe ed un cenno necrologico. Altri scritti
del Sig. Dott. Chiavacchi trovansi in varie raccolte, tra i quali piaccmi ri-
cordare la bellissima Canzone « Una Visione », contenuta nella raccolta
stampata pel primo anniversario dalla morte di Antonietta Scali. (Pistoia,
Tip. Cino, 1872.)
Ciampi Sebastiano,
Al Sig. Francesco Bienvenù professore e dimostratore di fi-
sica sperimentale, Canzone libera. In Pistoia, 1795, per
Vincenzo Manfredini, in 4.°
Fu stampata in occasione di un' accademia di fisica sperimentale data dal
Bienvenù in quel!' anno nel teatro di Pistoia.
— 86 —
— Riflessioni sulla necessità di studiare gli antichi scrit-
tori e sulla vera maniera di far moderno V antico nel pren-
dere dai loro scritti per il progresso della buona lettera-
tura, con alcune osservazioni intorno al poema omerico in-
titolato « Iliade o la morte d1 Ettore ec. » Venezia, presso
Adolfo Cesare, 1800, in 8.o
Pagg. 458. È dedicata al nobil sig. Gio. Maria Cottini agente in Venezia del
Granduca di Toscana con lettera di Venezia, de' 20 ottobre 1800. Con que
sto scritto il Ciampi si oppose il primo alle pretese riforme del Cesarotti
intorno all' Iliade d' Omero, ed alla maniera di studiare e tradurre i clas-
sici greci e latini ; e levò gran rumore in Italia per la celebrità del Cesa-
rotti stesso, che in quel tempo era all' apice della sua gloria. Non manca-
rono al Ciampi, coni' era da credersi, le censure dei Cesarottiani, ma ri-
scosse anco gli applausi di quelli, e non eran pochi, che la pensavano di-
versamente. L' eruditissimo Sig. Lodovico Busca milanese così ne scriveva
all' autore da Padova nel dì 25 Decembre 1800. p Ho differito finora a ri-
scontrarla della impressione che poteva aver fatta il di lei libro siili' ani-
mo del Cesarotti, perchè ero totalmente mancante delle relative notizie.
Dopo varie inquisizioni, feci spargere 1' esemplare che ella volle favorirmi ;
esso fu letto con avidità e dagli oppositori e dai difensori dell' ab. Cesarot-
ti-; ed egualmente tutti confessano che la di lei opera è mollo giudiziosa,
e che assai diffìcilmente vi si può rispondere. Essa ha fatto molto senso
nell' animo del Sig. Prof. Cesarotti, ed ella può con ragione compiacersi
del suo travaglio ec. » Il Ciampi medesimo così ne parla nella sua autobio-
grafìa : » A dir vero per essere questo il primo lavoro di qualche impor-
tanza che uscì dalla mia penna, mostravo pratica degli antichi scrittori,
buon criterio, e coraggio non ordinario, trattandosi di prendersela con un
uomo di grido, e che avea un sì gran partito. Peraltro non fui molto dili-
gente nella lingua : uscito di Toscana col pregiudizio che per coloro che
eran nati colà non fosse necessario studiar la propria lingua, mi avvidi del
mio errore, e della stolta presunzione quando dal correttore delle stampe
mi vennero indicati alcuni errori di lingua, che io avrei voluto giustificare
con 1' uso dei toscani ; ma ben presto recedetti dalla pretensione, e con-
chiusi che bisognava mettersi a purgare la lingua, imparata senza studio,
dei vari idiotismi ed errori del volgo, che sebbene volgo toscano, nondi-
meno era volgo. (Ciampi, Autobiografia intitolata Hecce homo, nella Bibliot.
Forteguerri.)
— Pio VII Pontif. Max. quum Summus Pontifex est pro-
nunciatus, Carmen. Venetiis, Àndreola, 1800, in 4.°
«Anch'io volli applaudire all'elezione del Papa pubblicando un carme la-
tino. L' affettazione del titolo greco (1) era una conseguenza del mio im-
(1) Mancando la nostra tipografia dei caratteri greci non ho potuto ripor-
tare il titolo come nel frontespizio si trova. Questa dichiarazione mi valga
per altri casi consimili.
— 87 —
pegno di voler passare per grecista. Io non aveva certamente un estro poè-
tico singolare, ma se fossi stato in esercizio, non mancava di fantasia ed
anche di stile, specialmente in latino, per aver letto molto Virgilio. Peral-
tro i miei versi latini ed italiani mostrano sempre più fantasia che perfe-
zione di stile. Questo mio carme fu subito tenuto a sindacalo, specialmente
da un tal prete Matteo Soldati, uomo di molta fatica, ma di niun gusto, e
senza immaginazione. 11 fatto è che non avea torto in ogni cosa ; e così ne
scrissi al mentore mio Padre Carlo Antonioli : « Il mio Carmen ha trovato
un rigido Aristarco nella mia patria. Io so dicerto che egli non ha altro
merito che d' essere un puro e pretto pedante ; perciò non mi fa stato nel
generale. Peraltro non posso negare di dargli ragione in un luogo o due,
dove mi sono sfuggite due sviste di quantità, che per vero dire, non aven-
do grande esercizio, qualcuna me ne succede. Mi critica anco la voce fa-
stus, invece di fasti, ma questa credo di poterla giustificare ». (Ciampi, Aulob.
sopra citata.)
— Il Convito di Senofonte tradotto dal greco, e con note
illustrato dall' Ab. S. Ciampi. Venezia, 1801, presso Adolfo
Cesare, in 8.°
Vi sta innanzi una dotta prefazione nella quale si discorre dell' origine della
fìlopedia dei Greci. Questo lavoro del Ciampi fu anche ristampato nella Col-
lana delle traduzioni dal greco pubblicata dal Sonzogno (Milano, 1825, in 8°)
ma non vi è unita la suddetta prefazione, e rnancan molte note che furono
omesse per economia di spazio.
— Osservazioni fìlologico-critiche intorno ad alcuni luoghi
di Plinio, lette nella R. Accademia Pistoiese ec.
Stanno nel Giornale dei letterali di Pisa, tom. V. n.° lo. anno 180U, e fu-
rono stampate anche a parte in 8.° col suddetto titolo, e senza altra indi-
cazione di luogo. Sono indirizzate al Sig. Ab. Zannoni, e riguardano un pas-
so di Plinio (lib, XXXIV. cap. II) nel quale si parla del così dello metallo
corinzio. Plinio credette che tal prezioso metallo composto di oro, argento
e bronzo, si formasse per effetto del caso, nell'incendio di quella città ; ed
il Ciampi intende dimostrare che realmente si fabbricò in Corinto anche molto
tempo innanzi l'incendio quella preziosa mestura, della quale facevansi tanti
eccellenti lavori detti corinzii. Al Ciampi si potrebbe obiettare che in un
frammento di Polibio si dice essersi fusi insieme 1' argento e 1' oro, e che
molti solvati romani perirono nelle fiamme per 1' avidità di raccogliere quei
preziosi metalli ; onde il fatto della fusione, se non altro, non potrebbe ne-
garsi. Anche Appiano Alessandrino narra che i Saguntini disperando del-
l' aiuto dei Romani portarono in piazza oro, argento, rame, e piombo per
guastar tutto, e renderlo così inutile ad Annibale.
Questo scritto, sebbene rifuso, fu anche ristampato tra le illustrazioni al-
l' opera La Grecia di Pausania tradotta dal nostro Ciampi.
-— Del tardo castigo della Divinità, Dialogo di Plutarco
— 88 —
Cheronese tradotto dal greco e illustrato co. In, Pistoia,
presso Gio. Bracali, 1805, in 8.°
Colla dedica al Card. Niccolò Fortegucrri. Il Dialogo è preceduto da una
prefazione, nella quale il dotto editore discorre ampiamente della filosofìa
di Plutarco. In fine evvi un sommario delle molte note che arricchiscono
quest' opera.
— Della Educazione dei figliuoli, opuscolo di Plutarco,
trad. dal greco con note. In Pistoia, da Gio. Bracali e f.
1806, in 8.o
Ha lettera eedicatoria alla Sig. Ottavia Rospigliosi, ed è illustrata di molte
ed erudite note.
— Synopsis Vitae Angeli Francisci Archiep. Pisani. Pisis,
et Pistoni, 1806, in 8.<>
Quest'elogio fu scritto di commissione del Capitolo della Primaziale Pisana
per esser posto nel tubo e interrato insieme col cadavere ; e sebbene il
Ciampi non avesse altro tempo per comporlo che alcune ore della notte pre-
cedente all' interramento, pure gli riuscì assai bene.
Fu inserito poi nel Giornale Pisano di queir anno, e ne fu fatto anche
un estratto in volgare e stampato a parte col titolo « Brevi Memorie della
vita di Mons. Angelo Franceschi Arciv. di Pisa. Ivi, Pròsperi, 1806, in 8.°
— Estratto delle due dissertazioni inserite dal Conte Ga-
lani Napione nella sua traduzione della Vita di Agricola.
È inserito nel Giornale dei Leu. di Pisa, anno 1806, tom. III. Questo estratto
fu letto dal Ciampi nella R. Accademia pistoiese di Scienze Lettere ed Arti.
1 — Notizia della Vita e degli Scritti del Card. Stefano
Borgia.
Nel Giornale dei Letterali sud. anno 1806. È un estratto dell' opera « Syno-
psis Vitae Stephani Borgiae, Romae, 1805. »
— Dissertazione sopra alcuni passi di Plinio ad altri an-
tichi autori intorno all' uso d? improntar la moneta.
Nel Giornale sud. tom. 5, anno 1806.
■ — Osservazioni intorno alla lettera del Sig. Giovanni De
Coureil al redattore del Giornale Pisano.
Nel sud. Giornale, tom. VI. n.° io, anno 1806, con copie a parte. Il Ciampi
in una rivista critica aveva scritto che gli antichi Egiziani, Persiani, Greci
e Romani conobbero le dottrine e la religione degli Indiani. Il De Coureil
in una sua lettera al redattore del Giornale Pisano volle confutare qucst'opi-
— 89 —
niònc : e di qui ebbe origine quest' opuscolo del Ciampi ; ed avendo poi il
De-Coureil replicato, anche il Ciampi pubblicò nuove Osservazioni, che si
leggono nel medesimo giornale dell' anno 180G, tomo VI. n. 18.
— Osservazioni s\>pra un antichissima pietra scritta anu-
lare ec.
Fu inserita nel Giornale dei Leu. di Pisa, anno 1807, tomo 7, e stampata
anche a parte, (pag. 16, m 8.°) senza luogo e nome di stampatore, e col
disegno della pietra in fine, È dedicata all' Ab. Zannoni. Questa pietra anu-
lare fu trovata nei pressi di Fiesole, e fu creduta di un' antichità straordi-
naria. Data in luce però la illustrazione, e capitata in mano al celebre ar-
cheologo David Akerblad svedese che in quei tempi attendeva in Roma agli
studi archeologici, parve a questi che invece di avere il Ciampi conosciuto
quella pietra per una basilidiana o abraxa, si fosse invece ingolfato in ri-
cerche lontane dal proposito, spacciandola di data più antica di quello che
veramente non fosse. Il Ciampi nel compilare questo scritto aveva consul-
tato 1' Ab. Lanzi e F Ab. Zannoni ; e si era servilo di tutte le notizie comu-
nicategli da loro : citò dunque a parte del fallo i suoi cooperatori, ma questi
vedendosi compromessi, negarono di aver suggerito cosa alcuna. Difficile
per altro era il cuoprirsi ; in quanto al Zannoni nel dedicargli il lavoro, il
Ciampi aveva detto che a lui rendeva quanto da lui aveva ricevuto ; del
Lanzi poi possedeva diverse lettere colle quali gli era facile potersi giusti-
ficare. Al Lanzi pure ne fece doglianza, ma questi gli rispose con una let-
tera, dalla quale ben si ricavava 1' impegno di tenersi, come suol dirsi, in
due staffe. La lettera dell' Ab. Lanzi fu pubblicata anch' essa nel giornale pi-
sano di quell' anno.
— Ammonizione a' maritati di Plutarco Cheronese volga-
rizzata e data in luce da S. Ciampi ec. Pisa, Prosperi, 1807,
in 8.0
Pubblicazione fatta in occasione delle nozze del Cav. Tommaso Amati colla
Sig. Marianna Mastiani-Brunacci di Pisa. Il volgarizzamento, assai stimato,
venne eseguito su di un testo molto emendato e corretto, quello del Pieisk
dell' edizione di Lipsia del 1777.
— Memorie della Vita di Messer Gino da Pistoia raccolte
e illustrate da Seb. Ciampi. Pisa, Prosperi, 1808, in 8.0
Prima edizione di questo pregiato lavoro, dedicata al Conte Gian France-
sco Galeani Napione, e adorna di due rami cioè del ritratto di Cino levato
da un antichissimo quadretto in tavola ora esistente nella Forteguerriana di
Pistoia, e di un altro rame rappresentante il bel cenotafio eretto alla me-
moria di Cino nella Cattedrale della stessa città.
— Vita e Poesie di Messer Cino da Pistoia, novella edi-
zione rivista ed accresciuta dall' autore ec. Pisa, Capur-
ro, 1813, in 8.°
— 90 —
Bella edizione fatta coi caratteri di Didot, ed arricchita dei due rami che si
vedono anche nella precedente edizione della vita. È dedicata al Conte Fer-
dinando Marescalchi, ed è citata, per le poesie, dagli Accademici della Cru-
sca. La vita occupa pagg. XXIV-188, più pag. 8. in principio non comprese
in questa numerazione. Dopo le note alla vita, cioè da pag. 439 a pag. 188
trovansi con antiporta speciale le Considerazioni intorno alla Cavalleria amo-
rosa eroica e poetica. Quindi vengono cou nuova antiporta e speciale nume-
razione le Poesie che vanno fino alla pag. 200, oltre una carta in fine per
le correzioni. Di questa edizione si tirarono soli 250 esemplari, compresi
dieci in carta speciale ; e si tirarono a parte anche non pochi esemplari delle
sole Poesie, sì in carta comune che in carta distinta : anche le Considera-
zioni sulla Cavalleria amorosa ec. furono impresse a parte, ma solo in carta
comune.
Nelle Memorie della Vita di Cino non pochi miglioramenti vi ha intro-
dotto il Ciampi, aggiungendovi nuove notizie, rettificando in qualche parte
le antiche, e togliendo al lavoro alcuni difetti che mostravano il bisogno di
nuovi accarezzamenti. In quanto alle rime, sebbene egli abbia adoperato as-
sia critica nella scelta, scartando affatto quelle nelle quali poco o punto rico-
nobbe lo stile di Messer Cino, pure non può asserirsi che egli facesse quanto
era da aspettarsi da un uomo ricco d' ingegno e di dottrina, come fu il Ciampi.
■ — Supplemento alle rime di Mess. Cino da Pistoia. Pisa,
Prosperi, 1814, in 8.°
Pag. £8. Oltre questo supplemento, il Ciampi stampò poco appresso anche
un foglio di quattro carte contenente correzioni e varianti alle rime, che
gli somministrarono i codici del March. Trivulzio di Milano.
■ — Vita e Memorie di Messer Cino da Pistoia. Pistoia, Man-
fredini, 1826, in 8.<> , Voi. 2.
11 merito di quest' edizione consiste non solo nelle cure adoperate dal Ciampi
per renderla vie più compiuta, ma nelP avervi anche riunito il supplemento
delle rime pubblicato dopo 1' edizione del 1815.
— Notizie del Pittore Sebastiano Vini Veronese. Firenze,
Molini, 1809, in 8.0
È tiratura a parte dal Giornale Enciclopedico di Firenze, anno 1809, tom. 1,
num. 11.
Molte notizie sulle opere pittoriche del Vini si potrebbero aggiungere a
quelle dateci dal Ciampi. In Pistoia fece anche un affresco nella Chiesa di
S. Paolo, scoperto nell' ultimo restauro, e che vedesi a destra della porta
laterale : dipinse per la casa Baldinotti la Conversione di San Paolo, e fece
nella stessa casa due figure in capo di scala, le quali non so se tuttora
sussistano. Neil' atrio della Compagnia detta dei Dolori, che era 1' antico
coretto annesso all'altare della SS. Annunziata vedonsi tuttora gli apostoli
dininti a buon fresco, e assai ben conservati. Fuori di Pistoia poi dipinse
un^ quadro nelle cattedrale di Pescia, un altro nella cappella del Palazzo
— y| —
della' Signoria in Lucca, una deposizione in Massa di Valdinievole ; e nel
cortile del Palazzo Vecchio in Firenze alcune di quelle vedute di città che
tuttora sussistono.
— Estratto delle Memorie Storiche di Antonello degli An-
toni pittore Messinese, compilate da Tommaso Puccini.
Nel suddetto giornale, an. 4809. toni. II.
— Lettere sopra un Manoscritto di Rime antiche conser-
vato in casa Forteguerri, al Prof. Giacomo Sacchetti. Sen-
za luogo (ma Pisa, Prosperi, 1809), in 8.°
Questo ms. era ed è ancora presso la famiglia Forteguerri di Pistoia, e forse
faceva parte della libreria di Antonio Forteguerri, uno dei migliori petrar-
cheschi podi del Secolo XV. Fra le altre rime contiene una ventina di So-
netti, dei quali sette appartengono al Petrarca, perchè si leggono anche nelle
edizioni a stampa di quest' illustre poeta : i rimanenti sono a lui attribuiti,
e di questi il Ciampi ne pubblica sette. Da pure in fine alcune varianti più
notevoli dei sonetti a stampa del Petrarca a confronto di quelli contenuti
nel suddetto manoscritto.
— Lettera al Dott. Gaetano Poggiali nella quale si da
notizia di alcuni manoscritti eli rime antiche. Pisa, Pro-
speri, 1809, in 8.o
Fra gii altri, il Ciampi da notizia in questa lettera di un ms. vaticano seg.
di n. 5211 intitolato Vari Poeti antichi; e di un altro della Vallicelliana
segnato F, n. i contenente la Vita Nuova e quattordici canzoni di Dante,
scritto in Roma nel 1515 da Iacob Antonio Benalio Trevigiano.
— Notizia di due pregiabili manoscritti di rime antiche,
diretta a Gaetano Poggiali.
Nel Giornale Enciclop. di Firenze anno 4810, tom. 2. Fra i sonetti conte-
nuti in questi eodici, e che V autore ha creduto inediti, ve ne sono uno di
Giacomo da Lentina, uno di Guido Cavalcanti, uno di Federigo Lambra, uno
di M. Gio. d' Arezzo, uno di Guido Guinicelli, uno di M. Tommaso di Fa-
enza, due di Ser Pace. Il Ms. era posseduto dal Chiar. Sig. Cesare Lucche-
sini. E da sapersi peraltro che il Sonetto di Guido Cavalcanti non è inedito,
ma si trova nella Bella Mano di Giusto de' Conti, con la variante del primo
verso che nel Ms. dice « beltà di donna di piangente core », e nella Edi-
zione « di saccente core. »
Altri scriharelli del Ciampi si trovano nel Giornale Enciclopedico del-
l' anno 1810, ed hanno questi titoli :
Estratto del libro di Vincenzio da Nola « Gemme antiche e e. »
Estratto della Vita di Angelica Houffman scritta dal Can. Rossi.
Sopra V opera di Benedetto Masliani « De bello balearico »
Estratto della Lettera di Vincenzio da Nola sopra i colossi del Quirinale.
Estratto di una memoria di N. Loria Prosalendi sopra una medaglia
d' Augìtslo.
— 92 —
— Notizie del Canonico Sozomeno illustre letterato del
Sec. XV. con il compendio della continuazione recente-
mente trovata della sua Cronaca dal 14-10 fino al 1455
raccolte e illustrate ec. Pisa, Prosperi, 1810, in 8.°
Pagg. 64- e carte 2 in principio ed una in ime non numerata. Queste
memorie sono dedicate alle Dignità e Canonici della Cattedrale di Pistoia :
esse terminano colla pag. 21, e alla pag. -55 trovansi le varianti di un
codice di Persio, già appartenuto al Sozomeno, in confronto della edi-
zione fatta dallo Scrcvclio a Lione nel 1671. Segue a pag. 37 il com-
pendio della continuazione della Cronaca Sozomeniana dal 14-10 al 145;>
del qual tratto il Muratori non trovò che le sole intitolazioni dei capi-
toli contenuti nel Codice Rcstiano. Il Ciampi non avendo avuto comodo
di trascrivere tutta la detta continuazione, pubblica, servendosi delle pa-
role stesse del codice, il sommario dei capitoli con maggiore estensione
che nel sommario del* Muratori, aggiungendovi tutti quei luoghi riferiti
ad lìteram nei quali 1' autore parla di materie appartenenti alla storia
letteraria, alle belle arti, e al carattere degli uomini illustri del tempo.
— Notizie inedite della Sacrestia Pistoiese de'Belli Arredi,
del Campo Santo Pisano, e di altre opere di disegno dal Se-
colo XII al XV. raccolte e illustrate da S. Ciampi. Fi-
renze, presso Molini, Landi e Comp. 1810, e in fine: Im-
presso co' caratteri di Firmino Didot. in 4.°
Pagg. VI-156, non comprese due carte in principio ed una in fine non nura :
seguono quattro tavole in rame, ed un appendice con nuova numer. da 1
a 40.
Questo lavoro, che l'autore dedicò a suo padre, è diviso in tre dissertazioni ;
la prima tratta della Scultura e dell'architettura; la seconda dell'oreficeria ;
la terza della pittura, e formano come uno squarcio di storia delle belle arti
dal Sec. XII al Sec. XV. Queste dissertazioni sono corredate di alquanti do-
cumenti (che vanno dal 1204* al 1484) molto utili anche per la conoscenza
della lingua e dei costumi di quei secoli. Seguono poi un appendice conte
nente una lettera di Giuseppe Branchi a Seb. Ciampi sopra gli ingredienti
di vari musaici, e di varie antiche pitture; ed altra lettera di Giorgio Viani
intorno alla Zecca e alle monete di Pistoia.
Quest'opera fu accolta con molto plauso non solo perchè reca molta luce in-
torno alla storia del risorgimento delle belle arti, ma ancora perchè emenda
molti sbagli fatti dagli scrittori della storia pittorica. È citata dal Gamba
{Serie, Venezia, Alvisopoli, 1828), ed è diventata piuttosto rara, anche per-
chè se ne tirarono soli 300 esemplari, compresi otto in carta velina ed in
carta turchina. Le copie perfette debbono avere in fine una carta, stampata
qualche tempo dopo, contenente alcune correzioni ed aggiunte.
— Idee sull'origine della Lingua Italiana. Pisa, Prosperi,
1811, in 8.o
— U3 —
— Memorie di Scipione Carteromaco raccolte e illustrate
da Seb. Ciamp. Pisa, Prosperi, 1811, in 8.0
Pa™. Hi e carte 5 in principio non numerate, col ritratto del Carteromaco
impresso sul frontespizio. Sono indirizzate al Cav. Francesco Tolomei Maire
della Città di Pistoia. Del Carteromaco aveva già scritto la vita il Fontanini,
pubblicata nel Giornale dei Letterati di Venezia, tom. XXVI : nuove e più re-
condite notizie ne diede poi il Cav. Giacomo Morelli nella sua opera Aldi
Pii Manutii scripta tria longe rarissima ec. « Io pertanto, dice il Ciampi
nella dedicatoria, aiutato dalla cortesia del Cav. Morelli, che quanto era a
sua notizia mi ha generosamente comunicato, e unendovi tutto quello che
potei raccogliere dalle opere del Carteromaco e dai vari autori che ne hanno
parlato, ho formato questo lavoro, collegandolo con la pistoiese e con la uni-
versale storia letteraria del tempo in cui visse Scipione, onde dal tutto in-
sieme potesse concepirsi la più giusta idea possibile del carattere e del va-
lore letterario di quest'uomo, che dopo messer Cino, non dubito doversi ri-
guardare come il più bell'ornamento della nostra città. » Alla vita, che è pur
corredata di eruditissime note, fan seguito vari scritti del Carteromaco in
prosa e in verso, greci e latini, che il Ciampi raccolse da varie edizioni di
classici, dove per la maggior parte erano dispersi ; alle quali aggiunse qual-
cosa d'inedito, tra cui una dissertazione De rabie Cantini, tratta da un co-
dice vaticano. Di quest'opera del Ciampi vedasi lo scritto critico di Cesare
Lucchesini col titolo « Osservazioni » ec. Pisa, Prosperi, 1811, in 8.°
— Amori Pastorali di Dafni e Cloe di Longo Sofista, tra-
dotti dal commend. Annibal Caro colla traduzione di S.
Ciampi del supplimento recentemente scoperto nella Biblio-
teca Laurenziana dal Sig. De Courier, e con emendazioni
del testo bodoniano ec. Firenze, Molini Laudi e comp. 1811,
in 8.°
JBella edizione, fatta co' caratteri di Didot , e che può riguardarsi come l'ot-
tima di questo leggiadro e terzo volgarizzamento. Ha in principio un'erudita
prefazione del Ciampi, alla quale altra ne succede anonima, ma che sappiamo
essere di Francesco Daniele napoletano, e che già fece parte della edizione
bodoniana; ed in fine ha pure il supplemento del Caro.
La scoperta del frammento di Longo che suppliva la nota laguna, fatta dal
francese De Courier, levò gran rumore nella repubblica letteraria, ma vi
contribuì specialmente la subitanea perita del medesimo per una macchia
d'inchiostro che non si potè levare, fattavi dallo stesso De Courier, dopo che
ne ebbe tratta la copia. Il De Courier per mezzo dell'Arcadia di Iìoma pro-
pose un premio a chi avesse tradotto in italiano quel supplimento, imitando
lo stile del Caro traduttore di quel romanzo. Il Ciampi mandò la sua al con-
corso romano ed ebbe competitore il Conte Verri, che fu premiato, come
allora si disse, per parzialità. Infatti Girolamo Amati scrittor greco della Va-
ticana così scriveva al Ciampi il lò novembre 1811. «Quest'Arcadia, o piuttosto
;lue o tre imbecilli, ch'io ben conosco, hanno fatto a lei una solenne in-
— 94 —
giuria. Hanno dato il sol premio unico ad un nuovo Verre, dotto ed ele-
gante scrittore quando l'antico. 11 Sig. Akerblad ed io sappiamo da un buon
amico che la versione di costui è onninamente cattiva per tutte le parti.
Ella che ha dato la sua al pubblico ha ben diritto di lagnarsi, di chiamar
l'avversario a produrre in luce le sue miserie, e di appellarsi dall'Arcadia
all'Arcadia, giacché l'Arcadia finalmente non consiste in due o tre teste
sventate ». Il celebre Akerblad gli scriveva anch'esso che la versione del
Verri èva secca anziché no, senza il minimo sapore della eleganza del Caro,
e non da mettersi in confronto colla elegantissima del Ciampi. Ma comunque
fosse la cosa, il giudizio del pubblico preponderò a favore di quella del
Ciampi, la quale fu adottata in tutte le posteriori edizioni, e quella del
Verri fu stampata solo insieme con quella del Ciampi nella Collezione dei
Classici fatta in Milano nel 1812, e non comparve più nelle ed. posteriori.
Nella prefazione il Ciampi riportò alcune lezioni del testo greco del suppli-
mento pubblicato da Courier a confronto colle lezione che il Del Furia e il
Bencini bibliotecari della Laurenziana avevano letto diversamente nel Codice :
adontatosene il Courier scrisse una lettera in francese anonima, colla data di
Parigi ottobre 1812, nella quale prese a difendere le sue lezioni. Oltre alla
versione del Ciampi e del Verri altre ne comparvero : una in latino di Gi-
rolamo Amati, buon grecità, col titolo « Longi Pastoralium fragmentum ha-
ctenus ineditum. Romae, Contedini, 1810: altra italiana di Francesco Ceci-
lia, (Roma, Salviucci, 1812) : quella tuttora inedita fatta dal Bencini sotto-
bibliotecario della Laurenziana ed altre. Il Courier la pubblicò in greco
originale, ma con molte lezioni da lui credute le vere ; al che si opposero
i suddetti Del Furia e Bencini, e poi il nostro Ciampi colle loro lettere,
stampate a Venezia nel 1821.
Della traduzione fatta dal Ciampi vedansi i seguenti scritti : Lettera di Gio.
Francesco Galeani Napione al Sig. Clemente Damiano Priocca intorno alla
nuova edizione degli Amori pastorali di Dafni e Cloe trad. da A. Caro col
supplimento trad. da S. Ciampi. Firenze, 1811 : — Lettera di Cesare Lue-
chesini a S. Ciampi intorno alle due versioni del frammento di Longo fatte da
S. Ciampi e da Aless. Verri, (nel Giornale Enciclop. di Firenze, an. 1815) : —
Articolo nel Poligrafo di Milano, anno 1811 ec.
— La stessa. Firenze, Tip. Galletti, 1811, in 12° , Voi. 2.°
La stessa, colla traduzione di Gasparo Gozzi, e coll'ag-
giunta del pezzo novellamente scoperto e tradotto da S.
Ciampi. Milano, Mainardi, 1811, in 12.°
. La stessa, col supplemento di S. Ciampi e di Alessan-
dro Verri. Milano, Tip. dei Classici, 1812, in 8.°
— La stessa, col supplemento trad. dal Ciampi. Crisopoli,
(Firenze) 1814-1816, in 8.o
Fa parte della raccolta degli Erotici Greci, di cui forma il Voi. 2.°
— La stessa, col supplimento di S. Ciampi. Firenze, Pas-
sigli, 1833? in 8,0
— 95 —
Fa parte della collezione degli Erotici Greci volgarizzati; ed ha nel fronte-
spizio i ritratti di Ann. Caro, di Ant. M. Salvini e di S. Ciampi, i tre be-
nemeriti della illustrazione di questo greco romanzo.
— La stessa. Milano, Daelli, 1863, in 12.»
Fa parie della Biblioteca Rara.
— Osservazioni sopra l'opera del Sig. Alessandro Morrona
intitolata « Pisa illustrata nelle arti del disegno ec. » Pisa,
1812, in 8.o
È anonimo. Il Ciampi in questo scritto rilevò molti errori commessi dal Mor-
rona, specialmente per aver copiato alla buona e accettato tutto ciò che una
mal sicura tradizione affermava. Si oppose pure a certe opinioni particolari
del Morrona ; ma il tutto fece con somma circospczione, e sempre mostrando
che Pisa, in mezzo a tanti pregi sicuri, nulla scapitava se non si fosse po-
tuto sostenere qualche cosa di non gran rilievo per la sua gloria. Ma siccome
l'opera del Morrona si riguardava come un secondo vangelo dalla turba degli
eruditi pisani, i risentimenti furono infiniti. Fra gli altri comparvero a con-
futare lo scritto del Ciampi i seguenti opuscoli : Appendice alle osservazioni
sopra l'opera del Sig. Alessandro Morrona che ha per titolo Pisa illustrala ec.
Pisa, Nislri, 1812, in 12°; a cui il Ciampi rispose coll'operetta :
— Poche parole intorno al libello intitolato: Appeudiee alle
Osservazioni ec.
Questo fu pubblicato nel Gior. Enciclop. di Firenze, a. 1812 n. 41, col pseu-
donimo di Alele. Ma qui non terminò la disputa: succedette il Corollario al-
l'istoria del risorgimento delle belle arti toscane, Pisa, Nislri, 1812, col nome
finto di Ermete Piastrini. Il Ciampi contrappose la sua
— Interpetrazione antica di alcune iscrizioni pisane soste-
nuta e confermata contro la nuova di un moderno scrit-
tore. Firenze, Daddi, 1812, in 8.°
Con questo scritto prese di mira specialmente l' opuscolo intitolato // tempio
pisano e il risorgimento delle Belle arti restituite alla vera epoca. Pisa Ni-
stri, 1812 in 8.° Autore dei citati opuscoli contro le opinioni del Ciampi fu
il Sig. Ab. Tempesti. Comparve anche un altro opuscolo col titolo Per i Si-
gnori Deputati alla raccolta e conservazione dei Monumenti ec. Pisa, 1812,
in 8.° Questo opuscolo non prendeva di mira gli scritti del Ciampi, ma pro-
poneva le sue idee sul modo di raccogliere e ordinare i monumenti del Campo
Santo Pisano. Si riaccese la questione poco appresso con un libello intito-
lato Risposta di Tollero brontolone improvvisatore teatrale pisano al quinto ar-
ticolo del lom. V. del sedicente Giornale Enciclop. di Firenze. Lucca, 1812.
Tutte le suddette questioni contro gli scritti del Ciampi furono poi come
riepilogate dall'Ab. Tempesti nel suo libro Anliperislasi Pisane. Pisa, Nistri
1S12; in 1°.
— 06 —
— . Lettera sopra tre Medaglie Etnische in argento. Pisa,
Caparro, 1813, in 8.0
Con una tav. contenente il disegno delie medaglie. E dedicata a Luigi Mat-
teucci, gran giudice della giustizia nel Ducato di Lucca.
— Quadro della Vita privata del Sig. Cav. Clemente Da-
miano Priocca. Firenze, 1813, in 8.°
Estratto del Giorn. Enciclop. di Firenze, ann. 1815, toni. b\° Questo scritto
è citato con lode dal prof. Boucheron nella sua vita del Priocca, scritta eru-
ditamente ed elegantemente, clic fu impressa a Torino nel 1815, (Bouche-
ron, De Clemente Damiano Priocca. Aug. Taur. 1815, in 4.°), e ristampata
poi colla traduzione italiana nel 1818.
• — ■ Elogio funebre dell'Avv. Alessandro Del Conte con un
saggio della sua poesia ec. Pisa, 1813, in 8.°
Col ritratto in litog. La poesia è un anacreontica in morte della celebre
poetessa Luisa Cicci pisana. Quest'elogio fu ristampato anche nel Giorn. En-
ciclop. di Firenze.
■ — ■ Dissertazione sopra alcuni passi di Plinio e di altri an-
tichi autori intorno all'uso d'improntare la moneta. Firenze,
1813, in 8.o
È tiratura a parte dal Gior, Enciclop. dello stesso anno.
— Due Urne sepolcrali descritte e illustrate ec. Pisa, Pro-
speri, 1813, in 8.o
È dedicato al celebre Cav. Millin, ed è adorna di una tavola col disegno
delle urne. Nel 1814 se ne fece in Pisa per Niccolò Capurro una seconda
edizione in tutto simile alla precedente.
— Lettere di Francesco Tantini a Seb. Ciampi, e di que-
sti al Tantini sugli scavi di Roma.
Nel sud. Giorn. Enciclop. di Firenze, a. 1813.
- — Memorie di Niccolò Forteguerri Istitutore del Liceo e
del Collegio Forteguerri di Pistoia nel Sec. XV. Pisa,
Prosperi, 1813, in 8.°
— Notizie della Vita e degli Studi del Prof. Luca Anto-
nio Pagnini.
Stanno in fine alla edizione delle satire e epistole d'Orazio trasportate in ita-
liano dallo stesso Pagnini (Pisa, 1814, in 8.°) Dall'avvertimento dello stam-
patore, posto in fine, rileviamo come queste notizie erano destinate a compa-
rire al pubblico tra qualche tempo più estese, e con maggior pulitezza di stile :
— 97 —
e che l'autore di esse condiscese al desiderio dell' editore di pubblicare sol-
lecitamente insieme alla versione delle Satire e delle Epistole d'Orazio qual-
che notizia della vita del Pagnini, a condizione di avvertire il pubblico che
l'autore riguardava questo suo scritto come un abbozzo di ciò che erasi pro-
posto di fare. Il Ciampi ebbe tutte le notizie per queste memorie dal Sig. Cuc-
chi erede del Prof. Pagnini, e gli fu dato a consultare anco il carteggio let-
terario di lui, il qual carteggio fu poi venduto a Lord Glembervie, e da questi
regalato alla società degli antiquari di Londra.
— Funebris laudario in funere Lucae Ant. Pagnini pistor.
Pistoni, Bracali, 1814, in 8.«
Ha in fine l'iscrizione sepolcrale. Quest'elogio funebre fu poi tradotto nel
Gio7'n. Encitlop. di Firenze, anno X, tom. 2, n. i ; ed un estratto si legge
anco nel Magasin Enciclop. de Paris pubbl. dai Millin.
— I simboli di sette Scienze e della Filosofia scolpiti da
un artista della scuola di Gio. Pisano in una base di marmo
che si conserva nel Campo Santo di Pisa. Pisa, Nistri, 1814,
in 8.°
Elegante edizione, delia quale si hanno alcuni esemplari in carta distinta,
dedicata al Can. Moretti. I simboli sono espressi in altrettanti rami che stanno
innanzi alla relativa illustrazione. Questo scritto, adorno degli stessi rami,
trovasi anche ristampato nei Monumenti di un manoscritto autografo ec. Fi-
renze, 4827, e Milano 1830, opera dello stesso Ciampi.
— Statuti dell'opera di S. Iacopo di Pistoia volgarizzati
Panno 1313 da Mazzeo di Ser Giovanni Bellebuoni, con due
inventari del 1340 e del 1411 ec. Pisa, Prosperi, 1814,
in 4.°
Pagg. VIII-44. Ed. dedicata al Conte Giacomo Trivulzio, e citata anche dalla
Crusca. Questi Statuti sono molto interessanti non solo perchè contribui-
scono a farci meglio conoscere il sistema politico col quale si governavano
i pistoiesi di quell'età, essendo stata l'opera di S. Iacopo una magistratura
talora impiegata anche nel pubblico reggimento ; ma riescono anche impor-
tanti per la lingua ; perchè sebbene non sieno scritti in adorno e forbito
stile, sono però di quel tempo in cui la lingua nostra salì al colmo della
sua perfezione. 11 Ciampi li trasse dall'originale, conservando la medesima
ortografia, e mutandola solo dove nascer poteva qualche intoppo alla chiara
intelligenza, e dove nulla venivano ad alterarsi le voci. Anche i due inven-
tari che agli Statuti fanno corredo sono documenti utilissimi per la cogni-
zione della lingua, dei costumi della statistica e d'alcune arti d'Itatia nei
secoli XIII e XIV. Egli vi aggiunse pure molte note, sia per la spiegazione
di alcune voci usate negli statuti, come per illustrare ciò che nei me-
desimi si riferisce alla storia, alle arti ec.
Capponi, Bibliogr. Pise, 7
— 98 —
— Descrizione della Cassa di Cipselo trad. dal greco di
PausaDia e illustrata da Seb. Ciampi ec. Pisa, Capurro,
1814, in 8.0
Dedicata all' Accademia Fiorentina di Belle Arti. A pag. 57 trovasi una Dis-
sertazione dell' Heyne sullo stesso argomento, e come rilevasi dalla prefa-
zione premessavi dal Ciampi, fu tradotta dal March. Cesare Luccbesini. L' una
e V altra furono rispampate nella traduzione di Pausania La Grecia, fatta
dallo stesso Ciampi.
— Breve prospetto dell' origine della Statuaria, delle va-
rie materie in diversi tempi adoperate per le statue degli
Dei ec. Firenze, Daddi, 1814, in 8.°
Estratto dal voi XV degli Opuscoli Scientifici e Lellerari.
— Amori di Clitofonte e di Leucippe storia romanzesca
di Achille Tazio volgarizzata da Angelo Francesco Coc-
cio ec. Crispoli, (Firenze), 1814-1816, in 8.«
Forma il voi. 1° degli Erotici Greci. Elegante edizione preferibile alle an-
tiche stampe fatte in Venezia, da Sabbio, 1850-1551, ed altre volte ancora,
sempre in 8.° Il Ciampi vi premette una dissertazione sopra il carattere
dei romanzi greci dei secoli bossi. Egli poi giudica il volgarizzamento del
Coccio fatto con tanta naturalezza e semplicità, da riuscire la lettura anche
più dilettevole, per questo lato, del medesimo originale.
— Di Cantone Afrosideo de' racconti amorosi di Cberea e
di Calliroe, libri otto trad. dal greco da* Michelangiolo Gia-
comelli. Crisopoli (Firenze), 1814-1816, in 8.0
Forma il voi. 3.° degli Erotici Greci. Il Ciampi premette al volgarizzamento
alcune notizie biografiche del traduttore Mons. Giacomelli.
Ambedue queste traduzioni furono riprodotte in Pisa nella ristampa degli
Erotici Greci fatta dal Capurro. La cura d'essa ristampa era stata commessa
al Ciampi per ciò che concerne la correttezza del testo e le varianti ; ma
dopo avere cominciato dagli autori precitali, egli dovette poi abbandonare
la intrapresa per la sua partenza in Polonia, quando aveva già cominciato
anche la rivista del primo volume degli Amori di Teagene e di Clarice, opera
creca di Eliodoro, la quale doveva far parte della medesima collezione.
Lettera sopra la interpetrazione di un verso di Dante
nel Canto XXIV dell'Inferno, e sopra l'autore di due can-
delieri d'argento fatti per l'opera di S. Iacopo dal 1457
al 1462, con altre notizie relative all'arte dell'oreficeria.
Pisa, Nistri, 1815, in 8.°
In questo scritto il Ciampi confuta anche alcune opinioni di Vincenzo rol-
lini contenute nel suo discorso sopra alcuni lavori di argento di un orafo
fiorentino, (Vedi Opusc. Svieni, e Lettere voi. 19)
— 99 —
— Dell'antica toreutica, dissertazione. Firenze, per Giov.
Nannei, 1815, in 8.0
Dedicata al celebre Millin. Bella edizione della quale si tirarono alcuni esem-
plari in carta grave. L'argomento è trattato con erudizione presa dagli au-
tori greci. Alla lettera dedicatoria fa seguito un elogio latino coll'iscrizione
sepolcrale di Giovanni Mordaunt Iohnson.
— De veteribus Institutis in re literaria sartis tectisque
in temporum opportunitate servandis, Oratio habita anno 1814
sexto Kalend. Dee. in aula Imp. et R. Acad. Pisanae. Flo-
rcntiae, Daddi, 1815, in 4.°
— Statuti Suntuari ricordati da Giovanni Villani circa il
vestiario delle donne i regali e banchetti delle nozze, e
circa le pompe funebri ordinati dal comune di Pistoia negli
anni 1332 e 1333, dati in luce con annotazioni da S.Ciampi.
Pisa, Prosperi, 1815, in 4.°
Ed. citata dalla Crusca, e dall'editore indirizzata al D.r Giuliano Frullani.
— Il Sogno di Scipione voltato in greco per Massimo Pia-
nude e fatto volgare per Maestro Zanobi da Strada ec.
pub. da S. Ciampi. Pisa, Prosperi, 1816, in 8.°
È dedicalo a Mons. Antonio Ignazio Vescovo Metropolitano di Vallacchia, di
cui vi ha il ritratto in principio. In questa edizione evvi la versione in greco
di Massimo Planude, a cui il Ciampi premise una sua prefazione latina, ol-
tre quella in greco di Domenico Schina. Altra prefazione aggiunse il Ciampi
al volgarizzamento di Zanobi da Strada : questo fu trovato dal Ciampi in un
codice, venduto poi a lord Glembervie, distinto letterato inglese e appassio-
natissimo della lingua italiana.
— Volgarizzamento di alcuni squarci di Sallustio, conte-
nuti nel codice del Sogno di Scipione ec. Pisa, Prosperi, 1816,
in 8.°
Ed. di 50 esemplari, di carte i ciascuno, procurata dal Ciampi, il quale crede
che anche questo frammento di versione possa attribuirsi a Zanobi da Strada.
— Osservazioni sopra 1' Epitome di Dionisio d' Alicarnasso
contro l'opinione del Sig. Ab. Angiolo Mai nell' opera Dyo-
nisii Alicarnassaei Rom. Antìq. pars hactenus desiderata ec.
Mediolani, 4846. Pisa, Prosperi, 1816, in 4.
Pagg. 42. Il Ciampi si oppose all'opinione del Mai che questo compendio
fosse slato fatto dal medesimo Dionisio, mostrando che Dionisio non fece il
compendio del suo libro, e che questo trovato dal Mai, non poteva dirsi ve-
— 100 —
ramcnte un compendio, ma piuttosto un' excerpta di vari squarci senz'ordine
e senza collegamento. In generale le sue osservazioni incontrarono molto fa-
vore; i giornali d'Italia, Francia e Germania ne parlarono con lode, e notasi
fra gli altri nel Journal des Savans (Iuin 1817) un art. di Ennio Quirino Vi-
sconti. Al Mai però tali osservazioni non piacquero, dissimulò, ma intanto bri-
gava co' suoi amici per pubblicare sott'altro nome una risposta, che com-
parve poco appresso col titolo. « Lettera di Pietro Giordani all'Ab. G. B.
Canova sopra il Dionigi dell'Ab. Mai, Milano, Silvestri, 1817, in 8.° » In se-
guito di questo venne alla luce uno scritto di un dotto grecista e filologo
oltramontano, il celebre poliglotto Akerblad, diretto a mostrare che la eru-
ttila lettera del Giordani non bastava a finire la quistione. Il Mai però final-
niente si fece giudice da se medesimo, dando nobile esempio d'imparzialità
nelle proprie opinioni, quando nella sua collezione Scriptorum Veterum par-
lando della sua edizione Dyonisii Alicarnassaei Rom. Anliq. pars hactenus de-
siderata, Mediolani, 1816, (graece) et Francof. ad Muenum. 1817, {latine) si
espresse così : «Ego igitur materiam codicum Ambrosianorum contractam iden-
tidem videns, de vetere (Dyonisii) Epitome statim cogitavi, donec illam opi-
nionem paulatim cxui partem doctorum hominum contradictione commotus,
qui se purum Dyonisium non eius compcndium in partibus a me vulgatis
cernere aiebant ; partirci aliorum excerptorum comparatone, et praescrlim
Vaticanorum, quorum rationem ambrosianorum simillimam esse video. Ergo
novam sententiam libenter amplector, et prò laceri compendii partibus par-
tem integri operis laetus saluto. » Queste espressioni peraltro, quantunque
umilissime, non bastano per dimostrare che quei frammenti sieno apparte-
nuti ad un'opera intiera di Dionisio, o che fossero compendio della prima parte
della sua storia, o compendio da esso medesimo fatto indipendentemente
dalla suddetta istoria ; e più veramente, non compendio, ma un excerpta
da erudito greco lettore fatta della storia di Dionisio, copiando que'passi o
pezzi dell'originale che più facevano al proposito suo. Vedi anche nelle Fc-
rìae Varsav. del 1818 lo scritto del Ciampi De illis quae prò claris. Any.
Maio aliala sunt contra Seb. Ciampi in Epit. Dyonisianam e e.
— De usu linguae italicae saltem a saeculo V acroasis ;
accedit: Scip. Maffei in idem argumentum italica lucubra-
tio. Pisis, Prosperi, 1817, in 4.9
Intorno a questo lavoro comparve un articolo del Sig. Rainouard nel Journal
des Savans del 1818, al quale il Ciampi rispose per difendere la propria opi-
nione coll'altro suo lavoro Dissertalio de usu Ihiguae italicae vindicala ab obser-
vationibus dar. viri fìainuardi ce. che pubblicò nelle Feriae Varsavienses
del 1818.
— Sopra la collocazione antica dei Niobidi della I. e lì.
Galleria di Vienna.
Nel giornale Biblioteca Italiana voi. XVIII. a 1817.
— ^ Notizie della Vita Letteraria e degli scritti numisma-
tici di Giorgio Viani colla risposta alle censure fatte dal
— iOi —
Dott. Lodovico Cost.i all'operetta del medesimo sulla Zecca
e le Monete di Pistoia, oon altre interessanti numismatiche
illustrazioni. Firenze, Ciardetti, 1817, in 8.°
Come rilevasi dal frontespizio, l'autore tratta con brevità la parte biogra-
fica, mentre poi si estende più lungamente a parlare dei pregevoli lavori
numismatici del Viani, dai quali prende occasione di replicare alle censure
che il Dott. Costa aveva (atte all'operetta dello stesso Viani sulla Zecca e
sulle Monete di Pistoia. (1) A pag. 53 pubblicala illustrazione di una raris-
sima moneta battuta ad Inglcsias durante la dominazione pisana sull'isola di
Sardegna, che il Viani aveva già preparata per la stampa ; ed in fine il Ca-
logo di tutti gli scritti editi e inediti dello stesso Viani; a proposito dei
quali non so come il Ciampi, così valente anche nell'antiquaria, abbia pas-
sato sotto silenzio di un grave abbaglio preso dal Viani nell'aver giudicato
per buona una moneta pisana grossolanamente contraffatta (2).
— De historia ludorum discendi Synopsis quam legit in stu-
diorum instauratone R. Varsaviensis Academiae anno 1818
Seb. Ciampi ec. Varsaviae, 1818, in R. Typogr., in 4.°
— Risposta alle osservazioni del Sig. Ab. Gio. Batta. Zan-
noni sopra alcune spiegazioni delle parole d'Euripide nella
Fedra.
Nella Bibliót. Italiana, a. 1815, dove trovasi anche un altro scrittarello del
Ciampi col titolo: Lettera al Dott. Gio. Labus intorno ad alcuni passi di
riinio.
— Feriae Varsavienses, sue vindiciae literariae et alia quae
vacans ab academicis praelectionibus scribebat mens aug.
a. 1818 Seb. Ciampi ec. Varsaviae, Typ. Schol. Piar. 1818,
in 4.°
Pagg. 17-do. Precede un'epistola nuncvputoria a Stanislao Potocki nella quale
l'autore parla del suo arrivo in Polonia, descrive la situazione di Varsavia,
la cultura, le Biblioteche, le gallerie di quadri, di statue, di cose antiche,
di medaglie ec; rammenta quelli che alloia si distinguevano per cultura let-
teraria ec. Seguono poi le seguenti materie:
4. « De illis quae prò clariss. Angelo 31aio aliata sunt contra obscrvatio-
nes in Epitomem Dyonisianam, Pisis editas, examen criticumi historicum. »
Il Ciampi aveva pubblicato nel 1816 un altro lavoro intorno all' Epitome
di Dionisio d'Alicarnasso scoperta dal Mai, per mostrare che quella non era
un'epitome del greco scrittore, ma piuttosto un'excerpta. Con questa disser-
tazione ora difende la propria opinione contro le obiezioni che gli erano
state fatte.
(1) V. all'art. Costa nella seconda parte di questa Bibliografia.
C?.) Viani, Memoria di una moneta inedita della Repubblica di Pisa.
— 102 —
2. « De Itinerari*» Alexandri Magni a Clar. Angelo Maio in publicam In-
terri prolato, critiea disquisitio. »
Anche quest'opera fu scoperta e data in luce dal Mai. Dice il Ciampi es-
sere molto incerto ciò che afferma il Mai intorno a quest'opera quanto al
tempo, allo stile ec, e che si fonda sopra argomenti troppo leggeri per de-
cidere sull'età e sullo stile dell'ignoto autore.
5. « Dissertatio de usu linguae italicae sallem a saec. V edita Pisis
anno 1817, vindicata ab animadversionibus ci. viri Rainouardi propositae in
Ephemeridibus gallicis cui titulus « Journal des Savans, a. 1818. »
È in difesa di altro scritto pubblicato dal Ciampi sull'uso della lingua vol-
gare italiana innanzi il secolo V.
4. « Esposizione di un luogo di Plinio il vecchio intorno allo stato del-
l'arte di fondere il bronzo al tempo di Nerone con alcune osservazioni so-
pra i cavalli che stanno sul pronao della Basilica di S. Marco di Venezia. »
Questa esposizione riguarda un passo della Storia natur. di Plinio lib. 5£,
cap. 18. Fu ristampata anco nel tom. Ili della Grecia di Pausania, trad. dal
Ciampi.
Va unito a questo volume un rame col disegno di un sigillo trovato a
Varsavia, rappresentante un genio stante sopra due legni troncati, e con in
mano un teschio di morto. Gii esemplari completi debbono avere in fine una
carta contenente aggiunte da farsi a pag. 9 del fol. I verso 17.
— - Epitaffio per Marcello Bacciarelli Rom. pittore del Re
di Polonia Sigismondo Aug. ec. Varsavia, 1818, in fol. voi.
Molti altri epitaffi ed iscrizioni compose il Ciampi in vari tempi : un epitaf-
fio al sepolcro del Cav. Luigi Cellesi nel Chiostro di Giacche'rino ; un altro
al sepolcro di Lucrezia Monti pisana alla sua villa di Trcggiano; al sepolcro
di Giorgio Viani ,* al sepolcro di Michele Borgonzoni nel Cimiterio di Varsa-
via ; per l'ab. Bovin francese nel chiostro di S. Croce in Firenze ; pel ma-
tematico Ferroni nella chiesa di S. Croce ; per Gaetano Rainoldi in S. Fe-
licita; una iscrizione in memoria di Niccola e Giovanni Pisano nel celebre
Campo di quella città; ed altre.
— Nuova spiegazione della forinola sepolcrale sul ascia,
ad asciam, ab asciam consecrare.
Nel Raccoglitore anno 1819.
— Feriae Varsavienses. Varsaviae, excudebat N. Glucksberg,
1819, in 4.o
Vi si contengono le seguenti materie :
1. « Epistola Vincentio Corvino in qua gladius antiqui operis illustralur. »
Con una tavola contenente il disegno dellla spada la quale fu posterior-
mente illustrata anche dal chiariss. filologo Francesco Cancellieri. (V. Effem.
Rom. marzo 1821.) Il disegno di essa fu pure riprodotto dal Boti. Giulio
Ferrarlo nella sua opera « Storia dei Romanzi di Cavalleria » Milano, 1828.
2. « Saggio d'illustrazioni fìlologieo-critiehe sopra Pausania. »
- io;* —
l'ori una tavola. Queste illustrazioni riguardano il tempio di dove Olìm-
pico; e furono poi ristampate nelle note e illustrazioni del volgarizzamento
di Pausania. Nel fine vi sono altre correzioni ^He Feriae all'anno precedente
— Feriae Varsavienses. Mediolani, Tip. dei Classici Ital.
1820. in 4.o
Vi si contiene :
1. « Epistola Ioanni La bus io I. C. Brixiano. »
2. « De incerta gramaticorum auctoritate ac de varietate ortographiae àpud
lalinos praesertim in scribenda praepos. Ab, quando explicitur ab litera con-
sonanti. »
5. Dilucidazione di un passo di Cicerone dell'Ep. XII ad familiares del
lib. V, ad L. Luceeiiim. »
i. Esame critico della lettera di Servio Sulpizio a M. Tullio Cicerone in
morte della sua figlia Tullia, tra le famil. V. del lib. IV.
Si conclude che questa lettera Sia apocrifa ed opera di qualche antico
grammatico, siccome potrebbe esser provato d'altre lettere di Cicerone. Fu-
rono fatte alcune censure nel Giornale dì Vilna a qualche luogo delle Feriae
Varszvìenses di quest'anno, alle quali il Ciampi sodisfece con una risposta
die fu stampata nella Biblioteca Italiana del mese di Aprile 1821, unitamente
ad altra risposta alla lettera di un polacco che si sottoscrisse S. P. (Stani-
slao Po*ocki), ed all'art, firmato S. P. (lo stesso Potocki) ambedue inseriti
nella Gazzetta Letteraria di Varsavia, an. 1821, n. 7.
— Osservazioni sopra il libro del Sig. Cassaneo intitolato
Equeìade, Firenze, Tip. Fiesolana, 1820, in 8.°
Questo scritto va sotto il nome di Francesco Inghirami ed è estratto dalla
« Collezione di Opuscoli Scient. e Lett. » di Firenze. Il Ciampi mandò da
Varsavia al suddetto Inghirami gli argomenti per dimostrare lo sbaglio fatto dal-
l'autore del suddetto opuscolo nell'aver letto Equeias invece di Aequitas in
un così detto romano antichissimo da stadera, che rappresentava la dea della
giustizia, essendo la stadera l'equilibrio del giusto peso. Il Sig. Inghirami trovò
bene dimostrare la tesi del Ciampi e la confermò di più colla giunta de 'suoi
argomenti; ma distese l'opuscolo in suo nome. Io però ho creduto giusto
farne cenno tra le opere del Ciampi.
— Illustrazione di un'iscrizione antica trovata nel Tevere
Tanno 1819.
Sta nelle Notizie del Giorno, Roma, 1820, gennaio, n. 11,
• — Lettre adressee a Monsieur Christophe Wescolowchi au
suiet d'une pierre gravòe antique qui se trouve dans la
collection de S. M. TEmpereur de toutes les Russies et
Roi de Pologne a S. Petersbourg. Varsaviae, Glucksberg,
1820, in 8.o
Vi è unita una dissertazione in francese sopra una statua trovata a Pompei
e indirizzata a M. Cancellieri.
— 104 —
— Novum Examen lociliviani de Legatis Romanoruin Atlie-
nas missis ut, scriberent ]eges SoIodìs. Vilnae, typis Dio-
caesanis Congr. Missionis, 1821, in 8.°
Di questo lavoro trovasi un estratto nella Themis o Biblioteca dei Giurecon-
sulti toni. &, e nuovamente nello stesso giornale toni. 4. pag. 261. Un e-
stratto fatto dal prof. Carmignani leggesi pure nel Giornale Pisano anno 1821,
toni. 1. p. 145.
— Lettere di Seb. Ciampi, F. Del Furia e Gasp. Bencini
intorno ad alcuno varianti del noto supplimento di Longo
confrontate coli' edizione romana (di Courier). Venezia, An-
tonella 1821, in 8.o
Queste lettere riguardano due quistioni abbastanza importanti, la diversa
lezione cioè che dal Courier si voleva adottare di certi passi del frammento
di Longo da lui ritrovato, e la macchia che il medesimo Courier, non certo
per inavvertenza, fece sulla pagina del Codice che conteneva il desiderato
frammento dopo averne tratta la copia. Le lettere del Dei-Furia e del Ben-
cini furono ambedue dirette al Ciampi, il quale accintosi a tradurre il fram-
mento di Longo, era ricorso per maggior lume ai due chiarissimi bibliote-
carii, e vedendosi contradetto dal Courier, domandava ad essi più partico-
lari informazioni del vero. Queste lettere furono ristampate dal medesimo
Antonelli nel 1850 ; e si trovano inserite anche nella traduzione fatta dal-
l' eruditissimo sig. De Tipaldo nella Storia della letteratura greca di Schoell.
— De Vita Caroli Magni et Rolandi Hùstoria Ioanni Tur-
pino Archiep. Remensi vulgo tributa ad fìdem cod. vetu-
stioris emendata et observationibus philologicis illustrata.
Florentiae, Molini, 1822, in 8.0
In questo lavoro il Ciampi ha messo in chiaro con peregrina erudizione che
la storia di Turpino scritta al più tardi in principio del Secolo XII, anziché
riguardarla come una mera invenzione di qualche impostore, che fu creduto
comunemente essere stato Goffredo priore del Monastero di S. Andrea di
Vienna nel Delfinato, dobbiamo riconoscerlo come una compilazione delle
antiche narrazioni delle gesta di Carlo Magno e d' Orlando, le quali già cor-
revano per la bocca del volgo, ed erano soggetto alle popolari canzoni ;
compilazione fatta con qualche giunta ed abbellimento analogo al gusto del
tempo, che dilettavasi di meravigliosi racconti. Questo gusto predominante
nel medio evo faceva servire alla immaginazione la religione medesima, e
si mantenne fortissima sino al risorgimento degli studi classici ; cosicché
allora i poeti e gli artisti conservarono le antiche e le nuove finzioni nei
loro lavori, di che abbiamo luminosi esempi nei nostri scrittori Dante, Pe-
trarca, Boccaccio, Ariosto, Tasso, e in presso che tutti i pittori e scultori del
Sec. XII. e XIV. Il compilatore poi di questa storia romanzesca, per dare
più autorità a quei racconti, ne spacciò autore Turpino Arciv. di Reims. In
— 105 —
seguito da vari varie cose vi furono aggiunte, specialmente le moralità e
!e allegorie con tutte quelle dispute religiose, le quali mescohndo e colle-
gando la moralità e la religione alle azioni militari, facevano che tutti pren-
dessero interesse nelle guerre contro gì' infedeli, e fossero riguardate per
dovere del cristiano non meno dei precetti dell' Evangelio. Di qui la storia
di Turpino fu accolta come una leggenda pia, e tutte quelle stravaganze
credute miracolose. (V. Anlolog. toni. 9.) In fine al volume è ristampata la
Dissertazione latina di una spada antica, già pubblicata nelle Feriae Varsav.
del 1819.
— Dissertazione critico-filologica sopra un codice del Se-
colo XIII. contenente la storia della vita di Carlo Magno
e dì Rolando attribuita all' Arciv. Turpino.
Sta negli « Atti dell' Accad. delle Scienze di Torino, » anno 1825.
— Ad Bernardinum Zaidler polonum in I. R. Studiorum
Universitate Pisana iuris lauream adeptum, Epigramma.
Flnrentiae, Balatresi, 1823, in 8.°
— Gesta Caroli Magni ad Carcassonam et Narbonam, et
de edificatione Monasterii Crassensis ex codice Laurentia-
no observationib. criticis. pbilolog. illustrata a Seb. Ciam-
pi. Florentiae, Magberi, 1823, in 8.0
Dedicata ad Alfonso Melzi. Non è questa una storia, ma piuttosto un roman-
zo, ed il Ciampi la dà per tale, appoggiandosi all' autorità del Lami, il quale
ci avvisa non esservi storia dei tempi di mezzo tanto favolosa, o insincera,
nella quale pur non si trovi qualche cosa di vero, conservatoci dalla popo-
lare tradizione ; e lo pubblica col fine di accrescere il tesoro delle cogni-
zioni riguardo agli usi e alle idee dell' Europa ai tempi di Carlo Ma-
gno e nei successivi prima del rinnnovamuuto della civiltà ; al qual fine
gli sembra che meritino di essere consultati e conservati i libri dei tempi
medesimi, che altri mal a proposito vorrebbe vedere distrutti. Il Ciampi ne
crede autore un tal Filomena storiografo di Carlo Magno, e giudica che non
sia più antico dei Sec. XII, sebbene possa essere scritto sul fondamento di
leggende del X e dell' XI secolo. Ma è da credersi piuttosto che il ms.
pubblicato dal Ciampi sia la traduzione di un' opera intitolata Filomena,
scritta in lingua romanza, che è rammentata nella Histoire liner, de Franca
tomo VII ; nel Iournal des Savans anno 1772 ; nella Histoire de V Academie
des InscripCions et Belles Letlres tomo 21 ; nella Gallio, Christiana, ec. Il
Rainouard nella sua opera Choix des poosies originai e s des Trobadours tom. 2,
parla egli pure di un romanzo intitolato Philomena, e lo crede scritto verso
il 1173. Il Montfaucon nella Bibliotheca Bibliothecarum ne cita un ms. in
lingua romanza che fu già nella Biblioteca di M. Rauchin consigliere al par-
lamento di Tolosa. La città di Narbona ne possedeva uno nel 16G9, e ne fu
fatta una copia a' 27 Febbraio di quell'anno, che trovasi ora nella Bibliot.
Reale di Parici. La traduzione latina, «lice M. Catcl, fu fatta da uno chia-
_ 10(3 —
malo Vidal per ordine di Bernardo abate della Grassa : poi lo chiama Vidal
e più oltre lo nomina Giles ; onde sembra che si chiamasse Giles Vidal o
Vital. Il Manoscritto laurenziano chiama il traduttore Guglielmo Paduano :
ma è molto probabile che due sieno i traduttori ; il Raynouard poi osserva
che il traduttore non intese bene 1' originale in lingua romanza ; lo che si
potrebbe supporre più del Padovano che di Giles Vidal. Di quest' opera Ge-
sta Caroli Magni il Ciampi fece anche la traduzione italiana che si conserva
nella Bibliot. Forteg. di Pistoia, Cod. 561.
— Opuscoli Morali di Plutarco cheronese volgarizzati ec.
Firenze, Piatti, 1820-1823, in 8.0 , Voi. 6.
Il Ciampi ha volgarizzato soltanto gì' opuscoli del Voi. 6, che mancavano a
completare il volgarizzamento incominciato già dall' Adriani. Questo volume
contiene i quattro opuscoli Del mancamento degli oracoli ; Delle contradi-
zioni degli stoici ; Delle percezioni universali ; di Iside e Osiride. Ciascuno
di essi è accompagnato di prefazioni, avvertimenti e di note, sia per 1' in-
telligenza del testo, come per giustificare in più luoghi la versione ; e col-
1' aiuto di alcuni Codici laurenziani molti passi scabrosi di questo scrittore
sono restituiti alla vera lezione. Questi opuscoli di Plutarco furono ristam-
pati in Milano, da Frane. Sonzogno negli anni 1823-1827, in tre voi. in 8.°
con correzioni, e con qualche giunterella.
— Osservazioni intorno ai moderni sistemi sulle Antichi-
tà Etnische. Firenze, Poligraf. Fiesol. 1824, in 8.°
Pag. X-10<£. Fa parte della Collezioni di Oputcoli Scientifici e letterari, com-
pilata dal Cav. Frane. Inghirami (lom. 3, fase. III.) ma ne furono tirati an-
che degli esemplari a parte. Vi è pure il disegno di un vaso greco, trovato
a Girgenti, e che possedeva in quel tempo il Barone Marcheneim di Varsavia.
— Lettera contenente notizie letterarie e storiche della
Polonia, e in particolare dell' Italia.
Nella Nuova collezione di opuscoli letter. Bologna, 1824, quad. IV.
— La Guerra per li Principi Cristiani guerreggiata con-
tro i Saraceni corrente a. d. 1095 in latino dichiarata da
Ruberto Monaco e traslatata in volgare per uno da Pisto-
ia, ec. Firenze, Ciardetti, 1825, in 8.°
Con un rame in principio. Dopo la lettera dedicatoria al Conte Giacomo Tri-
vulzio e la prefazione evvi un catalogo dei principali scrittori d' occidente
intorno alla Storia delle Crociate, e pag. 1C9 poi è riportata una lettera
del Sig. Dureau de la Malie sopra le due Gerusalemme di Torquato
Tasso estratta dalla storia delle Crociate di Michaud. (Vedine la traduzione
italiana, Milano, 1819.) Il Ciampi in questo suo volgarizzamento adottò lo
stile italiano antico, perchè più conforme all' originale.
- 107 -
— Ob funus Alexandri I Russorum Irapcr. Poloniae Re-
gis, Inscriptioues et Eleg. Florentiae. Piatti, 1825, in 4.°
Le iscrizioni sono greco-lai. -italiane ; V elegia latina-italiana. Questi funerali
furono fatti nella Cappella reale di Firenze.
— La morale applicata alla politica operetta di Giuseppe
Droz tradotta in italiano da Sebast. Ciampi, Accad. Val-
darnese. Firenze, Pezzati, 1826, in 8.°
— Rerum Polonicarum ab excessu Stepani Regis ad Ma-
xiiniliani austriaci captivitatem, liber singularis in lucern
editus a Seb. Ciampi. Florentiae, Galletti, 1827, in 8.°
Con un rame rappresentante un sigillo Nationis Polonae. Sebbene il codice
da cui il Ciampi trasse questo frammento storico non portasse nome d' au-
tore, il Ciampi con argomenti molto convincenti lo attribuisce a Gio. Mi-
chele Bruto veneziano, istoriografo dello stesso Stefano Battori re di Polo-
nia, scrittore della Storia Rerum Pannonicarum ; sul proposito della quale
vedasi una lettera del prof. De Witte in data de' 15 Deccmbre 1828, di-
retta al Ciampi, e da questi pubblicata nella Bibliografia Critica della Polo-
nia, tom. 1. pag. 7S.
• — Monumenti di un manoscritto autografo e lettere ine-
dite di Messer Giovanni Boccaccio, il tutto nuovamente
trovato e illustrato da Seb. Ciampi, Firenze, Galletti, 1827,
in 8.°
- — La stessa. Milano, Molina, 1830, in 12.°
Seconda Edizione migliorata ed accresciuta, e dedicata al March. Giacomo
Trivulzio. Quest' opera è adorna del fac simile del carattere del manoscritto,
del ritratto del Boccaccio, e di sette incisioni rappresentanti i simboli di
sette scienze. Il manoscritto fu scoperto dal Ciampi, che lo crede di mano
del Boccaccio, ed è uno zibaldone contenente varie collezioni e frammenti
di storie, di cronache, di classici latini, di vite di sovrani ec.
■ — Lettera di Messer Giovanni Boccaccio a Zanobi da Stra-
da, con altri monumenti inediti a maggiore illustrazione
del zibaldone di lui pubb. da Seb. Ciampi. Firenze, Conti,
1827, in 8.o
— Esame critico con documenti inediti della Storia ài
Demetrio d' Iwan Wasiliewitc, per Seb. Ciampi. Firenze,
Galletti, 1827, in 8.°
Il Ciampi esamina e confronta gli scrittori che hanno parlato di questo ce-
lebre impostore che osò spacciarsi per successore legittimo di Giovanni
— 108 —
Basili ncU' impero di Moscovia ; e pubblica anche una lettera di A. Posse-
Tino al Granduca di Toscana sugli avvenimenti dello stesso Demetrio.
— Birgeri Thorlacii et Seb. Ciampi de Septentrionalium
gentium antiquitatibus et literis runicis, Epistolae. Me-
diolani, Sonzogno, 1827, in 8.°
In questa lettera il Ciampi dà la sua opinione intorno a certi monumenti
settentrionali scoperti in quel tempo, che egli non crede monete, ma sib—
bene imagini o segni di religiose credenze. Le sue dotte congetture sono
abbellite di un latino nitido, franco ed elegante. In fine pone un catalogo
di libri da consultarsi intorno alle cose runiche.
— Disamina sull' opinione di Giovanni Boccaccio intorno
alla così detta papessa Giovanna. Firenze, Ronchi e Cel-
li, 1828, in 8.°
Neil' Antologia di Fir. ann. 1828, n.° 88 trovasi un articolo di E. Repetti
contenente interessanti aggiunte a questo lavoro.
— Saggio di una traduzione italiana del Sec. XIII. di un
compendio della Cronaca di Martino Polano, fatta proba-
bilmente dallo stesso Martino. Milano, Stella, 1828, in 8.°
È tiratura a parte del giornale II Raccoglitore di Milano, anno 1828.
— Elogio italiano ed epitaffio latino al conte Alessio De
SwertchofF ministro di Russia in Firenze.
Nella Gazzetta di Firenze, anno 1828, n. 42.
— Notizie intorno a Benedetto Brognolo letterato italiano
creduto originario di Polonia, con una sua lettera inedita
al celebre Filippo Callimaco Esperiente, ossia Filippo Bo-
naccorsi da S. Gimignano.
Nel Giornale Arcadico, ann. 1828, trimestre III.
— Notizie intorno a Stanislao Roscio o Reska Polacco
ambaciatore in Napoli del Re di Polonia Sigismondo III.
Nel Giornale Arcadico ann. 1828. Vi sono anche alcune notizie inedile di
Torquato Tasso, relative al Rescio, che fu suo amico, ed alla Polonia.
— Ragionamento del P. Antonio Possevino della Compa-
gnia di G. tenuto alla Signoria della Repubblica di Lucca
ai 14 Marzo 1589, pubb. da Seb. Ciampi. Modena, Soliani,
1829, in 8.0
Questo ragionamento fu tratto da un codice magliabechiano, e si pubblicò
anche nelle Memorie di Religione di Modena dell' anno 1829.
— 109 —
— Narratio rerum quae post obitum Alexii Mickalowicz
Russorum Imp. ec. gestae sunt Moscuae XI Kalend. octo-
bris ann. 168,2, missa ex urbe Moscuae ad Archiep. Frane.
Martelli ec. Florentiae, Piatti, 1829, in 8.°
— Sulla Storia di Saluzzo dell'Avv. Muletti.
Nel Giornale « Il Progresso » di Napoli, anno 5.°
— Lettere Militari con un piano di riforma dell' esercito
polacco del Re Gio. Sobiescki, ed altre de'suoi segretari ita-
liani pubblicate da Seb. Ciampi. Firenze, Borghi e Comp.
1830, in 8.0
L'antiporta ha il titolo k Sobesciade Italiana ». Nell'avviso al lettore il Ciampi
da notizia dei materiali da lui raccolti in Italia, dov'era stato mandato dal
re Giovanni di Polonia, e che riguardano le comunicazioni antiche di ogni
genere tra la Polonia e l'Italia. Molti di questi materiali furono poi adope-
rati da lui per diverse sue pubblicazioni, fra cui la «Bibliografìa critica della
Polonia», le «Notizie dei Medici,» e l'altra opera «Rerum Polonicarum.» Altri
lavori che il Ciampi intendeva compilare, e che qui si accennano, rimasero
sempre allo stato di progetto. In ultimo vi è una Biblioteca o Galleria So-
besciana in Italia, ossia notizia di libri stampali in Italia, e che riguardano
Giovanni Sobiescki, manoscritti, medaglie, stampe ec.
— Sulla falsità della lettera di Giovanni Boccaccio al priore
della Chiesa de1 SS. Apostoli, esame critico, con la lettera
del med. Gio. Boccaccio a Zanobi da Strada. Firenze, Celli
e Ronchi, 1830, in 8/
Pagg. 32. Con molto ingegno e dottrina il Ciampi prova che questa lettera
è apocrifa, e ciò contro l'opinione diversa del chiariss. Gamba. Vedasi in
proposito il Tommaseo nel suo Dizionario Estetico, ed un articolo dell' « An
tologia », anno 1850.
— Flosculi historiae Poloniae sparsi Pulaviis ec. Typis Bi-
bliot. Pulaviensis, 1830, in 8.°
11 Ciampi indirizzava questo suo lavoro « Elisabetae Principi Czarlorysciac
literis et arlibus humanioribus alenata promovendis nàtae ». Contiene le
seguenti materie : Parte di un relazione del Regno di Polonia di un amba-
cialore veneto dell'anno 1560: -— Sereniss. Electi Poloniae Regis Maximi-
liani Archid. Auslriae e Polonia reditus : — Lilerae ab Ioanne Zamoyscio
de expugnatione Albi lapidis ad nuncium apost. datae : — Literae de eo-
dem argumento : — Litera« Urbani Vili Pont. Max. et Wladislai IV Regis
Poloniae de Ioannis Casimiri in Societ. Iesu ingresso anno 1645". In alcuni
esemplari vi è aggiunta la stampa di una Medaglia del Re di Polonia Sigi-
smondo I. incisa dai Padovanino.
— 110 —
— Appendice alle indicazioni del Ms. inedito contenente
la vita di San Pier Damiani scritta da Gio. Boccaccio, con
una lettera, in parte inedita, dello stesso a M. Piero delia
Eettorica.
Nelle Memorie deli' Accademia di Modena, ann. 1830.
— Notizie di Medici, Maestri di Musica e Cautori, Pitto-
tori, Architetti, Scultori ed altri artisti Italiani in Polonia
e Pollacchi in Italia, raccolte da Seb. Ciampi. Lucca, Ba-
lastresi, 1830, in 8.0
« Queste notizie, ciascuna da se, ai più leggieri nel giudicare parranno
« cosa da poco, ma unite insieme, e considerate come anella di una grandf
« catena, sono molto importanti ». (Antol. an. 1850). Fra queste notizie
sonovi quelle dei pistoiesi Alessandro Cilli scrittore di Storia e musico te-
nore ; di Valentino Magnini chirurgo ; e di Niccola Monti pittore. Le noti-
zie dei medici sono dedicate al Collegio Medico dell' università di Varsavia ;
quelle dei Musici al Conservatorio di Musica, quelle dei pittori, scultori ec.
ai professori dell' Accademia di Belle Arti della stessa città. Finisce il libro
con un articolo sullo stato delle arti e della civiltà in Russia prima di Pie-
tro il Grande, fino all' Imp. Alessandro I.
— Viaggio in Polonia nella state del 1830 colla breve
descrizione di Varsavia e con altre notizie di lettere, ar-
ti, commercio, ed altre particolarità di quel regno ec. Fi-
renze, Galletti, 1831, in 8.0
Ha ancora un' appendice all' altra opera di sopra ricordata « Notizie dei
Medici, Maestri di Musica ». Di questo « Viaggio » possono vedersi 1' « An-
tologia » anno 1831 ; la « Biblioteca Italiana » tomo 62 ^ e gli « Annali di
Statistica » tomo 29.
— Sopra un Anello longobardo, e sulle origini del titolo
di Marchese.
Nella « Biblioteca Italiana » dell' anno 1829 trovasi la prima parte di questo
scritto che fu continuato nel « Poligrafo » di Verona del 1831.
Nella « Bibliot, Italiana » del 1829 evvi pure una lettera sull'uso di ornare
di statue e bassirilievi i frontespizi dei tempi.
— Colpo d' occhio storico-critico intorno alle vicissitudini
dell' Italia.
Nel « Poligrafo » di Verona, fase. XXXI, Marzo 1852, eon copie a parte.
— Necrologia di Luigi Chiarini prof, di Lingue Orientali
e Antichità Etrusche nella Università di Varsavia.
Nel « Poligrafo » di Verona, anno 1832, fase. XXII eon esemplare a parte.
— 111 —
• — La Grecia descritta da Pausaania, volgarizzamento con
note al testo e illustrazioni filologiche, antiquarie e criti-
che di Seb. Ciampi. Milano, Tip. di Francesco Sonzogno,
1826-1829, voi 1° e 2° : e co1 Tipi di Andrea Molina, 1832-
1841, voi. 3, 4, 5, e 6, in 8.o
Fa parte della « Collana degli antichi storici greci volgarizzati », ed è cor-
redata di note e di dotte illustrazioni con carte topografiche, artistiche ed
altre. Di alcune delle illustrazioni si tirarono anche degli esemplari a parte,
come appresso diremo ; al secondo volume va unita pure una Dissertazione
dell' Heyne sapra la Cassa di Cipselo, antico monumento in Olimpia, già letta
dall' autore all' Accademia di Gottinga nel 1770. Questa traduzione di Pau-
sania fu altamente lodata dal chiariss. Tommaseo nelP « Antologia » del 1826
in un articolo sul volume primo allora pubblicato : dov' egli dice che il li-
bro del Ciampi è ormai necessario, e che quanto è facile profittarne, tanto
sarebbe difficile superarlo. Vi sono es. in carta distinta.
■ — ■ Esposizione di due passi di Plinio il vecchio uno intor-
allo stato dell' arte di fondere il bronzo al tempo di Ne-
rone con alcune osservazioni sopra i cavalli di rame do-
rato dorato che stanno sopra le facciata di S. Marco a
Venezia. Milano, 1832, in 8.°
È tiratura a parte dal Tomo 3 di Pausania, pag. 409-489.
■ — Osservazioni critiche sopra la restituzione di alcuni Mo-
numenti descritti da Pausania nei cap. 31 e 37 del libro
ottavo, fatte dal Sig. Quatremere de Quincy nell' opera da
lui intitolata II Giove Olimpico Milano, Molina, 1838,
in 8.°
Anche questo è tiratura a parte dal Tomo 4° dell' opera suddetta, dove tro-
vasi da pag. XI a pag. CXXII.
— Difesa dell'opuscolo intitolato « La Chioma di Berenice »
del celebre poeta Cav. Vincenzo Monti contro le censure
di alcuni critici ce. Milano, 1839, in 8.°
Estratto dal Tomo S. dell'opera suddetta.
— Volgarizzamento dei Trattati Morali d'Albcrtano Giu-
dice di Brescia da Soffredi del Grazia notaro pistoiese fatto
innanzi al 1278, trovato da S. Ciampi in un codicetto
scritto nell'anno predetto, ed ora da lui pubblicato la prima
— 112 —
volta con illustrazioni e la giunta del testamento in lin-
gua volgare di donna Beatrice contessa di Capraia nel 1 278.
Firenze, Allegrini e Mazzoni, 1832, in 8.°
Pagg. 8S-K9, con fac-simile del codice. Questo libro fu « tralactato di la-
tino in volghare per mano di Ser Soffredi del Grathia di Sancto Aiuolo e
scricto per Lanfranco Seriacopi del Bene notaio di Pistoia sotto li A.
D : MCCCLXXVIII del mese di Aprile ne la sexta indiclione. » Il Ciampi ne
ritrovò il ms. nell'Archivio del Comune di Pistoia fino dal 1807, ma di-
stratto poi da altri lavori, ne ritardò la pubblicazione fino all'anno 1832- Egli
vi premise una lunga prefazione, nella quale si propone di metter iti più
chiaro lume due questioni: 1° l'uso in bocca del popolo, secoli innanzi al
mille, d'una lingua che meglio ordinata poi nella sintassi e nella scrittura, fu
detta lingua italiana: 2° di stabilire, secondo i monumenti che ci rimangono,
il tempo nel quale cominciò ad essere scritta. Questo volgarizzamento, ed
il testamento della Contessa Beatrice ritiene il Ciampi che sieno i più an-
tichi genuini ed autentici monumenti scritti della lingua italiana; e gli ar-
gomenti e le prove, che egli ne adduce, paiono escludere ogni contraria opi-
nione. Ma se è vero che questi scritti sieno antichissimi, e che niun altro
ne abbiamo che risalga a maggiore antichità, è dubbio peraltro che essi ser-
vano a stabilire il tempo nel quale la nostra lingua cominciò ad essere
scritta con qualche ordinamento di stile e d'ortografìa. I Malispini, contem-
poranei d'Albertano, e il Compagni, che fu di poco posteriore a' suoi tempi,
superano certo di lunga mano il nostro Lanfranco, e non poca differenza si
riscontra tra il volgarizzamento di quest'ultimo, o le prose di quei due cro-
nachisti, non solo nell'ortografìa, e nelle uscite dei verbi e dei nomi, ma
benanco nelle intiere voci e nei modi, e in quell'ordinamento di stile che
servì poi a stabilire la grammatica e l'indole della prosa italiana. Piene di
erudizione sono le note che vi pone il Ciampi, nelle quali spiega le origini
di molte voci e di molti modi di dire.
. — Notizie dei Secoli XV e XVI. sull'Italia, Russia, e Po-
lonia raccolte e pubblicate da Seb. Ciampi colle vite di
Bona Sforza dei Duchi di Milano regina di Polonia, e di
Gio.de'M edici detto delle Bande Nere. Firenze, Allegrini
e Mazzoni, 1833, in 8.0
— Bibliografia critica delle antiche reciproche corrispon-
denze politiche, ecclesiastiche, scientifiche, letterarie, arti-
stiche dell'Italia colla Russia colla Polonia ed altre parti
settentrionali ec. Firenze, Allegrini e Mazzoni, 1834, voi, 1:°
e Tip. di Guglielmo Piatti, 1839-1842, voi. 2° e 3,° in 8.0
Pagg. VI-564 : XII-526 ; VI-157. Si può asserire senza tema d'errare che la
Polonia, come tante altre nazioni deve all'Italia gran parte del suo incivili-
mento ; e come i romani contenti al possente privilegio del regere populos,
- 113 —
volenterosi viaggiavano in Grecia per addottrinarsi, così anche i Pollacela
per molti secoli vennero a farsi discepoli degli Italiani. « Ita (scriveva il ce-
lebre Stanislao Rescio al poeta latino Simone Simonide), nostrorum vestigiis
detrita, ita pervia facta in Italiana via est, ita crebris oppidis, tabemis, ho-
spitiis distincta et coedifìcata videtur Silesia, Moravia, Austria, Stiria, Ca-
rinthia, ut quasi quoddam suburbium Italiae videatur. » Le celebri università
di Padova e di Bologna contavano le migliaia di Pollacchi che venivano ad
apprendere o a perfezionarsi nelle scienze, nelle lettere greche o latine e
nelle arti; non era gran signore pollacco che non ambisse d'esser laureato
a Padova ; rettori e professori pollacchi ebbe questa famosa università ; Ve-
nezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli abbondano nelle Biblioteche e negli
Archivi d'illustri memorie della Polonia, come questa di quelle degli Ita-
liani. Il Ciampi volle raccogliere in questa sua opera le gloriose reliquie delle
vicendevoli relazioni tra i due stati, che per ragioni facili a comprendere,
estese poi anche alla Russia e ad altre parti settentrionali. L'opera pertanto,
compilata per ordine alfabetico, comprende Je notizie di qualunque maniera
sopra quelle nazioni, ma specialmente sulla Polonia, scritte da autori italiani ;
le opere pubblicate da italiani nelle stesse regioni ; 1' elenco delle opere
classiche latine ed italiane colà stampate ; la biografia degli scrittori ed uo-
mini illustri italiani i quali vi soggiornarono ; le scritture e le azioni dei Ge-
suiti italiani in quelle provincie ; le vicende dei Sociniani in Polonia ; quelle
degli artisti italiani che vi lasciarono memoria dei loro lavori, e viceversa
degli artisti di quelle nazioni che lavorarono tra noi; la serie dei libri a
stampa e manoscritti dei dialetti illirico e slavo pubblicati in Italia o serbati
nelle librerie Vaticane, Laurenziana, Ambrosiana ce, ed in fine tutti i par-
ticolari riguardanti gli studi, la storia, la diplomazia, ed il commercio che
sono necessariamente uniti a quelle notizie. Il Ciampi profittando del suo
soggiorno in Polonia e della letteraria missione di lui in Italia concepì l'idea
di quest'opera, che condusse a termine nel corso di sedici anni. Egli però
non presume di aver fatto un lavoro in tutte le sue parti completo, « es-
sendo questa un' impresa affatto nuova, ed i suoi elementi così dispersi, e
non curati per tanti secoli che spesso più dalla fortuna che dalla volontà e
dalla diligenza, dipende il poterli trovare ».
- — Lettera di Michelangiolo Buonarroti per giustificarsi
contro le calunnnie degli emuli e nemici suoi sul proposito
del sepolcro di Papa Giulio II, trovata e pubblicata da
Seb. Ciampi. Firenze, Passigli e Soci, 1834, in 8.0
È dedicata ai giovani dell' I. e R. Accademia delle Belle Arti di Pietroburgo.
— Lettera a Lorenzo Bartolini celebratissimo statuario.
Firenze, per David Passigli, e Comp. 1834, in 8.°
In questa lettera si tratta in che consista il vero bello della statuaria, cioè
se nel bello ideale e nel vero bello naturale e copiato dall' artista, o se
Capponi, Bibitoqr. Pisi X
— 114 —
debbasi preferire la imitazione del bello artistico degli antichi monumenti
|)ioso dal vero, o la diretta imitazione del bello originale della natura.
— Biografia di Michele Borgonzoni.
Nella Biografia del Tipaldo, lom. 2.°
— Elogi di ,28. Pittori.
Stanno da pag. 135 a 276 della Collezione di ritratti di pittori esistenti nella
Galleria degli Ufizi di Firenze pubblicata dal Molini. All'Elogio sta innanzi il
ritratto in rame di ciascun pittore.
■ — Recensioni bibliografiche e scritti vari inseriti nelV An-
tologia di Firenze.
Trovansi nel volumi di quel giornale degli anni 1822 e seguenti fino a ludo
l'anno 1820.
— - Rime.
Si hanno rime del Ciampi nelle seguenti raccolte : Per le nozze Cellesi-Buon-
fanti. Pistoia, 1794: — Pel ritorno in patria di Maddalena Sozzifanti, Ivi,
1795; — Per la monacazione di Suor Carolina Talini, Ivi, 1798; — Per le
nozze Cellesi-Buonfanii, Ivi, 1798; — Per la monacazione di Suor Madda-
lena Odaldi, Ivi, 1798; — Per le nozze Strambi-Rospigliosi, Ivi, 1800: —
Per la venuta in Pistoia della Granduchessa Elisa, Ivi, 1809; — ed in altre
raccolte di minor conto. Anche nella Biblioteca Italiana di Milano si trovano
i-ime del Ciampi, tra le quali un'epigramma latino per la morte di Vincenzo
Monti.
— Lettere.
Sono manoscritte nella Bibliot. Fortegucrri, dove si conservano pure molte
lettere dirette al Ciampi da illustri italiani e stranieri.
Sebastiano Ciampi nacque in Pistoia nel 30 ottobre 1769. Fece i primi studi
nel Collegio Vescovile, e quindi passato a studiar filosofìa nella Accademia
Ecclesiastica fondata da Mòns. Vescovo Ricci, vi fu ordinato prete. A Pisa
studiò in appresso diritto civile e canonico; ma si dedicò specialmente alle
lettere greche e latine sotto il dotto Padre Antonioli delle Scuole Pie, sco-
laro e successore del celebre Padre Corsini. Nel 1796 fu chiamato ad inse-
gnare retlorica e lingua greca nel Collegio Bandinelli di Roma d'onde tornò
in patria nel 1798, dopoché quel Collegio fu chioso per le politiche circo-
stanze che sopraggiunsero. Dopo un breve soggiorno in Germania ed in Un-
gheria, nel 1800 si stabilì in Venezia, ove ripigliò i suoi studi sulla Lettera-
tura Greca, a ciò confortato dai consigli del chiariss. Cav. Morelli dotto bi-
bliografo e bibliotecario di S. Marco. Nell'occasione del Conclave teuuto in
quella città per la elezione del Pontefice Pio VII egli fu scelto alla carica
di maggiordomo del Principe Agostino Chigi gran maresciallo del Conclave ;
e allora fece conoscenza con molti illustri personaggi, che molto apprez-
zarono il sapere e l'ingegno di lui; e tra questi Mons. Caleppi che voleva
^cco condurlo al Brasile in qualità di suo segrerario, la qual carica il Ciampi
- 115-
ricusò per seguire tranquillamente i suoi sludi. L'anno 1801 Lodovico Re
u" Etruria lo nominò lettore onorario nell'Università di Pisa, riserbandosi di
eleggerlo ad una cattedra stabile con stipendio nel successivo anno, come av-
venne, essendo stato dichiarato professore di logica o dialettica; il quale uf-
ficio coprì finché nel 1814 succedette al celebre Luca Antoni© Pagnini pi-
stoiese nella cattedra di lettere greche e latine. Ma tre anni appresso al-
lettato dalle generose profferte fattegli dal governo di Polonia, si recò a
Varsavia ad occupare la cattedra di filologia e storia comparata delle lettere
e delle belle arti in quella Università; e là meritamente si acquistò gran-
dissima fama, e fu distinto di molte onorificenze (1). Nel 1822 tornò in Ita-
lia mandato dal governo di Varsavia coll'incarioo di raccogliere tutti i mo-
numenti inediti o rari riguardanti la storia occlesiastica, civile, letteraria, mi-
litare e scientifica della Polonia, e le comunicazioni di qualunque genere tra
questo paese e l'Italia ; e questi materiali gli servirono poi per la Bibliogra-
fia delle antiche corrispondenze tra l'Italia, la Polonia ec. Negli ultimi anni
di sua vita perdette quasi affatto l'uso delle facoltà intellettuali, e morì in
Firenze il 17 Decembre 1847 in età di 78 anni. (2) Della vita e delle opere
del Ciampi nessuno ha scritto; e solo trovasene un breve cenno nel Dizio-
nario Estetico del Tommaseo; nell'opera del Reumont Beitrage zur italienis-
chen geschichte, (Berlin, 1857, in 8), e in qualche recente dizionario bio-
grafico.
Ciantelli Doti. Giuseppe.
Delia specie umana, saggio. Firenze, Cecchi, 1846, in 16.°
— Nota intorno ai così detti Corpuscoli Paciniani.
Trovasi nella « Gazzetta Toscana delle Scienze Mediche. » anno 1847. Vi è
stato chi ha fatto le più alte maraviglie che un pistoiese abbia cercato di
(1) Nel 1818 fu nominato canonico della Cattedrale di Kicltz colla pre-
benda di 4000 fiorini all'anno ; divenne poi Canonico di S. Domir per la tra-
slazione del Capitolo e Vescovado di Kieltz fatto a quella città. Nello stesso
anno venne insignito dell'ordine equestre di S. Stanislao da S. M. Alessan-
dro I. imp. delle Russie ; nel 1819 di quello dello Spron d'oro dal Governo
Pontificio; nel 1820 fu nominato professore onorario dell'Università di W:lna :
fu ascritto inoltre alle più illustri accademie d'Europa, fra le quali all'Acca-
demia degli Antiquari di Londra, a quella Archeologica di Mosca, e alle al-
tre delle Antichità nordiche di Copenaghen, scientifica di Dronthein in Nor-
vegia ec.
(2) Il Ciampi fu in corrispondenza letteraria con molti uomini illustri ita-
liani del suo tempo tra' quali mi piace ricordare il prof. Carlo Antonioli, il
Cav. Giacomo Morelli, Damiano Priocca, Carlo Rosmini, Mons. Fabbroni, Ot-
taviano Targioni-Tozzetti, Giacomo Trivulzio, Leopoldo Cicognarn, Cesare Luc-
chesi™ ce; e fra gli illustri stranieri il Cav. Millin, Gio Labus, il Prof. Wittè,
Carlo Boucheron, David Aherblad, Milord Glembcrvie e molti altri letterati
francesi, tedeschi, polacchi, russi e d'altre nazioni.
— 116 —
tògliere ad un suo concittadino il vanto di una gloriosa scoperta per
farne dono a degli stranieri: io non partecipo punto a cotesta maraviglia,
sapendo ormai per prova che in Pistoia mentre portiamo a cielo le più ru-
morose vacuità, non sappiamo d'altra parte pregiare come si deve la vera
sapienza. .
Ciati Paolo.
Sonetti.
Sono nella Biblioteca Forteguerri in un codice di rime segnato di n. 175. I
Sonetti sono in numero di trentuno.
— Sequenza del Dies Irae tradotta in Italiano.
È stampata nell' opera del P. Zaccaria Excursus per Italiani, tom. 1.
Ciati Roberto.
Io. Baptista Gerinus Pistoriens. ac Pratensis Episcopus
Imago S. Ioannis Bapt. Praecursoris Oratio in primo eius
Pistoni adventu ' hab. in tempio urbis principe ad clerum
ec. kal. Decemb. 1633. Pistoni, 1634, apud Petr. Ant. For-
tunatum, in 4.°
— Della Regina del cielo, Pistoia la città prediletta. Di-
scorso del Can. Ruberto Ciati recitato da Lui nel giorno
che si solennizza V anniversario del miracolo della Vergi-
ne dell' Humiltà nel medesimo tempio ec. In Pistoia, per
Pier Ant. Fortunati, 1660, in fol.
Pagg. 14, ed una e. bianca in fine. È raro opuscolo, dedicato a Mons. Fran-
cesco Rinuccini V.° di Pistoia.
— Il supremo tragico spettacolo, Discorso recitato nella
chiesa di S. Prospero nel Venerdì di Passione V anno 1660
ai Signori accademici Risvegliati, dedicato air Altezza Se-
ren. di D. Vittoria della Rovere Medici Granduchessa di
Toscana. In Pistoia, per il Fortunati, 1663, in 12.°
— All' Eminentissimo Signore Don Felice Rospigliosi nella
sua promozione al cardinalato il Can. Ruberto Ciati. Pi-
stoia, Fortunati, 1673, in 4.°
— La Santità prodigiosa di S. Casimiro Re di Polonia.
Lucca, 1678, in 4.°
— Gli affetti di un' anima penitente. Lucca, 1685, in 8.°
— 117
dicci Oio. Ballista.
Lettera sopra gli uomini illustri della Famiglia Fabbronf.
In Bologna, 1633, in 4.°
Olili Alessandro.
Historia delle sollevazioni notabili seguite in Pollonia gran-
ili del Signore 1606, 1607 e 1608, e dell' ationi eroiche
e memorabili imprese fatte in Moscovia dall' invittissimo
Sigismondo III Re del gran regno di Pollonia ec. In Pi-
stoia, appresso Pier Antonio Fortunati, 1627, in 4.°
Carte 22 in principio non num., e pagg. 266-192 compresa l'ultima carta bianca
Raro. L' autore dedicò questo suo lavoro al Grand, di Toscana Ferd. II con
lettera in data di Pistoia 9 Settemb. 1627. Fanno seguito alla lettera dedi-
catoria un elogio latino all' autore di Niccolò Cancellieri, un anagramma
dello stesso, ed un sonetto di Raffaello Carlini. Il merito di queste storie,
dice il Ciampi, ( Notizie di Medici, Maestri di Musica Italiani in Polonia ec.)
consiste nella verità e semplicità con cui sono scrìtte. Di molte cose fu te-
stimone oculare, ed altre le ebbe da relazioni sicure. In quanto poi allo sti-
le, non ha la più piccola prerogativa da poter essere annoverato tra gli scrit-
tori, non dico buoni, ma neanche mediocri.
— Lettere.*
Manoscritte nella Biblioteca Barberini di Roma. Sono tre, e tutte autografe ;
in una colla data del 1. Agosto 1G36 prega il Card. Barberini a volergli
conferire la vacante propositura di Empoli ; nella seconda del 2 Agosto, e
nella terza del 17 Settembre 1659 fa nuove premure per un canonicato di
Pistoia. Il Olili fu di famiglia nobile, e visse molto tempo in Polonia, can-
tore nella cappella del Re Sigismondo III, dal 1394 fin dopo il 1620 circa:
poche altre notizie abbiamo di lui.
Cini Desiderio-
Desiderio e Speranza fantastichi, comedia tropologica da
Desiderio Cini di Pistoia composta ec. In Venetia, 1607,
appresso Sebastiano De Conti, in 12.°
Pagg. 534, e due in princ. senza numcr. La Commedia è divisa in cinque
atti, in prosa, ed è dedicata a Niccolao Magona di Pisa. È curiosa la cita-
zione che fa di questo libro il Giusti in una sua lettera. « Fra' miei libracci
« ne ho trovato uno che contiene una commedia intitolata Desiderio e Spe-
li rama fantastici. L' autore è del 1607 e dedica la sua produzione ad un
« personaggio de' suoi tempi che nel dire e nel fare doveva essere presso
— 118 —
« a jpbco «Iella vostra taglia. Io, che nel fare e nel dire mi senta della forza
* di quello scrittore, ho pensalo di rubargli la dedica, e mutato nomine, ap-
« plicarla a voi. » E qui ne ricopia la prefazione (V. Giusti, Epistolario,
Ed. Le Monnier, toni. 1. pog. 260.)
Citai Toeitimaso.
Coelum Ecclesiasticum, in quo Saeramentorum stellae fuì-
gent, ex anglico S. Thomae doctrina ornatum ec. Floren-
tiae, Typ. Novis. 1638, Voi. 1.° : e Fior. Typis novis. A-
rnatoris Massae et socior, 1639, voi. 2° ; in 12.°
Il tomo secondo segue al primo senza particolare frontespizio, sebbene con
nuova numerazione. Nel toni. 4° dopo la lettera dedicatoria al Grand. Ferd. II
evvi un' ode panegirica latina ad un' anagramma pure latino, la prima di
Lorenzo, la seconda di Giovanni Pantaleone Cini fratelli di Tommaso Cini,
ed ambedue i componimenti sono in lode di Ferdinando II.
L' ode è registrata anche dal Moreni nella sua Bibliografia Storica della
Toscana sebbene non dica in qual lingua è scritta. Tommaso Cini, al secolo
Giuseppe, nacque in S. Marcello; appartenne all'ordine dei Domenicani, fu
consultore del S. Uffizio, e professore nell' Univ. di Pisa. (V. Echard. Bibl.
Scriptor. Ord. S. Domiti.)
Cini Lorenzo.
Ode panegirica a Ferd. II Grand, di Toscana.
Sta in principio dell' opera Coelum Ecclesiasticum di fra Tommaso Cini suo
fratello.
Cini Cap. Domenico.
Relazione distinta del Santuario di Reliquie che si conser-
vano nella chiesa pievania di S. Marcello ec. Firenze, 1732,
nella stamp. di B. Paperini, in 12.°
Page- 94.
— Osservazioni sull' antico stato della Montagna Pistoie-
se, con un Discorso sopra 1- origine di Pistoia ec. In Firen-
ze, per Gio. Tartini e Santi Franchi, 1737, in 4.°
Pagg. X-280. Il discorso sopra l'origine di Pistoia sta a pag. 211 e seguenti.
In questo suo lavoro, dice l' Arcangioli, 1' autore risalì con molta erudi-
zione fino ai primi abitatori della montagna, distesamente argomentando co-
me e quando i Romani vi si fossero stabiliti, e quali paesi fondati avessero
in quei monti. Tra le sue congetture ve ne saranno di quelle avventate di
troppo, e da manifesto amore di municipio dettate ; ma ben si meritano
- Mu-
li' essere considerate cerio osservazioni che egli ba fallo sui luognì, di
lincee manifestissime di antiche strade militari a traverso quei monti, di
avanzi di ponti condotti sopra quei torrenti impetuosi, ed altre curiosità che
danno molto interesse storico alla pistoiese montagna- Di queste ricerche
tolse il Cini lume ed esempio dall' avv. Giuliano Pacioni di Cutigliano fra-
tello di Pietro celebre giureconsulto del Sec. XVII, il quale molte di si fatte
curiosità dislese in alcune sue lettere latine pubblicate poi dal Dolt. Ata-
nasio Farinati-Uberti di lui conterraneo in un' operetta a dialogo data a
stampa nel 1759. (Vedi Notizie della terra di Cutigliano ec. Lucca, 1759. £°).
— Osservazioni sul moderno stato delia montagna pistoiese.
Manoscritto ined. presso i Sigg. Cini di S. Marcello. « Questo lavoro con
« grandissima diligenza condotto resta ancora inedito, e meriterebbe certo
« d' essere pubblicato come quello che riuscirebbe di grandissima utilità al-
« 1' istoria toscana, essendoché vi si trovano certi particolari o taciuti affal-
« to, ovvero toccati appena dai nostri storici, massime sulla memoranda bat-
ic faglia del Gap. Francesco Ferrucci ultimo sostegno della repubblica fìo-
« reatina. Di questo ms. noi poco si è giovato 1' autore dei trenta capitoli
« sul!' assedio di Firenze, stampali a Parigi nel 1856, come agevolmente si
« può vedere dalle citazioni che 1' autore ne ha fatto. » Così 1' Arcangeli
nella biografìa del Cini pubblicata dal Tipaldo : ma in una lezione da lui
recitata alla Società Colombaria né parla ben diversamente. (V. Arcangeli,
Prose e Poesie, toni. 1.°)
— Descrizione della battaglia di Cavinana combattuta da
Ferruccio, storia inedita ec. Firenze, Tip. Galileiana, 1847,
in 8.)
Fu tratta dal suddetto manoscritto Osservazioni storiche ec. e pubblicata
da Luigi Leoni.
— Dissertazione su di una lapida trovata nel castello della
Serra montagna pistoiese. In Pistoia, 175.2, per Atto Bra-
cali, in 4.°
Pagg. 64, non compreso il frontespizio. È dedicata al Cav. Nerozzo Pitti ed
è corredata di una tavola contenente V iscrizione rappresentata nella sua
grandezza naturale. Questa iscrizione, ora esistente nella gran sala del no-
stro palazzo comunale, fu dai più ritenuta come falsa, sebbene il Cini ne
difendesse V autenticità Vedi in proposito 1' Istoria letteraria d' Italia tom. XI
pag. 188, ed il parere che ne di ed 9 il P. Zaccaria in una sua lettera del
1731 diretta n Mona. Alamanni V° di Pistoia, riportata nella Raccolta d' O-
scoli del P. Calogerà, torn. XLVI1.
— Cronologia della Famiglia Cini della Terra di S. Mar-
cello, Diogesi di Pistoia. Senza nota tipografìa, in 4.°
Pagg. H non compreso il frontespizio a rosso e nero, e due alberi genealogici
in principio, il primo della famiglia Cini di S. Marcello, il secondo di quella
- 120 —
Sinibuldi di Pistoia. In questo lavoro, che è anonimo, 1' autore si studia di
provare che i Cini furono dapprima un' istessa cosa coi Sinibuldi, e che
solo verso il 1523 lasciarono questa nome per prender quello del celebre
Cino da Pistoia. Molti sono gli uomini illustri della famiglia, che egli ram-
menta. Marsilio luogotenente generale delle Bande della Montagna ; Orazio
suo fratello, stato all' impresa di Bona, poi di Famagosta ; Tommaso e Giu-
seppe Maria Padri Domenicani , ambedue professori di teologia nell' Univer-
rità di Pisa ; Giovanni dottore in legge e giudice in parecchie città di To-
scana ec. Un' epoca assai più antica assegna a questa illustre famiglia 1' Ab.
Francesco Dini di Lucignano in una sua lettera al Dott. Vincenzo Tramon-
tani, riportata nella Galleria di Minerva, pag. 66. Il Ciampi però nella Vita
di Messer Cino da Pistoia impugna, con più franchezza che verità, dice
V Arcangioli, la discendenza dal Cini attribuita alla propria.
— Dissertazione sopra il passaggio di Annibale dalla Gal-
lia Cisalpina in Toscana.
Il capitano Domenico Cini nacque in S. Marcello nel 1693 di distinta fami-
glia ascritta alla cittadinanza pistoiese. Studiò nel Collegio Cicognini di Pra-
to, allora retto dai gesuiti, e tornato in patria, vi riportò 11 nome di buon
latinista e di grecista non punto mediocre. Il titolo di capitano gli venne
dal comandare che fece di quelle milizie campestri che si mantenevano an-
che nella Montagna Pistoiese, e che ritenevano l'antico nome di Bande. Morì
nel 1772. Di lui può vedersi la Biografia scritta da G. Arcangeli pubblicata
dal 1 ipaldo, tom. 5.°; la lezione recitata dallo stesso Arcangeli alla Società
Colombaria, e inserita tra le Prose e Poesie del medesimo, tom. 1, pag. 559 ;
le « Novelle Letterarie » dell'anno 1772, ec.
Cini Girolamo.
— De natura et intiinis legum poenalium characteribus
apud Romanos, Dissertatio. Pisis, Giovannelli, 1765, in 4.°
Pagg. XXVIII. È dedicata a Mons. Federigo Alamanni Vescovo di Pistoia.
Cini Tommaso.
— Del modo di migliorare l'arte del ferro in Toscana. Fi-
renze, Grazzini, 1849, in 8.°
L'autore dimostra in questo scritto quanta ricchezza si accrescerebbe al no-
stro paese, quando questo minerale fosse per forza d' industria portato a quel
punto di perfezione a cui lo recarono i forestieri; ed indica i mezzi per con-
seguire tal fine, riportando a prova di quanto dice gli esperimenti che sul
nostro minerale aveva fatto fare egli medesimo in Inghilterra.
— Esame dei passi che presenta l'Appennino toscano per
una Strada ferrata. Firenze, Le Monnier, (Senz'anno), in 18°
L'argomento è svolto in nove paragrafi.
— \m
Cini Bartolomeo.
Sopra i danni che la Toscana risentirebbe da una lega do-
ganale con gli stati Austro-germanici, Memoria. Firenze,
in 8.0
Clno da Pistoia.
Cini de Pistorio Lectura super Codice. Papiae, per Fran-
ciscum Girardengum, 1483, in fol.
Rarissima edizione, fatta in carattere gotico, con segnature, e divisa in due
parti, la prima delle quali conta carte 308, e la seconda carte 225. La parte
prima termina con questa soscrizione : « Hec prima pars lecture dni Cini de
pisto impressa est Papiae per Franciscum Girardengum de NoviMCCCCLXXXIII
nonis septembris. » Nel fine della seconda parte si legge : « Impressum Pa-
piae, per Franciscum Girardengum, MCCCCLXXXIII nonis octobris. » Un
esemplare di questa edizione si conserva nella libreria dei Canonici della
Cattedrale di Lucca.
— Cinus de Pistorio super Codice, cum additionibus. Ve-
netiis, 1493, per Andream de Toresanis de Asula, in fol.
Anche questa edizione, sconosciuta al Ciampi, è rar.ssima, ed è in caratteri
gotici con segnature. Termina con questa soscrizione : « Finis lecture optime
emendata diligcntiqwe cura impressa Vcnetiis arte et impcnsis magistri An-
dreae de Thoresanis de Asula anno dni. 1493.
— Lectura in Codicem D. Chini (sic) de Pistorio. Senza
indicazione di luogo, e d'anno (Sec. XV), in foglio.
Rarissima edizione, anche questa ignota al Ciampi. Non ha nome di stampa-
tore, ne indicazione di anno, ma fu impressa in Strasburgo (Argentorati) pei
tipi di Enrico Eggestein. È impressa in carattere gotico piccolo, a due co-
lonne, ed è divisa in due parti. La prima, che conta e. 314, incomincia così:
« Incipit lectura domini Chini de pistorio docteris legum super codice., » e
finisce : « Explicit pma ps lecture dni Cyni pistoriensis. » La seconda parte
conta carte 241, e incomincia: « In nomine domini et gloriose sue matris in-
cipit sccunda ps de servis fugitivis ce. Rubrica »: e in fine : « Explicit lectura
super codice. Post plusculos solis ambitus postquc labentia seda insigne opus
tuum inelyte Cyne mira industria elaboratum ingeniose impressorum artis
expers fore indignum censuit nobilis argentina causidico itaque mundo te di-
rigente expeditos christus dominus eterne pacis reddat beatos. »
— Cini de Pistorio famosissimi legum explanatoris subtilis
et admodum utilis super ff. veteris lectura hactenus non
impressa, cum repertorio ad notabiliores totius operis sen-
— \n —
tentias inveniendas aptissimo fidelissimoque et exquisitiori-
bus summariis. Lugduni, apud Iobannem Meylin, 1520,
in 4.°
Assai rara edizione anche questa che conta 8 carie in principio non humér.
compreso il frontespizio, e fol. 88, col tergo dell'ultimo bianco. Dietro il fron-
tespizio sta il privilegio del re per la stampa ; segue la tavola delle mate-
rie, contenuta nelle rimanenti sette carte; vien quindi con numerazione per
fogli la « Lectura ìnsignis Domini Cyni de Pistorio », contenuta in fol. 88:
Termina con questa soscrizione : « Hanc Domini Cyni de Pistorio super IT.
vete. lecturam non antea impressam Iohan. Meylin accuratissim. chalcogra-
phus impensis honorandi bibliopole Guillelmi Boulle Lugduni imprimebat. »
Edizione piuttosto bella, in caratteri semigotici, a due colonne, eolle ini-
ziali incise in legno, e col frontespizio a rosso e nero.
— Cyni pistoriensis super Codice et Digesto veteri ebara-
cteribus latine adeo dispositis suisque accentibus, diphtbon-
gis et divisionibus tanto labore adornata, ut vix, quid ino-
mus, qnod carpat, invenire possit feliciter exit. Lugduni,
apud Thomam Bertbean, 1547, in fogl.
Carte 591, nelle quali, oltre il frontespizio, è compreso il commento al co-
dice : seguono e. 19 contenenti il repertorio delle materie, ed una carta
bianca con al verso l'impresa del libraio. Questo libro termina con questa
soscrizione : « Habes, candide leclor, scombris, quibus ante scatebat, ema-
culatam viri solemnissimi Cyni Pistoriensis super Codice lecturam, quae quot
noctibus diurnisque intervallis elucubrata, atque revisa sit, haud facile Ubi
persuadendum foret. Nos lamen id unum semper ex te iuste spcravimus ;
scilicet, ut non prius nostra damnaturum, quam in hoc repurgando vigilias
nostras prospexeris. Vale ex officina Thomae Berlheau apud Lugduneos cal-
cographi in re libraria emunctissimi, anno a Christo nato 1347. » Viene
quindi nuovo frntespizio come appresso: «Cyni Pistoriensis in Digesti ve-
teris libros doctissima Commentarla summo studio atque industria mendis,
quibus scatebant, omnibus expurgata, ec. Lugduni, 1547. Questa parte ha
nuova numerazione e segnatura, ed è compresa in car. 4, in principio non
numerate contenenti la tavola, e car. 45 numerate con il (ergo dell'ultima
bianco. Termina con questa soscrizione : « Ilio fìniunt praelecliones Cyni pi-
storicn super digesto veteri sudoribus ac vigiliis Nicolai Nicolieri Lugduncn.
recognitae atque expurgatae : nu'nc noviter per Thomam Berlheau calcogra-
phum bis typis elegantissimis impressae.
— Selecti Tractatus Successionum. Venetiis, 1570, in fol.
— Cyni pistoriensis iuriconsulti prestantissimi in Codi-
cem et aliquot titulos primi pandectarum tomi, id est, Di-
gesti veteris, doctissima commentaria, nunc summariis am-
plius tertia parte auctis oc. a iureconsulto celeberrimo do-
— h23 —
mino Nicolao (Dispero correcta et illustrata. Francofurti ad
Moenum, impensis Sigismundi Fevcrabendt, 1578, in fogl.
Carte 8 in principio senza numerare, carte 571 numerate, segue un' altra
bianca, e quindi car. 51 contenenti un copioso indice, e l'ultima bianca.
Viene in appresso nuovo frontespizio, car. 38 numer. e 5 senza numerare.
Bellissima edizione delle opere legali di Messer Cino, dal Cisnero dedicata
Ad illustriss. pruine. VVilhelmum Landgravium Hassìae.
Del « Comento al codice » esiste un bel ms. nella Biblioteca Reale di To-
rino. È membranaceo, in fol. grande del Sec. XV4 scritto a due colonne con
carattere semigotico, tutto pieno di abbreviature e senza dittonghi, e conta 559
carte, e 1516 colonne. Appartenne al Card. Della Rovere il vecchio, del
quale vedesi l'arme pulitamente miniata in pie della prima pagina.
Secondo l'Ughelli (Italia Sacra, de Episcop. pist.) Cino avrebbe scritto an-
che « Additiones ad Infortiatum, aliosque luris Caesarei libros. » Forse le
aggiunte all' Inforziate erano contenute in quell'/n/br-n'afo con chiose notato
nell'Inventario dei libri di Mess. Cino. (V. Ciampi, Memorie della Vita di
Messer Cino da Pistoia.)
— Rime.
Stanno nella raccolta di Rime antiche col titolo « Canzoni e Madrigali di
Dante, di Messer Cino da Pistoia e di M. Giraldo Novello, Venetia, 1518,
in 8.° ». Questa rarissima raccolta fu ristampata nello stesso anno in Milano,
per Agostino di Vimercato, in 8.°
— - Rime.
Trovatisi nella raccolta intitolata « Sonetti e Canzoni di diversi antichi au-
tori toscani in dieci libri raccolte di Dante, di Messer Cino da Pistoia ec.
In Fiorenza, per gli heredi di Philippo Giunta, 1527, in 8.° »
Raccolta assai rara, che fu riprodotta: In Venetia, perGio. Antonio e Fra-
telli di Sabio, 1552, in 8°; fedele ristampa della precedente ed. ma più cor-
retta. — In Venetia, Zane, 1751, in 8; aumentata di rime, ed arricchita
d'interessante prefazione. — In Venezia, 1740, per Simone Occhi : ediz. in
tutto simile alla precedente, eccettuato il frontespizio che fu il solo ristam-
pato.
- Ri-
me.
Stanno nella raccolta « La Bella Mano di Giusto de' Conti con rime antiche,
libro ristorato per mess.i aeopo Corbinelli. Parigi, Mamerto Patisson, 1595.
in 12.° » Rarissima raccolta della quale si trovano esemplari con diverse
date, sebbene l'edizione sia una sola. Le diversità che corrono tra questi
esemplari furono accuratamente indicate dal Gamba, (Serie de'Testi di Lin-
gua, Ven. Gondoliere, 1859j. Altre pregevoli edizioni di questa raccolta sono
quelle di Firenze, Guiducci e Franchi, 1715, in 12°, procurata dal Salvini;
e l'altra di Verona, pel Tumermani, 1750, in 8°, ristampata poi dallo stesso
uel 1755, in k.°
— Rime. In Roma, appresso Niccolò Biado, 1559, in 8.°
Carte due in principio non numerate, carte U, un'altra senza numerazione,
ed una bianca. Al tergo del frontespizio leggonsi due sonetti di Gio. Batta
Forteguerri a Niccolò Pilli ; segue la dedica di questi a Niccolò Gaetani Duc:«
di Sermoneta Card, di S. Chiesa ; in fine vi sono i privilegi del Duca di Fi-
renze e di Parma. Questa rarissima edizione, citata anche dalla Crusca, fu
procurata da Niccolò Pilli pistoiese, dotto giurista. Va unita generalmente
alle rime di Buonaccorso da Montemagno, stampate pure dallo stesso Pilli
in quell'anno, ma essendo impressa separatamente, e avendo ciascuna fronte-
spizio e numerazione speciale, si considerano come stanti ognuna da se, e
non debbono ritenersi incomplete se trovansi separatamente. Il Conte To-
mitani di Melzo possedeva un tempo un esemplare di questa edizione, po-
stillato da Anton M. Salvini (V. Gamba, Serie.)
— Delle Rime Toscane di M. Cino Sigibaldi raccolte da diver-
si luoghi e date in luce dal P. Faustino Tasso dei Min. Os-
servanti. Venetia, presso Gio. Domenico Imberti, 1589, in 4.°
Edizione non comune, ma poco pregevole, e ehe non merita di essere util-
mente adoperata riguardo alla lezione del testo. È divisa in due parti la
prima delle quali è dedicata a Mons. Pietro Usimbardi Vescovo di Arezzo
con lettera del 29 Marzo 1579: la seeonda al Molto Magnifico Tomaso Ve-
chia con lettera di Venezia de'10 Aprile 1589. Alla dedica del primo libro
segue la vita del poeta scritta dall'editore, e quindi un avviso del medesima
ai lettori, e sei sonetti di vari con un'epigramma latino. Dopo la pag. 106 se-
guono vari sonetti di diversi antichi poeti in risposta di molti scritti a loro
de Gino: e a pag. 125 v'è il frontespizio del secondo libro di queste rime,
continuando però la segnatura e la numerazione del libro primo. Nelle let-
tere dedicatorie narra il Tasso da quali fonti egli abbia tratto le rime che
pubblica. Nella dedica all'Usimbardi dice di avere avuto le rime del primo
libro, per farle stampare, da Girolamo Agudi, mercante di Costantinopoli, al
quale erano state date da Vincenzo Banchieri pistoiese. In quella al Vecchia
narra d'onde abbia tratte quelle comprese nel secondo libro, dicendo che in
prima appartennero a Giuliano De Medici, il quale ne fece dono al fratello
Cardinale, che essendo elevato al pontificato, le diede al celebre Giacomo
Sadoleto, che dipoi fu cardinale. Da questi passarono in seguito nelle mani
del Bembo suo amicissimo, dopo la morte del quale pervennero in potere di
Carlo Gualteruzzi da Fano, che le passò a Mons. Caraffa, già Arcivescovo di
Napoli, da cui le ricevè il Tasso nel 1575. Il primo libro contiene molti com-
ponimenti che erano stati già pubblicati dal Pilli; come pure alcuni di quelli
non compresi nella prima edizione, ma che giacevano manoscritti in vari an-
tichi codici ; ma fra le rime del libro secondo niuna ve ne ha di quelle com-
prese nella edizione del Pilli, né che corrisponda ai manoscritti; onde si è
creduto, e con ragione, che sieno suppositizie, e forse di quel ser Cino poeta
del Borgo S. Sepolcro fiorito intorno al MIO.
—- Rime.
Nella Raccolta intitolata « Poesie d'alcuni antichi rimatori toscani. Roma, Be-
nedetto Francesi, 1774, in 8.° Ne fu editore Bartolomeo Serassi, il quale
— 125 —
trasse queste rime da un codice posseduto da lui, e copiato da altri codiei
appartenuti al Bembo, a Gio. Brevio, e a Carlo di Tommaso Strozzi. Di que-
sta raccolta si trovano anche esemplari in carta cerulea con grandi margini.
— Rime.
Stanno nella raccolta intitolata « Rime di autori citati nel Vocabolario della
Crusca, ora per la prima volta pubblicate da Gaetano Poggiali. Livorno,
Masi, 1812, in 8.° » Queste rime erano già state pubblicate dal Poggiali nel
suo Libro Serie de' Testi di Lingua. Livorno, Masi, 1813, tom. 1° pag. 117,
e che egli tolse dai manoscritti del March. Lucchesini. Le rime del nostro
Cino consistono in cinque sonetti ed una ballata.
— Rime.
Nella raccolta « Scelta di rime antiche, Firenze, 1812, in 8.° » Queste rime
pubblicate da Luigi Fiacchi erano state dapprima inserite nella Raccolta di
Opuscoli scientifici, ma se ne tirarono anche alcuni esemplari a parte in carta
grave col titolo suddetto.
— Rime.
Nel Voi. XLII degli Annali di Vienna. Sono due sonetti, il primo dei quali
comincia « E m' ha si punto crudelmente male » ; l'altro « Avvegna che me-
stier non mi sia mai ». Furono pubblicati dal chiariss. Prof. Carlo Wittc, e
non si trovano a stampa nelle diverse edizioni delle rime di Messcr Cino,
neppure in quella del Ciampi. Ignoro però donde il Witte gli togliesse, non
avendo io potuto aver sott'occhio il volume dei detti annali.
— Vita e Poesie di Messer Cino da Pistoia, novella edizione
rivista ed accresciuta ec. Pisa, presso Niccolò Capurro, 1813,
(E in fine : Stamperia di Giovanni Rosini), in 8.°
Bella edizione fatta co' caratteri di Didot, e dedicata al Conte Ferdinando
Marescalchi. È arricchita dei due rami che si vedono anche nella precedente
edizione della sola vita, cioè del ritratto di Cino, e del monumento eretto-
gli nella cattedrale di Pistoia ; ed è anche citata dalla Crusca, per te poesie
(V. Gamba, Serie, Ven. 1859.) La vita occupa pag. XXVI-188, più pag. 8 in
principio non comprese in questa numerazione. Dopo le note alla vita, e
precisamente da pag. 159 a pag. 188 trovansi con antiporta speciale le « Con-
siderazioni intorno alla Cavalleria amorosa eroica e poetica » Quindi vengono
con nuova antiporta e speciale numerazione le Poesie, che vanno fino alla
pag. 200, oltre una carta in fine per le correzioni. Di questa edizione si ti-
rarono soli 250 esemplari, compresi 10 in carta velina e in carta turchina ;
e si tirarono a parte anche non pochi esemplari delle poesie, sì in carta
comune che in carta velina e turchina : anche le « Considerazioni sulla ca-
valleria amorosa » furono impresse a parte, ma solo in carta comune. Dei mi-
glioramenti fatti tanto alle Memorie che alle Poesie in questa edizione, così
discorre il Ciampi nella prefazione : « Per le prime non ho trascurato né di-
ligenza nò fatica nel raccogliere nuove notizie, nel rettificare le antiche, e
— 126 —
nel togliere al mio lavoro alcuni difetti che mostravano il bisogno di nuovi
accarezzamenti. Circa poi alle rime, mia prima cura è stata di riprodurre fe-
delmente l'edizione rarissima di Niceolò Pilli pistoiese fatta in Roma nel 1BB9,
conservando tutte le notizie che l'editore ci dà su la provenienza ed auten-
ticità delle rime che egli ha pubblicate. In pie del margine ho posto le le-
zioni varianti di qualche importanza, riformandone però con opportune cau-
tele l'ortografia e l'interpunzione. Secondariamente ho scelto nella edizione
di Faustino Tasso le rime che mi sono sembrate .parto legittimo del nostro
poeta, rifiutando le altre o come sospette, o come apocrife palesemente,
avendomi prestato assistenza in questo rifiuto l'intelligentissimo C. Poggiali,
ed altre autorevoli persone ; e fummo indotti a ciò fare per le ragioni spe-
cialmente di non ravvisatisi nò punto né poco lo stile di Messer Gino, di
non citarsi dal Tasso circa all'autenticità, testimonianze tali che possano as-
sicurare delle medesime, ed in fine per non essersene trovata alcuna negli
antici manoscritti, e nelle più ricche edizioni ; per le quali considerazioni
ho giudicato che tranne la prima parte, tutte le rimanenti della edizione di
Faustino Tasso appartengano ad uno o a più autori di un tempo al nostro
Cino posteriore, e forse a quel Francesco Gei, di cui molte rime nelle an-
tiche raccolte attribuite vengono al nostro autore, per osservazione del Cre-
scimbeni In terzo luogo ho fatto ricorso alle raccolte di rime an-
tiche , da tutte raccogliendo quello che di ragionevolmente attribuito a
Messer Cino vi si contiene. Né soddisfatto appieno delle stampe, ho consul-
tato quanti manoscritti potei vedere. Frutto di queste ultime diligenze sono
stati una quantità ben considerevole d'inediti componimenti, che saranno com-
presi nella 8. parte della presente edizione. Nò tutto ciò che d'inedito mi
si è offerto col nome di Cino da Pistoia è stato da me subito ammesso; ma
ho adoperato e critica e scelta ; così che neppure darò luogo nella mia edi-
dizione ad alcuni componimenti, i quali sebbene non potessero rifiutarsi per
produzioni del nostro poeta, pure essendo guasti moltissimo nella lezione, e
nel metro dalla imperizia dei copiatori, o pieni di quella ruggine che il tem-
po in cui Cino incominciò a poetare pur troppo aveva, gli ho tralasciati, per-
chè in tanta abbondanza di frumento buono non facea bisogno di accrescere
la raccolta con mescolarvene delle imperfette. Nel trascrivere le rime dai
codici sono stato fedelissimo alla lezione dei medesimi, allontanandomene sol-
tanto quando era manifestamente errata. E perchè nulla mancasse di quanto
per me si può, alla migliore intelligenza delle rime di questo illustre antico
poeta, e per giovare al comodo dei leggitori meno istruiti, ho aggiunto ad
esse delle brevi illustrazióni, tanto relative alla lingua, che alla storia ed
al costume del tempo. » Ma nonostante le diligenze, non poche adoperate
dal Ciampi, e le buone varianti da lui adottate in questa e nella succes-
siva edizione del 1826, egli non potè rendere le rime di Gino a perfetto lo-
zione, emendandole dei non pochi errori fattivi certo da ignoranti copisti
nei secoli passati, e di quelle sconciature e ruvidezze, e di quegli imbrogli
di sintassi che non son certo roba del nostro Cino, che tra i rimatori del-
l'età sua fu il più limpido e soave, e a sentenza del Poliziano, la ruvidezza
di quel secolo seppe schifare anche meglio di Dante. (Vedi Giornale Arcadico,
di Roma, anno 1823, tom. XTH.e i Ricordi Filologici, <\'\ Pistoia, anno 1848).
— 127 —
— Supplemento delle Rime di Messer Gino da Pistoia, Pi-
sa, Prosperi, 1814, in 8.»
Pngg. iS. Oltre questo supplemento, che deve unirsi alla edizione, princi-
pale, il Ciampi stampò poco appresso un foglio di quattro carte, con varianti
e correzioni che gli somministrarono i codici del March. Trivulzio di Milano.
— Vita e Memorie di Messer Gino da Pistoia. Pistoia, Man-
fredi™, 1826, in 8." Voi. 2.
Il merito di questa edizione consiste non solo nelle nuove cure adoperate
dal Ciampi per renderla vie più compiuia, ma ri eli' avervi riunito il supple-
mento delle rime dal medesimo pubblicate dopo 1' edizione del 4813. Non
mi pare di dover tacere però che il sonetto XII « Gli occhi vostri gentili
e pien di amore » che trovasi a pag. 20 di questa edizione, in un codicetto
membra. lacco del Scc. XIV da me veduto un tempo presso il Sig. Scappucci
priore di S. Giovanni, è attribuito a Ser Cacciamontc da Bologna.
— Rime.
Nella a Raccolta di Rime antiche toscane. Palermo, Gius. Assenzio, 1817,
voi. i in i.° Bella edizione impressa in buona carta, e con caratteri corsi-
vi. La rime di Cino furono tolte dalla edizione del Ciampi del 1815.
— Sonetti inediti di Messer Cino da Pistoia. Pistoia, Man-
fredini, 1829, in 4.°
Pagg. 8. Si pubblicarono per te nozze del Sig. Domizio Tonti colla Signo-
ra Giuseppa Franchini.
Questi due sonetti, che io non so con qual fondamento 1' editore gli at-
tribuisse a Messer Cino, furono tratti da alcune carte manoscritte aggiunto
ad un esemplare delle rime di Cino, ed. del Biado, che si conserva, o si
conservava, nell' Archivio Comunale di Pistoia. Il Ciampi non li pubblicò,
o sia che sfuggissero alla sua diligenza, ciò che non credo, o piuttosto per-
chè li credè parto di qualche felice imitatore del nostro poeta.
— Rime.
Si pubblicarono da Francesco Trucchi nella sua raccolta « Poesie italiane ine-
dite di Dugento autori. Prato, Guasti, 1846, ». Queste rime, che trovansi a
pag. 284-293 del tomo 1°, sono una ballata, un sonetto, ed una canzone.
Le prime due rime furono tratte dal codice riccardiano 1118, e sono ine-
dite. La canzone « Avvegna eh' aggia più volte per tempo » è quella stampata
dall' Allacci sotto il nome di Guido Guinicelli, e sotto tal nome riprodotta
in altre raccolte. Il Trucchi crede di doverla restituire a Cino, sulla testi-
monianza dei codici 5215 vaticano, 1118 riccardiano, e 7767 della Biblioteca
reale di Parigi, nei quali si trova inscritta col nome di Cino.
— Rime di Messer Cino da Pistoia, e altri del Secolo XIV
ordinate da Giosuè Carducci. Firenze, Barbera, 1862, in
64:mo
Fa parte della Collezione diamante, e fu assistita da Giosuè Carducci, il quale
vi premette una prefazione dove discorre lungamente delle rime dei molti
poeti contenuti in questa edizione.
■ — Rime scelte. Firenze, M. Mazzini e G. Gaston, 1868,
in 12.°
Stanno insieme all' « Avventuroso Ciciliano e ad altri scritti di Busone da
Gubbio, e formano il voi. 3 (serie prima) di una Biblioteca di Classici. Si
trovano rime di Messer Cino da Pistoia anche nella Storia della volgar poe-
sia del Crescimbeni ; nella Poetica del Trissino ; nella Storia e Ragione di
ogni poesia del Quadrio j nella Perfetta Poesia del Muratori ; nella Raccolta
di Rimatori del Gobbi ; in quella del Ceva ; nell' opera intitolata Anecdota
literaria, Romae, Settari, 1774, in 8.° ec. Il Marraccio nella Biblioteca Ma-
riana scrive che Cino da Pistoia espresse in altrettanti sonetti i misteri del
Rosario di Maria Vergine. Di questa asserzione, dice il P. Zaccaria « Fido.s
sit penes ipsum, qui certe insigni errore (hunc tamen typographo malim
tribuere) addit emieuisse circa annum Ì5b0. » Forse fu questi, scrive il
Ciampi, un altro Cino, o quelle poesie sono supposte.
Civi Fa». Paolo.
Processus Miraculorum et Gratiarum B. Philippi Fior, con-
fessoris Ordinis. Servor. B. M. Virg. cura brevi narratione
gestorum mirabilium eiusdem Beati. Florentiae, 1616, in 4.°
Raro libretto. L' autore appartenne anch' egli all' Ordine dei Servi di Maria.
Civinini <*io. Domenico.
Della Storia e Natura del Caffè, discorso accademico. In
Firenze, 1731, nella Stamperia di Bernardo Paperini, in 4.
Dedicato a Gio. Gastone de' Medici Granduca di Toscana. Dopo il frontespi-
zio trovasi un' incisione in rame rappresentate la pianta del Caffè. Di que-
sto scritto vedi le « Novelle Letterarie » del 1732.
— Della Storia degli Agrumi. Lezione Accademica. Fi-
renze, 1734, in 4.o
Civininfi Filippo.
Linee Anatomiche. Pistoia, Bracali, 1829, 1830, in 8.0 Vo-
lumi 2.
Si pubblicarono questi due fascicoli soli. Il primo tratta dei Cornetti sferoi-
dali di M. Bertin anatomico francese, ossia di due nuovi ossetti cntramti
nella composizione della testa umana, e da quest' ultimo così denominanti :
il 2.° della Scissura di Glaser nel temporale.
— De' Cenni del Prof. Carlo Biagini intorno al meccanismo
naturale del parto per la faccia, Rapporto ec. Firenze, Pas-
sigli, 1833, in 8.0
— 129 —
- — Sulla ferita avvelenata di Ettore Fieramosca secondo
Massimo cT Azeglio, Cicalata. Pistoia, Bracali, 1834, in 32°
Di pag. 96. È indirizzata al Cav. Niccolò Puccini.
— Sul nuovo osso della faccia lacrimale esterno o piccolo
unguis del Dott. Rousseau, Tavola anatomica, osservazioni
e pareri, con alcuni cenni teorico-pratici sulla alterazione
delle ossa. Pistoia, Manfredini, 1834, in 8.»
— A maggior solennità della Festa del SS. Sacramento
che si celebra nella Chiesa Prioria di S. Niccola a Boni-
stallo, (Carme). Pistoia, Manfredini, 1834, in 8.°
È una traduzione del Pange linguai ed ha in fine un sonetto di Ugo Ra-
nieri Marini.
— Su di un nervoso gangliare rigonfiamento alla pianta
del piede. Pistoia, 1835, in 8.°
— Sul nuovo anomalo muscolo minimo gluteo, Lezione ac-
cademica. Pisa, Pieraccini, 1836, in 8.9
Con una tavola. Questo lavoro fu pubblicato per cura degli scolari dell' au-
tore, e a questi dedicato con una epigrafe.
— ■ Sommario Embriologico. Pisa, 1838, in 8.<>
■ — Indice degli articoli del Museo d' Anatomia fisiologica
e patologica umano-comparata dell' I. e R. Università di
Pisa, a tutto il Decembre 1841. Lucca, Tip. Ducale, 1841,
in 8.«
4 ivìtiiiif Giuseppe.
Figlio del Dott. Filippo Civinini di sopra ricordato. Datosi alla carriera gior-
nalitica, logorò in quella l'ingegno che da natura aveva sortito poderoso; di-
resse successivamente il Diritto, il Nuovo Diritto, la Nazione, nei quali pe-
riodici si leggono molti suoi pregevoli scritti politici, letterari, d'economia
pubblica ec. Deputato alla Camera legislativa, vi si fece ammirare per la sua
eloquenza; ma non lasciò morendo nessuna opera che più durevolmente po-
tesse tramandare il suo nome alla posterità.
Civinini Giulia.
Versi di Giulia Arrighi nata Civinini. Pistoia, Tip. Nicco-
li, 1874, in 8.o
Capponi, Bibliogr. Pisi. 9
— 130 —
Colti Bartolomeo.
Dictionarium Sacrorum Rituum. Pistorii, Bracali, 1782, voi. 2,
in 8.°
Dedicato dall'autore a Mon. Federigo Alamanni. ,
— Ricerca del vero bene, poemetto morale sulle tracce del-
l'Ecclesiastico.
È unito alle rime di Rinaldo Cenni, stampate a Pistoia, per il Bracali nel 1774,
in 16.°
— ■ Biblioteca della gioventù studiosa, e d'ogni altro amante
delle lettere ec. In Pistoia, per Atto Bracali, 1777, in 4.°
Non è questa, come potrebbe desumersi dal titolo, una raccolta di squarci
dei migliori autori, un'antologia, come oggi ne abbiamo tante, e neppure una
serie di scritti originali del nostro autore accozzati senza un nesso logico ;
ma è un vero e proprio corso di studi, essendoché l'autore in tanti capi-
toli, cominciando dalla grammatica, e venendo fino alla filosofia svolge tutte
quelle materie che non possono ignorarsi, com'egli si esprime, da chi vuol
sapere, più che sembrar di sapere : e del concetto che egli ebbe nel com-
porre questo lavoro ragiona ampiamente nella prefazione.
— Dialogo sul vario metodo d'insegnare la Lingua latina.
Pistoia, Bracali, 1777, in 16,©
— Nuovo Prospetto della Costruzione latina. Pistoia, Bra-
cali, 1778, in 16.o
Fu composto per la scuola dei chierici del Duomo di Pistoia. L'autore vi e-
spone in modo molto semplice e chiaro la classificazione dei verbi, e l'uffi-
cio loro, ed il reggimento, con molti classici esempi e note.
— Discorso epenografico toccante la nascita, indole, studi e
opere dell' Ab. Gaetano Cenni.
Sta nell'opera Dissertazioni di storia ec. del medesimo Cenni; Pistoia, Bra-
cali, 1778, tom. 1°, pag. 1.
— Eurialo e Niso amici fedelissimi. Pistoia, 1779, in 8.°
È un poemetto drammatico tolto da Virgilio.
— Nuovo Orologio Solare portatile co' minuti. Pistoia, 1779,
in 8.
— La rettorica in pratica sull'orazione di Cicerone prò
C. Quinto. Pistoia. 1782, in 8/>
Avverte l'autore che doveva proseguirsi sulle più ornate orazioni di Cicerone.
— 131 —
— Rime. Pistoia, (Bracali), 1782, in 4.°
Pagg. 8. Sono un'elogio e un sonetto, e vennero indirizzate dall'autore al
Capitolo della Cattedrale ed alla Comunità di Pistoia nell'atto di rinunziare
alla carica di direttore del coro e maestro dei chierici, che aveva esercitato
per vari anni. Non ha frontespizio, ma un'antiporta con una iscrizione che
comincia : Gio. Bartolomeo Colti dal provido nobilissimo Capitolo ec. Altre
rime del Cenni si hanno nella raccolta per le nozze Sozzifanti Conversini,
Pistoia, 1780 in 4° : — in quella per la monacazione di varie donzelle, Pi-
stoia, 1778, in 4°, ed in varie altre raccolte.
— Le opere poetiche di M. Thomas dal verso originale
francese tradotte in versi sciolti italiani ec, aggiungesi la
Ruth poema epico-talamico del traduttore. In Pistoia, 1791,
Bracali, in 8.°
Le opere tradotte sono: L'Iumnville, poema in quattro canti: Epistola al
popolo : alcune odi ed altri versi. Il poema e l'epistole al popolo sono pre-
cedute ambedue da una prefazione, ed in fine vi è pure un giudizio del tra-
duttore sopra M. Thomas come poeta. La Ruth comincia alla pag. 95 con
nuovo frontespizio, ed è divisa in quattro canti: se ne trovano però anche
degli esemplari a parte con numerazione speciale.
— Pratica ragionata delle operazioni aritmetiche estesa
alle frazioni, e loro riduzione re. In Pistoia, per Atto Bra-
cali, 1791, in 8.0
— Osservazioni epaino-critiche sopra ciascheduna opera della
sua piccola biblioteca. Pistoia, Bracali, 1791, in 8.0
Pagg. 492. È questo il catalogo della sua biblioteca, che l'autore chiamava
micro-enciclopedica. È fatto per ordine alfabetico; e ciascun opera è accom-
pagnata d'osservazioni, le quali provano, più assai che l'ingegno, la grande
erudizione che ne'vari ed assidui studi egli si aveva acquistata. Negli arti-
coli poi dei poeti, aggiunge alle osservazioni anche un saggio del loro va-
lore, riportandone i più lodati sonetti.
— Tobia vero esemplare di carità fraterna, di sofferenza,
e di costante confidenza in Dio, componimento drammatico
in versi. Pistoia, Manfredini, 1795, in 8.0
— Gesù presentato al tempio oggetto di stupore a tutta
Gerusalemme e di odio e di furore ad Erode, componi-
mento drammatico. Pistoia, Manfredini, 1795, in 8.°
— Memorie della vita e del martirio del pontefice S. Mar-
cello. Pistoia, Manfredini, s. a. (ma 1795), in 8.°
— 132 —
— Poemi Drammatici Sacri. Pistoia, Manfrodini, 1799,
in 8.°
Tre sono i componimenti drammatici di questa edizione, con questi titoli :
L'Ester; La Risurrezione ; L'Ascensione ; ed ha ciascuno speciale numerazione.
Sono dedicati a Mons. Francesco Falchi-Picchinesi Vescovo di Pistoia.
— Dictionarium Theologico-Morale, seu promptuarium al-
phabetico ordine dispositum.
MS. inedito.
— Discorsi morali.
i\arra G. Arcangeli nella biografia che scrisse del Colti (V. Tipaldo, tom. IV),
come questi nelle principali solennità dell'anno, non tenendosi solo al pre-
dicare la divina parola tutte le feste, distribuiva al popolo certi discorsi
morali, vari secondo le ricorrenze, che egli componeva e stampava colle sue
mani con un piccolo torchio che teneva a ciò nella casa canonicale. Barto-
lomeo Coìti nacque a Spignana terra della nostra montagna, nel 1740. Rice-
vuto il sacerdozio nel Seminario di Pistoia, fu eletto maestro dei chierici
della cattedrale nel 4774,- passò nel 1785 alla pievania di Lizzano, e quindi
nel 1793 alla prepositura di S. Marcello. Morì nel 4799. Fu uomo assai ver-
sato in molti rami dello scibile umano : abilissimo nella musica, compose in
questa dei canti ecclesiastici che ancora si sentono con piacere. Fu anche
pittore, e si mostra tuttora una sua madonna nella sagrestia dei chierici
della cattedrale, condotta a olio sopra la tela.
Colucci benedetto.
Ad generosum iuvenem Iulianum Medicem, Lazareum.
Sta a pag. 287-297 della Bibliolheca Pistor. del P. Zaccaria, il quale lo pub-
blicò su di una copia datagli dal P. Mehus, tratta dal cod. membr. della Bi-
blioteca Laurenziana di Firenze, plut. XVI, n. 40. Il Colucci cominciò a scri-
vere questo suo lavoro nell'estate del 1459 in Pistoia, ove soleva ridursi in
quella stagione. In esso narra delle origini di Pistoia, i pnneipii delle fa-
zioni che la funestarono, e specialmente la memoranda pugna di Lazzaro Pa-
landra e de'suoi compagni data ai Panciatichi nel 4453.
■ — ■ De Discordiis Florentinorum, liber nunc primum ex ms.
codicibus in lucem erutus a Laur. Mehus. Florentiae, 1747,
apad Paulum Giovannelli, in 8.°
Pagg. XXXII-60. È dedicato al Senatore Pietro Mocenigo. Questa breve sto-
ria nella quale si narrano fatti accaduti dal 4464 al 44G8, fu tratta dal cod.
membranaceo della Magliabechiana in 8°, classe XXV, n. LIV. Il Mehus che
ne fu editore, come accennasi nel frontespizio, vi ha premesso la vita del-
l'autore, in fine della quale dà pure la nota degli altri scritti di lui.
— Oratio ad Ducem Calabriae.
MS. cart. in 4° nella Riccardiana di Firenze. Questo dnca al quale il Co-
lucci diresse la sua orazione, fu Alfonso figlio del Re Ferdinando.
— 133 —
•— Ad magnificimi virimi Jnlianum Medicem declamatio-
num liber.
Manoscritto membr. in 8 nella Bibliot. Laurenziana di Firenze. Cinque sono
queste orazioni: 1.° Ad Sanctitatem Sisiì IV Ponti f. Max. Christianorum.
2.° Ad maiest aleni Ferdinandi invitissimi latinorum regis. 5.° Ad clarissimum
Venelorum Senatum. &.° Ad inviclùsimum Principem Galeazo Sfortiam Jnsu-
brum, et Gianvensium Ducem. 5.° Ad felicissimum Florenlinorum Senatum. La
prima di queste orazioni ad Sanclìlalem Sixti IV è pure in un codice della
Strozziana, ma con diversa lezione in molte parti.
— Oratio ante lectionem Virgilii habita in Municipio Col-
lensi.
MS, inedito ricordato dal Mehus. Nel suo opuscolo intitolato Lazareum ad
generosum invenem ec, il Colucci promise di scrivere la storia della guerra
che i pistoiesi sostennero per trenta mesi contro i fiorentini. Vi si legge in-
fatti : « A vobis vero (florentinis) bellum susceptum est, an tamdem post XXX
menses foedus cum Riccardo Canccllerio initum, de ouius conditionibus alii-
sque quum de hoc funesto bello carptim scribere aggrediar, aperire com-
modius poterò ec. » La qual cosa però egli non mandò mai ad effetto.
Benedetto Colucci pistoiese, letterato e distinto oratore nacque intorno al
1432, morì nel 1515. (Salvi, toni. Ili, pag. 79.) Ne scrisse la vita il P. Mehus
che mise innanzi all'opera De discordiis Florenlinorum ; e qualche altra no-
tizia ne diede anche il P. Zaccaria nella Bibliot. Pist.
Comandi TinGenzo.
Canzone nella creatione del Sommo Pontefice Urbano Vili.
In Pistoia, per Pier Antonio Fortunati, 1624, in 4.°
Carte 8 non numerate, compreso il frontespizio, ed una in fine bianca : è
assai rara.
— Copia di lettera all' Illustriss. Sig. Desiderio Montema-
gni Secretano di Stato del Sereniss. di Toscana sopra il
tentativo di guerra contro Pistoia. In Pistoia, 1643, per
Pier Antonio Fortunati, in 4.°
Rara. La lettera è in data del 6 Ottobre 1643.
— La stessa. Firenze, per Amadore Massi e Lorenzo Laudi,
1643, in fol.
Ristampa assai rara.
— Rime.
Alcune rime latine, ed un sonetto trovansi nella raccolta col titolo « Urbis
pistoriensis Monodiae funeiales. Fior. 1614, in 4° ». Altre rime inedite sono
in due codici della Forteguerriana segnati 89, e 107. Anche in Alcuni Co
dici della Nazionale di Firenze trovansi rime del nostro Comandi,
— 434 —
Compagni Gio. Michele.
Oratio in electione Iosephi Vivoli RaveDDatis in abbatem
generalem ec. Pistoni, apnd Antonium Fortunatum, 1627,
iu 4.°
Compagni Ottavio.
Oratio in aeclibus Sapientiae in ingressu recitata, cum epi-
tome super quibusdam lucubrationes iuris. Pistorii, apud
Petrum Antonium Fortunati, 1626, in 8.°
Compagini Tommaso.
De Legibus Gravitatis phoenomenisque inde profluentibus,
Dissertatio, Pisis, 1763, ex typog. P. Giovannelli, in 4.°
— De Artificiali Electricitate phoenomenisque ex ea pro-
fluentibus. Florentiae, 1765, apud Andream Bonduccium,
in 4.°
Conti &e&>astiano.
Fasti Senenses Academia Intronatorum editi. (Senza nota
tipografica) in foglio.
Pagg. 280, più carte 8 in principio non numer. ed un'antiporta in rame.
Bella edizione. La magnifica antiporta in rame con figure allegoriche è di-
segno di Carlo Maratta, e l'altro rame impresso nel testo fu disegnato dal
Cav. Vanni. Non è ben certo in qual luogo fu stampata : il Gigli nella pre-
fazione al tomo 1° delle opere di S. Caterina da Siena dice che fu impressa
in questa città nel 1669; ma forse egli confuse la prima colla seconda edi-
zione, che fu appunto stampata in quell'anno: il P. Zaccaria (Bibliot. Pistor.)
aiferma essere stata impressa in Amsterdam nel 15S9: il Moreni, rigettando
l'opinione del Zaccaria non esprime poi la propria: ma si ritiene con fondamento
che sia stala stampata in Roma nel 16ò'9. L'opera è anonima, ed è dedicata a
nome degli Accademici Intronati al Pontefice Alessandro VII che fu di patria
senese ; e contiene vite, o piuttosto ristretti di vite di santi e beati senesi, e
di altre persone insigni per la pietà. Non sono però queste vite tutto lavoro
del Conti : alcune furono scritte dal P. Gio. Battista Ferrari senese, gesuita ed
accademico intronato esso pure. Leggesi infatti nell'avviso al lettore della
prima edizione : opus aliquorum ex nostro coetu industria et labore perfectum ;
e in quello della seconda : opus magna ex parte elaborutum ab academico
L'AMENO (il P. Ferrari). . . . ad hunc quem vides terminum accurate perduxit
academicus il composto (il Conti). Della qual cosa fa cenno pure il Pecci
nella sua storia manoscritta degli Scrittori senesi.
— 135 —
— La stessa, editio altera auctior et ad autographi fìdem
emendata. Senis, apud Bonettos, 1669, in 12.°
Pag. ;>ÌH, più carte 8 in principio non numerate, ed una in fine bianca, con
antiporta in rame. In questa seconda edizione, che è dedicata al Principe
e Cardinale Sigismondo Chigi, molte delle vite furono in gran parte rifatte,
ed altre se ne aggiunsero, e vi si unì insieme un indice generale dei nomi
citati nell'opera. Si volle poi con un segno speciale distinguere a quali dei
due autori appartenga ciascuna vita ; e così sono dell'accademico detto l'A-
meno (il Ferrari),, quelle precedute dalla lettera A; dell'accademico detto
il Composto (il Conti), le altre contrassegnate colla lettera C.
— Praefationes ae disceptationes de Morali Theo-logia ha-
bitae in Metropolitana Senensi. Senis, ex Typogr. Publici,
in 12.o
— Relazione della miracolosa Madonna del Presepio che
si conserva dalle monache benedettine aggregate alla Con-
gregazione olivetana del Ven. Monisterio d'Ognissanti in
Siena. In Siena, nella Stamperia del Pubblico, 1668, in 12.°
— La stessa. Ivi, 1704, in 12/>
■ — - La stessa. Ivi, per Francesco Quinza, e Agostino Bindi,
1743, in 12.o
In queste due ristampe v' è l'aggiunta del cap. IX, che manca nell'edizione
originale.
— i Elogio del Sig. Alfonso Marsili Senese cav. dell'ordine
di S. Stefano. In Siena, 1668, nella Stamp. del Pubblico,
in 24.o
Edizione poco comune. tFn ristretto di questo elogio conservati nella Fabro-
niana (cod. 265.) È in forma di 18, di scrittura di quel tempo, ed ha anco
la traduzione latina.
— La nuova Lingua dello Spirito Santo, Panegirico di
S. Antonio da Padova l'anno 1670. In Siena, appresso il
Bonetti, 1670, in 4.«
Di pag. 18, compreso il frontespizio,
— Il Sacrifizio di Abramo, Dialogo per musica. In Siena,
1674, in 8.o
— Praelectiones in Senensi Metropolitana habitae de prae-
ceptis communionis, confessionis et jeiunio. Perusiae, 1683,
in 8.0
— 136 —
— Sopra il dubbio moralmente teologico se i dispensati a
titolo di preservarsi dal digiuno quaresimale siano per
tanto obbligati a digiunare in tal tempo nel Venerdì e nel
Sabato, decisione dell'autore delle prelezioni della Comp.
di Gesù. Firenze, all'insegna delia Stella, "1684, in 12.°
— Il cuore di fuoco, panegirico di San Filippo Neri detto
in Perugia ec, nella chiesa del Santo per la festa occorsa
quest'anno 1684. In Perugia, per il Costantini, 1684, in
4° pie.
Di pag. 48, l'ultima delle quali bianca. È dedicato ai PP. della Congregazione
dell'Oratorio di Perugia.
— Orazione nelle esequie del R. P. Maestro Fra Raimondo
Grossi Inquisitor Generale di Perugia e dell'Umbria. In
Perugia, 1684, in 4.°
— Della Vita di Mons. Giovanni Visconti pistorese, Pre-
lato de7 Cavalieri di S. Stefano scritta dal Canonico Bene-
detto Fabbroni, ristretto composto da Leone Stella romano
ad istanza di detto Fabbroni, e dal medesimo dato in luce.
In Lucca, 1688, appresso Iacinto Paci, in 12.°
Nel Museo Britannico di Londra si conserva un esemplare di quest'edizione,
che ha la seguente nota, scritta di mano contemporanea alla stampa, e pro-
babilmente da un gesuita, poiché sul titolo del libro sta scritto dello stesso
carattere « Cotti Perusini societatis Iesu : « Composto dal P. Sebastiano Conti,
pistoiese, della Compagnia di Gesù. Il nome di Leone Stella Romano allude
ali'arme che già era dell'autore, ed all'esser lui nato in Roma. Si osserva
che la dedicatoria alla santissima Vergine, e la lettera al lettore non sono
dell'autore di questo ristretto ; di più che senza saputa dello stesso autore
sono state aggiunte le seguenti particolarità : — Alla pag. 77 Altra volta ec.
sino a non ha bisogno di regali: — Alla pag. 66 Vanno 1656 ec, sino alla
line del capo. Alla pag. 256 a cui un mese ec, fino a sepolcro aperto : —
Alla pag. 240. Quando fu giudicato ec, fino a 11 Signor de'Signorì. » Il Conti
è della famiglia pistoiese Scarpelli, e prese il cognome Conti perchè adot-
tato da Domenico de' Conti, come risulta da una decisione della S. R. Ron>.
Romana haereditatis coram Coccino degli 8 Giugno 1637.
— La stessa. In Bologna, per gli heredi Benacci, 1690,
in 12.°
Pag. 258, di cui l'ultima bianca, e car. 12 in principio compresa l'antiporta
e il frontespizio non numerate, con ritratto dell'autore.
— 137 —
— Tractatus rhetoricus de affectibus, de argutiis, et de
metaphoris. Perusiae, 1690, in 8.0
— Rime.
Un'elegia latina, lavoro giovanile, trovasi nel libro intitolato « Carmina in
funere Eusebii, Romac, 1650 ».
— Summa Theologiae Moralis.
Manoscritto inedito così ricordato dai P. Oldoini gesuita nella sua opera ine-
dita Aihenaeum Pisloriens. « Scripsit quoque hic idem auctor Summam expe-
ditissimam Theologiae Moralis, sed typis non edidil, continentem titulos ex
ordine alphabetico plusquam quadringentos supra mille ; ad quem videlicet
numerum hactenus quaelibet alia Theologorum Moralium summa, et vel ipsa
Sylvestri summa summarum non pervenit, imo nec prope adeessit ».
— Ristretto della vita della Signora Onorata Orsina ne'Sa-
raceni Senese.
Questa e le seguenti opere del P. Seb. Conti, rimaste sempre inedite, si
conservarono un tempo nella Biblioteca del Convento dei Gesuiti in Pistoia.
— Ristretto della vita della Ven. madre Pasitea Crogi
fondatrice delle Cappuccine di Siena.
— Vittoria meravigliosa per intercessione della Ven. ma-
dre Margherita Biclii terziaria di S. Francesco ottenuta
dai Sanesi a' dì 25 di luglio del 1526, sotto gli auspicii
della immacolata Concezione di M. V. ec.
Questo lavoro si trova ms. anche nella Bibliot. Comunale di Siena, ma ignoro
se sia autografo, oppure una copia.
— Elogio del Ven. Fra Lorenzo Placidi dell1 ordine dei
Gesuiti.
— Lettere.
Manoscritte nella Bib. Com. di Siena. Sono dirette all'ab. Gio. Gaetano Carli,
colla data di Montepulciano, e sono tutte autografe.
Contrucci Pietro.
Tributo all' amicizia in morte del nobil giovane Sebastia-
no Cellesi, Poemetto in ottave. Pistoia, Tip. Vescovile, 1816,
in 8.°
Con un' epigrafe dedicatoria dello stesso autore.
— 138 —
— Elogio di Mons Giulio De -Rossi Vescovo di Pescia.
Prato, Giachetti, 1833, in 16.<>
— Le stesso. Firenze, Passigli e Soci, 1833, in 16.°
Seconda edizione.
— Le virtù di Luca della Robbia, all' inclito e veneran-
do uomo Mons. Aiig. Maria Gilardoni il giorno nel quale
prendeva solennemente il governo della diogesi di Pistoia
e Prato. Firenze, Piatti, 1834, in 8.*
Questo fu il primo saggio della bellissima illustrazione, pubblicata poi per
intero nel 1855, del grandioso lavoro in plastica dei Della Robbia, che am-
mirasi nella facciata dello Spedale di Pistoia.
— Soliloqui, Meditazioni e Pensieri a Gesù Cristo di S.
Agostino, tradotti da P. Contrucci. Seconda edizione cor-
retta ed accresciuta. Pistoia, Bracali, 1834, in 12° .
— Epigrafi Gratulatorie. Pistoia, Manfredini, 1834, in 8.°
Pagg. 8. Pubblicate per le Nozze Rospigliosi-Frediani.
• — Monumento Robbiano nella loggia dello Spedale di Pi-
stoia illustrato dal Prof. P. Contrucci. Prato, per i fratelli
Giachetti, 1835, in 8.°
Splendida illustrazione di questo insigne monumento, alla quale fanno cor-
redo sette grandi tavole in litografìa disegnate da P. Ulivi pittore pistoiese.
Intorno a questo scritto, che si ritiene il miglior lavoro del nostro egregio
concittadino, vedasi l' esame critico che ne fece V avv. Lorenzo Pellegrini
col titolo: Intorno all' illustrazione del Monumento Robbiano Ragionamento
analitico ec. Prato, 1856, in 8.°
• — Orazione Funebre di Mons. Angelo Maria Gilardoni Ve-
scovo di Pistoia e Prato. Livorno, Tip. Tesi e Wamber-
gher, 1835, in 4.°
Questa orazione fu recitata nel tempio di Maria SS. celi' Umiltà V 8 Luglio
1835 pei funerali ivi celebrati a Mons. Gilardoni. Se ne tirarono alcuni e-
semplari in carta turchina e in carta gialla.
~ Biografia di Eufrosina Caselli. Firenze, 1836, in 8.°
— Vita di Santo Ippolito Milite e martire. Firenze, Gal-
letti, 1836, in 8.o
Pagg. 48. È indirizzata al P. Torello Vangucci Pistoiese pievano di S. Ip-
polito in Piazzanese, nella cui chiesa si venera il corpo di questo Santo.
— 139 —
— A Solennità e Memoria del giorno terzo di Ottobre 1837
in che il nobil giovane Teofilo Conversini e V inclita don-
zella Irene Vivarelli-Colonna facevansi comnni le sorti
della vita. Pistoia, Tip. Cino, senz' anno, (ma 1837), in 8.°
h V illustrazione di un affresco di Pietro Ulivi esistente nel palazzo Viva-
relli-Colonna di Pistoia, e fu anche stampato nello stesso anno col seguente
titolo :
-— Buondelmonte, di Pietro Ulivi. Pistoia Tip. Cino, 1837,
in 8.o
■ — Iscrizioni Italiane. Pistoia, 1837. Tipog. Bracali, in 8.°
Pagg. 321. Bella edizione, della quale si hanno pure esemplari in carta in-
glese- Oltre le iscrizioni che si dividono in monumentali, onorarie e fune-
rarie, contiene questa edizione 7 necrologie che trovansi da pagina 115 a
pagina 158.
— La Donna. Livorno, Tip. Vannini, 1839, in 16.°
È tiratura a parte dalla Viola del Pensiero, dell' anno medesimo. In questa
strenna trovasi anche un altro scritto del Prof. Contrucci col titolo « L' Av-
ventura », che vedesi ristampato anche nella edizione di tutte le opere del
nostro autore ma col diverso titolo « Del diritto e del dovere a parlare la
propria lingua ».
— Quadro Geografico Statistico del Compartimento pisto-
iese, Parte prima. Pistoia, Tip. Cino, 1839, in 12.°
Non fu pubblicata che questa prima parte, la quale contiene la descrizione
geografica generale del compartimento pistoiese, secondo 1' ordinamento del
1838, la sua statistica, la descrizione generale dell' antica provincia pistoie-
se, ed un quadro geograilco-statistico particolare alla città di Pistoia. Innanzi
al libro sta a modo d' introduzione un calendario storico italiano, a cui fan
seguito alcune nozioni elementari di geografia e cosmografia. L' opera, se-
condo il concetto dell' autore, doveva comprendere cinque parti : della pri-
ma abbiamo già parlato : la seconda era destinata alla descrizione generale
e particolare del territorio di Pescia riunito al Compartimento pistoiese : la
terza alla descrizione delle valli di Lima, di Reno, di Limentra : la quarta
doveva comprendere le valli dei due Vinci, d' Ombrone, Brana, Bure e Agna.
Il Bacino d' Ombrone, e i luoghi posti a mezzogiorno del Montalbano dove-
vano formare la quinta parte.
— Opere edite e inedite di Pietro Contrucci. Pistoia pi esso
r autore-editore, Tip. Cino, 1841, in fol.
Bella edizione, dedicata al Marchese Paolo Garzoni-Venturi, divisa in. quattro
parti contenenti la illustrazione del Monumento Robbiano, le Epigrafi, gli
— 140 —
— La stessa. Ivi, Tip. Gino, 1841, in 8." voi 4:
Ed. più economica divisa in quattro volumi in 8.°, che comprende le stesse
materie contenute nella edizione in foglio.
— Sculture di Giovanni da Pisa nel Pergamo della Chiesa
di S. Andrea in Pistoia, illustrate a onoranza del giorno
che il nobil giovane Roberto Sozzifanti faceva sua com-
pagna di vita la nobil donzella Elisabetta de Baly Celle-
si. Pistoia, 1842, in 8.0
— Necrologia di Giuseppe Gherardeschi. Pistoia, 1842, in 8.
— Discorso sulla vita e sulle opere di Pietro Petrini. Pi-
stoia, 1842, in I6.0
Estratto dal tomo III delle opere dello stesso Contrucci di sopra citate.
— Biografìa del Can. Rinaldo Rosati. Pistoia, Tip. Cino,
1843, in 8.0
Col ritratto del Rosati in litografia, che in molti esemplari trovasi miniato
a colori.
— Prosa d' introduzione ai Monumenti del Giardino Puc-
cini.
Nei « Monumenti del Giardino Puccini, Pistoia, Tip. Cino, 1845, in 8.° ».
L' autore in questa prosa descrive a gran tratti la villa e giardino di Scor-
nio, non che i molti monumenti che V adornano.
— Cenni sulla vita e sugli scritti del Cav. Luigi Ciam-
polini. Pistoia, Tip. Cino, 1846, in 8.°
— Pei Parentali celebrati a Pistoia a Galileo Galilei, Di-
scorso. Pistoia, Tip. Cino, 1847, in 8.»
Pagg . 12. Non ha titolo, ma solo un frontespizio colla dedica all' Egregio
Giovane Francesco Vivarelli -Colonna di Pistoia il giorno che stringevasi in
santo modo colla nobile inclita donzella Bianca Papanti di Pisa.
— Epigrafi sul risorgimento d1 Italia nel 1848. Pistoia,
Tip. Cino, 1848, in 8.<>
— Alla memoria di Pietro Odaldi, Discorso dal consiglio
Municipale di Pistoia nella seduta del 29 Luglio ec. letto
nella gran sala del Palazzo Municipale. Pistoia, Andrea
Michelozzi editore, Tip. Cino, in 8.°
— Necrologia di Alessandra Prosperi. Pistoia, Tip. Cino,
1851, in 16.o
— 141 —
— Commemorazione di Niccolò Puccini stanziata e pub-
blicata dal Consiglio Comunale di Pistoia. Pistoia, Tip. Ci-
rro, 1852, in 8.0
— Biografia di Niccolò Puccini. Pistoia, Tip. Cino, 1842,
in 8.°
Anonima. È corredata di molte e interessanti note, fra le quali si riporta
1' Elogio latino che di Tommaso Puccini scrisse Matteo Soldati, il Testa-
mento di Niccolò Puccini ec.
— Necrologia di Antonio Vivarelli-Colonna. Pistoia Tip.
Bracali, 1852, in 8°
— Cenni Storici della Ven. Confraternita intitolata dei
Dolori di Maria eretta in Pistoia V anno 1801. Pistoia,
Tip. Cino, 1854, in 8.°
• — Biograna del Prof. Giuseppe Comparini. Pistoia, Tip.
Cino, 1854, in 8.<>
— Biografia di Maddalena Ganucci-Cancellieri. Pistoia, Tip.
Cino, 1855, in 8.o
LAb. Pietro Contrucci celebre letterato e valentissimo epigrafista di fama
più che italiana, era nato in Calamecca, montagna pistoiese, il 2 Gennaio 1788:
morì il 24 Agosto 1839.
Couversini Taddeo.
Origine et descritione della famiglia Conversina.
Manoscritta in Pistoia in Casa Conversini. È libro assai curioso, e scritto
con molta franchezza di giudizi ; ma in vari luoghi, e per lunghi tratti è
stato cancellato da mano troppo meticulosa. Questo Taddeo avendo poco gu-
sto di stare a Pistoia, com' egli dice, e volenteroso di veder cose nuove, e
mollo più belle che non si vedono a casa, diedesi a girare il mondo, spe-
rando trovare buona fortuna. Fu a Roma, e quindi a Venezia dove s' acco-
modò col capitano Paolo Videtti da Reggio, col quale andò in Istria e poi
in Candia, dov'ebbe la carica di sergente di compagnia di 4 50 fanti italiani ;
ad in appresso quella di lancia spezzata del governatore di Canea Cav. Se-
bastiano Orsclli. Morto il quale tornò in patria nel 1618, dove si trattenne
per oltre 17 anni. Pare che lo invadesse di nuovo la smania dei viaggi, che
nel 1654- troyo che si recò a Ferrara ; dove fu al servizio di Francesco Fie-
schi, e nel 1657 a Venezia. Anche di qui, non avendo avuto la fortuna di
qualche buon ricapito, dovette partirsene e tornare alla patria. Nel 1G49
dopo tante vicende si fece prete, e fu piovano a S. Angiolo alla Pergola.
Era nato I' anno 1392, a' 9 di luglio, ma dell' anno della sua morte non si
ha memoria.
— U2 —
Conversili! llons. Benedetto.
Statuti -o Pragmatiche.
Sono cosi ricordati, senz' altra indicazione, dal Salvi nelle storie di Pistoia.
— Lettere.
Enrico Bindi nella biografia di Mons. Conversini cita siili' altrui fede alcune
lettere pubblicate in un epistolario uscito in Venezia nel 1554.
Benedetto Conversini, quell' arrovellata natura di pistoiese, come lo chia-
ma il Cellini, nacque in Pistoia nel 1491. Sostenne molte illustri cariche, fu
Vescovo di Bertinoro, e quindi di Iesi, e mori nel 1535. Di lui può veder-
si, oltre il manoscritto di Taddeo Conversini sopra citato, la Notizia biogra-
fica di Mons. Benedetto Conversini scritta da Enrico Bindi. Prato, 1851, in 8.°
Conversiti! Onofrio.
Descrizione di un nuovo Igrometro Sonante.
Sta negli Atti dell'Accademia Pistoiese di Scienze e Lettere, Tom. 1.°, cor-
redata di una tavola che vedesi nel fine del volume. Negli Atti medesimi si
fa ricordo di altre Memorie lette in più tempi dal Conversini nella stessa
Accademia.
Corrieri Leandro,
De Sessorianis precipuis Passionis D. N. I. C. reliquiis Com-
mentarius. Romae, apud Franciscum Burliaeum, 1833, in 8.°
Pagg. XVIII-294, con tavole litografiche in rame. Quest' opera è divisa in
tre parti. Nella prima tratta della invenzione delle reliquie della Passione,
della loro autenticità, e della loro traslocazione dall' oriente nella basilica Ses-
soriana. Nella seconda dimostra che quelle reliquie furono custodite e ve-
nerate continuamente nella detta basilica dai tempi di Elena Imperatrice
fino ai presenti. Nella terza combatte le opposizioni di quelli che si atten-
derebbero di negare 1' autenticità delle suddette reliquie. Vanno congiunte
a questo volume due lettere del Rabbino convertito Drach, la prima delle
quali si avvolge sopra la pretesa contraddizione degli evangeli nel determi-
nare 1' ora in cui Gesù Cristo fu crocifisso : 1' altra si occupa nello spiegare
1' iscrizione ebraica del titolo della Croce, sulla quale aveva fatte ampie
ed erudite parole il Corrieri.
— Sermones tres in antiquissimo codice sessoriano Sancti
Ambrosii nomine inscripti, ex eodem codice nunc primum
editi. Romae, ex offic libraria Bonarum Artium, 1834, in 8.°
È dedicata quest' opera al Card. Brignole. Il Corrieri aveva intrapreso un'al-
tro lavoro intitolato : Notae cronologicae, hislorieae, et criticae in Manuscripla
Sessorianae, studio et labore eminenlissimi et reverend. Card. D, Joach. Bc~
— U3 —
tulli ec ; ma non potè condurre a termine questa fatica, perchè soprappreso
dalla morte del 1834. Egli era nato in S. Marcello nel 1801, e dopo una
tempestosa gioventù, si era reso frate nelP ordine di S. Giovanni di S. Croce
in Gerusalemme.
Cresci Gio. Francesco.
Il Perfetto scrittore. Roma, 1570, in 4.° oblungo.
Con tavole di caratteri incisi in rame. Il Fioravanti ricordando questo scrit-
tore, crede anch' egli che appartenga alla nostra città ; ed ecco come si e-
sprimc : « Si vede stampato in Roma un libro intitolato II Perfetto Scritto-
ti re di Gio. Francesco Cresci, commensale continuo del Santo Pontefice Pio V.
« quale benché passi per milanese, per essersi stabilito in quella città sotto
« Giulio III, nondimeno si vede che è pistoiese, perchè tale vien nominato
« Bartolomeo suo padre in una lettera scrittali il dì primo Ottobre 1570
« dal canonico Silvestro Corsi pisano ; ed è opera rarissima e delle più belle
« che si sieno vedute alle stampe in quel genere. » (Fior. Memorie storiche.)
Dal Piiio Domenico.
Pensieri sopra la generazione dell' uomo. Lucca, 1706, in 4.°
Damiani Lorenzo.
Rimatore vissuto nel secolo XV, del quale si trovano alcune rime nella
Biblioteca Nazionale di Firenze, appartenute già alla Strozziana. Vedasi di
lui il Crescimbeni, Commentari, Voi. IV, e il Quadrio Storia della Poesia,
Voi. II.
Desideri Francesco.
Praxis Sacrorum Rituum praecipuas Ecclesiasticas functio-
nes continentem ec. Pistoni, 1739, in 8.°
Questo Francesco Desideri fu sacerdote, e da Mons. Colombino Bassi nel 1723
elelto parroco di Santa Maria a Colonica. Nato nel 1671, morì nel 1742. La-
sciò manoscritte queste due opere : I. Sollicitudinem pastoralem multa Paro-
cfiis utilia ex selcctissimis canonistarum, ac theologorum promptuariis excerpta
comprehendentem. — II. Fiori di perfezione cristiana.
Desideri Ippolito.
Gesuita, andò missionario al Thibct nel 1712, d'onde fece ritorno nel 1727;
morì in Roma nell'anno 1733. Dal Thibet scrisse una lunga lettera, pubbli-
cata per intiero nella Bibliotheca Pistoriensis, della quale mi par utile ri-
portare quei passi dove parlasi dei lavori da lui scritti nella lingua di quel
paese : « Essendo stato alcune volte richiesto e privatamente, e pubblica-
mente della differenza tra la mia e la loro legge, riè arrischiandomi a trat-
— U4 —
tare ex professo a voce sì delicati punti lino a non possedere perfettamente
questa lingua, aveva promesso di spiegare loro tutto a poco a poco con al-
cuni libri: a tal fine ne' mesi di Giugno Luglio ed Agosto composi due libri;
il primo in confutazione del pessimo, e tanto sparso errore, che dice po-
tersi ognuno salvare nella sua legge, ed il secondo in confutazione del dia-
bolico errore della trasmigrazione Pittagorica. Agli otto di settemhre comin-
ciai da me stesso a tradurre in questa lingua e in versi Thibettani il primo
di detti due libri, e dopo averlo posto bene all'ordine, a' 6 di Gennaio 1717
andai a palazzo del Re, dove fui ammesso nella real sala dell'udienza, ove
stava il re nel suo trono circondato da un molto copioso consesso di Grandi
e persone della corte, e di Lammà che sono i loro religiosi e dottori. Il Re
ricevè il mio regalo, e prese nelle sue mani il mio libro, e mi fece sedere
in faccia al suo trono, e mi fece bere il Cià Dipoi da se
stesso lesse tutta la dedicatoria del libro, che è un elogio del re medesimo
in versi Thibettani, poiché ad esso è dedicato il libro. Indi ancorché già
sapesse il tutto, come stesse la cosa, per farmi quest'onore appresso gli al-
tri, mi domandò chi avesse composto, e posto in questa lingua quel libro :
risposi, che io stesso senz'aiuto di verun uomo. In oltre mi domandò, chi
l'avesse posto in versi Thibettani, risposi, che io solo da me medesimo. Dopo
di ciò lesse un buon pezzo del primo capitolo, è dipoi diede il libro in mano
di uno di detti dottori, che fra tutto il consesso era il più vicino al re, e
dal medesimo dottore il fece leggere. Dipoi da se stesso si pose a farmi ar-
gomenti in difesa della trasmigrazione, e a ciaschedun argomento udì le mie
risposte, dopo le quali continuò a farsi leggere il libro da detto dottore ed
in quel mentre arrivato il mezzo giorno, fu licenziata V udienza, senza che
il re, in tanto tempo, avesse udito altri, né parlato ad altri ». Altri scritti
del nostro Desideri li ricorda il P. Zaccaria : « Neque hos solum libros scripsit
P. Hippolitns Nam in latinam linguam convertit Thi-
betanorum Sahorim, seu Kangiur, qui Bibliorum Instar ipsis est in centum et
octo grandia volumina tributi compendium a Zonkabà quodam magna apud
cos sanctitatis fama percelebri elucubratum. Alia etiam parabat, quum a Thi-
betanis regionibus in Italiani remeandum fuit P. Hippolito a. 1727. »
Desideri Cesare.
Appunti sullo stato economico del Circondario pistoiese. Pi-
stoia, Tip. Niccolai e Quarteroni, 1868, in 12.°
Diario Pistoiese dell'anno millesecento settantatre, dedi-
cato airillustr. Signor Patron colendissimo II Sig. Gav. Capi-
tano Pistoletto Gatteschi, fra gli Accademici Risvegliati
detto T Insipido. In Pistoia, per gli Eredi del Fortunati,
1673, in 4.°
Pagg. 44 comprese le due prime carte non numerate. Al verso del frontespizio
v'è la dedica di Stanislao Sorbeschi (forse nome finto) ; la seconda carta nel
recto ha l'avviso al lettore, e al verso un sonetto all'autore dell'opera fir-
— 145 —
mato C. C. P. G ; alla terza comincia il diario. Secondo il Morcni 1' autore
di questo raro Diario sarebbe un Niccolò Franchini-Taviani : il Dottor Ber
nardino Vitoni, che fu molto erudito nelle cose pistoiesi, lo credette opera
invece di un tal Prete Francolini, di cui non sa dare notizie. Nella Forte-
guerriana se ne conserva un esemplare con un' interessante aggiunta mano-
scritta, fatta, credo, dal Conte Francesco Gatteschi.
Diario Sacro 'di tutte le feste che annualmente si solen-
nizzano nelle chiese della città di Pistoia, con le Indul-
genze tutte che per tali occasioni vi sono state concesse.
In Firenze, 1745, nella Stamperia di Bernardo Paperini,
in 8.0
Pagg. 260. È dedicato a Mons. Federigo Alamanni V.° di Pistoia con lettera
firmata G. P. P. Il Mclzi (Dizion. di Op. anonime e Pseud.), confondendo
questo coli' altro diario di sopra citato, che è cosa tutta diversa, lo attribui-
sce a Niccolò Franchini Taviani. Io poi non saprei chi si nasconda sotto quelle
iniziali. Un altro Diario Sacro è stato più recentemente compilato dal P. Luigi
Agostini, già da noi rammentato.
Diario per la cancelleria civica e delle cortine di Pistoia,
compilato l'anno 1796. (In Pistoia), nella stamperia Bra-
cali, senz'anno, (ma 1796), in 8.°
Dichiarazione della giostra fatta in Pistoia l'anno 1666
per la festa di Santa Francesca Romana a disposizione del
Rev. D. Ippolito Baron Bracciolini Abate degnissimo oli-
vetano ec. In Pistoia, per Pier Antonio Fortunati, 1666,
in 8.o
Rarissimo.
Dina Lorenzo.
Dell'influenza che ha il clima sul fisico e morale dell'uomo,
e sul genio e carattere delle malattie. Pisa, Prosperi, 1813,
in 4.°
È dedicata quest'operetta, con un epigrafe, a Francesco Tolomei di Pisto-
ia, e fu dall'autore letta e sostenuta avanti la facoltà medica della Univer-
sità di Pisa nel 1815 all'oggetto di conseguire il grado di dottore in medi-
cina.
Dini Pietro.
Elogio del Prof. Domenico Stefani. (Pistoia), 1837, in 4.°
Capponi, Bibliogr. Pisi, 10
— 446 —
Hi ni Giovanni.
Lode del Prof. Pietro Dini. Pistoia, Bracali, 1838, in 8."
Itegli Atti dell'I. Accad. Pistoiese di Scienze e Lettere (Pistoia, 1808, Voi. I;
si fa ricordo di varie memorie accademiche di Giovanni Dini; nell'archivio
della stessa accademia si conserva pure una sua memoria col titolo : Dell'in-
fluenza che hanno le lettere sullo spirito delle nazioni.
Dondorl Gismondo.
Il Lamento del Card. Ippolito de* Medici.
Manoscritto nella Bibliot. della Minerva, alla quale l'autore lasciò tutti i suoi
scritti. È ricordato dal Dondori e dal P. Zaccaria. Comincia Humano viator.
« Gismondo Dondori avvocato concistoriale, e uno dei Prelati della consulta
« che si faceva in Roma sopra le materie che si trattavano e si definivano
« nel sacro Concilio di Trento; di suo pugno trascrisse quasi tutto il corpo
« civile, con utilissime postille. Stampò alcune consultazioni, e una intorno
« al divorzio del Re d'Inghilterra. » Così il Dondori nella Pietà di Pistoia.
Secondo il P. Zaccaria questo Gismondo scripsit etiam memorias historicas
suorum temporum, quae mss. adservantur apud suosr.
Dondori Fra Giuseppe.
Della Pietà di Pistoia in gratia della sua patria scritta da
Fra Giuseppe Dondori ministro provinciale de1 Cappuccini
di Toscana ec. In Pistoia, per Pier Antonio Fortunati, 1666,
in 4.°
Pagg. 369, e carte 8 in principio, ed altre 8 in fine non numerale, compresa
l'antiporta e il frontespizio intagliato in rame. Il libro è diviso in due parti,
ma nella seconda segue la numerazione e la segnatura della parte prima ; e
fu pubblicato dopo la morte dell'autore dal nipote di lui, canonico France-
sco Dondori decano della cattedrale di Pistoia, il quale vi fece di suo qual-
che aggiunta, e seguendo i desideri dell'autore, la dedicò al Card. Giulio Ro-
spigliosi, arcivescovo di Tarso, poi papa Clemente IX. Nella prima parte del
libro l'autore fa la storia dell'origine e dello stato di tutte le chiese, dei
monasteri, oratori, spedali ed altri luoghi pii della nostra città; nella se-
conda parte dà le memorie dei Santi, dei Beati, e di altre persone insigni
per pietà e religione, nati in Pistoia, o in qualche modo appartenenti alla
medesima città. Termina con un catalogo degli scrittori pistoiesi, incompleto
ed assai inesatto, e che non ha altro merito che quello d'essere stato il primo
a pubblicarsi. Nella Fortegucrriana si conserva il manoscritto autografo di
quest'opera, che è piuttosto rara.
• — Prediche.
L'autore medesimo nella Pietà di Pistoia ricorda di svere scritto un volumetto
di Prediche municipali, ed un altro di Prediche miscellanee, le più morali, e
— 447 —
di giovamento alle anime : ma forse le lasciò imperfette, poiché soggiunge poco
appresso : per lo cui compimento vuoivi per mera grazia dell'Altissimo vita,
sanità e ozio.
— Lettere.
Manoscritte nella Forteguerriana, in una raccolta di lettere d'illustri pisto-
iesi, fra le quali ve ne sono dei Marcellino, del Giacomelli, del Matani e al-
tri. Di fra Giuseppe Dondori, al secolo Guglielmo, e della sua casa, chiamata
in antico de' Dondoli, vedasi il Gamurrini Famiglie Toscane ed Umbre, tom. 2,
pag. U.
Ducei Lorenzo.
Trattato della Nobiltà nel quale si mostra che cosa ella
sia, e quali le sue spetie. Si ragiona in che maniera si perda,
ove dell' Infamia, e per distinguere fondatamente le mag-
giori dalle minori nobiltà, si dicono molte cose della Pre-
cedenza ec. In Ferrara, per Vittorio Baldini, 1603, in 4.<>
Pag. 158, compreso il frontespizio, e carte b in fine contenenti la tavola dei
capitoli. Assai bella edizione in carattere corsivo.
— De Elocutione. Ferrariae, apud. Victor. Baldini, 1600,
in 8.o
Bucci P. Silvano.
Trattato d'Ottica pratica.
Monoscritto cartac. in i° del Sec. XVII nella Forteguerriana, segnato di n. 83.
Elementi di Grammatica Italiana per uso dei bambini e
bambine dell' Istituto Puccini. Pistoia, Tip. Gino, 1845,
in 12.°
Enfatico Intronato.
Nome accademico di Niccolò Forteguerri,
Falilironi Niccolò.
Conciones Quadragesimales.
MS. un tempo in casa Fabbroni, in molti volumi, secondo il P. Zaccaria.
— Della diffusione del sommo bene.
È un poema in terza rima, nel quale l'autore aveva imitato lo stile di Dante,
e che poi egli medesimo arricchì di commenti, come afferma il Dondori.
— 148 —
Anche quest'opera era un tempo ms. in casa Fabbroni. L'autore appartenne
all'Ordine dei Domenicani, ed era soprannominato il Sordino, Fu uomo, scrive
il Dondori, in costumi dottrina e talento sui pergami, accompagnato con uno
spirito apostolico, veramente cospicuo ; nella conversazione dolcissimo, e prima
di perder l'udito, nel governo prudente e di non ordinario zelo. Morì nel
Convento di Pistoia nel 1568, d'anni 75.
Fabbroni Gio. Battista.
Oratio babita ante ingressum expositiouis in pi-imam postc-
rioris Analyticorum Aristotelis in scbola pisana bab. anno
1618. Ad Sereniss. Cosmum IL Mag. Hetruriae Ducis. Pisis,
1618, in 4°
Fabbroni Francese©.
Il Tebro consolatore della Cbiesa per l'esaltazione al Pon-
tificato dell' Eminentiss. Sig. Cardinale Giulio Rospigliosi,
boggi Clemente IX ec. Ode. In Pistoia, per Pier Antonio
Fortunati, 1667, in 4.°
Pag. 2£. compreso il frontespizio. Questa composizione è dedicata a Don Fe-
lice Rospigliosi nipote di sua Santità.
Fabbroni loremno.
Storia Genealogica della Famiglia Fabbroni.
MS. nella Nazionale di Firenze, già appartenuto alla Sirozziana.
Fabbroaii Casi. ISenedcèto.
Vita di Mons. Giovanni Visconti pistoiese prelato dei ca-
valieri di Santo Stefano scritta dal Can. Benedetto Fab-
broni, ristretto composto da Leone Stella ec. Lucca, 1688,
appresso Iacinto Paci, in 12.°
Il Fabbroni alla sua morte lasciò imperfetto il manoscritto di questa vita,
dal quale poi Sebastiano Conti pistoiese trasse il compendio che pubblicò
col spendonimo di Leone Stella. V. Conti Seb.
Fabbroni Card. Carlo Agostino.
Spiritus Principalis, Oratio de Divini Spiritus Adventu ad
SS. D. A. Clemeutem X. Pont. Max. Eomae, typis Ignatii
De Lazaris, 1671, in 4.°
— 149 —
Csr. i. non numcr. con lettera dedicatoria al Sommo Pontefice Clemente X.
Il Fabbroni era allora alunno convittore del Seminario Romano. Molti altri
scritti inediti del Fabbroni si conservano nella Biblioteca della quale ci fece
dono alla sua patria, e che da lui s' intitola : sono scritti giovanili di erudi-
zione, dissertazioni su materie ecclesiastiche lette nelle accademie romane ce.
Nella stessa biblioteca si conservano pure le prove, il carteggio e molti fil-
tri documenti relativi alla celebre bolla Unigcnilus, nella compilazione della
quale fu molto adoperato il Fabbroni; anzi secondo il Guarnacci, egli ne fu
suasor et guari anelar. (Guarnacci, Vitac Pont, et Card. Romae, 1731, voi. II,
pag. 485.) Agostino Fabbroni nacque il 28 Agosto 1631 in Pistoia dal Cav. Nic-
colò e da Lucilla Sozzifanti. Studiò nel Seminario Romano, e prese la lau-
rea in Pisa, dove fu discepolo ed amico del celebre Enrico Noris, poi car-
dinole di Santa Chiesa. Fu tanto intimo d'Innocenzio XII da venirgliene in-
vidia e malevolenza dagli ambiziosi. Clemente XI lo fece cardinale il 17
Maggio 1706, e fu tosto intromesso nelle più ragguardevoli congregazioni, e
adoperato nei più gravi negozi della Chiesa. Morì il 19 Settembre 1727.
Osservazioni sugli Oratori Greci.
Negli Aiti dell'I, e R. Accademia Pistoiese di Scienze e Lettere, Pistoia,
1S08, in 8, tom. 1.
— Intorno a due opuscoli di Senofonte pubblicati da Cou-
rier, Osservazioni.
Trovarsi nella Collezione di Opuscoli Scientifici e Letterari di Francesco Inghirami
anno 1813. Furono poi ristampate nel Giornale Enciclopedico di Firenze del 1814,
n. Co, tomo VII. Con questo scritto inlese dimostrare che nonostante le cure
5pesevi intorno dal Courier, pur restavano a farsi non poche correzioni a
que'duc libri, e indicava pure molti errori nei quali il Courier stesso era ca-
duto.
— Memorie accademiche.
Sono ricordate dal De Morlara nelF elogio del nostro autore (Pistoia, Man-
freùini, 1818, in 8), e furono lette in vari tempi nelle adunanze dell'Accade-
mia pistoiese di Scienze Lettere e Arti. Eccone i titoli: Intorno ali* utilità
delle Accademie. — Intorno ad Omero. — Sulle parole maris expers della Sa-
tira VI v. id di Persio. — Sopra un monumento di scritta cambiaria conser-
vatoci da Demostene. — Sui caratteri degli Oratori greci, e specialmente di
Demostene. — Intorno alla Musica, Discorso. — SulVEpistome di Dionisio
d'Alicarnasso pubblicata dal Mai. — Siili a utilità dello studio dei classici an-
tichi. — Sulle elemosine. — Elogio del Cav. Tommaso Puccini: — Intorno
ni Frontone pubblicalo dal Mai. Non si trovano peraltro, come potrebbe cre-
dersi, nell'Archivio della stessa Accademia.
— Pistoia Trionfante, Cantata.
Manoscritta, ricordata nel citato elogio del De Mortara. Fu composta, egli
— 150 —
dice, in quei giorni che all'Elruria fu tolto il nome di Granducato del quale
andava da vari secoli contenta, per fargliene assumere uno minore di sil-
labe, ma più fastoso di suono.
— Memorie Storiche dell' Europa dalla rivoluzione fran-
cese fino alla caduta del Regno d'Etruria.
Manoscritte, non mai stampate, delle quali, dice il De Mortara più volte ri-
cordato , se dovessi mettere innanzi il mio giudizio , direi essere state
scritte colla penna di Senofonte e pensate colla mente di Tacito. Carlo Fab-
broni fu dotto grecista, e assai versato ancora nelle lettere Ialine e italiane,
nelle matematiche, e nelle scienze economiche : nacque nel 1765, morì nel
1818. Oltre le opere di sopra ricordate, lasciò molte scritture intorno ad
Omero, Demostene, Eschine, Esiodo, Sofocle, del quale annotò anche tutte
le tragedie, Euripide, Erodoto, Aristofane, Diodoro Siculo, Dionigi d'Alicar-
nasso, Plutarco, Appiano Alessandrino, Filostrato, Dione Cassio, Temisto, Iseo ec:
e tra gli scrittori latini arricchì di dottissimi commenti Plauto, Properzio,
Q. Curzio, Plinio il giovane, Valerio Fiacco, Stazio, Sventonio, Marziale, Apu-
leio, Claudiano, e Cornelio Frontone. Aveva anche preparato i materiali per
un trattato Sopra i mezzi di conseguire la ricchezza nazionale, ma non aveva
neppur incominciato ad ordinarli quando morì.
Fanfani Pietro.
Spoglio Filologico.
Manoscritto presso l'autore, diviso in sette volumi, con due d'indici. Questo
spoglio contenente le più belle frasi, i costrutti più singolari, le proprietà di
lingua, che l'autore notava leggendo i nostri classici scrittori, è il primo te-
soro linguistico che egli ebbe, e che fu come la base di tutti i lavori filo-
logici e lessicografici dei quali arricchì poi la nostra letteratura.
— La Medicina del cuore di F. Domenico Cavalca, con note.
Questo lavoro non vide mai la luce, né la potrà vedere in seguito, che l'au-
tore, preso dalla stizza di non aver trovato abbastanza abbuonati, quando
volle pubblicarlo, stracciò ogni cosa. Ed era questo il primo lavoro a cui si
era accinto ! Ma bisogna ben credere che ncn si scoraggiasse di questo pri-
mo insuccesso, chi consideri che le opere pubblicate fin qui dal Sig. Fan-
fani sono oltre 150.
— Ritratti morali : il Pedante, V Accademico, il moderno
tribuno della plebe.
Nella Rivista, giornale di Firenze, anno 1845 ; furono poi ristampati negli
Scrini capricciosi nel 1863 ; e poi nella seconda edizione di essi fatta nel
1872 col titolo Democritus ridens.
--- Osservazioni sopra alcuni luoghi della Divina Comme-
dia.
Si pubblicarono dapprima nelle Memorie di Religione, di Letteratura ec. di
— 451 —
Modena. Si ristamparono poi nell' Etruria, anno 18M-52 ; nell' appendice
del Dante pubblicato dal Passigli con commenti di vari ; e nel 1875 insieme
ad altri scritti danteschi del nostro autore col titolo « Studi ed osservazioni
sul testo delle opere di Dante »
— Bollettini Politici. Il Re di Napoli : — I Tedeschi : -
La Costituzione : — La Guardia Nazionale.
Sono in foglio volante, e si cominciarono a stampare in Pistoia alla fine del
1846 per spiegare al popolo le principali cose della politica ; ed erano seritti
in lingua popolare, ma schietta.
— Meditazione della povertà di Santo Francesco. Pistoia,
Tip. Cino, 1847, in 16.°
Ed. citata dalla Crusca. Questa graziosa scrittura fu tratta da un codice della
Biblioteca del Convento ài Giaccherino, smarrito nell' ultima soppressione di
quel Convento. La prefazione è di Mons. Enrico Bindi ; le note filologiche
del Fanfani.
— 11 Viaggio di Arrigo VII. in Italia del Vescovo di Bu-
trinto, volgarizzamento di Ser Bonacosa di Ser Bonavita
da Pistoia del Sec. XIV.
Sta nell' Archivio Storico Italiano, appond. XVII, e XVIII. Questo Ser Bo-
nacosa, non mai esistito, non è altri che il Sig. Fanfani, il quale ci porge
con questo scritto una prova del suo valore nelle cose di lingua, e della
sua gran pratica degli scrittori classici italiani. Ma lasciamo che egli stesso
ci racconti la cosa : « La traduzione è fatta da me, che mi posi all' opera,
* dopo aver sentito portare alle stelle un tentativo simile fatto dal Leopar-
« di, ma scoperto subito ; e dopo aver letto nelle opere del Giordani che
« non è maraviglia se il Leopardi fu scoperto, dacché è assolutamente im-
« possibile ritrarre la semplicità e la proprietà dei Trecentisti. La mia tra-
« duzione fu accettata per antica : piacque a' compilatori dell' Archivio,
« tutta gente del mestiere : Carlo Milanesi, nel riveder meco le stampe,
« andava in visibilio della grazia di quel volgarizzamento : il Bonaini, che
« prese a pubblicarlo, ne va in visibilio nella prefazione ; pubblicato che
« fu, passò per antico appresso tutti i più acuti filologici, ed il Parenti di
« Modena ci scrisse su un articolo di lode sperticata, che si stampò nei Ri-
« cordi Filologici : il Tommaseo lo citò qua e là : altri era per citarlo : ne
« furono ristampati due lunghi tratti nei Fiori di $avio e bel parlare, Mi-
ti lano, Classici, 1848, (Mazzo 1° Scrittori del Trecento) : finche poi confes-
« sai da me come stava la cosa. » Ma non mancò chi fece biasimo al Fan-
fani di essere riuscito in cosa a, dire del Giordani, impossibile, e nella quale
aveva fallito lo stesso Leopardi. Vi fu perfino chi lo accusò di aver meno
in mezzo il Vicusseux e il Bonaini, quasi fossero due ragazzi ciechi dell'in-
telletto da non veder da se ; anzi il De Gubernatis arrivò a indicare perfino
la somma che il Fanfani avrebbe ricevuto dal Vieusseux ; mentre la verità
è che il Fanfani non chiese uè ebbe alcun compenso pel suo lavoro.
— 452 —
— Ricordi Filologici. Pistoia, Tip. Gino, 1847-1848, in 8.0
Pregiato giornaletto di filologia, promosso dal Fanfani, che fu coadiuvato
nella compilazione da molti illustri pistoiesi, tra i quali 1' Arcangeli, il Bin-
di, il Contrucci, il Franchini ; e da altri stranieri alla nostra città, come il
Tommaseo, il Fornaciari, il Puoti ec. Il Fanfani lo condusse fino al n.° 47;
scoppiata la guerra in Lombardia, e partito co' volontari, il giornaletto fu
continuato dal Bindi per altri due numeri, e poi cessò. Ora è assai raro.
— Osservazioni sul nuovo Vocabolario della Crusca. Mo-
dena, Vincenzi, 1849, in 8.°
Sono dedicate a M. A. Parenti. « Questo libretto, scrive il Fanfani, fu l'ori-
gine di tutte le persecuzioni più vili e più accanite contro di me. F.sso è
riverentissimo all' Accademia della Crusca, ed a questo solo patto, che non
ci fossero cose irriverenti contro la Crusca, ne accettò la dedicazione il
Parenti ; al Gherardini poi sembrò adulatorio ai Cruscanti, e me rie scrisse,
quasi canzonandomi per leccafrullone. La Crusca nondimeno con mia gran
meraviglia non la intese così ; e vedendo che un giovane par mio, allora im-
piegato nel Ministero della Istruzione Pubblica osava discutere la infallibi-
lità dell' Accademia ; vedendo 1' autorità della persona, a cui il libro era de-
dicato, temè che il Governo potesse voler vedere come andava la cosa di
questo vocabolario ; e però fu preso il partito di screditare al possibile,
non solo il libro, ma 1' autore di esso. Prima di tutto gli accademici che sino
allora m' avevano fatto carezze, preconizzato la bugnola, mi cominciarono a
guardare in cagnesco ; la burrasca fu prenunziata da una piccola nuvoletta
bianca e benigna, a cui seguitò 1' Arcangeli, sino allora stato amicissimo mio,
col vento furioso di un libretto anonimo tutto veleno Prima ed ultima pa-
rola di un apatista. Io rispondevo buone ragioni, e 1' Arcangeli vituperi, dif-
famazioni, e parole furibonde ,• non aborrendo anche dallo spargere alla
sordina ogni più abietta e vile calunnia. Vedendo la infame guerra che si
faceva, mi tacqui. Persone oneste e di autorità cercarono di por modo al
furore dell' Arcangeli, il quale essendo prete, e forse vergognandosi di più
mostrare la faccia, mise alla scena un altro accademico, Donato Salvi, uomo
ignoto, il quale pubblicò sotto il suo nome un libro intero contro di me, dove
ci sono infamie, inaudite, ed orribili. Tanto eccesso mi giovò più che ogni
difesa : ebbi conforti da ogni parte ; se perdei per viltà altrui, o per in-
grazionirsi con l' Accademia, alcuni amici, ne acquistai de' migliori. All' ul-
timo poi ebbi quel trionfo che si può immaginare più splendido ; 1' Acca-
demia, rinnovata in parte di gente onesta e valente, i sette fascicoli da me
censurati gli mandò al macero, e stanziò che il lavoro si cominciasse da
capo. Quel Salvi, che aveva scritto il libro contro di me, fu, sotto onesto
colore, messo fuori dell' Accademia ; e dopo qualche anno fui fatto accade-
mico io. (Fanfani.)
— All' Autore del manifesto d1 Associazione per le osser-
vazioni alle osservazioni di P. Fanfani. Firenze, alle Log-
ge del Grano, 1850, in 8.°
« Quel manifesto fu la prima trombonata della guerra brigantesca del Salvi-
— 153 —
« Arcangeli-Crusca ; io cercava di parare i colpi ; ma le mie armi, ciascu-
« no può vederlo, erano leali ; ne bastavano contro le coperte persecuzio-
« ni. » ( Fan fan i).
— Seconde osservazioni sopra il nuovo Vocabolario della
Crusca. Firenze, alle Legge del Grano, 1850, in 8.°
« Con queste continuavo la legittima difesa contro le facchinesche villanìe
« de' campioni della Crusca. Persona autorevole si mise di mezzo, ed io di-
« chiavai, in fine del secondo fascicolo, con generose parole, di troncare
« la disputa. Ma gli avversari covavano 1' odio, e pubblicarono il loro be-
« stiale libro. L' effetto di esso, e il mio trionfo 1' ho toccato nel parlare
« delle Osservazioni al nuovo Vocabolario. » (Fanfani).
■ — Considerazioni sopra il poema in nona rima intitolato
L' Intelligentia. Firenze, Bencini, 1850, in 8.°
Pagg. 23. È una tiratura a parte del giornale // Conservatore Costituzionale,
in venti copie in carta cerulea. Quest' antico poema era stato pubblicato
dall' Ozanan nella sua raccolta intitolata Documents pour servir a V histoire
lilìcaire d' Italie, ed il Fanfani col suo scritto intese a correggerne parecchi
luoghi ; e quel caro uomo glie ne fu grato, e non solo ristampò un carticino
per ringraziarlo pubblicamente, ma diventò suo amico, e tale si mantenne
sino alla morte. È interessante a leggersi ciò che scriveva al Fanfani sul
proposito delle sue Considerazioni. « 1' avais d' abord a vous remercier de
vos Cansiderafions sur le poeme V Intelligentia. En imprimant ce lexte j'a-
vais souvent regrettè de n' avoir ni le manuscrit sous Ics yeux, ni les con-
seils de quclque palcographe italien. Vous avez relevè mes crreurs avec
eette courtoisie, dont votre savant poys ni* a donne tant de preuves. Par
la vous m' avez mis cn mesure de corriger et de completer mon travail.
Des vos obscrvalions j' ai compose un Errata, qui sera desormais joint a
chaque exemplaire de mon recueil. »
— Lettera Enciclica di S. S. Pio IX. Firenze, Stamp. alle
Logge del Grano, 1850, in 8.°
È una traduzione fatta pel Monitore Toscano, nel quale vide dapprima la
luce nel 18ò0, e ne furono tirate anche poche copie a parte.
— Conti di antichi cavalieri, copiati da un codice della
biblioteca di casa Martelli, e stampati ora la prima volta
per cura di P. Fanfani con note e dichiara zicni. Firenze,
1851, Tip. di T. Baracela successore di G. Piatti, in 16.°
Pagg. XII-100. Ed. citata dalla Crusca. Oltre alle continue ed abbondanti
note, specialmente riguardanti alle origini della lingua, evvi in fine un largo
ed accurato spoglio filologico.
— Dell' abuso di critica nel pubblicare antiche scritture.
Modena, Vincenzi, 1851, in 8.°
— J54 —
Estratto dalle Memorie di Religione, letteratura ec. di Modena. Fu poi ristam-
pato nel 1872 nel volume Lingua e Nazione. L'autore combatte con ragione
e con esempi le dottrine del Monti e del Perticari in questa materia.
■ — > L' Aione, favola narrativa burlesca di Michelangelo
Buonarruoti il Giovane, con note e con uno spoglio lessi-
cografico di P. Fanfani. Firenze, stamp. sulle Logge del
Grano, 1852, in 8.°
Estratta dall' Etruria, anno -1852. Ediz. di soli 150 esemplari numerati, uno
dei quali in carta rosa. È citata dalla Crusca, ed ora è affatto esaurita.
— Compilazione della Eneide di Virgilio, fatta volgare sul
principio del Sec. XIV da Andrea Lancia. Firenze, stamp.
delle Logge del Grano, 1851, in 8.°
È una tiratura a parte del Giornale V Etruria. in sedici copie, di cui due
in carta grave, e perciò rarissima. È dedicata al Baly. Martelli, proprietario
del codice da cui fu copiata, ed è arricchita di note critiche, e di una ri-
sposta a Salvadore Betti, che aveva fatte parecchie osservazioni sopra al-
cuni luoghi del testo, da lui reputati errati, mentre erano schiettissimi, co-
ni' ebbe poi egli stesso in seguito a confessare.
— Legge suntuaria fatta dal Comune di Firenze, nel 1355
volgarizzata da Andrea Lancia. Firenze, Soc. Tipografica,
1851, in 8.o
Si pubblicò dapprima nell' Etruria, dalla quale se ne fece una tiratura a
parte in 150 copie, di cui una in carta forte. Questo importantissimo do-
cumento storico è arricchito di note, ed è citato anche dalla Crusca. Ora
redizione è affatto esaurita.
— Discorso critico sugli opuscoli dì Cicerone volgarizzati
nel buon secolo della lingua, pubblicati da Francesco Zara-
brini (Imola, Galeati, 1850). Bologna, 1852, in 8.0
Pag. 19. Va unito ad altro scritto dell' Arcangioli sullo stesso argomento ;
ma P articolo del Fanfani era stato già pubblicato nel giornale II Conserva-
tore di Firenze, anno 1850, n. 193.
— Fiore di un Comento di Dante del 1343, Firenze, Tip.
delle Logge del Grano, 1852, in 8.°
Estratto dal giornale V Etruria, anno 2.° Questo commento riguarda i pri-
mi sedici canti dell' Inferno ; ed è corredato di note, compilate dal Fanfa-
ni, ed in parte da Ettore Marcucci, che era uno dei collaboratori dell' Etru
ria. 11 Fanfani pubblicò poi tutto 1' intiero commento.
— L' Etruria Giornale di Filologia, di Letteratura e di
Belle Arti. Firenze, alle Logge del Grano, 1851-1852, in 8.°
Ottimo giornale di filologia ed uno dei migliori in quel genere che abbiano
— 155 —
veduto la luce in questi ultimi anni tra noi. Fu promosso dal Sig. Fanfani
che ne fu il Direttore, ed uno dei principali collaboratori ; ma fu aiutato
anche da molti illustri letterati italiani. È citato anche dalla Crusca per le
molle scritture antiche del buon secolo, che vi furono pubblicate.
— Della Immagine Miracolosa della SS. Nunziata di Fi-
renze, di Francesco Bocchi. Firenze, Baracchi, 1852, in 16.°
Si fece questa ristampata in occasione della solenne incoronazione che di
quella immagine venne fatta in queir anno per cura del governo granducale
Il Fanfani oltre a curare il testo, vi fece la prefazione e le note. La cen-
sura ecclesiastica la proibì perchè in una nota si riportava la lettera del
Re Abgaro colla risposta, dicendo solo che si credevano apocrife. Bisognò
allora ristampare il carticino per aggiungere da qual papa e da qual conci-
lio quelle lettere furono dichiarate apocrife.
— Notizia del Consigliere Giuseppe Maria Pauer. Firenze,
Starnp. alle Logge del Grano, 1853, in 8.°
Fu inserita dapprima nel Monitore Toscano, anno 1835, e ne fu fatta una ti-
ratura a parte in venti copie.
— Proverbi illustrati.
In vari numeri del giornale L'Industriale di Firenze, anno 1854.
— I Poeti Francescani in Italia nel Sec. XIII per A. F.
Ozanam, recata in italiano da P. Fanfani. Prato, Alber-
ghetti, 1854, in 8.o
E dedicata al generale dell'ordine Francescano- Il Fanfani fece questa tradu-
zione per invito del P. Francesco Frediani sno amicissimo, ed anche per segno
d'amicizia verso l'Ozanam ; e vi fece di suo anche qualche aggiunta.
— Necrologia del March. Giacinto Viviani-Della Robbia.
Firenze, stamp. delle Logge del Grano, 1854, in 8.°
Estratta dal Monitore Toscano, anno 1854.
— Vocabolario della Lingua Italiana. Firenze, Le Monnier,
1855, in I6.0
Pogg. XVI-1735 a due colonne. L'autore n'ebbe commissione dal Sig. Le Mon-
nier, ed è lavoro molto ben fatto, e può dirsi l'unico tra quelli compen-
diati, che sia stato fatto da un purgato scrittore qual è il Fanfani, e da po-
tersi perciò adoperare con sicurezza. Ne fu fatta una seconda edizione
nel 1865.
— Regola di S. Benedetto volgarizzata nel buon secolo.
Firenze, Barbèra, Bianchi e Comp. 1855, in 16.°*
Ed. citata dalla Crusca. Sebbene ne apparisca il nome del P. Lisi, pure a
tutta l'edizione attese il Fanfani.
— <ÌÒ6 —
— Lettere precettive di eccellenti scrittori scelte, ordinate
e postillate da P. Fanfani. Firenze, Barbèra, 1855, in 16.°
Pubblicazione fatta per commissione dell'editore Barbèra, col proposito di
raccogliere come un corso di belle lettere dato da solenni maestri. Di questa
edizione fu fatta una contraffazione in Napoli nel 183G per opera di Gmnio
Fabricatore, ma con molte castrazioni alle note fatte dalla censura borbonica.
Ne fece poi un'altra edizione ad uso delle scuole il Barbèra nel 1871, in 16.°
In questa, che è la. seconda edizione, si tolsero alcune lettere meno impor-
tanti, e si corressero ed abbreviarono anche molte note.
— Novella del Grasso Legnaiolo, riscontrata col mano-
scritto e purgata da molti e gravissimi errori. Firenze, Le
Monnier, 1856, in 12.°
Pagg. XX-72. Dedicata a Mons. Giuseppe Ignazio Montanari di Bologna. Il
Fanfani si servì per questa pubblicazione della edizione procurata dal Mo-
reni, ma prima di darla alla stampa la riscontrò gelosamente parola per pa-
rola sul codice magliabechiano, col quale procurò molte correzioni, un sag-
gio delle quali è registrato dopo il discorso. Particolar cura mise nella pun-
teggiatura, e nel collocamento de' segni ortografici ; e vedendo poi che molte
voci, frasi e costrutti avevano bisogno veramente di una dichiarazione, la
corredò di note poste a pie di pagina, aggiungendole alle pochissime del
Moreni, le quali, a distinguerle dalle altre, segnava colla lettera M. Ed. ci-
tata dalla Crusca.
— Rime burlesche di diversi autori, raccolte, ordinate e
postillate da P. Fanfani. Firenze, Le Monnier, 1856. in 12.°
Raccolta fatta per commissione del Le Monnier. Vi sta innanzi a guisa di
prefazione il dialogo di Don Sughero, nel quale si dà ragione del lavoro,*
il qual dialogo fu poi aggiunto ai Diporti Filologici; e posto innanzi anche
alla Antologia Toscana, stampata a Napoli nel 1869.
■ — Il Passatempo, Giornale Settimanale. Firenze, Tip. alle
Logge del Grano, 1856-1857.
Questo amenissimo giornale fu proposto da Zanobi Bicchierai, al quale si unì
il Fanfani, che fu coadiuvato poi da Antonio Tanfani, e dai fratelli Raffaello
e Alessandro Foresi. Ebbe umili principii, ma non tardò a farsi strada anche
tra' valentuomini, che non sdegnarono di farsene cooperatori; fra i quali il
Bindi, il Contrucei, il Lambruschini, il Silvestri, il Fraticelli ed altri assai.
Dopo otto mesi, abbandonato dalla maggior parte di questi scrittori, fu conti-
nuato per qualche tempo dall'editore Polverini, e cessò poi nei primi mesi
del 1857.
— Lettere del Comune di Pistoia al comune di Lardano,
pubblicate per cura di P. Fanfani. Firenze, Celimi, 1857,
in 8.°
Sono cstratte dalle Letture di Famiglia, App. che pubblicava il Cellini. Il
— 157 —
Fanfani rinvenne queste lettere in un codice dell'Archivio delle Potesterie
di Pistoia, e le corredò di molte note: esse comprendono gli anni 1390-
139 ti.
— Traduzione dell'operetta Institutio Puerilis di Antonio
Mureto.
Questa traduzione è in versi sciolti, e trovasi nella raccolta fatta da Nazario
Gallo col titolo: « Monumento di Carità. Trieste, Weis, 1837, in fol. » Vi
sono anche esemplari a parte, ma sono rarissimi.
— Il Decameron di messer Giovanni Boccacci riscontrato
co' migliori testi, e postillato da P. Fanfani. Firenze, Le Mou-
nier, 1857, voi. 2, in 12.° — Annotazioni e Discorsi sopra
alcuni luoghi del Decameron di M. Giovanni Boccacci, fatte
da' Deputati alla correzione del medesimo. Quarta edizione
diligentemente corretta con aggiunte di Vincenzo Borghini,
e con postille del medesimo, e di A. M. Salvini, riscontrate
sugli autografi, ed emendate da gravi errori. Firenze, F. Le
Monnier, 1857, in 12.°
Il Decameron conta pagg. LXII-590 ; 460, non compresi antiporte e fronte-
spizi, e con una carta bianca in line del voi. 1.°: le Annotazioni pagg. IV-
9.G&, oltre l'antiporta e il frontespizio. Edizione fatta con molta cura, alla quale
il Fanfani mise innanzi una Breve notizia della vita e delle opere di Gio-
vanni Boccacci, con un ragionamento sopra il testo Mannelli ; notizia che fu
stampata anche a parte. Questa edizione fu tenuta per testo dal Witte nella
ristampa della sua edizione fatta a Lipsia in tre volumi nel 1858. Nella pre-
fazione ne parla con molta lode, e quella edizione egli dedicò al Fanfani con
una epigrafe onorevolissima.
— ■ Di un poemetto rusticale del Piovano Iacopo Lori, let-
tera ad A. Gotti. Firenze, Cellini, 1857, in 8.°
Estratta dalle «Letture di famiglia». Questo poemetto è la Mea di Polito
del Pievano Iacopo Lori, pubblicata la prima volta da Giuseppe Tigri in fi-
ne ai Canti Popolari Toscani. (Firenze Barbèra, 1857). La lettera è intesa a
correggere i molti errori fatti dal Tigri nel dare alla luce quel poemetto,
che doveva esser pubblicato dal Fanfani medesimo, se non fosse stato pre-
venuto, con poca delicatezza, mi sembra, dal Sig. Tigri, il quale non igno-
rava le fatiche spese dal Fanfani intorno ai poemetti del Lori.
— Le Cene ed altre prose di Anton Francesco Grazzini
detto il Lasca, riscontrate sui migliori codici per cura di
P. Fanfani. Firenze, Le Monnier, 1857, in 16.°
Ed. citata dalla Crusca. Delle cure spese dal Fanfani per renderla ottima e
corretta confrontandola sui codici e sulle precedenti edizioni rende conto
— 458 —
nella prefazione dicendo : a Non credo che sarò tenuto presuntuoso, se la
presente edizione io la dò per migliore senza paragone delle fatte fin qui :
e re dico parermi di aver ottenuto il fine propostomi con questo lavoro, che
è quello di dar fuori un testo del Lasca quanto più si poteva corretto e
mondo dagli spropositi, che copiatori e stampatori ci avevano cacciato den-
tro. »
- — Delle varie lezioni proposte dal Sig. Zane de' Ferranti
nell'Inferno di Dante. Firenze, Cellini, 1857, in 8.°
Estratto dalle Letture di Famiglia, voi. o, pag. 3, app. Questo scritto fu poi
ristampato nel volume col titolo : Sludi ed osrervazioni sul testo delle opere
di Dante. Firenze, 1875.
— • Statuti del Comune di Cecina del 1409 pubblicati da
P. Fanfani. Firenze, Cellini, 1857, in 8.0
È tiratura a parte dalle Letture di Famiglia. E questo un documento di molla
importanza per la storia civile di quei tempi, ed assai interessante anche
per la lingua.
— Delle Voci e dei Modi errati, Dialogo.
Nella Rivista Ginnasiale, anno 1857. Fu poi ristampato nel giornale la Favilla
di Palermo, e quindi nei Diporti Filologici. Non è inutile il notare come que-
sto lavoretto del Fanfani fosse scritto prima che il Viani componesse il suo
Dizionario di pretesi francesismi. *
— Degli antichi romanzi cavallereschi, e del Girone Cor-
tese in particolare. Milano, 1857, in 8.°
È una tiratura a parte della Rivista Ginnasiale. Un certo Sig. Tassi, accade-
mico della Crusca, aveva poco tempo innanzi pubblicato quel romanzo su di
un codice da lui creduto del sec. XIV, e ripieno invece di goffaggini di
ben altro tempo. La Crusca le aveva citato nella sua tavola. Il Fanfani con
questo suo scritto intese di provare che quel romanzo, quale avea stampato
il Tassi, e che la Crusca avea citato come scrittura del Trecento, non era
che una goffa contraffazione del secolo XVII, e che per conseguenza il co-
dice sul quale l'edizione fu fatta, era di tre secoli posteriore. Posta così in
chiaro la falsità, la Crusca stessa tolse via quel libro dalla tavola dei citati.
— Lettera mandata il 5 di Luglio 1260 a Giacomo di
Guido Cacciaconti, mercante di Francia, da' suoi compagni
di Siena. Firenze, Cellini, 1857, in 8.°
Edizione di 12 copie, estratta dal Giornale Letture di Famiglia. È questa let-
tera molto importante per la storia e per la lingua, un vero gioiello, dove
pochi sono i vocaboli oscuri, o fuori d'uso, sebbene scritta in quei primi
secoli. Il Fanfani poi la corredò di molte e interessanti note.
— 159 —
• — Il Medagnone, scrittura giocosa di Benedetto Fioretti,
pubblicata da P. Fanfani. Firenze, Le Mounier, 1857, in 8.°
Estratta dal Piovano Arlotto, anno 1857.
— Capitoli della Compagnia de' Portatori, scritti nel 1317
e pubblicati da P. Fanfani con note del medesimo. Bolo-
gna, alle Scienze, 1858, in 8.°
Sta insieme ad altri opuscoli tolti dal giornale 1' Eccitamento di Bologna,
per cura di Francesco Zambrini. Di quest' edizione si tirarono soli 2 esem-
plari.
■ — Voto filologico-legale. Firenze, Bonducciana, 1858, in 4.°
Sta in una scrittura dell' Avv. Siccoli. e fu scritto per interpetrare il giu-
sto valore di una frase di una lettera commerciale, dalla quale dipendeva
la vincita o la perdita di forte somma. Brunone Bianchi aveva fatto il voto
contrario ; ma la causa fu vinta dal Siccoli.
— Lettera al Dott. Almansi. Firenze, Barbèra 1858, in 8.°
Estratta dal Piovano Arlotto. Si risponde con questa lettera agli improperii
che V Almansi avea scritto contro il suddetto giornale, e specialmente con-
tro del Sig. Fanfani.
— Dino Compagni sbertucciato da G. T. Firenze, 1848,
in 8.°
Estratta dal Piovano Arlotto. Con questo ameno scrittarello il Fanfani critica
un'edizione di Dino Compagni pubblicata dal Barbèra nella Collezione Dia-
mante. Il Fanfani poi giudica come alfatto apocrifa la cronaca attribuita fin
qui a Dino Compagni.
— Lettere inedite d' illustri Senesi, pubblicate per cura
di P. Fanfani, Firenze, Cellini, 1858, in 8.°
È una tiratura a parte dall' Appendice alle Letture di Famiglia. Fra queste
lettere ve ne sono di Scipione Bargagli, di Diomede Buonamici e d' altri.
— Prefazione dell' Accademia francese al suo vocabolario
della lingua francese, trad. da P. Fanfani. Firenze, Le
Monnier, 1858, in 8.°
Estratta dal Piovano Arlotto, anno 185*8, con note lessicografiche in questa
edizione a parte.
— Protesta dei Professori della Scuola medica fiorentina
per gli insulti scritti dal prof. Betti contro il Bufalini. Fi-
renze, 1858, in 4.°
Fu scritta per commissione dei predetti professori, il nome dei quali si
lecce alla fine.
— 160 —
— Il Piovano Arlotto, capricci mensuali di una brigata di
begliumori. Firenze, Le Mounier, 1857 ; e Barbèra, 1858-59,.
in 8.° gr.
Ne furono promotori e compilatori il Fanfani, Raffaello Foresi, e un tal Fan-
tacci, tutti e tre impiegati governativi ; e nonostante è ammirabile il corag-
gio col quale scrivevano. Fbbe anche per questo il giornale grandissima ac-
coglienza ; ma dovè cessare sul principio del 1860, perchè la intolleranza
politica del governo provvisorio della Toscana si mostrava molto maggiore
che quella del governo granducale- Gli esemplari completi sono rarissimi,
perchè vane dispense furono sequestrate dal governo Lorenese ; ma sono
assai rari anche i fascicoli separatamente.
— Le Commedie di Anton Francesco Grazzini, riscontrate
sui migliori codici, e postillate da P. Fanfani. Firenze, Le
Monnier, 1859, in 12.°
Ed. citata dagli Accademici della Crusca. Il Fanfani fece questo lavoro per
commissione del Le Monnier.
— Lettera dei Dieci di Balia del Comune di Firenze alla
Signoria di Siena. Firenze, Barbèra, 1859, in 8.°
È una tiratura a parte del Piovano Arlotto in pochissime copie. Questa impor-
tantissima lettera è del Secolo XV.
— Discorso del giuoco della Palla a corda pubblicato da
P. Fanfani con note. Firenze. Celimi, 1859, in 8.°
Estratto dalle Letture di Famiglia, append.
— Novelle di Francesco Sacchetti cittadino fiorentino, Fi-
renze, G. Barbèra, 1860, Voi. 2, in 32.°
Pagg. XIV-S56 : 11-600. Ed. fatta per commissione del Barbèra, alla quale
stanno innanzi de' brevi cenni intorno alla vita dell' autore.
— - Vita di Vincenzo Nannucci. Torino, Pomba, 1860, in 8.0
Fu composta per 1' enciclopedia Popolare edita dal Pomba, con copie a parte.
i — La Fiera, commedia, e la Tancia, commedia rusticale
di Michelangelo Buonarroti il giovane, con annotazioni di
P. Fanfani. Firenze, Le Monnier, 1860, in 16.°
Ed. fatta con molta cura, sul testo autografo, ed arricchita di preziose note.
— Le Pitture del quartiere di Papa Leone in Palazzo Vec-
chio. Firenze, Stamp. delle Murate, 1861, in 8.°
— 11 Gazzettino di Girolamo Gigli. Firenze, Barbèra, 18£l,
in 16.o
Pagg. XII-140, oltre V antiporta e il frontespizio. Vi è premessa una prefa-
— 161 —
zione nella quale il Fanfani dà notizia di Girolamo Gigli e del suo Gazzet-
tino. Edizione fatta sopra una fedel copia di un codice della Biblioteca Se-
nese, che si dice autografo, e riscontrato con altri due codici della Maru-
celliana di Firenze. Fu tirata a soli 125 esemplari, tutti per ordine nume-
rati, contrassegnati della firma autografa dell' editore, e col nome del ri-
spettivo posseditore. Ora è divenuta rarissima.
— L' Amorosa Fiammetta di M. Gio. Boccaccio. Firenze,
Barbèra, 1861, in 32.°
Ed. fatta per cura del Barbèra. Fa parte della Collezione Diamante.
— Il Decameron di M. Gio. Boccaccio. Firenze, Barbèra,
1861, in 32.o Voi. 3.
Nitidissima edizione Diamante, adorna di vignette al principio di ogni vo-
lume, ed arricchita di un breve discorso della vita e delle opere di Gio-
vanni Boccacci. Nel testo fu seguita V edizione precedente del Le Monnier.
— Gli Anabattisti, narrazione storica di Lamberto Man-
forzio, traduzione dal latino di P. Fanfani. Firenze, Stamp.
delle Logge del Grano, 1861, in 8.°
Traduzione fatta con molta scioltezza ed eleganza di stile.
— La Guerra di Serrazzana, il Lamento di Lorenzo de Me-
dici e del Duca Alessandro, aggiuntavi la Morte di Loren-
zino, pubblicati da P. Fanfani. Firenze, Le Monnier, 1862,
in 8.o
Edizione di 12o esemplari.
— La Cronaca Fiorentina di Dino Compagni. Firenze, Bar-
bèra, 1862, in 32.o
Ed. Diamante, fatta d'incarico del Barbèra, il quale non volle ristampare
qual era, il testo del Tortoli, seguito in una precedente edizione del 1858,
dopo che il Fanfani ne ebbe fatte gravi censure in un articolo inserito nel
Piovano Arlotto col titolo « Dino Compagni sbertucciato ».
— Dialogo di Alessandro Piccolomini, dove si ragiona della
bella creanza delle donne, pubblicato per cura di P. Fan-
fani. Firenze, al Monitore, 1862, in 16.°
— Storia di Attila Flagellum Dei, antico romanzo caval-
leresco pubblicato da P. Fanfani. Firenze, al Monitore To-
scano, 1862, in 16.o
Fu pubblicato per associazione ad un numero determinato di copie.
Capponi, Bibliogr. Pist. I i
ser
— 462 —
Vespasiano da Bisticci, Commentario della vita di Mes-
. Giannozzo Manetti, pubblicato a cura di P. Fanfani
Torino, Un. Tipog. Ed. 1862, in 8.0
11 Fanfani fece questa pubblicazione come socio della Commissione de' Testi
di Lingua, e vi aggiunse, oltre una saporitissima prefazione, alcune orazioni
del Manetti ec. Questo volume è citato nella Tavola degli Accad. della Crusca.
— Il Pome del bel fioretto di Domenico da Prato, rima-
tore del Sec. XV pubb. a cura di P. Fanfani. Firenze,
stamp. delle Logge del Grano, 1863, in 8.°
Ed. di 120 esemplari fatta per associazione.
— Le Usanze fiorentine del Secolo XVII descritte dal
Cav. Tommaso Einuccini, con raggiunta del Lamento di
Parione scritto da Gio. Dati, pubb. per cura di P. Fan-
fani. Firenze, Stamp. sulle Logge del Grano, 1863, in 8.0
Ed. di 150 esemplari estratta dal giornale // Borghini. anno 1865.
— Il Lacbera, giornale popolare. Firenze, 1863.
Si pubblicò il primo numero solo. Il Fanfani avea creduto che nel bealo
regno d'Italia fosse permesso di scrivere con quella onesta libertà che non
era negata neppure sotto il governo lorenesc, quando si pubblicava il Piovano
Arlotto: ma non così la pensarono al Ministero dell' Interno a Torino, che ne
fecero un affar di stato; ed al povero Sig. Fanfani la sarebbe andata assai
male* se non era un altissimo funzionario, brava ed onesta persona, il quale
fece in modo che non si desse seguito alla cosa. Certo, qui avrà soffiato nel
fuoco qualche amico del Fanfani, e chi sa che non lavorasse anche il famoso
abatino*
— Vocabolario dell'Uso Toscano. Firenze, Barbèra, 1863,
in I6.0 Voi. 2.
Questo Vocabolario contiene quella parte del volgar toscano, la quale non
si trova, se non in piccola quantità, ne' vocabolari che abbiamo; e che forse,
e senza forse, è la più bella e la più efficace. Vi si assegna la ragione di
parecchi idiotismi comuni al nostro popolo, di vari singolari costrutti e pro-
prietà di lingua. Si pongono spesso dei riscontri tra l'uso corrente e l'uso
degli scrittori antichi, e nulla si trascura di ciò che può illustrare la sog-
getta materia. Per non far poi un magro registro di voci, ed un lavoro ug-
giosamente uniforme, si da varia forma a diversi temi, quando venga il bello,
e recasi ancora qualche composizioncella inedita, dove serva comecchessia
d' illustrazione.
— Opere varie di Michelangelo Buonarroti il giovane, al-
cune delle quali non mai stampate, per cura di P. Fanfani.
Firenze, Le Mounier, 1863, in 16.°
Ed. fatta con molta cura, e citata anche dalla Crusca.
— 163 —
— I Marmi di Anton Francesco Doni, ripubblicati per cura
di P. Fanfani, colla vita dell' autore scritta da Salvatore
Bongi. Firenze, Barbèra, 1863, voi. 2 in 16.°
Pagg. LXIV-344 ; IV-312, comprese le rispettive antiporte. Ed. fatta per
commissione del tipografo Barbèra. Il Fanfani vi fece la prefazione e le note ;
la vita e la bibliografìa la fece il Bongi, che già aveva preparata la mate-
ria, e che volentieri la cede. Della vita se ne tirarono 25 esemplari a parte.
— Vocabolario della pronunzia toscana. Firenze, Le Mon-
nier, 1863, in 12.°
È lavoro puramente commerciale, fatto per desiderio del Le Monnier, e senza
punto studio. Le stesse regole e segni per la pronunzia si riprodussero nel
vocabolario grande.
— Due canzoni politiche di Bruscanio da Rovezzano, De-
scrizione del giuoco del calcio d'anonimo, pubb. da P. Fan-
fani. Firenze, Stamp. alle Logge del Grano, 1864, in 8.°
Estratto dal Giornale II Borghini.
— Esortazione allo studio della Divina Commedia fatta
nel 1459 al Duca Borso di Ferrara. Firenze, stamp. alle
Logge del Grano, 1863, in 8.°
Ed. di 25 esemplari, estratta dal Borghini, ed arricchita di alquante note.
— L'Andria, commedia di Terenzio, trad. da P. Fanfani.
Firenze, alle Logge del grano, 1864, in 8.°
Fu pubblicata nel giornale II Borghini, anno III ; e questa è una tiratura a
parte. Il Fanfani eominciò a tradurre Terenzio fino dal 1845, ma non ha fin
qui tradotto che tre commedie, di cui solo l'Andria ha veduto la luce.
— Narrazioni estratte dal Diario di Domenico Lenzi bia-
daiolo, aggiuntevi le poesie del medesimo Lenzi, pubbli-
cate per cura di P. Fanfani. Firenze, stamp. sulle Logge
del Grano, 1864, in 8.0
Ed. di 50 esemplari. Furono pubblicate queste narrazioni la prima volta nel
Borghini, e sono scrittura bellissima del trecento, e molto importante per
la storia.
— Ricordo di una giostra fatta in Firenze a di 7 Feb-
braio 1468 sulla piazza di S. Croce aggiuntovi la notizia
della festa fatta in Firenze la notte di Carnevale da Bar-
tolomeo Benci in onore della Manetta di Lorenzo Strozzi.
Firenze, stamp. alle Logge del Grano, 1864, in 8.°
Ed. di 25 esemplari, estralla dal Borghini.
— 164 —
— Capitolo del Giuoco del Biliardo di Niccolò Martelli
al Sig. Pandolfo Pucci, pubb. per cura di P. Fanfani. Fi-
renze, sulle Logge del Grano, 1864, in 8.°
Ed. di l& esemplari, di cui due col nome non vendibili, due in carta pecora,
e 10 in carta inglese.
— Scritti capricciosi di P. Fanfani. Firenze, stamp. sulle
Logge del Grano, 1864, in 8.° grande.
Pagg. XII-512 compresa l'antiporta. È dedicata questa raccolta a Raffaello
Foresi, ed ha il titolo impresso a rosso e nero. Le scritture contenute in
questo volume avevano già veduto la luce nei giornali fiorentini II Piovano
Arlotto, Il Passatempo, La Rivista.
— Il Contr' Uno o della servitù volontaria di Stefano De
la Boètie, trad. dall'antico francese di P. Fanfani. Milano,
Daelli, 1864, in 12.°
— Regola de' Frati di S. Iacopo d'Altopascio, pcbb. a cura
di P. Fanfani. Bologna, R. Tipografia, 1864, in 8° piccolo.
Ed. citata dalla Crusca. Forma il voi. M della Scelta di curiosità letterarie,
edita dal Romagnoli, ed ha in fine uno spoglio lessicografico.
— - Teorica de' Verbi italiani di F. Compagnoni, con note
di P. Fanfani. Firenze, Stefano Iouhaud, 1865, in 12.°
Ed. fatta per commissione del libraio Iouhaud : oltre le molte note di cui ar-
ricchì il lavoro, il Fanfani corresse molti errori, e vi fece una prefazione
dove combatte le dottrine di Vincenzo Nannucci.
— Lettera Dantesca al Prof. Gaetano Ghivizzani.
Sta nell'opera « Dante e il suo Secolo » pubblicata in occasione del Cente-
nario di Dante, Firenze, Cellini, 1865, in 4.° grande.
— Proverbi di Salomone, volgarizzamento del Secolo XIV,
con note e dichiarazioni di P. Fanfani. Firenze, Natali, 1865,
in I6.0
Ed. fatta per commissione di Tito Albanesi, nella quale si correggono parec-
chi errori della prima edizione citata dalla Crusca.
— Il Borgbini, Giornale di Filologia e di Lettere italiane,
Firenze, Polverini, 1863-65, voi. 3, in 8.o
— Della Poesia giocosa e di Antonio Malatesti. Milano,
Corradetti, 1865, in 16.°
Sta innanzi al volume delle poesie del Malatesti; queste però non furono,
come dovevano essere, curate dal Fanfani.
— 165 —
— La Savonaroliana, estratta dal Diario di Luca di Antonio
di Luca Landucci, uno dei Piagnoni. Firenze, stamp. sulle
Logge del Grano, 1865. in 8.0
Ed. di 40 esemplari numerati, estratta dal Borghìnì. Ne fu tirato un esem-
plare in carta pecora, in cui evvi di più un epigramma del Fanfani sul Sa-
vonarola.
— Vocabolario della Lingua Italiana, compilato per uso
delle Scuole. 2.a Edizione accresciuta più che di un sesto,
e quasi tutta rifatta. Firenze, Le Mounier, 1865, in 8.°
grande.
Pagg. XVI-1695 a due colonne.
— Dialogo in morte di Teresina Prudenzano.
Trovasi nel volume intitolato Fiori e Melodie, Napoli, 1865, in 8.°
— Ricordanza del Dott. Leopoldo Fedi. Pistoia, Tip. Cino,
1866, in 8° grande.
— Lettera al Cav. Francesco Zambrini, dove si dà rag-
guaglio di due codicetti italiani del Secolo XIV. Firenze
Celimi, 1866, in 8.0
È una tiratura a parte dall' appendice al giornale Letture di Famiglia.
— Vocabolario Cateriniano di Girolamo Gigli. Firenze, Tip.
Giuliani, 1866, Voi. 2, in 12.°
Pagg. VIJI-240 ; 278, computate le antiporte. Ed. di 250 esemplari, tra i
quali alcuni in carta inglese da disegno.
— Ferruccio Del Ficca, novella d' anonimo. Firenze, Giu-
liani, 1867, in I6.0
Ed. di £2 esemplari numerati, oltre tre copie in pergamena, ed altre in
carta grave. In alcune copie evvi in fine una novella poetica molto sudicia.
- — Avvertenze sopra le Favole di Gualfredo, pubblicate da
Gaetano Ghivizzani. Bologna, Romagnoli, 1867, in 16.°
Queste avvertenze dirette in forma di lettera al medesimo Ghivizzani fu-
rono da lui pubblicate con altre del Tommaseo e di Luigi Barbieri in un
volumetto come appendice alle dette Favole.
— Pistola di San Bernardo a' Frati del Monte di Dio, vol-
garizzamento del Secolo XIV citato dalla Crusca, e dato
— 166 —
fuori per la prima volta da P. Fanfani. Bologna, Romagno-
li, 1867, in I6.0
Col frontespizio in colori. Questa pistola forma il voi. 84 della Scelta di
curiosità letterarie edita dal Romagnoli.
— Lettera Mercantile di un Pistoiese del Sec. XIV, con
le quattro stagioni idillii rusticali del Baly Dei-Rosso. Pi-
stoia, Tip. Cino, 1867, in 8.0
Fu pubblicata in occasione delle nozze Arcangeli-Cellesi a nome di Luigi
Giusfredi Direttore della Tip. Cino.
— La Lingua e' è stata, e' è, e si muove. Faenza, Mar-
colini, 1868, in 8>
È una tiratura a parte dagli Atti dell' Accademia di Faenza. Fu poi ristam-
pata nei Diporti Filologici, e con qualche cambiamento nel volume Lingua e
Nazione. Con questo 1' autore prese a combattere le strane dottrine del
Manzoni, il quale tra le altre diceva non aver 1' Italia una lingua comune.
— La Paolina, novella scritta in lingua fiorentina italiana
da Pietro Fanfani. Firenze, Tipog. all' insegna di S. An-
tonino, 1868, in 12.o
Pagg. 58, compresa 1' antiporta, e una carta bianca al fine. Venne appo-
sitamente scritta onde confutare le dottrine del Manzoni intorno alla lingua
italiana, e se ne impressero soli 300 esemplari.
■ — La stessa. Seconda edizione ritoccata, con una nuova
nota, e un saggio di traduzione nel volgare fiorentino. Fi-
renze, Tip. all' insegna di S. Antonino, 1868, in 12.°
Edizione di 500 esemplari.
• — La stessa. Terza edizione ritoccata, con una nuova no-
ta, e alcuni saggi di traduzione nei vari dialetti italiani.
Firenze, Tip. del Vocabolario. 1870, in 12.°
Pagg. 54. Alla novella succedono le note, e a queste la traduzione del proe-
mio della Paolina in otto dialetti, cioè piemontese, mantovano, genovese;
reggiano, napolitano, veronese, veneziano e catanzarese. Se ne tirarono &
esemplari in carta inglese da disegno ; e fu anche ristampata nel volume,
che in appresso citeremo, Novelle, Racconti ec.
— Lettere di Annibal Caro scelte e postillate da P. Fan-
fani. Napoli, Morano, 1868, in 16.°
Ed. per uso delle Scuole, fatta per commissione del Morano.
— 167 —
— Una casa fiorentina da vendere, con un racconto mo-
rale, e con un esercizio lessicografico Firenze, Tip. di S. An-
tonino, 1888, in 12.°
— Due Lettere storiche dei Sec. XV e XVI pubblicate per
cura di P. Fanfani. Firenze, Tip. di S. Antonino, 1868,
in lG.o
Ed. di SO esemplari in carta di vari colori. Forma il n.° 1 di una raccol-
tina che il Fanfani aveva preso a pubblicare col titolo : Spigolature Fioren-
tine ; ma che poi non condusse oltre il numero tre.
— L' Ingresso dell' Arcivescovo Antonio Altoviti in Firen-
ze narrazione del Secolo XVI, pubblicata da P. Fanfani.
Firenze, Tip. di S. Antonino, 1868, in 16.°
Ed. di 50 esemplari, di carte in vari colori, che forma il n. 2 della raccolta
sopra citata Spigolatura Fiorentina.
— Controtuniulto dei Ciompi, Lettera del Secolo XIV,
pubblicata da P. Fanfani. Firenze, Tip. di S.Antonino, 1869,
in I6.0
Ed. di SO esemplari in carta di vari colori. È il n. 3 della Spigolatura Fio-
rentina.
■ — Novo vocabolario della lingua Italiana. Firenze, Cel-
imi, 1869
È in corso di stampa. Questo è il vocabolario compilato per ordine del Mi-
nistro della Pubblica Istruzione secondo le proposte del Manzoni. Il Fanfa-
ni fu uno della Commissione compilatrice, poi non potendo secondare in tutto
le dottrine che si voleva che governassero il lavoro, rinunciò all' ufficio
quando il lavoro era già condotto a tutta la lettera A.
— L'unità della Lingua, periodico. Firenze, Polverini, 1869-
70-71-72-73, in 8.0
— Antologia Toscana compilata per uso delle Scuole Gin-
nasiali. Napoli, Morano, 1869, in 12.° , voi. 2.
Vi si contengone le più graziose scritture di toscanità, ma forse vi predo-
mina un po' troppo la parte burlesca. Vi è premesso come prefazione il
dialogo di Don Sughero, già fatto per le rime burlesche.
— Una Bambola, romanzo per le bambine. Firenze, Pol-
verini, 1869, in 16.° fig.
E questo nel suo genere il miglior libro che il Fanfani abbia fatto, e quello
a cui egli vuol più bene. Ebbe lodi grandissime dai giornali italiani e stra-
— 468 —
nieri, fra i quali piacemi ricordare il Magazzino della Letteratura Straniera
di Berlino. Il Guerrazzi così ne scrisse ali* autore : Ho letto la Bambola, e
poiché vuole che ancora io le dica la mia, gliela spiattello come la sento.
Circa a lingua, che avvertire a lei, così solenne maestro ? È favella, che
scorre giù limpida e cheta come un ruscelletto dell' Appennino ; solo non
mi va quel sanzionare, eh' Ella fa coli' autorità sua, certi pleonasmi, come
a mo' d' esempio : a me mi pare, e via. Lo scopo del libro, e il concetto del
libro paionmi e sono tali da disgradarne (io sarei per dire) Thomas a Kem-
pis. Il colorito si mantiene pacato e uniforme ; pensieri, passioni, tutto,
conformi all' indole delle persone destinate a leggere il racconto. Insomma
per me giudico eh' Ella abbia scritto un bel libretto, e fatto una buona a-
zione ». Il Congresso Pedagocico di Napoli lo premiò con menzione onorevole.
— Dell' obbligo di ben parlare la propria lingua di Carlo
Dati, con note di P. Fanfani. Firenze, Polverini, 1870,
in I6.0
Fu ristampata come prefazione nei Diporti Filologici, (Firenze, 1870).
— La Mea di Polito, idillio rusticale di Iacopo Lori con
note di P. Fanfani. Pistoia, Tip. Cino, 1870, in 16.°
Il Fanfani aveva fino dal 1846 preparato questo lavoro con incredibile studio e
fatica, quando nel 1857 il Prete Tigri lo pubblicò ne' Canti Popolari Toscani: ma
siccome egli non potè avere il manoscritto originale, gli convenne stamparlo
su di una copia malamente raffazzonata da lui e dall' Arcangeli. L' edizione
riuscì peraltro così prodigiosamente spropositata, che nella ristampa di quei
Canti fu creduto prudente non riprodurlo. Della indelicata condotta dell'Ar-
cangeli e del Tigri, come degli errori fatti da quest' ultimo nel pubblicare
questo poemetto, parlasi lungamente nella prefazione ; ma il Fanfani ne
aveva già scritto nella sua lettera ad Aurelio Gotti inserita nelle Letture di
Famiglia del 1858.
— Cecco d' Ascoli, racconto storico del Secolo XIV. Fi-
renze, Carneseccbi, 1870, in 16.o
Pagg. XVI-400. Fu dapprima pubblicato nel giornale II Diritto, anno 1869.
Dopo vide la luce nell' appendice del giornale // Roma di Napoli, anno
1871. Nello stesso anuo se ne fece una ristampa a Lipsia dal Brockaus, in
12. o che forma il voi. XIII della Biblioteca di Autori Italiani. Questa edizione
è corredata della vita dell' autore, e di una bella prefazione. Anche questo
lavoro fu giudicato molto favorevolmente dalla stampa italiana : vi fu chi lo
antepose ai Promessi Sposi del Manzoni, e per la purezza di lingua è supe-
riore a loro di certo. In Germania se ne fece lo stesso giudizio.
— Due allegre novelle del secolo XVIII. Firenze, Tip. del
vocabolario ec. 1869, in 16.°
Pagg. 32, compresa 1' antiporta. Se ne impressero solo 49 esemplari, di cui
& in carta inglese da disegno, uno in carta del secolo XV, uno hi carta
— 169 —
grande colorata di Sicilia, e tre in pergamena di Roma. Sono tratte queste
novelle dall' opera 1' Arcadia in Brenta, di Ginnesio Gavardo Vacaliero.
Vcn. 1793.
— Il Sor Gaudenzio Scorbacchiato, novella di P. Fanfani,
aggiuntovi il Dies Irae travestito. Firenze, Tip. del Voca-
bolario, 1870, in 8.o grande.
Ed* nitidissima di soli 20 esemplari, di cui tre in carta inglese da disegno,
uno in carta azzurra, e tre in finissima pergamena. La novella era stata già
pubblicata col titolo « Il Ciarlatano Scorbacchiato » nel giornale V Unità
della Lingua, anno II, n. il; ma lì, dice l'autore nell'avvertimento, non si pote-
va raccontare come andò per 1' appunto a finire la cosa di quel nostro pe-
dante sor Gaudenzio, perchè andando quel foglio per le scuole, ed essendoci
nella chiusa qualche po' di grassoccio, i babbi e i maestri mi avrebbero con
tutta ragione fatto qualche lavata di capo.
— Diporti Filologici e Letterari, con altri opuscoli della
natura medesima. Firenze, Carnesecchi, 1870, in S.°
Pagg. 353. I diporti filologici avevano già veduta la luce nel giornale t' Etru-
ria pubblicata dal medesimo Sig. Fanfani : gli ristampò a Napoli Bruto Fa-
ticatore con ricca e dotta prefazione (Napoli, Fibreno, 1858, in 8.°). Alla
presente edizione fatta dal Fanfani vi sta innanzi il discorso del Dati sul-
1' Obbligo dì parlare la propria lingua ; al quale fa seguito un altro bel la-
voro del Prof. Di Giovanni sopra questa opera dei diporti Filologici, già pub-
blicato nella Favilla di Palermo.
— Voci e maniere del parlar fiorentino. Firenze, Tip. del
Vocabolario, 1870, in 16.°
Serve come compimento al Vocabolario dell' uso Toscano.
— Don Zizzira, di V. Nannucci. Firenze, al Vocabolario,
1870, in 12.o
È una novella satirica in versi, il cui autografo il Fanfani aveva comprato
ad una pubblica vendita.
— Il Vicario Burlato, novella di Andrea Cavalcanti. Fi-
renze, Tip. del Vocabolario, 1870, in 16.°
Ed. di 46 esemplari, di cui l in carta inglese da disegno, e due in finissi-
ma pergamena di Roma, in formato di 8.° La novella fu estratta dal codice
riccardiano n. 2270, e ha per argomento « Il semplice de' Pazzi con belle
maniere cava di mano a certi villani molti presenti, e fa una nuova bella
al vicario dell' Arcivescovo di Firenze »
— Antologia Italiana compilata per uso delle Scuole tec-
niche da G. Rigutini e P. Fanfani. Firenze, Paggi, 1870-71,
in 8.0 , Voi. 2.
Raccolta fatta per commissione del Paggi Libraio. Il Rigutini fece il voi. 1 ;
il Fanfani il voi* 2.
— 170 —
— Lettera consolatoria al Prof. G. Gazzino.
Sta nella raccolta fatta per la morte della Gazzino. Genova. Tip. de' Sordo-
Muti, 1871, in 16.°
— La Tonia da Castello, stanze d1 incerto autore del Se-
colo XVII. Firenze, Polverini, 1871, in 8.°
Pubblicazione fatta per le nozze di Diomede Buonamici colla Signora Giulia
Soria. Ed. di poche copie in carta grave.
— Le Favolose Dee, Stanze di Gio. Batta Forteguerri. Pi-
stoia, Bracali, 1871, in 8.°
Pubblieazioae fatta per le nozze Rossi-Rucellai per cura di Luigi Giusfrcdi.
Il Fanfani riscontrò il codice, e curò l'edizione, come resulta dalla lettera
che va innanzi, diretta al Giusfredi.
— Lettera di un tedesco sull' infranciosamento della lin-
gua italiana. Firenze, Tip. del Vocabolario, 1871, in 8.°
È corredata di note riguardanti i barbarismi, con altre sulla teoria manzo-
niana intorno alla lingua italiana.
— Istruzione con diletto, libro di lettura per le scuole ele-
mentari. Firenze, Tip. del Vocabolario, 1871, in 16.°
Di questo lavoro, composto per commissione del Provveditore agli Studi per
le provincie di Ascoli e di Macerata,' se ne fecero sinora tre edizioni ste-
reotipe.
— Di alcune proprietà della lingua Italiana, ventilate. Fi-
renze, Polverini, 1871, in 8.°
Pagg. 16. In quest' opuscolo si rende ragione di alcune difficoltà della nostra
lingua.
— Il Poeta popolare. Firenze, Le Monnier, 1871, in 8.°
È tiratura a parte dal giornale La Nuova Antologia, anno 1871, e fu scritto
a proposito dei sonetti di Neri Tanfucio (Renato Fucini).
-— Lingua e Nazione, avvertimenti a chi vuole scrivere
italiano. Milano, Carrara, 1872, in 12.°
Ediz. fatta per il Carrara di Milano, nella quale 1' autore raccolse il meglio
de' suoi scritti filologici, che trattano la questione di lingua come cosa na-
zionale.
— La Leggenda di S. Giuliano. Bologna, 1872, in 8.°
Estratta dal Giornale « Il Propugnatore » di Bologna.
— Democritus ridens, Ricreazioni letterarie. 'Firenze, Pol-
verini, 1872, in 8.o
Pagg. 300. Vi si contengono quasi tutti gli scritti pubblicati già negli Scrini
- 171 -
Capricciotì. ed ha in fine un lungo frammento della vita dell' autore. Un
brano della vita dell' autore trovasi anche nella raccolta intitolata La Carità
italiana, Napoli, Nobile, 1871.
— Novelle Tre. Firenze, Polverini, 1872, in 8.0
Sono una tiratura a parte dal Democritus Ridens, in sole tre copie in carta
canarina in forma di i.°
— Il Plutarco Femminile. Milano, Carrara, 1872, in 16, fig.
Di questo lavoro era già stato pubblicato un saggio nel nuovo Istitutore, di
Salerno. 11 Bindi in una sua lettera all' autore chiamò questo libro ben pen-
sato, ed egregiamente scritto, giardinetto fragrantissimo di virtù femminili,
coltivato con tutte le squisitezze delV arte.
— I Vituperi del Carnevale, cruscata di un bellurnore fio-
rentino dei Secolo XVII.
Qnesta graziosa, ma troppo libera cicalata fu pubblicata a nome del Polveri-
ni, in n.° di 25 esemplari. Fu ristampata poco appresso col titolo « Accipreti
al Carnevale, predicozzo di Fra Nottolone » ; ma in questa ristampa ebbe
cura di togliere certe oscenità, e vi fece qualche cambiamento in principio.
— Vita di Massimo d' Azeglio.
Sta innanzi all' Ettore Fieramosca, Milano, Carrara, 1872, in 8.°
— Breve ragguaglio della Biblioteca Marucelliana. Firen-
ze, Polverini, 1872, in 8.°
Questa relazione fu scritta d' ordine del Ministero della Istruzione pubblica
per inviarsi alla Esposizione di Vienna del 1873.
— Novelle, Apologhi e Racconti editi e inediti. Milano,
Carrara, 1873, in 16. <>
Ed. fatta per commissione del Carrara, e dedicata al Cav. Giovanni Papanti
di Livorno, infaticabile raccoglitore di Novelle. Se ne tirarono otto copie
in carta forte, e colorala in forma di k.°
— • Ricordi d'Italia di Emilio Castelar, trad. ital. di P. Fan-
fani. Firenze, Tip. della Gazzetta d' Italia, 1873, in 8.°
È una tiratura a parte dall' appendice della Gazzetta d' Italia, anno 1873.
— Il Giusti, Periodico Settimale. Firenze, Società Coopera-
tiva, 1873, in 4.o
Giornaletto fatto col proposito di illustrare per uso del popolo le poesie del
Giusti ; ma avendo incontrato poco favore nella classe a cui era destinato,
giunto che fu al n. 7 cessò le pubblicazioni. — Il Fanfani era coadiuvato
dal Prof. Augusto Alfani.
— Sonetti Satirici contro Lanternone.
Nel Giornale « Il Passatempo » anno 1857, e ristampati poi nella raccolta di
— 172 —
poesie falta da! Prof. Alfani col titolo « Gente allegra Dio 1' aiuta » Questi
« sonetti, dice il Fanfani furono fatti per mettere in canzonella un matto
« di francese (il Delatre) lungo e dondolone, che aveva smania di fare il
« dottore sulla lingua, con teorie strane se altre ce n' era, dicendo ancora
« che r Italia non aveva scrittori, che non aveva lingua usabile, ec. e pro-
« poneva rimedi da matto. A costui poi si aggiunse un tedesco, più pazzo
« di lui, certo Sckarthoff, Barone, e fra tutti e due facevano a chi le di-
« ce va più belle ».
— Studi ed Osservazioni sopra il testo delle opere di Dan-
te. Firenze. Soc. Cooperativa, 1873, in 8.°
È dedicata al Comm. Francesco Zambrini. Questa raccolta che il Fanfani fece
a' conforti specialmente del Witte, contiene tutti gli scritti su Dante, pub-
blicati già nelle Memorie di Religione, nella Rivista Ginnasiale, nella Eirn-
ria, nel Borghini, ed in altri periodici.
— Commento alla Divina Commedia fatto da un anonimo
fiorentino del Sec. XIV. Bologna. Romagnoli, 1866-74,
voi. 3, in 8.°
— 11 Fiaccheraio e la sua famiglia, Racconto fiorentino.
Milano, Carrara, 1874, in 16 °
« Ebbi in animo, dice il Fanfani nella prefazione, scrivendo il presente rac-
« conto, di fare un libro di educazione popolare, di mostrare che un me-
« stiere qualunque può esercitarsi degnamente ; che un onesto mestieran-
« te. è degno di rispetto quanto ogni più gran signore ; e che non ha sem-
« pre buon effetto la smania che hanno molti genitori popolani di tirar su
« i loro figliuoli per dottori, per professori, e che so io ».
— Compendio del Vocabolario della Lingua Italiana.
È in corso di stampa.
Farinati-Uberti Atanasio.
Notizie in forma di dialogo della terra di Cutigliano e di
altri antichi luoghi del pistoiese territorio. Lucca, 1739,
in 4.°
Pagg.-220, più carte & in principio non numerate. Ha innanzi vari sonetti
di diversi in lode dell' autore. Oltre le lettere latine del celebre Avv. Giu-
liano Pacioni che il Farinati ha inserito tra i suoi ragionamenti, vi si trova
pure la vita del Pacioni medesimo, e V albero genealogico con 1' arme gen-
tilizia della Famiglia Farinati-Uberti, nel quale 1' autore pretende di discen-
dere dalla illustre famiglia fiorentina, della quale fu il valoroso Farinata. In
fine poi vi è la nota dei Capitani di Giustizia della Montagna di Pistoia, in-
sieme ad alcune tavole in rame colle loro armi.
— 173 —
Farolfi Ercole.
Elogio dell' Avv. Alessandro del Conte. Pistoia, Manfredi-
ni, 1814, in 8.0
Con ritratto inciso da Lasinio. Questo elogio fu letto nel 1815 in una pub-
blica adunanza della Accademia pistoiese di Scienze, lettere ed Arti.
— La Donna Forte, Cantico. Pistoia, 1815, in 8.°
Ha questo preciso frontespizio. «Per celebrare le avventurate nozze della no-
bil donzella Sig. Elisabetta Puccini col nobil giovane Sig. Francesco Cellesi
patrizio pistoiese il di primo di Febbraio 1815, Versione poetica del Dotto-
re Ercole Farolfi ec. » È indirizzato al Cav. Giuseppe Puccini.
Fedi ttott. Leopoldo.
Parole dette sulla salma del Prof. Francesco Camici la se-
ra del 3 Febbraio 1865. Pistoia, Bracali, 1865, in 8.0
Felici Paolo.
Orazione Funebre di Pietro Saggioli Vescovo di Monte Pul-
ciaio. Pistoia, 1839, in 8.0
Ferrandini Bruto.
La Ghirlanda favola boschereccia, In Viterbo, 1608, in 12.°
Pagg. 132 num. comp. il frontespizio. È dedicata All'Illu&tr. e Rev. Principe
Don Lorenzo Medici. Questa favola che fu dal suo autore composta in Roma
nel 1707 come afferma il Crescimbeni, è in cinque atti con prologo, ed è
in versi sciolti. Fu ristampata in Viterbo negli anni 1618 e 1619, sempre
in 12.°
— 17 Amaranta, favola boschereccia. In Viterbo, 1619,
in 12.°
Ferrati de' Tedici Domenico,
Necrologio.
Manoscritto in casa Conversini. Registra tutti i morti dal 1570 al 1610 con
qualche breve notizia, per lo più aneddottica. Ne diede un saggio il Signor
Fanfani nt\Y Elruria (Diporti Filologici), tom. 2, pag. 129.
Ferroni P. Teodoro.
Vita della B. Fina da S. Gimignano. In Firenze, 1644,
per Filippo Papini, in 4.°
L'autore è di Cutigliano, ed appartenne all'ordine dei frati Agostiniani. Scrisse
— 474 —
la vita di S. Fina, dice il Dondori, in stile di romanzo, ma sacro e scrittural-
mente. Si stampò in Firenze, e dall'autore fu dedicata alla Principessa di
Urbino Granduchessa di Toscana.
Fedelissimi €■©. Battista.
Il Giardino Morale, Firenze, 1594, in 4.°
È in versi.
— Carmina de laudibus Nicolai Fortiguerrae Pistoriensis
Cardinalis, Florentiae, in officina Micbaelang. Sermantelli,
1598, in 4.o
Raro libretto, di carte 12, colle pagine inquadrate in cornice. Dopo la lettera
dedicatoria a Pier Lorenzo Forteguerri vi sono varie poesie in lode dell'au-
tore ; ed in fine vi sono riportate tre iscrizioni latine che leggonsi ai mo-
numenti innalzati al Card. Forteguerri in Roma ed in Pistoia.
— Pastorale Carmen in quo sub nomine Branae civitas
Pistoriensis laetatur Fulvium Passerinium sibi contigisse
Pastorem, perillustri ac Rev. D. Thomae Vanninio pisto-
riensi Avellini Episcop. Florentiae, apud Sermantellum,
1599, in 4.o
Raro. È citato anche dal Cinelli nella Bib. Voi.
— Panegyricus in Enrici IV et Mariae Medices Galliae
Regum Nuptias. Florentiae, apud M. Sermantellum, 1600,
in 4.°
Raro libretto che conta carte 12 senza numerazione compreso il frontespi-
zio. Al verso della carta 5 trovansi alquante poesie latine dirette all'autore
da Pier Antonio Vezzi, Raffaello Cancellieri, e Filippo Scarpelli.
— Della Vita et Morte di S. Caterina Vergine e Martire,
Poemetto Epico. In Firenze, per il Sermantelli, 1614, in 4.°
Pag. 9i compreso il frontespizio, il cui tergo è bianco. La terza pag. con-
tiene una strana iscrizione dedicatoria All' Altissimo Dio et alla diletta sposa
Vergine e Martire la madamigella Caterina avvocala ec. 11 poemetto è in
versi sciolti, ed è piuttosto raro.
— Centuria di osservationi Tbaumafisicbe nelle quali si
contiene varia letione di cose più mirabili della natura. In
Bologna, presso Bartolomeo Cocbi, 1619, ad instanza di
Gio. B. Tartaglia da Pistoia, in 4°
Pag. 245 numer. e carte 8 in principio, e cinque in fine senza numerazione.
Nelle prime otto carte si contengono un'epigrafe dedicatoria dell'autore al
- 175 —
Card. Niccolò Fortcguerri, un' altra lettera dedicatoria dello stampatore al
Dott. Domenico Lenzoni, e una prefazione di Bonifazio Vannozzi, nella quale
ci fa sapere che il padre di questo scrittore fu medico e filosofo, e studiò
nella università di Parigi medicina e lettere greche ; e che instrussc suo fi-
glio Gio. Batta, oltreché nella medicina, anche nella Musica, Astrologia, Poe-
sia, Disegno, Prospettiva ec: in fine un' avvertenza circa gli errori incorsi
nello stampare di Lorenzo Signi medico pistoiese, che aveva fatto la copia
manoscritta dell'opera.
— De Febre Maligna polydaedalae Medicorum Epistolae ad
Io. B. Fidelissimum pistoriensem. Pistoni, 1628, ap. P. A.
Fortunati, in 8.°
Questa raccolta che contiene i sentimenti dei più accreditati medici di quel
tempo circa alla natura e cura della febbre maligna, fu fatta dal Fidelissimi
nel 1827, e fu pubblicata l'anno appresso da Gherardo suo figlio, che la de-
dicò al Card. Carlo De' Medici. Le operette che formano la raccolta sono le
seguenti : 1° Io. Doni. Sala patav. Architeorici Med. elariss. Syngraphum de
Febre Maligna. (1620.) — 2° Roderici a Fonseca Lusitani Medici Archipra-
tici Patav. de Febre maligna Logismi (1622) : Eiusdem de Febre cum macu-
lis. ' — 3° Ioannis Colle Ser. Ducis Urbini Archiatri ec. de febre maligna
syntagma (1622) : Eiusdem, Epistola ad Eustachium Rudiurn in Patav. Gymna-
sio Archipr. Medicum. — Segue una lettera del Colle al Fidelissimi in data
Pisauri lk Kal. Decemb. 1622, colla quale gli dà nuova di essere stato eletto
per la cattedra primaria di medicina pratica nell' Univ. di Padova, vacante
per la morte di Roderico da Fonseca, e gli dice che ha proposto lui al Duca
di Urbino per Archiatro in suo luogo, edera restato eletto da S. A; ma il
Fidelissimi si scusa stante la sua grave età, e per altre ragioni. — 4° Ioan-
nis Zecchii polyatri Romani programma de Febre maligna. In fine nota il
Fidelissimi : Pracclariss. huius viri Paedotropica scripta apud me habeo, et
medicorum sphalmata : pronam cum Deus volet. — 5° Barthol. Castelli Mes-
sanensis Med. de Febre Maligna antigraphum (1603). — 6° Iosephi Pomii
Panormitani Medici de Febre maligna encheiresis. (1621). — 7° Ioannis Heur-
nii Ultraiectini de pestigiosa febre anacephaleosis. — 8° Ioannis Ronconii
de Mutiliana de Febre maligna synopsis (1627). — 9° Hieron. Mercurialis
Med. de \ino alumine convito, Epistolae ad Io. B. Fidelissimum (1600).
— Preparatone da farsi al tempo della primavera per
schifare la febbre pestilenziale e maligna. In Pistoia, per
P. A. Fortunati, 1631, in 8.0
Car. 3 in princ. senza num. e pag. 73. E dedicato a Mons. Francesco Me-
dici.
— Lexicon Herbarium. Pistorii, apud P. A'ntonium Fortu-
nati, 1636, in 8.0
— Lettere latine.
Sono in numero di nove, e stanno tra le Epistolae Roderici de Castro. Fio-
— 176 —
rentiae, 1639. Altre lettere italiane inedite del Fidelissimi si conservano nella
Forteguerriana di Pistoia.
— Rime.
Varie rime latine stanno nella raccolta col titolo « Urbis Pistoriensis Mono-
diae Funerales, Florentiae, 1614: — un epigramma latino innanzi alla Vita
di S. Atto scritta dal Forteguerri, Firenze, 1608: — nel libro di Raffaello
Cancellieri, De Iustitia et Iure, e altrove. Il Dondori e il Vannozzi (Lettere,
toni. I. pag. 238, tom. II, pag. 297, tom. Ili, pag. 422) e il P. Zaccaria ri-
cordano del Fidelissimi altre rime che io non ho potuto vedere. Alcune rime
inedite si conservano di questo autore nella Biblioteca Forteguerri scritte
In obilu Pelvi Montemagni et Io. Bapt. Rospigliosi, dirette al Vannozzi, che
ne inserì poi la dedicatoria tra le sue Lettere Misceli, tom. 2.
— Calligrafia Medica :
Manoscritto cart. in 12° nelle Bib. Forteguerri seg. di n. 203. È autografo,
e non fu mai stampato. Appartenne già al Dott. Bernardino Vitoni.
— De Senum Sanitate tuenda.
Manoscritta secondo il Vannozzi, che inserì tra le sue Lettere Miscellanee la
lettera colla quale il Fidelissimi gli aveva accompagnata questa operetta.
— Descrizione delle Memorie più notabili di Pistoia.
Che il Fidelissimi avesse preso a fare questo lavoro rilevasi da una sua let-
tera del 1606 diretta al Vannozzi, e da lui inserita nelle Lettere Misceli.
pag. 460 : in essa si dice: « già il Sig. Girolamo Baldinotti non resta bene
spesso di sollecitarmi all'impresa impostami da V. S. Re v. per la descrizione
delle Memorie più notabili di Pistoia, e fino ad ora sono a buon termine,
avendo introdotti per interlocutori nel mio diamerone Polifilo e Filotea, l'uno
forestiero amatore della città, e l'altro pistoiese ec. » Ma forse quest'opera
ei non condusse mai a termine.
Fidelissimi Ranieri.
Enchiridion Pharmaceuticum medicamentorum omnium quae
in antidotario fiorentino continentur ec. Bononiae, apud Bar-
thol. Cochium, 1617, in 12.°
Quest'operetta che brevemente accenna gli usi dei medicamenti descritti nel
Ricettario fìorentino3 fu dopo la morte dell'autore avvenuta nel 1614 pub-
blicata da Gio. B. Fidelissimi suo fratello, il quale dice a carte 11 « cum
tamen Raynerius frater meus amantissimus a doctissimis antiquorum monu-
mcntis, quae vivens prae manibus semper diligenter habebat et a Gherardo
patre meo, qui longo studio ac exercitatione Parisiis, Romae, Genuae, Senis,
Pisis ac demum Pistoni in medicina factitanda non sine laude versatus est,
omnes medicamentorum facultates in unum collegerit, et in hoc Enchiridio
eo ordine digesserit, quo in Fiorentino Antidotario descripta fuerunt ce. Da-
— 177 —
bimuc ctiani (sic me Deus protegat) scholia brevissima in Hippocratis Apho-
rismos, opusculum me hercle satis doctum et elegans ab codem Raynerio En-
chiridii Aphoristici nomine insignitus ; item in Antidotarium Florenlinum
nolas, et commentaria multa eruditione referta : problcmata quoque medi-
cinalia plurima, opus sane integrerai et perfectum, a nemine, quod sciam,
praeterquam ab antiquissimo Cassio pertractatam ce. Queste operette di-
verse delle quali qui si fa cenno non furono però mai stampate.
Filiarclii Cosimo.
Trattato della Guerra et dell'unione dei principi christiani
contra i Turchi et gli altri infedeli. In Venetia, appresso
Gabriel Giolito de Ferrari, 1572, in 4.<>
Pagg. 104, e carte 6 in principio non numerate contenenti oltre il fronte-
spizio, la dedica a Mons. Card. Donato Cesi, l'avviso al lettore, e la tavola
dei capitoli. In questo trattato « con autorità, et con argomenti della sacra
scrittura, et con gli esempi dell'antiche, et delle moderne historie si esor-
tano i principi christiani a unirsi a fare impresa contro i nemici communi
della fede di Christo, et s'insegna loro, in che modo, e in che tempo si deve
far questa guerra per vincerli, et per ampliare la Religione Christiana.
— Trattato della Lega et del seguitar la guerra contra
il turco ec. In Roma, 1573, appresso Vittorio Eliano, in 8.°
Raro. Pagg. 188, più car. i in principio, contenenti il frontespizio, la dedi-
catoria al Pontef. Gregorio XIII, e la tavola dei Capitoli : ed una carta in
fine non numerata contenente l'errata.
■ — Trattato della frequente et benigna audienza che debbe
darsi da Principi ec. In Roma, 1578, appresso Vittorio Eliano,
in 8.0
Car. 10 in principio non num. compresa una bianca, pag. 88, e carte due
senza num. di cui l'ultima bianca. Opera dedicata al Pont. Greg. XIII.
— Trattato della Divozione ec. nuovamente posto in luce ec.
In Firenze, appresso i Giunti, 1578, in 8.0
Car. 12 in princ. non num. pag. 578, e due car. in fine l'una co! registro
e l'altra bianca. Dedicato a Mons. Card, di Teano.
— Quaestio de Caussa Praedestinationis et Reprobationis
an ea sit operimi praescentia, vel solo Dei voluntas. Fio-
rentine, apud lunctas. 1575, in 8.°
— Encbiridion, sive Manuale Sacerdotum, per modum exa-
minis ordinandernm et promovendorum ad curam anima-
rum ec. Romac, apud Ioseph De Angelis, 1577, in 8.°
Pagg. 214, più car. 8 in principio e & in fine non numerate.
— La stessa. Fiorentine. 1582, in 8.°
Capponi, Bihliogr. Piti. \2
— 178 —
— Esposizione de' Salmi de' tre Dottami dell' officio della
Beata Vergine ec. Firenze, Marescotti, 1583, in 8.°
Pag. 5r»4. più car. 8 in principio e 15 in line non numerate. Dedicata al Car-
dinale Alessandrini. L' autore espose questi salmi nel Duomo di Firenze
Tanno 1582.
— De mirandis speciebus carnis et sanguinis, et specie-
bus panis et vini sanctissimi Eucharistiae Sacramenti. Ve-
uetiis, 1587, in 8.0
Opera non ben conosciuta dal P. Zaccaria, il quale la cita col titolo De Cor-
pore Christi, e la crede sempre inedita.
— De officio Sacerdotis Cbristo summo et aeterno sacer-
doti et eius in terris vicario. Fiorentine, 1589, tom. 1 ; e
1590, tom. 2, in 4.°
— La stessa. Venetiis, apud Iunctas. 1597, in 4° voi. 2.
— Compendium de officio Sacerdotis. Fiorentine, 1591, in 8.°
— Additiones praecipuae ad Traetatum De officio sacerdo-
tis. Placentiae, apud Io. Bazachiuro, 1598, in 12.°
Pagg. 186 e carte 6 in fine non numerate, contenenti l'indice, comprese
tre bianche. Ha in fine questa soscrizione : Ego Cosmus Philiarchus has addi-
tiones composui in cuius fìdem propria manu subscripsi die 20 Iunii 1598.
— Quaestio de Monte Pietatis.
La da per stampata (in Firenze) il P. Zaccaria : a me però non è accaduto
di vederla. 11 Filiarchi fu canonico della cattedrale di Firenze, e teologo e
predicatore di molto merito. Virlute ac sapieruia clarus, dice il P. Zaccaria,
omnique erudilione conpicuus, Gregorio Xlll P. M. oh vilae probilatem, singu-
laremque doctrìnam pergra/us.
Fsaai Giovanni.
Eusebius seu de Christiana educatione. Floreutiae, Molini,
1825, in 8.o
È un poemetto diviso in quattro libri, ed è anonimo. Il Ciampi esaminando
questo lavoro (Antologia voi. 21) fece carico all'autore di aver trattato que-
st'argomento in latino, ciò che rimarcò G. Arcangeli nella biografia dell'au-
tore inserita nella raccolta del Tipaldo, tom. 7.
— Lo stesso. Eomae, apud Soc. Typogr. 1828, in 8.°
In questa ristampa vi fu aggiunta la traduzione in versi sciolti italiani, fatta
dal Sig. Tarducci romano, la quale, com'è pregevole per la fedeltà, non io
è così spesso per l'eleganza.
— 179 —
— De Aqua, Carmen. Florentiae, Mulini, 18,29, in ]6.°
Anonimo. È un inno elegantissimo a questo elemento tutto spirante virgiliana
eleganza, nel quale prende occasione di rammentare i lavori idraulici in quei
tempi intrapresi in Livorno, e più specialmente i più grandiosi pel bonifi-
camento delle Maremme. L'Avv. Giovanni Fini nacque a Spignana sulla Mon-
tagna pistoiese nel 17G0; fu auditore a Pisa, e quindi Commissario gover-
nativo a Grosseto : morì nel 1850. Giuseppe Arcangioli che ne ricordò i me-
riti in un breve cenno biografico pubblicato da E. Tipaldo (tom. 7) ci fa sa-
pere che il Fini lasciò imperfetto un poema sull'amor di Dio, e che stampò
varie decisioni assai lodate e apprezzate per profonda sapienza legale.
Fimigi Fi*. Girolamo.
Fratris Hieronymi a Pistorio instituti Cappnccinorum Divi
Francisci De Quantitatibus rerumque distinctionibus Dialo-
gus, ec. Romae, in aedibus Populi Romani, 1570, in 8.°
Dopo il frontespizio segue la dedicatoria ad Sanctissìmum D. N. Pìum Quin-
tum Pont. Max; l'avviso al lettore, il lexlus formatti alum Scoli compilalus
per magislrum Ardonium Sir ecium, la Summa eorum quae singutas in leclio-
nibus continenlur, e Yindex rerum et tocorum memorabilium. Dopo una carta
bianca vengono quindi i Dialoghi che cominciano a pag. 1, e vanno fino alla
pag. 415. Tali Dialoghi, ivi chiamati lezioni, sono trentasette, e gli interlo-
cutori sono Girolamo autore e Scoto.
— Delle Prediche delVhumil servo di Christo F. Girolamo
da Pistoia dell'ordine de1 Frati Minori Capuccim di San
Francesco. In Bologna, per Giovanni Rossi, 1567, in 8.°
Car. 352, di cui sei in principio, ed una in fine non numerata.
— Conciones. Venetiis, Scotto, 1570, in 8.°
— Conciones quatuor de Immaculata Conceptione B. Ma-
riae Virginis. Neapoli, 1564, in 8.°
È ricordata quest'opera nella Bibliotheca Scriptorum Cappucc. Fr. Dionysii
Genuensis, donde apprendiamo pure che il nostro autore diede alla luce una
nuova edizione delle opere di S. Bonaventura. Di Girolamo Finugi fa ono-
vole menzione l'Oldoinus nel suo Athenaeum Pislor : « Prudentia, doctrina,
morum inlegritate ac praedicatione illustris : primo coniugatus, deinde Minorum
Observantium, mox Cappuccinorum sectator, insignis concionator, et B. Pii V.
Theologus interfuit Concilio Tridentino, in quo prò religionis suae habitu
fortiter, docteque decertavit, nullosquc ad patres sermones habuit
Quum, ut aliqui fcrunt, Cardinali! iam dignitatem a Pio V oblatam recusassct,
obiit apud Crctenses sub annum 1171 poste laborantibus inscrviens. »
— 480 —
Fioravanti Gio. Batta.
Oratio de Passione Domini ad Urbauum Vili Pont. Max.
Romae, Mascardi, 1641, in 4.°
Fioravanti Paolo.
De Cautelis Iuris. Venetiis, 1526, in 4.°
Fioravanti Arcipr. Cesare.
Vaccliettone.
Manoscritto nell'Arch. Coni. E uno spoglio di quanto di più antico e memora-
bile si conteneva nei libri dell'Archivio dei Canonici della Cattedrale di Pi-
stoia, ed è ricordato da molti scrittori pistoiesi che se ne servirono pei
loro lavori.
, Priorista della Città di Pistoia.
Ms. nel medesimo Archivio.
Fioravanti Iacopo Maria.
Memorie storiche della città di Pistoia. In Lucca, 1758,
per Filippo M. Benedini, in foglio.
Pag*. XV-516-76. Alla prefazione, nella quale l'autore descrive brevemente
la città di Pistoia, fan seguito un sonetto di Roberto Gherardi, ed altro in
risposta del Fioravanti, quindi l'indice del contenuto nei capitoli dell'opera,
ed una lunga errata. Le Memorie cominciano dall'origine della città, e vanno
fino all'anno 175-4 : seguono poi molti documenti storici accennati nelle me-
morie e attinenti alla città di Pistoia e suo dominio, che poi in maggior
copia furono pubblicati dal P. Zaccaria nella sua raccolta Anecdotorum Medii
Aevi: e la serie dei Vescovi che hanno governato la chiesa di Pistoia. Pro-
testa l'autore nella prefazione di non essersi posto a mascherare con abili men-
titi la verità, avendo egli raccolto quanto narra da documenti autentici dei
pubblici archivi ; ma nondimeno vi si desidera più ampia critica, e miglior
distribuzione delle materie, per non dir nulla dello stile, e delle altre doli
che fanno riputato uno storico, e che non possiede certo il nostro Fioravanti.
Fioravanti Paolo Francesco.
Kime toscane, divise in due parti e dedicate alletterati del
presente secolo. In Firenze, 1780, nella sfamo. Allegri*»,
in 8.°
181 —
Fioretti Stefano.
Della Carità fraterna, Discorso. Pistoia, Tip. Gino, 1842,
in 8.°
•^- Galileo a Venezia, scene drammatiche. Pistoia, Tip. Cino,
1845, in 8.o
— Il Ponte Napoleone : — 11 Panteon, illustrazioni in prosa.
Nei Monumenti del Giardino Puccini, Pistoia, 1845.
— Niccolò De Lapi, Dramma Tragico. Pistoia, Tip. Cino,
1846, in I8.0
— Gli Orti Oricellari a tempo dell'ultima cacciata de' Me-
dici da Firenze, Cantata storica. Pistoia, Tip. Cino, 1862,
in 12.°
Fu composta in occasione dei Parentali à Niccolò Machiavelli celebrati in Pi-
stoia e in quelli eseguita sopra musica del M. Teodulo Mabellini.
Forteguerri Antonio.
Rime.
Si conservano manoscritte in un codice autografo, \n casa Forteguerrì. Un
altro codice è nella Riccardiana di Firenze seg. di n. 2892 : è in pergamena
accuratissimamente scritto, con graziose miniature a oro e colori, colle ini-
ziali in oro, e col ritratto dell'autore in mezzo alla prima lettera iniziale in
piccolissi.iie dimensioni, toccato a penna : porta la data del 1842, e contiene
227 sonetti, sei Canzoni, e tre sestine. Un terzo codice lo ricorda il Quadrio
come esistente presso Mons. Niccolò Farteguerri e Roma; ma forse è quello
da noi sopra ricordato che si conserva tuttora presso la famiglia. Delle rime
di questo pceta sono stati dati vari saggi in diverso tempo come appresso :
— Sonetti
Sono in numero di tre e si pubblicarono la prima volta dal Crescimbeni,
due nei Commentari voi. 2, p. 2. lib. 18 pag. 329: e uno ne\V Arcadia, lib. 4,
pag. 6.
— - Versi di Antonio Forteguerrì. Pistoia, 1846, in 8.»
Pubblicati per le nozze Baldi-Marchetti. Sono otto sonetti.
— Rime.
Nella Raccolta fatta da Francesco Trucchi col titolo « Pesie italiane inedite
di dugenfo autori, Prato, 1847, voi. o.o » Sono trentanove sonetti tratti dal
Cod. Riccardiano seg. 2892.
— 182 —
■ — Versi di Antonio e di Gio. Battista Forteguerri. Pistoia,
Tip. Gino, 1851, in 16,°
Si pubblicarono in occasione delle nozze Alhcrgotli-Casini per cura di Tito
Albergotti. Dei quattro sonetti di cui si compone questa edizioncina, due
appartengono ad Antonio, e due a Gio. B. Forteguerri. Dicesi che queste
rime fossero pregiate assai da Mons. Niccolò Forteguerri, e che ne avrebbe
fatta un'accurata edizione, se la morte non glielo avesse impedito. Anche
Mons. Fabroni ne diede un giudizio molto favorevole ; ed ecco come si
esprime : « Mollia sunt, arguta, candida, et omnino ad Petrarchae normam
conficta ; quod eo laudabilius quia illius aetas incidit in ea tempora saeculi XV
quibus illustrium Scriptorum qui paulo ante floruerunt nomina prorsus vilu-
erunt, cum barbaries omnia occupasset. » (Vitae Italor. voi. 9. pag. 10.)
Peraltro, dice il Ciampi, quest'espressione non so come si possa sostenere.
Il tempo in cui visse Antonio fu sul Unire del Secolo XV e sul principio del
sec. XVI, ed in quest'epoca non può dirsi che barbaries omnia occupasset.
Si vede che il Fabroni volle intendere con questa espressione troppo ener-
gica del poco buon gusto per la poesia volgare che ebbero i nostri scrittori per
qualche tempo dopo il Petrarca, e si può dire fino all'Ariosto. Antonio For-
teguerri fu anche dotto nelle lettere umane e nel diritto. Sebbene Canonico
della Cattedrale di Pistoia visse molto tempo in Roma, dove Pio III lo ebbe
carissimo, e non è a dubitare che quel Papa non lo avrebbe ascritto al nu-
mero dei Cardinali, se la morte non lo avesse innanzi tempo rapito. Nato
nel 1463, Antonio morì in Pistoia nel 1522.
Forteguerri Scipione.
Epigramma graecum.
Sta in fine alla grammatica del Lascari, Venezia, Aldo, Ì494.
— Praefatio graeca in Aristotelis Organon.
Premessa all' Organom d'Aristotile stampato in greco da Aldo, Venetiis, 1495,
in foglio.
— Epistola Graeca.
Sta in fronte al Cornucopia di Varino impresso in Venezia da Aldo nel 1496.
— Epigramma.
In fronte alla stessa opera.
• — Epigramma graecum.
Sta innanzi all'Aristofane stampato da Aldo Ven. 1498.
— Epigramma graecum.
E in lode deWHomerocentra, ossia dc'Centoni sacri formati co' versi di Omero,
ed è stampato nella raccolta de poeti cristiani fatta e stampata da Aldo nel
1§01 e 1502. Fu poi ristampato da Lorenzo Legati nel Museo delle illustri
poetesse, colla versione latina dello stesso Legati.
— 183 -
— Epistola Graeca ad philologos.
ycWOnomasticon di Polluce, Ven. Aldo. 1 o 0 1 .
— Epigramma La timi m.
XcW Antologia stampata da Aldo, Venezia, 1503.
— Epigramma graecum.
Xel Demostene, pubbl. da Aldo, Ven. 1504.
— Oratio de laudibus literarum graecarum, Venetiis liab.
mense januario, 1504. In fine: Venetiis, ex Aldi Neoacade-
mia, mense maio 1504, in 8.°
Quesl' orazione fa dall' autore recitata nell' anno stesso in Venezia per 1' a-
pertura delle sue pubbliche lezioni di lingua greca, e da lui dedicata a
Daniele Rcnieri gentiluomo veneziano, e poi procuratore di S. Marco.
— ; La stessa. Parisiis, vaenunduntur Iodoco Badia, 1534,
in 8.°
Questa orazione trovasi pure insieme alle orazioni del Card. Bessarione stam-
pate in Roma nel 1545, in &.°. Arrigo Stefano la premise poi alla edizione
del suo Thesaurus Linguae Graccae impresso in Parigi in fol. nel 1572 : e
finalmente fu impressa anche nel tomo primo della gran raccolta dei Poeti
greci fatta da Iacopo Lezio e stampata Aureliae Allobrogum sumptibus Cal-
dorianae Societatis nel 1606 in foglio tra alcune orazioni di altri autori so-
pra lo stesso argomento.
- — Epigrammata.
Sono due, uno greco, e l'altro latino, e trovansi nella raccolta col titoto «Col-
lectanee greche, latine e volgari per diversi autori in morte di Serafino
Aquilano, Bologna, per Caligola Bazaliero, 1504, in 8.°
• — Sonetto in morte di Serafino Aquilano.
Nette suddette Collectanee. Questo sonetto è I' unico saggio rimastoci della
poesia volgare del Carteromaco, e mostra quanto onore e' si sarebbe acqui-
stato, anche nella nostra poesia, se 1' amore delle cose greche e latine non
10 avesse dall' esercitarsi in quella distolto.
■ — Epigramma graecum.
In fine delle op. poetiche di S. Gregorio Nazanzieno, Ven. Aldo, 150i.
— Claudii Plolomaei de Geographia lib. Vili, e recensio-
ne Marci Monachi Ceolestini Beneventani, Ioannis Cottae
Veronensis, Scipionis Carteromaci pistoriensis, et Cornelii
Benigni Viterbiensis. Romae, 1506, in foglio.
11 Vossio nel III libro de Natura Arlium, che tratta della Matematica, al ca-
po LXIX, che è dei geografi latini, riferisce la edizione suddetta di Tolo-
— 484 —
meo, corretta da que' quattro valentuomini italiani, qui qualiior, die' egli,
sedulam navarunt operam in Geographia Pholomaei corrigenda. Io non ho
potuto aver sott' occhio questa edizione per poterne parlare più distesa-
mente. Il Fabricio nella sua « Bibliotheca Graeca » i' accenna anch' egli, ma
niente aggiunge di più a quello che il Vossio ne aveva detto.
■ — Epigramma in Nonnum.
Sta nelP opere dello stesso autore. Ven. Aldo, 1808.
— Epigramma latinum.
Nella Coriciana, ossia raccolta di versi latini in lode di Giano o Giovanni
Coricio. (1324).
— Aristidis Oratio de laudibus urbis Romae e greco in
lat. conversa. Venetiis, in aedibus Aldi, 1517, in 4.°
Fu ristampata in Firenze dai Giunti nel 1519, in 8.° Il Ciampi crede che
questa traduzione sia anteriore a quella fatta dal Cantero, e perciò il pri-
mo saggio che di latino si leggesse delle opere di Aristide.
— Epistola ad Galeotum Ruvereum in Aristidem Oratio-
nem e graeco in latinum conversarli.
Nella Bib. Pistor. del P. Zaccaria, pag. 259.
— Carmen ad Galeotum Ruvereum.
Neil' opera « Scriptores Historiae Aug. Veneti is Aldus, 1559 : » nella ri-
stampa fattane dai Giunti di Firenze l' anno stesso : e nella Bib. Pistorien-
sis, pag. 259.
— Epigramma.
In lode della Grammatica di Urbano Bolzano bellunese, e stampata innanzi
alla medesima. Venezia, 1545.
■ — Epistola latina ad Politianum.
Nelle Lettere del Poliziano, lib. XII.
— Epigrammata.
Sono due, uno greco e V altro latino, e stanno innanzi alle lettere del Po-
liziano sopra citate.
— Epigrammata duo latina.
Li pubblicò il Fontanini nella continuazione della vita del nostro autore in-
serita nel Giornale dei Letterati d' Italia, toni. XXVI, art. Vili. ; furono
poi ristampati dal Zaccaria nella Bib. Pistor. pag. 258.
— Carmen elegiacum.
Nella citata Bibliot. Pisloriens. pag. 261.
— Costituzione dell' Accademia Aldina.
È stampata nell' opuscolo Aldi Pii Manulii scripta trio, longe rarissima a la-
— 185 —
cobo Morellio denuo edita et illustrata. Bassani, Remondini, 1806, e fu tra-
dotta in latino dallo stesso Morelli. Questo scritto, compilato in greco, si
era perduto, quando ne fu ritrovata V unica copia dal dottissimo Sig. Gae-
tano Marini nella Biblioteca Barberina che serviva d' involucro alle coperte
dell' Etimologicum Magnum impresso da Aldo nel 1499. Sembra che Aldo la
stampasse da distribuirne le copie in foglio volante agli amici. Sebastiano
Ciampi ne inserì poi la traduzione nelle sue Memorie di Scipione Cartero-
maco, Pisa 1811, pag. 10 e seg.
— Scipionis Carteromachi Carmina graeca latina et itali-
ca quae qniclem col ligi potuerunt.
Le raccolse Seb. Ciampi, e le pubblicò a pag. 81 e seguenti delle Memorie
di Scipione Carteromaco, Pisa, 1811, in 8.°. Egli vi pubblicò di più una dis-
sertazione inedita del Carteromaco col titolo De rabie canum trovata in un
codice Vaticano ; la quale sebbene non abbia data, congettura il Ciampi che
possa essere stata scritta intorno al 1514. Fra gli scritti inediti del Carte-
romaco si hanno un Carmen ad Philosophiae Sludiosos, nella Vaticana, cod.
1386 : una Collectanea ex poetis che si eonserva nella stessa Biblioteca, nei
Cod. 1589, 1402, 1405, 1406 : un Epigramma latino contro il Card, di Pa-
via, nella Biblioteca della casa Forteguerri in Pistoia ; i quali scritti sebbe-
ne conosciuti dal Ciampi, non furono da lui pubblicati, sia perchè non potè
averne copia, sia per altri motivi.
Di Scipione Forteguerri, conosciuto più comunemente col pseudonimo di
Carteromaco, che egli si prese esprimendo così con due parole greche lo
stesso cognome, aveva già scritta la vita il Fontanini, pubblicata nel Gior-
nale dei Letterati di Venezia, tom. XXVI : nuove e più recondite notizie ne
diede poi il Cav. .Giacomo Morelli nella sua opera Aldi Pii Manutii scripta
tria longe rarissima ; e finalmente il chiariss. nostro Sebast. Ciampi, che
pubblicò le sue dotte Memorie di Scipione Carteromaco, Pisa, Prosperi, 1811,
alle quali rimandiamo chi volesse avere più ampie notizie di quest' illustre
grecista. (1)
(1) Il Bandini nel Catalogo delle edizioni giuntine (parte 2, pag, 72), ram-
menta un esemplare del Teocrito stampato dai Giunti nel 1515 postillato di
mano di Scipione Carteromaco, a lui fatto vedere dal Laire Bibliotecario del
Card. Di Brienne. Il Ciampi lo cita a pag. 49 di queste Memorie, e soggiunge
che forse questo prezioso esemplare avrà sofferto la sorte degli altri libri
di quell' infelice Cardinale.
Ora il Renouard nel suppiimentp agli annali Aldini pubblicati nel 1803 ci
fa sapere che la copia del Teocrito stampato dai Giunti nel 1515 dove sono
le postille manoscritte dal Laire e dal Bandini credute di mano di Scipione
Carteromaco non è smarrita come credette il Ciampi, ma si conservava dal
medesimo Sig. Renouard, avendola comprata all' asta nell' occasione che furo-
no venduti i libri del Card. Di Brienne. Prova inoltre che quelle postille
— 486 —
Forteguerri €Sio. Scattista (58 ve«*eIiio),
Nipote di Scipione, morì a Roma in giovane età. Il Zaccaria ricorda di Lui
sette Commedie scritte in latino, che furono recitate con molto plauso in
Roma, in Bologna e in Pistoia.
Forteguerri ^lo. 'Battista (al giovane)
Rime.
Due sonetti stanno innanzi alle rime di Gino da Pistoia pubblicate da Nic-
colò Pilli, Roma, Biado, 1559 : altre rime trovansi nella raccolta intitolala
Scella nuova di rime di più illustri poeti ec. Venezia, 1585 in 8.°
Il Zaccaria pubblicò pure a pag. 2.81-287, dodici sonetti del nostro poeta
scritti per la morte di suo fratello Gio. Pietro Vescovo di Bitonto : final-
mente due altri, più recentemente insieme ad altri di Antonio Forteguerri,
in occasione di nozze. (Pistoia, Tip. Cino, 1851, in 8.°)
— Vita del Card. Niccolò Forteguerri.
Trovasi nella Bibliot. Pistoriens, pag. 251, dove evvi pure una lunga lette-
ra del Do». Giuliano Corbelli diretta a Gio. Battista Forteguerri, nella quale
si danno molti ragguagli intorno alla vita e alle azioni del nostro illustre
Cardinal Niccolò.
— Vita di Gio. Pietro Forteguerri. Vescovo di Bitonto,
A pag. 276 della suddetta Bibliot. Pistoriens.
— Il Pluto di Aristofane, commedia tradotta in versi ita-
liani.
Ms. presso la famiglia Forteguerri. Secondo il Salvi (Historie, toni. Ili, p. 217)
scrisse anche due commedie, una intitolata II Nano, l'altra Erotomania. Gio
Battista Forteguerri fu a' suoi tempi illustre giureconsulto ed egregio poeta
n. nel 1525, m. nel 1594.
non possono essere di mano di Scipione, perchè avendo quella edizione la
data del X Gennaio 1515, stile fiorentino, ed il Carteromaco essendo morto
il 16. Ottobre 1516 stile romano, allorché fu pubblicato il Teocrito il Carte-
romaco non viveva più, stantechè il Gennaio 1815 stile fiorentino corrisponde
al Gennaio del 1516 stile romano per la ragione che i fiorentini comincia-
vano 1' anno il 25 Marzo ; e perciò contavano sempre un anno indietro allo
stile comune.
Ma sebbene quelle postille non appartengano a Scipione Carteromaco quanto
allo scritto, poterono appartenegli per titolo d' autore. Il Sig. Renouard le
trova corrispondenti alla scrittura di Michele Forteguerri fratello di Sci-
pione, col quale visse, e scriveva nel 1528. Potè Michele aver' imparalo quel
che vi scrisse dal fratello .Scipione ; peraltro anche Michele fu dotto grecista;
e non è improbabile che sieno totalmente sue.
— 187 —
Forteguerri Stiritele.
Rime.
Nella Bibliot. Pìsloricns. a pag. 274-275. Sono quattro epigrammi latini, l'ul-
timo dei quali col titolo De Laura nuper a Francisco Gallorum rege reperto,
tumuloqve insigni rcstilula ne recondita. Credesi di Michele Forlegucrri l'epi-
taffio in versi latini che leggesi sotto il munumento inalzato al Card. Nic-
colò nel Duomo di Pistoia, e che incomincia : Me ego sum palriae verus pa-
ter, ec.
--- E pistola e.
Nella mcd. opera pag. 263-274. Sono in numero di diciassette, ma per la
maggior parte prive dell' indirizzo, e perciò s' ignora a chi [ossero dirette
Sono scritte con molta grazia e non minor eleganza di stile.
Forteguerri Filippo.
Rime.
Stanno nella raccolta fatta da Giovanni OiYredi col titolo Rime di diversi au-
tori eccellentissimi, libri IX. Cremona, per Vincenzo Centi, 1560, in 8.°
Anche neila Biblioteca Forteguerri si conservano alcune rime di questo
poeta. — (V. Cod. 16 a cart. 186.)
Forteguerri Iacopo.
Genealogia delle famiglie illustri di Pistoia,
Manoscritta in casa Forteguerri. Non v' è da prestar gran fede a quanto
scrive, giacché dove non potè con autentici documenti mettere insieme 1' al-
bero genealogico per sicura discendenza, inventò di suo.
Forteguerri GSovaunS.
Novelle.
Sono manoscritte nella Biblicteca Forteguerri. Il codice appartenoe già al Can.
Franchini Taviani ; è cartaceo in foglio, ed è senza dubbio quello ricorda-
to dal P. Zaccaria come esistente presso il Turlini, e da lui creduto auto-
grafo, come di fatto è, trovandosi 11 carattere perfettamente eguale a quello
di un codice degli Statuti di Pistoia, scritto di sua mano, e munito della fir-
ma autografa. Contiene undici novelle precedute da un poemio, e sono di-
rette a Don Francesco Medici con una lettera senza data.
Si credono scritte tra il 1541, e il 1362 poiché nella dedicatoria a
Francesco De Medici 1' autore si appella Cancellarius Civìtafis Pistorii, il
quale ufficio eg/i copri appunto in quello spazio di tempo : del resto sono
una pretta imitazione boccacesca sia nello stile, sia nella invenzione.
— Novelle. Livorno, co'tipi di Francesco Vigo, 1871, in 8.°
Sono le due prime novelle del Codice, insieme al proemio e alla dedica'o-
— 188 —
ria, e furono pubblicate dal Sig. Giovanni Papanti di Livorno, in appendice
al suo bellissimo Catalogo de' Novellieri Italiani in prosa, da lui raccolti e
posseduti : ma ne furono tirati a parte anche cinque soli esemplari per or-
dine numerati, di cui due in carta reale inglese da disegno, uno in carta
papale turchina, e due in finissima pergamena di Roma.
FortcgnerrS JPier Lorenzo.
— Orazione recitata il 25 di Aprile 1593 al capitolo ge-
nerale della Religione di S. Stefano, nella chiesa dell' or-
dine di Pisa. In Firenze, 1593, per Michelangelo Serman-
telli, in fogl.
Di Pier Lorenzo Forteguerri si ha a stampa anche una lettera diretta a Gi-
rolamo Baldinotti, che trovasi nel tomo 2.° degli Avvertimenti Politici del
Vanno zzi:
Forteguerri Francesco.
Vita del Beato Atto Vescovo di Pistoia, raccolta dal Sig.
Francesco Forteguerri. In Firenze, appresso Bartolomeo Ser-
raartelli (sic) e fratelli, 1608, in 8.°
Rara. È dedicata a Bonifazio Vannozzi con lettera di Pistoia, Marzo 1608.
Oltre la risposta del Vannozzi alla lettera dedicatoria, sono nelle prime carte
varie poesie italiane e latine in lode dell' autore, di R. Cancellieri, G. B.
Fidelissimi, P. A. Vezzi, Giulio Rutati ed altri. Questo lavoro fu composto
dall' autore in età ancor giovane, e ci fa sapere nella lettera al Vannozzi
che si valse molto degli studi e dei materiali lasciati su questo argomento
da Iacopo Forteguerri suo zio.
— La stessa. In Firenze, 1623, per Pietro Cecconcelli,
in 8.°
Ristampa assai rara fatta per cura di Pandolfo Arfaruoli.
— La stessa. Pistoia, Bracali, 1818, in 8.°
Ristampa in tutto conforme all'edizione originale del 1608, procurata da Ghe-
rardo Bracali, e da lui offerta a Mons. Francesco Toli Vescovo di Pistoia.
— Rime.
Trovansi nella raccolta fatta da Teodoro Libertino per la morte di Odoardo
de Caselini, Bologna, Bart. Cochi, 4612, in 4.° Il Vannozzi (Lettere Mise,
tom. Ili, p. 614) ricorda anche di Francesco Forteguerri un'orazione reci-
tata a nome degli studenti della scuola di diritto della Università di Bolo-
gna per la venuta in questa città del Card. Legato Capponi nel 16U.
— 189 —
Forteguerri Sebastiano.
De Electione Alexandri Cacciae in Archiepi scopatimi Pi-
storiensem, Carmen. Senis, Bonetti, 1600, in 4.°
Raro.
- — Lettera del Sig. Sulpizio Tenaglia in materia dell'esa-
mina del Conte Andrea Dell'Arca intorno alle ragioni del
Conte Lodovico Tesauro in difesa di un sonetto del Cavar
lier Marino. Bologna, per il Benacci, 1614, in 4.°
Son note a tutti le liti che ebbe a sostenere il Cav. Marino a cagione del
suo smoderato e imprudente sistema di scrivere. Nella quistione sorta per il
sonetto che il Marini aveva scritto a Raffaello Robbia pel suo poema sopra
S. Maria Egiziaca prese parte anche il nostro Sebastiano con questo scritto
che pubblicò col pseudonimo di Sulpizio Tenaglia. Fra gli scritti di questo
nostro autore sono da rammentarsi anche la prefazione degli Statuti di Pi-
stoia al Grand. Cosimo, stampati in Pistoia, nel 1546 : un'Orazione De Ami-
ciiia, ricordata dal Vannozzi (Lett. tom. III. p. 711), e non poche rime che
si conservano in casa Forteguerri, ed anche nel codice 105 della Forteguer-
riana di Pistoia. Il Dondori poi ci narra che avendo Sebastiano seguitato in
Germania la corte Cesarea come cronista, compilò le vite di 12 imperatori
austriaci, ma terminò prima la sua vita propria che le altrui, . ... ne so che
esilo avessero le sue fafiche perchè morì in Alemagna.
Forteguerri Slons. Niccolò.
In funere Innocentii XII pontif. Max. Oratio ad Eminentiss.
et Reverendiss. S. R. E. Cardinales Lab. in Vaticana Ba-
silica IX Id. Octobris anno Iubilei 1700. Romae, 1700, ty-
pis Caietani Zenobii, et Georgii Plancbii, in fol.
— Orazione dell' Illus. e Rev. Mons. Niccolò Forteguerri
patrizio pistoiese e cameriere d'onore della Santità di N. S.
Papa Clemente XI, detta in Campidoglio nell'Accademia
del Disegno, Tanno 1711. In Roma, per Girolamo Zenobii,
1711, in foglio.
— Oratio in translatione Sacri Corporis S. Leonia Magni.
Romae, 1715, in 4.°
— Discorso pastorale per la pericolosa infermità e ricupe-
rata salute del SS, Pontefice Clemente XI, accaduta nel
Decembre 1712.
Sta nel voi. 2 delle Prose desìi Arcadi.
— 190 —
— ■ Ragionamento allegorico intorno all' origino delle cose.
Nelle Prose degli Arcadi, tom. 2.°
— Risposta in forma di lettera ad Alfesibeo Cario custode
d'Arcadia.
Ivi, tom. 2.°
— Saggio di Rime. Bologna, Pisarri, 1711, in 8.0
Pubblicate col pseudonimo d'Enfatico Intronato. Si trovano rime di Mon-
signor Forteguerri anco nella Scelta di Sonetti e Canzoni fatta dal Gobbi,
Bologna, 1711, p. Ili, pag. 292; — nelle Rime scelle di molli illustri poeti
de' nostri tempi. Lucca, 1719, in 8.° col pseudonimo di Nidalmo Tisco P. A: —
nel tom. 8 delle Rime degli Arcadi: — nella raccolta fatta per la monaca-
zione di M. Maddalena Forteguerri, Pistoia, Gatti. 1729: — nella raccolta
fatta da Angelo Mazzoleni col ti olo Rime scelie de' migliori poeti. Bergamo.
1750, in 8°, ed altrove.
— Raccolta di rime piacevoli, non mai per avanti pubbli-
cate, Parte prima. Genova (Firenze), 1765, in 8.°
Sono undici capitoli scritti a vari amici; ma questa prima parte non fu se-
guita dalla seconda. Questi capitoli furono poi ristampati insieme ad altre
rime a Pescia nel 1780, e videi' la luce anche in line alla edizione del Ric-
ciardetto ed. di Londra (Livorno), 1780, voi. o, in 12.°
— Tre Epistole poetiche ed altri versi. Pistoia, Tip. Gino,
1851, in 8.o
Pagg. 56. L'avviso preliminare di questa edizione fatta per nozze è sotto-
scritto da Luigi Vangucci, ma veramente l'editore ne fu Enrico Biodi. La
terza delle Epistole leggesi in un codice ms. già della biblioteca di Giac-
cherino, ora nella Forteguerriana, ed era inedita.
— Pub. Terentii Comoediae uunc primura italicis versibus
redditae curri personarum figuris aeri accurate incisis ex
ms. cod. bibliot. Vaticanae. Urbini, sumptibus Hieronymi
Mainardi, 1736, in foglio.
Magnifica edizione, adorna d'intagli e di una copia esatta delle antiche ma-
cherc comiche, tratta dal prezioso codice vaticano. La stampa è a due co-
lonne, in una il testo latino, nell'altra l'italiano : la traduzione in versi sciolti
endecasillabi, fuorché negli argomenti e nei prologhi, che sono tutti in versi
sdruccioli. Oltre la vita di Terenzio scritta dal celebre Donato, e un breve
cenno di Niccolò Forteguerri, sonovi pure riportati alquanti giudizi di anti-
chi scrittori su Terenzio, e nel (ine l' indice dei verbi di aulico uso adope-
rati in Terenzio. È slato notaio (1) come non esatta la espressione del fron-
tespizio mine primum italicis versibus redditae, dopo la traduzione delle coui-
(1) Paitoni, Bibliot. tom. IV. pag. 113.
- m -
medie di Terenzio fatta dalla Sig. Bergalli, che a quei giorni aveva già veduto
la luce ; ma è bene avvertire come la colpa, qualunque ella siasi, non è da
•attribuirsi che agli editori, poiché quando questa traduzione vide la luce,
l'autore era già morto.
— Le stesse. In Urbino, 1736, a spese di Girolamo Mai-
nardi, in 8.0
Non vi è «1 testo latino come nella edizione precedente, e nell'avviso al let-
tore dicesi come quest'opera fu stampata in ottavo, corretta diligentemente
e disposta colla maggiore accuratezza aftinché riuscisse di maggior comodo
e perfezione. È preceduta da una notizia compendiosa della vita di Terenzio,
tratta da quella che scrisse il celebre grammatico Elio Donato.
— Le stesse. Milano, Malatesta, 1740, in 4.°
Formano il tomo XIX della « Raccolta di tutti gli antichi poeti, colla loro
versione nell' italiana favella », e sono dedicate dallo stampatore a D. Ca-
terina Gravina principessa di Campofforito. Evvi la vita di Terenzio scritta
da Filippo Argelali, ed in fine del tomo XX (nel quale contengonsi le ri-
manenti Commedie di Terenzio tradotte da altri), l'indice dei passi più dif-
ficoltosi ec.
— Le stesse. In Venezia, 1748, per Simone Occhi, in 8.°
— Le stesse, ora di nuovo riscontrate coli1 originale ec. In
Venezia, 1759, per Simone Occhi, in 8.°
Questa edizione, essendo stata riscontrata sull'originale, come accennasi nel
frontespizio, è più stimabile della precedente, alla quale nel rimanente è in
tutto simile.
■ — Le stesse.
?<el Parnaso dei Poeti Classici. Yen. 1707, in 8° voi. 21. È la sola tragedia
L' A ff armatore, e sta insieme all' Aulularia di Plauto trad. dal Guazzesi e al
Soldato glorioso trad. dal P. Lacermi.
— Ricciardetto di Niccolò Carteromaco. Parigi, (ma Vene-
zia) Pittori, 1738, voi. 2, in 4.°
Prima edizione nitida ed elegante corretta, ma non mutilata, come sono al-
cune delle posteriori. È adorna del ritratto dell'autore, e di fregi intagliati
in fronte ad ognuno dei XXX canti, rappresentanti la principale azione che
il canto racchiude. Gti argomenti sono di Ottavio Petroscllini. In fine poi vi
sono alcune ottave di Nicotele Emonio (nome fìnto) P. A. indirizzate alla
Principessa di Forano in occasione di rimandarle questo poema da lei comu
ideatogli. Si trovano anche esemplari in carta grande. Il Ricciardetto è uno
dei migliori poemi giocosi che conti la nostra letteratura del Sec. XVIII. Occa-
sione a scriverlo l'ebbe dalla conversazione alla sua villa di Spezzamento con
— 192 —
alcuni giovani, nella quale leggcvansi le poesie dell'Ariosto, del Pulci e del
Berni : che il Forteguerri volendo dimostrare come l'osse facile con un
po' d'immaginazione scrivere in versi in quel genere di poesia, compose in
soli trenta giorni il suo poema diviso in XXX canti, i quali andava giorno
per giorno leggendo a'suoi amici. In questo lavoro egli da libero campo alla
sua feconda immaginazione, la quale gli suggerì quelle tante e sì svariate
idee di mostri e di maraviglie che v'introdusse, e eh' ei dispose in un certo
ordine, e che congiunte alle lepidezze di cui seppe aspergerne lo stile, ren-
dettero questo poema, se non classico, assai peto nel suo genere pregevole.
Il Corniani (/ Secoli della Letteratura Italiana, tom. IX, pag. 95.) accusa il
Forteguerri che per dipingere scrupolosamente la natura, la snudò troppo,
ed offese talvolta il pudore. Mentre negar non si può quanto asserisce que-
sto storico, bisogna però dire a difesa del Forteguerri, che ciò non fece per
principii di dissolutezza, poiché il Fabbroni ci assicura che era di savii co-
slumi ; e forse anche per questo egli finché visse non s'indusse mai a pub-
blicarlo.
— Lo stesso. Lucca, 1766, in 8.° voi. 2.
Col pseudonimo di Carteromaco. Vi è premesso il Capitolo di Maestro Garbo
da Rasa (Ab. Anton. Maria Borga), e la prefazione di Nidalmo Tiseo (Niccolò
Forteguerri).
— Lo stesso. Parigi, Prault, 1766. in 12.° vói 3.
Anche questa ha il pseudonimo di Carteromaco, ed è assai stimata edizione.
— Lo stesso. Venezia, Pitteri, 1774, in 12.° voi. 2.
Col pseudonimo di Carteromaco; ed ha in fine undici capitoli in terza rima
eccettuato il quarto che è in versi sciolti e le ottave di Nicotele Eumenio,
che si leggono nella prima edizione.
. — Lo stesso. Londra (ma Livorno), 1780, voi. 3, in 12.°
Bella e corretta edizione, adorna del ritratto dell' autore, e di figure in
rame ad ogni Canto, nuovamente inventale. È indirizzata a Mons. Onorato
Caietani Duca di Sermoneta, ed ha la vita dell' autore, oltre le ottave di
Nicotele Eumonio, ed i capitoli di sopra ricordati. Vi sono esemplari in carta
cerulea.
— . Lo stesso, Venezia, Pitteri, 1780, Voi. 2, in 12.°
— Lo stesso. Venezia, Pitteri 1785, voi. 2, in 12.°
. — Lo stesso. Venezia, Zatta, 1789, voi. 3 in 12.° grande.
Buona edizione, che forma il voi. 45, 44, e 43 del Parnaso Italiano pubbli-
cato da Andrea Rubbi. È adorna del ritratto dell' autore, e di un capopa-
gina istoriato al principio di ogni canto; ed ha fine i capitoli piacevoli di so-
pra citati. Di questa edizione si trovano esemplari in finissima pergamena ed
in carta velina. t
— 193 —
— Lo stesso. Pisa, Nistri, 1812-1814, voi. 4, in 16.°
Bella e stimata edizione che fa parte della Collezione dei Poeti classici. Vi
sono esemplari io carta velina.
— Lo stesso. Milano, Soc. Tip. 1813, voi. 3, in 8.°
Ed. molto accurata e pregevole, citata dalla Crusca. Ha innanzi la vita del-
l' autore già scritta in latino da Mons. Fabbroni, e poi volgarizzata da Ro-
bustiano Gironi. Nel testo furono ammesse molte e importanti lezioni tratte
da un ms. posseduto dal Cav. G. Bossi di Milano, e che appartenne al Car-
dinale Alamanno Salviati, ma in fine di ciascun volume vi sono riportate le
antiche lezioni del poema. Neil' ultimo volume stanno non pochi capitoli, al-
tri già stampati, ed altri che erano inediti, e fatti per la prima volta di
pubblica ragione da L. Lamberti nel Poligrafo di Milano.
— Lo stosso. Bassano, Remondini, 1810, voi. 2, in 12.°
— Lo stesso. (Livorno), 1819, voi. 3, in 16.°
— Lo stesso. Firenze, Molini, 1828, in 18.m°
Edizione assai pregiata, fatta su di un manoscritto che appartenne al Conte De-
metrio Boutorlin, contenente molte notabili varianti, oltre quelle già adot-
tate nella edizione di Milano del 1813, e che sono registrate in fine al vo-
lume. Ha un antiporta incisa in rame, ed è corredata della vita dell'autore.
Vi sono anche esemplari in carta distinta con grandi margini.
— Lo stesso. Milano, Tip. de' Classici, 1828, voi. 4 in 32.°
Colla vita dell'autore scritta da G. B. Corniani.
— Le prime sei stanze del canto XIX del Ricciardetto vol-
tate in latino dal Cav. Giuseppe Ippoliti per la morte del
nobil giovinetto Niccolò Forteguerri. Firenze, Piatti, 1830,
in 4.°
Ed. di pochi esemplari, di cui alcuni in carta turchina e in carta gialla.
— Capitoli.
Un codice di questi capitoli, autografo, si conserva in casa Forteguerri : un
altro scritto sul finire del sec. XVII, nella Biblioteca Forteguerri, cod. 268,
dove pervenne dal Convento di Giaccherino. Quest' ultimo contiene 25 ca-
pitoli, diretti a Liborio Veronesi prete dell' oratorio, meno tre che sono in-
dirizzati a Niccolò Buti pistoiese, ad hanno tutti la data di Roma dall'anno
1721, al 1754. Di tali capitoli alcuni videro già la luce nell' edizione delle
rime del Forteguerri, stampate a Pescia nel 1765 colla falsa data di Geno-
va ; in varie edizioni del Ricciardetto e in una pubblicazione per nozze fatta
dal Bindi. e di sopra ricordata : alcuni li credo tuttora inediti.
Capponi. Eibliogr. Pisi. [JJ
— 194 —
■ — Il Pluto di Aristofane, tradotto dal greco in versi sdruc-
cioli.
^Manoscritto in casa Fortegucrri. Il P. Zaccaria dice che lo tradusse dal greco
in latino, e poi dal latino in versi italiani. Il Fortegucrri tradusse anche
cinque commedie di Plauto ; ma questa versione si smarrì, o forte fu pre-
da delle fiamme alle quali 1' autore condannò la maggior parte dei suoi
scritti prima di morire. Nella Bibliolheca Pisloriensis, il Zaccaria ricorda an-
che un Compendium historiarum et actorum Sacrae Congreg. de Propaganda
Fide, che si conserva nella Bib. Vaticana, e che il nostro autore avrebbe com-
pilato per incarico del Pont. Benedetto XIII.
Niccolò Fortegucrri nacque in Pistoia il 7 novembre 1764* da Giacomo For-
teguerri e di Marta Fabbroni. In Pisa apprese la giurisprudenza sotto la di-
rezione del celebre Giuseppe Averani, ed Alessandro Marchetti lo avviò alla
carriera poetica. Trasferitosi poscia a Boma, accompagnò alla corte di Spa-
gna in qualità di segretario il legato pontificio Antonio Felice Zondadari,
ma provò una navigazione così burrascosa, che essendosi sconcertata la sa-
lute, ventidue mesi dopo si dovette restituire a Roma ; e nell' anno 1712
Clemente XI lo destinò Camerier pontifìcio, e gli conferì un canonicato
nella Basilica di S. M. Maggiore. Clemente XII 1' onorò poi della carica di
Segretario della Congregazione de Propaganda da lui oltremodo gradita, per-
chè onorifica e lucrosa. Mentre però sperava maggiori avanzamenti, videsi
deluso del segretariato della sacra Consulta, e se ne afflisse per modo che
infermò, e dopo alcuni mesi cessò di vivere il 17 Febbraio 1755. Fu savio di
costumi, nella conversazione ameno, d'animo sincero, e perciò nemico dell'a-
dulazione, facile a dimenticar le ingiurie, visse egli caro a' Romani ed i let-
terati suoi contemporanei ma specialmente al Crescimbeni, al Lucchesini, al
Giacomelli, e ad Eustachio Manfredi, da lui chiamato suo maestro.
Fortegucrri BernarcSino.
— Vita di Mons. Niccolò Forteguerri autore del Ricciar-
detto.
Manoscritta, inedita, nella Forteguerriana, cod. 575.
Franelni lìesuto Andrea.
Sermones.
Sono così ricordati dall' Oldoinus nel!' Alhenaeum Pisloriens. « Inter alia sui
ingenii, et doctrinae monumenta sunt sermones totius anni tam dominicales,
quam quadragesimales : item Sermones de Sanclis totius anni, et sermones
quatuor prò unsquaque die Sanctoram occurrcntium in quadragesima. » Ma
ignoro dove si conservino, se pure tuttora esistono.
Franchi DoEtienico.
Lettere.
Un volume «li lettere, scritte con assai eleganza, Io ricorda il Vannozzi, che
ne pubblicò un breve saggio nelle sue Ledere Misceli, tom. 2. pag. 122.
— 195 —
Franchi Pier Lorenzo.
Priorista della Città di Pistoia.
Manoscritto nell' Archivio Comunale di Pistoia. Un altro priorista, fatto in
più modeste proporzioni, dello stesso autore, ed un libro di Memorie di
Famiglie pistoiesi, si conservano nella Forteguerriana, Cod. 69, e 126.
Francliini-Taviani Niccolò.
Oratio funebris in tempio S. Stephani in exequiis admodum
R. P. M. Laurentii Varsacchi ec. Florentiae, 1633, in 4°
■ — Trattato dell' origine e dei progressi della sua famiglia.
Manoscritto ricordato dal Salvi nel toni. Ili delle storie di Pistoia.
Francliini-Taviani Can. Giuseppe.
Discorsi sacri e morali.
Manoscritti nella Forteguerriana, Cod. 345.
— - Lezioni di sacra scrittura.
Manoscritte nella suddetta biblioteca, Cod. 345.
Franchini-Taviani Giulio.
Theses Philosophicae quas publice propugnandas exbibet ec.
Pistoni, Gatti, 1711, in 4.«
Giulio Franchini-Taviani entrato giovinetto nella R. Segreteria di Stato di
Cosimo III, fu non molto dopo da quel Sovrano inviato a Parigi come suo inca-
ricato d' affari, e colà ne fecero gran eonto il celebre Fontenelle e il dot-
tissimo Card Fleury. Passò poi a Roma col medesimo carattere, e finalmente
fatto auditor generale di Siena, vi morì 1' anno 1759.
Franchini-Taviani Cesare.
Delle Lodi dell' Eminentiss. e Rev. Principe il Card. Carlo
Agostino Fabroni, orazione ec. Firenze, Paperini, 1729,
in 4.°
Venerosi dotto Filippino, come k> indicano le iniziali L. V. in principio.
All' orazione fanno seguito le iscrizioni latine, che furono poste alle pareti
del tempio in occasione dei funerali fatti allo stesso Cardinale. Il More ni
nella Bibliografìa Storica Toscana, registra qucsl' orazione, ma per orrore
T attribuisce al ridetto P. Liberio Venerosi.
— 1% —
— Il Verbo Eterno e la Keligione, Comp. Drammatico. Fi-
renze, Paperini, 1741, in 4.°
Pubblicato per la monacazione di M. Cat. Ginori nel monastero di S. Appol-
lonia di Firenze.
— Orazione recitata nell' Accademia di varia Letteratura
per T esaltazione al soglio imp. di Francesco I (Grand, ài
Toscana).
Trovasi a pag. 5 della raccolta intitolata « Componimenti recitati nella so-
lenne adunanza celebrata dall' Accademia di varia Letteratura, Pistoia, Bra-
cali, 1746, in fog.
— Orazione in lode dell' Emin. Sig. Card. Gio. Francesco
Banchieri detta in occasione di una pubblica accademia
data nel palazzo del Magistrato Supremo dal Sig. Cav. Ce-
sare Ippolita ec. In Pistoia, Bracali, 1754, in 4.<>
Dedicata allo stesso Cardinale da Cesare Ippoliti, che era principe dell' Ac-
cademia dei Risvegliati, con una lettera nella quale dice come volendo egli
celebrare, come particolare attestato della propria divozione, i di lui singo-
larissimi meriti, fu sua cura di scegliere un accademico di maggior elegan-
za e d'ingegno.
. — Parafrasi delle Lettere di S. Paolo Apostolo. Lucca,
Berchielli, 1764, in 8.0
Paff. XX-482, di cui le ultime 5 senza numerare. Dedicata a Mons. Giusep-
pe Ippoliti V.° di Cortona. La parafrasi di ogni lettera è preceduta dal suo
argomento, ed è corredata di poche note ; che 1' autore non fece questo
lavoro per servire ai dotti, ma solo per le persone dedite alle pratiche di
pietà.
— Rime.
Trovansi tra le rime degli Arcadi ; nella raccolta per la monacazione di M.
Maddalena Pazzaglia, Pistoia, 1724- : in quella per la monacazione di M. Lu-
crezia Rutati, Pistoia, 1731 : nell' altra per la predicazione del P. Gregorio
Cianchi, Lucca, 1763, e in molte altre raccolte : alcune ebbero lodi dallo
stesso Apostolo Zeno.
— Praecepta Kethoricae.
Manoscritti nella Bibliot. Forteguerri, dei quali ne esisiono varie copie, che
formano i cod. 78, 91, 105, 544.
■ — Parere sulla questione nata in Pistoia all'occasione del libro
del Cap. D. Cini Osservazioni storiche sopra V antico stato
della Montagna pistoiese, sopra il passaggio di Annibale.
Manose, nella sud. Bibliot. cod. 576. Cesare Franchini-Taviani fu abilissimo
insegnante nel patrio Liceo, edotto nelle lettere italiane, latine e greche :
— 197 —
nato nel 1700, morì nel 1780. È da consultarsi un libro di ricordi di casa
Franchini esistente nella Forteguerriana (Cod. 231) insieme a molti altri do-
cumenti importanti per la storia di questa illustre famiglia.
Franchini-TavSanl Ugo.
Il Precettore, ossia T arte di educare i nobili giovanetti.
Pistoia, Bracali, 1782, in 16.°
Pagg. 81. È anonima, e fu pubblicata dopo la morte dell'autore.
Franchini Frncesco.
Francesco Ferrucci, Canzone.
Xei Monumenti del Giardino Puccini. Pistoia, 184t>, in 8."
Franci Lorenzo.
Cursus Philosophiae. Bononiae, 1649, in 4.°
— Orazione delle lodi di S. Agostino, Eoma, 1653, in 4.°
— Oratio funebris in tempio S. Stephani Lab. in exequis
admodum Eev. P. M. Laurentii Yarsaccbi, Florentiae, 1633,
in 4.°
— Paradisum voluptatis ec. in honorem Betbelemici antri.
Bononiae. 1645, in 8.°
« Laurentius Franci Augustinianus eremita concionator et doctor egregius,
« dignusque qui Hetruscae sui Ordinis Provinciae universae praeflceretur.
« Vivebat, quo tempore Salvius tom. Ili historiarum ad finem perduxit ; ibi
« enìm p. 313 eius etiamtum viventìs cum laude significatione meminit. »
Così il P. Zaccaria.
Frosini Mon§. Francesco.
Discorso funebre in occasione della Morte f dell' Eminent.
Iacopo Rospigliosi recitato nella chiesa di S. Francesco
Maggiore di Pisa Tanno 3684. Pistoia, Fortunati, 1684,
in 4.°
È citato dal Morcni nella Bibliografìa Storica della Toscana.
— 11 Conte di Bacheville, oratorio recitato in Pistoia Tan-
no 1696, posto in musica da Gio. Batta Bassani.
— 198 —
• — Gesù Crocifisso, Sonetti di Francesco Frosini Centuria
prima. All' Altezza E. di Cosimo III. In Pistoia, appresso
Stefano Gatti, 1700, in I6.0
■ — Gesù Crocifisso, Sonetti ec. Centuria seconda. All' Al-
tezza Ser. di Ferdinando Principe di Toscana. In Pistoia,
per Stefano Gatti, 1700, in I6.0
— Pisana diocaesana Synodus. hab. anno 1708. Pisis, 1708,
in 4.o
— S. Ranieri esposto alla pubblica divozione da un suo
devoto nel raccogliere tutto quello cbe può più di notabile
ritrovarsi dagli scrittori della sua vita. In Lucca, 1717,
per Domenico Ciuffetti, in 4.°
Evvi un' erudita prefazione al popolo pisano compresa in XV paragrafi, dove
1' autore annovera gli antichi pregi della Città, e chiesa di Pisa. Indi in LV
paragrafi in prosa, va esponendo le principali azioni del Santo che con molta
eleganza spiega poi in altrettanti sonetti, ognuno messo in fronte alla sua
prosa. In fine leggonsi pure due sonetti in lode di quest' opera, il primo
dei quali, che è con una codetta, dicesi del Can. Ambrogio Samminiati. (V.
Gior. Lett. d' Italia, tom. XXXII).
— Pisana Diocaesana Synodus saecunda habita anno 1717.
Pisis, 1721, in 4.o
— Pisana Diocaes. Synodus tertia Lab. anno 1726. Pisis,
1728, in 4.o
— Pisanae Antiquissimae Traditionis Dissertatio historica,
Canonica legalis.
Questa disseitazione riguarda la venuta in Pisa del Principe degli Apostoli,
da molti critici posta in dubbio, e trovasi a pag. 1439, parte II, voi. II del-
l' opera del P. Orlendi Orbis Sacer et profanus.
— Vita di Mons. Gherardo Gherardi patrizio fiorentino
Vescovo di Pistoia e Prato scritta da un canonico della
Cattedrale di Pistoia. In Firenze, 1736, nella stamp. di Bern.
Paperini, in 4.°
Pagg. 524, e carte 44 in principio non numerate, compresa antiporta e fron-
tespizio, col ritratto di Mons. Gherardi. È anonima, e fu pubblicata dopo la
morte dell' autore. È dedicata alle Dignità e Canonici della Cattedrale di
Pistoia con lettera datata da Firenze de' 26 Aprile 1756, che è in penna dello
— 199 —
stampatore BemarJo Paperini. La prefazione sappiamo dal Canonico Morenì
esser fattura di Salvino Salvini ; in essa si da pure la vita del Frosini, il
quale fu Vescovo di Pistoia, traslocato poi alla sede di Pisa. Nato nel 1653
morì nel 1733.
Fuocosi Iacopo.
La nascita di Ciro Componimento drammatico da cantarsi
in occasione di una pubblica accademia di belle Lettere
fatta dagli alunni e convittori del Seminario Vescovile di
Pistoia per applaudire al felice arrivo in Toscana di S. A.
R. Pietro Leopoldo Granduca dì Toscana. In Firenze, 1766,
per Andrea Bonducci, in 4.°
Fuocosi Ijiaigi.
Rime.
In varie raccolte ; tra le altre in quella per le nozze Cellesi-Buonfanti, Pi-
stoia, 178o : nelP altra per le nozze Rossi-Magnani, Pistoia 1824. ec. Egli fu
- di Storia e Geografia nel patrio Liceo, e Bibliotecario della Forte,-
;. Era nato nel 1762, morì nel 1830.
maestro d
guerriana
Gaggioli P. Giovati Domenico.
Triplicata Ghirlanda alle glorie del gran fondatore dei Mi-
nimi S. Francesco di Paola. In Firenze, 1696, nella stamp.
di Piero Matini, in 4.°
Pogg. 38, e carte & in principio senza num. ed una in fine bianca. Queste
rime in lode di S. Francesco di Paola sono indirizzate a Mons. Alberto Pa-
trizi Vescovo di Perugia.
• — Ghirlanda poetica intessuta alle glorie di Santa Ver-
diana di Castel-fiorentino. In Pistoia. 1711, per Stefano
Gatti, in 4.°
— Tre corone di fiori poetici intessuti alle glorie di San
Francesco di Paola, della nascita, delle astinenze, e peni-
tenze, e dei miracoli ec. In Firenze, 1718, per Tartini e
Frauchi, in 4.°
Ciascuna delle parti in cui è diviso il lavoro, ossia ciascuna corona, come
I' autore la chiama, comprede dodici sonetti, al tergo dei quali è trattato ih
prosa V argomento del sonetto medesinvo. . . , I
— 200 —
Gaggloil P. Tommaso.
Il Santo Tobia. Firenze, 1783, in 8.0
— Il lusso italiano esposto ne' suoi danni in forma di Dia-
logo ec. In Pescia, 1790, per la Soc. Tipografica, in 8.°
— Esame e giudizio di un ecclesiastico sopra un nuovo
libretto della Via Crucis, dato alla luce in Firenze que-
st' anno 1782 dai P. Giuseppe M. Puiati. Bologna, 1782,
in 8.0
È anonimo, ma sappiamo che è lavoro del P. Tommaso da Cireglio Min. Os-
serv. ed è in confutazione di un libretto della Via Crucis pubblicato sotto
la inspirazione di Mons. Ricci, e fatto secondo la nuova dottrina teologica
di quel prelato. Vedasi la risposta che fu data a questo scritto coli' altro
opuscolo anonimo, ma del P. Puiati, lettera di un Cherico studente ad un Amico
ec. Roma, 1783.
— Apparatus Theologico-chronologicus quo ecclesiastici ty-
rones ad omnimodum sacrorum facultatem assecutionem fa-
cile perducuntur : Pistoni, Bracali, 1796, in 8.°
Gallicani P. Angelico.
Due Spositioni del Pater noster, testo inedito del buon se-
colo pubblicato a cura del P. Angelico Gallicani Min. Os-
servante. Prato, Guasti, 1849, in 16.°
La prima di queste due Spositioni fu tratta da un codice membr. già esi-
stente nella libreria del Convento di Giaccherino, disperso poi nell' ultima
soppressione ; la seconda da una diligentissima copia di altro codice miscel-
laneo posseduto da P. Fanfani, e che appartenne già al Priore Scappucci di
Pistoia. L' editore Gallicani, oltre ad alquante note, vi pose in fine un in-
dice di alcune voci e maniere di dire che trovansi in queste due scritture,
e che nella quarta impressione del Vocabolario della Crusca o non furono
registrate, o mancano dei dovuti esempi.
Gallo (Dal) Manfredo.
Rime.
Nella Bibliot. Forteguerri, in un cod. di Rime di diversi, seg. 175.
Camberai Vincenzo.
Discorso patriottico detto il 5 fiorile, anno VII. repubblica-
no giorno della solenne erezione dell' albero della libertà
— 201 —
nel foro nazionale di Pistoia. In Pistoia, Bracali, senz' an-
no, in 4.o
Gamnerai Antonio.
Tavole comparative delle nuove misure e pesi decimali di
Francia col piede e libbra francese e col braccio e libbra
fiorentina ec. In Pistoia, Bracali, 1803, in 4.°
— Saggio teorico-pratico sopra la quadratura del cerchio.
Ms. nell' Archivio dell' Accademia pist. di Scienze, Lettere e Arti.
Gamberai Ferdinando.
Del trasporto della pittura del Cav. Vanni. 1/ adorazione
dei Magi eseguito su nuova tela da Antonio Vannacci pi-
stoiese. Memoria. Pistoia, Tip. Cino, 1839, in 8.°
Oamlierai Angiolo.
Sulle Frazioni Decimali e sul sistema metrico, Discorso alla
buona, Firenze, Barbèra, 1862, in 16.°
Gatteschi Candida.
Rime.
Trovansi nella edizione delle Rime diverse d' alcune nobilissime e virtuosit-
$ime donne raccolte per ftl. Lodovico Bomenichi. Lucca, Busgrado, 1559 in 8.°
Gatteschi Vincenzo.
L'Enea, Squadra comandata dal Sig. Capitano e Cavaliere
il Sig. Alfonso Brunozzi nelle nozze del Sereniss. Gran Prin-
cipe di Toscana ec.
Questa composizione in ottava rima, di 21 ottave, sta a pag. 17 dell'altra di
simil nome pubblicata da Francesco Bracciolini dall'Api. Firenze, 1608, in i.°
— Delle rime di Vincenzo Gatteschi parte prima. In Fi-
renze, appresso Gio. Antonio Caneo, 1611, in 8.°
Car. £ in principio non numerate di cui la quarta bianca, e pag. 48. Fu pub-
blicata soltanto questa prima parte ; e. come rilevasi dalla prefazione, per
cura di Tommaso Montemagni. Altre rime del Gatteschi, ricordate anco dal
Zaccaria come esistenti a' suoi tempi presso Tommaso Turlini si conservano
ora nella Forteguerriana (Cod. seg. 90).
— 202 —
— Canzone nell'esequie di D. Francesco Medici.
Nella raccolta col titolo « Urbis pistoriensis Monodiae funeralr.s, Fior. 1614,
iu 4.° È indirizzata al Sig. Donato Dell' Antella,
— - La Politica di Giusto Lipsio trad. in italiano.
Manoscritta nella Biblioteca Forteguerriana di Pistoia. Il codice è auìografo,
e inedito, ma sembra che il traduttore 1' avesse preparato per darlo alle
stampe.
Gatteschi Pistoletto.
Nell'esaltazione di N. S. Papa Clemente il Nono, Canzone
del Cav. e Capitano Pistoletto Gatteschi Accademico Insi-
pido fra Risvegliati. All'Illustriss. et Eccellentiss. Sig. Bali
Cammillo Rospigliosi Generale di Santa Chiesa e dignis-
simo fratello di S. Santità. In Pistoia, per Pier Antonio
Fortunati, 1667, in 4.<>
Carte 6, l'ultima delle quali bianca. Innanzi alla canzone sono tre anagrammi,
ed in fine un sonetto dello stesso autore a Clemente IX.
— Pistoia dolente alla mesta città di Firenze, Canzone per
la morte di Ferdinando II G. Duca di Toscana. In Pistoia,
1670, per gli Eredi Fortunati, in 4.°
Gatti Stefano.
Relazione della solenne coronazione della miracolosa imma-
gine della SS. Vergine, di Montenero. Pistoia, 1694, in 4.°
Gatti Carlo.
Rapporto dell' istituto elementare e ginnasiale da lui di-
retto ec. Pistoia, Bracali, 1843, in 8.°
— Sul Progetto di riordinamento delle Scuole di Toscana,
Osservazioni. Pistoia, Tip. Cino, 1848, in 8.°
— Avviamento allo studio della Geografìa, Parte l.a Pir
stoia, Tip. Cino, 1850. in 18.<>
La seconda parte non fu mai pubblicata.
— Elementi di Grammatica Italiana con temi per esercizio
di Analisi e d'avviamento al comporre. Pistoia, Bracali, 1850,
in 16.o
— 203 —
— Storia di Roma antica. Pistoia, Bracali, 1851, in 12.°
voi. 2.
— Principii di Grammatica latina compilati già dall' Ab. D.
Stefani e in questa edizione emendati accresciuti e a più
facile apprendimento ridotti per cura di Carlo Gatti. Pistoia,
Bracali, 1852, in 12/>
La prima edizione di questa Grammatica devesi allo stesso autore Ab. Do-
menico Stefani: la presente fu fatta per cura del Prof. Gatti; e dal riscon-
tro può rilevarsi quanto il Gatti abbia migliorato il metodo d'insegnamento
proposto dal primo autore.
— Il Nuovo Porretti ossia la Sintassi della Grammatica
Latina. Pistoia, Bracali, 1852, in 16.°
— Cornelio Nipote delle Vite degli eccellenti capitani, il-
lustrato con spiegazioni e note filologiche. Firenze, Le Mon-
nier, 1856, in 12.<>
Forma il voi. 2° dell' 'Antologia Latina ad uso delle scuole. Le Vite sono pre-
cedute da una breve notizia di Cornelio N. e da una cronologia dei fatti
memorabili narrati nelle medesime.
— Le favole di Fedro corredate di spiegazioni e note ita-
liane. Firenze, Le Monnier, 1856, in 12.°
Sono precedute da una breve notizia intorno a Fedro, e fanno parte anche
queste dell'Antologia sopra citata.
— Un preludio a un corso di Lezioni di Storia generale
del medio evo. Pistoia, Soc. Tipog. Carducci, Buongiovanni,
e Comp. 1867, in 8.0
— Manuale dello scolare in grammatica latina ossia le prin-
cipali regole della Sintassi Latina con temi ec. Firenze,
Paggi editore, 1868, in 16.°
Essendo ques'o libro destinato per le scuole, cito 1' ultima edizione perchè
migliorata ed accresciuta. L'idea di quest'opera non è affatto nuova, giacché
prima i tedeschi, e poi i PP. Scolopi ce ne avevan dato l'esempio : ma non
poca lode devesi al Gatti per aver introdotto quest'utile libro anche nelle
nostre scuole. I temi sono graduati ; dalla nozione di una semplice proposi-
zione si arriva a quella di un lungo periodo quale può tradursi dalle classi
dell'alta grammatica,- hanno per argomento un fatto storico, o una verità
morale, e sono quasi tutti tolti da classici autori. Sotto a ciascun tema trovasi
poi il corrispondente latino di quelle voci italiane la cui versione propria,
pura, precisa, sarebbe impossibile a un alunno di grammatico, e forse anco
— tu —
alla maggior parte dei professori. Al libro va innanzi un corso compendiosa
di grammatica.
— Parole proferite sul feretro nelle esequie del Prof. P. Con-
trucci.
Stanno nell'opuscolo « Nelle funebri onoranze ec. Pistoia, 1859, in 8° ».
— Iscrizioni per l'erezione del monumento al Card. Nic-
colò Forteguerri. Firenze, Cellini, 1863, in fog.
— L'ultimo addio degli amici nella esequiale onoranza resa
al Priore Domizio Sgrilli. Pistoia, Rossetti, 1864, in 16.°
— Parole dette sul feretro nelle esequie del Prof. Cesare
Bartolini.
Stanno nella raccolta funebre stampata per la morte del Prof. Ccs. Bartolini.
Pistoia, 1872, in I6.0
Gcrbi Evangelista.
V. Marcellino P. Evangelista.
fieri»! Ranieri.
De Mundi Sistemate, Dissertatio. Pisis, Raffaelli, 1789,
in 4.°
Pag. VIH-456, e due tavole. Questa dissertazione, privata della parte mate-
matica, era stata letta per l'inaugurazione della cattedra di fisica, nell'Uni-
versità di Pisa, a cui fu assunto il Gerbi nel 4789. Si veda in proposito un
notevole articolo nel Giornale dei Letterati di Pisa, n. 74, a. 4789.
— Lettera al D. Attilio Zuccagni contenente la descrizione
di un nuovo insetto. Firenze, Cambiagi, 1793, in 8.°
Estratta dal sud. Giornale, a. 1793, L'argomento fu poi trattato più ampia-
mente nel seguente lavoro :
— Storia Naturale di un nuovo insetto. Firenze, 1794, in
8.° con tav.
— La stessa. 2a ed. arricchita di aggiunte. In Venezia,
1795, presso Sebastiano Valle, in 8.
— Per le faustissime nozze dei nobili signori Tedice Maz-
zinghi e Giulia Peruzzi, Sciolti. Firenze, 1795, in 8.°
— 205 —
— Sulle rotte dei fiumi, considerazioni. Pistoia, Bracali,
1807, in 8.0
Fu riprodotta nel voi. 1, pag. 1-93 degli Atti dell'Accademia Pistoiese, tom. 1.
— Elementi di Fisica. Pisa, Prosperi, 1818-1819, voi. 3.
in 8.0
— Corso Elementare di Fisica. Pisa, Capurro, 1823-1825,
voi. 5, in 8.°
— La stessa. Ivi, 1833, voi. 5, in 8.°
— Necrologia di Alessandro Volta.
Nel Nuovo giornale dei Letterati di Pisa, t. XIV.
11 Prof. Ranieri Gerbi nacque alla Chiesinanel 1763: fu professore di Matema-
tiche e poi di Fisica nella Università di Pisa, e in quell'ultimo ufficio spe-
cialmente co'suoi utili trattati contribuì molto a recare l'istruzione a livello
delle nuove scoperte della scienza. Morì nel 1839.
Gherardini Ciào. Batta.
Orazione detta dal P. Gio. Batta Gherardini uno dei fra-
telli della Compagnia dello Spirito Santo per la promozione
al cardinalato di Giulio Rospigliosi. In Pistoia, Fortunati,
1657, in 4.o
Raro.
€rheri IIon§. Cosimo.
Lettere Italiane.
Due lettere stanno nella raccolta intitolata Lettere volgari di diversi nobilis-
simi uomini. Venezia, Aldo, 1545, ristampata poi dallo stesso Aldo, negli anni
1548-1550: e si trovano pure nell'altra raccolta fatta da Bartolomeo Zucchi,
Venezia, 1595, parte prima. Sono ambedue dirette a M. Benedetto Ramberti,
Segretario del Senato veneto, e custode della libreria di S. Marco ; la prima
colla data di Padova de' 18 Agosto 1534 ; la seconda pure da Padova in data
31 Agosto 1536. Altre lettere in numero di cinquantadue si pubblicarono in
appendice alla vita che del nostro Cosimo scrisse Mons. Lodovico Beccadelli,
e che è stampata nell'opera intitolata Monumenti di varia letteratura traili
dai manoscritti di Mons. Lodovico Beccadelli Bologna. 1797, in fol. (per cura
del Can. Gio. Balta. Morandi), Queste lettere, tutte autografe, tranne le ul-
time due, erano tra i ms. dello stesso Beccadelli: cominciano dalla seconda
festa di Pasqua del 1552, e vanno fino al 20 Agosto 1537, tempo nel quale
il Beccadelli partissi di Roma e si portò a Fano per assistere il suo amico
— 206 —
Cosimo gravemente infermo. Una sola fra esse degli 8 Marzo 1534, è diretta
a Messer Carlo Gualteruzzi procuratore della Penitenzieria in Roma; tutte
le altre sono dirette a Lodov. Beccadelli; ma tre, la prima de' 19 di Gen-
naio, la seconda de' 15 Marzo, e la terza de' 10 dello stesso Marzo sono co-
muni tanto al Beccadelli quanto a Messer Alvise Prinli, patrizio romano, poi
vescovo di Brescia.
- — Lettere latine.
Sono in numero di 9 e stanno tra le Epistolae Clarorum Virorum seleclae ec.
Venetiis, Paolo Manuzio, 1550, in 8: ristampate poi a Venezia, per il Guerri,
1568, e a Colonia, nel 1586.
Una è diretta al Pont. Paolo III, tre al suddetto Bened. Rambardi, una al
card. Contarmi, una al Card. Teatino, una a Pietro Carnesccchi, un'altra a
Giammatteo Giberli Vesc. di Verona, una a Bernardino. Le ultime tre sono
senza data.
— Tractatus de duplici lumino.
Inedito. Quest'opera era un tempo fra i manoscritti di Mons. Beccadelli ; ora
è smarrita; rilevasi però dalla vita che egli scrisse del Gheri, come questi
era per inviarla a Messer Donato Rullo, e che il Rullo doveva a sua volta
passarla a Don Gregorio Cortese, che poi fu cardinale.
— Proemio alla Fisica d' Aristotile, tradotta in lingua ita-
liana.
Di questa traduzione, forse perduta, così scrive Mons. Gheri da Padova al
Beccadelli nel dì 6 Decembre 1555 « Della Physica (d'Aristotile) vi so dire
che mi pare d'aver inteso il proemio et per applicar meglio a me medesimo
il mio concetto non solo lo ho scritto, ma etiandio l'ho scritto in volgare,
et poco meno che in volgare boccaccievole ».
— Epitome della Priora d'Aristotile.
Che il Gheri scrivesse quest'operetta ce lo manifesta una sua lettera al Bec-
cadelli in data del 22 Marzo 1557, che dice : « Ho letto già tutta la Priora,
et fattoli sopra epitome, ma non già da mandarvela, che sono intelligibili a
me solo. » Per Priora poi intendesi, credo, prima filosofìa, ovvero metafìsica.
— Meditazioni sopra gli Evangeli.
Anche quest'opera, rimasta imperfetta pur la morte dell'autore, si conser-
vava un tempo presso il ridetto Mons. Beccadelli. Ora è dispersa. Di Cosimo
Gheri, che fu vescovo di Fano, e morì in giovane età nel 1557, vedasi la
vita che ne scrisse Mons. Beccadelli di sopra ricordato, VItalia Sacra del-
l' Ughelli, ed altri.
aitisi aneli Fulvio.
Gli Amorosi Travagli, Commedia. Firenze, Giunti, 1609.
in 12.°
— 207 —
Ghirlandi P. Francesco Ilaria.
La sconfitta delle armi ottomane si ascrive alla Vergine del-
l'Umiltà, Inno. Firenze, alla Condotta, 1683, in 4.°
Va sotto il nome di Ferdinando Ghirlandi, essendo stato scritto dall'autore
prima che egli entrasse nell'ordine dei Minimi di S. Francesco di Paola, nel
quale assunse il nome di Ferdinando Maria.
— Ghirlanda d' affetti poetici al Sacro Cuor di Gesù. In
Pistoia, nella stamp. di S. Gatti, 1702, in 4.<>
Con antiporta in rame. La Ghirlanda, dedicata al Granduca Cosimo III, si
compone di 109 sonetti; vi sono poi due sonetti in principio al Grand. Co-
simo, ed altri due sonetti ad Alessandro Marchetti, uno in principio col
quale l'autore lo prega a correggergli queste rime, l'altro in fine per rin-
graziarlo della fatta correzione.
— Ghirlanda d'affetti poetici al Sacro Cuor di Maria. Pi-
stoia, Gatti, 1704, in 4.°
Con antiporta in rame. Ed. dedicata a Cosimo III. I sonetti sono 111, ai quali
vanno innanzi, come nella opera precedente, varie rime in lode dell'autore.
— Corona poetica di dodici stelle all' incoronazione della
Madonna dell'Umiltà di Pistoia. In Lucca, 1716, in 4.°
— Espressione d'affetti risvegliati dal desiderio della Na
scita di Gesù ec. In Pistoia, nella Stamp. Gatti, 1717,
in 12.o
— Poesie Sacre e Morali. In Firenze, nella stamp. di MìcIj.
Nestenus, 1723, in 16.°
Pag. 418, ed una carta in fine non num. con una stampa allegorica dopo il
frontespizio. Le poesie contenute in questa raccolta, meno qualche canzonella
sparsa qua e là, sono tutti sonetti. Vedi il Giornale dei Leu. d'Italia, l. XXXV,
pag. 429.
— Discorso Accademico sopra l'amor di Dio verso di noi,
del nostro verso di Lui, del prossimo, e verso di noi. In Fi-
renze, per i Tartini e Franchi, 1725, in 4.°
— Meditazioni sopra quaranta Salmi di David in rima
lirica, e quindici Discorsi morali in stile accademico. Pi-
stoia, Gatti, 1725, in 4.°
Della traduzione de' Salmi n' era stato dato un gaggio critico nell'opera stam-
pata dal P. Zaccaria col tìtolo : Saggio critico della corrente letteratura tira-
— 208 —
nitre, Modena, 1756. È citata pure dal Fabrini nella sua opera VoCum Da-
vidicum, Amburgi 1729, ma egli per errore dice l'autore dell'ordine dei Mi-
nori. Il P«»itoni poi non seppe dire se questa traduzione era stampata, o no.
1 Discorsi Morali con nuova antiporta, e numerazione cominciano dopo la
pag- 128.
Giacomelli AIoiis. Michelangelo.
Canzone « Qualor nell' alma rallentarsi io sento.
»
Sta a pag. 38 della Raccolta di Poesie per la solenne Coronazione della Sa-
cra Immagine di Maria Vergine nostra Signora intitolata dell' Umiltà di Pi-
stoia, Pistoia 1716, appresso Stefano Gatti, in 4.° Questa robusta Canzone,
come la chiama il Bindi, valse a meritare al nostro autore la stima di Mon-
signor Forteguerri.
— Informazione Storica delle differenze tra la Sede Apo-
stolica e la Real Corte di Savoia.
Trovasi nel volume primo, parte prima dell' opera ntitolata « Ragioni della
Sede Apostolica nelle presenti Controversie colla corte di Torino, ( Senza
luogo ), 1752, Voi. 2, divisi in 4. parti ». L' informazione occupa CCLII pa-
gine, senza i copiosi documenti. Molte altre dotte e lucide scritture fece il
Giacomelli in difesa degli interessi della Chiesa romana, implicata allora in
molte difficoltà sì in casa che fuori. Egli aiutò pure il Card. Fabbroni nella
compilazione della celebre Bolla Unigenitus ; ma però non abbiamo a stam-
pa che la memoria da noi citata, opera molto laboriosa sì per la forza del
raziocinio, come per la copia de' documenti.
— Micbaelis Angeli Giacomelli Prologi in Terentium ab
Antonio Matani illustrati. Pistorii, apud. A. Bracalium, 1777,
in 8.0
Pagg. XXIV-CC. Sono dedicati al Card. Ignazio Boncompagni, e preceduti
dalla vita dell' autore, scritta dal Matani, e che è cosa affatto diversa dal-
l' elogio che del Giacomelli aveva già pubblicato. Questi prologhi furono
scritti dal nostro Giacomelli per una società di giovani che diretti dal ce-
lebre Francesco Maria Lorenzini esercitavansi a recitare nel testo originale
latino, le commedie di Terenzio e di Plauto, a fine di apprendere in esse l'e-
leganze latine. E non solo i prologhi delle commedie scriveva il Giacomelli,
ma anche i cartelloni al pubblico (quasi fosse quello degli Scipioni). come già
il Poliziano al tempo di Lorenzo il Magnifico. I prologhi furono dapprima
stampati in fogli volanti, co' tipi del Bernabò, del Zempel, ed anco colle com-
medie da recitarsi; e parte giravano manoscritti per le mani degli eruditi.
Ma forse alcuni andarono smarriti, massimamente i Plautini, di cui qui non
si ha se non l'annunzio del Pseudolo che dove a recitarsi coli' Eaulontimoru-
mcno di Terenzio.
— 209 —
— Orazione in lode delle Belle Arti recitata in Campido-
glio. Roma, 1739, appresso G. M. Salvioni, in 4.°
Sta a pag. 25 dell'opera intitolata « Delle Lodi delle Belle Arti, orazioni e
componimenti poetici recitati in Campidoglio ec. » , e nel voi. IV delle « Prose
degli Arcadi, Bologna, 1754 ». In questa orazione dopo aver dimostrato
che la pittura e la scultura hanno la lor perfezione dalla Geometria e dalla
iilosofla, dichiara elegantissimamente tra le altre cose, che dalla scienza dei
costumi ricevono esse le note, i caratteri delle varie nature degli uomini,
e tutto quel decoro che nasce dal gesto, e dal movimento. (Fabbioni, Elogi).
— Giornale dei Letterati pubblicato col nome di novelle
letterarie oltramontane dall'anno 1742 sino al 1760. Roma,
Pagliarini.
Insieme al Giacomelli n'erano compilatori l'Ab. Gaetano Cenni pistoiese, e
l'abate Petroni. Gli articoli di Mons. Giacomelli sono nel voi. dell'anno 4745'
a pag. 202-205: — in quello del 4 746 a pag. 55-51; 65-80; 169-186; 550-
352 ; 52-60 ; 101-112 ; 234-241 ; 285-296 ; 245-252 ; 255-254 ; 403-410; 195-
207; 255-265; 266-276; 276; 277-280; 281-284; 317-550; 555-360; 585;
593-596; 596-402; 410-416: — nel voi. del 1747 a pag. 105-125.
— Prosperi Cardinalis Lambertini, postea Benedicti XIV
P. M. Commentarii duo de Domini nostri Iesu Cbristi Ma-
trisque eius festis, et de missae sacrificio, retractati atque
aucti. Ex italico in latinum sermonem vertit Michael An-
gelus Giacomelli ex intimis autoris capellanis. Patavii, 1745,
typis Seminarii, apud Ioannem Manfrè, in 4.o
— De Paulo Samosateno deque illius dogmate et heresi.
Romae, 1741, apud fratres Palearinos, in fol.
— Interpretatio Graecae Inscriptionis. Romae, 1748, in 4.°
— Di Caritone Afrosideo de' racconti amorosi di Cherea e
di Calliroe libri otto tradotti dal greco. Senza luogo di
stamp. 1752, in 4.° piccolo
Questa edizione bellissima per la carta e per i caratteri è senza luogo, ma
fu stampata in Roma sotto gli occhi dello stesso traduttore. La dedicatoria
A sua Eccellenza la Sig. D. Agnese Colonna Borghese Principessa di Sulmona,
Rossano ec. sebbene sia a nome del tipografo, sembra scritta dal tradut-
tore, e versa sulle lodi di questo romanzo, che niente, dicesi, contiene che
recar possa la minima offesa agli animi più teneri della delicata mode-
stia. La traduzione è nuda di commenti e senza testo, perchè egli la riser-
bava per una splendida edizione greco-latina-italiana, disegnata dal Lami, e
Capponi, Bibliogr. Pisi. 14
— 2*0 —
che poi non ebbe effetto; ma fu tenuta dagli ellenisti in gran pregio di esat-
tezza. Fu fatta sulla edizione che di questo greco romanzo vide la luce la
prima volta in Amsterdam nel 1730, per cura del Reischio, e del Dott. D'Or-
ville sopra un codice della Badia di Fiesole, copiato dal Salvini e dal Coc-
chi, e da essi donato a' que' dotti ellenisti. Il Giacomelli corresse pure molti
errori in cui era incorso il Reisckio, la cui versione latina non avea corri-
sposto, dice Mons. Bindi, alla fama dell'uomo. Di questa traduzione possono
consultarsi le seguenti opere: Algarotti, op. tom. XIII: — Paitoni, Bibliot.
voi. 1, pag. 200: — Federici, Degli Scrittori Greci, volg. pag. 34G : — Gamba,
Serie, Vcn. Gondoliere, pag. 595: — Antonioli, Giornale di Firenze, voi. XX,
ed altri.
— La stessa. Roma, 1756, pei Fratelli Pagliarini, in 4.°
Seconda edizione, migliore dell' antecedente. La dedicatoria a nome dello
stampatore è scritta dal traduttore : infatti scrivendo all' Algarotti, « Vi
mando, dice, due esemplari del Carilone. Questa è la seconda edizione ro-
mana. L' ho ritoccata in due o tre luoghi. Quel che ne fece 1' edizione
volle che io gli distendessi la dedicatoria, ed ebbe V impertinenza di esi-
gere da me 1' altra impertinenza eh' io lodassi il libro, e lo lodassi cosi
come 1' ho lodato. Sono stato in dubbio se doveva mandarvelo senza quella
dedicatoria, che sapendo di averla scritta io mi fa arrossire ».
— La stessa. Venezia, 1755, presso Luigi Pavini.
Dice 1' editore che il greeo, mercè dell' esperto traduttore, nel perdere le at-
tiche venustà, fece acquisto delle gentilezze toscane.
— La stessa. Parigi, 1781, per Pissot e Barrois, in 4.° grand.
Magnifica, ma scorretta edizione nella quale sta innanzi il nome del tra-
duttore. Vi hanno esemplari in carta d' Olanda, dei quali uno un tempo fra
i libri di Gaetano Poggiali, ora sì conserva nella Bib. Nazionale di Firenze.
■ — La stessa. Crisopoli, (Firenze) 1814-1816, in 8.° grand.
Elegante edizione, che fa parte della raccolta degli Erotici Greci, di cui
forma il voi. 3. Sebastiano Ciampi vi premette alcune notizie biografiche
del traduttore.
— La stessa. Firenze, 1833, per Passigli e Soci, in 8.°
È compresa nel volume degli Erotici Greci.
— La pace Universale, componimento per musica celebran-
dosi in Roma le feste per la nascita del Serenissimo Duca
di Borgogna dal Duca di Nivernois ambasciatore del Re Cri-
stianissimo. Roma, 1751, per A. M. Salvioni, in 4.°
— Prometeo legato, tragedia d' Eschilo, volgarizzata e con
annotazioni sul testo greco illustrata. In Roma, 1754, nella
— 21 1 —
Stamperia di Palìade, appresso Niccolò e Marco Pagliari-
ni, in 4.°
Pagg. VHI-12S. È dedicata al Card. Girolamo Colonna con lettera senza data, alla
quale succede un' erudita prefazione, e due diversi argomenti. A fronte poi
de'la versione, evvi il testo greco. Questa e le altre traduzioni del Giaco-
melli ebbero molte lodi di grandissima fedeltà non disgiunta da stile fa-
cile ed elegante. I versi però del Prometeo, sembrano in molti luoghi assai
fiacchi, e troppo lontani dal ritrarre la sublime rozzezza del testo ; colpa
più del tempo che sua, essendoché il verseggiare d' allora, dice il Bindi,
non era di miglior tempra anche in quelli che avevano grido di buoni poeti.
— Elettra di Sofocle volgarizzata ed esposta. Roma per
Niccolò e Marco Pagliarini, 1754, in 4.°
È dedicata dal Giacomelli al Cardinale Neri Corsini con una bella lettera
senza data, alla quale seguono due diversi argomenti alle tragedie. La tra-
duzione è in versi sciolti, ed ha il testo greco a fronte, non senza copiose
ed erudite annotazioni, le quali possono riguardarsi come un pregevole com-
mentario a questa tragedia. Secondo V Algarotti l' autore avrebbe voluto ri-
stamparlo con miglioramenti (V. Algarotti, op. tomo Xìiì, pag. 561, in nota).
— Di S. Giovanni Crisostomo del Sacerdozio libri VI vol-
garizzati e con annotazioni illustrati. Roma, per Giuseppe
Collini, e Benedetto Francesi, 1767, in 4.°
Il Giacomelli dedicò questo suo stimato volgarizzamento a Mons. Marc' An-
tonio Colonna prefetto del Sacro Palazzo Apostolico con sua lettera senza
data, alla quale succede un' erudita prefazione. Il volgarizzamento ha il te-
sto greco a fronte. Delle dottissime annotazioni alcuno sono dirette ad il-
lustrare il testo, altre appartengono alla fede cattolica, molte sono di sacra
erudizione, e moltissime contengono particolari documenti, singolarmente per
quelli che nella Chiesa occupano i primi posti. In fine vi sono le varianti
del testo greco tratte dal celebre codice posseduto già dal Card. Passionei.
Questa ediziono fu citala dalla Crusca nella quinta impressione del Vocabo-
lario. Il Paitoni registra un « Omelia di S. Giovanni Grisostomo ad istruzio-
ne degli Ecclesiastici, messa in italiano da Mons. M. Angelo Giacomelli »,
ma egli fu indotto in errore da una poco esatta relazione avuta dal Baldi-
ni, il quale voleva certamente informarlo della traduzione del Sacerdozio,
uscita appunto in quel tempo.
— La stessa. Prato* per Ranieri Guasti. 1852, in 12.°
Edizione procurata dal chiariss. Enrico Bindi, il quale vi premise una dotta
prefazione, dove più specialmente discorre di quest' opera del Grisostomo ;
ed una notizia di Mons. Giacomelli, nella quale racconta quanto è necessa-
rio a conoscersi della vita di quel celebre letterato, a complemento di quanto
ne scrissero già il Matani, il Fabbroni, il Lombardi, il Verri, il Ciampi,
ed altri. Dell' avere poi scelto per una ristampa questa versione, a prefe^-
— 212 —
renza di quella più elegante del Pederzini-Cavazzoni, il Bindi ne da questa
ragione : « Noi le abbiamo data la pccferenza, non tanto perchè facile, pia-
na e fedelissima al testo, quando per le dotte ed utili note ond' è arricchi-
ta ». Nondimeno osserva che sebbene questa traduzione abbia avuto l'onore
di essere citata nella quinta impressione del Vocabolario della Crusca, pure
non può negarsi che non lasci qualcosa a desiderare rispetto alla correzio-
ne della lingua e alla efficacia dello stile.
- — Sancti Patris nostri Modesti Archiepiscopi hierosolymi-
tani Encomimi! in dormitionem Sanctissimae Dominae no-
strae Deiparae semperque Virginis Mariae. Romae 1760,
excudebat Fr. Franzesi et Caietanus Paperi, in 4.°
Ha il testo greco, e la traduzione latina del Giacomelli.
— Philonis Episcopi Carpasii enarratio in Canticum Can-
ticorum. Graecum textnm adhuc ineditiim, quamplurimis in
locis depravatum emendavit et nova interpretatione adiecta
nunc primum in lucem profert Michael Ang. Giacomellius
Archiep. Calcedonensis. Romae, 1772, apud Bened. Franze-
si, in 4.°
— I quattro libri di Senofonte dei Detti Memorabili di
Socrate nuova traduzione dal greco con note e variazioni
di Alessandro Verri. Brescia. 1806, per Niccolao Bettoni,
in 8.°
Il Manoscritto di questa traduzione a cui il Giacomelli sorpreso dalla morte
nou aveva potuto dare 1' ultima mano, fu dagli credi di lui venduto al Con-
te F. M. Melzi, Duca di Lodi, il quale lo affidò al Verri perchè lo pubbli-
casse. Questi vi premise una bella prefazione, dove discorre dei pregi del-
l' opera e del traduttore di essa, di cui pregia assaissimo questo e gli altri
lavori. Alle note premise questa modesta avvertenza : « Sembra che il chia-
rissimo traduttore Mons. Giacomelli non avesse dato 1' ultima mano a qnesto
seritto, e però si ardisce di farvi sopra qualche osservazione ». Peraltro al
Lucchesini (Illustraz. delle Lingue, tom. II, 115) non pare che il Verri av-
vertisse tutte le inesattezze. « Non felice, egli scrive, in tutte le sue parti
panni questa versione, che forse non fu 'dall' autore emendata ,* il chiariss.
editore nelle note ne ha indicati alcuni errori, ma non tutti. » Di questa
edizione si hanno alcuni esemplari in carta distinta, dei quali uno è ricor-
dato nel Catalogo Poggiali.
— Versi per la ricuperata salute del Ke di Portogallo, pub-
blicati dal Gommend. Zampaio.
Sono ricordati dal Malani, senza notare dove e quando furono stampati.
— 213 —
— Lettere.
Se ne trovano alcune nella « Raccolta di Lettere Familiari » stampata nella
Collezione dei Classici Italiani. Milano, 1850, in 8.°
— ■ Traduzione delle Commedie di Aristofane.
È inedita. Il Verri da contezza di tal lavoro con queste parole : « Lasciò
(t fra' suoi manoscritti anche la intiera versione delle commedie di Aristo-
« fané, con note. Il Cardinale Zclada spagnuolo, egregio fautore delle let-
« tere, 1' acquistò dagli eredi del defunto prelato, e poi nel suo testamento
« la lasciò in legato con altri manos. da lui splendidamente adunati, al ca-
« pitolo di Toledo. Ora tal volume giace dove la nostra lingua non eccita
« desiderio di gustarla. » (V. anche il Federici, Degli scrittori greci volga-
rizzati.)
— Adnotationes in S. Epiphanii Commentatarium in Can-
ticum Canticorum editum Romae anno. 1750 a Fr. Foggini.
Questa e le seguenti opere del Giacomelli sono tuttora inedite.
— Copia di una catena greca che contiene un commenta-
rio sul vangelo di S. Matteo.
— Dissertazione sulla Filosofia Morale.
— Discorso sulla forma dell' anno e dell' antico calenda-
rio romano.
— Della Dea Egeria, Discorso.
— Dissertazione sul Circo e sui giuochi Circensi.
— Del Voto dei Dieci, discorso.
— Del metodo per apprendere la lingua greca, ragiona-
mento.
— Delle Leggi dei Plebisciti, Discorso.
— Philosophica et mathematica varia.
Così ricordale dal Matani nella sua opera De Philosophicis pisloriensium sludiis.
Augustae, 1764-, in 4.o
— Iscrizioni latine nella beatificazione di Giuseppe da Leo-
nessa, Fedele da Sigmarigna, Pietro Regalato e Caterina
de' Ricci.
— Lettere.
Alcune diritte al Padre Guido Grandi erano presso i PP. Camaldolesi di Pi-
— 214 -
«a: dieci dirette a Mons. Fabroni sono nella Biblioteca dell'Università di
Pisa : tre dirette al Lami nella Riccardiana di Firenze : due a Liborio Ve-
nerosi filippino nella Fortcguerriana di Pistoia.
Michelangiolo Giacomelii nacque in Pistoia nel Settembre del 1695, e morì
in Roma nell' anno 1774. Gran letterato e sommo grecista, fu anche impie-
gato in molte incombenze da alcuni pontefici. Clemente XIII lo elevò alla
carica di segretario delle lettere latine de' Brevi a' Principi, Canonico di
S. Pietro, e quindi lo creò Arcivescovo di Calcedonia, oltre ad avergli accor-
dato molti altri onori e privilegi ; ed è molto probabile che lo avrebbe anco
insignito della porpora cardinalizia, se la morte non avesse troncato il filo
della vita di quell' ottimo Pontefice.
Scrissero del Giacomelli, — A.° Ant. Matani che ne pubblicò un prolisso
Elogio, Pisa, 1775 : 2. da questo lo stesso Matani trasse Una biografia lati-
na più concisa, pubblicata co' Prologi in Terentium, Pistoni, 1777 : — 3.°
Ang. Fabbroni negli Elogi d' illustri Italiani, Pisa, 178G e 1780, voi. 1. pa-
gine 114-152 : — Il Lombardi nella continuazione al Tiraboschi, Ven. 1855,
voi. IV, pag. 246 : — 5. Sebastiano Ciampi nel voi. Ili degli Erotici Greci
volg. Crisopoli, 1814-1816 : — 6. Il Verri nella prefazione ai Detti memora-
bili di Socrate, Brescia, 1806 : — 7. G. Arcangioli nella Biografìa degli Ita-
liani illustri, pubblicata da E. Tipaldo, Ven. 1834-1841, toni V, pag. 458: —
8. Enrico Bindi che ne premise una Notizia Biografica al volgarizzamento
del Sacerdozio di S. Gio. Grisostcno, Prato, 1852 : — 9. Inoltre molti scrit-
tori contemporanei ne fecero onorevole menzione, come il Paitoni, 1' Arge-
lati, il Pacìaudi, il Zanobetti, lo Stay e più altri : — 10. Fiaalmcnte il Gior-
nale di Trevoux (Mcmoires pour servir a 1' histoire des sciences et des
beaux arts) ; la Storia letteraria del P. Zaccaria : il Giornale di Firenze del-
l' Adami ; le Novelle letterarie ; il Giornale Pisano ce.
Gianni Antonio.
Lezioni di Geologia e Mineralogia esposte secondo i pro-
grammi ministeriali. Pistoia, Bracali, 1872, in 12.°
Pag. 87 compreso il frontespizio, una breve prefazione, e carte due in fine
bianche. Il Dolt. Enrico Poggiali confutò in qualche parte questo lavoro,
col suo scritto « Crosta del globo e rocce. Pistoia, Tip. Nicccolai, 1872 ».
— Meteore Acquee. Pistoia, Niccolai, 1874, in 8.°
Pagg. 8. È tiratura a parte dal Piccolo Ombrane, giornale del Comizio Agrario
di Pistoia.
Giannini Giuseppe.
Inno al tempo, ottave umiliate al merito del Sig. Pietro
Strambi di Livorno in occasione delle sue felicissime nozze
— 215 —
colla nobil donna la Sig. Alessandra Rospigliosi di Pistoia.
In Pistoia, 1800, per Vincenzo Manfredini, in 4.°
Pagg. 12. La lettera dedicatoria a Pietro Strambi è firmata G. L. 0. B. Del
Giannini trovansi rime in molte raccolte, ma sono di poco pregio.
GSannoUi Girolamo.
Prediche nuovamente venute in luce dal R. P. F. Girolamo
Savonarola da Ferrara dell' Ord. dei FF. Predicatori sopra
il Salmo Quam bonus Isdrael Deus predicate in Firenze
in S. Maria del Fiore in uno Advento nel MCCCCXCIII,
dal medesimo poi in latina lingua raccolte e da Fra Giro-
lamo Giannotti in Pistoia in lingua volgare tradotte. Ve-
nezia, 1528, in 8.0
Gier£ lineciizo.
Il Pater Noster ridotto in dieci non men devote et pie me-
ditazioni che efficaci orationi, con altre orationi simili ec.
In Bologna, appresso Fausto Bonardo, 1587, in 12.°
Car. 122 non comprese carte 4 in principio, e & hi fine senza numerazione,
ed ha lettera dedicatoria a Mons. Ottavio Abbioso Coadiutore di Pistoia.
— Ghirlanda della B. V. Maria. In Bologna, 1587, in 12.<>
— Discorsi sui Vangeli della Domenica. Bologna, 1593,
in 12.o
Vincenzo Gieri, da alcuni detto per errore Gheri, è di Pupiglio, antica terra
della Montagna pistoiese. Di lui può vedersi oltre il Dondori, il Marraccio
nella Biblioteca Mariana, ed altri.
Gligi Ercole.
Manifesto a gloria di un medico pistoiese contro un altro
del Valdarnodi sopra. Lucca, per Gio. Dom. Frustarella,
senz'anno, (ma 1797), in 8.°
— Trattato di Terapeutica.
Manoscritto Cart. in A.° nella Biblioteca Forteguerri, seg. di n. 119.
— Rime.
In molte raccolte, fra le quali sono a mia conoscenza le seguenti ; Per le
— 216 —
nozze Rospigliosi-Nencìni, Pistoia, 1792 : — Per le nozze Rossi-Buonfanti,
Ivi, 1801: — Per le nozze Fiorineschi-Cartoli, Ivi, 1802: — Per la venula
in Pistoia di S. A. I. e R. Elisa ec. Ivi, 1809.
Giovanni da Pistoia.
La Gioia, commedia molto dilettevole et ingegnosa del giu-
dizioso M. Giovanni da Pistoia cittadino fiorentino, rappre-
sentata in Fiorenza in Palazzo del Sereniss. Gran Cosimo
de' Medici D. di Fiorenza, Tanno 1550. In Venetia, presso
Giambatista Ciotti, 1586, in 8.
Varie commedie dilettevoli e ingegnose scrisse questo nostro autore, due
delle quali furono dal Grand. Cosimo fatte recitare nel sao ducal palazzo.
Ma essendo uomo al tutto alieno dalle glorie mondane, non si curò mai di
mettere cosa alcuna delle sue alle stampe. Questa sua commedia però tro-
vandosi in mano di Francesco Ferrante fiorentino, cugino dell'autore, dopo
la morte di lui la fece stampare. (V. Quadrio', tom. 3, pag. 91.)
— La stessa. Venetia, per Niccolò Moretti, 1585, in 8.°
— Eime.
Nei Canti Carnascialeschi. Cosmopoli (Lucca, 1750) in b°, Voi. 2.
Girolamo da Pistoia.
Vedi: Finugi Fr. Girolamo.
Grodemini Vincenzo.
Illustre Giureconsulto elettore di diritto nella pisana università, nato nel ISOo.
Fece anche parte della celebre accademia Fiorentina di cui fu eletto Con-
sole nel 1856 (V. Salvini, Fasti Consulari.) Il Card. Ippolito De Medici lo
nominò Protonotario Apostolico, cavaliere a spron d'oro, e Conte Palatino.
Secondo il P. Zaccaria pubblicò Adnotationes in Commentarios Nicolai Accolti;
e Adnotationes in Zabarellae Card. Commentarios ad Clemenlinas.
Qodemini Cesare.
Epistola Mathematica ad Hieronimum Tambuccium.
Sotto il pseudonimo di Mario Ceniga. L'Autore scrisse questa lettera nel 1711
a richiesta del P. Guido Grandi suo maestro,
— Mathematica varia.
MS. un tempo in Casa Franchini-Taviani, dove si conservano pure certe os-
servazioni meteorologiche dall'autore fatte in Pistoia.
— 217 —
— Istituzioni di Dialettica secondo il sistema del Dott. Ma-
lebranche.
È ricordala dal Matani nella sua opera De Philosophicis Pistoriensiutn studiis,
Augustae, 1764, in -4.°
« — Discorsi detti nella Sala del Comune di Pistoia alle au-
torità convenute per le Feste del S. Iacopo, nel 1745.
Manoscritti nella Bibliotect Forteg. Cod. Misceli. 387. '
— Discorso sopra i luoghi pii e laicali.
Nella suddetta Biblioteca, Cod. misceli. 588.
— Discorsi detti all'Accademia dei Risvegliati negli anni
1725, 1726 e 1729.
Nella medesima Biblioteca, cod. mis. 341.
— Compendio della Storia di Pistoia.
Manoscritto nella Bibliot. sopra ricordata, cod. misceli. 378. Nei cod. 187 si
trovano anche poche rime di questo autore.
— Lettere.
Nella Biblioteca Comunale di Siena. Sono dirette a Uberto Benvoglicnti, e
contengono notizie sugli antichi statuti di Pistoia, intorno ai quali il Godc-
mini aveva fatto molti studi con animo di pubblicarli, ciò che fecero poi il
detto Benvoglienti nell'opera Antiquatates Iialiae Medìi Aevi del Muratori
(Mediolani, 1741, toni. 4), e quindi il P. Zaccaria gesuita nella sua raccolta
intitolata Anecdolorum Medìi Aevi (Aug. Taur. 1755, in fol.) Cesare Godemini
nacque in Pistoia da Girolamo Godemini, e di M. Maddalena Marchetti nel
di 8 Ottobre 1688 : morì nel 1747. Fu, dice il P. Zaccaria, « vir non solum
jurisprudentiae, qua in facultate doctoris lauream fuerat consequutus, sed
etiam Pocseos, ac Mathematicarum disciplinarum peritissimus, ut quos reli-
quit Mss. libri testantur ». Ma più che perle doti della mente il suo nome
è caro e venerato tra noi per le doti del cuore, avendo egli fondato l'orfa-
notrofio maschile, al quale lasciò poi morendo il suo patrimonio. Una as-
sai prolissa notizia biografica di questo nostro concittadino scritta da incerto
autore contemporaneo si conserva nella Biblioteca Forteguerri, nel cod.
misceli. 541, nel quale trovasi anche il suo testamento, assai interessante
per le molte notizie che contiene della sua famiglia.
arassi Francesco.
Risposta ai sette quesiti concernenti la peste bubonica ec.
Pistoia, Tip. Gino, 1843, in 8.°
— Sulla Peste e sulle Quarantene, fatti e pensieri, con ap-
pendice. Genova, Tip. dei Sordo-Muti, 1852, in 8.°
— 218 —
— Relazione e Riflessioni sopra il Cholera indiano che ha
regnato in Egitto l'anno 1818. Napoli, Tip. del Filiatre
Sebezio, 1848, in 8.<>
Francesco Grassi fu medico assai distinto; nato nel 4787, morì nel 1869. Ne
scrisse la biografia Giuseppe Tigri. (Pistoia, Tip. Bracali, 1871, in 8.°)
Grilli Amadorc.
Novella travagliata d' amore composta per Amadore Grilli
pistoiese. Lucca, (Busgrado), s. anno, in 8.°
È in ottava rima. « Livrct tres rare imprimé vcrs ISSO, et que nons n'avons
mentionne né dans le Manuel ni dans le Bibliografìa delle Novelle par Gamba,
, ni dans la Notizia dei Novellieri par Borromeo. C' est l'originai de la piece
deShakspearc intitulè le Marchand de Venise. » (Cat. Libri del 1847. n. 1427,)
GnalfìrediBGci Landino.
Oratio de Passione Domini, ad Paulum V Pont. Max. Ro-
mae, 1606, in 8.0
— Hieromeniae, sive Sacrorum Mensium de Sanctis quorum
memoriam singulis anni diebns chatholica Ecclesia vene—
ratur. Romae, apnd haered. Barth. Zanuctti, 1622, pars
prior; Romae, apui Iacob. Mascardi, 1625, pars posterior,
in 8.
In vari metri ora eroici, ora elegiaci e spesso giambici, l'autore tesse elogi
ai santi dei quali la chiesa celebra in ogni respettivo giorno l'ufficio.
— Variorum Carminum, lib. VI. Romae, apud haered. Barth.
Zannetti, 1622, in 12.°
Pagg. 576 compreso il frontespizio e l'ultima pag. bianca. Fra le altre rime
si trova a pag. 509 la traduzione latina della tragedia di Sofocle Edipo Re.
— Sigericus, tragoedia, Romae, ex Tipog. Iacobi Mascardi,
1627, in 12.«
Ha pag. 120, più e. i in principio non numerate. La tragedia è dedicata al
Card. Barberini.
— Rime.
Stanno nella raccolta intitolata Applauso pietoso di un nobil coro di illustri,
poeti al B. Luigi Gonzaga. Milano, Malatcsta, 1622, in 12. Sono sottoscritte
P. B. G. Questo nostro scrittore appartenne alla Compagnia di Gesù, e morì
nel 1629. Il Marraccio lo dice eruditione insìgnem, et poetam praeclarum,
pium et di&erctum.
— 219 —
Guidi Fra Giuseppe li.
Vita del Beato Andrea Franchi dell'ordine di S. Domenico
Vescovo di Pistoia. Pistoia, Tip. Cino, 1839, in 12.
Intieri Bartolomeo.
Della perfetta conservazione dei grani, Memoria, Napoli,
1754, in fol. fig.
Bartolomeo Intieri è originario del territorio pistoiese . Di questa sua
opera così ragiona Zeffirino Re nel suo pregevole Trattato d' Agricoltura :
« Tutti gli Economisti sonosi studiati di rintracciare quali esser possano i
mezzi più atti alla conservazione dei grani. Dal più al meno tutti avevano
scritte le loro cose, e tutto andava ad immaginare granai di fogge diverse o
cavi sotterranei da custoditisi gelosamente L' Intieri fu il primo a proporre
che si privasse col fuoco il grano della facoltà di vegetare, onde conservarlo
più lungamente per la panizzazionc. Una felice esperienza ha provato la so-
dezza del ritrovato ». Vedi anche le Novelle letterarie di Firenze del-
l'anno 1753.
Iozzelli laeopo.
Scritti del Prof. Iacopo Iozzclli. Pistoia, Tip. Cino, 1853,
in 16.o
Pagg. 84. Vi sta innanzi un cenno di Giuseppe Arcangeli sulla vita e sugli
scritti dell'autore, che fu abilissimo maestro di rettorica nel nostro Collegio
Fortcguerri. Gli scritti dell'Iozzelli consistono in due discorsi per distribu-
zione di premi, e in varie poesie.
fippoliti Onofrio.
Canzone al Sig. Bali Giulio Pucci per lo suo governo dì
Pistoia, In Venetia, per Gio Pietro Pinelli, 1635, in 4.°
Rara.
Ippoliti Iflons. Giuseppe.
Lettera parenetica, morale, economica di un parroco della
vai di Chiana a tutti i possidenti ec. scritta Tanno 1772,
concernente i loro doveri verso i contadini ec. Firenze,
Stecchi e Pagani, 1774, in 4.°
Pagg. X-13o. Questa lettera è anonima, ma sappiamo per certo che dessa é
- 220 —
autore Mons. Gius. Ippoliti pistoiese Vescovo di Cortona, e quindi trasferito
al governo delle due Diogesi di Pistoia e Prato. Di lui si hanno a stampa
molte lettere pastorali assai pregiate.
Ippoliti Giuseppe.
Le prime sei stanze del Canto XIX del Ricciardetto voltate
in latino per la morte del nobil giovinetto Niccolò Forte-
guerri. Firenze, Piatti, 1830, in 4.°
Pagg. 11, con epigrafe a Giuseppe e Luisa Forteguerri. Di questa traduzione
vi sono pochi esemplari in carta turchina e in carta gialla.
Lafri Giovanni.
Oratio Pistorii habita in funere anniversario de Etnin. Nico-
lao Forteguerrae Card. Pistor. praeclare gestis in Eccles.
Cathed. II Ka]. Octob. Pistorii, 1637, apud P. Antonium
Fortunatum, in 4.°
Rara.
ILaffri Iacopo.
Discorso sulla Cupola di S. Maria dell'Umiltà di Pistoia.
Trovasi tra le vite dei Pittori, Scultori ec, di Giorgio Vasari, edizione di
Firenze, Le Monnier, toni. VII,
Lanfranchi Paolo.
Poeta trecentista, ricordato prima dall' Allacci nel suo Indice, e poi dai Crc-
scimbeni, dal Quadrio e da altri storici della nostra letteratura : le sue poesie
però non pervennero fino a noi.
&azzari (de) Tanni Fucei.
Rime.
Ne diede un piccolo saggio il Crescimbeni ne' suoi Commentari, (voi. II.
p. II) traendole da un codice della Biblioteca Chigiana. Ma più che alle rime,
delle quali è da tenersi conto soltanto per la storia della lingua e della poe-
sia, essendo del resto un'informe ammasso di rimati arcaismi, egli deve la
sua celebrità (infausta celebrità) ad un sacrilego furto, ed è per questo che
Dante lo colloca nell'Inferno:
Vanni Fucci
Ladro alla Sagrestia de' belli arredi;
Rubò costui al tesoro di S. Iacopo molti preziosi arredi, ed essendo detenuto
per semplice sospetto, egli accusò Vanni della Monna suo amico, il quale
221
all'unico fine di occultar lui, aveva ricevuti e nascosti nella propria casa i
preziosi arredi involati. Per tal corpo del delitto imputatogli, fu Vanni della
Monna impiccato, e io seguito scopertosi il vero, fu impiccato Vanni Fucci
medesimo. Così Dante nel Canto XXI dell'Inferno. Alcuni però raccontano
il fatto diversamente, e ritengono che Dante fu male informato. Il Ciampi prova
con documenti di quei tempi che Vanni Fucci della Dolce, Vanni della Monna,
e Vanni Mironne si unirono per rubare il tesoro di S. Iacopo, che non vi
riuscirono pienamente, che la giustizia fece arrestare diversi, e tra gli altri
un Rampino di Rannuccio, che fu per essere giustiziato, e che finalmente
un Vanni Fucci della Monna confessò la verità del fatto, e scoperse i com-
plici dell' impresa. Ciò avvenne nel 1293. Vanni Fucci è figlio naturale di
Fuccio de Lazzari nobile pistoiese, ed è per causa della sua illegittima na-
scita, che egli nel canto XXIV dell'Inferno si appella da se stesso mulo.
Lazzari (S>e) Filippo.
Celebre lettore di Diritto, vissuto nel secolo XIV, al quale dobbiamo una
glossa alle Decretali, rimasta sempre inedita (1).
ILeraimo da Pistoia.
Rimatore vissuto intorno al 1300, fu amico di Cino da Pistoia, che gli indi-
rizzò vari sonetti pieni di segni distintissimi di affetto e di confidenza. Un
suo madrigale fu pubblicato dal Crescimbeni ne' suoi Commentari, (Voi. II.
p. II. lib. II. pag. 103), tratto dal Cod. Vaticano 52U, e sopra portava scritto
Casella diede il suono : il che vuol dire che le parole di Lemmo erano state
messe in musica da Casella ; maniera di dire tolta dai provenzali, che usa-
vano la parola suono per esprimere la musica.
Leonardo Fa*, da Pistola.
Dell'ordine dei Predicatori ; visse nel Scc. XIII e fu matematico di molta fama.
Lasciò in questa materia alcuni scritti ritrovati recentemente, e che si con-
servano nella Biblioteca di S. Marco in Firenze : hanno questi titoli De Ari-
(1) Fu sepolto nella chiesa di S. Domenico, dove sotto un bel monumento
leggesi la seguente iscrizione :
Philippo Liazzaro Pontificii Civilisque juris
ades consultissimo, ut mille conductus aureis jus
ipsum Summa cum eloquentia interpretaretur,
Moestiss. Parens tanto filio immatura morte
consumpto multis lacrimis ponend. curavit.
Vixit ann. XLIII. M. ìli. D. XI. H. S. H. N. S.
E Pietro Ricciardi così scrisse in un suo sonetto per la morte del Lazzari
Qui le reliquie son de Leazari.
Che '1 Decreto illumò d'eterno inchiostro,
— 222 —
tmelica et de pratica Geometriae : De Computo Lume tecundum Doctore* Ec-
clesiae. Scrisse anche una Summa Theologiae in due torni. Vedi VAltamura
Bib. Praedicat: Fabricius, Bib. Latina ed altri.
Leonardo Fr. dalla Serpa.
Cronica del Convento di Giaccherino.
Fu un tempo manoscritta nella Biblioteca del Convento di Giaccherino, di-
spersa poi nell'ultima soppressione, poiché non tutti i libri e manoscritti di
quella bella e ricca biblioteca pervennero alla Forteguerriana. Questa Cronaca
era stata scritta nel 1690, ed aveva le annotazioni del P. Antonio Tognocchi
da Terrinca, autore dell'opera Theatrum Etrusco-Minoriticum.
lettere del Comune di Pistoia a quello di Larciano, pubb.
da P. Fanfani. Firenze, Tip. Galileiana, 1857, in 8.°
Videro la luce dapprima nelle Letture di famiglia, giornaletto che pubbli-
cava a Firenze il Cellini : comprendono gli anni 1590-1395 e furono tratte
per cura del Sig. Fanfani da un codice dell' antico archivio delle potcsterie
di Pistoia.
ILori Iacopo.
La Mea di Polito, poemetto montanino con annotazioni fi-
lologiche di Pietro Fanfani. Pistoia, Tip. Gino, 1870, in 12.°
Questo poemetto rusticale era già stato pubblicato da Giuseppe Tigri a pie
della sua raccolta de' Canti popolari toscani (Firenze, Barbèra, 18S6); ma seb-
bene egli si valesse di molte note lasciategli da Giuseppe Arcangeli, non riu-
scì che una raffazzonatura ridicola, e per giunta, prodigiosamente sproposi-
tata ; tanto che nella seconda edizione che l'anno appresso si fece di qnei
canti fu creduto bene di non riprodurlo. Intorno agli errori presi dal Si-
gnor Tigri nella prima edizione di questo poemetto, vedasi una lettera di
P. Fanfani ad Aurelio Gotti, (Firenze, 1887), e la prefazione dello stesso Fan-
fani posta innanzi a questa edizione.
— Il Togno, poemetto rusticale.
È inedito. Questo e l'altro poemetto della Mea il Lori li chiamava tutti in
un fascio / Tangheri di Montagna, come Buccoliche chiamò Virgilio le sue
Egloghe : ma ciascun poemetto ha il suo titolo dal personaggio che ne è il
soggetto.
— Leggenda di San Pellegrino e S. Bianco.
La ricorda Gius. Arcangeli nella Biografia dell'autore: era in ottava rima,
ina non fu mai pubblicata; e il manoscritto ora è disperso.
— 223 —
— Scritti vari inediti.
Sono ricordati anche questi dall'Arcangeli con queste parole : « Ho veduto
non sono molti anni, alcune di quelle prose e di quei versi (del Lori) in
un gran fascio di fogli mostratimi da un bisnipote del buon pievano, adesso
smarriti se non piuttosto perduti, per incuria di chi poco o nulla pregian-
doli, li ereditava. Erano cose tenui per l'argomento, come volevano i tempi;
ma per lo stile, facile e disinvolto, pregevolissime, e supeiiori per questi
parte alle tante poesie arcadiche che inondarono la ponisela. Avevano grazia
veramente toscana spiritosissima, perchè fiori della lingua, parlata sui monti
meglio che nei paesi più prossimi alla città, fino da quei tempi, qual più
qual meno, inforeslieratc. Gli argomenti gravi erano per lo più sneri, e scritti
latinamente; ma più frequenti i faceti, e !a maggior parte in terzine, imi-
tando, e superando molto per lo spirito e per i sali i non sempre faceti ca-
pitoli del Fagioli. » Il Lori nacque in S. Marcello nel 1722; fu Pievano di
quella terra; e morì nel 17G6. Ne scrisse la biografìa Gius. Arcangeli. (V. Ar-
cangeli, Prose e Poesie, tom. 2. pag. 371).
Lotti Giovanni.
De vera aequitatis in iure dicundo notione officio, amplitu-
dine, usu, Prolusio academica. Florentiae, 1782, Pagani e
Comp. in 8.°
Marciò Hidaco.
Necrologia di Alessandro Pollacci.
Nella Nazione dell'anno 1860, n. 237, ed a parte in fol. volante.
RSaesfripieri Luigi.
Compendio di Storia Romana del D. Goldsmitli tradotta dal
francese. Pisa, Tip. della Soc. Letteraria, 1804, in 16, voi. 2.
Che questo Luigi Maestripieri appartiene alla nostra città rilevasi dalla pre-
fazione.
SSauctti Fr. Niccolò.
« Ordinis Servorum B. V. sacrae Theologiae Magister circa annum 1598
« scripsit Rcgulas prò feminis tertii Ordinis, et auxit FF. Servorum Chroni-
« con, quod Romae extare apud eiusdera Ordinis P. Generalem intcllexi ».
(Zacc. Bibliot. Pistor.)
Manifesti et Cartelli passati fra il Capitano Lanfredino
Cellesi, et M. Piero Gatteschi da Pistoia, con i pareri <T II-
— 2M —
lustriss. et Eccellentiss. Principi, Cavalieri, et Dottori, posti
in luce ad instanzia del Capitano Lanfredino. -Airillustriss.
et Eccellentiss. Sig. Principe di Fiorenza et Siena mio Si-
gnore. In Fiorenza, 1560, appresso Piero Torrentino, in 4.°
Bella edizione, come lo sono tutte quelle del Torrentino, di pag. 105, oltre
due altre in fine non numerate, contenenti una copiosa Tavola dclli cartelli,
Consigli, manifesti, pareri, capitoli, esamine, et lettere.
llanni Vincenzo.
Eirae e Prose.
Manoscritte nella Biblioteca Nazionale di Firenze (Palat.) cod. cart. in fol. di
carte 247 segnato CLXXIX. Sono orazioni e lezioni accademiche; rime sa-
cre, di diverso argomento e bernesco, e cantate sacre. Nessuna notizia ho di
questo nostro scrittore : solo in un libro di provvisioni del Comune dal 1676
al 1687 a carte 7 si legge: « Vincenzo del Tenente Federigo Manni ottiene
dal Magistrato un posto di studio a Pisa ne' 16 Agosto 1676 ». Dalle sue com-
posizioni si rileva però che fu ecclesiastico.
Manni Antonio.
Si fece editore nel 1657 del Breve Discorso fatto dal P. Predicatore Fra
Francesco Mancini neW Abbadia di Monte Oliveto di Pistoia il dì 1S Aprile 1657
nelle prime sacre funzioni in rendimento di gratie per la felicissima promo-
tione al Cardinalato dell' Eminenlissimo Giulio Rospigliosi ec. In Pistoia, per
Pier Antonio Fortunati, in A.°, e lo dedicò al Canonico Felice Marchetti pi-
stoiese.
llanni Boiiieuìco,
Trattato sopra la direzione dei torrenti. Firenze, alla Con-
dotta, 1618, in 4.°
Marcellino P. Evangelista.
Della Conversione del Peccatore libri due, con Tannotationi
non più stampate ec. In Fiorenza, appresso Giorgio Mare-
scotti, 1578, in 12.o
Car. 3 in principio non num, pag. 15o, e carte 13 in line senza numera-
zione. Quest'opera è dedicata con lettera dello stampatore Al Mollo Magnifico
M. Bartolomeo Lenzi gentilhuomo fiorentino in data di Firenze, 25 Feb-
braio 1578.
— Della Conversione del Peccatore libri due, con l'anno-
tationi di nuovo stampate e corrette. Aggiuntavi di nuovo
— 225 —
la Corona di Dodici Stelle alla Beata Vergine. In Venetia,
(Giunti), 1585, in 8.0
Pagg. 12 non numerate, pag. 127, ed una in fine senza numerare. L'autore
dedicò questo suo lavoro Alle molto Rev. Madri, le Monache di S- Lorenzo
di Venetia, con lettera senza indicazione d'anno e di luogo. Alla pag. 117
evvi la Breve narrazione di dodici privilegi attribuiti a Maria ce. ed alla
pag. 127 un sonetto ; quindi viene la Corona di dodici stelle della B. Vergine,
che è compresa in una carta che è l'ultima.
— . La stessa, con 1' annotationi di nuovo stampate e cor-
rette. Aggiuntavi di nuovo la Corona di Dodici Stelle alla
Beata Vergine ec. In Venezia, (Giunti), 1589, in 8.
Car. 12 in principio non numerate, pag. 12G, ed una car. in fine senza nu-
merazione. Dedica come nella precedente edizione. Il Possevino cita un'edi-
zione di Mantova per Francesco Osanna, ma non dice l'anno (V. Apparalus
Sacer.) Il Vaddingo poi cita un'edizione della Corona di dodici Stelle, in data
di Venetia, 1589; ma forse a parte non fu stampata mai.
— Le Cinque Meditationi sopra i cinque giorni della Crea-
tione del Mondo. In Camerino appresso Girolamo Strengari,
et gli Heredi di Antonio Gioioso, 1579, in 12.°
Car. 3 senza numerare, pag. 96, e car. tre in fine bianche. Colla dedicatoria
di Cesare Raspantini al Molto Mag. M. Bartolomeo Rosconi, data di Camerino
il 14 Luglio dell'anno medesimo.
— Breve espositione del Salmo LXVIII di David, Exurgat
Deus Con la traslatione letterale in versi ec. In Camerino,
appresso gli Heredi di Antonio Gioioso, et Girolamo Stren-
gari, 1579, in 12.°
Carte due in principio non num. compreso il frontespizio, pag. 11C, e car. 7
in fine non numerate contenenti la tavola delle cose più notabili : l'ultima è
bianca.
— Della Vanità del Moudo dialoghi dodici ec. con un dia-
logo della povertà ec. In Camerino, appresso Girolamo Stren-
gari, et gli Heredi di Antonio Gioioso, 1580, in 4.
Carte i in principio senza numerazione, pag. 198, e car. 13 in fine non nu-
merate, di cui l'ultima bianca. Bella edizione dedicata al mollo illustre il Si-
gnor Matteo Stendardi da Fra Cosimo Sansonetli da S. Marcello dei Min. Os-
servanti con lettera senza nota di luogo e d'anno. Quest'opera finisce a
pag. 159; vien quindi nuovo frontespizio nel modo seguente: Dialogo della
povertà vera nuto^ice della virtù del r. p. f. Evangelista Marcellino ec, col
Capponi, Bibliogr. Pisi. ÌS
— 226 —
rimanente del frontespizio in tutto e per tutto conforme all' antecedente.
Questa operetta è compresa nelle rimanenti pagine fino a tutta la pag. 198
e nelle ultime 15 carte non numerate è compresa la tavola delle cose più
notabili.
— ■ Della Vanità del Mondo di Lorenzo Selva Marcellino,
alle Rev. Madri le Monache di Santa Maria di Sala della
Città di Pistoia.
Manoscritto cartaceo in fol. del Sec. XVI di car. 118 nel Convento di Sala
in Pistoia. Ha innanzi un prologo diverso da quello che leggesi nella stampa,
nel quale 1' autore punge assai vivamente la vanità e il mal gusto di co-
loro che non trovavano nel suo stile « quella finezza che il gusto loro vo-
leva » : e dice le ragioni che lo persuasero a scrivere con stile diverso e
familiare. Ma la pittura molto viva delle sjottigiiezze scolastiche e del modo
di predicare de' suoi tempi, come leggesi nel manoscritto, nella stampa poi
comparisce molto sbiadila e impicciolita, segno che le forbici censorie ta-
gliavano, tagliavano senza misericordia. Così venne tolta anco la baia che alla
moglie vana diede un marito. A chi faccia riscontro peraltro del manoscritto
col libro a stampa, non stenterà a riconoscere come in questo la materia sia
svolta più ampiamente, e con maggior copia di dottrina e più lindura di stile.
■ — Della Virtù Dialoghi dodici ne' quali il faticoso modo
d'acquistarla, et il frutto che di lei si gusta : con brevità
si ragiona ec. In Fiorenza, nella Stamperia di Giorgio Ma-
rescotti, 1580, in 12.°
Car. 6 in principio, pag. 204-, e carte 12 in fine non numerate. Ha lettera
dedicatoria di Fra Cosimo Sansonetti da S. Marcello de' Minori Osservanti
colla data di Fiorenza 26 Ottobre 1380. Vi sono esemplari coiranno 1881,
ma la edizione è la stessa.
— Lettioni sopra Giona profeta fatte in Eoma nella Chiesa
di S. Lorenzo in Damaso ec. In Camerino, appresso Giro-
lamo Strengari Veronese, et gli Heredi d'Antonio Gioioso,
1581, in 8.
Pagg. 200 e car. 12 in fine non numerate. È dedicata dall'autore all'Illu-
strisi, et Reverendiss. Monsignor il Card. Paleotto, con lettera senza indica-
zione d'anno o di luogo. A pag. 177 è un « Breve discorso del tempo quando
predica Giona, et della duratione della Mosaica legge » diviso in due quesiti.
— Della Metamorfosi cioè Trasformatane del Virtuoso,
libri quattro di Lorenzo Selva Pistoiese. Air Illustriss.
et Eccellentiss. Sig. il Sig. Iacomo Buoncompagno Duca
227
di Sora. In Orvieto, appresso Rosato Tintinnassi, 1582,
in 4.°
Cart. G in principio non numerate, compresso il frontespizio, e pag. 519.
Prima e assai rara edizione, benché l'autore nella edizione seguente del 1885
la disapprovi, dicendola così piena di errori, che non una volta, ma infinite,
ho biasimato me stesso di averne fatta copia a qualche amico, come ho fatto. La
lettera dedicatoria è in data di Orvieto il 26 di Settembre 1582, ed è sot-
toscritta Ascanio Giacobacci ; il quale ci fa sapere che trovandosi al governo
di quella città, ed essendogli dato questo libro, e lettolo, come a solleva-
mento di que' fastidi che da simili governi causati sono, coti m' è piaciuto si
per i molli bei concetti di che è pieno, et si per la vaghezza del dire,
eh' io ho fatta ogni opera psrchè sia tosto mandato in luce. A questa segue
una lettera dell' autore a un suo amico, nella quale si scusa dell' indugio che
ha posto nel mandagli quest'opera, tanto da lui desiderata ; dicendo che la
cagione è stata per volerla io ridurre a quella perfezione che mi fosse possi-
bile ; pregandolo inoltre che solo da lui e dagli altri amici sia letta. Caso
poi che la dovesse andare in altre mani, contentatevi, soggiunge, che a guisa
del pittore che nascosto dopo la sua tavola sentiva i de f etti che egli non cono-
sceva, io mi stia nascosto onde liberamente possa udir quegli errori che noi
non sappiamo conoscere ; e conchiude : vi dico che non è bene che io al-
tramente mi mostri) attesoché come soleva dir Socrate, le scarpe Sicionie, non
a lutti stanno bene.
« Le Metamorfosi sono un romanzo, dice il P. Frediani nella vita dell' au-
tore, degnoln molte parti della penna elegante del Firenzuola. Acrisio, po-
vero e costumato giovinetto di S. Marcello, vinto alle preghiere della ma-
dre, lascia le terra nativa, e la fanciulla del cuor suo, la virtuosa Clori, e
va a Napoli a cercarvi delle paterne ricchezze. Riconosciuto da un suo pa-
rente, le recupera, e lieto si rimette in via per alla patria. Se non che
prima di giungervi, per certi incantesimi della figliuola di quel suo parente,
è mutato in serpe. I casi ora lieti ora tristi che durante quella trasforma-
zione, gli avvennero, furono molti : né egli potè tornare alla pristina forma,
se non appresso 1' amata giovane che aveva lasciata in duro abbandono. La
quale, ripresolo aspramente de' suoi errori, e datigli molti salutari avvisi
ed esortazioni al vivere virtuoso, poco dopo muore. Questa è la semplice
orditura del Romanzo, il cui intendimento morale è che non la donna della
città, nella quale è simboleggiata la virtù speculativa, non le giovani della
villa, che figurano la morale, ma la sola Clori, per la quale s' intende la
grazia di Dio, ci può rendere la divina immagine.
E perchè la lettura riuscisse a un tempo fruttuosa e piacevole, 1' autore
a' ragionamenti morali e teologici di cui è arricchita (forse anche più del bi-
sogno), fa succedere bellissime descrizioni della montagna pistoiese, amene
novellette, e ottave squisite, che ti mostrano non tanto il prosatore elegante
quanto il poeta gentile. » Di questa edizione nel catalogo di libri vendibiii
presso il libraio Scapin di Padova, Ì795( trovo registrato un esemplare in
carta grande, ma forse non sarà stato che un esemplare più degli altri mar-
ginoso.
— iis. —
— Delle Metamorfosi cioè trasformationi del virtuoso libri
quattro di Lorenzo Selva Marcellino Pistoiese di nuovo ri-
stampati, et ricorretti con nuove aggiunte. In Firenze, nella
Stamperia de' Giunti, 1583, in 8.°
Bella edizione, che sebbene anch' essa poco corretta, è tuttavia di grati lunga
superiore alla precedente. La dedicatoria al Duca Boncompagni in data «li
Firenze 16 Maggio 1583, e diversa da quella dell'antecedente, è sottoscritta
Filippo et Jacopo Giunti. Segue un avvertenza dell' autore al lettore nella
quale così si esprime : « Io non ho potuto senza mio dispiacere vedere in
luce questa mia piccola fatica, sì perchè resto privo di un dolce tratteni-
mento, che leggendo prendevo quando a guisa di Apelle nella sua tavola,
dove aggiungendo, e dove scemando con molto mio guuso dopo i necessari
studi dal mondo mi ritraeva, dicendo con quel poeta: Questa sola dal volgo
tri? allontana. Et si perchè 1' ho veduta in quella prima stampa così piena
d' errori, che non una volta, ma infinite ho biasimato me stesso d' averne
fatto copia a qualche amico, come ho fatto. A queste due s'aggiunge la terza
cagione, che via più dell'altre debbe attristarmi, che è il non potere liberamente
mostrarmene autore : perchè si come le scarpe che portammo essendo fanciulli,
non ci stanno bene essendo già fatti huomini, così le cose che giovani facevamo
non ci convengono quando siamo vecchi.... La onde essendo noi debitori (come
dice l'apostolo), a'savi, et a'non savi, non posso non attristarmi veduto in si-
mil mano quello che per solo mio spasso era stato fatto, et in altro stalo
che ora non sono. Pure poiché al passato non è rimedio, non potendosi ri-
mediare a questa terza ragione, e ne anco alla prima, prendiamo almeno
quel rimedio che noi possiamo alla seconda, col fare che di nuovo esca fuori
lontana da quegli errori, che insino a qui ha portati seco. « Ne vorrei,
scrive il P. Frediani nella vita del Marcellino, che le parole in altro stato
che ora non sono, fossero intese dell'aver lui composta questa operetta pri-
ma del suo ingresso alla religione ; imperocché dice chiaro nel proemio
d' aver ciò fatto per relassare alquanto V animo, clic gravalo è da i consueti
fastidi ; ai quali non va sicuramente soggetta un' età di tredici anni, com'era
la sua quando si rese frate ; senza dire che allora non poteva per anche
aver fatto tesoro di tutta quella sapienza ed erudizione che ci rende cara
e utile la lettura di questo libro.
— La stessa. In Firenze, nella Stamp. di Filippo Giunti,
1591, in 8.o
Ed. migliore e più corretta di ogni altra, che conta pag. 550, delle quali 16
senza numeri co' preliminari, e le altre cioè da 17 a 550 numer. Seguono
e. 17 senza numer. per la tavola, 1' errata, registro, stemma e data. Ha la
medesima dedicatoria di Iacopo Giunti ad Iacopo Buoncompagni, premessa
a quella loro ed. del 1583.
— La stessa. In Firenze, per Filippo Giunti, 1598, in 8.0
Pag. 350, di cui 8 in principio non num. e 16 e. in fine questa senza nu-
2*29
meraz. La dedicatoria e il proemio sono eguali all' ediz. del 1885; diversa
V avvertenza dell' autore al benigno Ultore. Il Gamba, il Passano, nelle loro
Bibliografìe delle novelle, e il Papanti nel suo Catalogo dei Novetlieri danno
questa edizione come preferibile ad ogn'altra antecedende e posteriore, per-
che dall' autore medesimo riveduta, corretta, migliorata nelle postille mar-
ginali, ed aggiuntavi una tavola al fine rinnovata e più circostanziata. Difatto
fu migliorata quest' edizione in tutte le sue parti, ma non è esatto cha la
rivedesse V autore, essendo morto cinque anni prima, cioè nel 1895.
— ■ La stessa, di nuovo ristampata e ricorretta. In Firenze
nella Stamperia de' Giunti, 1608, in 8.°
Pag. 362, comprese e. 8 in principio senza numerare. Neil' avvertenza ai
lettore ci narra 1' autore che dopo aver messo fuori più d' una volta V ope-
ra sua, a somiglianza d' Apelle se n' era stato in disparte a sentire i giu-
dizi degli intendenti ; quindi aveva accomodato, aggiunto, tolto secondo il
bisogno : poi rimessala fuori così rassettata, si lagna forte, che inceve di
trovar lode, sente chiamare il suo lavoro libro di novelle e fole di romanzi
e narrazione tutta piena d' amor lascivo. Onde prendendosela co' suoi cen-
sori, li chiama volgo ignobile, turba ignorante, moltitudine indisciplinata, e
plebe viziosa, nel cuore della quale non i casti e pudici amori, ma i lussu-
riosi e sporvhi si accendono. E mostra poi come si abbiano a intendere sa-
namente quegli amori de' quali nel suo libro si parla ; amori spirituali, ma
che dall' uomo uon si possono esprimere se non con forme e concetti u-
mani.
Alcuni tocchi troppo vivi che si leggono nelle precedenti edizioni, come per
esempio a quel luogo della pag. 200 ove parlandosi de' balzelli che i signori
d' allora ponevano, è detto che non s' empion mai, e come dice il proverbio
dove non trovan latte mungono il sangue, riescono alquanto sbiadile in que-
sta e nella successiva ristampa, le quali si accomodano a dire modestamente
che quelle imposizioni erano forse alquanto più gravi di quello che si do-
vrebbe ec.
— La stessa, di nuovo ristampata et ricorretta. In Firen-
ze, nella Stamperia di Cosimo Giunti. 1615, in 8>°
Piistampa fatta sulla edizione precedente, a cui è in tutto simile.
— - La stessa. In Venetia, appresso Pietro Farri, 1616, in 8.°
Carte 7 non numer. nelle quali si contiene la dedica dello stampatore al
cav. F. Boliza in data di Ven. 24 Settembre 101 6 ; il proemio e 1' avviso al
lettore. Seguono i quattro libri delle Metamorfosi contenute in 558 pag. num.
e in fine, altre 15 cart. senza numerare per la tavola delle cose notabili.
— La stessa. Venezia, Parolari, 1818, in 16.°
Non è questa una ristampa delle tredici novelle contenute nel libro del
r.Iarcellino, come erroneamente affermò il Gamba, e dietro lui il Passano,
bensì una riduziome in forma più breve dell' opera stessa. Ciò rilevasi anco
230 -
dall' avviso del tipografo, nel quale dice che non ristampa tutta 1' opera per-
chè troppo prolissa di digressioni, ma promette nondimeno che il romanzo
rimane sostanzialmente integro. Di questa edizione si trovano esemplari in
carta velina.
— Della Tragedia di Glori e Acrisio, libri quarto (sic) di
Lorenzo Selva Marcellino.
Bel codice cart. in fol. del Sec. XVII nella Riccardiana di Firenze, segnato
2685. È indirizzato al Cav. Bartolom. Pasquali, per istruzione e diletto del
quale sembra che lo componesse ; ma si riscontrano molte notabili differenze
tra questo codice e la stampa Giuntina del 1583.
— Sermoni quindici sopra il Salmo Centonove fatti agli
Hebrei di Eoma. In Fiorenza, appresso Giorgio Marescotti,
1583, in 12.o
Carte 18. in principio senza numer. pag. 158, tre in fine senza num. ed una
carta bianca. Dedicata a Mons. Card, di S. Severina con lettera di Firenze
29 Aprile 1583.
— Settennario di Prediche sulla Passione del Signore.
Ediz. a me sconosciuta, e che trovo citata dal Vaddingo.
— Letlioni sopra Abachuc profeta. In Fiorenza, appresso
Giorgio Marescotti, 1584, in 12.°
Con lettera dedicatoria dell' autore al molto illustre el reverendissimo Signor
Carlantonio Dal Pozzo degnissimo arcivescovo di Pisa, Padrone mio osser-
vandissimo, in data di Firenze 20 Aprile 158£.
— La stessa. In Firenze, appresso Giorgio Marescotti, 1585,
in 12.o
Ristampa dell' ed. precedente.
— Predica del Venerdì Santo fatta nel Duomo di Fioren-
za T anno 1585. In Fiorenza, appresso Giorgio Marescotti,
1585, in 8.o
Pag. 148 num. e pag. 16 in principio, e 16 in fine non num. e 1' ultima
cart. bianca. Dedicata Alle molto Rev. Madri le Suore di Torre di Specchio
in Roma, con lettera di Firenze 1' ultimo di maggio 1585.
■ — Predica del Ven. Sacramento fatta nel Duomo di Fi-
renze. Firenze, 1585.
La cita il P. Zaccaria nella Bibliot. Pislor. ma non credo che esista questa
edizione.
- 231 —
— Lettioni diciannove sopra Ruth. In Firenze, appresso
Giorgio Marescotti, 1586, in 8.°
Cart. 24 non mira, e cart. 116. La dedicatoria dell' autore Al santiss e Beat.
Padre Signor nostro Sisto Quinto e e. è senza nota d' anno e di luogo.
— Lettioni sopra Tobia ec. esposte in Aracoeli V anno 1586
et al Sereniss. Senato et Inclito Popolo Romano dedicate.
In Roma, nelle Case del Popolo Romano, 1587, appresso
Giorgio Ferrari, in 8.°
Car. 16 in principio num. e pag. 248. Le lezioni sono 17.
— Lettioni sopra Daniele Profeta ec. fatte In Roma in Ara-
coeli Tanno 1585, con una predica del Venerdì Santo fatta
nell'Arcivescovado di Napoli l'anno 1586. In Venetia, ap-
presso i Giunti, 1588, in 8.°
Cart. 20 non numer. nelle quali oltre il frontespizio, si contiene la dedica-
toria dell' autore al Card, di Verona, nella quale gli dice che 1' anno pas-
sato la udì in voce, e or gli viene innanzi in iscritto : quindi comincia la
numerazione che va fino alia pag. 456, alla quale segue il titolo delia Pre-
dica del Venerdì Santo contenuta nelle rimanenti pag. fino alla pag. $20,
che è T ultima.
— Predica del Venerdì Santo.
E unità, come abbiamo visto, alle Lettioni sopra Daniele : ma credo che sia
stata stampata anche a parte, poiché 1' autore ci fa sapere nella dedicatoria
all' Arcivescovo di Napoli che non una sola ne va attorno di queste mie pre-
diche, ma moltcì quale in istampa, e quale in iscritto ; a me però non è av-
venuto di vederne esemplari a parte, per quanto ne abbia fatte ricerche. Il
Waddingo negli Annalcs Minorimi ne cita un' edizione di Venezia del 1S88.
— Annotazioni sopra il libro de' Giudici ec. cavate dalle
lettioni da lui lette in Roma in Araceli 1' anno 1587 ec.
In Venetia, (Giunti), 1589, in 8.«
Pagg. %%&,'*' e cart. 24 in principio e due in fine non numerate. Sono dedicate a
Mons. G. Battista Savelli con lettera de' 15 Maggie 1S89, nella quale dice
perchè eonto le prolisse letioni fatte in Araceli ha ristretto a queste brevi
annotatìoni.
— Prediche varie. Venezia, 1596.
Sono citate dal Vaddingo ne' suoi Annales, e dal Terrinca nel Thealrum E-
tru$co- Minoriticum, sotto il titolo di Conciones Variae.
— Lettioni sopra la Cantica del molto R. P> F. Vangeli-
— 232 —
sta Marcellino ec. fatte in Roma Tanno 1579 ; E date oggi
in luce dal P. Fra Cosimo Sansonetti da S. Marcello suo
nipote. Al Santissimo e Beato Padre e S. N. Clemente Vili.
Pont. Mass. In Firenze, appresso Giorgio Marescotti, 1599,
in 8.o
Cart. 4 in principio non nam. pag. 451, e pag. 55 in fine senza numerazio-
ne. La dedicatoria a nome del Sansonetti è datata dal Monte fuor di Pistoia
(Giaccherino) il dì 4 Febbraio 1598.
— Prediche della Passione e Resurrezione di Gesù Cristo
nostro Redentore fatte l'anno 1592 in Roma ec. con dieci
lezzioni sopra la Magnificat dall' istesso composte : date in
luce dal P. F. Iacopo Peri con la vita dell' autore. In Fi-
renze, 1622, appresso Pietro Cecconcelli, in 8.°
Ed. fatta dal P. Iacopo Peri, il quale e dedicò al lì. P. F. Felice di S. Mar-
cello Predicatore Padre di sua Provintia confessore del Ven. Monaslerio di S.
Chiara di Pescia de' Min. Osserv. con lettera in data di Firenze il 50 Lu-
glio 1622. La vita del Marcellino è da pag. 7 alla pag. 55 : a questa fa se-
guito la Predica della Passione composta di tre parti ; poi quella della Re-
surrezione, composta di due parti ; le quali fìniscouo colla pag. 158 : ven-
gono poi le Leltioni sopra il Cantico di nostra Signora, che sono dieci, e
terminano a pag. 557. Di queste ultime il Vaddingo cita anche un' edizione
di Firenze fatta nel 1599.
— Annotazioni sopra la Storia di Giudit del M. li. P. Van-
gelista Marcellino da Pistoia ec. data in luce dal R. P. F.
Iacopo Peri ec. Firenze, per Stefano Fantucci, 1622, in 8.»
Pagg. 244 e pag. 12 in fine non numer. di cui le ultime tre bianche. Que-
ste annotazioni, è scritto a pag. 5 ov' e ristampato il titolo del libro, sono
cavate dalle Leltioni fatte sopra Giudit, dal P. Marcellino in Aracoeli nel 1590.
Edizione che devesi anche questa ad Iacopo Peri, il quale la dedicò a Fr.
Ugo Fabroni Abate dei Vallombrosani con lettera in data di Firenze 8 di ot-
tobre 1622. Vi sono esemplari che per manifesto errore tipografico portano
sul frontespizio la data del 1522.
— Del Ragionamento fra 1' Huomo et V Angelo suo Custo-
de, Dialoghi tre, ne' quali della grandezza della Fede, delle
pene dell' Inferno, et della gloria del Paradiso si ragiona,
composto dal M. R. P. Fr. Vangelista Marcellino pistoiese
et dato lioggi in luce dal R. P. Fr. Cosimo Sansonetti ec.
In Pistoia, per Andrea Felici, s. anno, in 8.°
Pagg. 110 e 1' ultima bianca. Ed. dedicata dal Sansonetti al March. Ginori
Capitano della Montagna pistoiese.
— 233 —
— Lezioni sopra Giob.
Le cita il Terrinca nel suo Theatrum Etrusco-Minoriiicum.
— Lezioni sopra V Epistola agli Ebrei.
Sono citate dal Terrinca e dal P. Zaccaria. Il Mata ni cita un' opera con que-
sto titolo : Sermoni agli Ebrei, Firenze, 1585 ; forse è la stessa opera.
— Lezioni sopra Malachia Profeta.
Sono ricordate dal Peri nella vita dell'autore, dal P. Zaccaria, e dal Dondori.
— Lezioni sopra il libro dei Re.
Le cita il Dondori, il Terrinca e il Vaddingo.
■ — Lezioni sopra Zaccaria.
Sono rammentate dal P. Zaccaria nella Bib. Pistor.
— Lezioni sopra il Benedictus.
Le registra il Dondori, il Terrinca, il Vaddingo, e il Zaccaria. Tutte queste
lezioni si trovano però quasi sempre ricordate sotto il titolo di Conclone».
— Esposizione dell1 Apocalisse.
Il Dondori e altri la danno come stampata, ma non fu mai impressa. Il ma-
noscritto di quest' opera dalla Biblioteca di Giaccherino fu trasportata con
tutto il resto dei libri nella Forteguerriana in occasione dell' ultima sop-
pressione. È un codice cartaceo in fol. di carte 237, è autografo e contiene
44 lezioni. Comincia : Havendo col divino aiuto preso a dichiarare il libro
dell' Apocalisse ec. (
■ — Lectiones in Psalmum Quinquagesimum.
Manoscritto cart. nella Bibliot. Magliabechiana, in parte autografo, di carte
87, segnato 721. Contiene undici lezioni latine sopra il Salmo Mìserere, in-
tirizzate dall' autore a Don Silvano Razzi monaco camaldolese, con lettera
pure latina. Comincia : Reverendo Admodum Patri ec.
- — Methodus Conciones formandi.
Manoscritto, ricordato dal Terrinca.
— Lettere.
Una trovasi nella raccolta fatta da Francesco Turchi col titolo Lettere facete
e piacevoli di diversi uomini grandi ec. libro 2° (Venetia Salicato, 1601):
un' altra la pubblicò il P. Frediani nelle note alla vita dell' autore : (Prato,
18o2) : un' altra lettera indirizzata ad una donna di casa Forteguerri si con-
serva ms. nella Forteguerriana.
11 P. Evangelista Gcrbi, soprannominato il P. Marcellino perchè nato in San
Marcello fu dotto spositore della Sacra Scrittura, predicatore famoso, e pro-
satore elegante e forbito, e alcune delle sue opere sono anche citate dal!»
- 234 —
Crusea. Spesso egli né suoi scritti prese il pseudonimo di Lorenzo Selva
Marcellino. Per le notizie della sua vita vedasi il Breve Discorso del P. Ia-
copo Peri che sta innanzi alle Prediche della Resurrezione ec. Firenze, 1622:
la Notizia che diede G. Arcangeli nella Rivista di Firenze, N.° 8 : e soprat-
tutto / Ricordi per servire alla vita del P. Marcellino scritti dal P. Frediani
(Prose e Versi, Prato 1852.) Nella Biblioteca Com. di Siena ho veduto del
Marcellino una vita manoscritta d' ignoto autore.
Marchetti Giustiniano.
Della vita e lodi di Santo Atto Vescovo di Pistoia nativo
di Bedazos in Portogallo ec. In Pistoia, per P. A. Fortu-
nati, 1630, in 4.o
Carte 7 in principio non numerate compreso il frontespizio, e pag 156. Rara
edizione dedicata dal Marchetti al Decano e capitolo della Cattedrale di Pi-
stoia con una prolissa lettera, alla quale altra ne succede a Dianora Mar-
chetti, sorella dell' autore e monaca nel Convento di S. Chiara. Secondo il
Dondori, questa vita supera in diligenza quanti di questo beato Vescovo
scrissero. Fu poi tradotta in latino da Lod. Sanllorens, e stampata in Roma.
— Memorie della vita di S. Felice prete pistoiese.
Sono ricordate dallo stesso autore nella lettera dedicatoria alla vita di S.
Atto.
— Historie Sacre di Pistoia.
È ricordata anche quest' opera dal Marchetti nella suddetta dedicatoria ; ma
ignorasi se questi scritti egli li lasciasse compiuti.
Marchetti Gio. Pietro.
— Synodus Diocaesana Aretina Lab. anno 1690, Pistoni,
1698, in 4.
— Costituzioni prescritte ai giovani del suo Seminario ec.
Pistoia, 1699, in 4.°
Questo Marchetti fu Canonico Proposto della Cattedrale di Pistoia, poi pro-
posto della Collegiata di Empoli, e finalmente Vescovo di Arezzo, alla qual
dignità fu elevato il 19 Decembre 1G91. Vedi Ughclli, Italia Sacra.
Marchetti AlessantBro.
Exercitationes Mechanicae Alex. Marchetti in alma Pisa-
na Acad. Ord. Philosopliiam publice prophitentis ec. Pisis,
Io. Ferretti, 1669, in 4.°
Pag. 185, e carte i in principio non numerate, compresa antip. e fronte-
— 235 —
spizii. L' autore dedicò questa sua prima opera a Ferdinando Grand, di To-
scana.
— De Resistentia Solidorum ec. Florentiae, Vangelisti e
Matini, 1669, in 4.°
Pag. 127, e cart. 6 in principio non numer. Di quest' opera riportò il Mar-
chetti grandissimi elogi da insigni letterati e dai giornali di quei tempi.
Vedi in proposito il panegirico di Vincenzo Bellini intitolato Gratiarum
actio ad Sereniss. Etr. Princip. Pisis, 1674 : il Targioni, Notizie delle Scienze
fisiche; il Giornale dei Letterati d'Italia Maggio 1671 ec. Il P. Claudio
Frane. Miliet de Chales così ne scrive nel tomo 1 del suo Corso di Mate-
matiche « Alex. Marchetti de resistentia solidorum libros duos edidit, in
quibus Galilei vestigiis deceptum esse circa resistentiam corporum. Multas
item addit propositiones quibns hanc doctrinam provebit. Opus maxime utile,
quo multa deduci possunt ad praxim spectantia.
— Fundamenta universae Scientiae de motu universiter
accelerato a Galileo Galilei primum iacta, ab Evangelista
Torricellio aliisque celeberrimis mathematicis confirmata
nunc vero demum evidentibus demonstrationibus stabilita
ab. Alex. Marchetti. Pisis, Ferretti, 1672, in 12.°
— Problemata sex a Leidensi quodam Geometra Christo-
phoro Sadlerio missa ; ab hoc vero germanis italisque ma-
tbematicis proposita, resoluta ab Alex Marchetti ec. acces-
serunt in fine bina eiusdem Alex. Marchetti theoremata
geometrica. Pisis, 1675, Ferretti e Paci, in 12.°
Quest' opera non fu molto stimata dai matematici, perchè non scevra di er-
rori. Mich. Ang. Ricci scolaro del Torricelli così scriveva da Frascati V 11
Giugno 167b a Vincenzo Viviani su tal proposito. « Aveva consigliato al Mar-
chetti che gli aveva mandato quel suo libricciolo di sopprimerlo, e non dar
materia di ridersi di noi italiani a molti virtuosi oltramontani emuli nostri.»
Anche il Viviani in una sua lettera al Marchetti lo punge acremente, e fi-
nisce col dirgli che si era fatto scorgere da diritto e da rovescio. Il Mar-
chetti sciolse poi in altra maniera i suddetti problemi, e feceli stampare
col seguente titolo :
— Septem Problemata geometrica ac trigonometrica reso-
lutio. Pisis, Ferretti, e Paci, 1675, in 12.°
Anche questo è dedicato ad Antonio Magliabechi.
— Lettera nella quale si ricerca donde avvenga che al-
cune perette di vetro rompendosi loro il gambo, tutte si
— 236 —
stritolino, scritta già per ^mandamento dell' A. Sercni^s.
Ferd. IL ec. In Firenze, Vangelisti e Matini, 1677, in 4.°
Pag. 16. E ricordata con lode dal Cinclli, il quale promise di parlarne a lungo
nella sua Toscana letterata, opera non mai venu'a alla luce.
— Della Natura delle Comete, Lettera scritta all' Illust.
Sig. Francesco Redi. Firenze, alla Condotta, 1684, in 4.°
Pag. HO num. più e. i in principio, ed una in fine coli' errata senza num.
oltre una tavola con figure matematiche. « Questo dotto scienziato dopo
« avere scartabellato quanto gli antichi e i moderni filosofi avevano scritto
« intorno alle comete, e tenuto dietro con diligenti osservazioni egli mede-
« simo si appigliò alla più erronea opinione intorno alla loro natura. Essen-
< do tuttavia opera ripiena di belle notizie sopra questa materia, e, quel
« che fa maggiormente al proposito nostro, scritta con molta grazia ed eic-
« ganza, non è certamente da trascurarsene la lettera. » (Colombo.)
— Nel pigliare il sacro abito di religiosa nel Monastero
di S. Desiderio di Pistoia V Illust. Sig. Angela Baldinotti
col nome di Suor Costante, Canzoni (due). In Pistoia, 1697,
nella Stamp. di Stefano Gatti, in fol.
Queste due canzoni sono anonime, ma appartengono al Marchetti, per testi-
monianza anche del Cinelli Bib. Volante, scanz. XIV.
■ — Per le Nozze dell' Illust. Sig. Cav, Iacopo Baldinotti con
T Illust. Sig. Maria Giulia Forteguerri, Epitalamio. In Pi-
stoia, nella' Stamp. di Stefano Gatti, 1698, in 4.°
— Saggio delle Rime eroiche, morali e sacre. Firenze,
Bindi, 1704, in 4.o
Assai bella edizione dedicata al Grand. Ferdinando, come un saggio, dice il
Marchetti, di quelle rime, che per divertimento e sollievo de' miei studi più
gravi di filosofia e di matematica, e per certo particolar genio ed affetto
che ho sempre avuto alla toscana poesia, ed in diversi tempi ò composto».
Alla dedicatoria, che ò in prosa, fa seguito un sonetto del Cav. Luca Albizzi
Accademico della Crusca in lode di queste rime.
— Vita e Poesie di Alessandro Marchetti da Pistoia filoso-
fo e matematico nella celebre Università di Pisa. In Ve-
nezia, per Pietro Valvasense, 1755, in 4.°
Edizione più copiosa della precedente, poiché ha di più anche le rime amo-
rose e piacevoli, dedicata al Cav. Francesco Ferroni, e che è dovuta alle
cure dell' Avv. Francesco Marchetti figlio dell' autore, che ne scrisse anche
la vita, la quale si contiene nelle prime 60 pagine. Contro questa vita si
— 237 —
scagliò acremente il Sen G. B. Nelli nel suo Saggio di Scoria letteraria del
Secolo XVII, Lucca, 17159, in i : la quale fu confutata dallo stesso Francesco
Marchetti colla sua Risposta Apologetica ec: stampata in Lucca nel 17G2, in l.
Trovansi rime di Alessandro Marchetti nella raccolta fatta a Lucca nel 4 700 :
in quella fatta dal Gobbi, Bologna, 1711, nell'altra di Teobaldo Ceva, To-
rino 1756, tra le rime degli Arcadi ed in altre raccolte di minor conto.
— Ànacroonte tradotto dal testo greco in rime toscane da
Alessandro Marchetti ec. In Lucca, per Leonardo Venturi-
ni, 1707, in 8.o
Edizione originale assai bella e rara colla dedica in versi a Ferd. Principe
di Toscana. Il Salvini, citato dal Zeno, chiamò questo volgarizzamento di
stile polputo e robusto, e credette per alcuni rispetti non avesse a vedere la
luce. Con tutto ciò fu poi pubblicato, ma fu anche soggetto alla proibizio-
ne della Inquisizione. È citato dal Gamba (Serie, Vcn. Gondoliere, 1859. )
Il Poggiali possedeva un esemplare di questa edizione nel quale erano ms.
due sonetti di Brandaligio Veronesi in lode della traduzione fatta dal Mar-
chetti, e due di questi in risposta al medesima, terminanti colle stesse ri-
me, e colle stesse parole. E perche il Paggiali credette i due sonetti del
Marchetti inedili ed anche perchè non andassero dispersi li stampò a pa-
gina 288 e 289 della sua opera Serie de' testi di lingua ce.
— Lo stesso. Venezia, Piacentini, 1736, in 4.°
Sta nel libro intitolato « Anacreonle tradotto inversi italiani da vari » Le tra-
duzioni contenute m questa bellissima raccolta, oltre quella del Marchetti,
sono quelle del Corsini, del Regnier, le due del Salvini, e quella di Vari
illustri poeti, che fu stampata in Milano nel 1751 nelle nozze Archinto-Bor-
romeo. Bella e corretta edizione è questa, di cui si trovano anche esemplari
ìq carta grande.
— Lo stesso. Londra, 1803, in 8.°
Ed.fatta sulla precedente di Venezia del 1730.
— Lettera nella quale si ribattono le ingiuste accuste date
dal P. G. G. C. nella seconda edizione del suo libro della
quadratura del cerchio e dell' iperbola ad Alessandro Mar-
chetti ec. Lucca, Venturini, 1711, in 4.°
Le lettere P. G. G, C. voglioao significare Padre Guido Grandi Camaldolese.
Della contesa fra questi due celebri professori parlasi a lungo nel Giornale
dei letterati d' Italia, tomo Vili e X1L
— Lettera scritta a S. E il Sig. Bernardino Trevisano nob.
patrizio veneto da Alessandro Marchetti ec. Pisa, Bindi,
1713, in 4.o
In questa lettera sì mostra esser vero che il P. Guido Grandi nella secon
— 238 —
da edizione del suo libro Quadratura Circuii ec. mutò le parole della istan-
za e delle risposte che il Marchetti, come censore del S. Uffizio lo aveva e-
sortato a levare dal ms. del medesimo suo libro la prima volta che lo pub-
blicò ; e si promette di ribattere tutto ciò ehe contro alio stesso Marchetti
viene da lui scritto nella sua Risposta Apologetica. Anche su questo scritto
vedi il detto Giornale dei Letterati tom. XIV, pag. 427.
— Discorso di Alessandro Marchetti dedicato al Sovrano
merito di S. E. il Sig\ Bernardo Trevisano nob. patrizio
veneto ec. Lucca, Venturini, 1714, in 4.°
In questo discorso si esaminano e si ribattono le censure del libro del P.
Grandi intitolato Risposta Apologetica contro il libro de Resistentia solidorum
ec. del Marchetti, si scuoprono vari equivoci e sbagli presi dal P. Grandi
nell' impugnarlo, e con evidenza si dimostrano altri gravi errori da lui com-
messi.
— Lettere
Trovansi tra le Lettere di Uomini illustri pubblicate da Giamb. Tondini. Ma-
cerata, Capitani, 1782, in &.° voi. 2. : altre si trovano anche tra le Lettere
inedile di uomini illustri pubblicate da Ang. Fabroni ; e tra quelle di Uomini
dotti, Venezia, Curti, 1807, in 8.°
— Di Tito Lucrezio Caro della Natura delle Cose libri sei
tradotti da Alessandro Marchetti ec. Londra 1717, per Gio.
Pickard, in 8.°
Pag. 400, più 10 in principio e 4 in fine senza numerazione, con antiporta
istoriata in rame. L questa edizione originale assai bella, e dedieata al Prin-
cipe Eugenio Francesco di Savoia con lettera in data di Londra il 1 del 1717,
firmata p. Antinoo Rullo, (cioè Paolo Rolli), nella quale, chiama nobilissima
questa traduzione in versi sciolti, e la « più grande e la più bella poetica
opera che nel passato secolo nascesse ad accrescere un nuovo lume di glo-
ria all' Italia. » Nella prefazione loda il presente lavoro, parla dell'edizione,
e lungamente tratta dell' ortografìa in genere, e di quella che in questa edi-
zione si è osservata. Segue la protesta del traduttore, la quale nondimeno
non bastò a salvare quest' opera dala proibizione di leggerla, che ne fece
la Inquisizione. Nel fine vi è 1' indice delle cose principali diviso in libri.
Di questa prima edizione fu fatta una diligente contraffazione in Losanna
da Francesco Grasset, intorno al 1760. La edizione contraffatta si distingue
non solo dalia qualità della carta che nella edizione originale ha la marca G I
posta dentro ad un cerchio, ma anche meglio dalle seguenti particolarità.
Nell'edizione originale l'incisione che sta innanzi al frontespizio ha intagliato
Croupy in9 e nell'edizione contraffatta non vi si legge alcun nome. Nell'e-
dizione originale alla pag. 2 della prefazione la linea quinta termina lutto
quello, e nella copia tutto quello «he. Nell'ed. originale alla fac. Si la parola
al fine di richiamo è Sian, e nella copia Sian'.
— 239 —
— Lo stesso. Amsterdam, (ma Parigi), 1754, voi. 2, in 8.°
Bella edizione, che devesi a Monsieur Francesco Gerbault, che 1' arricchì
dì rami fatti sui disegni di Cochin il figlio, e incisi da abili intagliatori : è
però scorrettissima. Se ne trovano esemplari in carta d* Olanda.
— Lo stesso. Londra, (ma Parigi), 1761, tomi 2, in 8.0 pie.
Edizione elcgentissima, adorna del ritratto dell' autore, e assai corretta. Fu
procurata da G. Conti, che la dedicò ad Alberto Francesco di Flonccl, il
quale aveva formato una scelta e numerosa raccolta di Libri Italiani.
— Lo stesso, col testo latino a fronte. Si aggiunge V An-
tilucrezio del Card, di Polignac tradotto da Francesco Ma-
ria Ricci. In Lausanne, De Regni, 1761, Tom. 2. in 8.°
È preceduta questa ristampa da notizie storico-critiche intorno a Lucrezio
Caro ; nelle quali si dice che l'editore non sarebbesi avventuralo mai alla
stampa di Lucrezio colla traduzione del Marchetti, quando non si fosse de-
terminato nel tempo stesso a pubblicare l'Antikicrezio colla versione del Ricci.
con saggio avvedimento che di questi, come di due possenti armi agguerriti non
solamente si abbiano a difendere dagli errori (di Lucrezio), ma, rimanendo
quelli ahbattuti, e conquisi, trionfi maggiormente la verità. Segue la prefazione
come nella prima edizione, la protesta del traduttore, ed in fine l'indice
come in quella.
— Lo stesso. Londra, (ma Venezia) Pasquali, 1764. voi. 2,
in 8.0
Buona edizione a cui sono aggiunte le osservazioni di Domenico Lazzarini.
— Lo stesso. Londra, Mackintosh, 1779, in 4.°
Fa parte del Parnaso dei Poetici Classici Italiani, di cui forma il voi. 22 e 23.
— Lo stesso. Venezia, 1797, in 8.°
Non è questa una ristampa delle edizioni precedenti, ma fu eseguita sopra
un manoscritto migliore di quello adoperato da Paolo Rolli nelle edizioni
del 1717; ond'è che la presente edizione è da preferirsi ad ogni altra. Così
il Colombo.
— Lo stesso. Firenze, Molini, 1820, in 12.°
Edizione elegantissima, riscontrata sul manoscritto autografo della Magliabe-
chiana di Firenze. Ha un'antiporta in rame e altre incisioni, e vi sono esem-
plari in carta inglese e in colori, che hanno tutti le prove dei rami avanti
lettera.
--- Lo stesso. Milano, Tip. dei Classici Ital. 1831, in 8.°
In questa buona ristampa riscontransi considerabili varianti : vi è premessa
una notizia storica intorno a Lucrezio ed al Marchetti tratta dal Giornale
— 240 —
dei Letterati d'Italia, ed ha in fine una Canzone di M. Selvaggia Borghini
in onore del Marchetti, lodala anche dal Redi.
— Lo stesso. Firenze, Barbèra, 1864, in 32.°
Ed. diamante procurata da Giosuè Carducci, il quale nel testo seguì quella
del 1779, non senza introdurvi qualche buona variante che offrono i codici
della Palatina di Firenze.
— Lo stesso. Milano, Sonzogno, 1874, in 16.
Ed. stereotipa fatta su quella di Firenze del 1864 e assistita da Eugenio
Camerini, alla quale, oltre a una notizia del traduttore, ha premesso gli ar-
gomenti che il Blanchet premise alla traduzione francese del Lagrange (Pa-
ris 1861) ed il Capitolo della Scienza di Lucrezio di Constant Martha.
— Elogio di Gio. Alfonso Sorelli.
Sta nel Giornale dei Letterati di Ven. tom. 21. p. 222.
— Almagesti Claudi Ptolomaei lib. primus cum commen-
tario Theonis Alexandrini ex greco idiomate in lat. tran-
slatum a Georgio Henning, cum notis et animadv. Alex.
Marchetti.
Questo lavoro rimase incompleto per la morte dell'autore.
— L' Eneide di Virgilio tradotta in ottava rima.
Anche di questa traduzione non lasciò l'autore che i primi & canti, ma se
devesi giudicare dal saggio pubblicato dal P. Zaccaria (Bib. Pistor. pag. 531)
non senza grave danno della repubblica letteraria. È vero tuttavia che que-
sto era lavoro giovanile.
— Poema filosofico in verso sciolto.
Sopra a questo poema andava laverando il Marchetti, con animo di pubbli-
carlo, ma non potè condurlo a termine. In esso, come già Lucrezio tra i la-
tini, aveva preso a spiegare in versi toscani le cose della natura. Un saggio
se ne ha nel Giornale dei Letterati d'Italia, tom. XXI, riprodotto poi nella
Bibliot. Pisloriens. p. 520.
Marchetti Angiolo.
Conclusioni intorno a1 momenti de' gravi sopra i piani de-
clivi, proposte per difendersi contro a qualunque oppugna-
tore da Angelo Marchetti figlio di Alessandro ec. In Fi-
renze, nel Garbo all'Insegna della Stella, 1687, in 12.°
Di questo lavoro si parla nel Giornale dei Letterati di Parma,- anno 1687.
— Prove delle Conclusioni intorno ai momenti de' gravi
sopra i piani declivi. Firenze, 1088, in 4.°
- 241
— La Natur
nuovo facile
in 4.°
— 241 —
fa della proporzione e della proporzionalità con
e sicuro modo spiegata ec. Pistoia, Gatti, 1695,
È dedicata al Grand. Cosimo IH. Pretende l'autore di dimostrare che niuno
avanti di lui avesse bene spiegato una tal dottrina, con quella brevità, chia-
rezza, facilità ed evidenza, che 1' opera ricerca. Se ne parla con lode ne-
gli Ada Eruditor. Lipsiae a. 1696, pag. 24-4.
— Euclides Reformatus, sive antiqua mathematicae Eie-
menta, nova, facili ac secura methodo contexta, ac demon-
strata ec. Pistoni, Gatti, 1698, in 4°
— Lo stesso. Liburni, 1709, ex typogr. R. Celsitudinis,
in 4.°
Pag. X-256. Ded a Ferd. Princ. d'Etruria. Molte cose degli Elementi di Eu-
clide furono dal Marchetti migliorate, altre in diverso modo, e più facile
dimostrate, come la teoria delle proprietà delle parallele. Il libro terzo
contiene poi l'opera del Marchetti trad. in latino, e già pubblicata in ita-
liano col titolo : La Natura della proporzione ec.
— Breve Introduzione alla Cosmografia. In Firenze, 1712,
per il Bindi, in 4.°
Anche questa è dedicata al Grand. Cosimo III con lettera senza data. Non
intese il Marchetti d'essersi messo a questa fatica con animo di voler dare
qualche nuova e più delle altre verisimile teoria sulla struttura, com'egli dice,
dell' Universo, ma solo di riferire e spiegare eon la maggior facilità e brevità
le sentenze degli altri, particolarmente le tre più rinomate di Tolomeo di
Pitagora, e di Ticone.
Marchetti Francesco.
Prima e seconda lettera che TAvv. Francesco Marchetti in-
dirizza a Leopoldo Cancellieri ad oggetto che il medesimo
sempre più riconosca gli abbagli nei quali incorse il mo-
derno scrittore della vita di Alessandro Marchetti. Pisa,
1774, in 4.°
Con queste due lettere il Marchetti prende a difendere la memoria di suo
padre, offesa, egli dice, da Mons. Fabbroni, che ne pubblicò una vita latina
nella sua opera Vitae Italorum, tomo 2, pag. 329. Vedi il Giornale dei Let-
terati, di Pisa, tomo XV.
— Vita e Poesie di Alessandro Marchetti da Pistoia filo-
Capponi, Bibliogr. Pisi. JO
— 242 —
sofo e matematico ec. In Venezia, 1755, per Pietro Val-
vàsense, in 4.°
ttl. dedicata al Cav. Francesco Ferroni fior. Contro questa vita si scagliò acre-
mente il Sen. Gio. Batta Nelli nel suo Saggio di Storia Letteraria Fiorentina,
Lucca, 1759, in A° ; ma tal censura procurò la seguente risposta scritta dallo
slesso Francesco col titolo :
— Risposta apologetica nella quale si confuta il Saggio
dell' Istoria Letteraria fiorentina del Sec. XVII scritta in
varie lettere dal Sen. Gio. Batta Clemente Nelli ec. Id Lucca,
1762, in 4.o
Marchetti Cesare.
De Utilitate et praestantia Dotis, Oratio Pisis, Giovannelli,
1761, in 4.o
Pagg. 22, ed una in fine bianca. Ded. al Card. Luigi Gualtieri.
— Cantata per l'incoronazione di Giuseppe II Re dei Ro-
mani. Pistoia, Bracali, 1764, in 4.°
Fu musicata dal M. Lorenzo Bracciolini, ed eseguita l'anno 176£ dall'Accad.
Pist. di varia letteratura.
— Poesie diverse. Firenze, 1787, nella Stamp. Bonduc-
ciana, in 8.°
La maggior parte di queste poesie sono, favole piacevoli ed istruttive.
— L' Ombra di Catilina, Cantata. Pistoia, Bracali, 1789,
in 4.o
— Cantata a due voci in occasione d'inalzarsi il reale
stemma di S. A. R. Ferdinando III ec. sopra la porta del-
l' Accademia degli Armonici di Pistoia. Pistoia, Bracali.
(1792), in 4.o
È anonima. La Cantata fu eseguita la sera del 2S Agosto 1792 nella sala del-
l'Accademia medesima. Cesare Marchetti fu canonico della Cattedrale di Pi-
stoia, e prof, di Diritto civile nell' Università di Pisa. Scrisse molte altre
rime, all' infuori di quelle da noi sopra ricordate, che trovansi sparse in
molte raccolte.
Marini I». angelico.
— Sermone pronunziato a Siena la sera del di 1° Novem-
— 243 —
bre 1830 pei fratelli della Misericordia ec. Siena, 1836,
in 8.°
Ne furono fatte due altre edizioni, una in Siena nel medesimo anno ; la terza
in Pistoia, pei Manf redini, nel 1857.
— Discorsi due. Firenze, Ducei, 1837, in 8.°
Il primo discorso è sulle lodi del Beato Davanzato da Barberino; l'altro è il
discorso già di sopra ricordato.
— La Lega Lombarda, Terzine. Malta (data falsa) 1839,
in 8.o
— Discorso detto al Popolo presso al Romitorio del Giar-
dino Puccini, la festa delle Spighe del 1841. Pistoia, Tip.
Gino, 1841, in 8.<>
— Parole al Popolo nella solenne processione di G. Morto
fatta dalla Yen. Confraternita di S. Ansano. Pistoia, Bra-
cali, 1842, in 8.o
— Parole al popolo pesciatino nell' inaugurazione della Mi-
sericordia di detta città. Pistoia, 1844, in 8.°
— Giovanni Belzoni, Terzine.
Nei Monumenti del Giardino Puccini. Pistoia, 484o. in 8.°
— Le Rotazioni alla Madonna delle Yigne.
Nei suddetti Monumenti. Descrivesi quella sacra funzione solita celebrarsi
un tempo nei tre giorni innanzi all'Ascensione nella villa Puccini intorno
all'immagine di Maria detta delle Vigne, così chiamata dalle bellissime vigne
che lussureggianti rivestono e rallegrano le piagge vicine.
— Discorso detto a Siena nel Cimitero della Misericordia
l'8 Novembre 1846. Firenze, Piatti, 1847, in 8.0
— Il Calasanzio, Orazione Panegirica. Firenze, Tip. Cala-
sanziana, 1848, in 8.°
— Parole al popolo nella processione del Crocifìsso di San-
ti1 Ansano. Pistoia, Tip. Cino, 1848, in 8.0
— Discorso detto in S. Croce per l' inaugurazione della so-
scrizione a favore di Venezia. Firenze, 1849, in 12.°
- — Ne' solenni parentali che la Ven. Confraternita della
Misericordia di Pescia celebra pei fratelli defunti vittime
del Cliolera, parole. Poscia, Natali, 1856, in 8.°
— 244 —
— Ai Sedicenti Ministri Evangelici, Parole. Pistoia, 1864,
in 8.°
— Ragionamento a favore della Università di Siena sopra
un progetto d'istruzione pubblica in Toscana.
Manoscritto cart. in 4° di pag. 26 nella Biblioteca Comunale di Siena.
Marini Ugo Ranieri.
Nell'occasione che il Molto Reverendo Don Vincenzo Gi-
gli prese solenne ingresso nella Chiesa pievanìa di Santo
Stefano a Serravalle, Terzine. Pistoia, Manfredini, 1834,
in 8.0
— A maggior solennità della triennal processione di Gesù
Morto eseguita in Prato ec. Pistoia, Manfredini, 1834,
in 8.«
— Per la solenne incoronazione della Beatiss. Vergine detta
delle Carceri, Racconto popolare. Pistoia, Manfredini, 1836,
in 8.o
— Sul maraviglioso dipinto del Prof. Costoli rappresen-
tante S. Filomena, un momento di poesia ec. Pistoia, Bra-
cali, 1836, in 8.o
— Poesie di U. R. Marini. Pistoia, Tip. Cino, 1836, in 8.°
• — Sopra il dipinto del Prof. Bezzuoli rappresentante il ter-
remoto di Borgo S. Lorenzo, Carme. Firenze, Tip. Grand.
1837, in 8.o
— A Gio. Battista Niccolini rappresentandosi la sua Tra-
gedia Rosmunda, Canzone. Pistoia, Tip. Cino, 1838, in 8.°
Questa Canzone è riportata anche dal Vannucci nei suoi Ricordi della vita
e delle opere di Gio. Balta Niccolini, Firenze, 1866, voi. 1, p. 2S1.
— S. Elena, canto, a Niccolò Puccini. Pistoia, 1840, in 8.°
— Oscar, canto terzo, poema. Pistoia, Tip. Cino, 1842,
in 8.o
— Tragedie e altre poesie. Livorno, Bertani, Antonelli e
Comp. 1844, in 8.°
In questa edizione trovansi tutte le poesie contenute nella edizione di Pi-
stoia del 183fi, meno alquariti versi diretti a Niccolò Puccini.
— 245 -
— Metodo d'istruzione elementare di geografia e storia,
con apposita cronologia. Livorno, Fabbreschi, Pergola e
Comp. 1846, in 18.<>
— L'Agosto 1855, a Giorgio Magnani, Canzone. Pistoia,
Tip. Cine, 1855, in 8.°
— In morte di Roberto Sozzifanti. Pistoia, Tip. Cino, 1855,
in 8.o
È un breve cenno necrologico. In molte raccolte trovansi rime di Ugo Ra-
nieri Marinicene io tralascio di accennare per brevità, quantunque assai
pregevoli.
Harracciui E*. Clemente.
Il vero amore di patria, Elogio di S. Fina. Pistoia, Bra-
cali, 1844, in 8.o
Va sotto il nome di P. Clemente da Pistoia, ed è dedicato al March. Fer-
dinando Bartolomei.
— Della Bestemmia, Orazione. Pistoia, Tip. Cino, 1850,
in 8.o
Marracciui P. Vincenzo.
Nelle Funebri onoranze rese il 2 Luglio 1860 alle ceneri
di Attilio Frosini ec. Discorso. Pistoia, Tip. Cino, 1860,
in 8.o
— Ricordo di Carlo Petracchi di Carmignano. Pistoia. Tip.
Cino, 1861, in 8.o
■ — Grammatica della Lingua Italiana. Pistoia, Tip. Cino, 1870,
in 8.o fase. 3.
Il fase. 4 contenente la Sintassi non è stato ancora pubblicato.
Martini Lorenzo.
Novena in onore di S. Ignazio. Roma, Varese. 1663, in 1.2.°
Fu ristampata in Ferrara l'anno stesso.
— Novena in onore di S. Francesco Saverio. Roma, De La-
zari, 1668, in 12.o
— Il giovane Angelico o Meditazioni sulla Vita di S. Luigi
Gonzaga. Roma, Varese, 1671, in 12.°
— 24G —
— » Novena di S. Francesco Borgia. Roma, Varese, 1671,
in 12."
— Giardino di Fiori e Fruiti di virtù che esercitano vari
religiosi della Comp. di Gesù. Roma, Varese, 1672, in 12.°
- — Il Giovane Serafico Pollaceo, espresso in nove medi-
tazioni. Roma, Varese, 1677, in 12.°
Il P. Lorenzo Martini appartenne alla Compagnia di Gesù, e fu rettore del
Collegio di Recanati, e di quello di Ascoli. Morì nel 1681.
llataui Antouio.
De Aneurismaticis praecordiorum morbis atque praecipuis
eorum causis, animadversiones physica medica disquisi-
tione pertractatae. Florentiae, Viviani, 1756, in 8.°
Il Matani fu il primo tra noi a produrre un trattato sulle infermità che at-
taccano l'organo primario della vita, investigarne le cause, e prescriverne
un metodo igienico e terapeutico. Evvi una seconda edizione (Liburni, apud
Io. P. Fantechium, 1761, in 8°) rivista ed accresciuta; ed un'altra ristampa
(Francofurti et Lipsiae, 1766, in 8.°) Fu poi tradotta dal Dott. Aless. Funa-
ioli di Volterra, come appresso:
— Considerazioni fisico-mediche su i mali aneurismatici
precordiali e sulle loro principali cause, di A. Matani, trad.
con note del Dott. Alessandro Funaioli. Pistoia, Manfrc-
dini, 1832, voi. 2, in 8.0
Avverte il traduttore di essersi attenuto affatto alla esposizione letterale,
senza ricercare l'affettazione di uno scelto stile, che, egli dice, niente d'utile
avrebbe apportato alla sua fatica. Egli però vi aggiunse alcune note, a mag-
giore illustrazione di vari punti dall'autore solamente accennati, e per ren-
dere l'opera maggiormente completa co'passi de' più recenti scrittori, i quali
colle loro scoperte e profonde investigazioni hanno cooperato a perfezionare
questa classe di patologiche affezioni di tanto interesse. Vi aggiunse pure
un cataloghetto delle migliori opere che trattano ex professo delle affezioni
aneurismatiche precordiali se mai alcuno volesse in quelle corredarsi di più
estese cognizioni in proposito.
— De rationali philosophia eiusque praestantia. Pisis, Gio-
vannelli, 1757, in 4.°
Fu ristampata in Berna nel 1761, e poi in Pisa nel 1766, sempre in 4.°
■ — Ragionamento filosofico-storico soprala figura della terra.
Pisa, Giovannelli, 1760, in 4.<>
Pag. VIII-62, ed una cart. in fine bianca, con epigrafe dedicatoria al Car.
— 247 —
Bandino Pancìatichi. Sopra questo stesso argomento trovo che l'autore aveva
già letto una sua dissertazione alPAccad. di Varia Letteratura. Fu riprodotta
nella stessa città 1' anno 1766, in l'orma d' 8.°
— Lettera medica ad un amico di Roma. Firenze, 1758,
in 4.°
Ristampata in Firenze, lo stesso anno; in Lucca, 1759,- in Venezia, 1768,
seniore in 4.°
— De osseis tumoribus, observationes. Pistoni, Bracali,
1760, in 8.°
Pag. 56, È dedicata con un'epigrafe al celebre Alberto Mailer; a pag. 52
poi evvi dello stesso autore una Epistola Anatomica ad amicum. Fu ristam-
pata poi Coloniae Agrippinae, apud Frane. Wilh, Ios. Metternicb, 1765, in 8;°
— De lapideis ■ cystidis feleae concretionibus post veterum
periodicum repertis observationes pbisico-anatomicae. Ber-
nae, 1761. in 4» picc.
— Delle produzioni naturali del territorio pistoiese , Rela-
zione istorica e filosofica. In Pisto:a, nella stamp. di Atto
Bracali, 1762, in 4.o
Pag. VIII-2(H. Vanno unite al volume una carta topografica del territorio pi-
stoiese, e due tavole, una delle affinità dei corpi naturali ; V altra delle
osservazioni melereologiche fatte in Pistoia 1' anno 1761. Questa Relazione
del Matani è anche lodata dal difficile Baretti nella sua Frusta Letteraria.
■ — De Philosophicis pistoriehsmm studiis, Augustae, typis
Cbristiani Trakentorfii, (ma Pistoia, Bracali,) 1764, in 4.°
Pag. o2. Quest' opera assai rara è terminata da un catalogo per alfabeto
di tutti gli autori pistoiesi che hanno scritto sopra materie filosofiche, in nu-
mero di novanta, ma i di cui scritti più che la metà erano inediti. Il Sig. Filippo
Rossi-Cassigoli diligente raccoglitore di scritti patrii, possiede un esemplare
di quest' opera contenente in margine molte correzioni ed aggiunte di mano
dell' autore.
— Praefatio in alteram editionem Nicolai Stenonis De So-
lido intra solidum. Pistoni, 1764, in 4.°
— Epistola Medico-critica ad amicum. Pisis, 1766, in 4.°
— In editionem italicam Kallerianae Philologiae introdu-
cilo. Venetis, 1766, in 4.°
— De Nosocomiorura regimine. Venetiis, 1768. in 4.°
— De Remediis, Tractatas. Pisis, 1769, in 4.° p.°
— 248 —
— Praefatio in alterata editionem Gambianae Pathologiae.
Venetiis, 1774.
— Elogio di Michelangelo Giacomelli. In Pisa, 1775, peri
fratelli Pizzorni, in 4.°
Pag. LVI. Fu inserito dapprima nel Giornale Pisano, tom. XX, ed ha infine
il catalogo delle opere del Giacomelli. Questo prolisso elogio è ricordate con
poca lode nelle Effemeridi letterarie di Roma, anno 1775, voi. XXXV.
— Micbaelis Angeli Giacomelli Prologi in Terentiu/n ab
Antonio Matani illustrati. Pistoni, apud A. Bracalium,1777,
in 4. o
I prologhi alle commedie di Terenzio scritti dal Giacomelli erano stati dap-
prima stampati in fogli volanti co' tipi del Bernabò, del Zempei, ed anco
nelle commedie da recitarsi, ma diversi andarono dispersi. Il Matani li rac-
colse illustrandoli con brevi note, e premettendo loro una vita dell' autore
scritta anch' esso in latino e che è cosa tutta diversa dall' elogio che dello
stesso autore aveva già scritto.
— De Tumoribus Scrophularibus, Osservationes.
Stanno nel tomo VI Observ. XVIII dell'opera Nova Ada Physico-Medica Acad.
Caesar. Leopoldina- Carolinae. Norimbergae, 1778.
— Memoria sulla cultura delle viti in Spagna, e la ma-
niera come vi si fa il vino, con un discorso sulla conser-
vazione dei Vini. Venezia, 1779, in 8.0
II discorso sulla conservazione dei vini è opera del nostro Antonio Matani.
— Discorso sopra le acque dei pozzi della città di Pistoia.
È manoscritto nella Forteguerriana (Cod. 590) insieme ad altri studi sulla
conduzione dell' acqua potabile in Pistoia fatti dall1 ingegnere Ximenes.
Antonio Matani fu medico e filosofo insigne. Nato in Pistoia nel 29 Luglio
1730, fece in questa città i primi sludi, dapprima nella Sapienza, poi nel
Seminario vescovile ; e trasferitosi poi a Pisa ricevette la laurea dottorale
in quella celebre università, dove poi insegnò successivamente la filosofia e
l'anatomia. Nella sua gioventù aveva anche insegnato per qualche tempo la geo-
metria nel nostro seminario, come negli anni più tardi professò V anatomia
nel nostro ospedale. L' esteso suo sapere lo fece tenere in pregio non so-
lamente agli Italiani, ma anche agli stranieri, tra i quali vuoisi ricordare
Haller, Seguier, Tonney, che V onorarono della loro amicizia. Fu ascritto alle
più rinomate accademie, come a quella di Londra, di Gottinga, di Montpel-
lier, e a molte accademie d' Italia. Morì il 21 Giugno 4799- Per la sua bio-
grafia vedasi le Novelle Letterarie del 1779, tom. X : — 1' Antologia Ro-
mana ; — il Giornale dei Letterati di Pisa, tom. 36 an. 1779 ec.
Del Matani si hanno pure diverse memorie nei primi XVI fascicoli del
Giornale dì Medicina a lutto Dccembre 177C, e nel Giornale d' Italia spct-
— 249 —
tante alle Scienze Naturali, ambedue stampati a Venezia dal Miloco; nel Gior-
nale dei Letterali di Pisa, e in altri periodici.
Matani Giuseppe.
De Iuramento Calumniae, Tractatus. Pistoni, Bracali, 1765,
in 4.°
Pag. XVI-112, coll'ultima bianca. Dedicata a Monsig. Federigo Alamanni.
— ■ De Publica et privata hominum felicitate, Praelectio.
Pisis, 1766, apud I. D. Carotti, in 4.°
Pag. Qi. Questa prefazione fu letta nella Sapienza di Pistoia l'anno 1765;
avverte perù l'autore che egli in appresso vi fece molte aggiunte, ad illu-
strar meglio l'argomento, talché non è da maravigliare se il suo scritto può
sembrare che oltrepassi i limiti di una prelezione.
— Della spiegazione più propria che deve darsi alla pa-
rola sela (bebraice) ebe trovasi in fine di alcuni versetti
de'Salmi. Lucca, 1767, Roccbi, in 8.0
Sta nel tomo 7 dei Miscellanei di Varia Letteratura.
— De Dei Nomine iuxta Hebraeos, Commentarius criti-
cus. Lucae, Roccbi, 1767, in 4.°
Pag. XII-88. Operetta dedicata a Gio. Cristoforo Martini. L'autore fu sa-
cerdote ; e assai profondo conoscitore del greco, dell'ebraico, e di altre lin-
gue orientali : insegnò filosofìa nella Sapienza, e poi Sacra Scrittura nel Semi-
nario Vescovile.
Platani Gio. Domenico.
Della fabbricazione del ferro in Toscana.
Nel Giornale d'Italia spettante alle Scienze Naturali di Venezia, tom. 4. Nello
stesso Giornale trovansi altri articoli dello stesso autore, e fra gli altri nel
tomo 2 un articolo sopra le rondini, un altro sopra Vamianto ec.
Hatani Pietro.
Orazione recitata nella Conventuale di Pisa per la libera-
zione della Toscana dalle armi francesi. Pisa, Pieraccini,
1799, in 8.o
— Rime dell' Ab. Pietro Matani. Pistoia, Manfredini, 1826,
in 8.°
Pag. 175 compreso antiporta e frontespizio. Questa raccolta è divisa in tre
— 250 —
parti; la prima contiene poesie sacre, la seconda la parafrasi di due canlici
di Mosè : la terza poesie varie. Questo Matani è discepolo di Cesare Mar-
chetti, e fu Rettore del Collegio Cicognini di Prato, nel quale insegnò pure
il Gius Canonico.
«Iati I». Niccolò.
Relazione del felice passaggio all'altra vita de' Sette Beati
Fondatori de' Servi di Maria descritta dal P. Niccolò da
Pistoia. Firenze, Albizzini, 1727, in 4.°
Fu pubblicata per opera del P. Placido Buonfrizzieri, il quale la trasse da una
cronaca dell'ordine dei P. P. Servi di Maria scritta dal nostro autore nel 1584-,
e che si conservava un tempo nel Convento di quell'ordine in Firenze. Que-
sta Relazione fu poi ristampata in Lucca nel 1729 col titolo Compendio delle
Vile dei Sette tra Santi e Beati dell'ordine di M. V. e e.
Mattefiìi Giosuè.
Istoria dell' Astronomia e del Sistema planetario di Coper-
nico, Poemetto. Pisa, Grazioli, 1785, in 8.°
È in versi sciolti, ed ha pure la dedica in versi al Cav. Luigi Cellesi.
— Favole e Novelle. Pistoia, 1788, Bracali, in 8.»
Si trovano esemplari di questa edizione in carta distinta.
— Le stesse. Milano, Batelli e Fanfani, 1821, in 16<> fig.
— La Pace e la Guerra, Ottave. Pistoia, Bracali, 1791,
in 8.o
— Il Ritorno, Endecasillabo alla nobil donna Maddalena
Puccini pel suo ritorno alla patria. Pistoia. Manfredini, 1795,
in 4o
Evvi anche un sonetto del Ciampi. Notisi che sull'antiporta è stampata per
errore la data deh 1765.
— Versi. Pistoia, Manfredini, 1798, in 8.0
È un poemetto intitolato « La Terra mossa » che fu anche nello stesso anno
ristampato dagli stessi Manfredini col titolo La Terra Mossa, Versi Pastorali.
— Il ristabilimento dell'Accademia pist. di Varia Lettera-
tura. Pistoia, Manfredini, 1804.
Sono due sonetti in foglio volante ; ma ordinariamente trovansi uniti alla Co-
stituzione di quell'Accademia, Pistoia 18(H, in &.°
— 251 —
— L' Asilo della Pace, Cantata. Pistoia, Bracali, 1804, in 4.°
Fu eseguita per la venuta in Pistoia di Carlo Lodov. I e di Maria Lusia so-
pra musica del Maestro Giuseppe Gherardeschi. Alla Cantata fan seguito altri
componimenti raccolti per quella occasione.
— Ottave alla egregia donzella Angiola Picciolli che veste
V abito religioso. Pistoia, Manfredini, 1806, in 4.°
— Della Coltura degli Orti, lib. X di G. Columella Mo-
derato, volgarizzato per le nozze del Cav. Tommaso Amati
colla Sig. Marianna Mastiani. Pistoia, Bracali, 1807, in 8.°
— Inaugurale alla Compilazione della Costituzione dell'Ac-
cademia di Scienze e Lettere.
Negli Atti della medesima Accademia. Pistoia, 1808, tom. 4.°
— Rime diverse.
Nelle seguenti raccolte : Per le nozze Odaldi-Fioravanti (1783) : Per le nozze
Potenziani-Fabroni (1785) : Per le nozze Cellesi-Buonfanti (1794) :Per le nozze
Canccllieri-Montemagni (1797) : Per le nozze Strambi-Rospigliosi (1800): Per
le nozze Rossi-Buonfanti (1801) : Per le nozze Nati-Poltri-Bracciolini (1801) :
Per le nozze Nencini-Pandolfini (1802) : Per le nozze Buonfanti-Gatte-
schi (1805) : Per la monacaz. di Maddalena Odaldi (1806) : Per le nozze Brac-
ciolini-Sozzifanti (1807) : Alcune ottave stanno inoltre insieme alla Cantata
di Cesare Marchetti, l'Ombra di Caiilina: ed una cantata col titolo La Spe-
ranza Coronata sta nella raccolta Omaggi a S. A. I e R. Elisa ec.
Sleloccliì Iacopo.
Ricordi di cose pistoiesi.
Manoscritto. È libro assai importante, non tanto per l'istoria delle fazioni
pistoiesi, quanto per la lingua. Comincia dal 1499, ed ha una continuazione
fatta da Cassandra sua figlia. Nel 1851 era questo ms. presso la famiglia
Rossi-Melocchi, ora poi non so se sia andato smarrito. Questo Iacopo fu ca-
nonico della Cattedrale di Pistoia, e Vicario di più vescovi: intorno a lui
molte cose discorre il Salvi, ma al solito con assai inesattezza.
llelocchi Domenico.
Istoria di Pistoia dal 1510 fino al termine del Sec. XVII,
E Ricordata dal P. Zaccaria, come esistente a' suoi tempi presso diverse fa-
miglie pistoiesi.
llelocctii Pietro.
Breve Istruzione per bene recitare il divino Officio et Kore
— 252 —
canoniche ec. In Firenze, appresso Pietro Cecconcelli, 1619,
in 4.° piccolo.
Pag. 74 numer. e i car. in principio,, e 4 in fine senza numerazione. Fu
pubblicata, vivente l'autore, per cura di Gio. B. Fidelissimi, e dedicata alle
Suore del Convento di S. Pier Maggiore di Pistoia.
Memoria della traslazione dell'Imagine di Maria SS. del-
l'Umiltà.
Manoscritta nella Forteguerriana, nel cod. Misceli. 128. Fu copiata da un li-
bro di ricordi, esistente già in casa Ippoiiti.
Memoria Storica della Confraternita della Santiss. Tri-
nità di S. Ansano, e del culto del miracoloso Crocifìsso che
in esso si venera. Pistoia, Bracali, 1842, in 8.°
Memorie intorno la fondazione del nuovo Monastero della
Visitazione in Pistoia. Pistoia, Bracali, 1750, in 4.°
Memorie di Pistoia, S. Marcello ed Empoli.
Manoscritte nella Marucelliana di Firenze, A. 143. 15.
Menehi Alessandro.
Rime.
Stanno nella parte seconda dei Sonetti di Mcsser Benedetto Varchi, Firenze^
Torrentino, 1557.
Merlini-Calderini Fraise. Ignazio.
Il Sacrifizio, canti due ec. Pistoia, Bracali, 1745, in 4.°
Fu pubblicato per la monacazione di M. Caterina e di M. Teresa Gardyne
nel Monastero di S. Desiderio di Pistoia. La lettera dedicatoria alle rev.
madri del medesimo Monastero è di Giuliano Baldinotti.
— Amore Ingegnoso, componimento poetico per gli spon-
sali di Cesare Franchini Taviani colla Sig.a Maria Cate-
rina Lari. Pistoia, Bracali, 1745, in 4.°
— Elogio del Gen. Iacopo Adami.
Trovasi negli Elogi degli Uomini illustri toscani, Lucca, 1772-74, pag. CCCCXII.
— Rime.
In varie raccolte, e fra le altre una pregevole Canzone nella raccolta col ti-
tolo Poesie diverse per la santificazione di S. Caterina de Ricci. Firenze, Pa-
perino 1746, in 4.o
— 253 —
— La Oistiade di M. Girolamo Vida tradotta in versi
italiani.
Qucsta'traduzione è inedita, e si conserva manoscritta in un codicetto auto-
graio nella Forteguerriana ; ma comprende soltanto il solo libro primo, dei
quattro in cui si divide il poema di Girolamo Vida; ed e in versi sciolti. Altri
scritti inediti del Merlini si conservano nella stessa Biblioteca, ed eccone
i titoli : Dissertazione storica sopra le sacre accademie degli Ebrei e dei cri-
stiani : — Dissertazione sopra una medaglia di Nerone Claudio, con alcune
osservazioni sopra un anello antico : — Carlo in Turis, Dramma.
Me ucci Ang. Baldassarre.
De Religione naturali et revelata, Dissertalo metaphisica.
Pistoni, 1771, in 4.°
Michel ne ci Del Nero P.
Discorso in lode del M. R. P. F. Gio. Francesco Lascovizzi
fior, dell' ord. dei Min. Conventuali di S. Francesco Teo-
logo di Mons. Cosimo De Conti Vescovo di Colle ec. In
Pistoia, per Pier Ant. Fortunati, 1662, in 4°
Raro.
llichelucci Francesco.
Maria Stuarda, — Arrigo Vili, tragedie. — Il Trionfo del-
l'Amor divino, Commedia.
Sono ricordate dal P. Zaccaria nella più volte citata Bibliot. Pisloriens. il
quale ci fa sapere ancora che esistevano un tempo presso il Car. Pistoletlo.
Gatteschi.
llomigno (da) P. Evangelista.
Direttorio de'Superiori Regolari ed Ecclesiastici ec. Pistoia,
Fortunati, 1644, in 4.°
L'autore fu dei Minori Osservanti, e visse molto tempo nel Convento di Giac-
cherino, dove si conservò il manoscritto autografo di questa sua opera, pas-
sato ora alla Forteguerriana. È curioso a leggersi quel che ne scrisse, al certo
meritamente, il nostro Bartolomeo Colti nelle sue Osservazioni Epaino Cri-
tiche (Pistoia, Bracali, 1791.) « Regolari ed Ecclesiastici : dunque a parer suo
i Regolari non sono ecclesiastici. Il P. Momigno è l'Arcifanfano dei Secen-
tisti, e il depositario dell'esorbitanze di quel secolo, il quale non potè tro-
vare altro asilo che Momigno per potervele depositare; e il rcveiendo P. De-
— 251 -
posilario le ha tutte riposte in due conservatorii, in questo e nel quaresimale.
Se ne estragga una per saggio — Gesù Bambino trovandosi collocalo nel Pre-
sepio tra l'asino e il bue, che son simboli dell'ignoranza, non si potea dar
pace, perchè avea timore di esser stimato ignorante anche Lui. — Apage,
Apage, si chiuda, si chiuda la cassa di si strane merci, perchè se ne ve-
nisse estratta alcuna dal Sermone de 'Sacri Chiodi, sua reverenza depositaria
perderebbe il rispetto, se pur ne risquote più fuor di Momigno. »
— Diario Quadragesimale. Pistoia, Fortunati, 1646, in 4°
voi. 1.°
Il Fortunati non stampò che il voi. 1.° Fu poi riprodotto ih> Venezia, pel
Turini, 165i, in i.°
Montella a^Ho (da) Bon»ccor§o,
Ritne.
Sono tre sonetti e trovansi nel Sesto libro delle Rime di diversi eccellenti au-
tori ce. In Veneti», al segno del Pozzo, 1555, in 8.°
— Rime del Montemagno da Pistoia coetaneo del Petrarca
novellamente trovate e poste in luce ec. In Roma, per An-
tonio Biado, senz1 anno (ma 1559) in 8.°
Carte i in principio non numerate compreso il frontespizio, e carte 16 nu-
merate. Edizione rarissima procurata da Niccolò Pilli pistoiese. Ha il titolo:
Raccolta di rime antiche ce. e contiene, oltre quelle del Montemagno, le ri-
me di M. Cino da Pistoia, che hanno il primo luogo ; ma essendo con spe-
ciale frontespizio, numerazione e segnatura, si considerano come stanti se-
paratamente, e chi ha 1' uno o 1' altro libro non ritiene di avere un' opera
incompleta. A tergo del frontespizio evvi un sonetto di Pietro Sellori da
Pistoia, al quale segue la dedicatoria del Pilli al Principe Francesco De-Me-
dici in data del dì di S. Francesco 1559. Le rime del Montemagno consi-
stono in ventinove sonetti, e tre madrigali, impressi tutti in carattere cor-
sivo ; e ogni sonetto ha poi in fine una breve annolazione del Pilli stesso.
Da una nota posta in fine, si rileva poi che il Pilli ebbe la maggior parte
di queste rime dal Varchi, e le rimanenti dal Tolomci, dal Geri, dal Ben-
do, e da Carlo Gualteruzzi di Fano.
— Rime.
Trovansi tre le Rune di tre de' più illustri Poeti dell' età nostra Bembo, Casa
e Giudiccioni. Venezia, Portinari, 1567 in 12.
— Rime dei due Bonaccorsi da Montemagno ec. Bologna,
per Costantino Pisarri, 1709, in 12.°
Buona edizione procurata dal Gobbi, nella quale oltre le rime della Edizione
Romana del 1559, si trova di più un sonetto non più stampato, diretto ad
Antonio del Beccaio poeta ferrarese di qualche nome.
— ^o —
— Prose e rime de' due Buonaccorsi da Montemagno con
alcuno rime di Niccolò Tinucci. Firenze, nella stamp. di
Giuseppe Manni, 1718, in 12.°
Due furono i Buonaccorsi da 3Iontemagno, il vecchio e il giovane, avo e ni-
pote, ambedue poeti. Il primo fu figliolo di Lapo, e fu coetaneo del Petrar-
ca, perchè si trova che fu Gonfaloniere nel 1564. Fu innamorato, come scrive
il Pilli, di una Lauretta fiorentina e compose con molta grazia e delicatezza
di stile. 11 secondo fu figliuolo di Giovanni di Montemagno, ma nel suo più
bel fiorire finì di vivere, e morì avanti di suo padre nel 4429. Ma le loro
poesie hanno tanta somiglianza di stile, che furono lungamente credule parto
di un solo ingegno, e si hanno a stampa confusamente mescolate quelle
dell' avo con quelle del nipote. Il Casotti, a cui devesi la presente edizio-
ne, fu il primo a scuoprire 1' errore ed a portar qualche luce sull' origine
e le opere dei due poeti ; ma non gli fu possibile in alcun modo separare
le poesie loro, e dovette ristamparle, com'erano, indivise tra i due Bonac-
corsi, e forse tali resteranno per sempre. Oltre le rime, per le quali è ci-
tata dalla Crusca, contiene questa edizione varie prose, tra cui un Trattalo
della Nobiltà, col testo latino a fronte e quattro Orazioni di Bonaccorso il
giovane, scritte per Stefano Porcari cavaliere romano, che fu capitano e di-
fensore del popolo fiorentino dal 9 Settembre 1427 al 9 di detto mese del
1428. (1) Il Tinucci è uno dei vecchi poeti citati dall' Allacci nel suo Indice,
e fiorì tra il finir del trecento e il principiar del quattrocento ; ma è di Fi-
renze, e le sue rime videro ora la prima volta la luce. Il Casotti arricchì que-
sta edizione di una dotta prefazione nella quale da assai estese notizie dei
due Buonaccorsi, e di erudite annotazioni, tanto che questa edizione è sti-
mata la migliore e da preferirsi ad ogni altra.
— Rime dei due Buonaccorsi da Montemagno ec. Bolo-
gna, 1762, in 8.o
— Rime dei due Buonaccorsi da Montemagno ec. Venezia,
appresso Antonio Segati, 1763, in 8.°
Buona edizione, e più d' ogni altra copiosa di illustrazioni, fatta per opera
di Vincenzo Benini Bolognese, letterato di qualche fama. Fu condotta su
quella del 1718, ma vi manca la canzone che nella edizione del Casotti
trovasi a pag. 200, essendo stata falsamente attribuita ai Buonaccorsi.
■ — Rime.
Nella Raccolta di Rime antiche toscane, Palermo, Giuseppe Assenzio, 1817,'
in 4.° pie. Bella edizione impressa in buona carta e in caratteri corsivi. Le
rime del Montemagno furono tolte dall' edizione del 1817.
(i) In un codice posseduto un tempo dal Poggiali, e che fu già di Piero
del Nero, queste orazioni vengono attribuite allo stesso Porcari e non già
a Buonaecorso il giovane.
— 256 —
— Rme.
Furono pubblicate da Francesco Trucchi nella sua raccolta Poesìe inedite di
Dugento Autori, Prato, Tip. Aldina, 1846, in 8.°
Le Rime dei Montemagno sono un madrigale, e due sonetti. Di questi il
secondo che comincia « Quando salir fuor d' oriente suole » stato attribuito
dal Casotti a Niccolò Tinucci, e stampato tra le rime di questo poeta, viene
ora dal Trucchi restituito al Montemagno dietro la testimonianza di vari
codici vaticani e strozziani, e dei codd. 1118 e 1154 riccardiani e 7762 della
Biblioteca reale di Parigi, i quali unanimemente lo attribuiscono a Buonac-
corso da Montemagno, ma non sappiamo però se al vecchio o al giovane.
Ma il madrigale nel Cod. magliabechiano 571 della classe VII, donde lo trasse
il Trucchi, non porta nome d' autore, onde non sappiamo per quali ragioni
egli lo attribuisse al nostro poeta.
— Rime inedite.
In molti codici fiorentini si hanno rime inedite dei due Buonaccorso, e fra
gli altri in due cod. della Palatina segnati CCXCVI ; e CCXVIII : in questi due
codici sono ben distinte queste rime; ma in altri le più sono confuse e
falsamente attribuite ad altri poeti. Anche tra le rime a stampa del Trissino
se ne trovano alcune che vanno sotto il nome del Montemagno, e come ta-
li vengono citate anche dalla Crusca. Per le notizie biografiche dei due
Bonaccorsi da Montemagno possono consultarsi la notizia premessa dal Ca-
sotti innanzi alla sua edizione del 1718, il Giornale dei Letterati d' Italia,
tom. 1, pag. 181 ; oltre gli storici della nostra letteratura, ec.
Moiiài Piccola.
Raccolta di poche rime fatta nel Nord da N. M. Pittore
di Pistoia nel 1819, 1820 e 1821. S. Pietroburgo, stamp.
di A. Pluchart, 1821, in 8.°
— Poliantea. Lucca, Tip. Bertini, 1829, in 8.°
Pag. 191. Precede un curioso dialogo fra Carlo Fabroni e l'autore, dove
questi fa di se una preziosa confessione, cioè che non ha tutti i suoi giorni.
Seguono le appresso materie : Viaggio del Nord ; al quale fa seguito diverse
lettere in materia di belle arti : Brevi considerazioni sulla salute, sull' onore
e sulla virtù : Massime per ben vivere : Raccolta di poche rime : Queste ul-
time erano state per la maggior parte stampate a Pietroburgo nel 1821.
— Della Lode e del Biasimo, Discorso. Prato, Giachetto",
1834, in 8.0
— Il Mio Studio. Firenze, Ciardetti, 1833, in 8.°
È un catalogo illustrato di pitture, disegni, e altri oggetti d' arte che si con-
servano nello studio dell' autore.
— 257 —
— Dell'arte di disegnare, dipingere e modellare dal nudo,
Breve Trattato. Pistoia, Tip. Cino, 1838, in 8.0
— Alcune lettere scritte da Niccola Monti. Monte-pulciano,
1847, in 12,0
— Eraclito e Democrito, ossia del piangere e del ridere.
Cortona, 1850, in 8.0
Pag. 40. Operetta dedicata alla Contessa Enrichetta Passerini, nata Bartolomei.
Niccola Monti andò in Polonia nel 1818, condottovi dal Conte Paolo Cieskowski
a dipingere due quadri nella cappella delle sue terre di Surkcw, che furono
ia Conversione di S. Paolo e Santa Sofìa : dipinse poi anche a Varsavia e a
Pietroburgo. Tornò in Italia nel 1822.
Mi piace di riportare qui il giudizio che del Monti diede l' ab. Seb.
Ciampi che lo conobbe molto intimamente e che dimorò insieme con lui mollo
tempo : « È pittore che può stare tra i buoni del tempo nostro, ma è senza
« criterio, e alle volte assai leggiero di mente. Pretende di scrivere da pen-
« satore ed allora comparisce più sciocco non solo ne'suoi concetti, ma nella
« negligenza e dirò anche ignoranza della lingua ; domanda a tutti il giu-
« dizio loro sulle sue pitture quando le ha finite, e se lo cerca prima, acco-
« glie con buona grazia le critiche ed osservazioni amichevoli, e lascia star
« tutto come ha fatto. Venne a Varsavia quando io era là,- e lo accolsi in
« casa mia, ed egli scrisse poi nel suo viaggio — arrivato a Varsavia presi
« alloggio presso il prof. Ciampi — quasi io fossi un locandiere : nello stesso
« sciocco libretto deride il suo benefattore polacco che lo condusse là, che
« diedegli lavoro e gliene procurò ec. »
Monumenti del Giardino Puccini. Pistoia, Tip. Cino, 1845,
in 8.°
Pag. 587 con tavole in rame. Vi si contengono molti scritti ad illustrazione dei
monumenti di quel magnifico giardino, di molti pistoiesi, tra cui il Contrucci,
il Franchini, ed altri che noi abbiamo registrato ai rispettivi luoghi: e molti
altri di autori non pistoiesi, fra cui Giordani, Niccolini, Gioberti, Sismondi,
Guerrazzi, La Farina, Azeglio ed altri. Vedasi in proposito una lettera di
Antonio Peretti stampata nel giornale L'Educatore storico di Torino, anno II,
dispensa 6.a
Morelli Maddalena.
In lode della S. M. 1 e R. A. di Maria Teresa, impera-
trice, coronandosi re dei Romani l'Arciduca Giuseppe, Canto.
Venezia, Zatta, 1765, in 4.°
Si compone di ottantaduc stanze, e va sotto il nome arcadico di Corilla
Olimpica.
Capponi, Bibliogr. Pis(. 17
— 258 —
— Il Sig. Conte Alessio Orlow plenipotenziario e general
comandante in capite dell'armata di S. M. l'Imperatrice di
tutte le Russie ne' mari di Levante ec. Senza luogo né
anno, in 4.°
È una composizione in terza rima, col pseudonimo come il precedente. Mad-
dalena Morelli, conosciuta più specialmente sotto il nome di Corilla Olimpica,
fu improvvisatrice di molta fama, ma forse ella deve la sua celebrità alla for-
tuna più che al proprio talento. Fu coronata in Campidoglio nel 1776, e morì
nel 4800 in età di circa 60 anni, essendo nata nel 1740. Vedansi le seguenti
opere : Adunanza tenuta dagli Arcadi ec. Roma, 1775. — Atti della solenne
Coronazione ec. Parma, stamp. R. 1779 : — la Biografia del Tipaldo, tom. VII,
le quali opere noi registriamo nella seconda parte di questa bibliografia ; ed
anco la Collezione di Vite e Ritratti. Roma, 1821.
Moretti Vincenzo.
« Avvocato in Roma dove morì di 40 anni, lasciando di se desiderio per la
a stima che ne faceva quell'arcicorte ; non però si estinse del tutto il nome,
« se troncò la morte la sua carriera, perchè lasciò sotto fide commesso a* suoi
« eredi una moltitudine di scritti legali, compilati poi dal Dott. Fabrizio suo
« fratello, e oggi posseduti e accresciuti da Matteo del detto autore nipote,
« nella stessa città avvocato e ora giudice nella Ruota di Siena. Morì nel
« 1893 (Dondori.) »
Mesi P. Alessandro.
Storia della Famiglia Rospigliosi di Pistoia.
Manoscritta, ricordata dal P. Zaccaria nella Bibliot. Pistor.
— La Sifilide, poema di Girolamo Fracastoro trad. in
versi italiani.
h tuttora inedita, e si conserva manoscritta nella Forteguerriana, cod. au-
tografo seg. 240. La traduzione è in versi sciolti, col testo latino a fronte,
ed ha innanzi una biografìa del Fracastoro.
Muli (De) mula.
Sonetto.
Trovasi tra le rime di M. Cino da Pistoia, edizione di Faustino Tasso, Ven.
1589, par. II, pag. 112 ; ed è in risposta ad altro sonetto dello stesso Cino.
Carducci P, Pietro.
Urbis Pistoriensis Monodiae Funerales. Ad IUns. et Eceel-
— 259 —
lent. Principis D. Francisci Medices Sandapilam. Floren-
tiae, apud Cosmum. Iunctam 1614, in 4°
Pag. 60 num. compreso il frontespizio. Questa raccolta fu fatta per le cure
del P. P. Narducci pistoiese min. Conventuale in occasione dei funerali ce-
lebrati nella chiesa di S. Francesco per la morte di Don Francesco Medici
avvenuta nel 1614. Le composizioni italiane, latine e greche, in esso con-
tenute, appartengono tutte a scrittori pistoiesi ; e noi le abbiamo registrate
a' suoi luoghi sotto il nome dei rispettivi autori.
Nerneci Avv, Gherardo.
Cenno istorico intorno al miracolo del sudore di sangue
operato dalla Sacra Immagine di Gesù Crocifisso che ve-
nerasi nella Chiesa di San Piero Ap. del Borgo a Bug-
giano, Pistoia, Bracali, 1858, in 16.°
— La Critica ed il Teatro comico italiano moderno in re-
lazione allo stato politico attuale. Firenze, Tip. Niccolai,
1859, in 8.o
Parlò con lode di questo scritto il giornale V Istitutore di Torino, a. VII, n. 26,
giugno 1859.
— La Cometa nel sogno di Bronte Ciclope, satira politico-
morale allegorica del tempo in corso, con varie note. Pi-
stoia, Tip. Bracali, 1862, in 16.°
Pagg. 111. Di questo lavoro può vedersi ciò che ne scrissero La Sentinella
Brciciana. a. 1863, n. 40, il Borghini di Firenze, a. I fascili, P Ateneo Po-
polare di Napoli, a. Ili n. 59 ed altri periodici.
— La Pronunzia della Lingua Greca esposta praticamente
per uso degli italiani e delle scuole. Firenze, Le Monnier,
1862, in 8.o
— Esopo Frigio cento favole scelte con note italiane. Prato,
Tip. Aldina, 1863, in 16.°
Pagg. XI-99. Fa parie di una Raccolta di autori greci per uso delle scuole,
di cui forma il voi. I.
— Lo stesso, 2.a edizione rifusa e accresciuta nelle note.
Prato, Alberghetti e Comp. 1872, in 16.°
Intorno a questo notevole lavoro del Sig. Prof. Nenicci leggesi un erudito ar-
ticolo nella Rivista Europea, anno 3. fase. IV.
— 260 —
— Tavole Sinottiche dell'Arte Oratoria. Pistoia, Tip. Gino,
1853, in fol. mass.
P;igg. 24. Le tavole sono in numero di 30. Su questo lavoro scrissero vari
giornali con molta lode, e tra gli altri il Dorghini di Firenze, a. I, 1863; e
V Ateneo Popolare di Napoli, a. Ili 1868.
— Dugento fra vocaboli e modi della Lingua Toscana par-
lata.
Trovansi nel Giornale 11 Borghini, anno I, pag 286 e seguenti, e pag. 3-47 e
seguenti. Questo studio fece parte in seguito dell'altro lavoro che il Sig. Ne-
rucci pubblicò in appresso col titolo: Saggio di. mìo studio sopra i parlari
vernacoli della Toscana.
— Intorno al linguaggio umano ed alle principali sue
forme.
Nel Giornale La Gioventù, a. I, voi. I, pag. 222 e seg. e pag. 267 e seg.
Questo scritto diede occasione al chiariss. Gomm. Raffaello Lambruschini di
stendere alcune lettere per confutare le idee in questo scritto svolte dal
Sig. Nerucci, le quali furono pubblicate nello stesso giornale anno I, voi. I.
pag. 349 e seg. Il Nerucci poi vi rispose colla lettera seguente :
— Intorno al linguaggio umano, lettera di replica al chiar.
Comm. Raffaello Lambruschini.
Questa pure vide la luce nella Gioventù, anno I, voi. II, pag. 186, e se-
guenti.
— L'uomo alla moda, carattere del tempo nostro, schizzo
eroicomico ec. Firenze, Stamp. delle Logge del Grano, 1864,
in 8.°
Pag. 65. Si veda di questo scritto il giudizio che ne diede VAteneo Popolare
di Napoli, anno III, 1868, n. 89.
— Letture sopra la Scienza del Linguaggio dette nel Re-
gio Istituto della Gran Brettagna dal Prof. Max-Muller,
tradotte per la prima volta in italiano e corredate di al-
cune brevi note da Gherardo Nerucci. l.a Serie. Milano,
Daelli, e Comp. 1864. in 8.0
Pagg. 448. La proprietà della traduzione italiana di questo lavoro essendo
passata nell'anno seguente dalla ditta libraria Daelli e Comp. in quella E. Trc-
ves e Comp. se ne fece da questa ultima una seconda tiratura sopra la com-
posizione tipografica stereotipata; le due tirature però non \ ariano che nella
copertina; essendo nel resto in tutto eguali.
- g$4 —
~~ Sa®ffi° & un0 studio sopra i parlari della Toscana, fatto
da Gherardo Nerucci. (Vernacolo Montalese Contado del
sottodialetto di Pistoia). Milano, Faini, 1865, in 16.°
Pagg. XXIII-312.il chiariss. autore aveva già dato un'idea di questo suo lavo-
ro nella frazione di Firenze, anno IV, n. 42 : ne pubblicò poi un lungo sag-
gio il Borghini (anno I, pag. 288), con alquante osservazioni d'anonimo a
pag. 470. In questo volume noi lo troviamo anche più allargato del primo
disegno, ed arricchito di appendici, contenenti rispetti, canti popolari, epi-
grammi ec. Di questo lavoro scrissero la Gazzetta d'Augusta a. 1865: la Bi-
visla Baliana, anno IV j la Civiltà Italiana, a. I : la Bivista di Filologiajài
Torino a. I ed altri periodici che per brevità lasciamo di nominare.
— Anacreonte Teio, le Odi, tradotte in versi italiani, con
un'appendice poetica. Pistoia, 1867, Tip. Carducci, Bongio-
vanni e Corap. in 8.°
Pag. 96. Questo lavoro ha in principio una notizia bibliografica sui tradut-
tori di Anacreonte, ed in fine varie poesie originali del traduttore Gherardo
Nerucci. Parlarono con lode di questo libro tra gli altri periodici, la Nuova
Antologia di Firenze, voi. VI, fase. 12: la Pubblica Istruzione di Venezia,
anno IV: V Ateneo Popolare di Napoli anno III. Anche nella recentissima opera
di Amedeo Roux — Histoire de la literalure contemporaine en Italie sous le
regime unitaire ec. (Paris, Charpentier, 1874) a pag. 137-159 si parla con lode
della traduzione di Anacreonte e delle poesie originali in appendice, e spe-
cialmente delle intitolate — La Brunettina — Desiderio — Romanza — Ri-
membranza.
— Della Lingua Italiana, Ragionamenti. Venezia, 1868,
in 8° gr.
Sono estratti dal giornale La Pubblica Istruzione di Venezia, a. 1868. Oltre
la Gazzetta Biellese dove leggesi un interessante articolo, citò con lode con
questi ragionamenti il Prof. Alberto Buscaino Campo nel suo opuscolo « Let-
tere sulla Lingua Italiana ».
— Fiabe Montalesi. 1. La Zelinda e il Mostro. 2. La Bella
Giovanna. 3. La bella Caterina ossia la novella dei Gatti.
4. La beli' ostessina. 5. Il figliolo del pecoraio. 6. Il mago
dalle sette teste.
Videro la luce dapprima nel giornale La Patria di Napoli : furono poi inse-
rite nella frovellaia fiorentina di Vittorio Imbriani , Napoli , Tip. napole-
tana, 1871.
— Nuove letture sopra la scienza del linguaggio dette
nel R. Istituto della Gran Brettagna dal Prof. Max Mul-
— 262 —
ler, traduzione italiana con note per cura di Gherardo Ne-
rucci. 2 Serie. Milano, E. Treves, 1870, voi. 2 in 8.°
Pag. 578-578. Nel volume secondo evvi in appendice una lettura sopra la
stratificazione del linguaggio, del medesimo Prof. Max Muller tradotta an-
ch'essa dal Prof. Nerucci.
— Giuseppe Giusti e la sua Satira, discorso. Firenze, 1873,
in 8.o
Pag. ii ed una in fine bianca. Questo discorso fu recitato nella solenne di-
stribuzione dei premi agli alunni del Collegio Cicognini di Prato il 1875:
comparve poi nella Rivista Europea, fase, di Agosto 1875: ma in questa non
vi è l'esordio e la chiusa adattati alla circostanza, come si leggono nei po-
chi esemplari tirati a parte.
— Quattro letture d'introduzione alla scienza delle reli-
gioni dette dal Prof. Max Muller ec. con due appendici
tradotte dall'inglese da Gherardo Nerucci. Firenze, G. C.
Sansoni Editore, 1874, in 16.°
Altri scritti del Prof. Gherardo Nerucci, che noi per brevità omettiamo di
ricordare particolarmente, quantunque molti non privi di merito, si conten-
gono nei seguenti giornali politici e letterari: La Nazione; il Diritto; la Ri-
forma; il Borghini; la Gioventù; la Rivista Italiana di Torino; V Indicatore
di Firenze; lo Spettatore Italiano di Firenze; il Carlo Goldoni; lo Scara-
muccia ; il Temporale ; pure di Firenze ; la Stella del Popolo di Pistoia ; la
Pubblica Istruzione di Venezia; la Rivista Italiana di Palermo; l' Imparziale
Fiorentino ; il Bollettino del Comizio Agrario Pistoiese ec.
Mesi Ab. Lorenzo.
Storia fìsica della terra compilata sulle tracce della Geo-
grafìa fisica di Kant, e sulle più recenti scoperte ed ul-
time transazioni politiche d'Europa. Milano, 1816, per Fer-
dinando Baret, tom. 1 : — e Milano, 1817, dalla Tip. Buc-
cinelli, tom. 2, in 8.°
Pag. 460-526, con una carta geografica.
— Metodo pratico per insegnare i rudimenti della lingua
italiana, e l'arte di applicarli ai più usuali componimenti,
secondo i principi metodici di Peitl e Cherubini. Prato, Tip.
Alberghetti e Comp. 1830, in 16.°
— Compendio di Storia Ecclesiastica da Gesù Cristo fino
— 263 —
al Concilio di Trento per servire d1 avviamento allo studio
della religione per la gioventù, e di lettura divota per ogni
cattolico, trad. dal francese con giunte di note ed appen-
dice. Prato, Tip. Alberghetti e Comp. 1837. in 12.°
— De' bassi studi considerati come preparatoci alle scienze,
lettere ed arti, secondo il piano filosofico pratico delle mo-
derne scuole austriache. Livorno, presso il gabinetto let-
terario, Tip. Volpi, 1840, in 8.°
Pag. 500. L'Ab. Lorenzo Nesi, figlio di Pietro di Gio. Matteo, e di M. An-
giola d Anselmo Bianchi nacque in Tobbiana, contado pistoiese, il 16 apri-
le 1787; morì parroco di Barberino di Mugello nel 1849.
IVesti Tommaso.
De imputatione alienarum actionum, disputatio habita in
magno pisanae acad. auditorio VII. Kal. ianuar. 1779. Lu-
cae, apud Iosep. Hocchi, 1780, in 4.°
È preceduta da un carme latino a Giuseppe Riccardi patrizio fiorentino.
Mesti Filippo.
Sopra alcune ossa fossili di rinoceronte, lettera al Dott. Gae-
tano Savi, Firenze, 1811, in 4.°
Pag. 24, con una tavola.
Molari P. Domenico.
Rappresentazione spirituale della gloriosa V. Maria e del
suo santissimo figlio Ch risto Giesù ec. In Pistoia, 1629, ap-
presso P. A. Fortunati, in 8.°
Pag. 78. È dedicato ad Andrea Panciatichi, con lettera alla quale fan «seguito
varie rime in lode di Maria V. e di Gesù. In fine sonovi pure alcune laudi
spirituali da cantarsi ad ogni atto, scritte dallo stesso autore.
\otarl Simone.
Del comune integumento, della sua struttura ed ufficio,
e delle sue relazioni con gli altri organi del corpo umano
— 264 —
tanto in istato di salute, come in quello di malattia, Me-
moria. Pisa, Pieraccini, 1834, in 8.°
Pag. 38. È diretta al Dott. Filippo Pacini pistoiese.
— Delle Membrane in generale, osservazioni anatomico-fisio-
logiche. Pistoia, Bracali, 1836, in 8.°
Pag. 5*3. Sono indirizzate al Dott. Luigi Dei-Punta.
— Delle Acque dei Pozzi, e della necessità di condurre in
Pistoia T acqua di fonte, Memoria. Pistoia, Tip. Cino, ]844,
in 8.o
Questa memoria fu letta all' Accad. Pistoiese nell' adunanza del 1 Settem-
bre Ì$U.
— Due Tempeste in Pistoia e nel suo territorio, lettera a
Niccolò Puccini. Pistoia, Tip. Cino, 1845, in 8.°
— Parole dette nelle esequie del Prof. Cesare Bartolini.
Stanno nella raccolta pubblicata per ia morte del medesimo Bartolini, Pi-
stoia, Tip. Niccolai, 1872, in 16."
Notizie storielle dell' Arciconfraternita della Morte, alias
delle Sacre Stimate volgarmente detta della Misericordia
di Pistoia. Prato, Giachetti, 1834, in 8.°
NutiJ'Dott. * A ttof Lorenzo,
Della lunga calamitosa infermità e della recuperata salute
di Pietro Gallicani, Relazione. Pistoia, Bracali, 1768, in 4.°
— Prodromo Fisico Medico. Pescia, Soc. Tip. 1780, in 8.°
— Elogio Funebre alla memoria di Leopoldo II Imp. dei Ro-
mani, e M. Luisa Regina Vedova. Pescia, Natali, 1792,in 8.°
Odaldi Pietro.
Lode di Pietro Petrini. Pistoia, Manfredini, 1823, in fol.
— Ode detta nell1 adunanza degli Accademici Tegei di Sie-
na. Pistoia, Tip. Cino, 1844, in 8.°
Quest' ode ha per oggetto il Caino del celebre Duprè.
— Poesie e prose d1 argomento sanese. Siena. 1845, in 8.°
Furono raccolte dal Dott. Niccolò Alessandrini.
— 265 —
— Cenni Storici intorno alla istituzione filodrammatica
Cino, Pistoia, 1845, in 8.°
— Nella recuperata salute l'autore alla patria, Ode. Pi-
stoia, Tip. Cino, 1847, in 8.<>
— Rime.
Un Ode a Michelangiolo nei Monumenti del Giardino Puccini : nella raccolta
per la festa Centenaria di S. Caterina de' Ricci, Prato 1846 megli Alti della
festa delle spighe, e altrove.
Paciiii Filippo.
Sopra un particolar genere di piccoli corpi globulari sco-
perti nei corpo umano ec. Relazione alla Società Medico-fi-
sica di Firenze.
Trovasi nel Nuovo Giornale dei Letterati di Pisa, anno 1856, fase, di Marzo
e Aprile, e fu letta a quella Società nell' adunanza del 22 Novembre 1835.
L'illustre autore giudica che questi Corpuscoli sieno organi elettro-magne-
tici, cioè organi elettrici destinati ai fenomeni del magnetismo animale ; e
fu indotto a crederli tali per l'analogia che ha la loro struttura con quella
dell'-organo elettrico della torpedine; ed anche per il luogo che d'ordinario
occupano e gin maggior quantità, cioè alle mani e ai piedi in rapporto al
sistema nervoso-cerebro-spinale, ed all'epigastro in rapporto al centro so-
lare del gran simpatico, e alle sue diramazioni: luoghi ove più spesso si
producono i fenomeni magnetici di chiaroveggenza. Questa scoperta però fu
assai contrastata, fin dal suo principio, al nostro prof. Pacini, pretendendo
alcuni che tali corpuscoli fossero già stati scoperti dai medici francesi Andrai,
Camus e Lacroix nel 1853. Camus infatti nel 1854 lesse su questo stesso
argomento una memoria alla Società Anatomica di Parigi, ma egli descrisse
molto grossolanamente la loro forma esteriore, senza neppur provarsi ad esa-
minarne la particolare struttura ; e non li trovò che nelle dita delle mani,
e nella faccia plantare dei piedi ; e gli credè infine una cosa sola cogli or-
dinari gangli nervosi. Anche Andrai e Lacroix in un concorso anatomico ave-
vano già veduto questi corpuscoli, ma anch'essi li considerarono come gangli
nervosi, o come callosità dovute alle pressioni della mano e dei piedi, o
come addensamenti di tessuto cellulo-grassoso. 11 Pacini, come abbiam detto,
li considerò invece come organi affatto nuovi, cioè diversi da qualunque
altro organo conosciuto per la straordinarietà e singolarità della loro strut-
tura, e per la loro singolare connessione al sistema nervoso. Molti illustri
anatomici, italiani e stranieri, hanno scritto, quali in favore, quali contro,
sulla scoperta dovuta al Prof. Pacini, sia circa la priorità dell'inventore,
sia intorno alle funzioni che esercitano nel corpo umano tali nuovi organi :
di tali scritti daremo un'esatta analisi nella seconda parte di questo lavoro.
— 206 —
- Nuovi organi scoperti nel corpo umano da Filippo Pa-
tini. Pistoia, Tip. Cino, 1840, in 8.°
Pag. 58. con tre tavole che comprendono diverse figure dimostranti, in con-
formità della descrizione, la interna struttura di questi organi nel corpo umano,
ed il funicolo per il quale sono commessi ai rami nervosi. In questo secondo
lavoro l'illustre autore ha definitivamente dimostrato che questi organi ap-
partengono ai due sistemi dei nervi, cioè al sistema cerebro-spinale nelle
mani e nei piedi, ed al sistema simpatico nel plesso epigastrico o solare: e
li giudica organi elettrici di una specie particolare, e destinati ai fenomeni
dei magnetismo animale. Questa memoria è divisa in tre parti : la prima è
storica, la seconda anatomica e fisiologica ; la terza è pratica ed espositiva
dei metodi di ricerca tenuti dall'autore.
— Nuove ricerche microscopiche sulla tessitura intima
della retina dell'uomo, nei vertebrati ne' cefalopedi, e negli
insetti, precedute da alcune riflessioni sugli elementi mor-
fologici globulari del sistema nervoso. Bologna, 1845 >
in 8.°
Estratte dagli Annali delle Scienze Naturali di Bologna, Luglio e Agosto 1843.
— Sopra un nuovo meccanismo di microscopio specialmente
destinato alle ricerche anatomiche e fisiologiche. Bologna,
1845, in 8.0
È tiratura a parte dai Nuovi Annali delle Scienze Mediche di Bologna, no-
vembre 1845.
— Sui pretesi corpuscoli tubercolari trovasi da Gruby
negli sputi decisici. Milano, 1846, in 8.°
Estratta dagli Annali Universali di Medicina di Milano, anno 1846, Ag. e Set-
tembre. Questa memoria è riprodotta quasi per intiero negli Archives gene-
rale* de Medicin di Parigi* agosto, 1847. >
--- Sopra l'organo elettrico del Siluro elettrico del Nilo,
comparato con quello della torpedine e del Gimnoto ec.
Memoria. Bologna, 1846, in 8.°
Fu stampato dapprima nei Nuovi Annali delle Scienze Naturali di Bologna,
Luglio 1846. Questa memoria era stata letta all'Accademia delle Scienze del-
Plstituto di Bologna nell'adunanza del 26 Marzo dell'anno stesso.
— Sulla meccanica dei muscoli intercostali ec, memoria.
Pisa, 1847, in 8.0
Estratto dal Cimento, di Pisa, uov. e dee. 1846, e genn. e febb. 1847. Il
Prof. Pacini aveva fin dal 1843 letta una sua memoria su questo argomento
— 267 —
in una privata Società medica di Pisa ; ma poco appresso il Dott. Marcacci
di Pisa, che ne aveva già intesa la lettura in quella Società, di cui erase -
gretario, die alle stampe un suo scritto intitolato Sul Meccanismo dei moti
del petto, osservazioni (Nelle Miscellanee mcdico-chirurgiche-farmaceutiche di
Pisa, a. 18-43, pag. 165, e Lucca, 1844, 2. edizione). Qualche anno appresso,
cioè nel 1847, il Pacini pubblicò la sua memoria ; questa però provocò altro
scritto del Dott. Marcacci. (Breve risposta alla memoria del Dott. Filippo Pa-
tini sulla Meccanica ec. Firenze, 1847) al quale il Pacini replicò col se-
guente scritto :
— Alla breve risposta del Dott. A. Marcacci prima ed ul-
tima risposta del Dott. Filippo Pacini. Eirenze, in 8.° 1847,
Pubblicata dapprima nella Gazzetta Toscana delle Scienze Medico-Fisiche, 18
Maggio, e 4 Giugno 1847.
— Cosa è ed a che è buona V anatonomia microscopica del
corpo umano, quistione vivamente agitata in Toscana, ora
un poco dilucidata da Filippo Pacini. Firenze, alle Logge
del Grano, 1847, in 8.»
Pag. 24. È una tiratura a parte dal n.° 13 anno V. 1847 della Gazzetta 7V>-
scana delle Scienze Mediche di Firenze. Contro le teorie dell' autore scrisse
un suo articolo il Dott. Gaetano Puccianti di Pisa che pubblicò nella sud-
detta Gazzetta Toscana, novembre 1847, e che stampo anche a parte, Firen-
ze, 1848. Alle obiezioni contenute in questo scritto rispose ampiamente il
Prof. Pacini con un articolo inserito a pag. 63 del seguente Opuscolo.
— Memorie in propria difesa di Filippo Pacini. Firenze,
Stamp. alle Logge del Grano, 1847-48, in 8.°
Pag. 137. Vi si contengono le seguenti memorie estratte dalla citata Gaz-
zetta Toscana degli anni 1847-48. 1. La mia scoperta de' nuovi organi (Cor-
puscoli di Pacini) difesa contro il Dott. Giuseppe Ciantelli. 2. Appendice di
notizie bibliograiiche circa a' nuovi organi. 3. Altra difesa di Filippo Pacini
contro il Dott. Gaetano Puccianti di Pisa. b*. Appendice sui lavori di anato-
mia microscopica di Felice Fontana.
— Osservazioni Microscopiche e deduzioni patologiche sul
cholera asiatico, Memoria. Firenze, Bencini, 1854, in 8.°
Pag. 30. Estratta dalla snddetta Gazzetta Toscana delle Scienze Mediche,
anno 1854, pag. 397 e 403.
Pacioni Pietro.
De locatione. Romae, typis et sumptibus Nic. Ang, Tinassii,
1677, in fol. (e in fine 1678.)
— 2GS —
Pagg. 830, e carte 18 in principio, compreso il frontespizio, ed una infine
non numerate. Questo stimato trattato giuridico fu ristampato in Genova, 4685:
in Venezia, 4775; in Firenze, 1840, sempre in fol. L'edizione originale fu
dedicata dall' autore al Pontefice Innocenzo XI.
— Consultationes Iuris super secretariorum apostolicorum
siippressione ec.
Stanno nel trattato De Officiis del Card. De Luca, Romae, 1682, in fol. Una
ha questo titolo : Super secretariorum apostolicorum suppressione ; V altra De
privilegiis fìsci.
— Selectae allegationes eiviles et canonicae qnamplurimis
S. U. Romae decisionibus iustructae et ornatae. Coloniae
Allobrogum, 1700, sumptibus Cramer et Perachon, in fol.
Pagg. 522, più carte 10 in principio non numerate compreso frontespizio e
antiporta. Opera postuma è questa, che fu pubblicata per cura di Giuliano
Pacioni, distinto avvocato egli pure, e fratello dell' autore, e da lui dedicata
a Cosimo III Granduca di Toscana.
Pacioni Giuliano.
Lettere latine.
Si trovano nell' opera di Atanasio Farinati-Uberti intitolata Notìzie della terra
di Cutiglianv, Lucca, 1759, in 8. Queste lettere dal P. Zaccaria nella sua
Bibliot. Pistor. furono per errore attribuite a Pietro Pacioni. Questi due ce-
lebri giureconsulti appartengono entrambi alla terra di Cutigliano nella mon-
tagna pistoiese ,- e di loro si hanno assai particolareggiate notizie nella già
ricordata opera del Farinati-Uberti Notizie della terra di Cutigliano.
Pacioni Francesco.
Il sole di Santità ottave sopra la vita di S. Gio. Batta.
— V Ambasciatore celeste, ovvero il S. Gabriele, ottave.
— Pastorale di S. Gregorio Magno, tradotta in italiano.
Queste diverse opere del Pacioni, che fu anch' egli di Cutigliano, e piova-
no di quella terra, sono ricordate dal P. Zaccaria nella Bibliot. Pistor.
Pagnini P. Giuseppe Maria.
Le Odi di Anacreonte tradotte in italiano ec. Venezia, Fen-
zo, 1766, in 8.o
Vanno sotto il pseudonimo di Pistogene Eleuterio. Si ristamparono poi tv
Parma, nella stamperia reale, 1793, in &° e in 8°.
— 269 —
— Oratio babita in R. Parmensi Archyginnasio in solenni
studiorum instauratone ec. anno 1768. Parmae, ex typogr.
regia, 1768, in 8.°
— Poesie buccolicbe italiane, latine e greche. Parma, stam-
peria reale, 1780, in 8.°
Pagg. \Ui. Sono pubblicate col pseudonimo di Eritisco Pilencio pastor arcade.
— Epigrammi volgarizzati dal Greco libri III. Parma, dalla
stamp. Reale, 1800, in 16.°
Pagg. 179, più carte 7 in principio non numerate.
— Teocrito, Mosco, Bione, Simonia greco latini con la Buc-
colica di Virgilio volgarizzati e annotati da Eritisco Pi-
leneio, cnl testo greco a fronte. Parma, Bodoni, 1780, in 4.
voi. 2.
— Pe solenni funerali di S. E. Iacopo Sanvitale Orazio-
ne ec. Parma, Stamp. Reale* senz1 anno (ma 1780), in 4.°
Pagg. 81 con due tavole in rame, una in principio contenente 1' arme San-
vitale, 1' altra in fine col disegno del Catafalco innalzato in occasione dei
funerali. All' orazione fa seguito la relazione dei funerali medesimi, che fu-
rono celebrati in Parma il 10 Giugno 1780.
— Poemetto di Catullo sul maritaggio di Peleo e Teti
volgarizzato ec. Parma, Carmignani, 1783, in 8.°
Col pseudonimo di Eritisco Pileneio. Fu pubblicata questa traduzione per le
nozze del Conte Andrea Simonetta colla Marchesa Guerrieri di Mombello.
— Il Formione di Terenzio latino-italiano. Parma, stamp.
Reale, 1783, in 8.0
— Tbeoria rectarum parallelarum ab omni scrupolo vindi-
cata. Parmae, 1783, in 8.°
— Epistola ad Hieronymum Saladinum, qua epistola con-
tinentur castigationes ac supplementa libelli Parmae anno
1783 editi cui titulus Theoria Rectar. parallellarum ec.
Parmae, 1794, in 8.°
— De principio superpositionis geometrice non necessario.
Parmae, 1774, in 8.°
Fu stampato dapprima nel tomo XIV degli Opuscoli Scientifici e Letterari <W
Firenze.
- 270 —
— Volgarizzamento della Elegia di Callimaco, La Chioma
di Berenice, secondo la versione fatta da Catullo ec. senza
luogo e anno (ma Parma, 1785) in 4°
Pag. 12 compreso 1' antiporta, e 1' ultima bianca e non ha frontespizio. È
dedicata con un sonetto alla Contessa Luisa Sanvitale nata Gonzaga.
— Il Cristo, tragedia di Coriolano Martirano Vescovo di
Cosenza, trasportata in versi toscani. Parma, stamp. Reale,
senz' anno (ma 1786), in 8.°
Questo volgarizzamento fu posto da alcuni, tra i quali anche dal Ciampi, tra
le opere del nostro Pagnini, siccome intiero suo lavoro, mentre il Pagnini
tradusse solo quella parte della tragedia in cui si coutiene la narrazione
della morte di Cristo. Della rimanente traduzione è autore in buona parte
il conte Aurelio Bernieri che era presidente dell' università di Parma, meno
la versione dei tre casi, e del giudizio di Pilato, che sono di Angelo Mazza.
Doveva fare il prologo il P. Paciaudi bibliotecario della Parmense a nome de-
gli scolari che si apprestavano a recitare detta tragedia ; ma essendo egli
morto, si commise di scriverlo al P. Jreneo Affo suo successore.
— Orazione funebre in morte di Carlo III Monarca delle
Spagne, tradotta dallo spagnuolo nell'idioma italiano. Senza
luogo e anno (ma Parma, stamp. reale, 1789) in 8.°
Pagg. 53 non compreso il frontespizio. In un esemplare esistente nella For-
teguerriana trovo scritto di mano del Pagnini che questo lavoro fu stam-
pato senza saputa sua.
— Bauci e Filomene componimento drammatico.
Sta nelP opera Feste d' Apollo celebrate sul teatro di Corte nell' Agosto 1709
per le nozze tra V infante Don Ferdinando e la Arciduchessa infanta Maria
Amalia. Parma, stamp. Reale. 1789, in &.°
— Le quattro stagioni Egloghe di Alessandro Pope dal
verso inglese trasportate nelP italiano ec. Pistoia, Bracali,
1791, in 4.o
Pag. 16. Col pseudonimo di Eritisco Pileneio.
— Volgarizzamento dell' inno a Cerere attribuito ad Ome-
ro. Pistoia, Bracali, 1791, in 4.°
Pagg. 32. Si pubblicò per cura di Filippo Sozzifanti pistoiese in occasione
delle nozze Bracciolini-Conversini. L' editore premise al volgarizzamento
un suo endecasillabo che indirizzò alla madre della sposa.
— Dinarba, novella morale portata dall' inglese in lingua
italiana. Pistoia, Bracali, 1791, in 8.°
- 271 -
Pagg. IV-175. Cornelia Knigt è l'autrice di questa novella, pubblicata la
prima volta nel 1799.
— Callimaco greco-italiano. Parma, Stamperia Reale, 1792,
in foglio.
Magnifica edizione pubblicata per le nozze della Principessa di Parma Ca-
rolina Teresa di Borbone con il Principe Massimiliano di Sassonia. Il Bodoni
oltre questa edizione in foglio, in caratteri comuni, ne pubblicò un' altra
pure in foglio, in caratteri unciali, ed una terza in formato di i° in carat-
teri minuscoli. La dedicatoria in versi sciolti, sebbene fatta a nome del Bo-
doni, sappiamo che non è del nostro Pagnini, ma del conte Gastone Rez-
zonico.
— Manuale di Epitetto volgarizzato. Parma, nel Regal
Palazzo, co' tipi Bodoniani, 1793, in 8.°
Sotto il pseudomino di Eritisco Pileneio. Il greco è impresso separatamente
dal latino e con numerazione speciale per ciascuno, e forma come due to-
mi, sebbene si debbano rtguardare come formanti un solo volume.
— Cebete Tebano la Tavola traduzione del P. G. M. Pa-
gnini. Parma, stamp. Reale, 1793, in 8.°
— Le Poesie di Anacreonte, di Saffo e di Erinna dal greco
trasportate in rime toscane. Lucca, Marescandoli, 1794, in 12°
Col pseudomino di Eritisco Pileneio. Sono dedicate alla distinta poetessa Te-
resa Bandettini.
— Lettera ad un amico sopra una serie infinita di giuo-
chi spettanti alla dottrina delle combinazioni e delle per-
mutazioni. Parma, 1794, in 8.°
Trovasi pure nel Giornale Pi$ano, tomo XII. n.° 32, pag. 1811.
— De Imitatione Oboisti, Parmae, 1794, in foglio.
La lettera latina a nome del tipografo Bodoni è lavoro del nostro Pagnini.
— Alzira ovvero gli Americani tragedia di Voltaire tra-
dotta in italiano. Parma, 1797, in 8.°
— Esiodo Ascreo trasportato in versi italiani. Parma, dalla
R. Tipografia, 1797, in 4.°
Pagg. 104. Questa traduzione va comunemente unita alla versione latina del-
l' Ab. Zamagna ; ma quella del Pagnini trovasi anche separatamente.
— Epistola di Publio Terenzio Comico alla nobilissima e
— 272 —
valorosissima Signora Contessa Rossare della Somaglia ec.
Senza luogo e anno (Parma, Stamp. Reale, 1798) in 8.°
— Compendio di una Memoria sopra la serie de' triangoli
rettangoli numerici. Senza luogo e anno, in 8.°
Pag. 13 con una tavola. È estratto dagli Opuscoli Scientifici e Letterari di
Firenze, tomo HI.
— Ode di Alessandro Pope in onore di S. Cecilia tradu-
zione del P. Giuseppe M. Pagnini.
Nel tomo VI. degli Opuscoli Scientifici e Letterari di sopra ricordati. Nella
medesima raccolta (voi. VI.) trovasi pure del nostro Pagnini la traduzione
della Satira I. del libro primo d'Orazio; e di alcune poesie di Catullo.
— Epigrammi Morali. Parma. Stamp. Reale, 1799, in 16.°
— Epitalamio di Catullo « Vesper Adest ec. » tradotto in
versi italiani.
Nella raccolta di rime per le nozze Nencini-Pandolfini, Pistoia, 1802, in 4°
— Epitalamio di Catullo « Vesper Adest ec. » tradotto in
versi italiani ec.
Nella raccolta per le nozze Bracciolini-Sozzifanti. Pistoia 1807, in 4.° Que-
sta versione è diversa dalla precedente.
— Nuova dimostrazione delle proposizioni quinta e sesta
di Euclide secondo il metodo dello stesso Euclide pubblio.
dal Prof. Pagnini. Pisa, 1813, in 8.°
— Le Satire e le epistole di Q. Orazio Fiacco tradotte in
versi italiani. Pisa, Prosperi, 1813, in 8.°
^dizione postuma, assistita dal Chiarissimo Prof. Sebastiano Ciampi, che la
corredò di una notizia biografica del traduttore. Altre rime del Prof. Pa-
gnini stampate per la maggior parte dal Bodoni, si hanno in fogli volanti,
scritte in varie occasioni, e sono piuttosto rare. Anche in alcune raccolte
trovansi rime dello stesso autore e specirlmente nelle seguenti e con que-
sti titoli : Nigella, Canzonella, nelia composizione drammatica intitolata « Le
Pastorelle d' Arcadia, festa campestre nelle Nozze di Ferdinando di Borbone
con V Arciduchessa Maria Amalia. Parma, 1769, in 4.° — : Egloga, conver-
sione latina nella raccolta col titolo : Adunanza di canto tenuta dagli Arcadi ec.
Parma, Stamp. Reale, 1774, in 4..° — : Distico ebraico greco latino italiano
nella raccolta Applausi poetici per V ingresso alla carica di Gonfaloniere ec.
Parma, 1777, in &°
- 273 —
ìl P. Giuseppe Maria Pagami, al secolo Luca Antonio Pagnini, fu grecista di
fama più che italiana. Nato in Pistoia V anno 1737, vesti l'abito dei Carme-
litani nel Convento di quell'ordine in Firenze l'anno 171J3 : fu successivamente
professore di lettere greche nella II. Accademia di Parma, di lingua greca,
e poi di lettere italiane nella Pisana Università, dove ebbe pure il grado di
decano nella facoltà delle Lettere. Soppressi gli ordini monastici, depose
1' abito, vivendo privatamente da sacerdote secolare, dopoché fu pure inve-
stito di un canonicato nella cattedrale della sua patria. Morì nel 1814. Ve-
dasene la vita premessa da Sebastiano Ciampi al volgarizzamento delle Epi-
stole di Orazio (Pisa, 1814) : e la biografia scritta da Giuseppe Arcangeli,
pubblicata dal Tipaldo, tomo 7.
PsftgzsìssS Cesare.
— Trattato cT Aritmetica teorico-pratica, corredato di una
scelta d' esercizi di calcolo e d'un grau numero di proble-
mi colla rispettiva risposta, contenente le teorie delle ra-
dici quadrate e cubiche, delle progressioni e de' logaritmi
ec. Pistoia, Bracali, 1861, in 16.°
Di questo pregevole trattato si hanno fin qui sette edizioni, l'ultima delle
quali in Firenze, Paggi 1874.
■ — Geometria pratica contenente la soluzione dei più im-
portanti problemi relativi al disegno lineare, lo sviluppo dei
poliedri, con figure. Pistoia, 1861, in 16.°
Fu ristampato in Firenze, 1864 ; e in Milano 1874, in 16.°
— Primi Elementi di Disegno Lineare e di Geometria pra-
tica. Pistoia, 1864, in 16.°
Pag. 14 di tosto, e 24 tavole litografiche. Agli elementi del disegno fan se-
guito un ristretto di geometria pratica che si riduce ad una raccolta di tutte
le definizioni che s'incontrano in geometria, e termina con alcune regole
pratiche per la misura della superficc e dei volumi. Fu ristampato in To-
rino, 1872.
— Elementi d' Algebra per le Scuole tecniche ec. Mila-
no, 1873, in 16.o
— Compendio di Aritmetica per le Scuole Elementari pri-
marie, corredato di esercizi di calcolo e di oltre 200 prò-
plemi ec. Pistoia, Tipogr. Rossetti, 1864, in 16.°
Libro scritto con semplicità e chiarezza e che mostra nel suo autore una
Capponi, Bibliogr. Pisi. 18
— 274 —
gran conoscenza della materia e più delle dottrine pedagogiche. Questa è
la prima edizione. È attualmente sotto i torchi la 12. a
— Raccolta di Problemi colle rispettive risposte sopra ogni
regola dell' Aritmetica. Pistoia, Società tipografica, 1867,
in 16.°
— Trattato di Geometria teorico-pratica per le scuole te-
cniche normali e magistrali corredato di molte applicazioni
e di problemi ec. Pistoia, 1868, in 16.°
Il libro è diviso in due parti planimetria e stereometria, e ciascuna parte
è divisa in teorie o lezioni. Sovente vi è interposta la soluzione di pro-
blemi grafici e numerici, e ad ogni capo v' ha buon numero di scelti e gra-
duati quesiti di cui l'alunno deve da se solo cercare la soluzione nella teorica
che precede. La seconda edizione, Milano, 1872, molto si avvantaggia sulla
prima, perchè migliorata, e in certe parti quasi rifatta dietro l'esperienza che
ne fece l'autore medesimo, e dietro le osservazioni e i consigli di molti in-
segnanti.
— Trattato elementare di Algebra per le scuole secondarie
classiche e tecniche a forma dei programmi governativi,
corredato di molti esercizi di calcolo e problemi ec. Mila-
no, 1870, in I6.0
Ristampato in Milano, 1875, seconda edizione.
— Primi Elementi di Aritmetica pratica secondo il pro-
gramma governativo per le scuole elementari inferiori. Pi-
stoia, 1873, in 18.o
— Corso di Disegno Lineare proposto alle alunne delle
scuole normali e degl' educatori femminili. Torino, 1873.
— Problemi di Aritmetica pura e applicata, proposti agli
alunni dei Licei e degli Istituti industriali e professionali ec.
Torino, 1874, in 16.°
Il Compendio d' Aritmetica, il Trattato d'Aritmetica teorico-pratica, il Trattato
d' Algebra, e il Trattato di Geometria teorico-pratica formano un corso com-
pleto di Matematiche, condotto con vera maestria. Anche la forma lettera-
ria e assai commendevole, cosa non tanto comune in opere di simil genere.
Per tali pregi meritarono 1' unico premio in Medaglia d' argento al V. Con-
gresso Pedagogico tenuto in Venezia nel 1872.
Pagnozzi P. Frane. Maria.
Maria trionfante con la pompa di una triplicata corona di
— 275 —
stelle ec. In Pistoia, 1650, per Pier Antonio Fortunati,
in 4.°
Pagg. 820, più carte 21 in principio, ed una in line senza numerare, con
molti rami.
Pagnozzi Giuseppe II.
— Geografia moderna universale, ovvero descrizione fisica,
statistica, topografica di tutti i paesi conosciuti della terra.
Firenze, 1821-1827, voi. 15, in 8.o
Il primo volume fu stampato dal Pezzati, gli altri dal Batelli : ma gli ultimi
sette, morto l'autore nel 1825, furono pubblicati da Stefano Ticozzi e dal
Dott. Francesco Soldato. A que' giorni si disse la prima opera originale
che fosse pubblicata in Italia in questo genere. Contiene notizie molto
particolari sopra qualunque regno e città ; vi si discorre ampiamente del-
l'industria, del commercio, delle proprietà del suolo, dei vegetali, dei mi-
nerali, degli animali, della popolazione, della civiltà, delle cause della ric-
chezza e della povertà, e molte altre importanti ricerche statistiche vi si
ritrovano. Ora però dopo tanti altri lavori fatti in appresso, dietro le molte
scoperte geografiche, è forse diminuito di pregio. Un altro breve corso di
geografìa per le scuole, ed un trattatello di Sfera armillare rimasero sem-
pre inediti.
— Scritti vari.
Nell'Antologia di Firertze trovatisi inseriti i seguenti scritti : — Esame del-
l'opera di Maltebruu « Riflessioni sulle Colonie in generale e in particolare
su quelle che si converrebbero alla Francia » (tom. 9. e. pag. 55.) — Rag-
guagli geografici e notizie di viaggiatori, (tòm. 9. e. pag. 123) — Osservazioni
sul nuovo Dizionario geografico di Vosgien (tom. 12, a. pag. 141) — Discorso
sul saggio di un trattato teorico-pratico sul sistema livellare dell' Avv. G.
Poggi (tom. 41, e. pag. 57).
Giuseppe Pagnozzi nacque di famiglia patrizia nel 1785. Abbandonata la car-
riera ecclesiastica per la quale . era stato incamminato, attese in Pisa agli
studi giuridici, ma non li recò a termine, e si diede alla carriera degli im-
pieghi. Fu dapprima commesso nella Prefettura di Pistoia, poi a Firenze
nella Sezione dell'Interno, e successivamente nelle Prefetture di Monte Pul-
ciano e di Firenze, ed in quest'ultima città ebbe poi il grado di Capo Sezione
nell'ufizio della guerra. Tornato in Toscana dopo il 1814 l'antico governo, il
Pagnozzi andò in Levante, ed a Smirne attese alla educazione dei figli di
un mercante. Lì ebbe grande agio di fare profondi studi di geografia, e com-
pose il suo Trattato che poi diede alle stampe. Dopo tre anni tornò in pa-
tria nel 1817, e morì nel 1825.
Panciaticlii Vincenzo.
Orazione funerale recitata il dì 21 Aprile Tanno 1598, nel-
l'annuali esequie del Granduca Cosimo I nella Chiesa della
— 276 —
Religione dì S. Stefano in Pisa. In Firenze, 1598, per Fi-
lippo Giunti, in 4.°
— ■ Orintia, tragedia. In Fiorenza, nella stamperia di Co-
simo Giunti, 1600, in 8.°
Lavoro non dispregevole in fatto di lingua, abbenchè appuntabile di molte
mende per la condotta scenica, ma che pure vuol tenersi in gran pregio,
quando si ponga mente che l'arte di scriver tragedie era da poco tempo ri-
nata tra noi.
— L'amicitia constante tragicommedia pastorale di Vin-
cenzo Panciatichi, nell'accademia delli Spensierati il Securo,
Fiorenza, per Filippo Giunti, 1600, in 8.°
Fu rappresentata la prima volta in Firenze per le nozze di Maria dei Me-
dici con Enrico IV re di Francia. Questo lavoro non parve all'autore troppo
felice, tanto che ne tolse poi le migliori scene, e lo riprodusse in un egloga
pastorale col titolo Gli Amorosi Affanni, come appresso diremo.
— Oratione recitata all'apertura generale del capitolo della
Sacra Religione di S. Stefano in Pisa lì 14 Aprile 1602,
nella Chiesa di detta religione. In Firenze, 1602, per Gior-
gio Marescotti, in 4.°
In fine vi è una canzone del medesimo autore agli invitti cavalieri di S. Ste-
fano.
— Il Re Artemidoro, tragedia. In Fiorenza, per i Giunti,
1604, in 4.o
Vi è unita anche 1' altra tragedia 1' Orintia, rivista e corretta dall' autore.
L' Artemidoro fu poi ristampato in Venetia, appresso la Compagnia, 1605,
in 4.°
— Cartello in ottava rima nel torneo del principe di To-
scana. In Venezia, 1605, in. 4.°
Il P. Zaccaria nella Bibliot. Pistor. scrive Castello invece di Cartello, ec.
Questa Composizione fu scritta nel 1605 in occasione del torneo tenuto in
quell'anno nel cortile del palazzo Pitti in Firenze.
— Gli Amorosi affanni, favola pastorale. In Fiorenza, per
Gio. Batta Ciotti Sanese, 1606, in 4.°
Dice l'autore nella lettera al lettore che essendosi servito del migliore che
era nell'altro suo lavoro L'Amicizia Costante, di sopra da noi ricordata, vor-
rebbe che s'annullasse in tutto il nome di quella, come è stato desiderio
suo nel compor la presente ; la quale sola brama che viva, come suo legit-
timo parto, nel cospetto del mondo, e non di aver fatto due pastorali, ma
— $77 -
una sola, che è questa, da luì così proposta sull'animo. Questo del resto è
il migliore scritto uscito dalla penna del nostro Panciatichi, ed è mirabile
per semplicità, per eleganza di verso, e per purezza di lingua.
— Canzone per FArgonautica rappresentata in Arno nelle
nozze del Serenissimo Principe di Toscana, e della Sere-
niss. Arciduchessa Maria Maddalena d'Austria. In Firenze,
per Cristoforo Marescotti, 1608, in 4.°
È dedicata al Sig. Sigismondo Mischoswscki Gonzaga Marchese di Mirona,
e Maresciallo di Polonia. Il principe fu poi Cosimo II. Poche notizie si hanno
di Vincenzo Panciatichi, il quale vissuto lontano dalle imprese guerresche,
cercò piuttosto di rendersi chiaro nelle lettere. Egli nacque nel lb76; sap-
piamo che fu prete, e vestì le divise equestri dell' ordine di S. Stefano.
Morì nel 1609.
Panciatichi Paolo d' UlivierS.
Lettera al furfante re della furfanteria.
Questa bizzarra prosa trovasi nella raccolta intitolata Delle lettere facete et
piacevoli di diversi huomini grandi raccolte per M. Dionigi Atanagi, lib. I.
Venetia, 1601, appresso Altobello Salicato, in 8.° Un altra lettera faceta del
Panciatici sopra un palandrano redato da casa sua si stampò recentemente
nel Piovano Arlotto col titolo Lettera del Palandrano a M. Orazio Marchiani.
Panciatichi Iacopo eli Stefano.
Carmina.
Che questo Panciatichi scrivesse poesie latine lo afferma il Vannozzi (Epist.
tom. I, pag. 197): forse non è egualmente vero che scrivesse anche un'opera in-
titolata De Auxilio: piuttosto è da credersi, dice il Passerini, che ritrovasse uno
scritto altrui con quel titolo. Questo Iacopo di Stefano Panciatichi fu dotto ec-
clesiastico, coprì successivamente l'ufficio di decano, e poi di priore della
nostra Cattedrale, e poi di vicario di Mons. Caccia, il quale ufficio tenne
sino alla sua morte avvenuta nel 1628. Mons. Bonifazio Vannozzi lo tenne
in gran conto, come si vede dalle molte lettere che gli diresse.
Panciatichi Francesco.
Sonetto.
Sta innanzi alla Commedia di Fulvio Ghirlandi Gli Amorosi affanni. L'autore
fu Canonico decano della nostra Cattedrale nel 1620.
Panciatichi Stefano di Gio.
Oratio in funere anniversario Eminentiss. Nicolai Forti-
— 278 —
guerra© habita ec. Pistoni, 1633. apud P. Ant. Fortuna-
tum, in 4.°
Raro. Carte 8 senza nurn. Con lettera dedicatoria a Giulio Rospigliosi. Ste-
fano scrisse anche, ma mediocremente, in poesia, ed un suo epigramma la-
tino ed un sonetto si leggono nel voi. primo delle Storie del Salvi : dai diarii
dell'accademia della Crusca si ha che egli lesse il discorso d'entratura il 27
* Settembre 1636, e che recitò un sonetto nello stravizzo festeggiato dagli
Accademici il 26 dello stesso mese. Egli fu cavaliere di S. Stefano, del quale
ordine vestì la divisa nel 1645,- priore del Comune nel 1640, soprintendente
delle scuole col 1649, operaio di S. Iacopo nel 1650 e nel 1652; ma è uomo
di poco fausta celebrità, come quegli che fu cagione di continue discordie
nella nostra città per lo spazio di oltre dieci anni, dal 1652 al 1665.
Morì nel 1670, l'8 Agosto.
Pauciaticlii ^uaìtaerS.
Priorista della città di Firenze.
Di questo priorista, nel quale aveva raccontati gli avvenimenti che si erano
a mano a mano svolti durante ciascun bimestrale risedimento dei priori delia
città, restano solo alcuni brani, che si conservano nella Magliabechiana di Fi-
renze (classe XXV, cod. 636).
— Lettera a Francesco Forteguerri e a Ventura Vitoni sul-
l'ingresso di Leone X nella città di Firenze il 30 novem-
bre 1515. Firenze 1515. in 4°
Rarissimo opuscolo, con frontespizio vagamente ornato. Il titolo preciso è
questo : Epistola nella Entrati di Leone X nella cipta di Firenze 50 Novem-
bre 1515. Questa lettera ci addimostrerebbe che Ventura Vitoni visse qualche
anno al di là di quello che comunemente si crede. Gualtieri nacque nel 1480,
e fu uno dei più illustri capi della fazione Panciatichi, com' anco uno dei
più feroci. Mori nel 1549.
Pancia£ie3i2 Paolo.
Rime.
Sono manoscritte nella Biblioteca Forteguerri in due codici. Il primo Codice
che appartenne a Francesco Merlini è diviso in due parti; la prima contiene
i capitoli, 1' altra i sonetti. Il secondo recentemente acquistato dalla Biblio-
teca Forteguerri appartenne agli eredi del Cav. Domizio Tonti e contiene
un gran numero di sonetti, con una prosa, in stile festevole, e altri versi
d' argomento grave e sacro. L' autore volle imitare il Berni, e vi riuscì as-
sai bene : peccato che le sue rime non possono essere lette dai più scrupo-
losi. Tali rime del resto sono rimaste sempre inedite, e soltanto or non è
molto ne fu dato un piccol saggio nel Piovano Arlotto (anno II. fase. IV),
consistente in due non ineleganti sonetti, oltre a quelli che interi o a bra-
ni vi sono riportati per dilucidare la sua biografia. Questo Paolo nacque nel
— 279 —
1496 : studiò in patria, e in Pisa conseguì la laurea dottorale. Dai suoi seritli
apparisce che visse per qualche tempo in corte di Clemente Vili, e v'è chi
crede che egli fosse nel campo degli Imperiali durante 1' assedio di Firenze.
Fu poi a' servigi di Mons. Pallavicini governatore d' Anagni, e probabil-
mente uno de' suoi auditori. Tornato in patria nel 1560, vi cuoprì onorevoli
uffici, trovandosi che fu proposto al Comune nel 1555, operaio di S. Iacopo
nel 1566, e gonfaloniere nel 1571. Morì nel 1577. Egli è del ramo dei Pan-
ciatichi estinto nel 1G17- che aveva per stipite Asta di Francesco.
Paneiaticbl GioTanoi tii Stefano.
Genealogia della Famiglia Panciatichi.
Manoscritta in casa Panciatichi-Ximenes di Aragona in Firenze. Egli non fece
che copiare il manoscritto dei Fortegucrri, il quale, come abbiam detto, è
in gran parte immaginario ; e portò la genealogia lino al 1623. Ma per fare
qualche cosa di nuovo mise dappresso ai nomi degli individui ì fatti che li
concernevano togliendoli dalla cronaca della famiglia composta dal Turchio.
Giovanni nacque nel 1588 : fu più volte gonfaloniere, ed operaio di S. Ia-
copo, e contribuì non poco a ristabilire in Pistoia l'arte della lana, un tempo
fiorentissima : rimasto vedovo, vestì 1' abito ecclesiastico, e fu decano della
Cattredrale. Morì nel 1654.
Panciatichi Salinilienc di Tommaso.
Memorie di antichi personaggi della casa de1 Medici, e alta
origine dei Granduchi di Toscana.
Manoscritto nella Bibliot. Nazionale di Firenze, (Magliab.) VII. 264. È dedi-
cato a Tommaso de' Medici. Queste memorie sono scritte in poesia, e consi-
stono in sonetti, ottave, e versi sciolti di cattiva prosa rimata, ne' quali
con sfacciata adulazione fa 1' elogio dei principi medicei viventi, e dei loro
antenati. Salimbene, del ramo estinto nel 1635, fu operaio di S. Iacopo nel
1558, e nel 1564, e provveditore della medesima opera nel 1539. Sedè più
volte gonfaloniere. Caduto in bassa fortuna, stette due anni in prigione per
debiti, dove cercava sollievo scrivendo versi. Nato nel 1500, morì nel 1564.
Panieri Can. Ferdinando.
Esposizione della Legge di Dio e della Chiesa intorno alle
usure. Pistoia, 1813, in 8.°
— Cataloghi dei Santi dei Beati e di altre persone insi-
gni nelle pietà pistoiesi pubblicati da diversi agiografi, in
una ordinata ed uniforme maniera ridotti ed aumentati di
una serie di beati e di altre persone similmente memorabili
per la santità della vita pistoiesi ec. Pistoia, dai Fratelli
Manfredini, 1818, voi. 2, in 8.<>
— 280 —
— Studi per la storia Ecclesiastica Pistoiese.
Manoscritti nella Biblioteca Forteguerri. Dopo aver compilato i suddetti Ca-
taloghi, il Panieri pose mano a scrivere una storia ecclesiastica di Pistoin,
me non ebbe tem^o di condurla a- fine ; e lasciò solo molti fasci di fogli
informi, dai quali è da trarne poco costrutto. È da avvertirsi anco che il
Panieri scrisse molto sugli appunti comunicatigli dal P. Giuseppe Bercili,
diligente antiquario pistoiese, e autore dell' opera Pistoia Sacra. Altri scritti
lasciò il Can. Panieri, e fra questi una traduzione del libro De ulilitate cre-
dendi di S. Agostino ; un compendio del Gius Canonico di Van-Especn ; ed
altri lavori di crudiziome ecclesiastica, per la maggior parte incompleti, e
solamente abbozzati, i quali si conservano nella Forteguerriana.
I^SMsIcrt P. FercliMamcSo.
Exametron a Pio IX ed ai principali riformatori d' Italia.
Firenze, 1847, in 8.<>
Paolina* Aldobrando.
Della legittima libertà del commercio, Trattato. Firenze,
Pagnini,~1785-1786, in 16, voi. 2.
Pagg. VI.-342-529.
— Arco trionfale eretto dalle muse alle virtù dell' augu-
stissima Imperatrice Maria Teresa Regiua d1 Ungheria ec.
Poemetto senza luogo e anuo (ma Pistoia, Bracali, 1789) in 4.°
Pagg. 30. ed una carta carta bianca in fine. Il poemetto è in ottava rima,
e 1' autore vi si chiama Accademico apatista e di varia letteratura.
— Del dazio diretto sugli immobili. Pistoia, Bracali, 1808,
in 8.°
È tiratura a parte dal 1.° degli Atti deìV Imp. Accademia pistoiese di Scienze
e Lettere. Nello stesso volume di questi Atti, tra le rime, trovasi pure un
ode col titolo «La libertà di Pistoia, o sia l'espulsione dei Tedici», e vi si
fa pure ricordo di molte memorie lette in vari tempi dal Paolini in quel-
P Accademia ; le quali però non videro mai la luce, ed ora sono andate di-
sperse.
■ — Elogio storico e filosofico di Lorenzo Pignotti. Pisa,
co7 caratteri di Didot, 1816, in 8.°
Pag. 239. Bella edizione, adorna del ritratto del Pignotti, e della quale si
hanno magnifici esemplari in carta grave.
— Elogio del Dott. Luigi Magberi.
Negli AHi dell' Imperiale e Reale Accademia dei Gcorgofili. lom. XIII, a. 18o4
— 281 —
— Dei rapporti del gusto e del bello letterario co1 tempi e
colla ragione, memoria accademica.
Neil' Antologia di Firenze, tomo 12, pag. 70.
— Osservazioni sull' opera « Illustrazioni storico-critiche
di G. Eoscoe » alla sua vita di Lorenzo il Magnifico.
Neil' Antologia di Firenze, toni. 14 b. pag. 28.
— Alcune idee di supplemento ai Cenni sulla maremma
senese.
Nel medesimo giornale, tom. 27, pag. 47.
— Necrologia di Francesco Chiarenti.
Ivi, tomo 51, pag. 186.
— Osservazioni sul discorso letto da Luigi Cappelli alla
Università di Vilna intorno allo insegnamento del Diritto
romano.
Ivi, lom. 40.
— Saggio di alcune idee relative al romanticismo e clas-
sicismo romantico.
Ivi, tomo 40.
— Lettera al direttore dell' Antologia sullo stato fisico e
morale dell' odierno Egitto.
Ivi, tomo 44.
— Discorso sulla civiltà e sull'incivilimento sociale.
Ivi, tomo 45, pag. 123.
— Necrologia di Alessandro Rivani.
Ivi, tomo 4o, pag. 126.
— Necrologia di Isaac Franchetti.
Ivi, tomo 46, pag. 20G.
Notizie biografiche di Vittorio Fossombroni.
Manoscritte nella Biblioteca Fortcgucrri. Cod. 571.
PapfnS Fraaaecsco Giovanna.
De Phrenitide eiusque causis, propositiones medico-prati-
cae ec. Pisis, Pieraccini, 1777, in 8.«
— 282 —
Pappagalli Cav. Giullauo.
I
Fiori poetici sparsi sul rostro evangelico del Reverendo
P. D. Alberto Maria Garzadoro Abbate lateranense e pre-
dicatore nel Duomo di Pistoia l'anno 1588, e consacrati al
merito dell7 Illustriss. Sig. Bali Bartolommeo Gherardi Gon-
faloniere dell'istessa città. In Pistoia, 1688, all'insegna della
Fortuna, in 4.°
Di pag. 2£. Sono undici sonetti, un madrigale ed alquanti epigrammi latini,
preceduti da una lettera dedicatoria. Le pagine sono tutte inquadrate in
un fregio in legno.
Pappagalli Raffaello.
Il Glorioso transito di S. Giuseppe tradotto dal latino in
volgare.
Manoscritto cartaceo nella Forteguerriana seg. di n.° 222. È in £.° ili carte 83,
ed appartiene al sec. XVI. Quest' Opera ignota anche al P. Zaccaria, è de»
dicata alla molto Reverenda Madre Suor Lucrezia Ippoliti Monaca nel Mona-
stero di S. Michele di Pistoia.
Peri Fr. Iacopo.
Conciones. Florentiae, Cecconcelli, 1602, in 8.°
— Oratio de Conceptione B. V. M, ad Vincentium Celle-
sium Canonicum pistoriensem. Florentiae, 1606, in 4.°
— Contradictiones in Prologum primum et saecundum Sen-
tentiarum Scoti. Florentiae, Cecconcelli, 1621, in 4.°
— Vita del P. Evangelista Gerbi da S. Marcello detto il
P. Marcellino.
Sta innanzi alle Prediche della Passione e Resurrezione di Gesù Cristo ec.
dello stesso Marcellino (Firenze, Cecconcelli, 1622) pubblicate dopo la morte
dell'autore per cura del nostro Fr. Iacopo Peri che apparteneva al mede-
simo religioso istituto.
Del Peri può consultarsi il Waddingo : egli fu anche confessore di Cosimo II
e di Ferdinando II dei Medici, e morì, secondo il Dondori, nel 1625.
Peri ilatteo.
La Giustizia Clemente, Orazione recitata al Senato di
Lucca ec. Piacenza, Ardizzoni, 1629, in 4.°
Questo Matteo Peri fu dei Canonici Regolari Lateranensi. L'Oldoino ncir^tfìcna-
— 283 -
sum Pisloriens. scrive che « reliquit ?ns. libros tres de oratione ih genere, de
vocali, ac de mentali, qui Pistorii adservaniur. » Ignoro ove si conservino.
Petrini Pietro.
Lettera del Sig. Ab. Pietro Petrini al Sig. Gaetano Cioni
sulle ombre colorate.
Trovasi noi Nuovo Giornale dei Letterali di Pisa, voi II, p. I, a. 1805, pag. 45*
e 203. Ha la data del 10 ottobre 1804.
— Memoria sopra i colori immaginari dell'ombre.
Nel medesimo giornale, voi. II, p. Ili, anno 1805, maggio e giugno. Questo
argomento fu poi trattato più ampiamente dal Petrini nella seguente me-
moria.
— ■ Ricerche sulla prodazione dei colori immaginari nell'om-
bre ec. Memoria.
Nelle Memorie della Società Italiana delle Scienze, tom. XIII. p. II, pag. 37
Modena 1807. « Questa memoria, è scritto in nota, di cai esistono alcuni
saggi nel tomo 2 del Giornale dei Letterati di Pisa, era stata pas-
sata fino dai primi del mese di Giugno decorso al cliiariss. Sig. Prof. Giu-
seppe Slop, uno dei XL della Soc. Italiana delle Scienze, per essere inse-
rita negli atti della medesima. L'autore crede con questa nota di rivendicare
Ja priorità delle sue osservazioni sopra quelle del medesimo genere pubbli-
cate ultimamente dal celebre C. A. Prieur nel n.° 160 degli Annali di Chi-
mica francese. Nota comunicata dal Sig. Ab. Pietro Petrini al Segretario
Pozzetti, che attesta di aver ricevuta questa memoria fino dal 22 luglio 1805,
e di non averla potuta introdurre nel tomo antecedente, per la sovrabbon-
danza delle produzioni de' soci. »
— Lettera di G. Cioni e P. Petrini al eh" Sig. Dott. Fran-
cesco Pacchiani, pubb. professore di Fisica nell'Univ. di
Pisa.
— Lettera di G. Cioni e P. Petrini al cb. Sig- Dott. Ot-
taviano Targioni-Tozzetti pubb. Prof, di Agricoltura e Bo-
tanica ec.
Queste due lettere furono annunziate nel nuovo Giornale dei Letterati di
Pisa, voi. o, pag. 261 con queste parole : Queste due lettere scritte da due
abili fisici tendono ad illustrare l'esperienza del Prof. Pacchiani, e la seconda
di esse è principalmente una replica alle obiezioni ed esperienze del Pro-
fessore Mascagni da noi riportate a pag. 236 di questo tomo, voi. di Settem-
bre e Ottobre. Attualmente questi due dotti cooperatori vanno pubblicando
una memoria Sull'azione dell'elettricità nella composizione dell'acqua, ove sa-
— 284 —
ranno riepilogati anche i fatti delle due suddette lettere, e che avrà luogo
nel seguente volume. Questa memoria però, dopo che risultarono fallaci le
esperienze del Pacchiani, non fu pubblicata. La lettera al Targioni-Tozzetti
fu stampata negli Annali di Chimica e Storia Naturale di L. Brugnatclii,
tom. XXII pag. 522, col titolo Lettera sul Galvanismo.
— Compendio del Trattato Elementare di Fisica dell' Ab-
bate Haiiy, 1807.
Che il Prof. Petrini facesse questo compendio ce ne assicura Pietro Odaldi
nella Lode che pubblicò del nostro concittadino.
— Atti dell'Accademia Pistoiese, tom. 1. Pistoia, Bracali,
1808, in 8.o
Il Petrini fu il raccoglitore degli scritti contenuti in questo volume, ai quali
mandò innanzi un pregevole lavoro sulla storia letteraria dell'Accademia.
— Esperienze ed Osservazioni sopra alcuni singolari fe-
nomeni d' illusioni ottiche, e sulla teoria newtoniana dei
colori della luce, In Pistoia, 1810, presso Clio. Bracali e
f.no in 8.o
È dedicata al chiariss. Sig. Giorgio Santi prof, di Storia Naturale nelPCIniv.
di Pisa. Il Petrini pubblicò di nuovo questo scritto qualche anno appresso
col seguente titolo :
— De'colori accidentali della luce, ossia della generazione
dei colori ne'vari accidenti d'ombra e di luce, Memorie ec.
Edizione di 420 esemplari in carta velata bianca, 12 in carta occhio di per-
nice velata ; e due in carta cerulea. Di queste memorie del Petrini ne fu
dato un cenno, promettendone un più lungo ragguaglio, a p. 214 del tomo I
del Giornale di Scienze ed Arti, Firenze, tip. Nannei, 1816. Ne parla-
rono poi con lode il Prof. B. Bizio nelle sue Osservazioni e sperienze intorno
alVombre colorate (nelle Memorie dell'Istituto Veneto di Lettere, Scienze e
Arti, voi. VII, par. Ili, pag, 593) : il Brugnatelli nel suo Giornale di Chi-
mica ec. Pavia, 1° trimestre del 181G ed altri.
— ' Di alcune osservazioni di ottica pittorica, Lettera al
D. Gaetano Cioni.
Ha la data di Pistoia 50 ottobre 1816, e trovasi nel tomo IV, fascicolo 11,
pag. 59-66 del Giornale di Scienze ed Arti, ossia Collezione di Memorie falli
ed osservazioni appartenenti alle Scienze ed alle Arti Firenze, Magheri, 1816,
in 8.° L'autografo si conserva nella Roncioniana di Prato.
- — Lettera al Cav. Francesco Tolomei sull'analisi dei co-
lori di un antica pittura a fresco.
Trovasi fra i documenti dell'opera del suddetto Tolomei Memorie dell'antica
— 285 —
imagine di Maria SS. detta delle^Porrine ec. Pistoia, 1817. Ha ia data 6 Set-^
tembre 1817. Fu poi ristampata a pag. 175 della nuova edizione dei Di-
scorsi sulla Pittura degli Antichi. Firenze, Successori Le Monnier, 1875.
— Di Ventura Vitoni, architetto pistoiese del Sec. XV
alunno di Bramante da Urbino, Discorso letto alla E. Acca-
demia Pist. di Letteratura ed arti ec.
È nell'Antologia di Firenze, anno 1821. Fu poi ristampata nel 1859 a pag. 75
del Trattato delle grazie e dei miracoli della Madonna dell' Umiltà di M. Co-
simo Bracciolini (Pistoia, Tip. Cino, 1859) ; e di nuovo tra i Discorri sulla
Piuura degli Antichi (Firenze, Le Monnier 1875) nuova edizione procurata
dai Sigg. Petrini fratelli dell'autore. Le Osservazioni dell'atrio e della Chiesa
dell'Umiltà furono anche inserite dal Tolomei nella sua Guida di Pistoia, e
se ne tirarono pure degli esemplari a parte.
— Sulla Pittura degli antichi Discorsi.
Sono inseriti nelV Antologia, famoso giornale che si pubblicava in Firenze,
anno 1821 e 1822; eccone i diversi titoli:
■ — Discorso I. Considerazioni sulle opere che restano del-
l'antica pittura, e delle primo età dell'arte risorta in Italia.
Nell'Antolog. Giugno 1821, pag. 458-468. È indirizzato al Cav. Cosimo Buo-
narroti.
— Discorso IL Di Vitruvio e di Plinio, e dei documenti re-
lativi all'antica pratica di dipingere, conosciuti per le me-
morie degli scrittori del medio evo, e dei primi tempi del-
l'arte risorta.
Ivi, pag. 468-481. È indirizzata al prof. Gio. Valeri.
— Discorso III. Della parte che spetta all'istoria naturale
e alla chimica nel divisar le ragioni dei colori di che si
valsero gli antichi nella pittura.
Ivi, voi. 5, Agosto 1821, pag. 256-270. Al Dottor Gaetano Cioni.
— Discorso IV. Degli sperimenti che hanno servito di !>corta
a riconoscere nelle reliquie che ci avanzano dell' antica
pittura la natura dei colori in essa adoperati.
Ivi, voi. IV, nov. 1821, pag. 279-508. Al Prof. Mazzoni.
— Discorso V. Delle terre artificialmenre colorito degli an-
tichi, e in particolare del porporino.
Ivi, voi. VI, giugno 1822, pag. 518-552. Indirizzato al Prof. Ranieri Gerbi
pistoiese.
— 286 —
— Discorso VI. Dei colori degli antichi perduti, e delle
nuove ragioni di colori che ne presero il luogo nella pra-
tica di dipingere dei bassi tempi e delle prime età dell'arte
risorta.
Ivi, voi. VI, giugno 1822, pag. 521-biS. È diretto al Prof. Giuseppe Branchi.
— Discorso VII. Delle prove fatte ultimamente sull'az-
zurro oltramarino, e sul bianco di calce preparato col me-
todo già disusato dei vecchi maestri.
Ivi, voi. VII. Ag. 1S22, pag. 318-527. Al Cav. Giuseppe Tambroni. Raccolti
in un volume, questi discorsi furono riprodotti nel passato anno con questo
titolo :
— Della Pittura degli Antichi, Discorsi di Pietro Petrini,
con altri suoi scritti messi insieme e di nuovo pubblicati.
Firenze, Successori Le Mounier, 1873, in 12.°
Edizione fatta da Francesco e Giuseppe Petrini fratelli dell'autore, ed affi-
data alle cure del Cav. Gaetano Milanesi, che la illustrò di nuove note, è
vi premise la notizia di Cesare Guasti Della vita e degli scrini dell'autore,
riveduta ed ampliata. Gli altri scritti compresi in questa edizione sono la
Lettera al Cav. Francesco Tulomei sull'analisi dei colori di lin antica pittura
a fresco, e il Discorso su Yentura Yitonì, ambedue già pubblicati. Il Petrini
aveva raccolto la materia per altri cinque discorsi sullo stesso argomento,
ma non ne stese neppur uno. I titoli dovevano essere questi: 1.° Dei modi
e ordini tenuti dai pittori antichi nel colorire in fresco e a tempera. 2.° Dei
documenti che ci rimangono dell'antica pittura all'encausto. 5.° De' primi
metodi della pittura risorta, e della più antica origine della maniera di di-
pingere all'olio. i.° Di ciò che l'ottica insegna sull'accordo de'colori, e sul
loro effetto, in quanto del rappresentarsi per essi la verità degli oggetti
5.° Della prospettiva lineare ed aerea degli antichi.
— Notizia delle opere di Francesco Benedetti da Cortona.
Neil' Antologia, voi. Ili, Sett. 1821, pag. S50-32.
— Proemio degli Editori all'opera Dell'origine, dei pro-
gressi e dello stato attuale di ogni letteratura, dell'Ab-
bate. G. Andres. Pistoia, Manfredini, 1821 e seg. in 8.°
— Intorno all'edizione dell' Andres suddetta.
NeWAnlol. voi. 5, anno 1822, p. 415-420.
— Degli onori parentali renduti alla memoria di Tor-
quato Tasso dall' Accad. Pistoiese di Scienze Lett. e Arti
l'anno 1822.
Nell'Antologia, voi. VI, maggio 1822, pag. 531.
— 287 —
— Al Magistrato civico di Pistoia, Relazione idraulica del
Prof. Pietro Petrini. Pistoia, Tip. Cino, 1839, in 8.0
Con pianta geometrica delle due gore di Scornio e Capo di Strada.
— Due Relazioni intorno a un sistema di Serre su i fiumi
del territorio pistoiese. Pistoia, Tip. Cino, 1844, in 8.°
Con dedica al Prof. Domenico Mazzoni a nome dei fratelli Petrini, per cura
dei quali furono pubblicate queste relazioni dopo la morte dell'autore ; e
sono precedute da una notizia sulla vita e sulle opere di P. Petrini, scritta
da Cesare Guasti. Degli studi fatti dal Petrini per la costruzione delle serre
sui fiumi del nostro torrente si ragiona distesamente nell'opuscolo che ha
per titolo : Rapporto della istituzione ed andamento della deputazione centrale
delle Serre del fiume Ombrone ec. Pistoia, Tip. Cino, 1843, e vi si ricordano
con lode queste due relazioni.
— Rime.
Neg'i Atti dell' Accad. pistoiese, Pistoia, Bracali, 1808, ed in varie altre raccolte.
—- Sritti Inediti.
Si conservano presso i Sigg. fratelli Petrini: oltre le bozze dei discorsi sulla
pittura degli antichi, che non lasciò compiuti, e che noi abbiamo di sopra
ricordati, ne sembrano degni di particolar menzione, tra gli altri i seguenti :
1.° Discorso recitato nell' imprendere il magistero delle matematiche nel
Liceo di Pistoia l'a. 1812: 2.° Discorso nel chiudere i letterali esercizi del-
l'Accademia pistoiese: 5.° Articolo sopra l'opera del Cav. Venturi intorno
all'artiglieria, presentata al R. Istituto d'Italia : i.° Considerazioni intorno al
problema meccanico delle pressioni sui punti d'appoggio: 5.° Discorso per
distribuzione di premi : 6.° Discorso letto all'Accademia pistoiese : 7.° Me-
moria della vita e delle opere di Sebastiano Vini : 8.° Ragionamento sopra
certi ridevoli sospetti per alcune macchie osservate nel sole : 9.° Delle opere
di Giorgio Vasari : 10. Sulla meccanica delle vetture, e sui mezzi di ren-
derle più comode e più sicure, riflessioni, e dell'introduzione delie ruote
a larghi quarti: 11. Prolusione recitata nell'Università di Pisa nel Novem-
bre 1822: 12. Lettere al Dott. Gaetano Cioni, che si conservano nella Ron-
cioniana di Prato, Cod. Ilo. Per la biografia di P. Petrini si veda il Cenno
necroionico dato- dall'Antologia, decembre 1822 : — VElogio pel tubo scritto
dal Ciampi e inserito nel med. giornale ; — la Lode di P. Petrini, di P. Odaldi,
Pistoia, Manfredini, 1823: — il Discorso di P. Contrucci, nell'edizione delle
sue opere, Pistoia, 1810, ed a parte : — una breve notizia inserita da Atto
Vannucci tra le Memorie di Giuseppe Montani, Copolago 1843, e molli altri
che fecero onorevol menzione de' suoi scritti e che troppo lungo sarebbe
tutti enumerare.
Piernici Agostino. %
Praenotiones ad Institationes Canonicae. Pistorii, Bracali,
1822, in 8.o
Son questi i prolegomeni ad un corso di Gius Canonico dall'autore compi-
— 288 —
lato negli ultimi anni di sua vita, e che aveva in animo di pubblicare, se
la morte non lo avesse troppo presto rapito. Egli nacque in S. Marcello
nel 1787, fu prof, di Gius Canonico nell'Univ. di Pisa, e morì nel 1824. Ne
scrisse una breve biografia (1. Arcangeli, pubblicata dal Tipaldo nel toni. IV
della sua raccolta.
Pteeinclli Filippo.
Ombrone consolato, Epitalamio nelle nozze di Stefano Pan-
ciatichi, e Camilla Conversali. Pistoia, Fortunati, 1648,
in 4.°
Raro opuscolo, che conta car. 12 senza num. con antip. in rame.
Piggi Agostino.
Rime in lode del Sig. Cristoforo Alori detto il Bronzino.
In Pistoia, 1614, per Salviano De Andrea Felici, in 4.°
Rarissimo.
Pilli Miceolò.
Illustre giureconsulto, vissuto quasi sempre a Roma, dove pubblicò co' tipi
di Antonio Biado, le rime di Mcsser Cino da Pistoia, e dei due Bonaccorsi
da Montemagno ora divenute rarissime edizioni. Nella prefazione a queste
rime, di cui noi parliamo ampiamente a' suoi luoghi, egli ci fa sapere che
si era accinto a scrivere una storia di Pistoia, e che ha dato pure a stampa
alcune sue scritture legali.
Pillotti P. Antoni*».
— Parole al popolo nella solenne processione del G. Morto
fatta in Pistoia il Venerdì Santo del 1866. Pistoia, Società
Tipogr. 1866, in 8.°
Plnamontff P. Sri®. Pietro.
La vera sapienza, ovvero Considerazioni ntilissime all'a-
cquisto del Santo timor di Dio disposte per tutti i giorni
della settimana da un religioso della Compagnia di Gesù.
Venezia, Poletti, 1683, in 12.°
— Exorcista rite edoctus, seu accurata methodus omne ma-
lefìciorum genus probe ac prudenter curandi exposita a quo-
dam religioso ec. Lucae, Marescandoli, 1690. in 12.°
— 289 —
— L' Inferno aperto al cristiano perchè non v' entri, ov-
vero considerazioni sulle pene infernali proposte a medi-
tarsi ec. Roma, Ercole, 1691, in 8.°
— La Croce alleggerita, Bologna, Monti, 1691, in 8.°
— La stessa. In Firenze, per Pier Maria Miccioni, 1700,
in 12.o
— La Sinagoga Disingannata, ovvero via facile a mostrare
a qualunque ebreo la falsità della sua setta e la verità
della legge cristiana. Roma, Ercole, 1694, in 16.°
Fu ristampata in Bologna nel medesimo anno in 12° ; e fu anche tradotta in
francese dal P. Courbeville,, e stampata a Macstrich col titolo La Synagoghe
Detrompèe.
— Esercizio di preparazione alla morte proposto da un re-
ligioso della Compagnia di Gesù ec. Bologna, ed in Parma,
Pazzoni e Monti, 1695, in 24.°
— Il cuor contrito, ovvero motivi per eccitare alla contri-
zione esposti in sette considerazioni da un religioso ec.
Roma, ed in Parma, Pazzoni e Monti, 1695, in 4.°
— La religiosa in solitudine, opera in cui si porge alle
monache il modo d' impiegarsi con frutto negli esercizi
spirituali ec. Modena, Coppari, ed Eredi Pontiroli, 1696,
in 12,*
— Lo Specchio che non inganna. Modena, Coppari ed Eredi
Pontiroli, 1C96, in 12.°
— Il Sacro Cuore di Maria V. onorato per ciascun giorno
della settimana ec. In Firenze, per Pier M. Miccioni, 1699,
in 12.o
— La Causa dolicchi, ovvero il debito e frutto della li-
mosina esposta ai medesimi Ricchi. Bassano, 1700, in 24.°
— - La Via del Cielo appianata, operetta tratta dal libro
degli esercizi spirituali di S. Ignazio, Firenze, Miccioni,
1700, in 8.o
Capponi, Bibliogr. Pisi. *9
— 290 —
■ — Esercizi spirituali di S. Ignazio. In Firenze, per il Mic-
cini, 1703, in 8.0
— Raccolta di varie operette spirituali. In Firenze, nel
Garbo da Giuseppe Manni, 1704, voi. 2, in 12.°
Edizione fatta per cura di Iacopo Carlini, la quale comprende le seguenti
operette : Breve compendio della Dottrina cristiana ; Il Cuor contrito : La
vera sapienza : Meditazioni sopra i Novissimi ; Inferno aperto : Lo specchio
che non inganna : La croce alleggerita : L' albero della Vita : Il Sacro cuor
di Maria : Esercizio di preparazione alla morte. Ciascuno di questi scritti ha
speciale frontespizio, numerazione e segnatura.
— Il Direttore, ovvero metodo da potersi tenore per ben
regolare le anime nella via della perfezione cristiana. In
Venezia, Albrizzi, 1708, in 8.°
Anehe questa fu tradotta dal P. Courbeville e stampata a Maestrich nel 1791.
— Opere del P. Gio. Pietro Pinamonti. Venezia, Pezzana,
1712, in foglio.
Bella edizione procurata dal P. Gian Francesco Durazzo, il quale vi premise
una Raccolta delle Virtù dell' autore. Le opere contenute in questa edizione
sono le seguenti : Esercizi spirituali di S. Ignazio 5 — La via del Cielo ap-
pianata : — La religiosa in solitudine : — Lo specchio che non inganna : —
La vera sapienza : — Il cuor contrito : — La croce alleggerita : — L' In-
ferno aperto : — L' albero della vita : — Il sacro cuor di Maria : — La
Causa dei ricchi : — Le leggi dell' impossibile : — La vocazione vittorio-
sa ; — La sinagoga disingannata : — Compendio della dottrina cristiana : — *
Il direttore delle anime : — Exorcista rite edoctus.
— La stessa. Venezia. Pezzana, 1733, in fogl.
— La stessa. Venezia. Pezzana, 1752, in 4.°
— Dottrina cristiana spiegata in dieci ragionamenti fami-
liari per uso delle sacre Missioni.
Manoscritta inedita nella Forteguerriana di Pistoia. Il P. Gio. Pietro Pina-
monti fu dotto gesuita e fedele compagno del celebre Paolo Segneri. Na-
cque in Pistoia il 27 Decembre 1652 ,• morì ad Orta in Diogesi di Novara
il 25 Giunno 1703. Vedine la vita che ne scrisse il P. Gran Francesco Du-
razzo, premessa alle varie edizioni delle sue opere, le storie dell' ordine
dei gesuiti ed altri.
Pistoia (da) «io. Piero.
Li Dialoghi di Gio. Piero da Pistoia, al molto illustre et
— 291 —
eccellentissimo Signore il Sig. Cosimo de1 Medici Duca di
Toscana.
Manoscritto, così ricordato dal P. Zaccaria nella Bìbliot. Pistoriens. « Vidi ego
Pistorii ras hoc titulo : Li Dialoghi di Gio. Piero da Pistoia ec. Abrius et
Simerus colloquuntur. Tres autem in parte» dialoghi tributi sunti ; in qua-
rum prima quaeriter quei homo in terris contenlus esse possit ? quaeritur in
altera queis homo possit esse beatus ? in tertia disqui&itur, quo die maiorem
homo gloria promereatur ? Qua Ioannes Petrus ex gente fuerit frustra a me
inquisitus. »
Pistola (da) Luigi.
Orazione funerale in morte di D. Alberico Cybo Principe
di Massa fatta dal P. Fra Luigi da Pistoia Cappuccino alla
Signora Vittoria Cybo ec. Pisa, Frediana, 1623, in 4.°
Lo ricorda il Cinelli nella Biblioteca Volante, tomo i.
PJstorozzi Stria iaoi*€>*
Virtù di lagrime, discorso ec. all' illustriss. e Reverendiss.
Mons. il Sig. Alessandro Medici Cardinale di Fiorenza. In
Fiorenza, 1594, appresso gli heredi di Iacopo Giunti, in 12.°
Carte 12 in principio senza num. cart. 185^ e cari. 19, in fine non num. Ih
fine vi è riprodotta la soscrizione con stemma diverso da quello comune-
m ente usato dai Giunti.
Poggiali Enrico.
Crosta del globo e rocce, note a complemento di alcune
lezioni testò pubblicate dal Prof. Antonio Gianni. Pistoia,
Tip. Niccolai, 1872, in 8.0
Pag. 20, comprese due bianche, ed una contenente le note. L' autore con-
futa e corregge alcuni punti del libretto pubblicalo dal Prof. Antonio Gian-
ni col titolo Lezioni di Geologia, Pistoia, Bracali, 1872, in 16.°
Polidoi'i Gregorio.
Gregorianum. Florentiae, Sermartelli, 1598, in 4.°
Parla di alcuni papi e vescovi di questo nome, e di un Gregorio prete, dei
quali narra la vita, i costumi, le gesta. Fu poi ristampato in Lucca nel 1622
con giunte e correzioni.
— 292 —
— Tractatus de Bello Angelorum. Florentiae, Sermartelli,
1601, in 4.o
Il P. Zaccaria ricorda anche un'altra opera col titolo Bellum Elementare, che
io non ho potuto trovare, ed un Commentarium in Epistolas ad Galatas.
Pofilaeci Egidio.
Sulla necessità della chimica farmaceutica nella facoltà di
medicina. Pistoia, Tip. Gino, 1862, in 8.°
È tiratura a parte dagli Annali di Chimica del Polli, Luglio 1862.
Polenti Giuseppe.
Relazione tra V ingegneria civile e V arte militare. Firen-
ze, Bencini, 1848, in 8.°
Procacci Giovanni.
Parole dette sul feretro di Angelo Gamberai.
Trovansi nel Ricordo di Angiolo Gamberai, Pistoia, 1866, in 16.°
— Ricordo di Benvenuto Spinelli. Pistoia, Tipog. Bracali,
1869, in 16.o
Contiene un'elegia, ed un'epigrafe italiana e che poi fu incisa sul sepolcro.
— Ottave in morte di Eleonora Sozzifanti nata Contucci.
Stanno nel Ricordo di Eleonora Sozzifanti nata Contucci. Pistoia, Tip.
Cino, 1870.
— Articolo bibliografico sulle prose e rime di Louisa Gra-
ce-Bartolini.
Fu pubblicato nel giornale La Nazione, anno XIII, n. 7 e poi riprodotto nel-
P opuscolo intitolato Alcuni giudizi intorno alle rime e prose di Louisa Gra-
ce-Bartoliìii. Pistoia, Niccolai, 1871, in 12.°
— Cenno biografico del prof. Cesare Bartolini.
Nel Giornale La Nazione, anno 1872, Febbraio l~; fu quindi ristampato nella
raccolta fatta per la morte del Prof. Cesare Bartolini, Pistoia, Niccolai, 1872,
in 16.°
— 1 vecchi di famiglia, Ode.
Nella raccolta di rime stampate pel primo anniversario dalla morte di An-
tonietta Scali. Pistoia, Tip. Cìno, 1872, in 8.<>
— 293 —
— Le scuole comunali di Pistoia dal 1869 al 1874, Rela-
zione ec. Pistoia, Tip. Niccolai, 1874, in 8.°
Estratta dal Piccolo Ombronc, giornale del Comizio Agrario di Pistoia.
Puccini Alessandro.
De Legum laudibus, oratio habita in alma Pisanae urbis
gynnasio ec. Florentiae, 1613, in 4.°
Il P. Zaccaria ricorda pure di questo autore un aitra opera, a me rimasta
sconosciuta, col titolo De Pistorii laudibus.
Puccini Tommaso.
Orazione letta nella R. Accademia delle Belle Arti di Fi-
renze il giorno del solenne triennale concorso 14 Settem-
bre 1794. Firenze, Cambiagi, 1794, in 8.°
— L' Addio d' Ettore, cantata. Firenze, Cambiagi, 1798,
in 8.°
Pag. 14. Fu posta in musica dal Maestro Vincenzo Fiocchi romano.
— Orazione letta nella R. Accademia delle Belle Arti di
Firenze, il giorno ec. Tanno 1803. Firenze, Cambiagi, 1804,
in 8.o
— Lettere due al Cav. Biamonti intorno ad un passo di
Catullo.
Trovansi nella Collezione di Opuscoli Scientifici e Letterari di Firenze, an-
no 1805.
— Memorie istorico-critiche di Antonello degli Antoni pit-
tore messinese. Firenze, Carli e Comp. 1809, in 8.°
Antonello secondo alcuni fu il primo tra gli italiani che dipingesse a olio :
vero è però che prima di lui già era noto in Italia il colorimento a olio per
l' invenzione di Carlantonio Dal Fiore pittore napoletano del Sec. XIV. Sem-
bra però assai verosimile che codesta pratica si diffondesse in Italia per
opera di Antonello.
— La chioma di Berenice, poema di Callimaco tradotto da
Caio Valerio Catullo, volgarizzato da Tommaso Puccini,
Firenze, Carli, 1807, in 8.°
Ha il testo latino a fronte, e la dedica al Cav. Francesco Rospigliosi nipote
del traduttore.
— S9i —
— Esame critico dell' opera sulla pittura di Daniele Webb
tradotta dall' originale inglese e commentata da Francesco
Pizzetti.
Nel Giornale Pisano, anno 1807, tomo IV, pag. 1, con copie a parte.
— Sullo stato attuale delle belle arti in Toscana, lettera.
Pistoia, Tip. Bracali, 1808, in 8.°
È tiratura a parte del tomo primo degli Atti dell' Imp. Reale Accademia pi-
stoiese di Scienze e Lettere. Pistoia, Bracali, 1808, in 8.°
--- Lettera a Gino Capponi sopra la nuova edizione del-
l' Àracgne di Tommaso Rinuccini pubblicata per le nozze
Rinuccini-Antinori da Gaspare Ricci.
Sta nel tomo X anno 1809, pag, 71, della Collezione di Opuscoli Scientifici
e Letterari di Firenze. Ai dubbi del Puccini rispose il Ricci con una lettera
stampata in Firenze, per V Allegrini, nel 1810, in A.°
— Poesie di Caio Valerio Catullo veronese, scelte e pur-
gate, volgarizzate dal Cav. Tommaso Puccini ec. Pisa, con
i caratteri dei Fratelli Amoretti, 1815, in fogl.
Splendida edizione, della quale si impressero 500 esemplari di cui 12 in carta
forte di formato massimo ed uno in pergamena. Fu pubblicata, dopo la morte
dell'autore, per cura del fratello Giuseppe Puccini, che la dedicò a Fcrd. Ili
Grand, di Toscana, il quale ricambiò il dono colla decorazione di commen-
datore dell'ordine del merito. È da avvertirsi che la traduzione del Carme XLIX
Peliaco quondam prognatae vertice pinus era stata dal Puccini già pubblicata
iìn da! 1785 in una raccolta di rime per le nozze Cellesi e Buonfanti { Pi-
stoia, Bracali, 178o, in i.° ): lo stesso dicasi del carme nuziale Vesper adest
juvenes ce. il quale fu esso pure pubblicato per le Nozze Bracciolini e Con-
versini in una raccolta di rime per quella ricorrenza (Pistoia. Bracali, 1791,
in i.°)
— - Lettere due, la prima sopra il ritratto di Bindo Alto-
viti di Raffaello, passato nella Galleria di Monaco, e l'al-
tra sulle prove ebe stabiliscono Raffaello e non Giorgione
autore del ritratto della Fornarina nella nostra Galleria.
Firenze, Magberi, 1825, in 8.°
— Illustrazione dei Cammei antichi della galleria fiorentina.
Scrive il Contrucci che il governo francese, dopo la morte dell' autore, che
fu direttore di quella galleria, si arrogò la proprietà del manoscritto, pro-
mettendone copia alla famiglia poiché fosse stampato in suo nome ; lo che
per gli avvenimenti che si avvicendarono non ebbe effetto ; e soggiunge :
— 295 —
« forse avrà la sorte di altri lavori originali italiani, usurpati e presentati
poi sotto forme e nomi stranieri. » Ma il ms. originale si è sempre conser-
vato inedito nella Biblioteca dell' Accademia di Belle Arti di Firenze. Un
esemplare pure di mano dell' autore, esiste anche nella Forteguerriana, alla
quale pervenne, per legato di Niccolò, la bella e ricca Biblioteca Puccini.
— Note a Giorgio Vasari dell' edizione di Livorno 1767.
Manoscritte nella Forteguerriaua, Cod. 334. Di queste note molto si valse il
Passigli di Firenze per la sua nuova edizione delle opere del Vasari.
— Traduzione della Epistola 1 del libro primo d1 Orazio.
Manoscritta nella Forteguerriana. È inedita.
— Bozze di una Guida Artistica d' Italia.
Si conservano manoscritte nella Biblioteca Fortegnerri, insieme a molti altri
scritti d' arte, per la maggior parte incompleti, e quasi tutti di mano del
Puccini. Nei Monumenti del Giardino Puccini (Pistoia. Tip. Cino, 1845) tro-
vasi un elogio di Tommaso Puecini scritto da Gio. Battista Niccolini insieme
ad altre notizie biografiche, alla quale opera rimandiamo chi amasse parti-
colari notizie intorno a qnesto celebre letterato.
Puccini Giuseppe.
Compendio delle opere di cavalcare scritta su diversi insi-
gni e classici autori.
Ms. nella Forteguerriana, cod. II. Questo compendio fu compilato nel 1783
sulle diverse opere relative di Xenofonte, di Federigo Grisone, del Duca di
New Castle, di Mons. De la Gueriniere, di Niccolò Rossermini ed altri.
Puccini Niccolò.
Di alcune cose che potrebbero tornare utili ai contadini in
Toscana. Senza luogo e anno (ma Pistoia, tip. Cino, 1835,)
in 8.0
— - Epigrafi.
Trovansi negli Alti della Festa delle Spighe, anno 1842, e nei Monumenti del
Giardino Puccini, sopra ricordati (Pistoia, Tip. Cino, 1845, in 8.°)
Racconto delle cerimonie fatte nel dare le insegne della
Cavalleria a Giovanni ed a Bandino Panciatichi.
Sta nel tomo 3 delle opere di Francesco Redi, Venezia, 1712, pag. 212-215.
Tale cerimonia fu celebrata con gran pompa in Firenze nel tempio di S. Gio-
vanni nel 1588 per mano di Messer Gabbriello Emo Capitano del popolo. Gio-
vtnni nacque postumo nel 1555, e fu detto Novello per distinguerlo dal pa-
— 296 —
drc che ebbe lo stesso nome. Bandino suo cugino nacque nel 1380, ed era
ancor giovanetto quando fu armato cavaliere. Vedasi all' articolo Relazione
la descrizione delle feste per la circostanza celebrate a Pistoia.
RaLggoaagUo della vita di S. Atto Vescovo di Pistoia. In
Pistoia, nella Stamp. di Stefano -Gatti, 1713, in 4.°
Cart. 2 in principio non num. e pag. 26. È anonimo. Ignoro chi sia V au-
tore di qnesto compendio compilato sulle maggiori opere che di questo Beato
Vescovo scrissero il Forteguerri, il Fabbroni ed altri.
Ragguaglio de' successi miracolosi operati per il ricorso
all'immagine della SS. Vergine, che si venera nella Chiesa
Pievanìa del Castello della Serra diogesi di Pistoia. In Pi-
stoia, per il Biagioni e Franchi, 1728, in 4.°
Relazione dell' apparecchiò per le feste fatte in Pistoia
per la cavalleria di Messer Giovanni Panciatichi seguita in
Firenze nel tempio di S. Giovanni il di 26 di Aprile del 1388.
La pubblicò il chiarisj. Sig. Luigi Passerini tra i documenti della sua storia
della famiglia Panciatichi. Questo curioso documento è di non poco interesse,
perchè oltre a farci conoscere gli usi di quei tempi, ci mostra anche a
quale stato di grandezza era salita questa nostra illustre famiglia. I cava-
lieri novelli Giovanni e Bandino furono ricevuti al loro ritorno a Pistoia a
mo' degli antichi trionfatori, e tennero corte Lbandita nel loro palazzo per
un'intiera settimana.
ReSaEɩne delle solenni feste fatte pubblicamente in Pi-
stoia nel mese di Ottobre MDVIII per lo sposalizio di Gual-
tieri d'Antonio Panciatichi e della Francesca di Niccolò
Guicciardini.
Trovasi anche questa tra i documenti della suddetta opera del Passerini, il
quale la tolse da un libro di ricordi di detto Gualtieri, ora esistente nell'Archi-
vio del March. Ferdinando Panciatichi a Firenze. In quest'occasione si tenne
per otto giorni corse bandita nel suo palazzo; nella città furono celebrate in
suo onore splendide feste, e molte castella della montagna e del piano, che
si riguardavano come sue tributarie, offrirono solennemente donativi agli sposi.
Gualtieri fu uno dei più illustri personaggi della sua casata.
Relazione delle allegrezze fatte nella città di Pistoia
Tanno 1667 per la elezione al pontificato del Card. Giulio
Kospigliosi col nome di Clemente IX. Pistoia, appresso Pier
Antonio Fortunati, 1667, in 4.°
Relazione del principio, progresso e stato presente del-
— 297 —
l'Accademia Enciclopedica eretta nella città di Pistoia. Li-
vorno, per Marco Coltellini, 1764, in 4.°
Ricciardi Pietro.
Commentaria in subtiles et admodum perillustres materias
de honorum possessionibus , de legatis , et de legatorum
ademptione. Carmagnolae, apud Marcum Antonium Bello-
num, 1580, in fogl.
Car. 255, più car. 26 in principio non numer. con una in fine bianca. In fine
vi è ripetuta la data 1S85, forse per sbaglio. Quest'opera, che è assai sti-
mata dai giureconsulti, è dedicata al Card. Antonio Pozzi, e fu riprodotta
Augustae Taurinorum, 1592, pure in foglio.
— Commentarla in subtiles ac illustres materias de obbli-
gationibus. Venetiis, 1593, apud Societatem Minimam, in
foglio.
Pag, 219, più e. 20 in principio senza mira, ed una in fine bianca. È dedi-
cata anche quest'opera al Card. Antonio Pozzi : e fu pubblicata dopo la morte
dell'autore dal fratello di lui Bartolomeo Ricciardi, del quale è la lettera
dedicatoria.
— Commentarla in subtiles ac illustres materias de testa-
mentis ordinandis. Venetiis, 1600, apud Societatem Mini-
mam, in fogl.
Pagg. 554, più car. 20 in principio non num. ed una in fine bianca. Opera
postuma pubblicata da suo figlio Tommaso, e da lui offerta a Mons. Antonio
Pozzi Arcivescovo di Pisa.
— Commentaria in subtiles ac illustres materias de usu-
capionibus per qoas persouas nobis acquiritur. Venetiis,
apud Societatem Minimam, 1600, in foglio.
Pagg. 546, e car. 16 in principio non numerate. Opera postuma anche que-
sta, dedicata al ridetto Arcivescovo di Pisa Antonio Pozzi.
— Sonetti in morte del Serenissimo Grand, di Toscana ec.
Firenze, appresso i Giunti, 1574, in 4.°
Carte 20 non numer. compreso il frontespizio e l'ultima colla soscrizione.
Sono scritti per la morte di Cosimo I Granduca di Toscana, ma vi si conten-
gono pure molte poesie d'altri autori non pistoiesi.
— Canzone sopra la città di Pistoia, e sue divisioni al
Granduca di Toscana.
Nella Biblici, pistor, del P. Zaccaria, pagg. 506-319. È composta di 60
— 298 —
Stanze, ed è indirizzata al Granduca di Toscana Francesco I de' Mèdici cori
lettera del 26 Settembre 4 567.
i — Sonetti.
Nella ridetta Bibliot. Pisloricns. pag. 298-319. I sonetti sono quattordici.
t— Rime inedite
Due codici contenenti un gran numero di rime, in gran parte inedite, si con-
servano nella Forteguerriana : un'altro codice è nella Palatina di Firenze,
e sembra che appartenesse ai Baldovinetti, dei quali porta Tarma in prin-
cipio : quest'ultimo, del sec. XVI, contiene due Canzoni, tredici sonetti, una
sestina ed una elegia.
9&8cciarcìft (die) &amf»a.
Rime.
Nella Bibliot. Fortcguerri, nel Codice di Rime di diversi, segnato 175, carte 7.
Ricciardi Francesco.
Ricordi storici.
Manoscritto cartaceo in 4. piccolo nella Forteg. segnato 29. Conta carte 48,
di cui tre in principio, tre in fine bianche, e la decima mancante. Questo
codicetto è di buona lettera e probabilmente autografo: è rubricato nei ti-
toli dei capi e nelle iniziali, tranne ©Icone che sono in turchino e oro. Ha
nei margini alle carte 1, 15, 22, 57 quattro armi colorite, di famiglie pi-
stoiesi, ed una piccolissima nel testo a car. 50 recto. Non ha frontespizio,
ma comincia senz'altro titolo con una specie di proemio. «Ricordo come io
Franco figliolo di Piero Ricciardi alias Cieehodea ec.» Il primo rieordo è del
1494, l'ultimo del di 11 Agosto 1500. Questo codicetto passò dai Ricciardi,
non so per qual seguito di casi, ai Querci, dai quali fu venduto alla Biblio-
teca Forteguerri nel 1836. Vedasi la illustrazione di questo codice, insieme
alle notizie dell'autore, pubblicate da Enrico Bindi nel giornale Ricordi Fi-
lologici, Pistoia, Tip. Cino, 1847, fas. 4 e 5.
S&osatl IÈ.V Atti. Maria.
De Constitutionibus Principum, Dissertalo historico-legalis.
Pistoni, Bracali, 1760, in 4.°
— De Sepulcris et Sepulcrorum Iuribus. Pistoni, Bracali,
1761, in 8.o
Pag. VIII-136. Dedicato al March. Lorenzo Gmori. È un compendio di tutto
ciò che si pratica presso le diverse nazioni relativamente alla sepoltura, ed
è diviso in otto capitoli. Vedasi di questo lavoro un articolo negli Annali
Tipografici, anno 1763. p. 3Q6.
— 299 —
-r~ Memorie per servire alla Storia dei Vescovi di Pi-
stoia. In Pistoia, 1766, per Atto Bracali, in 4.°
Sono dedicati a Mons. Federigo Alamanni, e sono fatte con critica e con
esattezza, dice il Moreni, sebbene manchino di documenti, dei quali sull'e-
sempio di simili scrittori potevano essere arricchiti.
— Elogio di Messer Cino dei Sinibuldi : — Elogio di Mon-
signor Andrea Franchi-Boccagni.
Stanno negli Elogi degli Uomini illustri toscani, Lucca, 1771-1774, voi. l°e 3.°
— Institutiones Iuris Civilis. Pistoni, Bracali, 1781, in 8.°
— Compendio della Storia e della Morale dell' antico Te-
stamento trad. dal francese di Mezanguy, e dedicata a
Mons. Scipione de7 Ricci. Pistoia, Manfrediui, 1785, voi. 24,
in 12.°
— De Roraanorum Principum Constitutionibus. Pisis, 1787,
in 4.°
— Storia Ecclesiastica di Pistoia.
Manoscritta, ma forse dispersa. Quest'opera fu promessa fin dal 1796 con
un avviso dei Bracali, ma poi non fu pubblicata. Essa doveva essere divisa
in cinque parti, e compresa in sette tomi. La prima doveva abbracciare le
notizie generali sulla storia sacra e profana pistoiese : la seconda le memo-
rie dei Vescovi : la terza le chiese, i luoghi pii, le confraternite ec : la
quarta gli uomini illustri nella pietà, nelle armi, nelle lettere ec. la quinta
i documenti rammentati nell'opera colle opportune osservazioni.
— Rime.
In moltissime raccolte ; ma sono tutte di poco pregio:
Rosati Can. Rannido.
Atti del Cristiano da farsi la mattina e la sera con al-
cune laudi spirituali ec. Pistoia, 1798, in 12.°
— Ricordi per conservare il frutto dei Santi Esercizi ec.
Modena, 1820, in 12.°
— Atti del Cristiano da farsi la mattina e la sera con al-
cuni ricordi per conservare il frutto della divina parola ec.
Firenze, 1823, in 12.°
— Laudi Spirituali che fa cantare ne' Santi Esercizi il
il Can. R. Rosati. Pistoia, 1826, in 12°
— 300 —
— Ricordi per conservare il frutto dei Santi Esercizi dati
al popolo fiorentino ec. Firenze, 1836, in 12.°
Rinaldo Rosati figlio del Dott. Anton Maria, fu canonico della Cattedrale di
Pistoia, dottore in ambe le leggi ed esimio oratore, celebrato anche fuori
d'Italia; ma benché egli avesse speranza di fama più duratura pubblicando
i suoi discorsi, solamente ad appagare pie brame si lasciò ire a stampare
questi scritti ascetici. Di lui scrisse la biografia P. Contrucci.
Rospigliosi Giuli© (Cieimente IX.)
— Chori Militares Elogiis Ursinorum subiecti ac decan-
tati inter philosopnicas, Iulji Rospigliosi, Sem. Rom. Conv.
Alex. Ursino Card, dicati. Senza luogo e anno (ma Romae)
in 4.°
Carte 12, con bel frontespizio in rame, nel quale sono riportate in tante pic-
cole medaglie i ritratti di uomini illustri di casa Orsini. I Cori o inni sono
cinque, e di diverso metro ; e ciascuno in lode di uno degli Orsini, e sono
preceduti da un elogio latino in prosa.
Rime.
Nella raccolta col titolo : Poesie di eccellentissimi autori in lode della famo-
sissima Cappella del Sig. Giulio Nolfi eretta nel Duomo di Fano, Roma, Fac-
ciotti, 1625, in 8.° Sono alcuni sonetti ed epigrammi.
- — Rime.
Sono una Canzone, una Cantata ed alcuni sonetti, e trovansi nella raccolta
intitolata Componimenti poetici di vari autori per le nozze di Taddeo Barbe-
rini e di Donna Anna Colonna, Roma, Stamp. Camerale, 1629, in 8.°
— Discorso sopra il poema 1/ Elezione di Papa Urbano VII
di Francesco Bracciolini.
Sta in fine al detto poema di Francesco Bracciolini, edizione di Roma, 1628,
in i° pag. 484.
— Il trionfo della pietà dramma in versi. In Roma, per il
Mascardi, 1656, in fogl.
Fu posto in musica dal Maestro Marco Marazzuoli e recitato più volte nel
palazzo Barberini alla presenza della regina di Svezia. Nel testo del libro
vi è anche la musica. (
— Lettere.
Stanno tra le Lettere Memorabili pubb. dal Giustiniani.
* — L'Adrasto, dramma.
Manoscritto nella Biblioteca Fabroniana di Pistoia seg. 268, autografo. Il
— 301 —
dramma è in cinque atti, in versi, con prologo, ed è inedito. « Ad scriben-
dam tragediam cum se applicuisset, Adrasti casus satis eleganter, et cum
sensu tractavit. Abundant concinnis acutisque sententiis, et in choris maxime
feliciter audet ». Cosi il Fabroni, nella vita dell'autore. (Vitae Italor. tom. VI,
pag. 9.)
— L'Arme e gli Amori, dramma.
È anche questo un dramma musicale, e fu recitato a' quei tempi nel Palazzo
Barberini con musica del maestro Marazzuoli. È sempre inedito, e si con-
serva nella Trivulziana di Milano.
— Dal male il bene, dramma.
Questo Dramma musicale fu posto in musica dai Maestri Abbatini e Maraz-
zuoli, e fu recitato la prima volta in occasione delle nozze del Principe di
Palestrina colla nobil donna Olimpia Giustiniani,- e di nuovo poi alla pre-
senza della regina di Svezia, con apparati e scene ricchissime. Molte altre
bellisime opere teatrali compose Giulio Rospigliosi rimaste sempre inedite ;
di queste, oltre le già ricordate, si conservano nella Trivulziana anche le
seguenti : Il Palazzo incantato ; — La Comica del Cielo ; — La vita umana ; —
S. Bonifazio; — S. Alessio; — Nella Ottoboniana di Roma si conservano
pure due drammi uno intitolato ; Chi soffre operi ; Paltro S. Teodora. Di que-
ste varie opere teatrali piacemi riportare, perche esatto, il giudizio che ne
dà il Crescimbeni nella sua storia della Volgar Poesia (lib. II, pag. 90,)
« Fu Giulio Rospigliosi poeta lirico de' più dolci, culti e leggiadri del tempo
suo, ed ebbe tale avvertenza in maneggiare il fiorito stile, che nel fervore
della lussuria degli ingegni, si mantenne maravigliosamente intatto da ogni
strania e sconveniente intrapresa, come si riconosce da molte sue rime ,
che si trovano sparse per le raccolte di questo secolo. Ma né più né meno
drammaticamente compose, al che soprattutto inchinava il suo genio ; e seppe
si bene accomodare al moderno uso dei teatri ciò che per simile specie di
poesia è prescritto, che nò prima né dopo vi è stato alcuno più guardingo
e giudizioso di lui, e di maggior gloria degno e di fama. E se i suoi drammi
che in più volumi originalmente si conservano godess-er la pubblica luce, la
moderna drammatica poesia avrebbe anch'essa qualche fregio, pel quale do-
vesse gloriarsi e gareggiare coll'altra specie. » L'Allacci nell'opera Apes Ur-
banae ricorda anche del nostro autore le seguenti opere : Orazioni latine: —
Discorsi accademici : — Parallelo tra la politica e la medicina : — forse era-
no lavori giovanili.
Rospigliosi Card. Iacopo.
Oratio do subrogando Summo Pontifice ad Eminentiss. ac
Reverendiss. S. R. E. Cardinales antequam comitia ingre-
derentur quibus creatus est Alexander VII Pont. Max.
bab. XV Kal. Febr. 1655. Romae, typis Corbelletti, 1655,
in foglio.
— 302 -,
— Rime.
Si conservarono fin qui inedite nella Bibliot. del Collegio Romano. Il Cre*
scimbeni ne diede un saggio ne' suoi Commentari, tom. Ili, lib. IV, pag. 225.
Rospfgllosi-Sozzifanti Gio. Carlo.
I figli alla tomba del padre, sonetti.
Nella raccolta funebre stampata per la morie di Roberto Sozzifanti fratello
dell'autore, Pistoia, Bracali, 1885, in 8.° I sonetti hanno a fronte la tradu-
zione latina di Niccolò Nervini.
— Epigramma latino di Gius. Arcangioli, tradotto in ita-
liano.
Nel Ricordo di Ebe è Ada Benini, Prato, 4855, in 12°, ristampato poi nel 1865.
La versione è in versi settenàri italiani.
— Terzine in morte di Giuseppe Arcangioli.
Furono lette nella solenne adunanza tenuta dall'Ateneo Italiano di Firenze
l'anno 1856, e poi stampate nella raccolta intitolata Adunanza solenne ec.
Firenze, Tofani, 1856, in 8.o
— Il Venerdì Santo, sonetto.
Nella raccolta di rime fatta per la processione del Venerdì Santo a Casal-
Guidi (Pistoia, Bracali, 1856, in 8.°)
■ — La famiglia cristiana, sonetto.
Si pubblicò, insieme ad un'epigrafe di Pietro Contrucci per la predicazione
fatta nel Duomo di Pistoia dal P. Melchiorre Sclaverani. (Pistoia, Tipografia
Cino, 1857.)
— Gesù in grembo a Maria, sonetto: — Alla Croce, ode.
Nella raccolta per la processione del Venerdì Santo fatta dall'Arcicònfrater-
nita della Misericordia l'anno 1857. (Pistoia, Bracali, 1857.)
— S. Carlo Borromeo, sonetto. Pistoia, Bracali, 1857, in
foglio.
— La Redenzione, Sonetto.
Nella raccolta per la processione del Venerdi Santo a Casal-Guidi, (Pistoia,
Bracali, 1862).
- — Ottave : sonetto.
Stanno nel Ricordo di Eleonora Sozzifanti nata Contucci. Pistoia, Tipogra-
fìa Cino, 1870, in 8.°
— Ad Annetta Heller, egregia esecutrice dell'Opera la Fa-
— 303 —
vorita nel teatro di Pistoia, sonetto. Pistoia, Tip. Cino, 1870,
in fol. voi.
È anonimo.
— Pel primo Congresso degli Agricoltori italiani, tenuto
in Pistoia l'anno 1870, ode saffica. Pistoia, Tip. Cino, 1870,
in 12.°
Pagg. A. Se ne fece poco appresso una seconda edizione, nella quale si ri-
parò ad alcune omissioni incorse nella prima.
— A mio fratello Niccolò Sozzifanti, sonetto.
Nella raccolta stampata dai Maestri del Seminario di Pistoia per l'assunzione
al Vescovado di questa città di Mons. Niccolò Sozzifanti, fratello dell'autore.
— In morte di Antonietta Scali nata Frediani, sonetto.
Trovasi nell'opuscolo pubblicato per la morte della medesima, col titolo II \Q
J>ecembre 1872, Pistoia. Tip. Cino, 1872, in 8.°
Rossi Andrea.
Carmina in funere D. Francisci Medices.
Stanno nella raccolta Urbis pistoriensis Monodiae funerale*, Florentiae, 1614?
in &°, pag. 26 e seg. e p. £3.
Rossi Matteo.
Carmina in obitu D. Francisci Medices.
Trovansi nella suddetta raccolta, pag. 43.
Rossi-Cassigoli Bartolomeo.
Memoria sui provvedimenti utili contro gli incendi.
È manoscritta nell'Archivio dell'Acc. Pistoiese di Scienze Lettere e Arti,
Rossi-£assigoli Filippo.
Cenni biografici di Eleonora Sozzifanti nata Contucci.
Stanno nel Ricordo di Eleonora Sozzifanti, Pistoia, Tip. Cino, 1870, in 12.
Rossi-Meloechi Cosimo.
— Raccolta delle Doti che annualmente si stanziano nella
città di Pistoia. Firenze, Paperini, 1734, in 4.°
— 304 —
Ilossi-llelocclii Cosimo.
Della vera spirale o voluta del capitello Ionico, Memoria,
Livorno, Masi, 1810, in 4.°
Ruttati Giulio.
Ottave nella malattia del Granduca di Toscana.
Sono manoscritte nella Bibliot. Nazionale di Firenze, (Palatina) nel cod.
seg. CCLL contenente rime diverse ; la prima ottava comincia « Signor che
su l'aitar del sagro legno ».
— Discorsi Morali.
Si conservano manoscritti dal Sig. Filippo Rossi-Cassigoli di Pistoia, appas-
sionato raccoglitore di patrie memorie: sono però incompleti.
Salvi I»k llichelaragioìo.
Delle Historie di Pistoia e Fazioni d'Italia dove successi
non più uditi distintamente si narrano ec. Roma, 1656, per
Ignazio De Lazari, tom. I; In Pistoia, 1657, per Pier An-
tonio Fortunati, tom. II; In Venezia, 1662, per il Valva-
sense, tom. Ili, in 4.°
Notabili diversità si riscontrano nei varii esemplari di quest' opera, delle
quali crediamo non inutile dare un'esatta recensione. Avvertito l'autore dei
gravi errori ne' quali era ricorso forse per la troppa sollecitudine di dare
alle stampe il suo lavoro, e desideroso di correggerli (e così avesse fatto
in molti altri luoghi !), fu costretto a rigettare i due primi capitoli del li-
bro I che finiscono alla pag. 25, e dar principio alla storia col titolo di Ap-
pendice di varie cose antiche e moderne spettanti alla città di Pistoia ec; ed
innestarla al cap. Ili della parte II del lib. I. Quest'Appendice consiste in
poche parole dette dall'Autore ai Nobiliss. Sigg. Pistoiesi. In luogo del cap. II,
si fa una piccola aggiunta al cap. I del lib. II, ed al V, ed al X, e quindi
si passa al cap. Ili della Parte I, del lib. I, pag. 56, e si presegue la Storia,
come fu in principio ideata e formata. La Parte I, che converrà chiamarla
Appendice comprende due libri, il primo de' quali contiene capitoli IX, e
l'altro cap. X. La parte II è divisa in tom. II, e contiene cap. XVII, cioè VI
nel tom. I e XI nel tom. IL La Parte III finalmente prosegue dal lib. XVIII
fino al Lib. XXIV. Anche nel lib. I della Parte II furono fatte delle varia-
zioni, cioè fu mutato il frontespizio, e quel che segue fino alla pag. 16.
Il frontespizio dice così : Delle Historie di Pistoia di ec. Parte Seconda. In
Pistoia appresso Pier Antonio Fortunati, senz'anno, e vi fu apposto quello
con la dedica al Card. Spada, in Pioma per Ignazio de'Lazzari 1656, con quel
che segue fino alla pag. 17, e questo si deve considerare il t. I dell'opera.
— 305 —
Il tom. II tiene il seguente titolo : Delle Bistorta di Pistoia, e Fazioni d'I-
talia t. II, ed è simile al primo colla variazione soltanto di tomo II, in tomo III,
dedicato al Card. Forteguerra colla data in Pistoia 1657, per Pier Antonio
Fortunati, e il tom. III quello stampato in Venezia. Dal già detto si rileva,
che considerar si deve il tomo I dell'opera quello dedicato al Card. Spada :
il tom. II quello indirizzato al Card. Forteguerra, il tom. Ili quello stampato
in Venezia. Queste Historic vanno dall'anno del mondo 20b2 fino all'anno 1657
dell'era volgare. L'autore aveva compilato anche il tomo IV che si con-
servò un tempo manos. nel Convento dei PP. Serviti in Pistoia : disperso nel
saccheggio Ricciano, e poi non si sa come recuperato, si acquistò dalla casa
Tolomei ; venduto poi anche da questa famiglia al libraio Molini di Firenze,
passò in ultimo al Museo Britannico di Londra. È però un semplice abbozzo,
e contiene fatti di pochissimo conto; nonostante per amore delle cose pae-
sane, sarebbe stato desiderabile che si conservasse tra noi, anziché ven-
derlo, come fu fatto, a peso di carta. Di molti errori presi dal Salvi si oc-
cuparono in vari tempi gli eruditi pistoiesi : nella Forteguerriana esiste un
ms. d' anonimo, ma forse del Cav. Lorenzo Franchi, col titolo Confutazione
contro il Priorista dell' Arfaruoli e il P. Michel. Salvi suo plagiario : un' al-
tra censura contro le stesse storie fatta dal Conte Francesco Cellesi si con-
servò presso diversi nel passato secolo. Il Dott. Vincenzo Agostini nella sua
memoria intorno alla Lettera di G. Viani sulla Zecca di Pistoia fa pure» men-
zione di un ms. esistente allora in casa Amati col titolo: Critica sopra i passi
citati nella sua storia dal P. Salvi per provare l'antichità di Pistoia ec. Non-
dimeno l'opera del Salvi, sebbene non scevra di errori, sarà sempre la mi-
glior fonte a cui attingere, chi voglfa aver piena conoscenza di tutti i fatti
della storia pistoiese.
— Trionfo di Primavera, Componimento comico. Pistoia,
Fortunati, 1642, in 4°
Rarissimo.
— Sacri Hiadi, ovvero pianti di M. Vergine addolorata. In
Bologna, 1662, in 8.°
Anche quest'operetta ascetica è piuttosto rara.
— In Universam Logicam Aristotelis Commentaria.
Quest'opera, ignota anche al P. Zaccaria, si conserva manoscritta nella Bi-
blioteca Forteguerri ; è in in di carte 483, seg. 216.
— Facile Istruzione alla Lingua Santa.
Neppur questo lavoro del Salvi ricorda il citato P. Zaccaria. Anche questo
trovasi nella Forteguerriana. È un codice cart. in i° seg. 88, e porta la data
di Roma 1638, nella qual città pare che l'autore lo componesse.
Salvi Alessandro.
Nuovo e facilissimo corso gramm. lat. Lucca, 1649, in 16.°
Fu ristampalo in Perugia, nel 1619, con correzioni ed aggiunte. Anche que-
Capponi, Bibliogr. Pisi. 20
— 306 —
sto Alessandro appartenne all'ordine dei Servi di Maria; e leggesi nelle ag-
giunte del Garbio agli Annali dei Serviti del P. Giani che fu celebre oratore,
e che lasciò manoscritte varie opere di matematica.
Sansoni &io. Batta.
Poesie diverse. In Pistoia, nella Stamperia di Gio. Silve-
stro Gatti, 1717, in 8.°
Scardigli Can. Filippo.
Dante e la filosofia cattolica nel sec. XIII, i dne Cancel-
lieri d'Inghilterra Bacone da Verulamio e S. Tommaso da
Cantorbery, opere di A. F. Ozanam trad. in italiano dai
P. F. Scardigli. Pistoia, Tip. Cino, 1844, in 8.°
— Parole dette nel Romitorio del Giardino Puccini prima di
amministrare la comunione pasquale agli scolari ec. Pistoia,
Tip. Gino, 1847, in 8.o
• — Parole al popolo dette nella Processione del Venerdì
Santo fatta dalla Confraternita di S. Ausano. Pistoia, Bra-
cali, 1854, in 8.o
ScaE?ffaaatoraS Can. Gio. laeop®.
Dissertatio an cunti regulares non habentes speciale in-
dultum sedis apostolicae post editionem Sacr. Concil. Tri-
dentini possint extra tempora a iure statuto sacris ordinibus
initiari. Lucae, Venturini, 1716, in 4.°
Alla opinione negativa dell'autore rispose con gagliarde ragioni il P. Alberto
Cecchi professore di Teologia in Pisa, col suo opuscolo pubblicato sutto il
pseudonimo di Lelio Ercole Paolini. « De Ioannis Iacop. Scarfantoni C. Pi-
storiens. dissertatione an cunti regulares ec. Lucae, Marescandoli, 1717, in 8.°»
Lo Scarfantoni a difesa della sua prima dissertazione rispose colla seguente
dotta scrittura :
— Apologia dissertationis impugnate per Laelium Ercu-
lem Paulinura super dubio an cucti regulares ec. Lucae,
Marescandoli, 1718, in 8.°
In questa apologia, giustificati primieramente alcuni fatti e alcune supposi-
zioni, passa T autore a confermare 1' opinione sua con nuove reflessioni e
dottrine, ribattendo gli argomenti del detto avversario, e allegando tra molte
— 307 —
altre decisioni e decreti un rescritto negativo della Saera Congregazione del
Concilio.
— Animadversiones ad lucubrationes canonicales Francisci
Ceccoperii. Lucae, 17,23, typis Leonardi Venturini, t. 1: —
Lucae, 1722, ex eadem typog. t. 2 : — Lucae, 1707, ty-
pis Marescandoli, t. 3, in foglio.
Il primo volume è dedicato al Card. Carlo Agostino Fabroni, il secondo al
Card. Battista Tolomei, il terzo ai Card. Gio. Antonio Guadagni. È questo
un dotto lavoro, che procacciò al suo autore fama di esimio canonista.
— In Pisciens. quartae canonicae prò Illustriss. et Reve-
rend. Donato Archangeli Epis. Piscienti cum RR. Moniali-
bus S. Aunae de Monte Carolo ec. Pistoni, Bracali, 1768,
in 4.°
— Dissertazione sull' origine degli Arcidiaconi.
Op-sra tuttora inedita, e che è ricordata da Atto Vannucci nella biografìa
dello Scarfantoni, Questi nacque in Pistoia nel 1674, e fatti i primi studi
in patria fu laureato all' università di Pisa nell' uno e nell' altro diritto.
Ma vago di sempre più approfondirsi negli studi legali, fu a Lucca, e quindi
a Firenze, e a Roma nel 1702, e in quest'ultima città rimase cinque anni, ed ivi
si procacciò la stima dei più grandi nelle scienze canoniche, che ebbe sem-
pre in gran numero quella città. Tornato in patria vi fu eletto canonico della
Cattedrale, poi proposto, e finalmente vicario generale della diogesi, carica
che tenne fino alla morte avvenuta nel 174£. Fu ricco di molte virtù, e so-
prattutto fu tanto modesto, che vuoisi rifiutasse il vescovado di Pistoia of-
fertogli da Cosimo III. Si veda la biografia scritta da Atto Vannucci, e pub-
blicata dal Tipaldo, tomo VI.
gcarfan tosai ÌPoisspeo.
Memorie singolari della città di Pistoia.
Si conservarono un tempo manoscritte presso il Dottor Bernardino Vitoni,
erudito antiquario pistoiese ; ora le credo disperse. L' autore riportava in
esse un estratto di tutti i libri della cancelleria pubblica del Comune, e di
quella dell' opera di S. Iacopo.
Scarpelli Filinpo.
Rime.
Sono cinque sonetti, ed alcuni versi latini e stanno nella raccolta che fu
fatta dal P. Narducci pistoiese pei funerali celebrati in questa città a Fran-
cesco I dei Medici, stampata col titolo «Urbis Pistoricnsis monodiae funerales»
Florcnliae, 1614, m £.°
— 308 - •
— V Agnese di Filippo Scarpelli. In Roma, appresso Bar-
tolomeo Zainetti, 1618, in 8.°
È dedicato alla Santità di Papa Paolo V. Alla dedicatoria segue una lettera
al Cardinale Borghese, V avviso ai lettori, l' invenzione dell' autore, quindi
altra carta con un' immagine di S. Agnese : tutto questo è contenuto in 8
carte senza namerazione. Alla cart. 9 segue il poema, che è in ottava rima,
e diviso in cinque canti, e va fino alla pag. 145 : nella seguente si contiene
V errala.
— Ottave sopra le Litanie della Madonna di Loreto di Fi-
lippo Scarpelli ec. In Pistoia, per Pier Antonio Fortuna-
ti, 1623, in 4.o
Ha carte 16. Nelle prime quattro oltre il frontespizio, si contiene la dedica
alla umilissima e gloriosissima Imperatrice del Cielo ; V avviso al lettore, ec.
Le ottave cominciano alla cart. 5.
— Theonenia, cioè versi in lode del Crocifisso e morto Gesù
Christo ec. In Pistoia, appresso Pier Antonio Fortuna-
ti, 1624, in 4.o
Cart. 18 senza numerare, con dedicatoria Alla clarissima et illustrìssima si-
gnora Virginia Bondini-Rinuccini Commissaria di Pistoia.
— Settennario di virtù simboliche. In Pistoia, per Pier An-
tonio Fortunati, 1633, in 4.°
Filippo Scarpelli fu dottore in ambo le leggi, professore di Teologia, proto-
notario apostolico, e vicario generale di Mons. Arcivescovo di Ravenna.
SéartabellS Cesare.
Alle arti canzone. Firenze, tip. Galileiana, 1836, in 8.°
Questa canzone fu scritta in occasione del quadro « La Congiura dei Pazzi »
dipinto da Cesare Mussini : vi sono uniti alcuni versi di Luigi Tonti pistoiese
a Lorenzo Bartolini, e tanto gli uni che gli altri sono ricordati con molta
lode nel Dizionario Estetico di Niccolò Tommaseo.
— Delle Lodi di Raffaello Zei eroe di Curtatone. Discorso.
Firenze, Passigli, 1848, in 8.°
Fanno seguito al discorso alcune poesie di Raffaello Zei, ed altro discorso
di anonimo in commemorazione del medesimo.
— Discorso in commemorazione della grandezza morale di
Cristoforo Colombo. Firenze, Le Monnier, 1848, in 8.°
■ — Discorso in commemorazione di S. Caj'lo Borromeo. Fi-
renze, Le Monnier, 1848, in 8.°
— 309 —
— Discorso in commemorazione di Federigo Gonfalonieri.
Firenze, Le Mounier, 1848, in 8.°
— Delle lodi di Niccolò Giorgetti. Discorso. Firenze, Tip.
italiana, 1850, in 8.°
— Tre discorsi in commemorazione di G. Contarmi, M. A.
Seneca, e P. Pisani. Firenze, tip. Ital. 1850, in 16.°
— Elogio di Cosimo Frediani. Firenze, Tip. Naz. 1851,
in 16.o
— Discorso in commemorazione di Dante Alighieri. Firen-
ze, Tip. Nazionale, 1851, in 16.°
— Biografia di Lorenzo Bartolini. Firenze, tip. Naz. Ita-
liana, 1852, in 16.o
— Discorso in commemorazione di S. Bernardo da Men-
tane. Firenze, tip. Naz. Ital. 1852, in 16°
— Discorso in commemorazione dì Vittorio Alfieri, Firenze,
Barbèra, 1856, in 16.°
— Discorso in commemorazione di Michelangelo Buonar-
roti. Firenze, Bencini, 1856, in 16.
Scolorito (accademico). .
Epitalamio nelle nozze degli Illustriss. Signori Co. Fran-
cesco Oddi e Maria Vittoria Banchieri dello Scolorito tra
gli accademici Risvegliati di Pistoia. In Bologna, per li
Manolessi, 1678, in foglio,
Segni Giuliano.
Questio de Gangrenae et sphaceli curatione ab Excellentiss.
Philosopbo ac medico fior, ex colloquiis et controversiis a
Iuliano Signi Pistoriensi chirurgo familiariter cura pluri-
mis doctoribus in S. Mariae Novae xenodocbio habitis, col-
lecta et in ordinem prò conciliandis auctoribus conscripta
eiusdem Juliani limitationibus et ampliationibus recognita,
per Io. Castellinum chirurgmn in lucem edita. Floren-
tiae 1613, ex typog. Marescotti, in 8.°
In fine del libro v' è del medesimo Scimi una Dissertazione intitolata De
— 310 —
ossiiim capilis ocoultis noscendis lesionibus secundum Hippocratis tabulas. l\
Targioni poi nella sua opera Notizie degli ingrandimenti delle Scienze fisiche
in Toscana ricorda dello stesto autore come esistente nella Magliabechiana
una Risposta ad una perizia di per una ferita di testa.
Selfioiri Marcellino.
Sonetto.
Sta in principio alle rime di Bonaccorso da Montemagno pubblicate da Nic-
colò Pilli, Roma, Biado, 4559, in 8.0
Sensi P. Vincenzo.
Nel giorno lietissimo che Mons. Enrico Bindi assumeva
il Ministero Episcopale della Diogesi di Pistoia. (Canzone)
Pistoia. Soc. tipografica pistoiese, 1867, in 16.°
bestini Bartolomeo.
Poesie estemporanee di Solimano Erbosetti, ossia Bartolomeo
Sestini raccolte da alcuni suoi amici. Roma, De Roma-
nis, 1815, in 8.°
— L'Incendio di Mosca, Canto improvvisato. Firenze, Fab-
brini, 1816, in 4° pica
— La P,ia leggenda romantica. Ravenna, 1825, in 8.°
Prima edizione, che va sotto il pseudonimo di Giorgio Serighi.
— La stessa. Firenze, presso G. Molini, 1825. in 24mo
Sta nel libro intitolato Novelle Romantiche ed è preceduta dall' lldegonda e
dalla Fuggitiva, novelle di Tommaso Grossi. Di questa edizione vi sono e-
semplari in carta inglese, e in carta d' Annonay colorata.
— La stessa. Roma, 1825, in 16.°
— La stessa. Firenze, Formigli, 1825, in 24°
— La stessa. Firenze, Ciardetti, 1825, in 32.°
Di questa edizione si hanno belli esemplari in carta color di rosa.
— > La stessa. Livorno, Vignozzi, 1829, in 12.°
— La stessa. Livorno, per lo stesso, 1830, in 4.°
E inserita nell' Antologia Romantica, raccolta per cura di F. D. Guerrazzi.
— La stessa. Bologna, Tip. di S. Tommaso di Aqui-
no, 1837-38, in 16.o
È inserita nel voi. X delle Cento settimane dilettevoli ossia Raccolta di No-
velle morali, storiche, romantiche, ec. tratta dai migliori autori. Ed. con fìg.
— 311 —
— La stessa. Palermo, Gio. Pedone, 1843, in 12.°
In questa ediz. l'autore è chiamato per errore Benedetto, anziché Bartolomeo.
— La stessa. Palermo Gio. Pedone, 1843, in 18.°
In questa edizione è chiamata novella in versi, e l'autore, al solito, Benedetto.
— La stessa. Milano, Borroni e Scotti 1844, in 16.°
Ed. con figure, che è inserita nel Florilegio di scelte Novelle romantiche italiane.
— La stessa. Palermo, 1844, in 18.°
È nel libretto intitolato Tre novelle in versi tra cui vi è la Fuggitiva di Tom-
maso Grossi, e il Corsaro di Lord Byron tradotto dall' inglese.
— La stessa, preceduta da una notizia sulle maremme to-
scane. Firenze, nello stabilimento Chiari, 1846, in 4.° gr.
Edizione la più magnifica e la più bella di questa poetica leggenda. Al fron-
tespizio figurato e litografato a penna, succede una prefazione ai lettori de-
gli editori Ferdinando e Gaetano fratelli Chiari, a cui tengono dietro le No-
tizie sulle maremme toscane dettate con molta dottrina da un anonimo, ed
arricchita di note poste a pie di pagina, alle quali è anteposta una carta
geografica delle stesse. Segue la leggenda, ornata di otto litografie.
— La stessa. Milano, Borroni e Scotti, 1848, in 12.°
Anche in questa edizione 1' autore è chiamato Benedetto.
— La stessa. Firenze, presso Giacomo Moro, 1857, in 32.°
Sta insieme alla Fuggitiva, e Ulrico e Lida, novelle di Tommaso Grossi.
— La stessa. Livorno, G. Batta Rossi, 1862, in 12.°
— Poesie edite ed inedite. Pistoia, Tip. Cino, 1840, in 12.°
voi. 2.
Ed. postuma, curata da Atto Vannucci, il quale vi premise una notizia bio-
grafica dell' autore.
ftlngilttildE CosfaEfttfino.
La CometograMa, Discorso intorno alla cometa dell'anno 1618.
Firenze, 1618, in 4.°
Sinodi.
Ermanno Vescovo di Pistoia. Constitutiones Dioecaesanae
pistoriens.
Furono la prima volta pubblicate nella raccolta dei Concili edita dallo Zat-
ta, Venezia, 1782, toni. XXV.
— 312 —
— Lattauzi Lattanzio. Decreta Diocaes. Synodi Pist. hai.
ann. 1586.
— Caccia Alessandro. Pistoriens. Diocaes Synodi Lab. an-
no 1625. Pistoni, 1627, in 4.°
— Rinuccini Francesco. Synodus Pistoriens. bab. anno 1662
Pistoni, 1662, in 4.<>
■ — Gberardi Gherardo. Synodus Pistoriens. hab. anno 1680.
Lucae, 1680, in 4.°
— Lo stesso, hab. a. 1682, Pistoni, 1682, in 4.°
— Lo stesso, hab. a. 1685. Pistoni, 1685, in 4.°
— Cortigiani Michele. Synodus Pistoriens. hab. an. 1707.
Pistorii, 1707, in 4.°
— Bassi Colombino. Synodus pistoriens. hab. a. 1721. Flo-
rentiae, 1722, in 4.°
— - Ricci Scipione. Atti e Decreti del Concilio Diocesano
di Pistoia dell' anno 1786. In Pistoia, per Atto Bracali,
senz' anno (ma 1788), in 4.°
Con ritratto in rame di Mons. Ricci, ed un altro rame rappresentante l'interno
della Chiesa di S. Leopoldo cogli intervenuti al Sinodo. Fu ristampato in
Firenze, presso Giuseppe Pagani, 1788, in 4,° ma non vi è unito il rame
rappresentante il Sinodo. Sebbene questi Atti sieno sottoscritti da Carlor
Mangoni, si crede che fossero stesi dall'Ai). Pietro Tamburini promotore del
Sinodo e da Vincenzo Palmieri prete dell' oratorio : ma forse vi ebbe mano
anche il nostro P. Ferdinando Panieri.
Soflfredi dei Grazia.
Volgarizzamento dei Trattati Morali d'Albertano.
V. Ciampi Sebastiano.
Soldati Matteo.
L' arte rettorica, Pistoia, Bracali, 1804, in 8.°
Opera dedicata a Mons. Francesco Frosini Vescovo di Pistoia.
— Alle fauste nozze della nobil Chiara Puccini col Cav.
Onofrio Conversini. Pistoia, Bracali, 1807, in 8.°
Sono alquante ottave. Di questa edizione si trovano esemplari in carta tur-
china.
— 313 —
— - Lo Sposalizio di Isacco e dì Rebecca, componimento dram-
matico per le nozze Rospigliosi e Puccini, Pistoia, Braca-
li, 1807, in 4.°
— Pio Vif Pont. Max. e civitate genuensi Romam Reduci.
Pistorii, Bracali, 1815, in 4.°
— Lezioni di Sacra Eloquenza . Pistoia, Bracali, 1817,
in 8.o voi. 3.
Quest' opera è divisa in quattro parti : nella prima tratta delle doti che si
richieggono in colui che intraprende l'altissimo ministero della parola ; nella
seconda addita i fonti dove debbansi attingere le prove a convalidare le
dottrina evangelica j nella terza dei precetti intorno al modo col quale vo-
glionsi istruire le varie classi della umana società ; nella quarta tien propo-
sito della disposizione oratoria, della elocuzione, della memoria e della pro-
nunziazione. Ma forse il disegno dell' opera è più bello dell' esecuzione.
— Ellogium Iosephi Puccini. Pistorii, Bracali, 1818, in 4.°
— Rime.
In molte raccolte, ma non credo debbasene fare gran conto.
— Traduzione delle favole del Bertola.
Manoscritta, inedita, ma ignoro dove esista. Questa traduzione è scritta con as-
sai venustà, tanto che il Bertola stesso, quando l'ebbe letta, così disse al Pa-
gnini che gliel' avea presentata « La traduzione di questo vostro Soldati,
che mi duole di non conoscere, mi sembra l'originale, ed il mio originale
una debole traduzione.
— Sonetti di Luigi Clasio tradotti in italiano.
Manoscritto inedito. Di questa traduzione fatta con eguale grazia e facilità
così parla il chiariss. G. B. Zannoni nel giudizio che ei dette a stampa sulle
favole e sonetti del Clasio. « Fa anche l'elogio di questi sonetti l'averli tutti
voltati in latino il chiariss. Sig. Abate Matteo Soldati. Noi abbiamo già avuto
l'agio di bene esaminare questo lavoro, e l'abbiamo trovato elegante, fedele,
degno in una parola d'uno che sia com'egli era a confessione di tutti, peri-
tissimo dei latini scrittori.
— Osservazioni sulla traduzione di Catullo fatta dal Ca-
vaiier Tommaso Puccini.
Manoscritta nella Biblioteca Forteguerri, nel Cod. miscellaneo seg. 34.1. Mat-
teo Soldati nacque a Piteglio, nella montagna pistoiese nel 47S0. Fu profes-
sore di retlorica e poi di sacra eloquenza nel Seminario Vescovile di Pistoia :
morì nel 4822. Ne scrisse la Biografia Giuseppe Arcangeli, che puoi trovare
nelle di luì Prose e Poesie, tom. 2, e nella Biografìa edita da E. Tipaldo,
tomo IV.
— 314 —
Sozomeno Canonie».
Chrcmica ab orbe coudito usque ad annum 1455.
Ne diede già un saggio il Muratori nella sua celebre collezione Rerum Ita-
licarum Scripiores, tom. 16, pag. 1059. Egli si limitò a pubblicarne un brano
della più moderna, dal 1362 cioè al U10, con l'idea che l'ordine cronolo-
gico con cui era distesa, contribuisse a farla meglio tenere a memoria. Ma
forse non credè di dover far gran conto di questa cronaca, sia perchè non
ne conobbe che la porzione meno interessante, e perchè gli furono ignoti
tutti gli altri meriti del Sozomeno.
Questo lavoro è diviso in tre grandi serie ; la prima comincia da Adamo sino
a Belo; la seconda da Belo sino alla nascita di Gesù Cristo; con una sud-
divisione riguardante la storia romana ; la terza da Cesare sino al secolo XV.
Un prospetto di Storia universale ridotto a sistema cronologico, come questo
del Sozomeno* non aveva fin allora altro esempio, quantunque molti prima di
lui scritto avessero cronache universali o particolari ; e non è a dubitarsi
che se il Muratori avesse conosciuto il tratto più moderno fino al 1455,
trovato dal Ciampi, quello appunto che il Sozomeno scrisse come storico
contemporaneo, egli non avrebbe concepito miglior idea del nostro autore.
Questa cronaca insieme agli altri libri del Canon. Sozomeno si conservò un
tempo nell'Archivio del Comune, e spesso fu consultata e se ne giovarono
pei loro studi vari storici del tempo. Nel 1474 Leonardo Dati, stato già sco-
lare del Sozomeno, chiese al Comune ed ottenne di poterla copiare. Nel 1484
Bartolomeo Scala segretario della Repubblica fiorentina con idea di servir-
sene per l'istoria di Firenze che stava scrivendo, domandò di poterne estrarre
la terza parte: lo che gli fu concesso. Nel 1487 un tal Gio. Filippo di Mae-
stro Simone chiese ed ottenne di potere estrarre con altri libri hisiorias do-
mini Zombini, (iib. di provv. e Riforme dal 1476 al 1512, e dal 1843 al 1492
EeU'Àreh. Com. di Pistoia). Questa condiscendenza nel prestare questo e al-
tri codici, e la poca cautela nell'introdurre chiunque nella libreria, fu causa
che si perdettero non solo questa cronaca, ma anche la storia di Pistoia di
Ciannozzo Manetti, e la maggior parte de'libri, che componevano la Biblio-
teca dei Sozomeno. (1) Dopo la dispersione della Cronaca dall'archivio pi-
stoiese, un solo esemplare si conosce completo, ed è iì
Codice Valicano,
segnato di n.° 7272 tra i latini. Questo è senza dubbio il più importante di
tutti gli altri codici che si conoscono, non solo perchè intiero, ma perchè si
estende fino all'anno 1455 dell'era volgare ; sicché abbiamo qui 45 anni di
più che nel codice restiano che servì al Muratori. Fu scritto in Pistoia nel
1472, come si legge nell'ultima parte, essendo diviso in tre parti. Nella prima
si vede nel frontespizio l'arme della Piovere, ed in fine della parte terza
si legge « Fini secundi voluminis chronicae Sozomeni presbyteri pistoriensis
(1) Il P. Zaccaria nella Bibliol. Pistoriens. pubblicò il catalogo esatto dei
Codici che componevano la biblioteca del Sozomeno, quali furono trovati alla
morte di lui. I pochi salvati alla dispersione si conservano ora nella For-
teguerriana.
— 315 —
ab originali tra&criptae Pìstorii anno D. 1472. » Quest'ultima parie è inte-
ressantissima non tanto per le notizie politiche e militari dell'età in cui visse
l'autore, quanto anche per la storia delle lettere e delle belle arti, dandovisi
conto dei letterati e degli artisti di nome che allora fiorivano. Il Ciampi,
nella vita del Sozomeno, pubblicò il sommario dei capitoli del tratto che
corre dal 1410 al 1455, non avendo avuto comodo di trascrivere tutta la
detta continuazione per pubblicarla, com'era suo desiderio. Il
Codice della Libreria Chigìana
in Roma arriva dal principio del mondo fino all'anno di Roma 224. È in
pergamena, scritto elegantemente, con ricche miniature nel principio, e (con
le armi delia casa Piccolomini, ed in fine è scritto : TE^qS primi volumi
operi Sozomeni pistortensis finii feliciter. Trascriptum Pislorii an. D. 1475.
K septembris. Questa è senza dubbio la copia che il celebre Leonardo Dati,
stato già scolare del Sozomeno, chiese ed ottenne di poter fare nel 1474.
Leggesi infatti in un libro di provvisioni dell'anno 1475 conservalo nell'Archi-
vio del Comune di Pistoia: « Venia data est Leonardo Dalo Secretano apo-
stolico trarscribendi librum hisloriarum editino et compositum per bonae
memariae dominimi Sozomenum olim canonicum et eivem pistorieusem. Il
Codice Ambrosiano.
Questo è diviso in due. volumi: il primo comincia dalla creazione del mondo,
ed arriva a Giulio Cesare : il secondo si estende dalla nascita di Gesù Cri-
sto fino alia elezione di Papa Bonifazio VIII. il
Codice Piestiano
così chiamato dal Muratori, perchè posseduto dal Sig. Gio. Resta in Roma.
Questo è intitolato Presbyhcri Sozomeni pistortensis Hisloriarum fragmenla
usque ad annum. 1410. Vi sono anche i titoli dei capitoli fino al 1455.
Codice Fabroniano
comincia dalla creazione del mondo, e si estende fin oltre all' anno del
mondo 4985. È scritto da mani diverse, ma in parte è autografo, confron-
tandosi il carattere con alcune postille, soscrizioni e copie di codici, con-
servati nella Forteguerriana, fatte certamente di mano del Sozomeno.
Codice Laurenziano.
Questo non oltrepassa l'anno 1292 dell'era volgare. Iu fine vi si legge questa
nota : « Petrus Medices Cosnii Filius ut palernarum rerum susceplor locuple-
tissimus, ila et religionis et pielatis eiusdem Itaeres felicissimus nobis canonie is
Regularibua insigne hunc hisloriarum librum dono hodie dedit HI idus Ianua-
rias MCCCCLXVJ, cui coelesli ac sempiterni praemi mercedem redde Deus
oplime Maxime, luque dive Bartholomaeus qui huic tempio, hisce aedibus prue-
side». » Appartenne alla Badia di Fiesole. Ha in bella miniatura l'arme del
Comune di Pistoia ; e da ciò potrebbe credersi che questo fosse l'esemplare
regalato ai Medici dallo stesso Sozomeno, e non già che appartenesse al Co-^
mune di Pistoia, come opinò il Ciampi.
— Regulae Grammaticae.
Quest'operetta è registrata dal P. Zaccaria nel catalogo dei libri del Sozo-
— 316
meno, pubblicato nelia Biblici. Pistoriens. Forse fu scritto dall'autore meli
tre occupava in Firenze la cattedra di Grammatica e di Rettorica intorno
al 1419.
11 canonico Sozomeno celebre letterato e grecista, nacque in Pistoia nel 1387,
morì nel 1^58, ai 29 di Giugno. È tuttora incerto qual sia il vero nome di
questo celebre letterato. Vogliono alcuni che egli sia della casata dei Sozo-
meni (famiglia che non è mai esistita in Pistoia) : altri che così gli fosse po-
sto nome al battesimo. Il Ciampi crede ch'egli si chiamasse Girolamo, nome
ridotto per sincope in Giorno, e per diminutivo in Giomino, cambiati poi
per corrompimento popolare, come avviene, in Zomo, Zomino, Zombino, Zam-
bino, Zomeno, di che si hanno esempi in moltissime memorie del tempo. So-
spetta poi che egli cambiasse il volgare suo nome di Zomino o Zomeno in
quello di Sozomeno, per una certa conformità al greco antico storico di que-
sto nome, e per mantenere una nomenclatura prossima al modo eon cui era
generalmente chiamato; sembrando più lontana da quella il nome di Giro-
lamo, che ebbe fin dalla nascita. Ma forse non è improbabile, io aggiungerò,
che si facesse chiamare Sozomeno, cioè salvato dalla morte, per la superata
infermità che lo afflisse al tempo della pestilenza che fece tanta strage in
Firenze nel 1400, mentre egli quindicenne, era alla scuola di M. Antonio di
Scr Salvi, come si legge nella sua cronaca : « Sozemenus huius cronicae au-
ctor de mense Iulii peste gravatus, vix et cum maximis doloribus post diutur-
na,™ ìnfirmitatem liberaiur. >> Per le notizie biografiche di lui, oltre quel
poco che ne dicono gli storici Arfaruoli, Dondori, Salvi, Fioravanti ce, è da
consultarsi la prefazione che il Muratori pose avanti al saggio da lui pub-
blicato della Cronaca Sozomeniana ; il P. Zaccaria nella Bibliot. Pistoriens.
e soprattutto le Notizie del Canonico Sozomeno di S. Ciampi. Pistoia, 1810,
in 8.°
SozzifoutS Atto.
Ludi natalitii in adniversario Natae Deiparae. Romae ,
Mascardi, 1630, in 4.°
Così ricordata dal P. Zaccaria.
— Augurio di felicissimo viaggio alle galere del Serenis-
simo Granduca di Toscana Ferdinando II, Ode del Cav. Atto
Sozzifanti. In Pisa, per Francesco Tanagli. 1635, in 4.°
La pag. dopo il frontespizio è bianca : vicn quindi la dedica, ed alla carta
terza comincia senz'akun titolo l'ode, che occupa cart. otto, e così in tutto
cart. dieci. Il frontespizio e le pagine sono circondate da un doppio fregio
in rame.
Sozzifarati P. Frane. Giuseppe.
Breve ristretto della Santa vita e patrocinio glorioso di
— 347 —
S. Liborio vescovo e confessore ec. Pistoia, all' insegna
della fortuna, 1688, in 12.
Sotto il pseudonimo di Crescente Romolo Tebertelli. Il Cinelli che registrò
questo libro nella sua ììibliot. Volante cadde in due errori e collo scrivere
Terbctelli, invece di Tebertelli, e col porre 1' anno 4668, invece dell' anno
1688. Questo Sozzifanti appartenne alla compagnia di Gesù.
Sozzifanti Ippolito.
Ca
nzone.
Sta nella raccolta intitolata Componimenti recitati nella solenne adunanza del-
l' Accademia di varia Letteratura. Pistoia, Bracali, 1746, in l.°
Spinelli P. Rocco.
Disputa di Gesù fanciullo" nel tempio co1 dottori, rappre-
sentazione sacra.
Manoscritta nella Forteguerriana, cod. cart. del Sec. XVII seg. 106.
Statistica della Diogesi del compartimento pistoiese ne-
gli anni 1838, e 1848. Pistoia, Tip. Cino, 1850, in 8.°
È corredata di una carta topog. della città di Pistoia.
Statati.
■ — Statuta Civitatis Pistoni an. 1107.
Furono pubblicati da Uberto Benvoglienti nel tomo IV della Raccolta del
Muratori Anlicjuilates Italiae Medii Aevi, Mediolani, 1741. Li riprodusse poi
il P. Zaccaria nella collezione Anecdolorum Medii Aevi, Aug. Taurinorum, 1735.
— Statuta civitatis Pistorii, Florentiae, apud Iunctas. 1534
in fol.
— Leges municipales Pistoriensium. Florentiae, 1613, in fol.
— Leges municipales Pistoriensium. Florentiae, 1682, in fol.
— Riforma dei Magistrati et offitii della città di Pisto-
ia, 1656. Pistoia, 1656, in 4.°
— Riforma dei Magistrati ed uffizi publici della città di
Pistoia. Pistoia, 1661, in 4.°
— Riforma dei Magistrati ed uffizi publici della città di
Pistoia. Pistoia, 1676, in 4.°
— 318 —
— Riforma dei Magistrati ed uffizi publici della città di
Pistoia dati in luce 1' aono 1681. Pistoia, 1681, in 4.°
— Riforma dei Magistrati ed uffizi publici della citta di
Pistoia. Pistoia, 1711, in 4.°
— Riforma dei Magistrati ed uffizi publici della città di
Pistoia! Pistoia, 1721, in 4.°
— Riforma dei Magistrati ed uffizi publici della città di
Pistoia con tutte le addizioni fino al 1736. Pistoia, 1736, in 4.°
— Riforma dei Magistrati ed uffizi publici della città di
Pistoia per V anno 1736, colie aggiunte fino al 1756. Pi-
stoia, 1736-56, in 4°
— - Capitolo sopra l'offitio di fiumi e strade. Pistoia, 1626, in 4.°
— Capitoli dell' uffizio dei fiumi e strade di Pistoia com-
pilati T anno 1722. Pistoia, 1728, in 4.°
— Statuti dell' opera di S. Jacopo di Pistoia. Vedi Ciam-
pi Sebastiano.
— Capitoli dell' opera di S. Jacopo della città di Pistoia.
Pistoia, 1696, in 4.°
— Capitoli dell'uffìzio della Grascia e dell'opera di S.Jacopo
di Pistoia compilati e corretti per l'anno 1742. Pistoia, 1745,
in 4.°
— - Capitoli dell'uffizio della Grascia e dell'opera di S. Jacopo
di Pistoia compilati e corretti per l'anno 1747. Pistoia, 1767,
in 4.°
— Stratto e capitoli della dogana di Pistoia. Pistoia, 1719, in 4.°
Stefani Al». Domenico.
Principj Grammaticali di lingua latina. Pistoia, Bracali, 1830,
in 12.0
Questa grammatica ebbe grandissima lode dai più riputati giornali, e fra gli
altri dalla celebre Antologia di Firenze. Le parti del discorso vi sono con
lucido ordine trattate, le desinenze dei nomi, e dei verbi esposte in tavole
sinottiche, tutto poi corredato di esempi ben messi, e di temi per eserci-
tare l'alunno nell'uso del dizionario e nelle analisi grammaticali. La seconda
— 319 -
parte doveva trattare della Sintassi ; ma sorpreso dalla morte, l'autore non
potè condurre a termine un tal lavoro, elio fu poi compilato, sulle di lui
tracce, dal Prof. Carlo Gatti.
— Scelte Poesie italiane ed epigrafi latine. Pistoia, Tip.
Cino, 1838, in 8.° •
pag. b2. Domenico Stefani pistoiese, uno dei migliori latinisti della Tosca-
na, e allievo di Matteo Soldati valente maestro esso pure in latinità na-
cque nel 17C0. Fece i primi studi nel Seminario di Pistoia, nel quale ricevè
il sacerdozio, e dove fu pure maestro di umanità. Vacato quel posto nel
Collegio Forteguerri, vi fu eletto per comune consenso dei concittadini, e
poco appresso fu elevato alla cattedra di Rettorica, che coprì fino alla sua
morte avvenuta nel 1857.
storie Pistoiesi, ovvero delle cose avvenute in Toscana
dal 1300 al 1348, Firenze, Giunti, 1578, in 4.°
Raro. Il titolo preciso è questo : Istoria delle cose avventile in Toscana dal-
l' anno 1500 al 1348 et dell' origine della parie bianca et nera che di Pistoia
si sparse per tutta Toscana et Lombardia ; et de molli et fieri accidenti che ne
seguirono, scritta per autore, che ne' medesimi tempi vìsse. Con le case et gen-
til huomipi della città di Toscana, Lombardia e Romagna nominati in questa
istoria nuovamente stampata. In Firenze, nella Stamperia de' Giunti, 1578.
Le. prime dodici carte non numer. contengono la dedica degli stampatori al
Granduca di Toscana, la prefazione, e due tavole. Seguono le istorie in pa-
gine 217 numer., e a tergo dell' ultima comincia 1' errata di pag. 2 : sta
noli' ultima pagina il registro, l' impresa e la data. La dedica e la prefazio-
ne si vuole che sieno di Vincenzo Borghini. Quanto alla espressione che si
legge nel frontespizio nuovamente stampata è certo che essa suona l'istesso
che stampata la prima voltai come affermò anche il Moreni ; e però prese
abbaglio solenne il Langlet quando nel suo metodo per studiare la storia,
ne citò un' edizione anteriore, che dice fatta in Firenze nel lrJ68. Sono ci-
tate come testo di lingua nel vocabolario degli Accademici della Crusca.
Queste istorie, per quanto abbiano la predetta intitolazione, contengono molti
fatti di Firenze, con assai particolarità. Nel fine leggesi : « Ego Iacopus
Franceschi de Ambrosiis scripsi a. d. 1396, die 22 mensis Decembris, cuius
anima post mortem requiescat in pace amen. » : e così appunto sta scritto
nel Cod. magliab. XXV, S60 che servì per la stampa. Ma chi ne sia l'autore
né il Borghini, né il Muratori, uè altri seppero ancor definire. È certo che
quest' Ambrogi Francesco ne fu solo l'emanuense, non già 1' autore. L' Ab.
Ladvocat nel suo Dizionario storico credette che ne fosse stato autore Ber-
nardo J\erli. Fra i pistoiesi Pietro Ricciardi nel comentò di una sua can-
zone affermò le Storie Pistoiesi essere del celebre Canonico Sozomeno : il
Dondori nella [Pietà di Pistoia le credette di quel Zanobino o Zambino o
Zanobio canonico pistoiese che si suppone scrivesse una storia civile di Pi-
stoia, ora dispersa, ma che il Ciampi crede non mai esistito ; e conchiude
lo stesso Dondori : asserisco questo mio parere con maggior sicurezza da
che ho letto in Urbino le storie pistoiesi di Giannozzo Manetti. le quali ap-
— 320 —
poggia alle vedute da lui manoscritte in Pistoia conservate dai pubblico ;
tanto più che esso inserisce in due suoi libri quanto in sostanza nelle stam-
pate si legge. »
— Le stesse : col titolo : Istorie Pistoiesi ovvero delle cose
avvenute in Toscana dall' anno 1300 al 1358 e Diario del
Monaldi. In Firenze, 1733, nella stamperia di S. A. R. per
Gio. Gaetano Tartini e Santi Franchi, in 4.°
Di cart. XXXXVII-360. Questa seconda edizione anch' essa citata dalla Cru-
sca, fu curata da Anton Maria Biscioni, ed arricchita di erudite note del ce-
lebre Rosso Martini gentiluomo fiorentino, tra le quali ne inserì molte di
Iacopo Corbinelli che nel Sec. XVI fece tanta figura in Francia. Oltre poi
alla prefazione del Borghini, e alla dedica degli stampatori, come nella pri-
ma edizione ; il Martini ne aggiunse una nuova, più due indici, uno degli
autori e dei testi a penna citati, ]' altro delle cose notabili, nel quale in
carattere corsivo dispose le voci e maniere antiche di parlare usate dall'an-
tico anonimo autore, per la loro spiegazione.
Il Diario del Monaldi, che vide la luce per la prima volta in fine di que-
sta storia, è una cronichetta compilata presso che nei medesimi tempi ; e
credesi ne sia autore quel Monaldo, di cui fa menzione il P. Negri negli
scrittori fiorentini, pag. US.
— Le stesse.
Nella Raccolta Scriptores Rerum Iialicarum, toni. XI.
— Le stesse. Prato, Guasti, 1835, in 18.° voi. 3.
TaìoH P. Lorenzo.
Croniche istoriali dell' angusta et inclita città di Pisa.
Manoscritte un tempo presso il Poggiali, ora nella Palatina di Firenze. Sono
citate anche dal Moreni, il quale giudica l'autore di poca erudizione, e di
niun criterio ; pure per quello che riguarda le notizie delle cose pisane
dopo il secolo XII è raccoglitore diligente di molte belle memorie.
Le cronache cominciano dall'origine della città di Pisa, e vanno fino al liOO,
e sono divise in X libri. L' autore fu frate domenicano.
Tebaldfl Circo.
Giureconsulto, scrisse dei Consulti per quel tempo molto eruditi, ed in uno
di Stefano di Giovanni de Buonaccorsi presso il Ziletti, si sottoscrive Ego
Cinus Domini Marchi de Tebaldis de Pistorio civis florentinus decrelorum do-
ctor. Il Pancirolo nella sua opera De claris legum interpretìbus dice ohe il
Tebaldi nihil post se seriptum reliquit. Ma oltre le suddette Consultazioni, il
Ciampi crede che appartenga pure a lui quella lettera agli operai di S. Ia-
copo attribuita a Cino da Pistoia, e str.mpnta nella raccolta degli opuscoli
— m —
scientiiici del P. Calogcrà « persuadendomelo, egli dice, le materie di gius
canonico di cui vi si discorre, e sembrandomi più naturale che gli operai
di S. Iacopo ai quali è responsiva, consultassero piuttoito un professore di
diritto canonico che uno di diritto civile in materia puramente canonica. La
data di Firenze che segnando il giorno, manca però dell'anno, può confer-
mare la mia opinione, sapendosi che il Tebaldi lesse diritto canonico in quella
città. Lo stile inoltre non ha punto il sapore che aver dovrebbero le prose
di Messer Cino, stando al giudizio che n'e stato fatto da Dante. »
Tcbertelli Crescente Romolo*
Vedi Sozzifanti P. Frane. Giuseppe.
Tedici Girolamo*
Istoria di Pistoia. •
Manoscritto cart. in fol. del Secolo XVI nella Fortegucrriana, seg. iSi. Si
compone di car. 174 num. più di car. 14 in principio con speciale numera-
zione per pagine, e altre carte 21 in fine, anche queste senza numerazione.
Nelle prime quattordici carte numerate particolarmente si contiene il proe-
mio alle storie, e alcuni ritratti d'illustri personaggi in esse ricordate, come
Castruccio, Uguccione della Faggiola, Galeazzo Visconti ec. : segue l'istoria
contenuta nelle carte 174: e nelle rimanenti e. 21 che sono in fine non nu-
merate vi sono le tavole o indici dei nomi, delle materie ec* Al codice
vanno aggiunti in principio due repertori di mano diversa, e più recente, il
primo delle cose contenute nella storia, l'altro delle persone e famiglie in
essa ricordate. La storia, sebbene in principio accenni alcun che intorno
alle origini della città, narra più particolarmente le vicende della guerra
civile fra i Cancellieri e i Panciatichi dal 1499 al 1512. Fu poi continuata
fino al 1568 da Paolo di Ulivieri Panciatichi. Questo codice è una copia,
unica a quanto io sappia, tratta nel 1568 dall'autografo, ora disperso, per
opera" del suddetto Ulivieri, ma è di cattiva lettera, e molto danneggiato.
Dai Tedici questo codice passò in proprietà del tenente Alfonso Brunozzi;
da questi acquistollo un tal Masi, che poi lo vendè al Fioravanti, lo storico,
dal quale pervenne poi in mano del Dottor Bernardino Vitoni. Questi, narra
il Morcni, per la rarità e per il pregio intrinseco, e per tutti i caratteri di
verità che in se racchiude, voleva pubblicarlo, il che poi non fece* Final-
mente morto il Vitoni, e dispersa la bella collezione di scrittori pistoiesi
da lui posseduta, questo codice fa acquistato da Francesco Canini, e da lui
donato con altri manoscritti di cose patrie alla Bibliot. Forteguerri.
TcHaccini Mario»
Erasto, poema. Pesaro, per Gio. Girolamo Concordia, 1566,
in 4.°
Raro. Il poema è in quattro Canti.
Capponi, Bibliogr. Pisi. 21
— 322 —
— ■ Le Pazzie amorose di Rodomonte secondo, composte per
Mario Telluccini soprannominato il Bernia ec. In Parma,
appresso Seth. Viotti, 1568, in 4.°
Pagg. 218, e l'ultima sema numerare, contenente al recto l'impresa del li-
braio. Questo raro poema, dedicato ad Alessandro Farnese principe di Parma
e Piacenza, è diviso in venti canti, col loro argomento, ed è in ottava rima.
Tigri P. Giuseppe.
Dei Plastici dell'Ospedale di Pistoia, Discorso. Pistoia, tip.
Bracali, 1833, in 8.°
— La Danza della prima giornata del Decamerone di Gio.
Boccaccio dipinto a fresco del Pro/. Bezznoli. Pistoia, tip.
Bracali, 1838, in 8.°
— Necrologia di Bartolomeo Rossi -Cassigoli. Pistoia, tip.
Cino, 1839, in 8.°
— Le Selve della Montagna pistoiese, canti III. Pistoia,
tip. Cino, 1844, in 16."
— La stessa, seconda edizione, con l'aggiunta di due canti
e di note illustrative. Firenze, Felice Paggi (Pistoia, tip.
Cino) 1870, in 16.<>
— Mosè che riceve sul Sinai le tavole della legge, qua-
dro a buon fresco dipinto nella Cattedrale di Pistoia da
Luigi Sabatelli, illustrato ec. Pistoia, tip. Cino, 1846, in 8.°
— Il 12 Settembre 1847, Canto elegiaco. Pistoia, Tip. Bra-
cali, 1847, in 8.o
— Il Pellegrino a Gerusalemme, canto. Pistoia^ tip. Cino,
1848, in 8.o
— Intorno al Palazzo Pretorio o del Podestà di Pistoia,
Memoria Storica. Pistoia, tip. di Atto Bracali, 1848, in 4.°
— Cicerone, scelta di lettere familiari con note ec. Prato,
tip. Aldina, 1848, in 16.°
Vi sta innanzi un Discorso sulle lettere familiari e sulla vita privata di Ci-
cerone, che fu stampato anche a parte. A questo fa seguito una notizia della
letteratura epistolare italiana, in ordine cronologico; la cronologia della vita
— 323 —
di Cicerone, con la data corrispondente dell' anno di Roma, e con quella
dell'età volgare. In line vi sono poi due indici, uno delle person» cui le let-
tere sono dirette, l'altro dei nomi geografici ricordati. Questo lavoro fu più
volte riprodotto a Prato, e l'ultima volta nel 1867: se ne fece poi tre edi-
zioni a Napoli, delle quali l'ultima per Gabbricllo Seracino nel 1860.
— Necrologia del Maestro Giovanni Bracciolini. Pistoia,
tip. Cino, 1852, in 8.°
— Pistoia e il suo territorio, Pescia e i suoi dintorni, guida
del forestiero a conoscere i luoghi più notevoli per l'istoria
e per l'arte. Pistoia, tip. Cino, 1853, in 16.°
Con due carte topografiche, una della città di Pistoia, l'altra del suo ter-
ritorio.
— Biografia di Pietro Gavazzi Scultore Pistoiese. Firenze,
1.855, in 8.o
È tiratura a parte dal Giornale Le Ani del Disegno, Firenze, 1855.
— Discorso sulla vita e sulle opere di Giuseppe Arcangeli.
Sta nell'opuscolo « Adunanza Solenne tenuta in Firenze dall'Ateneo Italiano per
onorare la memoria di Giuseppe Arcangeli. Firenze, Tofani, 1856, in 8.° >i
— Necrologia del Gen. Maggiore Giuseppe Sproni. Firenze,
Celimi, e Comp. 1857, in 8.°
— - Canti Popolari toscani raccolti e annotati da Giuseppe
Tigri. Firenze, Barbèra, 1857, in 16.°
— La stessa, Firenze, Barbèra, 1880, in 16.°
Seconda edizione, nella quale non vedesi, come nella prima, il poemetto
del Pievano Iacopo Lori intitolato La 3iea, che fu tolto per i molti errori,
che al dottissimo Sig. Tigri, non riusci di correggere. Vedi in proposilo
una lettera di P. Fanfani ad Aurelio Gotti. Firenze, 1857, in 8.°
-— La stessa. Firenze, Barbèra, 1870, in 16.°
Terza edizione riveduta dall'autore, accresciuta di Un repertorio di vocaboli
e modi dell'uso.
— Versi alla nobil donzella Giulia de Conti Cellesi nelle
sue nozze col nobil giovane Antonio Rampi-Geminiani. Fi-
renze, Barbèra, 1858, in 8.°
— - Al Cav. Amedeo Digerini-Nuti nelle fauste nozze di
sua figlia Manetta col nobil giovane Giovanni Piccardi,
(Epistola in versi). Firenze, Barbèra, 1858, in 8.<>
— 324 —
— Discorso detto sul feretro del Prof. Pietro Contracci.
Sta nell'opuscolo Nelle funebri onorante rete in Pistoia ec. al Cav. prof. Pie-
tro Contrucci. Pistoia, Tip. Cino, 1859, in 8.°
— 11 Montanino toscano volontario alla guerra dell'indi-
pendenza italiana, racconto. Torino, Seb. Franco e f. 1861,
in 12.o
Ed. legata alla Bodoniana con elegante copertina a colori : se ne tirarono al-
cune copie in carta distinta.
— La stessa. Firenze, Felice Paggi, 1871, in 12.8
— Intorno alla solenne festa nazionale commemorativa la
promulgazione dello Statuto, Discorso.f Caltanisetta, stamp.
di E. Limone, 1864, in 8.°
— Guida della Montagna pistoiese. Pistoia tip. Cino, 1868,
in 12.o
— Intorno alla disconvenienza di continuare a porre mo-
numenti nel Battistero di Pistoia, e di farne un Panteon,
Memoria. Pistoia, Niccolai e Quarteroni, 1868, in 8.°
— Selvaggia de' Vergiolesi, racconto storico. Firenze, tip.
della Gazzetta d'Italia, 1870, in 12.°
È tiratura a parte dalle appendici della Gazzetta d'Italia dove fu pubblicato
la prima volta.
— Cenno necrologico intorno al maestro di Musica Luigi
Gherardeschi. Pistoia, Tip. Cino degli Eredi Bracali, 1870,
in 8.°
— Contro i pregiudizi popolari, le superstizioni, le alluci-
nazioni e le ubbie degli antichi e massime dei moderni,
Letture. Torino, Firenze, Milano, presso G. B. Paravia, 1870,
in 16.°
— Necrologia del Cav. Dott. Francesco Grassi Bey. Pi-
stoia, Tip. Cino, 1871, in 8.°
— Notizie biografiche di Porzia de' Rossi pubblicate nel-
l'aprile del 1871 per le benaugurate nozze del nobil gio-
vine Giulio De Rossi con la nobil donzella Maria Alber-
tina dei Conti Rucellai. Pistoia, tip. Cino, 1871, in 8.°
— 325 —
— Da volontario a soldato nell'esercito italiano, racconto.
Firenze, 1872, in 12.°
Ilari Prof. Atto.
Nuova disposizione dell' apparecchio vascolare sanguigno
della milza umana, memoria. Bologna, 1847, in 8.°
Con una tavola.
— Sulle glandule intrinseche e sulle frange mucose della
lingua umana, Ricerche e riflessioni. Milano, 1847, in 16.°
— Intorno agli effetti del Pus e dell' Icore cangrenoso sul
sangue circolante. Bologna, 1849, in 8.°
— Della genesi e della natura dei tubercoli nel polmone,
memoria. Milano, 1851, in 8.°
— Sull'Ernia grassosa inguinale {Lieo/ole inguinalis) Me-
moria, Milano, 1852, in 8.°
— Della funzione della Milza, argomenti anatomico-fisiolo-
gici. Firenze, Cecchi, 1853, in 8.°
— Schiarimenti sulla struttura e sulla funzione della milza.
Firenze, Cecchi, 1853, in 8.°
— Intorno all'apparecchio anatomico del meccanismo com-
pensatore del circolo sanguigno. Firenze, Cecchi, 1853,
in 8.o
— Sul torcicollo e sullo strabismo per anomalia muscolare,
Relazione anatomica. Firenze, Bencini, 1854. in 8.°
— Sul tipo patologico generale del Cholèra Morbus, nota.
Milano, 1856, in 8.°
— Intorno al parassitismo della miliare, lettera. Milano, 1856,
in 8.°
— Sulla Esomosi putrida intestinale, come cagione di morte
nella peritonite, e come fatto patologico in generale, Osser-
vazioni. Milano, 1856, in 8.°
— ^ulla cachessia melatonica (milza nera) in relazione della
— 326 —
malattia descritta dal Dott. Addisson, nota. Firenze, 1857,
in 8.°
— Sulla provenienza e sulla significazione dei globuli in-
colori del sangue, nota. Bologna, 1858, in 8.°
— Frammenti di Patologia Generale, secondo le leggi na-
turali. Milano, 1859, in 8.°
-~ r Sulla composizione istologica primitiva del Mucco, In-
dagini. Bologna, 1859, in 8.°
— - Sui globuli fisiologico-decidui o caduchi. Bologna, 1859,
in 8.o
— Sulle granulazioni grassose come elemento morfologico
normale delle cassule soprarenali, e sull'origine del colo-^
ramento roseo di questi organi, trattati con alcuni reagenti,
Nota. Firenze, 1858, in 8.°
— Sull'umore della gianduia Timo, e sopra una reazione
speciale di essa applicabile alla patologia, Nota. Bologna 1859,
in 8.o
— Del cuore umano studiato in sito, de'suoi piani e degli
assi in relazione alle aperture d'ingresso e d'egresso del
sangue, Memoria. Firenze, 1861, in 8.°
Tofani Luigi.
Una guida allo insegnamento dei Sordo-Muti italiani, opera
illustrata e premiata alla Esposizione Universale di Parigi.
Siena, Tip. dei Sordo-Muti, 1869, in 8.<>
— Un nuovo metodo d'imparare e d'insegnare la lingua
italiana, Pistoia, Tip. Rossetti, 1874, in 16.°
Toìouiei Iacopo.
De spirita S. Adventu, Oratio in Sacello pontificio Quiri-
nali hab. Senza luogo e anno, (ma Borna, 1630), in 4.°
Pag. 12, con bellissimo frontespizio in rome inciso da Audran. Il Tolomei
quando recitò questa orazione era alunno convittore del Seminario Romano.
— Iacobi Ptolomaei Pistoriensis Carmen super nata Deipara.
Romae, Mascardi, 1631, in 4.°
— 327 —
— Epitalamio nelle nozze di Bernardino Galli e di Eleo-
nora Ferretti. Roma, 1663, in 4.°
Tolomei Gio. Batta. Card.
In funere Illus. D. Nicolai Bona Ioannis fìlii, Oratio. An-
conae, 1679, in fogl.
— Philosopbia mentis et sensuum saecundum utramque Ari-
stotelis methodum pertracta metapbisice et empirice. Ro-
mae, 1696, in fol.
Pag. 759, e car. 10 in principio non num. ean tavole in fine. Compose il
Tolomei questo trattato nel suo quarantesimo anno, essendo lettore di filo-
sofia nel Collegio romano, e fu stampato per cura ed a spese de'suoi disce-
poli Principi Rospigliosi, del Duca di Zagarolo, del Principe di Civitella ec.
— La stessa. Romae, sumptibus Iosephi Sangermani Corbi,
1702, in fol.
Ed. in tutto conforme alla precedente, e diversa solo nel frontespizio che
fu ristampato con questa data. Due altre impressioni si fecero di questo trat-
tato di filosofia ; una in Augusta: l'altra che viene così ad essere la 3 edi-
zione, in Dilinga, ambedue nel 1698, in fol. a spese di Gio. Gaspero Bencard,
ed entrambe ricche d'importanti aggiunte fattevi dall'autore, che consistono in
una Dissertazione di De reliquis attribulis animae rationalis, che viene ad es-
sere la nona; e di un trattato completo di etica compreso in sette disser-
tazioni, che l'autore aveva letto l'anno precedente nel Collegio Romano. Di
quest'opera riportasi un lungo estratto nel periodici Ada Erudii orum Lipsiac,
anno 1698.
— Addizioni all'opera del Bellarmino Controversiae Fidci.
A questo lavoro si era accinto il Tolomei fin da quando terminato il corso di
filosofia nel Collegio romano, vi riprese la lettura delle Controversie della
Fede, già incominciata dal Bellarmino nel 1576, e coli' andar del tempo di-
messa. Ma quantunque il Tolomei ritenesse per dieci anni il magistero di
quella polemica, non lasciò complete che alcuni parti di sì grande lavoro, e
non bastevoli ad una nuova edizione di quest'opera del Bellarmino, come
l'aveva disegnata il Tolomei, arricchita della sua opera addizionale. Nella Bi-
blioteca del Collegio Romano si conservarono fin qui ms. due copie di que-
st'opera.
Il gesuita P. M. Salvatori nella vita del Tolomei rieorda anche un'orazione
in lode di Marino Bona rettore dello stato della Dalmazia; un'altra orazione
funebre nell'anniversario di Greg. XIII fondatore del Collegio Romano, reci-
tata in Roma, e'un'altra orazione latina recitata per l'apertura del primo anno
del suo corso filosofico.
Pai ramo pistoiese dei Tolomei nacque Gio. Battista presso Firenze, il dì 3
— 328 —
Decembre 1653. Entrò nell'ordine dei Gesuiti il 18 Febbraio 1675, quando
aveva vent'anni; fu creato card, nel 1712 ; morì in Roma il 19 Gennaio 1726.
Di questo dottissimo porporato può vedersi la vita scritta dal P. Pietro Ma-
ria Salamoni, pubblicata nel tom. XXXVII del Giornale dei Lett. d'Italia ; e
l'orazione funebre latina di Contuccio Contucci gesuita. Roma, 1726, in 8.°
'l'olona e S Francesco.
Degli Uomini illustri di Pistoia, lezione accademica.
Negli Atti dell'Accademia Pistoiese, tomo I, dove trovasi anche una sua pa-
rafraii di un ode di Hafez persiano.
— - Delle fabbriche incominciate alla memoria degli uomini
illustri pistoiesi nella piazza di S. Francesco di Pistoia,
Lettera. Pisa, co'caratteri de'fratelli Amoretti, 1816, in fol.
Pagg. XXI, con due tavole litografiche.
— Memorie dell'antica miracolosa immagine di Maria SS.
detta delle Porrine che si venera nella Chiesa Cattedrale
di Pistoia. Pistoia, Mandredini, 1817, in 4.°
Lo scritto del Tolomei occupa pag. 21 ; nelle rimanenti fino alla pag. 73, che
tante ne conta l'operetta, stanno vari documenti tra i quali una lettera di
P. Petrini sull'analisi dei colori di un'antica pittura a fresco: una descri-
zione dei vari miracoli operati da quest'immagine, tratta da un antico cod.
membr : i Capitoli della Compagnia che per onorare quest'imagine prima del
suo trasferimento in cattedrale, era stata istituita fino dal 1376: certe li-
tanie che costumavasi cantare anticamente nella nostra cattedrale ec.
— Guida di Pistoia per gli amanti delle Belle Arti, con
notizie degli Architetti, Scultori e Pittori pistoiesi. Pistoia,
Bracali, 1826, in 8.0
L'autore modesto quanto dotto, a differenza di altri compilatori di guide, che
profittarono degli altrui lavori, senza neppur farne ricordo, narra nella de-
dicatoria di essersi valso dei materiali raccolti da Baronto suo padre, e di
altri lavori del Can. Fagnoni e di Bernardino Vitoni entrambi dotti antiquari
pistoiesi. Il Catalogo degli artisti pistoiesi (a car. 1S1) è disposto per ordine
alfabetico, ed all'articolo Vitoni Ventura l'autore riporta le osservazioni di P. Pe-
trini intorno all'atrio della Chiesa dell'Umiltà. Di questa Guida vedasi un ar-
ticolo nell'Antologia, tom. 3. pag. 386.
Tonfi Luigi.
La Primavera Canto. Firenze, Tip. Galileana, 1835, in 8.°
Vi e unita una Canzone di G. Montanelli La Rimembranza materna nella prì-
— 329 —
— Versi a Lorenzo Bartolini pel suo gruppo in marmo
« La Carità ».
Stanno insieme ad una canzone di C. Scartabelli intitolata Alle Arti, Fi-
renze, Tip. Galil. 1856. Gli ricorda con lode il chiariss. Tommaseo nel suo
Dizionario Estetico.
Torseglieri Dino.
Legista vissuto nel Sec. XIV. Iac. Filippo Tommasini nella sua Bibliotecha Pa-
tavina manuscripta, Utini, per Schivatlum .1659., in 4° ricorda di questo
nostro concittadino un'opera col titolo : Dinus de Pistorio in 6 Decretai, et
de Reg. Iur. come esistente nella Biblioteca del Convento di S. Antonio di
Padova. Pietro Ricciardi poi nel Comento alla sua canzone in lode di Pi-
stoia, ricorda pure alcuni Consigli, come esistenti presso di se.
Torricelli Francesco.
Prediche. Ferrara, 1611, in 8.°
Opera postuma, pubblicata da Eugenio Padani di Modena. L'autore appar-
tenoe ai Canonici Regolari Lateranensi, e fu abate del Convento di quell'or-
dine in S. Bartolomeo di Pistoia; alla qual carica fu elevato per eccesso di
meriti, dice il Dondori, sebbene non avesse l'età prescritta dalle regole.
Morì in età giovanissima a 30 anni.
Trinci Sebastiano.
Italici atque externi belli Epitome ad Philippum Strozzam.
Quest'opera è manoscritta nella Biblioteca Nazionale di Firenze. Il Codice è
cartaceo in 4°, di sul principio del secolo XVI, e appartenne già al Sena-
tore Carlo di Tommaso Strozzi. È di buona lettera ma non troppo corretto,
ed è indirizzato a Filippo Strozzi : comincia dalla morte di Papa Alessan-
dro VI, e dalla cacciata del Valentino qui a galero ad galeam defecerat, slu-
dioque patris omnia, tamquam calamitas quaedam, prosiernebat, e va fino al
tempo che i Medici tornarono in Firenze. Il Cinelli lo ricorda nella Toscana
letterata, e lo chiama Sebastiano Terucci da Pistoia ; ma doveva leggere Te-
rincii, che lo scrittore appartenne alla famiglia Trinci di Pistoia. 11 chia-
rissimo Enrico Bindi ne parla e ne da un breve saggio nella lettera inserita
nel Calendario pratese anno V, col titolo / Pistoiesi alla difesa di Prato nel
sacco del 4 S12, dacché il Trinci assai si stende nella sua storia intorno a quel
luttuoso fatto.
Trinci €o§lmo.
L'Agricoltore sperimentato ec. Lucca, Marescandoli, 1726,
in 8.0
Prima edizione di»questo slimato trattato. Cosimo Trinci fu direttore di agra-
— 330 —
rie faccende, e particolarmente nel territorio di Lucca ; i suoi precetti sono
tutti appoggiati alla pratica, e precisamente toscana, onde la massima parte
de'suoi insegnamenti sono ottimi : tuttavia, siccome chi ha soltanto cogni-
zioni pratiche disprezza non di rado ogni teoria, e pretende come certe an-
che alcune cose delle più contrarie alla sana fìsica, così da questo difetto
non andò esente il Trinci. Un altro difetto di questo trattato è il cattivo
metodo tenuto nel distribuire le materie, e la poco esatta definizione intorno
alla natura dei terreni. Nondimeno fu molto stimato per quei tempi,- Zeffi-
rino Re lo giudicò l'unico trattato da potersi mettere tra le mani della classe
meno colta degli agronomi. Altre edizioni sono quelle di Roveredo, \1ZZ,
jn go — di Lucca Benedirli, 1789, in 8.° — Napoli, 1764, in 8.° — Lucca,
Rocchi, \111, in 8.° — Venezia, 1778, voi. 2. in 16.° Quest'ultima sarebbe
la migliore, perchè contiene molte importanti aggiunte : ma non si volle le-
vare quanto serve a mantenere tuttavia in credito gli antichi pregiudizi: ha
il titolo : Nuovo Trattato di Agricoltura ec.
- — Trattato della stima dei Beni stabili per istruzione e
uso degli Estimatori. Firenze, Aìbizzini, 1755, in 8.°
Prima edizione di questo trattato, che fu poi riprodotto in altre dizioni
dello Agricoltore sperimentato.
Trinci C!aii. Frasiccico.
Elogio funebre di M. Angelo Maria Gilardoni. Pistoia, Bra-
cali, 1885, in 8.o
— Parole al popolo nella solenne processione di Gesù Cro-
cifisso fatta dalla Ven. Confraternita di S. Ansano. Pistoia,
Bracali, 1836, in 8.°
. — Parole al Popolo nella solenne processione di Gesù Morto
fatta dalla Ven. Arciconfraternita della Misericordia l'anno
1839, in 8.o
Fan seguito al Discorso alcune rime di vari autori raccolte per quella oc-
casione.
~ Discorso detto sulla salma del P, P. Contrucci.
Sta nell'opuscolo intitolato Nelle funebri onoranze rese in Pistoia al Prof. P.
Contrucci ce. Pistoia, 18S9, in 8.°
T riseci Bartolomeo,
Memoria sopra il Diabete. Pistoia, Manfredini, 1814, in 8.°
Trinci Bartolomeo.
Trattato di Economìa sociale. Firenze, Barbèra, Bianchi e
Comp. 1868, in 8.°
— 331 —
Vanffiicci p, Torello.
Parole in lode del Prof. Giuseppe Arcangioli dette dal P.
T. V. nella chiesa di S. Ippolita ec. Pistoia, Tip. Gino, 1866,
in I6.0
— Nella solenne processione di Gesù Crocifisso fatta in
Pistoia il Venerdì Santo nell'anno 1860 ec. Allocuzione.
Pistoia, Tip. Cino, 1860, in 8.°
— ■ Una visita al Convento delle Suore Stimatine al Por-
tico fuori di Firenze, Racconto. Pistoia, Tip. Cino, 1868,
in 12.o
Vauuìeb! Vinceiszo.
Rime.
Sono due sonetti, e si contengono nel codice della Forteguerriana se-
gnato 175, col titolo Rime di diversi.
Vannozzi Bonifazio.
Delle lettere miscellanee del Sig. Bonifatio Vannozzi I. C.
pistoiese, et protonotario apostolico ec. nelle quali sono let-
tere di complimento, di congratulazione, di condoglianza ec.
insieme con le lettere di attioni importantissime nella le-
gatione di Mons. Illus. Gaetano legato a latere di N. S. in
Polonia. In Venezia, 1606, appresso Gio. Batta Ciotti, vo-
lume 1.° In Roma, appresso Pietro Manelfi, 1608, voi. 2.°
In Bologna, 1617, presso Bartolomeo Cochi, voi. 3.° in 4.°
Nella Fabroniana ovvi ms. una lettera con questo titolo: « Lettera di F. R.
scritta al Sig. Francesco Torricelli Can. Reg. Later. sopra il primo volume
delle Lettere Miscellanee di Bonifazio Vannozzi ». È di mano dello stesso
Vannozzi, ma ignoro se esista a stampa.
Di altri suoi scritti, non mai pubblicati però, ci da notizia l'autore in que-
ste sue lettere, e precisamente alle pag. 178 e 603 del voi. 2, e 574 de!
voi. o.
— Della Suppellettile degli Avvertimenti politici, morali et
christiani del Sig. Bonifatio Vannozzi dottor pistoiese et
protonotario apostolico ec. In Bologna, appresso gli Heredi
di Giovanni Rossi, 1609, voi. 1.° -- Ivi, per gli stessi, 1610,
voi. 2.° Ivi, por gli stessi, 1613, voi. 3,° in 4.°
— 332 —
— Rime.
Si conservano manoscritte nella Forleguerriana nel Cod. Rime di diversi se-
gnato 175, car. 179 e seg. Sono quattordici sonetti.
Vaiimieci Atto.
Le Metamorfosi di Ovidio Nasone espurgate e corredate di
note italiane. Prato, Tip. Alberghetti, 1840, in 12° voi. 2.
Fanno parte della Biblioteca dei Classici Latini con commenti italiani per uso
delle Scuole, e sono precedute da un discorso sulla vita e sulle opere di
Ovidio, che fu stampato anche a parte.
— Le Favole di Fedro, con note italiane. Prato. Tip. Al-
dina, 1841, in 16.o
Sono precedute da un discorso sulla Favola e sui Favolisti, e fanno parte
anche queste della Biblioteca dei Classici Latini. Sono state ristampate più
volte con notabili miglioramenti.
— Memoria della Vita e degli scritti di Giuseppe Mon-
tani. Capolago, 1843, in 8.°
È anonima.
— Tre narrazioni del sacco di Prato del 1512 pubblicate
con notizie preliminari e note illustrative da Atto Vannucci,
Nell'Archivio Storico Italiano, tom. I, pag. 229, e 253.
— Storia dell'Italia antica. Firenze, 1851-1855, voi. 4, in 8.°
• — La stessa, seconda edizione con correzioni ed aggiunte.
Firenze, Le Monnier, 1863-64, voi. 4, in 16.°
■ — La stessa. Milano, Tip. Lombarda, già Salvi, 1873, in 8.°
Terza ed. interamente rifatta, e perciò da preferirsi alle altre. È attual-
mente in corso di pubblicazione.
— Studi storici e morali sulla letteratura latina. Torino,
presso la Società Editrice, 1854, in 16.°
Quest'opera è dedicata al Cav. Francesco Franchini già Ministro della Pub-
blica istruzione in Toscana.
— La stessa. Firenze, Le Monnier, 1862, in 16.°
— Discorso intorno alla vita e alle opere di Donato Gian-
notti.
Sta innanzi alle opere politiche del Giannotti. Firenze, Le Monnier, 1880,
in 16.°
- 333 —
— Cenni biografici di vari.
Nella Biografìa degli illustri italiani edita da Emilio De Tipaldo, tomi i, b, 6, Ìt
— Ricordi della vita e delle opere di G. B. Niccolini. Fi-
renze Le Monniei, 1866* voi. 2, In 16.°
— I Martiri della libertà italiana, Milano, 1872, in 16.°
Venturini Valentino.
Lettera di agricoltura in risposta ad N. N. nella quale si
da ragguaglio dei mezzi praticati per rendere più frutti-
fero in tutti i suoi prodotti un podere del territorio di Lam-
porecchio. Pistoia, nella stamp. di Atto Bracali, in 8.° gr.
È anonima. L'autore nato in Lamporecchio fu medico di molta abilità, e mem-
bro dell'accademia dei Georgofili.
Vessillini Filippo.
Philippi Vezillini ad Rev. D. Antonium Puccium Antisti-
tem Pistor. de Calamitatibus suae patriae narratio histo-
rica.
Ms. nella Bibliot. Marucelliana di Firenze, scaff. C, cod. 64. Il Codice è au*<
tografo, ed appartiene al finire del secolo XV. La dedica principia « Cum
sepenumero Rev. Antoni antistis celeberrime » e finisce « Propter bella ci-
vilia in excidium precipitari iniqua fata permiserunt. » La narrazione storica
poi comincia : « Igitur defuncto D. Io. Andrea D. Gregorii Hospitalarioec, »
e finisce : « sapientissimo ilio veteri Laurentio Medice florentiuorum impe-
rium Consilio ec. » Evvi poi in fine nn' Oratio deploratoria habita in Repu-
blica ad Senatores pislorienses. Narra il Zaccaria che il Lami voleva pubbli-
carla, ciò che poi non fece.
Vezzi Girolamo,
Rime.
Manoscritte nelle Biblioteca Forteguerri.. Nel codice 175 si contengono cin-
que eanzoni, una in morte della principessa di Massa; altra in morte della
Duchessa Eleonora di Firenze, del Card. Giovanni, e di Don Garzia de'Me-
dici ; la terza in lode del Grand, di Toscana; le due ultime in occasione
delle discordie di Genova. Lo stesso codice contiene inoltre quattro sonetti.
Vezzi Pier Antonio.
In funere D. Francisci Medicis, carmina.
Stanno a pag. 9 e seguenti della raccolta col titolo Urbis pistoricnsis Mono-
dia* Funerale*, Florcntiae, 16 U, in 8.°
— 334 —
— Canzone nelle esequie di Don Francesco Medici.
Nella medesima raccolta pag. 46.
■ — Sonetto al Molto Rev. Pietro Narducci.
Nella medesima raccolta, pag. 4£. Il P. Narducci, Min. Conventuale, fu il rac
coglitore delle rime.
— Rime inedite.
Si conservano manoscritte nella Biblioteca Forteguerri nei codici segnati 103,
e i7b.
Vezzo (Bel) Filippo.
Rime.
Manoscritte nella Biblioteca Forteguerri, nel cod. intitolato Scelta di Rime
di diversi, segnato 175.
Vezzo (del) Girolamo.
Due lettere curiose e facete del Guarnaschello. Livorno,
co'tipi di Francesco Vigo, 1872, in 8.°
Pag. VIII-8 e una carta bianca in fine. Queste due curiose lettere si pub^
blicarono dal Sig. Giovanni Papanti di Livorno, appassionato raccoglitore di
novelle, in occasione delle nozze dell'avv. Ippolito Isola, colla Signora Ro-
setta Ruschi-Ivani. In esse si raccontano alcune facezie o burle, e novel-
lette, e sono scritte in stile molto vivace e spigliato. Furono tratte dal car-
teggio del duca Cosimo dei Medici (filza 378) che si conserva nell'Archivio
di stato di Firenze, per cura di Gaetano Milanesi, che le accompagnò al
Papanti con una erudita prefazione, nella quale dà qualche notizia dell'au-
tore, che egli congettura per sicuri indizi fosse Girolamo Del Vezzo pisto-
iese, nascosto sotto il pseudonimo di Giannantonio Guarnaschello da Cer-
reto, mentre nel 1546 se ne stava in Bologna agente segreto del Duca Co-
simo De Medici.
Villani Niccolò.
Epitalamium in nuptiis Antonii Burghesii et Cammillae
Ursinae Priocipum Sulmonae. Viterbi, 16.21, in 8.°
— De laudibus Gregorii XV Pontif. per maximi Carmen,
Viterbii, ex typog. Petri et Aug. de Discipulis, 1621, in 4.°
Di car. 8. senza numerare.
— Ad Nieolaum Ludovisum Venusii principem Isabellae
Gesualdae Sponsae Epistola.
Sta nel libro Epistolae ad Nieolaum Ludovisum ec. Romae, Zannetti, 1625,
in 80 ed è sotto il pseudonimo Victorii Rustici.
— 335 —
— Ad bonam frugem. Venetiis, Pinelli, 1629, in 4.°
Sono poesie latine.
— L'Uccellatura di Vincenzo Forese all'occhiale del Ca-
valier Tomaso Stigliani contro l'Adone del Cav. Giamba-
tista Marini e alla difesa di Girolamo Aleandro. In Vene-
tia, 1630, appresso Antonio Pinelli, in 12.°
Pag. 483. Il Villani occultò il suo nome, forse perchè era sempre vivente
lo Stigliani. Del resto ai letterati sono abbastanza note le dispute suscitate
dalla troppo spigliata musa del Marino.
— Poesie sopra Venezia. Venezia, Pinelli, 1631, in 4.°
— Considerazioni di Messer Fagiano sopra la seconda parte
dell'occhiale del Cavaliere Stigliano contro allo Adone del
Cavai ier Marino, e sopra la seconda difesa di Girolamo
Aleandro. In Venetia, 1631, per Giampietro Pinelli, in 12.°
Pag. 752, compreso il frontespizio, più e. due in fine contenenti l'errata
non numerate.
— Canzone alla Santità di N. S. Urbano Vili. In Venezia,
per Gio. Batta Pinelli, 1632, in 4.°
■ — Ragionamento dell'Accademico Aideano sopra la poesia
giocosa de'Greci e dei latini e de1 Toscani con alcune poe-
sie piacevoli del medesimo autore. In Venetia, per Gian-
piero Pinelli. 1634, in 4.°
Sotto il pseudonimo dell'Accademico Aideano si nasconde il nostro Niccolò
Villani. Questi tratta in questo suo lavoro non solo delle poesie ridicole e
scurrili dei Greci e dei Latini, ma scorre per tutti i dialetti volgari d'Ita-
lia, con annoverare moltissimi componimenti in ciascun di loro dettati. A chi
legge quest'opera, dice il Fontanini, spiace la brevità del discorso, eia lun-
ghezza dei capitoli annessi. Il Villani prese occasione di scrivere questo
suo ragionamento dall' Eneide travestita di Giamm. Lalli. Il nome di Aideano,
proprio dell' Accademia degli Umoristi , nella quale il Villani recitò que-
sto discorso vuol dire in greco cresciuto pel caldo del sole, come i ve-
getabili.
— Ottave per la partenza da Roma per la Sabina del Car-
dinale Barberini. Venezia, Pinelli, 1635, in 4.°
— Della Fiorenza difesa, poema eroico ec. Canti diece. In
Roma, appresso Antonio Landini, 1641, in 4.°
Raro. Pag. 437 e carte 8 in principio non numerate, compresa l'antiporta
- 336 —
stampala e il frontespizio inciso in rame, ed una carta in fine contenente
l'errata. Questo lavoro rimasto imperfetto per la morte dell'autore, fu pub-
blicato da Onofrio Villani suo nipote, che lo dedicò al Card. Francesco Bar-
berini. Lo stampatore poi ncll' avviso al lettore così ne parla. « Portò
l'autore la fatica del poema insino al decimo canto dove gli convenne ter-
minarlo col termine della sua vita, senza potere ne pur a questa parte che
ce ne lasciò, dare, come apparecchiava, l'ultima mano. Si pubblica nientedi-
meno, in tale stato, come opera di segnalato ingegno, e sparsa per entro di
molta dottrina e di erudizione non volgare ». Ma forse era meglio lasciarla
inedita, che avrebbesi così, a giudizio dei dotti, giovato di più alla fama
dell'autore.
— Nos canimus surdis. Senza luogo e anno, in 4°
È una satira violentissima V. Civelli, Bib. Voi. tomo IH. pag. 456.
— Rime.
Nella Biblioteca Nazionale di Firenze , (Palat.) in un codice di rime se-=
gnato CCLX, insieme ad altre rime di Vincenzo Bellini ed altri.
Visconti Sion*. Giovanni.
Eglogae tres et epigrammata ad Illustriss. et Excell. Prin-
cipem D. Carolum Medicem. Florentiae, 1613, apud Iun-
ctas, in 4.°
— Cominentarius in prirnum librum Institution. Iustiniani
Imp. Venetiis, apud Io. B. Corabi, 1619, in 4.°
Pag. 214, più car. A in principio, ed una in fine, bianca, non num. È dedi-
cata al Card. Carlo De Medici, ed è preceduta da una breve notizia di Giu-
stiniano. Al Commentario fa seguito altra operetta dello stesso autore col ti-
tolo : Institutio Legalium quaestionum disponendarum qua facile termine $upposita
et puncta innotescunt ec.
~ Orazione recitata al Capitolo generale della religione
dei Cavalieri di S. Stefano P. e M. in Firenze il mese di
Febbraio 1620 ec. In Firenze, 1626, per Geronimo Cec-
concelli, in 4.°
— Rime.
Stanno nel libro Raccolta delle Poesie toscane e latine di nobilissimi ingegni
in lode di S. Stefano ec. Pisa, i619.
— In Ser. Ferdinandi Mag. Etrur. Ducis feliciter exactam
infantiam, Panegyris Ioan. Visconti Acad. Disuniti Cogno-
mento Aggirati. Pisis, apud Io. Fontanam, 1623, in 4.»
— 337 —
— Isagoge, sive introductio in MI libros Institutionum Iti-
stin. Imp. Pistoni, apud Ant. Fortunatuno, 1633, in 12:°
— Regole della vita ragionevole e tranquilla per intro-
dursi alla cristiana perfezione con facilità ec. In Pistoia,
1646, in 12.o
— Affetti Unitivi e di ringraziamento per la SS. Comu-
nione. In Firenze, per il Massi e Landi, 1641, in 12.°
Ristampata in Firenze, 1651, in 12° : — in Macerata, 1674, in 12°: — ivi,
1685, in 52.o
— I Progressi dell'Amor Divino ec. Pistoia, Fortunati, 1652,
in 4.°
Ed. postuma, fatta da Benedetto Fabbroni. « Son questi i primi sbozzi usciti
dalla penna dell'autore, in molti luoghi monchi et imperfetti. » Questo av-
vertimento del Fabroni che leggesi nell'avviso al lettore, mi pare che possa,
oltreché a molti altri lavori del Visconti, riferirsi anco a questo.
— Lettere Spirituali, con alcuni avvisi e ordini di devo-
zione per istruzione de'Monasteri di suo governo. In Bolo-
gna, per gli eredi del Dozza, 1653, in 4.°
Ed. postuma anche questa, curata da Benedetto Fabroni, che vi premise una
breve notizia dell'autore. Si ristamparono, con correzioni ed aggiunte in Bo-
logna e in Firenze (ma Firenze), pei Guiducci e Franchi, 1716, in 4°: e se ne
fece anche una scelta per cura di Giovanni Forti e stampata in Bologna, e
di nuovo in Macerata, 1673, in 16.°
— Nuova pratica della presenza ad amor di Dio. Bologna,
1651, in 16.o
— Meditazioni per tutto l' anno sopra la vita e passione
di Gesù e Maria. In Pistoia, per il Fortunati, 1658, in 8.°
Questa operetta fu pubblicata dopo la morte dell'autore da Suor Maria Vin-
cenza Chiarenzi monaca di S. Benedetto e dalla stessa dedicata alle Monache
del Convento di S. Maria degli Angioli.
— La luce del Divino Amore, Consolazione per le anime
d'ogni stato. In Roma, per gli eredi Manelfi (senz'anno)
in 12.o
Di altri scritti del Visconti, per la più parte incompleti, fa menzione il più
volte citato P. Zaccaria nella Bibliot. Pistoriens.
Viti Niccolò.
Paradoxa in Peripateticam Pbisiologiam proposita a Nico-
Capponi, Bìbliogr. Pist. 22
— 338 —
lao Vito, ec. et cum Patavii, tum Pistoni, per aliquot dies
disputentur. Patavii, apud Laurentium Pasqualium, 1583,
in 4.°
Vitoni Bernardino.
Istituzioni anatomiche.
Sono manoscritte nella Bibliot. Forteguerri, in due copie che formano i
cod. 128, e 134-. Furono dettate dall'autore nella Scuola Medico-Chirurgica
dello Spedale del Ceppo negli Anni 1740-1741.
— Memorie per la Storia degli Spedali di Pistoia.
Manoscritte nella med. Bibliot. eod. 137. Sono più che altro bozze di me-
morie, e riguardano specialmente gli antichi spedali o ospizi, ora soppressi,
e dei quali tanto abbondava la città e il territorio di Pistoia. L'autore aveva
preso a raccogliere queste memorie dietro richiesta di un certo D. Castello,
medico ebreo, che si era proposto di pubblicare una storia degli Spedali della
Toscana.
~ Il Forestiere istruito in Pistoia.
Ms. nella medesima Biblioteca. È autografo, di pag. 132 comprese carte otto
in fine bianche. Di quest'opera così scriveva il Vitoni al Canon. Moreni il
quale lo aveva richiesto di notizie sugli storici pistoiesi quando prese a com-
pilare la sua Bibliografia Storica della Toscana. « È questo un lavoro da me
composto ne' miei anni giovanili, e che voleva aver pubblicato, se la rivo-
luzione ricciana non mi avesse imbrogliato. » (V. Vitoni, Lettere ms. nella
Forteg.)
-— Memoria sulla Zecca di Pistoia.
Ms. nella Forteg. insieme ad altri studi sullo stesso argomento. Il Viani nella
sua operetta sulla Zecca di Pistoia ricorda una Memoria del Vitoni a quella
relativa : forse è questa la memoria suddetta ricordata dal Viani. Altri scritti
di minore importanza si conservano nella Forteguerriana, che noi andremo
accennando brevemente : Intorno al luogo preciso ove accadde la battaglia di
Catilina sulla montagna di Pistoia: — Intorno al passaggio di Annibale per
la montagna pistoiese : — Memorie relative alle antiche strade della mon-
tagna pistoiese : — Riflessioni sopra le acque delle fonti da servire alla città
di Pistoia : — Memorie diverse intorno al progetto di condurre in Pistoia
l'acqua potabile: — Memorie riguardanti la vita di S. Atto: — Ricordi re-
latiri all'immagine di M. SS. dell' Umiltà : — Notizia di un anello segnatore
« Anulus signatorius » : — Descrizione di una moneta di Roberto Re di Na-
poli: — Lettere.
VivarellilBomenico.
Breve Compendio delle grazie e indulgenze da molti Pon-
— 339 —
tefici concesse alla compagnia de'Centuriati. Pistoia, 1634^
in 8.0
Zenone da Pistoia.
Pietosa fonte, poema in morte di Messer Francesco Pe-
trarca, composto nel 1374. In Firenze, 1743, nella stam-
peria della SS. Annunziata, in 8.°
Ed. di pag. XXXII-LXXXXII. Questo poema fu pubblicato dal celebre Lami;
che l'illustrò con una erudita prefazione, con note, varianti, e con un glos-
sario di voci antiche. Egli condusse questa edizione sopra due codici, uno
raeinbr. del secolo XV posseduto da Mons. Giuseppe Luigi Esperti di Mol-
fetta, ed un altro codice cart. della Riccardiana di Firenze ; ma non conservò
peraltro l'antica e scorretta ortografìa, ma la ridusse alla maniera bella e ca-
stigata dell'età nostra. Il poema, che non è in latino, come per errore scrisse
il Salvi, si compone di XIII capitoli, in terza rima. Il poeta finge di vedere
gli onori fatti al Petrarca dopo morto nel concilio degli Dei, e con questa
occasione tocca anche molti punti di storia sì letteraria che civile : ma ta-
lora poeticamente confonde il favoloso col vero, e il sacro col profano, e
coll'croico, come bene osservano il Quadrio e il Tiraboschi; e si mostra ben
lontano dall'eleganza di colui del quale piange la morte.
— La stessa, messa novellamente in luce con giunte e cor-
rezioni di Francesco Zambrini. Bologna, Romagnoli, 1874,
in 16.°
Edizione condotta su quella precedente del Lami, meno nella interpunzione
e nella ortografia, che sono corrette in varii luoghi. Oltre le memorie del
Petrarca scritte da lui stesso, il chiariss. editore vi ha aggiunto alcune va-
rianti al poema, le quali sono registrate in fine del volume, tolte da un cod.
della Magliabechiana, rimasto sconosciuto al Lami ; ma potevasi però far molto
di più onde togliere quella rozzezza e quell'oscurità che deturpano in molti
luoghi quest'antico poema; difetti che forse non tutti debbono ascriversi al-
l'autore.
BIBLIOGRAFIA PISTOIESE
PARTE SECONDA
Contenente quelle opere, che sebbene non appartenenti
ad autori pistoiesi, possono consultarsi per la storia
civile, ecclesiastica, letteraria e scientifica di questa
città.
Adunanza tenuta dagli Arcadi per la coronazione della
celebre pastorella Corilla Olimpica. In Roma, 1775, dalla
Stamp. Salomoni, in 4.°
Assai bella edizione, con ritratto in principio, ed un'antiporta in rame dopo
la pag. 52. Sotto il nome di Corilia Olìmpica si distingueva in Arcadia Maria
Maddalena Morelli Fcrnandez pistoiese celebre improvvisatrice. Oltre il rag-
guaglio dell'esperimento del genio drammatico di lei, fatto prima dell'inco-
ronazione, contiene questa raccolta molte rime d'arcadi, scritte in varie lin-
gue, in lode della nostra poetessa.
AUogradi Cosimo. Orazione detta nella Chiesa di S. Do-
menico ec.: in occasione della festa quivi solennizzata dal
Sig. Fabio Fioravanti, in rendimento di grazie alla V. M.
per la promozione al cardinalato degli Eminentiss. Giulio
Rospigliosi e Girolamo Bonvisi. In Pistoia, per Pier An-
tonio Fortunati, 1657, in 4.°
Amadei Carlo. Clementi IX Pont. Max. Renuntiato Mi-
scellanea gratulatio. S. L. e a. in 4.°
Amadnzzi «àio. Cristofaro. Lettera sopra la solenne co-
ronazione capitolina di Corilla Olimpica pistoiese.
Trovasi nella Nuova Collezione di Opuscoli Scientifici del P. Calogerà, t. XXXI.
Ammirati Scipione. Historia della Famiglia Cancelliera
di Pistoia descritta dal Sig. Scipione Ammirati nel suo li-
bro delle nobil famiglie di Toscana, et in questa forma
ristampata ad istanza del Sig. Teodoro Cancellieri, di Pi-
stoia. In Firenze, 1622, per Pietro Cecconcelli, in 4.°
Pagg. 52 comprese le tre prime carie non num. con albero genealogico in
— 344 —
gran foglio. Altre edizioni sono quelle di Firenze e in Pistoia, (ma Pi-
stoia) per Pier Antonio Fortunati, 1627, in 4°, — e in Firenze, appresso i
Bizzardi, 1622, in l.° Oltre la storia della famiglia Cancellieri, l'Ammirato
erasi pur proposto di scrivere quella della Casa Panciatichi, ma lo trattenne
dal dar l'ultima mano al lavoro la difficoltà di mettere insieme l'albero ge-
nealogico.
— L' Albero et istoria della famiglia de' Conti Guidi con
le giunte di Scipione Ammirato il giovane. Firenze, Mas-
si, 1650, in fol. grande.
Questa è la seconda edizione ; la prima era stata fatta dal medesimo Massi
nel 1640. Cito la presente perchè contiene le aggiunte di Scipione Ammi-
rato il giovane, ossia di Cristoforo Bianchi da Montaione, al quale Scipione
Ammirato il vecchio lasciò morendo, oltre le sostanze, anche il proprio co-
gnome.
Atti della solenne coronazione fatta in Campidoglio del-
l'insigne poetessa D. Maria Maddalena Morelli Fernandez
pist. tra gli arcadi Corilla Olimpica. In Parma, nella stamp.
Bodoniana, 1772, in 8.0
Baldassarri P. Antonio. Vita di Alessandro Marchetti
filosofo e matematico dell'Univ. di Pisa.
È ricordata, come ms. da Francesco Marchetti nella sua Risposta apologetica
contro dio. Battista Nelli. L'autore è di Recanati.
Beccadeìli Moas. Lodovico. Vita di Cosimo Gheri Ve-
scovo di Fano.
Sta a pag. 175 dell'opera Monumenti di Varia Letteratura tratti dai ms. di
Mons. L. Beccadelli. Bologna, 1797, in i.°
Berti P. Gio. Pietro. Delle lodi della città di Pistoia,
orazione recitata nel Duomo di detta città ec. In Perugia,
1725, per il Costantini, in 4.°
Raro. Il Berti non è pistoiese, ma di Seravezza; visse però molto tempo
nella nostra città.
Bianchini Giuseppe Maria. Orazione in applauso a Mon-
signor Colombino Bassi Vesc. di Pistoia.
È citatata come ms. e senz'altro dal Morcni : né maggiori indicazioni si hanno
nella Bibliografia Pratese dell'egregio Sig. Cesare Guasti.
Biauciardl Stanislao. Cesare Scartabelli, o il Maestro
autorevole, discorso ec. Firenze, Le Monnier, 1857, in 8.°
— 348 —
Biondi laiigi. Intorno ad una Satira di Cino da Pistoia.
Nel Giornale Arcadico, a. 1822.
Biscioni Cane. Ant. Ilaria. Storia Genealogica della fa-
miglia Fanciatichi nobile pistoiese.
Ms. in Firenze in casa Panciatichi-Ximenes d'Aragona. Fu scritta nel 1738,
ed è divisa in 8. libri.
Bresciani. Applausi delle muse consecrati alla S. di N. S.
Clemente IX, per la sua esaltazione al pontificato. In Roma,
De Falco, 1667, in 4.°
Bnsatti Fr. Tommaso. Panegirici di S. Zenone e di
S. Atto, uno protettore, l'altro Vescovo di Pistoia ec. Lucca,
Ciuffetti, 1720, in 4°
Capali! Gio. b. Plausus Festivi in electione Io. Marchetti
Patricii Pistor. ad Episcopatum Arretinum, Carmen. Arretii,
tipis.L. Loreti, MDCXCXII (sic), ma 1692, in 4.°
Consolo Se»; Sui corpuscoli nervosi di Pacini. Memoria.
NeWlngrassia di Palermo, a. 1846.
Oontucci contacelo. Oratio in funere Io. B. Card. To-
lomaei. Romae, (1726), ex typog. Hieronymi Mainardi,in 8.°
Fu riprodotta pure dal Zaccaria nella Bibliot. Pistoriens.
Costa Lodovico. Lettera a Giorgio Viani intorno alla
Zecca e alle Monete di Pistoia. Torino, 1814, in 8.°
Ed. di 40 esemplari, e perciò divenuta assai rara. Alle censure fatte dal Costa
all'opera del Viani rispose ampiamente il Ciampi nel suo scritto Notizie della
vita letteraria e degli scritti di Giorgio Viani ec. Firenze, Ciardetti, 1817.
Corbelli Giuliano. Delle azioni del Card. Niccolò For-
teguerri, Lettera.
Nella Bibliot. Pistoriens. del P. Zaccaria.
Benonvilliers. Note sur les corpuscles gangliformes con-
nus sous le nom de corpuscles de Pacini.
Sta negli Archives d' Anotomie generale par Mandi, Paris, 1863. In questa
memoria si sostiene come la priorità dell' invenzione di tali corpuscoli
debbasi attribuire a Camus, Annral e Lacroix .
Diedo Antonio. Necrologia di Teodoro Matteini pistoiese.
Trovasi nei Discorsi per VAcc. Veneta delle Bell. Ar. per l'a. 1831. Ven. 1831, in 8.°
— 343 —
Durazzo Gian Frane. Raccolta delle virtù del P. Gian
Pietro Pinamonti. Roma, De Rossi, 1709, in 8.°
Fu ristampata in Bologna, per Costantino Pisarri, 4719, in 12.° In questa
edizione l'opera fu notabilmente accresciuta. Venne poi riprodotta innanzi
alle varie edizioni di tutte le opere del Pinamonti, da noi ricordate nella
parte prima.
Elogi d'illustri italiani. Pisa, 1786-1789, voi. 2, in 8.°
Il voi. primo contiene l'Elogio di Mons. Michelangiolo Giacomelli.
Fabroni Angiolo. Vitae italorum. Pisis, Ginessius. 1778-
1789, voi. 14, in 8.°
Nel voi. II si contengono le vite di Clem. IX, e di Alessandro Marchetti ; nel
voi IX quella di Mons. Niccolò Forteguerri, l'autore del Ricciardetto.
Fontanini Giusto. Vita di Scipione Carteromaco.
Nel tom. XX, pag. 278 e seg. del Giornale dei Letterati d'Italia, e quindi,
con aggiunte nel tom. XXVI dello stesso giornale. Fu poi riprodotta dal Zac-
caria nella sua Bibliot. Pistor. pag. 248.
Frediana p. Francesco. Ricordi per servire alla vita
del P. Evangelista Marcellino.
Stanno nell'opera Prose e Rime del P. Francesco Frediani, Prato, Guasti, 1855,
pag. 83-158.
Camtarrinà Eugenio. Storia Genealogica delle famiglie
nobili toscane. Firenze, 1668 e 1671, voi. 2, in fogl.
Vi è la storia genealogica delle famiglie Baldinotti e Dondori, e vi si ricor-
dano anche varie altre famiglie della nostra città.
Guarini m. Sui nuovi Organi scoperti nel corpo umano
da Filippo Pacini. Relazione.
Sta rteg'i Annali Universali di Medicina di Milano, a. 1841, voi. 97. Questo
dutto scienziato fu il primo in Italia a confermare la scoperta del nastro
coneittadino.
Guasti Cesare. Della vita e degli scritti del Prof. Pietro
Petrini, memorie, ec.
Stanno nel libretto che ha per titolo « Due relazioni del Prof. Pietro Pe-
trini intorno a un sistema di serre su i fiumi del territorio pistoiese ec. Pi-
sloia, 1844, in 8.° Rivedute e ampliate nella parte bibliografica, furono poi
ristampate innanzi ai Discorsi del Petrini sulla pittura degli antichi pubbli-
cati di nuovo in Firenze dai Successori Le Monnier nel 1875.
Henle e A. Koelliker. Ueber die Pacinischen Koerper-
— 344 —
chen an den Nerven des Menschen und der Saugethiere.
Zurich. 1844, in 4.°
Con molte figuro. Questi due illustri anatomici seguono I' opinione del Pa-
cini che credè questi nuovi corpuscoli sieno organi destinati ai fenomeni del
magnetismo animale. Degli stessi autori si ha un articolo in proposito anche
nel Muller' s Archiv* a. 1845.
iiitta Conte Pompeo. Genealogia della Famiglia Sini-
buldi di Pistoia.
Trovasi nella grande opera del Litta Famiglie Celebri d'Italia, ed è illustrata
con due tavole contenenti il ritratto di M. Gino, e il Monumento erettogli
nella cattedrale di Pistoia.
liuccfresini Cesare Lorenzo. Principe iride coronatus
sive in iridem quae prope Vaticanum efftilsit faustissima die
qua S. D. N. Clemens IX pont. max. coronatus est, Car-
men. Komae, Tinassi, 1667, in 4.°
Luci Gregorio. Relazione della visita delle montagne
della Iurisdizione di Pistoia fatta di Luglio e Agosto 1711
d'ordine di S. A. S. ec. In Firenze, 1711, per Pietro Ma-
tini in fogl.
Macello P. Ctfo. Frane. Panegiricus S. D. N. Clementis
Papae IX. Patavii 1669, in 8.°
Hanetti Giannozzo. Chronicon pistoriens. a condita urbe
usque ad annum 1446, nunc primum prod. e ms. cod. fior.
a Lud. Ant. Muratorio.
Questa storia si conservò già nell'archivio del nostro Comune, ma poi andò
dispersa. Il Dondori dice che a' suoi tempi era nella Biblioteca del Duca d'Ur-
bino, e credo sia questo il Codice che ora si conserva nella Magliabechiana
di Firenze. Il Chiar. Muratori ce ne diede un saggio nel tomo XIX della
sua opera Rerum Italie. Scriptores con una breve prefazione latina. Il Ma-
netti fu podestà di Pistoia nel 1446, e non già Capitano come affermò il Salvi:
egli stesso ce lo fa sapere verso la fine del terzo libro « Tandem septennio
postea, hoc est quadrigesimo sexto supra millesimum quadringentcsimurn Chri-
stianae Salutis anno factum est ut ego ad gubernationem et custodiam pi-
storiensium forte delectus illius provinciae Praeseos proficiscerer ». Sap-
piamo poi che in tale ufficio si diportò con tanta soddisfazione dei pistoiesi,
che procurarono, benché inutilmente, gli fosse per altri sei mesi confer-
mato.
Marchese ff». Vincenzo. Memorie degli Artisti Domeni-
cani. Genova, Tip. della Gioventù. 1869. in 8.° voi. 2. Se-
conda edizione.
Vi si trovano ampie notizie di Fra Paolino da Pistoia Domenicano, celebre
scolaro di Fra Bartolomeo della Porta. Di Fra Paolino da Pistoia vedasi an-
che l'opera « Hinrich F. 0. Die bcrùhmtesten Maler de? italienischen schule.
Berlin, 1854, in 8.°
Alayer e. Die Pacinischen Korperchen : eìne pliysiolo-
giche AbLaodlung. Bonn. 1844, in 8.°
iiieiuis Ali. Lorenzo. Vita Benedicti Colucci Pistoriensis.
Sta innanzi all'opera dello stesso Colucci De Discordiis Florentinorum, Fior
1747, in 8.o
micheli Pier Antonio. Relazione di un Viaggio fatto
nell'estate dell'Anno 1734 per le Montagne di Pistoia,
Neil' opera del Sig. Targioni Tozzetti Relazioni di alcuni viaggi in diverse parti
della Toscana. Tom. 10, pag. 159, della 2.» ed. Firenze, 1777.
moretti Cammino. Assertio pistoriensis catnedralis Ec-
clesiae contra Collegiatam S. Stephani de Prato, in 4.°
La registrò così il Moreni senz' altra indicazione : io non ho potuto averne
più particolare notizia ; del resto le quistioni tra il Vescovo di Pistoia e il
Capitolo di Prato fino alla metà del secolo XVII furono perpetue.
mortara (»e) Alessandro. Elogio di Carlo Agostino Fa-
broni. Pistoia, Manfredini, 1818, in 8.°
narrazione della Festa de'Fuochi celebrata in Mantova
nell'anno 1667 per V esaltazione al Pontificato della S. di
N. S. Papa Clemente Nono. In Mantova, presso gli Osanna,
s. a (ma 1667) in foglio.
Nella narrazione sono riportate pure varie iscrizioni latine e poesie, fra cui
un coro, fatto in quella occasione.
tferli sions. Francesco. Relazione delle festive dimo-
strazioni fatte in Bologna nella creazione e coronazione della
Santità di N. S. P. Clemente IX ec. dedicate all'Eminentiss.
Card. Carlo Carafa Legato di Bologna da Mons. Francesco
Nerli Vice-legato. In Bologna, Eredi Barbieri, 1667, in f.°
Con lettera dedicatoria al predetto Cardinale Carafa. Alla e. 7 con nuova
antiporta seguono diverse Composizioni italiane e latine fatte in quella oc-
casione, e raccolte dal Nerli suddetto.
Mei «nai Niccolò. Carmem in laudem Rev. P. Fr. Iacobi
— 346 —
de Pistorio Ord. Minor. Reg. Observ. Magni Hetr. Duci Con-
fessarli. Florentiae, 1617, apud Barthol. Semartellium et
fratres, in 4.°
È in lode del P. Iacopo Peri.
Niccoli»! gì©. Battila. Elogio del Cav. Tommaso Puc-
cini.
Nei Monumenti del Giardino Puccini. Pistoia Tip. Cino, 1845. Il Niccolini lesse
quest'elogio all'Accademia nel 1811, e ai 19 di Febbraio del 1844 così
scrisse di esso a Niccolò Puccini : « Non vi è da lodarsi che l'ardire di averlo
recitato in un'adunanza dov'eran tutti i professori, e fra questi poteva essere
qualche spia che mi accusasse ai Francesi, in quel tempo nostri dominatori. »
Nei Monumenti suddetti z\V Elogio fa seguito una nota degli editori, nella
quale si danno più particolari notizie i.itorno alla vita di Tommaso Puccini.
Okciij Emanuel®. Elogio di Fra Niccolò da Pistoia,
Missionario del Secolo XIII.
Ms. nella Accademia di Scienze Lettere ed Arti di Pistoia.
Oldoino p. Agostino, Athenaeum Pistoriense.
Quest' opera, rimasta imperfetta poiché non vi si parla che di 27 scrittori
pistoieri, era una volta nella Biblioteca del Convento dei PP. Gesuiti di
Pistoia. Ora la credo dispersa ; nondimeno V opera non è perduta, che fu
riprodotta per intero dal P. Zaccaria nella Bibliot. Pistor.
Onori dedicati alla memoria di Corilla Olimpica Pistoiese
Firenze, nella Stamp. del Governo Democratico (G. Cam-
biagi) 1800, in 4°
Oltre a vari componimenti poetici fatti in quella funebre congiuntura, con-
densi in questa raccolta un Discorso di Giulio Perino fiorentino in cui si
discorre dei meriti della defunta.
Ottavio Angiolo. Francisci Frosini Archiep. Vita,
Sta nel tomo 2°, pag. 243 dell' opera del P. Mattei — Ecclesiae Pisanae Hi-
storia. L' autore lasciato avendolo imperfetto, fu terminato dal P. Mattei
stesso.
Pappenheim de Breslaw. Nouvelles recherches concer-
nant le mode de terminaison des nerfs dans les corpuscu-
les de Pacini ec.
Sta nei Comptes rendus de V Academie des Sciences de Paris, a. 1846.
Partitila Bartolomeo. Il Nono Clemente, Oda, dedicata
al Sagro ed augustissimo Coìiegio apostolico degli Eminen-
— OH —
tissimi Sigg. Cardinali in Conclave. In Roma, 1670, per
il Bernabò, in 4.°
Passerini Luigi. Genealogia e Storia della Famiglia Pan-
ciatichi. Firenze, M. Cellini e C. 1858, in 8.°
Pellegrini Aw. Lorenzo. Intorno all' illustrazione del
Monumento Robbiano, Ragionam. Analitico dell' Avv. Lorenzo
Pellegrini, Prato 1836, in 8.°
Pelli Giuseppe. Elogio del Card. Niccolò Forteguerri.
Sta negli Elogi degli uomini illustri toscani, Lucca, 1772-74 tom. 2 pag. XXXIX
Avvertesì in nota come abbiano servito di fondamento alle cose accennale
in quest' elogio la vita che di questo Cardinale scrisse Gio. B. Forteguerri
il giovane, e le due lettere al medesimo del Corbelli, il tutto pubblicato
dal P. Zaccaria nella sua Bibliot. Pistor.
Potter (Be). Vie de Scipion De Ricci èvèque de Pistoie
et Prato et reformateur du chatolicisme en Toscane sous le
regne de Leopold, composée sur le manuscript autograpbe
de ce Prelate ec. Bruxelles, H. Tarlier,, 1825, in 8° voi. 3.
■ — La stessa. Ivi, per lo stesso, 1826, voi. 3, in 12.°
Rapin Renato. Ode ad Clementem IX Sum. Pontificem.
Romae, 1667, in 4.°
RaTasini P. Gafenriello. Oratio post General ia Comitia
suae Congregationis babita Pistoni, in qua de Laudibus eiu-
sdem Civitatis. Florehtiae, 1596, Typ. Sermantelli, in 4.°
Ricci jicons. Scipione Memorie di Scipione De Ricci Ve-
scovo di Pistoia e Prato, scritte da lui medesimo e pub-
blicate per cura di A. Gelli. Firenze, Le Monnier 1865,
voi. 2, in 16.°
Ricci Mauro. Ioannis Antonelli e Scholis Piis a Mauro
Ricci narratus. Florentiae, ex off. libraria S. I. Calasantii,
1872, in 8.o
Rinnccini Camillo. Orazione in lode del Sig. Donato
Dell'Antella Senat. fiorentino Prior di Pistoia ec. ec. In Fi-
renze, 1618, per Francesco Pignoni, in 4.°
Salyadori Frane. Maria. In mort^m Francisci Frosini
— 348 —
Patritii Pistoriensis ac Pisarutn Archiepiscopi, Elegia. Pi-
sis, 1734, apud Fr. Dominìcum de Carottis, in 4.°
Setoasta Fr. N ieeforo Agostiniano. Epigrammata in Qbi-
tumD. Hieronymi Rospigliosi Patr.Pistoriens. EquitisS. Ste-
phani ec. Matriti, typis Dominici Gartiae et Morra s, 1648,
in 4° picc»
Carte 6 num. Gli Epigrammi sono 6, seguiti da una iscrizione latina ad tu-
mulum.
Sigismondo Regolo da Sam solverlo. Cordis laerymae
sive sepulcrales inscriptiones in funere Sanctis. D. N. Cle-
mentis Papae IX ec. Florentiae, ex typog\ Sub signo Stel-
lae, 1670, in fog.
Le iscrizioni di questa raccolta sone ii, di cui l'ultima lunghissima, occupa
cinque pagine. Infine evvi nn' elogio dello stesso autore, ed un'ode latina
di Agostino Cortellini.
Silvestri Can. Giuseppe. In Funere adornato A. M. Gi-
lardoni fior, pontif. Pistor. et Pratensium habito Prati in
tempio maximo Kal. iunii anno 1835, in fol.
Recitò 1' Elogio il Can Ferdinando Baldanzi.
Silvestri Can. Giuseppe. Elogium Ioannis Iac. Barto-
lini Sacerd. Sine loco (ma Pistoni, Bracali, 1858), in 4.°
Simonetti Urbano. De Panciaticae Familiae viris, ge-
stis, ac. decoribus, brevis compilatio.
Neil* archivio di casa Panciaticbi Ximenes d' Aragona in Firenze. È scrittura
del secolo XVII, breve, ma succosa ed è dedicata al Card. Bandaio Pancia-
ticbi.
Statistica del Regno d1 Italia, — Biblioteche. Firenze,
Successori Le Monnier, 1865, in 8.° grande.
Vi si trovano alcune notizie storico -statistiche sulle biblioteche Pistoiesi
Fabroniana e Forteguerriapa, ma, al solito, assai inesatte, e con molti errori.
Così non è vero per citarne uno che esista nella Forteguerriana una storia
di Pistoia di un Forteguerri. Anche le altre notizie storiche non sono le
più precise : quanto poi all'ordinamento di questa biblioteca dacché non e
mancato, nò manca chi si fa bello delle altri fatiche, è bene che si sappia
che esso fu eseguito nel modo che attualmente si vede, cioè per materie da
Vittorio Capponi autore di questa Bibliografia, secondo un progetto da lui
ideato, e già dato a stampa.
— 349 —
Stecchi Gio. Lorenzo. Vita di Alessandro Marchetti.
Sta nel tomo 5° pag. 125 delle Vite degli Arcadi. L'istesso Stecchi fece an-
che un ritratto del medesimo Marchettii che si legge nel tomo 5° delle Notizie
Storiche degli Arcadi morti. Roma, 1721.
Stiattesi Andrea. Intorno alla Vita e ai lavori del P.
Gio. Antonelli D. S. P. Cenni di ec. Roma, Tip. delle Scienze
Matemat. e fisiche, 1873, in 4°
Snarez Mons. Giuseppe. Elegia Clementis IX. Romae,
1666, in 4.o
Talenti I». Bl. Crisostomo. Oratio in laudem B. Attho-
nis olim Vallimbrosani (sic.) praesidis ac Pistoriensis Epi-
scopi habita in Coenobio Passinianensi dum sacellum ibi-
dem eius nomine dicatum consecraretur. Florentiae, apud
Ianctas, 1608, in 4.»
Car. 36 di cui 12 in principio e 2 in fine non num. Ha lettera dedicatoria
a Filippo III Re di Spagna, dopo la quale segue un Ode latina al B. Atto
scriita da F. Pancrazio fiorentino dell' ordine de'Vallombrosani.
Anche il Talenti appartenne all' ord. Vallombrosano, ed è originario di San-
ta Sofia.
Targioni Tozzctti "Giovanni. Relazioni di alcuni Viaggi
fatti in diverse parti della Toscana.
I tom. V e VII (dell' ed. di Firenze del 1768-79) contengono il Viaggio nelle
diverse parti del Pistoiese, e vi si riscontrano importanti notizie sulle pro-
duzioni naturali del territorio, come sugli antichi monumenti della città.
Tasso Faustino. Vita dell' Eccellentissimo e antichissi-
mo poeta Cino Sigibuldi da Pistoia.
Sta innanzi alle Rime di Cino pubblicate dal medesimo Tasso. Vcnetia, 1589,
per Gio. Domenico Imberti, in 8.°
Tipaldo (9c) EmfiìSo. Biografìa degli Italiani illustri
nelle Scienze, Lettere e Arti del Secolo XVIII e dei con-
temporanei. Venezia, Tip. di Alvisopoli, 1834-1841, in 8.°
Voi. 8.
In questa pregevole raccolta si contengono le biografìe dei seguenti pisto-
iesi : Francesco Bartolozzi, Giuseppe Cipriani, Bartolomeo Intieri, Teodoro Mat-
teini, Bartolomeo Colti, Agostino Piermei, Gaetano Cenni, Domenico Cini, Mi-
chelangiolo Giacomelli, Antonio Matani, Pagnozzi Giuseppe, Scarfantoni Gio.
Iacopo, Buti Nicolò Felice, Corrieri Leandro, Fini Giovanni, Morelli Maddalena,
Stefani ab. Domenico, Fortegucrri Niccolò.
— 350 —
Todd R. B. The Physiological Anatomy and Phisiology
of Man. London, 1845, in 8.°
Il Cap. XII col titolo Of the pacinian corpuscles of the nerves è dedica'* per
intero ai nuovi organi del Pacini.
Tommaseo Niccolò. Gita nel Pistoiese.
Sta neli' Antologia di Firenze, tomo £8.
— Gio. Antonelli Commemorazione di N. Tommaseo. Fi-
renze, 1872, in 8.°
Torcili© Giovanili di Montevarchi. Cronaca di Casa
Panciatichi.
Manoscritta in casa del March. Panciatichi-Ximenes di Firenze. Lo scrisse
egli nel 1534, quando si trovava agli stipendi dei Panciatichi, onde è fa-
cile immaginarsi con quanta imparzialità ei scrivesse, sebbene di molte cose
ei fosse testimone oculare, e di molte altre fosse assai recente lo ricordanza.
Egli scrisse anche la Genealogia di quella casa, prendenda le mosse soltanto
da chi trovava con bastevoli documenti giustificato.
Tedaidì Gio. battista. Relazione 'della Città di Pistoia,
al Granduca Cosimo.
Ms. in Pistoia nella Forteguerriana seg. 152, e nella Naniana di Venezia,
cod. 89, con molte varianti. Fu da esso fatta nel 1569 mentre era in quella
città Commissario pel Granduca Cosimo. È un curioso documento, scritto con
molta franchezza, e che interessa assai la storia della nostra città per ciò
che riguarda specialmente i costumi di quei tempi. Chi lo pubblicasse non
farebbe opera assai inutile.
Il Moreni ricorda pure un ms. di casa Dondori arricchito di annotazioni e di
aggiunte dal Sen. Giulio del Sen Cosimo Del Caccia Commissario pur esso
di detta Città nel 1659 e negli altri due consecutivi, e del Catal. di coloro
che governarono la città cogli stemmi respettivi. Ignoro ove al presente si
conservi.
viani Giorgio. Della Zecca e delle Monete di Pistoia.
Lettera.
Trovasi in appendice all'opera di Seb. Ciampi Notizie inedite della Sacrestia
Pistoiese de' Belli Arredi ec. Firenze, Molini Landi e Comp. 1810, in 8.°
— La stessa, seconda edizione. Pisa, co'caratteri di Didot,
1813, in 8.o
Elegante edizione con tav. in rame, nella quale vedesi aggiunta una Lettera
di Vincenzo Agostini sullo stesso argomento. Contro le opinioni del Viani
scrisse un' opuscolo Lodovico Costa di Torino, alle censure del quale rispo^
se ampiamente Seb. Ciampi nella sua operetta Notizie della Vita numi$ma-
lica e degli scritti di Giorgio Viani. Firenze, Ciardetti, 1817.
— 351 —
vini Andrea. Versi alla incomparabile iinprovvisatrice
Corilla Olimpica. In fol. senza alcuna nota Tipografica.
v Uman Fulgenzio. Saggio dell'Istoria erbaria delle alpi
di Pistoia, Modena e Lucca con nuove esservazioni botani-
che e mediche esposto in una lettera diretta al Sig. Dot-
tore Antonio Matani. Bologna, Della Volpe, 1773, in 8.°
L' autore, dice il Moreni, dette speranza di fare altri viaggi e pubblicare
una più ampia descrizione delle Montagne di Pistoia relativamente alle piante
che in quelle si osservano, conforme l'avea fatto sperare ancora nella pre-
fazione dell' opera De medicatis herbarum facultatibus.
Vongesco Sebastiano. Cronache del Convento dei PP,
Serviti di Pistoia.
Si conservano ms. nell' Archivio dell' Ospedale del Ceppo. Il Vongesco ap-
partenne all'ordine dei Servi di Maria. Non^è pistoiese, ma fu per molto
tempo priore del Convento di quel!' ordine della nostra città.
Zaccaria P. Francesco Antonio. Bibliotheca Pistorien-
sis a Frane. Ant. Zacharia S. I. descripta, inque duos libros
distributa quorum prior manuscriptos trium praecipuarum-
que pistoriensium Bibliothecarum Codices ; posterior pi-
storienses scriptores complectitur, cum duplici appendice
una veteium, altera recentium utraque ineditorum hacte-
nus praestantiumque monumentorum. Aug. Taurinorum,
1752, ex Typog. Regia, in fol.
Carte i in principio non numerate, pag. 578 ed una carta bianca in fine ;
segue un appendice contenente aggiunte e correzioni con numerazione con-
tinuata fino a pag. 435 nella quale è compresa pure la carta bianca. Le co-
pie contenenti quest' appendice, senza essere rare, sono pero poco comuni.
La illustrazione dei codici .delle nostre biblioteche in forma di lettera era
già stata pubblicata nel tomo XXX pag. 437 della Collezione di opuscoli del
P. Calogerà ; ed altre notizie si trovano pure nelle Dissertazioni di Storia
Ecclesiaiica dello stesso Zaccaria. Le notizie degli scrittori pistoiesi poi sono
riprodotte per la maggior parie dell' Athenaeum Pi$torier,s? del P. Oldoino
gesuita, rimasto sempre inedito. Notisi infine 1' errore del Moreni il quale,
scrive che le molte aggiunte e correzioni che 1' autore fece a quest' opera
le inserì poi in fine dell' altra opera Anecdotorum Medii Aevi.
— Anecdotorun Medii Aevi maximam partem ex Archivis
Pistorionsibus collectio a Frane. Ant. Zacharia Soc Iesu a-
— 352 —
domata. Accedutiti 1. Breve Chronicon rerum ad Historiam
Sacram profanamque spectantium, quae in Anecdotis con-
tinentur. 2. Series Episcoporum Pistoriensium a Ferdinando
Ughellio primum contexta, a Nicolao Coletio denique ali-
quantulum aucta, nunc ab eodem horum Anecdotorum edi-
tore ex his ispis tnonumentis restituta. Augustae Taurino-
rum, 1755. ex Typog. Regia, in fol.
I documenti contenuti in questa raccolta nella massima parte sono tolti da-
gli Archivi di Pistoia ed alla Storia Sacra, e Profana Pistoiese appartengono,
— Excursus luterani per Italiani. Ven. 1754, in 4° , v.l°
(il solo pubblicato.)
II Cap. I di quest'opera riguarda tutto la città di Pistoia di cui illustra
vari monumenti, ed ha questo titolo Pistorium - Ascessus Pistorium, in eaque
urbe commoratio diuturna, Archivia, Bibliotecae, tempia, inscriptiones: occupa
le pag. da la a 8, ed è corredata di due tavole.
— Lettera a Mons. Federigo Alamanni Vesc. di Pistoia
sopra una Iscrizione latina trovata nella Montagna Pi-
stoiese.
Sta nel tomo XLXII degli Opuscoli del P. Calogerà. Questa iscrizione fu tro-
vata nel Castello della Serra Montagna di Pistoia, e fu anche illustrata dal
Cap. Domenico Cini (V. Cini). Fu però da tutti dichiarata falsa, perlìn dallo
stesso Zaccaria, onde non si sa vedere, dice il Lami nelle Novelle Letler. Fior.
anno 1752, perche in questa lettera si metta a impugnare le ragioni che han-
mosso altri a dichiararla falsa.
— De Ms. Codicibus, qui in Bibliotbeca Pistoriensi, ut
aiunt Sapentiae, adsevantur, Epistola ad Hyeronymum La-
gomarsinum.
Sta nel tomo XXX pag. A37 della Collezione di opuscoli del P. Calogerà.
Fu riprodotta con aggiunte dal medesimo autore nella sua Bib. Pist. pag. 28.
saianoffii Ciò. Battista. Ellogium Thomae Puccini cum
corpore eius conditum. Florentiae, 1811, in 4.°
GIUNTE E CORREZIONI
PARTE PRIMA
Auibrogi Francesciiiiio. Storie Pistoiesi ec.
Queste non sono altro che le così dette Storie Pistoiesi citale anche dalla
Crusca, e delle quali s'ignora l'autore. '11 nome di Franceschino Ambrogi
che Jeggesi in fine del Codice magliabechiano, indica senza dubbio che
questi fu V amanuense.
Metti Eurico. Teorica delle forze che agiscono secondo
la legge d1 Newton. Pisa, 1855, in 8.°
Biadi Enrico. Commemorazione di Suor Elena Carolina
Talini. Pistoia, 1857, in 8>
Brano2zi Possente. Lo spirito di Rodomonte, poema.
Ricordato dal P. Zaccaria, come ms. L' autore dedicollo al Grand. Cosimo I.
Forteguerri Antonio. Sonetti.
Sono in numero di quattro, e furono pubblicati dal P. Lodovico Lotti, in-
sieme ad altre rime di Gio. B. e Mons. Niccolò Forteguerri per le nozze
di Niccolò Forteguerri colla Sig. Laura de' Conti Guicciardini. (Pistoia, Tip.
Bracali, 1874, in 8.°)
Forteguerri Gio. Battista. Le Favolose Dee, stanze. Pi-
stoia, Tip. Cino, 1871, in 8.0
— Sonetti.
Nella raccolta sopra citata. I sonetti sono quattro.
Forte gnerri XEons. Niccolò. Capitoli.
Nella raccolta sopra ricordata. Sono quattro capitoli, di cui due diretti a
Niccolò Felice Buti pistoiese, il terzo al P. Liborio Venerosi filippino, l'ul-
timo al Marh. Andrea Maidalchini.
Gher* Filippo. Scritti vari.
Sono ricordali dal Dondori come esistenti a suoi tempi nel Convento dei
Cappuccini. Il Gheri fu vescovo d'Ischia e poi d'Assisi, e intervenne anche
al Concilio di Trento. Mori in Genova nel l'OT, nella qual città si era re-
cato col Card. Moronc legato del Pont. Gregorio. XIII.
tteneinS isartoiomco. L' Armi e gli Amori, Epitalamio
nelle nozze del Cav. Cap. Baldassarre Sozzifanti colla Si-
gnora Caterina Rospigliosi. Pistoia, Fortunati, 1664, in 4.°
— 354 —
$*atut3. Statuta civitatis Pistoni. Florentiae, apud Iun-
ctas, 1534, in fol.
Correggasi : Firenze, per Bernardo e Benedetto Giunti, 1546.
— Leges Municipales Pistoriensium quae vulgo statuta
nuncupantur ec. Florentiae, Marescotti, 1546, in fol.
PARTE SECONDA.
Canossa Glo. Battista, tlias in nuce, acclamatio pane-
gyrica dieta in laudes sen. Io. Tornaquinci deponentis Prac-
fecturam Pistoni Sen. Francisco Alamannio eamdem prae-
fecturam capessenti in Sacello S. lacobi. Pistoni, 1653, in 8.°
— Astrea et Charitas, Chorus Senat. Francisci Alamanni
Praefecti Pistorio rapraesentatus a Io B. ec. eius dictam
praefecturam successori. Pistoni, 1654, in 4.°
— Alius et idem, seu Marchio Raphael Medices cum March,
et Sen. olim Laurentio eius patre comparatus, cum ad fì-
nem perdussisset praefecturam ab eo incoatam Pistoni, Pa-
negyricus. Pistoni, 1654, in 4.°
— Sceptrum oculatum, sen praefecturam Pistorii exercita
a sen. Vincentio Sacchetto. Pistorii, 1657, in 4.°
— Conflictus cum Marchio et sen. Scipio Capponius prae-
fecturam Pistorii functus etc. Panegyricus. Pistorii, 1658,
in 4.°
— Nodus Gordianus, seu merita Sen. Horatii Minerbetti in
Pistorienses, Panegyricus. Pistorii, 1665, in 4.°
Balcani Napione. Francesco. Intorno alla nuova edi-
zione degli amori pastorali di Dafni e Cloe trad. da A. Caro
col supplimento di S.Ciampi ec. Firenze, Molini, 1811, in 8.°
Lucchesi»! Cesare. Lettera intorno alle versioni del
frammento di Longo fatte da S. Ciampi a da Aless. Verri.
Nel Giornale Enciclopedico di Firenze, a. 1815.
Mansueti Fr. Papirio. Vita e Miracoli del Ven. Padre
Pietro Berti da Pistoia.
Ms. nella Bib. Com. di Siena, Cod. car. in 80 del sec. XVII.
Edizione di 300 esemplari, dei quali imo in carta
colorata impresso appositamente per l'Illustrissimo Sig. Fi-
lippo Eossi-Cassigoli.
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